!J:1.l';,i N NUOVO santo ogni anno è me. ~ dia tutt'altro che alta, se messa in rapporto al numero dei catto• lici di tutto il mondo. Su 36o milioni di fedeli, non dovrebbe appuirc eccezionale neppure la santificaz.ione di una decina di fedeli: eppure la Chiesa sembra volcni tenere rigorosam~nte vicina alla media che si diceva. Ogni aumento nel numero dei decreti di beatificaziooe e, successivamen1e, di canonizzazione, urterebbe infatti in ostacoli materiali e spirituali che la Chiesa stessa ha posto sul suo cammino. Poiché, se ogni anno muore un buon numero di persone in odore di santità, non per tutte si trova modo di istituire il processo o, una volta che sia aperto, di condurlo fino a termine; inoltre, una causa di beatificazione mobilita un cosl gran numero di persone, richiede spesso tanti anni di lavoro, che sarebbe quasi ÌO'.tpossibile moltiplicarne il 'numero. La Chiesa in materia di santificaz.ione pro<:cde più che mai con i piedi di piombo, circondandosi di un numero stragrande di cautele e richiedendo i più minui.iosi accertamenti sulla vita e le opere del Servo di Dio che è proposto agli altari. Il primo passo per ottenere un riconoscimento di santità è compiuto dal cosiddetto Postulatort:, un semplice fedele o un religioso che agi$Ce per sua spontanea inir.iativa o per procura di un ente religioso o di qualunque altra comunità. I grandi ordi~i religiosi hanno un loro PoJtulotor,: g,:. nrralt:, che risiede presso la casa madre, con un apposito ufficio sempre in funzione e un amplissimo archivio. Ricevute proposte di beatificazione o avani.atele lui stesso, .cguendo la chiara fama che ha accompagnato un fratello nella vita, inii.ia lo studio di una possibile causa. Il suo lavoro è regolare e continuo: ogni anno vengono sottoposte al suo ~a~rc decine di nuovi casi. Quelli che resistono a un suo primo esame giuridico e souantiale saranno passati ai tribunali. Suo primo compito, allora, è di presentare ai giudici gli articoli, un breve riassunto della vita, virtù cd eventualmente del martirio del Servo o della Serva di Dio al quale si vogliooo attribuire gli onori della santità. Gli articoli sono la prima base da cui la causa potrà prendere le mosse; i giudici sono nominati dal vescovo della diocesi in cui la persona moria in fama di santità, il dt: cuiu1, si potrebbe dire, chiuse la sua vita terrena. Sotto la loro giurisdizione si iniziano i proceuicoli preliminari: pu la ricerca degli scritti attribuiti al Servo di Dio; sopra la fama di santità, virtù e miracoli in genere; sopra il culto mai prestato. Con un cdiuo da affiggersi sulla porta di tutte le chiese si esortano i possessori di scritti appartenenti al Servo di Oio a consegnarli alla Curia; il Postulatore li raccoglierà e, sigillati, li invierà a Roma, alla Congregaz.ionc dei Riti, perché siano esaminati dai tcologhi. 8ELBE8 <A.OSTRI!) • OSSA DECORATIVE li stcondo processo sulla fama di santità si svolge mediante le prove di almeno otto testimoni prodotti dal Postulatore e di due chiamati d'ufficio. Ma, ordinariamente, i testi sono parecchie decine; si cerca cioè di interrogare tutti quelli che furono in contatto con la persona in questione, che conviucro con essa, la udirono parlare e la videro con i propri occhi. Sono vincolati alla verità da una scomunica riservata Jptcialiuimc, modo al Romano Pontefice. Le interrogazioni sono fatte a porte chiuse, stnza che il Ponulatorc assista ad esse, se• condo uno $Chema presentato al tribunale d.al Promotore della Fede. Anche il risultato di questi intcrrogatort viene inviato alla C0ngregazione dei Riti. Il ten:o processo, sopra il non culto, mira a stabilire che il Servo di Dio, né in vila né in morte, sia mai staio fatto oggcuo di culto pubblico ecclcsiauico. Il processo è reso ncccuario da una proibii.ione di Urbano VIII di pTC· stare culto a chi è morto in odore di santità. A Roma, ricevuti i risultati dei processi preliminari, la causa continua con la no• mina di un cardinale relatore, chiamato Cardinal, Ponenti!, che prende quasi il posto del Postulatore. Avrà il compito di fare introdurre la causa, di raccogliere i giudizi dei tcologhi censori degli scritti e il pro e il contro del processo di santità. La raccolta di questi documenti formerà la posiiion,: della causa. t formata principalmente da un primo studio dell'avvocato a cui è stato affidato il patrocinio del futuro santo, che, in base agli interrogator1 del primo processo e alle lettere postulatorie al Santo Padre perché voglia introdurre la causa, formerà un sommario. In questa prima fase, il dubbio che è alla base di tutte le discussioni è e an Jitnanda sit commiuio int,oduciionis ctJuJat in Cc1J11 tt ,:ffectui, dt quo agitur >. All'avvocato risponde, con le ,mimadverJionu, il Promotore Generale della Fede, che obietta e contrasla la validità delle prove e la virtù stessa del futuro santo. t il famoso tJduo,atus diaboli, cosl chiamato quasi che face»e le parti di Satana osracolando la santità. Anche le animadut:rJioneJ e le susseguenti risposte dell'avvocato sono immesse nella posizione e legate in volume da con.cgnarsi alle alte autori1à ecclesiastiche. Il Papa, se a lui pare, emette il decreto di introduzione della causa. Con ciò sono finiti i co,iddeui processi ordinari e CO· minc.iano i processi apostolici. Fino al 1913 al Servo di Dio spettava, di qui in avanti-, il titolo di Venerabile. Si passa attraverso la stcua trafila per risolvere altri due dubbi: la continuità della fama di santità e l'eroismo delle virtù. Anche questi processi debbono essere dichiarati validi; l'avvocato prepara un nuovo sommario che prova la legittimità dei testi. moni di nuovo interrogati, illus1ra la vita del Servo di Dio, dimostra le virtù. 11 Promotore Gener::.le obietta e l'avvocato risponde. Si forma cosl un'altra posizione, sul dubbio s,: consti dell,: virtù ttologtJli fede, sptrtJnt.tJ e cari(d vt:rJo Dio t il proJ• simo, nonché delle t:tJrdinali prudenza, giusiit.id, umper4nt.a t /orleaa t dtllt: altre virtù 4nn1:1u, in grtJdo eroico, nel caJo t allo uopo di cui Ji trtJlta. Sulla posizione giudica la Congregaz.ionc Antiprcparatoria: se due teni dei voti sono negativi la causa non può procedere oltre, eccetto che per volontà del Papa. Ogni consultore della Congregazione legge il suo voto e pone nuove obiezioni che verranno risolte da una seconda Congregazione Preparatoria. Nell'aula delle Congregazioni, in Vaticano, si radunano i tcologhi e i consultori. Lt'tto il voto di ognuno, rimangono nella sa.la soltanto i cardinali ai quali il Cardinale Ponente fa la sua relaz.ione. I porporati decidono sul proseguimento o meno delta causa, promuovendo una deliberazione del Pontefice. Una terza Congregazione Generale, alla presenza del Papa, discute ancora la nouiuima poJitio e le ultime tJnimtJdvtrJiona. L'avvocato difensore confula le difficoltà, finché si arriva al voto conclusivo che riconosce, dietro dccl$ione papale, l'eroicità delle virtù. Nuovi studi e accertamenti vengono compiuti e la decisione spesso non giunge che dopo parecchi anni dall'inizio della Congreguione. Se la decisione è favorevole e riconosce i termini di eroicità nelle virtù teologali, cardinali cd annesse, si pubblica un decreto e il Servo di Dio è Venerabile. li primo pa.s.so verso la beatificazione è compiuto. Ora occorrono due miracoli se vi furono nei precedenti processi testimoni oculari; tre, se i testimoni oculari furono pres-cntati solo ai processi ordinari ; quattro, se le testimonianze furono in base a tradizione o a documenti. I miracoli sono presentati dal Postulatore, e i testimoni vengono interrogati in sede apostolica. e questa la parte più intercs. sante del processo, quella da cui balza viva la figura del futuro santo e che decide sulla continuazione della causa. Le domande sono mosse dal Promotore Generale e variano a ~conda del carattere e del grado di cultura che i testi rivelano. Tutti devono però conoscere la differenza fra un miracolo e il semplice esaudimento di grazia, giurare dopo la deposizione di aver detto la verità e di aver parlato secondo la propria coscienza, senza aver ricevuto pressioni da alcuno. Le domande sono molte e, qualche volta, anche sottili. L'articolo 2012 del Codice di diritto canonico, riguardante l'ufficio del Promotore della Fede, chiarisce che Sii in1errogat~ri debbono essere JObria e mtr,: Jiislorica, cioè concernenti soltanto le cose riguardanti il processo, brevi e soltan10 sopra dei fatti. Comunque si comincia a richiedere agli interrogati il loro !lato di famiglia, a investigare sulla loro religiosità e sull'interesse che possono avere per una probabile beatificazione. Poi si vie• ne al miracolo: ognuno deve riferire ciò che ha visto e udito. A volte la inquisiz.ione si spinge fino a volersi rendere conto delle impressioni provate nel momento dai vari testimoni oculari; ma più spesso è lo stesso teste che e$CC (j,al seminato e, porta in causa delle opinioni per,onali. In un miracolo d'improvvisa guarigione, quelli che abitualm~ntc si danno, di grande importanza sono i pareri dei medici che ebbero in cura il malato. Ad cui si richiede non solo una risposta sui fatti accertati, ma anche un parere sulle possibili cause fisiche e materiali della guarigione. Sulle loro risposte, sorgeranno gli appigli del Promotore. Si richiede poi il parere dei medici periti d'ufficio, che danno il loro voto giurando secondo scienza e coscienza. Per ogni miracolo occorre il voto di due periti spc• cialisti in materia. I periti daranno il loro giudizio in base alle cognizioni della scienza; l'avvocato prepara ancora una poJit.ione Jui miratoli contenente tutti i ragguagli che possono servire alla discussione: la natura e gravità della malattia sanata, l'invocai.:ione al Servo di Dio, l'istantaneità e perfuionc della guarigione, le obiezioni dell'advocatuJ diaboli, le risposte. Tutto è raccolto in un volume di non piccola mole distribuito ai membri delle tre Congregazio• ni che dovranno discuterlo. In esso sono contenuti principalmente i racconti del miracolato, dei testimoni oculari e le loro risposte ai minutiosi interrogatori. Ognuno dei testi deve dichiarare la sua opinione sul fatto miracoloso e giurare di non voler influire sullo svolgimento della causa. Il numero dei testimoni varia: per un solo miracolo del beato Corrado da Parzham, un frate minore tedesco che sanò, fra gli altri, una certa Maria Zcch, i testimoni interrogati furono vcntitrè, fra medici, infermiere e familiari: si trattava della guarigione di una ragaz.z.- che aveva avuto una mano presa sotto un tronco d'albero caduto mentre lavorava in campagna. Ricoverata all'ospedale di Augusta, dopo le cure empiriche del barbiere dt>I suo villaggio, non potè più muovere il braccio e, quindi, anche le gambe per la diffusione di una tubercolosi ossea. sviluppatasilc. Una mattina, dopo la novt>na a Corrado, le suo• re infermiere entrate nella sua stanza la trovarono sfuciata e che si muoveva libera• ffl('nte. In questo caso le animtJduersionts da prima tendevano a rict>rcare nella sanata i sintomi di uno squilibro psichico; poi, risolto favorevolmente questo dubbio, di una simulazione del male accu;ato. Le 1estimonianze, le lastre radio$Copiche non baitarono. A qut>stc testimoniante, infatti, seguirono quelle di tre medici periti, più un'altra grande perizia ordinata dal!' Alto Tribunale Apostolico. Non essendosi ancora raggiunta la cer1czza furono ordinate altre due perizie medico-legali, che furono decisive e portarono al decreto di approvazione dei miracoli. Que1to è emesso dal Pontefice in seduta di Congregazione Generale, nella Sala del Trono. Approvati i miracoli, però, ancora non si può procedere alla beatificazione. e necessaria un'altra Congregar.ione, detta del ., Tute>,-, della certezza, perché ogni dubbio sia dissipato e la Chiesa si possa pronunciare. La Chiesa vuole la sicureua, e per raggiungerla forma e discute un'altra posizione che viene messa ai voti. In caso di votazione affermativa, un decreto letto pubblicamente conferma che con piena sicureua, tuto, si può procedere alla beatificazione. Poiché la beatificazione ven. e propria non è che una cerimonia. Il primo Postula• tore della causa presenta al Cardinale Prefetto della Congregazione dei Riti il breve, o lettera apostolica, per la beatificu-ione, pregandolo della pubblicai.ione di essa. li Prefetto rimanda il Postulatore al Cardinale Arciprete della B.uìtica di San Pietro, che dà il < V dnid >. Allora un prelato ascende al podio e legge il b1tt1t apostolico in cui il Santo Padre dichiara di ascrivere il Servo o la Serva di Dio nel numero dei Beati. Quindi si canta il T t Deu,m e si ,copre il reliquiario, mentre è calato il tendone dcl13 e Glo,itJ > con l'immagine del nuovo Beato. Segue la messa solenne e il primo canto del versetto e Ora pro nobi1 bt:ate ]ohannu •• se quesio, ad esempio, è il nome dtl Beato. Il Servo di Dio non è ancora Santo: per la sua canonizzazione e per il decreto di santità, si richiedono due o tre miracoli avvenuti dopo la bcatifica"t.ione, a seconda che il Beato sia stato riconosciuto formalmente, cioè secondo le regole descritte, o soltanto per il -culto prestatogli da. tempo immemorabile. Risolti tuttj i dubbi intorno ai nuovi miracoli con una procedura si• milc a quella richiesta. per i mir3COlì di beatificazione e dimostratasi favorevole una nuova Congregai.ione del < Tuto >, si hanno tre concistori, segreto, pubblico e semipubblico a seconda delle autorità che vi partecipano. Al primo sono presenti soltanto i cardinali di Roma; al secondo anche i Teologhi, gli Avvocati Concistoriali cd altri prelati; al terzo, i Cardinali, Patriarchi e Ve,covi che sono non oltre una giornata. di viaggio da Roma. All'allocuzione del Santo f'adre, dcvooo rispondere: < Placet • e votare a favore o contro la canonizzazione proposta. L'ultima parola spetta sempre al Pontefice. 11 suo definitivo assenso è dato durante un3 cerimonia solennissima, in San Pietro. Il Cardinale Prefetto dei Riti chiede al Santo Padre di voler i,crivere il Beato all'albo dei Santi. Sua Santità si prostra e prega., mentre tutti intonano le litanie dei Santi. Segue un'altra perorazione < instanter, instanti,u > e un'invocazione allo Spirito Santo. Dopo una tcn.a perorazione e inJttJntt:r, inJlanliJJime >, tutti si alzano e si scoprono. li Pontefice pronuncia la formula. della canonizzaz.ione. t una funzione che dura cinque o sci ore. Il Servo di Dio, morto in odore di santità, ne ha raggiunto il titolo ufficialmente e con tutta certezza. Poiché, se è vero che < il Santo deve essere santificato>, la Chiesa non può dimenticare nessuno degli accertamenti (' delle scrupolose investigazioni che abbiamo descritto. SILVIO PARINI LA PIÙ BELLA LUISE RAINER HFROU FROU" Lo p('rsonolità scenico dello Rainl·r è ormai fra le più populnri dc-Ilo ,;chNmo: una dcli1.iosa figurino. tutto nc-rvi ed occhi, di una fomminilitù così fragile che ..,,:mbru r,;p<·uaro;i nl J>rimo urto dd scntimen10, mentre rnv('ce affronta vittorio!oiam<'nll' (t, più ardue· battaglie de·Jranima e dclrarle - "edi < La buona IC'rra >. , Frou frou , ~ il -.uo film. Lo dice· a111.itu1to lu volubilitù capriccio-.a drl iilolo, lo ripe,te la originali1ù frrr;;co rd irrequiria dC'lla rnatt•rin, (uione ed ambiC'i1te, lo conferma la inlnprE'hvio,w ,;c-intillante. < Fro11 Frou > i' In vivaC<' farfalla dai rolori umaoi eh<" scherza col fuoco <' fini-«:E' per brneiar-.i le ali. I!: una nwglie1tina grotiosi1:t!-tima. tutta fro111oli e ricci. del 5C'eolo ,;;coro;o. cht• gioca a rimpiatiino con l'amore, mentre la giovint•ua vivarc ridi· gioiosaml'ntc dalla bocca. dagli occhi e dal cuorC' lcgg,·ro. finché l'amort' ghcrmi,;ce la preda mettendole a nudo ranima scn5ibile. < Frou Fro1t > i'- Lui,;e lloin<.·r nrlla sua masclu.•ru fifòiicae ndla 'ìua es-.en,a più ,·ere C' complt•k. A due uomini è affidato il compito di pru\oCarc t! motinirc il i:,ug• gesti,·o trnpa<;:so ddla protagoni5ta da uno stato d'animo all'altro: sono \IC'lvyn ~uglas t· Hobcrt Young. Il primo è il marito, il secondo sarebbe ramani(' ,;e Frou Fro11 non fosse, pur S<'nzo saperlo, una moglictiìua innnmorata. Stando co-.i le cose Hobcrt Young è unicamente il capriccio passeggero. o. meglio ancora, quel terzo incomodo chC' s'aggira S<'mprc intorno ad ogni matrimonio giovane e che ogni donna gnt,iosa gradisc(• quale omaggio alla ,;,ua bellt•t✓.a. anchr quando è ben dl'ci-.a a non concedergli nulla. Qui. rlalO il tem1>cramento ingc-11110.mentc-rsuberonte dC'lla protagonista e quello Ìll\'C'CCvirilmente S<'rio del marito. le cose 'ii -.coldano a tal 1rnnto da entrare d<'cisamente nel dromrna, commovente dramma d'amore che travolge la ddicata Yita di fro11 F'rou. Luise Rain{'r. maestra cli sit11a1ioni co-.i frmminilmentc complesse. ~a dare \'Olto al capriccio l' anima all'amore come nc~s1111·a1tro attrice for"!C anehbc S&J)uto. La J>iitorcsca novità dell'ombi(·nte - l'tuionc ,;i ,;,•olge nella Luisiano - conC'orl'{' a dotare < Frou frou J. di tutti gli aitributi spettocolistici più cari al puhblico. ALBA DE CÈSPEDES Nessutonroninadietro ~OMANZO IL DESTINO DI OTTO DONNE DAL Cli/USO DI UN CON//JTTO ALLE l'Ofl.T/COSE VICENDE DELLA VITA MODEfl.NA ~esto di Alba dc: Ospcdes non è, come J,. m,1ggior p.ilrte dei romanzi femminili, una nunzione autobiognficil. L'intreccio è vilsto, abbr.iccia mondi diversi, diversi Citfiltteri. I protagonisti sono numerosi e diffcrentissimi, tutti messi a fuoco con un'acutezu psicologicit sorprendente. L. narruione è condott,1 con un ritmo di singolue picnezu, che le più dclicitte sfumitture e i più forti ,1cccnti drammatici fonde in una npprcscntazionc limpid,1 e denu, potentemcntt comunÌCiltÌv,1. UNA R_IVELAZIONE Lirr 11. A. M O N D A D O R I
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