Omnibus - anno II - n.49 - 3 dicembre 1938

lt ERI, attraversando Mc-ntonc ab- !{ bia:no visto una donna in Pantaloni : era un'inglese, non solo vecc~ia, ma ~nche talmente SJX)glia,scar111ta, bruciata, che ogni idea di vanità ed ?stenta?ionc diventava impossibile; ;i~z1, su di lei l'audacia di qutl!a foggi~ maschile perdeva ogni significato fnvolo, per acquistarne unicamente di austeri. Portava i calzoni come una bandiera, o prcss'a poco : era evidentemente un'apostola della libertà fem• minile, delle rivincite: puric:c:imo s..,ngue di suffragetta scorreva pallidamente sotto la sua pelle opaca. E difatti ormai i calzoni sono diventati, per le donne, indumenti seri, di lavoro1 e intendiamo qui di lavoro spirituale. Tutte le dive che si rispettino, in realtà, si fanno fotografare mentre studiano la parte del loro prossimo film. in un atteggiamento ormai classico: sdraiate a terra. il libro posato sul tappeto, i pugr'li immcr-;i1 a sostegno, nei capelli artic:ticamente tempestosi: e indossano i così detti e pigiami da c:tudio ~. di flanella inglese per lo pit'1, ~imboli di ez,ergia, vero c:cnso dell'arte, assenza. di civetteria e genialit:\. Costanza Bennett. Caterina Hepbum 1 Greta Garbo, ci sono appar<..c così innumerevoli volte: Ylarlene Dietrich. avida di perfezione, aggiunge, al suo completo ma(chile. un berretto basco. Sì, il gusto della ma(cherata si è perduto. Biç.ognrrebbc risalìre alle regine Faraone. che mettevano 1a bella barba dei mariti, per regnar saggiamente-, se ,;j vole~ trovare giustificazioni <:toriche a quec:te studiosic:simc attrici vestite da uomo. li cavaliere d'Éon, im•cce, p:t..c.:ava da fru,;cianti sottane a fru5<:ianti calzoncini di raso, per meglio sedurre imperatrici o ambasciatori. Anche le eroine di Voltaire si travestivano volentieri, i carnevali di Venezia erano pieni di ambigui paggi. di dame con baffi e ba.utta. Nell'Ottocento, le timide eroine di Janc Austen indoc:(avano. per fuggire di casa, gli abiti dei fratelli, e più tardi la signora Giorgio Sand adottava sigari, sciarpe rosse e pantaloni di velluto. Judith Gauticr fu pronta a seguirla, e via via un collana <li letterate virili arrivò fino a Caterina ~vlantficld che. se vogliamo credere a Carco, frequentava, con la caschetta calata sugli occhi, i peggiori locali notturni di Montmartre, durante quegli inverosimili anni che precedettero la guerra. Alla stessa epoca Coleue, che c-ra letterata, ma ancora mondana, e ,;cmpre allegramente ironica, po11:tva I.i ju pe-cu/otte : abiti impacciosi se inai cc ne furono, e crearono leggende di complicate cadute per le strade, di d1Vorzi, di scandali. Le cicli,;te, con il u•ll<-tto duro, il cravattone e la pa- •~htta, avevano calzoni sbuffanti: gli <11 ,hboni prediligevano, per cerimonia, cpe ..t.e toelette sporti"e, e difatti la si- /.:. 1,,rina. Delarue spoc:ò, vestita a quel J, cdo, il dottor :vlarclrus. Con la guerra, le cose cambiarono, ( lt- ragazze americane che vennero in ·Eun..,·,a per guidare i camion ebbero d,•1'. divise soldatc"he e giustificate: I., p,Ke, però, doveva confondere tutt ,. quelle che erano state ncccs,;ità <l1\1·1111emroode, i ca.pelli tagliati delle niduhste e delle infermiere si chiamarono ò la garçonne, e sulle spiagge le aud.tcissimc comparvero con complica11 pigiami, in pino per lo più, e completati di parasole, guanti e bor- <;t•ltc. u~arono i capelli alla Eton, si parlò di <maschiette>, lunghissimi bocchini segnarono nuove conquiste delle signore indipendenti, durante i ba11i in costume le belle comparivano <otto le vesti di boys d'albergo, di marinai e di clowru. Per reazione, i capelli si allungarono, il valzer tornò di moda, le sottane (j fecero gonfie, spumo,c cd importantissime. La lotta era appa\.1ionata, vi erano donne fedeli alle nuche rasate. ai completi di flanella: le infedeli, al contrario. diventavano gra,;~e e p<wtiche, speravano nel ritorno delle uinoline. Infine la battaglia dolcemente- finì, lii spen,;;e. Le donne abbandonarono i pantaloni, appena si avvidero che nessuno si scandalizzava più. Quest'inverno, a Firenze, abbiamo \'isto una signora in abbigliamento m;.,c:chilc, turchino cupo, cravatta ro,;,a, "'altellare pcnc><;amcntesui ~~,i e sulle buche dei lavori stradali; neppure un bambino si degnò di schernirla, e lei ne apparve dclu'3. Quest'estate, a Montecarlo &ach, a Juan-les-Pins, a Nir.t.a, abbiamo inc:ontrato folle di bagnanti, di ogni età, qualità e condizione, che portavano tutte le fogge possibili. shorts, johdpurs, throusers, brache orientali e tute da meccanico. ~1a ncc:,;uno si curava di loro, e quelle, poverette, certo febbrilmente meditavano nuovi mc-ai di attirar l'attenzione, già sognando di libcrarc;i da quegli indumenti, non più audaci, pc~anti ormai come cose morte. Giorno per giorno, i pantaloni ven• gono adagiandosi nelle loro tombe, bauli odoranti di naftalina: e ne u-.ciranno solo, fra qualche anno, per entrare trionfando nei musei: c:i troverà a questa moda un fa,;cino dolcemente vecchiotto, e le nOlitre nipoti penser;mno, con dolce ironia, alle care. ing-enue donne che portavano i \'CStiti del m;:1~ rito. M.d.C. LONDRA.i 1911 - LA JUPE-OULOTTE LONDRA - DONNE lN OALZONI IMPEBlfEABILI OJUOOATBIOI DI 410RIOXE'l" HOLLYWOOD • HBBANTJ

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