Omnibus - anno II - n.49 - 3 dicembre 1938

"RUGBY" ~ LI stadi sponivi in America sono I~ da qualche tempo meno affollati. I grandi beniamini del rugby, i dandies del polo, i Jimmy e Tommy e Charlie nazionali del base-bai, paventano la concorrenza del sex appeal cinematografico, gli impre~ari dei grandi incontri te-mono la stc~sa cm.a, si ordina una inchiesta: la concorrenza del cinematografo C!-iste realmente, ma le cose non ~tanno realmente così. Da qualche tempo i più provetti e intelligenti operatori dei giornali cincm:.ttografici sono inviati sui campi di g'ioco. L'operatore arriva sul campo aÌmcno un'ora prim:i. dell'inizio della partita. Piazza la macchina, misura le distanze, e le varie lenti da usare per le diverse sezioni del campo e per i diversi umori del cielo, quando è nuvolo o c'è \'Cnto. Generalmente egli ha a clic.posizione non meno di otto lenti che fulmineamente dovrà applicare all'ob:cttivo a seconda di come il giuoco si spo)la. ~•la e.~li non deve es~re solo un esperto di macchine da presa. De- \'C conoscere il gio::o alla perfezione. Soecialmcnte deve conoscere lo stile dei gr.rndi giocatori e la loro peculiare strategia. in modo da anticipare le loro classiche diversioni e spostare in tempo l'obiettivo. Di quc~ta materia grezza il montaggio e il ra llcntamento fanno spc-.so un dramma ~portivo, di fronte al quale Re Lear diventa una commedia da collegio. Ed ecco .,piegato come il tifo :-.ifaccia ormai piìi nelle ~'lle cinematografiche che nei campi di ~ioco. ~folti particolari che allo ~pettatore nonnale di una partit.1. ~fu~~ono, non ..:fuggono a quello 'ìpcttatorc straordinario che è la macchina da prc~a, manovrata -da un intenditore di cinema e di sport. Il ris.ultato dell'inchie'lta ha tranquillizzato i divi della palla ovale, ma non gli imprc.1:ari. E anche i giocatori, se ormai non temono più per la loro popolarità. temono per la loro pcrs.onalità profr,.,.ionalc. L'inchiesta ha infatti rivelato che le sale dove ~i proiettano partite importanti ~no frcciurntati\.~imc da giocatori. I campioni temono che, al ralkntatorr, i loro trncchi e le loro trovate tecniche appaiano c;,·identi e ~i po<;sano ~tudiare dai. ... r.1 'cipianti e dagli avve~a.ri. - ... -I .uiai Cl-'Hore è. }~anatomia. di l_ma partita, e 1 novellina vanno infatti a vedere sullo schermo l'incontro. come andrebbero a una lezione di anatomia > : CO'IÌ è detto nella relazione dcll'i"nchiesta. Naturalmente l'incontro oiù filmato è qucllP fra l'E\crcito e la 1Cari1,a. che è per gli americani quel che la gara di canottageio Oxford-Cambridge è pc-r ~li in~lcsi. o l'incontro Roma-Lazio per i romani. Quell'incontro non è mio il più filmato, ma anche il più romanzato. Nei film di Hollywood es- ~ è !itato inserito una decina di volte. Uno di questi film, proiettato ai cadetti .1 \\'est Point, fu subi~~ato di fochi. Dichiarò il capitano della squadra dell'Esercito nella immancabile intervi• sta: e Se io fossi come quello lì >, alludendo all'attore che aveva la parte del capitano nel film, e: il rugby potrebbe essere giocato dalle ricamatrici del convento del Sacro Cuore>. E con la fortuna che hanno certe battute in America, da allora Quell'attore è spes- ,;o chiamato: « La ricamatrice del Sacro Cuore>. "B&AOOIODI l'E&&O" ;-;ella sua ...-illa di Santa :Monica è morto. all'età di quarantaquattro anni, Elzie Crisler Segar, il creatore di Popeye, l'eroe dei cartoni animati, più noto fra noi col nome di « Braccio di ferro .> o anche « Spina• ci >; il vecchio, brutto marinaio che, quando si vede sopraffatto dall'av\'crJario, tira fuori dai calzoni una scatola di spin3ci in conserva e gli ba!)ta ingoiame una manciata per acquistare la forza di S:i.m.one. Testa in avanti, egli 11,fja incontro al ciclopico avversario e k \ue braccia diventano girandole e i suoi pugni pi-.toni di ac:cuio, finché l'anta.goni<;ta cade lungo river- ~o, come un ,.acco di biada. « Braccio di ferro.> sta cono:.cendo anche in Europa una certa fortuna, ma noi non po,siamo farci un'idea nemmeno approssimativa della popolarità di qucc;to personaggio in AmeriC'a. Bm,ti dir<' che nel 1q:15, in una votazione na1io• nalc cui prc~ero parte tutti gli scolati d"gli S. IJ., Popcyc riu'IC'Ìprimo, sopravanzando per.ino ~[ickey ~1oure. Come )v[ickey )1ouse, Popcye nacque ~<'mplicc disegno a puntate c;ui giornali popolari, cd è pa~,;ato sullo \( hC'nno 'loto quando la sua fama era ormai a~-.icur,Ha. Si con~ce con preci,;ionc l'anno di na'lcita. JI 17 gennaio 1929, nei giornali della catena Scripp"-- Howard, e Olio di ricino >, un pcr~- nat?gio j.{ià concacrato a una moc:le~ta notorietà attravC'rso i wliti di~gni a c;crie di cui wno pieni tutti i giornali popolari d'America, interpclla,·a sulla banchina di un porto un vecchio ed inequivocabile lupo di mare: « Ehi! Che sei, un marinaio?.>; «No>, ri5.pondeva l'altro~ « c:ono un cowboy! >. La battuta ebhe una fonuna immensa, ,;proposit.1.ta: il protagoni~ta e Olio di ricino> fu immediatamente vinto dalla comparsa, passando in secondo piano, e di lì a poco dimenticato del tutto. L.1. comparsa faceva l'ingresso sulla scena nazionale de~li Stati Uniti. La popolarità di « Braccio di ferro» è un fenomeno interessantissimo per gli studiosi di filologia, oltre che di psicologia sociale. Topolino è un buon figliolo, premuroso, intelligente, in certo senso « primo della classe>, e la sua uni\•er~alità accusa la sua conven• zionalità. « Braccio di ferro> ha caratteri più locali, più nazionali, e, appunt~ perché più ostico alla maggioranza, egli ci appare più autentico. In lui, c'è il « complcsw > pubblicitario degli americani { e, M:rngiate gli spinaci e- sarete forti come Sansone.>, ci par sempre di vedc:re comparire sullo schermo alla fine di quelle avventure), ma c'è anche il «complesso.> di Davide, se cosl )i può dire, quella voluttà e malizia di vedere il drbole sopraffare il più forte, che è predominante nella tecnica comica dei film americani: ba~ti pensare alle partite di pugilato di Charlot, di Bustcr Keaton, alle fulminee rivincite finali di Ridolini. ~la abbiamo parlato di filologia. Popeyc ha arricchito il linguaggio a.mcricano di almeno due vocaboli: goon. ,;;inonimo di persona cordiale e familiare, e jepp1 sinonimo, fra gli !itudcnti delle università, di r:1••"'\zzfaacile ma <li'lpendiosa. ~ci d1scg111di Segar apparivano sper-so e: Alice thc .s:oon .> che era appunto una ragazza brutta, ma èi buon cuore, e « Eugenc tlie jepp .>, un animale prctenzio-;o che si nutriva (Olo di orchidee. 1'.lolto scn- ._ibilealla pubblica opinione, Segar finì per togliere ai suoi di-.cgni le fattezze e~:i.gcratamente grottc:-.chc di Alice cd E.ugcne che -.pa.ventavano troppo i bambini. ma i vocaboli rima~cro in circolazione. I primi tempi e Braccio di ferro.>, dopo aver mangiato gli spinaci. ingoiava anche la scatola di latta, ma :tnchc questo particolare è stato abbandonato, perché molte mamme si lamentavano col di,egnatore pc-- il fatto che i loro piccoli cercavano d'imitare il marinaio. Altre prote:-.te e as~ai violente egli ricevette quando, stanco di un C:\ratterc che egli aveva u._ato troppo a lungo, un arzillo e a~grcssivo galletto, lo wpprcsse nei -.uoi di-,cgni e cinicamente annunciò che aveva cucinato il modello in fricaN"a. La carriera di Segar è quella delle migliaia di autodidatti di cui si inor- ~o.gfo.conoi manu:tli delle -.cuole degli Stati Uniti. Sin dall'età di dodici anni il rngazw dovette pensare ai ca.,i suoi. Fece naturalmente di tutto: l'imbianchino, il pittore d'insc,:?ne. il tappezziere, il suonatore di grancas11;a,il fotogr.ifo, il vetrinista, l'operatore cinematografico. Avendo -.entito che coi disegni umoristici c'era da guadagnare molto, si i11;cri~5ae una scuola di disegno per corrispondenza e per diciotto mesi sc~uì il corso, studiando cd csc-rcitandosi di notte. Quando egli varcò per la prima volta la soglia del Chicae.o Herald non ~,pcttava certamente che con la matita avrebbe finito per guadagnare più di due milioni all'anno. Prima di morire Segar ha nominato il suo succe~,orc e ,.arà co~tui che continuerà a di'iegnare Popcye.., eroe -.impatico, vivo e divertente. MAR.LENEIN F&ANOIA La guerra cinematografica fra l'America e l'Europa è, per ora, soltanto la guerra fra l'America e la Francia, e quest'ultima non si limita più a fare dei film inter~'ianti, ma SC"mbradi'lposta a raccogliere anche la sfida degli alti salari. Alle ranie degli americ,lni nel vivaio delle stelle e stelline france-.i, la Francia ri!-.ponde impegnando una delle <;tellepili costo,,e e prcstigioc:,e di Hollywood, ~larlene Dictrich, e le dà circa quattro milioni di franchi per un film. Hollywood (grana gli occhi. Siamo a que.11,to?L'industria francese può dunque offrire a un'attrice più di quanto può offrirle l'induc;tria americana? Certo che può, rispondono adirati gli stessi cineasti di America, perchr: a) i francesi superano lo svant.:1ggio del mercato ri,tretto, girando anche un'edizione inglese· del film; b) in Francia non esistono, come a Hollywood. ~tipendi favolosi al produtto1e, al direttore di produzione, al 1:egretario di produzione, ccc.; e) qu,ittro milioni di franchi (()no meno di quanto parecchie stelle prendono in America, ma sono più di qu:mto rima• ne alle maggiori \tcllc dopo aver pagato al foco il 50 e anche il 6o per ccn• to dei loro prov<'nti. In Francia il fi- '-CO ,;i contenta del 20 per cento; d) il fitto degli st:_ibilimenti non è nemmeno lontanamente para~onabile al co- \to dc~li studi in America; e) la ccnmra france~e è molto pili di manica larg:i di quella americana, e la ccn..,ura di manica larga riempie le 1:alc. In America il ccnwre chiude gli occhi (e non ~mpre) solo sui haci e sulle gambe. :\.1a i baci e le gambe, per esr.er-.ene troppo abu(ato, hanno finito da tempo di portar drnaro al bottei:;hino. In guerra ~i vince quando si è ,;icuri di vincere, e Hollywood comincia a non e,;-.ere più tanto 'licura. A. D. .,.--, 4J't OONSTAJ!OE BEl!l!ETT DI FIANOO AL QUADRO DEL PITTORE POOANY DA LEI RIFIUTATO PEROHÉ LA RITRAEVA OON OLI OOOHI TROPPO SPORGENTI E LA :BOOOATROPPO GRANDE PARIGI - KABLENE DIETRIOH IN PROCINTO DI PARTIRE PER L'.&K:ERIOA (NVOl'I FIL1JI) )]l~CS:Jl!!~ì~~ <il Wf ù~ è b. prima volta che l'intrlgo d'un X! vecchio film fortunato viene ripreso dai produttori americani e rinnovalo sullo schermo con nuovi altari e una più svelta sceneggiatura. Opere Che al tempo del film mulo fecero commuovere tanti spettatori, sono resuscitate in veste volutamcnte sgargian1i, sicché nella memoria del pubblico nascono naturali i confronti, e, a volta a volta, chi non sa ri1rovare nelle nuove im• magini l'incanto delle an11,·he, rimpiange come irrimediabilmente pe1 ·.uta una breve felici1à. che non potrà. più ripetersi. ?11[cn1re nelle opere letterarie, dove l'evocazione s~ffida soltanto alla parola. ogni nuova lettura conferma la precedente, nel cinema accade, come in molte opere di teatro, che la nostra mente si (ermi meglio e più volentieri a ricordare certe brevi scene, certi atteggiamenti felici degli attori, che hanno la. scialo impressioni non foggevoli, piuttosto che l'opera complessiva, magari del lutto dimenticata. Avviene cosl che reua in noi una voglia di rinnovare quelle impressioni, e quando l'occasione pare ,i presenti, il diverso andamento della r; ,presen1.izione quasi viene a guas1are il rico1do. Tèmpo fa, nel vedere Citf•o infranto in ,ma nuova edizione parlata, che dell'antico film di Criffith si sforzava di conser• vare quell'aria di pena senu speranu, quell'ansia patetica verso una condizione migliore, inutilmente provam.no a ricercare in noi stessi i sentimenti d'angoscia e d'orrore che tanti anni prima le lacrime di Lilian Gish ci avevano procurato. Eppure, i personaggi erano gli stessi, cd eguali le situa2ioni i ma il disappunto proveniva dal fauo che nella memoria le immagini si erano arricchite di nuove attrattive, e quel che una volta ci era sembrato doloroso e commovente, oggi risultava falso, ricercato, melodrammatico. E: questo il pericolo d'ogni e; rifacimento >, cd è forse un peccato, visto che, nei riguardi del cinema, avv::i.lcni di opere già conosciute e riuscite darebbe il modo di affermare con una certa fondatezza I' importanza del soggetto e della sceneggiatura, quasi da dar loro valore come testi letterari, non privi d'utilità e non destinati a scomp.:i.rirc subito dopo la traduzione in immagini cinematografiche. A differenza di altre opere e mute>, che in America hanno offerto il pr testo a nuove edizioni e parlate >, la M r)(frlla mascht· rata ripete senza grandi muta111en1i la ste· sura di M ascherola, film austriaco dircuo da Willy Font, dove con molta naturalezza ciano dipinte la società. viennese d'an1cguerra e la storia un po' dr.:i.mmatica e un po' frivola d'un pittore libertino e d'una candida governante. Quasi si trattasse del testo d'una commedia o d'un dramma di teatro, gli autori del film hanno voluto rispettare l'im·enzione e le parole, sicchll'indole dei pcnonaggi non appare cambiata e quel tono galante e artificioso della narrazione è conservato con tanta fiducia da far pens.-.rc che gli americani non prendono davvrro alla leggera le qualità del cinema europeo, quando \li trovano gli ele. menti d'uno spettacolo sicuro. Senonchi, come mai la nuova h{ aschuata sembra tanto diversa dal suo modello? Se si bada sollanto all'andamento del ratconto, alla precisionc. delle immagini, ecco che l'intrigo ci appare più pesante, e la grazia particolare dell'ambiente sembra illanguidi1a, quasi la Vienna degli Absburiio fosse diventata un sobborgo di New York della stessa epoca. Il modo di raffigurare ambienti che non siano americani, è per i registi di Holl)·wood sempre eguale, e seni prc un po' artificioso. Parigi o Londra, \ ·rnna e Pict1oburgo s'ns,omigliano fino a confondersi. E in questi film, la rappresentazione di uno studio di pittore alla moda, d'un ca/i chantant equivoco, d'una fena da ballo, sono trat1ale in maniera a~sai generica, sçnza confronlo con le stes,e scene di Willy f('ltst, dovc ogni personaggio, e quasi ogni oggetto, riflette\·a felicemente i costumi preziosi e decaduti d'anteguerra. • Eppure, per lo spC'ttatore che non abbia voglia di far paragoni, lo spettacolo è dei più allegri e commoventi insieme. La recitazione di Luisc Rainer dà rilievo .\lit ,-j. tuazioni e riconduce la vicenda in quel\• particolare atmosrcra « europea .t che n~ la regia né la messimcena erano riuscite ad evocare. Se a que~ta aurice si potranno rimproverare certe movenze un po' leziose, e le rahe ingenui1à, e gli ipoeriti languori, pure, quand'ella reci1a, tutto acquista una festosit¼ trepidante, e come un vigore continuato che non s'allenta nemmeno nei momenti di stanchezza del dialogo. La sua fragile figur.:i., il suo volto non bello, !.t'ffl• brano a voha a volta acccnder~i come per un fuoco improvviso, e poi racquetarsi in sospiri, in segrete agitazioni. ~euuna at• trice come lei, se non forse Ka1harinc Hepburn, porta sullo schermo ta.1110sottile im. pegno nel dare carattere al personaggio. Saranno forse poche le sue pos\ibilità di crea.re figure diverse di donna, ma queste figure luttavia saranno di\egnatc con tanto risentimento, da lasciare nella memori::, 1ma non labile impressione. MARIO PANNUNZIO

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