Omnibus - anno II - n.51 - 17 dicembre 1938

LE 00MMEDIE DI 0AR0LE i[fEMMENO i più veloci e cavallereschi !!f film del West, nemmeno le più macabre pellicole della malavita di Chi- ~ago hanno conosciuto la voga e il successo che stanno ottenendo da un paio d'anni a questa parte le commedie che gli americani chiamano Jcrewball e che noi chiameremo lunatiche. Ma un film di Tom Mix o Sterminattli u11za pietà erano, in un ceno senso, romanzi storici, dato che si occupavano di fenomeni ormai scontati o sul punto di esserlo, come la conquista del \Vest e la lotta contro la malavita del proibizionismo. Il genere lunatico è invece, almeno a prima vista, di un'attualità clamorosa~ Secondo le più recenti statistiche non meno di 500 mila squiltbrati ricoverano i manicomi degli Stati Uniti. The Dme of daffy comedies (la Duse delle commedie lunatiche), come la chiamano a Hollywood, è Carole Lombard. Fu lei che ne annunciò la voga in XX ucolo, fu lei che la consolidò con l'ormai classico Jmpar~ggiabile Godfrey, ed è lei che appare nelle più fortunate commedie scrttl)ball della stagione scorsa, Trne con/tssio11 (La moglie bugiarda) e Nothi,rg sacred, che noi non abbiamo ancora visto. Malgrado che illustri professori di scienze morali e di neuropatologia si affannino a studiare e analizzare in ogni senso queste commedie, per tro,,arvi dei riferimenti allo stato mentale e psicologico della nazione americana, forse hanno ragione coloro che considerano il fenomeno meno pessimisticamente. J I teatro della Restaurazione in Inghilterra, dopo la morte di Cromwell, non trova l'uguale in nessun'altra epoca e in nessun altro paese per scandalosa licenza e irrispettosa spavalderia di costumi. Fulmini di inaudita violenza furono scagliati contro i caratteri e i dialoghi e gli autori e persino gl'interpreti di quelle commedie, quando il fiore libertino della Restaurazione cominciò ad appassirsi per dar luogo a un'epoca più ristretta di mente e puntigliosa di morale. E tuttavia il giudizio più fine cd equo su quel teatro è senza dubbio quello di Charles Lamb, il quale, quasi un secolo appresso, riferendosi ai caratteri più famosi di quel teatro, scriveva: • I Fainall e i Mirabell, i Dorimant e le ladics Touchwood. nella loro sfera particolare, non offendono il mio senso moral~; in realtà essi non lo chiamano affatto in causa. Essi sembrano impegnati nel loro proprio elemento e non infrangono nessuna legge o freno morale perché non ne conoscono. Essi hanno sconfinato dalla Cristianità nella terra - come potrei chiamarla?- di Cuckoldry [intraducibile, corrispondente al francese cocuhi~], nella Utopia della vita galante, dove il piacere è un dovere, e le belle maniere s'identificano con la completa libertà. Si tratta IO certo senso di un teatro speculativo, che non ha nessun riferifYènto al mondo qual è•· Lo stesso credo si possa dire del genere SCTetDball, con la differenza che qui la nota dominante non è quella di essere un genere immorale, in senso stretto, ma un genere che ha rotto tutti i ponti con le leggi della fisica sociale: pura stravaganza, stravaganza gratuita di esseri che hanno sconfinato da un mondo più o meno razionale nella terr~ - come potremmo chiamarla? - di Neuropatia, dove tirar calci e strillare come il pappagallo di un marinaio è la suprema distinzione e la suprema regola del vivere sociale. Totale irresponsabilità di mente e vertiginosa volubilità di carattere sono leprerogative per le quali i personaggi che Carole Lombard porta sullo schermo si riconoscono a prima vista. Eppure voi non sentite mai che il vostro senso morale è chiamato in causa, perché quella manicomiale nevrastenia non ha nulla da spartire col mondo nel quale viviamo e •con la terra sulla quale poggiamo i piedi. Si tratta in definitiva di un genere a parte nella storia del cinema, che superficialmente potrebbe trovare un riferimento nella diffusa nevrastenia moderna, se, al contrano di questa che è di colore nero e ipocondriaca, la nevrastenia delle pellicole SCTtwball non fosse cosi stimolante, alacre e salutare. Genere a parte dunque e, dal punto di vista della psicologia sociale, scarsamente indicativo, che ha trovato in un temperamento anch'esso scarsamente indicativo, com'è quello di Carole Lombard, la sua interprete perfetta. Lamb dice che il teatro della Restaurazione, at suoi tempi, già non trovava più interpreti che ne capissero lo spirito irrealistico e artificiale. Lo stesso si dirà delle commedie lunatiche - cinema artificiale anch'esse, nel miglior senso della parola - quando Carole Lombard si sarà ritirata. La qualità saliente d1 quest'attrice, non solo sullo schermo, è un eccesso di energia nervosa, Essa si alza sempre troppo presto, gioca a tennis troppo accanitamente, e beve troppa Coca Cola•· Essa scribacchia sui libri del telefono, si mangia le unghie, rompe almeno un paio di tacchi per settimana, si gratta la testa e i gomiti nelle occasioni più rispettabili e fuma le sigarette accendendo l'ultima col mozzicone della penultima. Quand~ parla, ed è quasi Sempre bnllante, la sua neurasi punteg~ia il discorso di esclamazioni gratuite, di piccoli gridi, di smorfie inopinate e risatine isteriche, né si sa ma, dove lo scher-w finisce. e comincia l'isterismo vero e propno. Essa è nata a Fort \Vayne, nell'[nd1ana, e fu portata in California dai genitori -----------------·------ quando aveva sette anni. Il vero nome di Carole Lombard è Jane Peters. L'occasione della gita aei Peters in Califor• nia fu la Fiera mondiale di San Francisco del 1916. La città piacque tanto alla signora Peters che decise di rimanerci con Jane e altri due Peters, Federico di quattordici anni e Stuart di nove. Il marito se ne tornb invece a Fort \Vayne. I Peters fecero amicizia con un campione di pesi leggeri, Bermy Lconard, e con un regista a quei tempi famoso: Allan Owan. li box~ttr dette lezioni di boxe ai due ragazzi e questi alla sorella, e un giorno che i tre giovani Peters si scazzottavano sulla porta di casa, il regista si fermò a guardarli e poi chiese alla signora Peters se avrebbe permesso a Jane di lavorare per il cinema. Fu così che a undici anni la ragazza fece il suo debutto in The perfect crime. La leggenda sentimentale vuole che Carole Lombard abbia fatto tutti ì mestieri, compreso quello della servetta, per guadagnarsi da vivere. ln realtà la rendita dei Petcrs non fu mai inferiore ai 400 dollari al mese e la ragazza non ha mai conosciuto privazioni nella sua vita. Aveva quindici anni quando il grande Fox che aveva visto la bimba le chiese se essa sapeva piangere; egli voleva f,. fare la parte principale accanto a Edmund Lowc in Marriage i11 transit. Jane domandò che le suonassero un certo disco, piuttosto straziante, e alle prime note scoppib in singhiozzi. Fu subito assunta. La metamorfosi di Jane Peters in Carole Lombard ha origini, anch'esse, attinenti alla neuropatologia. Jane ha sempre avuto un amore morboso per il padre, specialmente dopo che costui era rimasto invalido, essendosi spezzata una gamba in un accidente d'ascensore. A Los Angeles i Peters fecero amicizia con un signor Lombard che aveva anch'egli una gamba paralizzata. Jane si affezionò fortemente a lui e lo adottò come sostituto del padre lontano. Quando cominciò a lavorare per il cinema le parve che Lombard suonasse meglio di Peters e chiese al padrino se le permetteva di usare il suo nome. L'altro fu lietissimo. Dunque Jane Lombard. Ma i Peters conobbero anche, a quell'epoca, una signora Platt, versata in numerologia e persuasissima che la mistica vibrazione dei numeri influenzasse fortemente tutte le faccende umane. Secondo la scienza numerologica Jane corrisponde a 1-1-5-5, che sommato fa 12, una spaventosa combinazione per tutti coloro che, come Jane, sono nati il 6 ottobre. Molto meglio, suggeri la signora Platt, il nome Carole che corrisponde a 3-1-9-6-3-5 che sommato fa 27. Ma col nuovo nome le cose dapprima non andarono meglio. Un giorno (Carole aveva diciotto anni e un grande avvenire melodrammatico dinanzi a sé) l'attrice si faceva accompagnare in automobile dal figlio di un banchiere di Los Angeles, quando a un crocevia affollatissimo una brusca sterzata mandb in frantumi il parabrezza della macchina f! una scheggia di vetro tagliò in due la guancia della Lombard. Si tratta della cicatrice famosa nella storia di Cinelandia almeno quanto la gamba di legno di Herbert Marshall o le lentiggini di Joan Crawford. Era la fine. Ma Carole non era donna da rinunciare cosi facilmente e, dietro consiglio di un amico, decise di ricominciare'da capo. Fu così che quell'incidente d'automobile inizib la autentica carriera di Carole Lombard, invece di rovinarla. Perché nei due anni che eSsa lavorò per i\·lack Sennett, come semplice giri di sfondo, imparò a essere presa a calci, a ricevere torte sul viso, a essere rovesciata per terra e calpestata e maltrattata in tutte le maniere. Senza un'esperienza del genere essa avrebbe continuato forse per tutta la vita a interpretare parti convenzionali e lacrimevoli. La scuola di i\Jack Scnnett le dette un senso magnifico della commedia lunatica alla cui fortuna essa doveva contribuire così decisamente. Due anni dopo essere tornata alla Paramount, e cioè nel 1931, essa sposò \Villiam Powell. ;\la, in complesso, non fu un'unione felice. Più spontaneo e profondo sembrò a tutti il trasporto, corrisposto, ch'essa provb per Clark Gable che non sposb mai. L'attaccamento dei due si manifestò a un ricevimento offerto dalla contessa di Frasso. Gli ospiti erano obbligati a parteciparvi IO bianco. Condizione perentoria. Carole Lombard arrivò alla festa IO uno splendido abito bianco, IO una bianca ambulanza, dalla quale, su una bianca barella por:ata a braccia da quattro 10fermieri in bianco, fu condotta fino nel centro del salone. Fu 1I colpo della serata. In seguito quando la Lombard e Gable si conobbero più 10t1marnente essa gli mandò in regalo l'ambulanza con un cuore dip10tO sullo sportello, a mo' d1 memento. E Cbrk Gable per un paio d'anni andò IO giro con qud veicolo. Carole Lombard è la donna più pagata di Hollywood; essa prende circa tre milioni di lire per ogni film e l'anno scorso ha guadagnato complessivamente non me• no di dieci milioni. :\la la voracità del fisco americano ne ha divorato più della metà. Ecco l'analisi del bilancio della stella più pagata d'America. Dei 464, mila dollari guadagnati: 285 mila sono andati al governo federale, 54 mila al go\'crno dello Stato di California, 45 mila al manager dell'attrice, 10 mila ai suoi parenti, 10 mila alla sua amica-segretaria. A lei sono nmasti 6o mifa dollari, e l'attnbuto senza prezzo di Duse of daf/y C(Jt11ed~1 ! A. D. E ANNA KJ.Y WONO IN UN NUOVO FILK DI BOOOETTO EUROPEO ~"- ~~ ' •~:.- . . ... ADRIANA OASELOTTI OHE HA DATO T.A VOOE A BIANOANEVE T ( NlJOVI FIL,,I ) ~CB&~~ •r..rouIE'I"'E U E:\'TRE gli esteti discutono sulle dif- m fcrenze tra cinema e teatro, e indicano tra gli errori più perniciosi il servirsi di canovacci e schemi teatrali per cavarne opere cinematografiche, in America i migliori film continuano ad ispirarsi liberamente a drammi o a commedie, a romanzi o a novelle, badando soltanto a trarne quel che più conta in uno spettacolo, l'invenzione d'una favola e la precisa raffigurazione dei personaggi. li che forse sta a testimoniare che il cinema è ancor oggi un 'arte piuttosto incerta, se ancora non ha trovato un suo linguaggio naturale e una sua •sintassi, immediata; ma, nello stesso tempo, dimostra come, nel fatto dell'arte, non è tanto una tecnica particolare, quanto la fantasia a dettare t modi e gli andamenti della rappresentazione. Il film lncantesimo, ch'è tra i cinque o sei migliori dell'annata, rivela subito la sua origine teatrale, nella struttura un po' lenta e congegnata dell'intrigo. 1 personaggi s'incontrano e si lasciano sempre al tempo giusto, e i dialoghi si svolgono in certi ambienti che sono un po' le scene obbligate d'ogni commedia, in cui le porte si aprono con meccanica precisione quando occorre, e tutto si svolge rapidamente, davanti allo spettatore, bruciando i momenti intermedi e forzando un po' troppo l'indole dei protagonisti. Ma in questo film, come in Palcoscenico, come in /,i/tdeltà, la meccanica un po' artificiosa del racconto volentieri si trascura, e quel che più c'importa è la lirica descrizione dei caratteri, che hanno un rilievo cosi semplice e Umano, da far dimenticare i salti un po' bruschi della narrazione e i mutamenti repentini degli affetti. Ancora una volta i costumi della società americana sono dipinti attraverso alcuni personaggi d'una stessa famiglia che manifestano inclinazioni diverse e contrastanti abitudini. E ogni carattere è delineato nei suoi impulsi e nei suoi fervori, come se i sentimenti che lo sorreggono fossero il segno d'un particolare modo di vivere e di amare le cose del mondo, essendo le parole dette piene di rancori senza rimedio, di ambizioni ranenute e di gravi sconforti. Dai dialoghi di questi personaggi s'intravvedono molte più cose di quonto non appaiano, e certe inquietudini dei protagonisti rammentano motivi e problemi che nell'ultima letteratura americana hanno già avuto poetiche rappresentazio;,i. Le smanie di Katharine Hepbum non sono soltanto d'una ragazza educata in un ambiente ricco e perciò portata a frivole fantasticaggini i ma quelle di qualunque donna costretta a una vita innaturale che aspiri a una con• dizione più libera, dove le convenzioni non intralcino un abbandono spontane~ Ch'ella ritrovi nei ricordi dell'infan,:1a, quando giocava da bambina nella ve1chia stanza abbandonata del palazzo, l.t consolazione alle amarezze, e la spinta a distaccarsi dalle sue inutili occupa71◄ mi, appare tanto giusto e necessario, quanto ch'ella s'innam·ori proprio di quell'uomc che ha portato nel chiuso ambiente l'immagine d'un mondo diverso, esuberante, complesso. Poche volte c'era accaduto, in un film americano, di sentir discorrere i personaggi con parole cosi forti e ama~e fin quasi a rasentare la rettorica, e pur restandone sempre al di fuori. E-se le situazioni quasi mai diventano drammatiche è perché già da prima sembrano risolte nella sfiducia e nell'accettazione, sicché la fine della commedia appare perfino come un ripiego allo spettacolo più che un giustificato scioglimento di contrasti. I personaggi seguono ciascuno un proprio convincimento e parlano forse più a se stessi che agli altri, come se per la prima volta fossero messi nella condizione d'esprimersi e confessare gli affanni e le speranze segrete. Si veda per esempio il personaggio del fratello, che in ogni suo sguardo ,e ogni sua parola manifesta ironia e disprezzo per l'autorità del padre e lo sciocco orgoglio della sorella: quali siano le ragioni di cosi desolata indifferem:a, non si apprende. !via, a un certo punto, sembra quasi impersonare i disinganni di tutta una generazione, che non trova più nella ricchezza e nell'attività quei beni che vi ·trovavano i genitori. Con quanla intelligenza Katharine Hepburn, Cary Grant e gli altri attori abbiano compreso e rivelato i sentimenti dei personaggi, ognuno pub vedere. La sicurezza guardinga del pacire e l'alterigia mondana della sorella Giulia prendono maggior risalto dai turbamenti e dalle trepidanti ansietà di Linda, la • pecora nera,, del fratello disincantato, e del giovane protagonista, johnny. Questi persontiggi rappresentano qualcosa di nuovo, nel cinema americano, e sembrano immag!na~i a mct_tere in dubbi~ vecchie tradizioni narrative, portando IO sé l'accoratezza e le qualità riflessive di un'arte che ha avuto in Europa i suoi effetti migliori. MARIO PANNUNZIO

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