Omnibus - anno II - n.47 - 19 novembre 1938

LO "SMOKING" jJ, ~CHE quest'anno, nel togliere la roba .Ki!, dalla naftalina, a casa mi hanno chiesto cosa ne faccio dello smoki,rg: ho risposto che lo tengano pronto, perché può darsi mi possa servire. l\li sono raccomandato che la camicia sia ben inamidata, ma sono certo che nemmeno quest'inverno userò quel vestito. Del resto, è stato fatto dodici anni fa, ed è diventato stretto, mentre i calzoni si sono come • rattrappiti: la giacca ha il bottone molto 1n basso, e forma, sul davanti, come un rigonfiamento che oggi irrita, mentre allora era una cosa elegante. Sarà forse perché non lo porto più, ma mi sembra che lo smoking non abbia piì.1 la fortuna di quindici anni or sono, quando invece era come il simbolo di una borghesia desiderosa di mondanità, ma con scarsi mezzi e scarsissima prestanza. Dal 1920 al 1930, nel periodo di vita facile quando il soldo girava•• tutta una classe, la più nu1nerosa, quella che si identifica col ceto medio, aveva trovato nello smoking l'abito adatto per ogni manifestazione del vivere sociale. ri.teno impegnativo, meno costoso del frac, lo smoking aveva anche il vantaggio (si diceva) d'esser più facile a portarsi con disinvoltura, e poteva esser tagliato anche dal solito sarto di famiglia, o comperato fatto. Non ci fu impiegato scapol_o, in quell'epoca, che, per una \'Olta: non sacrificasse il doppio stipendio di :'•fatale per aver l'abito coi risvolti lucidi, la camicia col petto in brillanti e le scarpe di vernice. Nelle feste dei • Circoli Commerciali•, dei • Clubs Unione•• nelle serate danzanti delle filodrammatiche, lo smoking entrò trionfalmente, decretando la fine della classica giacca nera sui pantaloni a :ighe, e dei gilé orlati di fettuccia bianca. Col nuovo abito, e con le corte gonne in /ami delle signore, i quattro salti in famiglia• si trasformarono m a veglie• e in • [Z:ala•· Persino nei veglioni studenteschi si tentò, urtando contro lo sdegno d1 mohi goliardi, di portare lo smokittg col berretto della facoltà. Qualche anziano, preso dal desiderio di • adeguarsi a1 tempi•• fece applicare il bavero di raso e le bande di spighetta di seta al vecchio abito nero, e, memore di certe galanterie di gioventù, si ostinò a portare i guanti bianchi in.filati nello sparato. Lo smoki11g giunse p'ersino ad essere abito nuziale e do\cerimonia, non ostante che i consigli di moda dei settimanali non lo ammeaesseN. Qualche giovane, più ricercato, volle avere anche il panciotto bianco coi bottQni di madreperla. Oggi, in provincia, si balla quasi soltanto nei Dopolavoro, ove soltanto le don• ne son vestite da sera: nei circoli impiegatizi c'è sì e no una veglia a carnevale, e mi sembra che i giovanotti non sospirino più, e non facciano progetti per quell'abito èostoso e quasi inutile. Chi lo possiede, quelle rare volte che, per nostalgia, lo indossa, cerca di ravvivarne la vecchia foggia con un colletto nuovissimo, acquistato per l'occasione. LA PELLICCIA 'ilY ELLA vita di una donna, il giorno del !\!' possesso della prima pelliccia rappresenta una data importante, quasi quanto quella del matrimonio. La pelliccia è sovente un segno di benessere, di possibilità finanziarie; è sempre un atto di volontà, una tappa <lecisiva nella strada del successo. Nella famiglia borghese, la pelliccia della signora si accompagna, quasi sempre, alla II utiùtaria • del marito, è un preludio alle altre posizioni da raggiungere, al servizio da tè in argento 800, al •solitario• legato in platino, alla c.:ollana di brillanti. J ntercorre già una notevole distanza fra il soprabito con guarnizioni in pelo e l'una o le due volpi argentate da portarsi, con le code penzoloni, sull'abito a giacca; ma solo la pelliccia completa dà. alla donna che l'indossa, la sensazione d'esser riuscita ad affermarsi, di aver concluso un ciclo della propria esistenza. Tutc,11una gerarchia sociale è legata alle varie specie di pelli conciate. L,11signora, la II vera• signora, tende ancor oggi verso il castoro e l'astracan, pelli costose, difficilmente 1mitab1li e non troppo appariscenti, che dànno un tono di indiscutibile distinzione: mogli di a,·vocati celebri, di direttori di banca, d1 proprietari di grossi stabili, completano la severa tonalità dell'agnellino di Persia con un cappello di forma audace, cal1e rosate e scarpine di cuoio lucido. Più in alto, solo le cappe in ermellino o m cmcillb segnano le vette ragg1ungib1h dalle nobildonne con fotografia sulle riviste in cnrta patinata. Le pellicce di visone o di pttit-fris. già sirnbolo delle piccole runiche -degli uomini danarosi, e delle attrici d'arte ,·aria, ,:;onooggi rcta~gio delle bottegaie p1l1 ricche e delle mogli dei sottufficiali di marina, che sono riusciti a portarle a casa dai loro viaggi 1n Oriente. Sulle spalle, sempre massicce. di queste signore-, il pelo assume un a~petto stranamente ,·oJununoso. ~t'ile infinite varietà d1 pelli fantasia e di imitazjoni, che !.i fondano, pjù o meno, LADY lULDWIN E80E DALLA OAKERA DEI LORD8 . - \ ... .- _:i!' - t - .. - ~· ...... ~ _,,,,~ .:....- .. - IO,..,-. , .. ·---- LOS ANGELES· LA MILIONARIA SIGNORA AllES VINOITRIOE DELLA GARA DEI LAVAPIATTI sul coniglio tinto, migliaia di donne di ogni categoria scelgono le loro pellicce. • Pensate•, diceva tempo fa la moglie di un geometra, che persino la guardarobiera dell'albergo dov'eravamo noi a Tonno, ave\'a la pelliccia di lapin rasél Al giorno d'oggi, una signora che abbia una pelliccia d1 lontra autentica, si vergogna a metterla•· Fino a pochi anni fa, il cappotto di pelo non poteta esser portato dalle signorine: oggi, invece, anche a queste son resi accessi bili i •trequarti• in cavallino o in agnello grigio. I\la tah pellicce, anche se portate con aria spavalda e con noncurante disinvoltura, hanno un significato triste: quasi sempre sono un premio di consolazione, che la famiglia concede alla figliola che ha sorpassato il \'Cntiducsimo anno senza riuscire a trO\"arsi un fidanzato ufficiale, l'ultima carta che s1 arrischia con la speranza di successo. MASSIMO ALBERINI (LETTERAALDI:U:TTORE ) ~~:a~ùIJ!à~~ ,.-~DA Catania, novembre . lf'IARO DIREJIORE, la lettera della ~ signora non dice nulla. :-Jci riguardi dell'avvocato, la mia opinione non conta. lo non credo alla jettatura; ma gran parte dei miei amici vi crede. E tutta la Sicilia, per non dire il l\lczzog1orno, è piena d1 corna e di fiocchi rossi, come di parafulmini un paese d'alta montagna. Di questo, s'accorgeva S1endhal, un secolo addietro, durante un viaggio nella Campania e nelle Calabrie. Occorre•, scri,·e\•a nel suo diario, riferendo l'opinione dei napoletani, • rompere la colonna d'aria fra l'occhio del negromante e ciò che egli guarda. Un liquido buttato, riesce molto a proposito: un colpo di fucile è ancora meglio. f:: in qualità di jettatore che un serpente o un rospo guarda fissamente un uccello che canla sopra un albero, e d1 caduta 111 caduta lo costringe a precipitare nella sua gola. Prendete un grosso rospo, gettatelo in un boccale pieno di spirito: esso vi morrà, ma con gli occhi aperti. Se ,·oi guarderete questi occhi nelle prime ventiquattro ore dalla sua morte, avrete la jcttatura e cadrete 111 una sincope•· Non tutti sono d'accordo che la jeuatur-a risieda nello sguardo. Alcuni sosten• gono ch'cssa esca da un naso a punta, come una parola di maledizione da una matita temperata; altri che coli, come un umore tenace, dalla Ca\'ità delle guance; altri che scappi da mani storte, magre e tremanti, come da quelle di un prestigiatore il fazzoletto in forma di coniglio. Altri, infine, ritengono che 1ale incerto potqe non SI serva di organi corporali per attuarsi, ma voli per le zone metafisiche in cui \'Olano il desiderio e 11 ricordo. La jettatura si presenta a costoro come un potere del tutto razionale e in nulla animale o vegetativo, e splende di una sua miserabile nobiltà. A me sono stati indicati cautamente tre o quattro tipi a cui si attribuiscono la caduta di un palazzo, la morte di una giovane e l'adulterio di una signora, oltre una serie di piccoli incidenti e contrattempi. Li ho studiati con attenzione. Nessuno dei tre ha i caratteri fisici di cui siamo solitì immaginare vestite simili persone. Anzi, il loro aspetto è lieto e grasso, e il viso del più giovane ride, oltre che dalla propria bocca, dalle boccucce di mille escrescenze dovute all'abbondanza del sangue e del grasso. Questo giovane riempie di risate le stanze in cui entra; e tutto, intorno a lui, comincia a tintinnare e a tremare. Solo mi ha impressionato il fatto che, una sera, avendolo io condotto in una casii ove tutti lo considera\'ano j. e io lo avevo difeso strenuamente, fra quei tintinni e tremiti e risate, d'un tratto cadde il lampadario dal centro della volta. li secondo è un vecchio mite ed elegante, che parla poco e chiude gli occhi qu11ndo gli altri parlano a lui. I la una grande cu• riosità per la salute degli amici. Il formale e neutro • come stai?• sulla sua bocca piglia un tono di vera curiosità e interesse. :\la quando l'interrogato risponde: •bene• o • non c'è male• o dà sulla propria salute notizie più estese, quegli abbassa le palpebre e, smessa ogni curiosità e interesse, sembra che pensi ad altro. Si dice che, un'ora dopo aver l"'Ìsposto alla domanda di costui, la più bella fra le ragazze catanesi del 1924 fu presa da una febbre misteriosa e lasciò la vi1a. Il terzo è un uomo gentile, estremamente gentile, di una gentilezza che mette gli altri in uno stato di fiducia totale, di rinunzia a qualsiasi sospetto, vigilanza e difesa. Pare che le stesse forze fisiche entrino in un piacevole letal"'gOe i leucociti lascino passare indisturbati, per una conesia innaturale, i microbi nel sanij"ue. Di questo inaudito abbandono dell'uomo, profitterebbero le m:1lattie, le sventure, le crisi spirituali e la morte stessa. lo non so dare un giudizio su tali opinioni. Ora mi paiono assurde e infan1ili; ora invece mi paiono quasi ragionevoli. Noi purtroppo nasciamo, viviamo e cc ne andiamo in condizioni d1 tale mistero che tutto è lecito supporre sul conto nostro. Il destino, tenendolo al buio di ogni cosa, autorizza l'uomo ad alzare sulla sua casa, con grande serietà, un paio di corna o un fiocco rosso. Di l"'idicolo, in tuno questo, non v'è che la paura, essendo cosa estremamente sena, 1n ogni circostanza, avere coraggio e non preoccuparsi della propria salute. :\la il supporre che il male possa vc01rc1 da un naso o da un occhio non ha nulla d1 assurdo e infantile. Si racconl:l che, a Roma, un gruppo di nemici di Nerone facesse passcg~iare conttnuamente, attorno alla ca"a impuiale, un famoso jcttatorc, con l'incarico di tenere lo sguardo nel punto preciso del muro dietro cui :-.:eronc dormiva. Così miseramente, gli uh1mi fautori della re• pubblica s1 erano ridotti a combattere la loro Filipp1. Xcrone non se ne darn per inteso, ma 11muro si screpolò. Al punto di supporre 111un uomo il potere d1 agire sulle cose e sm:mtellarc un palazzo con gli occhi, io non arrivo. Sebbene m1 sarebbe di conforto pensare che, oggi, per esempio, le nuvole di scirocco sian dO\"Utea un tale che stia .fissando il cielo; e che quando costui avrà abbassato gli occhi, termineranno il peso, l'afa, la noia di questa giornata d'autunno. Cordialmente V!TALIANO BRANCA.TI SPARTACO ASCIAMPRENER CANTI con presentazione di MICHELE SAPONAIIO e 30 illustrazioni originali in nero e a colori di P. J.. Dc Vita e Zara Nin Ediz.di luMo di soli 500 esemplari numerati 1-30 Edizione normale, noo illuetruta . , , ., 8 "À me &opratuHo in que&ti t-V!r&ipiace. e JMtO piaccio anche al lt!Uort,qut!ll'acerbapa.:ia, qutl Ut'mantepu... dort', qut!lt'ingenua &t'foatic;/1e::a, cht' &tmprt annun- :iano /'apprusarru:nto del Nume". (D.Jb ''proui .. ,o...,'' d, M.. h.,Je "•pouro) In vendita io tutte le principali librerie CASEADITRICESCHIHA • MILAHO [a lAVOCE □ l PA□RONE DISCHI CELEBRITÀ ALFREDO CORTOT e l'Orchestra da Camera • Scuola normale di Parigi> CONCERTO BRANDEBURGHESEN. 6 IN SI BEM. MAGG., Bach. Allegro, edegio, me non lroppo, ollegro DB 1626 1627 L. 60 HEIFETZ POLACCA BRILLANTE IN R[ MAGG,, Wienlewski, op. 4 IMPROVVISO IN Ml BEM., op. 90, n. 3, Schuberl rid. Heiletz , , DB 3215 l. 30 GUGLIELMO FURTWANGLER e l'Orchestra Filarmonica di Berlino LA V SINFONIA IN DO MIN., op. 67, Beethoven. Allegro con brio, andente con moto, olleg,o, olleg,o pre,10 DB 3328 3332 l. 135 I dischi si vendono ,nche ieo.,,1,menfe • L JO ud. NB. • Il duco 08 3H2 è inciso1u un, sol• l•«i•r• LEOPOLDO STOKOWSKY e l'Orchestra Filarmonica di Filadelfia OUVERTURE IN RE MIN., Heendel, trescrizione S1okowsky, p. 1-11. DA 1556 l, 30 S. A. lA VOC[ DH PADRON[ - COlUMBIA - MARCOHIPHOH[ MILANO - VIA DOMENtCHINO N. 14 • MILANO .... 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