Omnibus - anno II - n.46 - 12 novembre 1938

Londra, novembre. ELLA pasticceria Manichedam a \.Vhitechapel, i\(arcus Rosenbaum siede con Joe Nathan e gli parla di Tel Aviv. Joe, il quale da ebreo inglese considera la Palestina come una bella trovata, eccita il compagno, ma con misura, perché Tel Aviv è nome che a \Vhitechapel bisogna pronunziare con rispetto. e Che importa se m Palestina vi sono quattro città•, dice Rosenbaum, !(che contano Gerusalemme, Haifa, Giaffa in confronto di Tel Aviv? Ma la sola che veramente conta è Tel Aviv, che significa Montagna delta Sorgente. Uno strano nome forse per una città piena di sabbia: ce n'è per le strade, nell'aria, persino nell'acqua che si beve e ne! bagno. Tel Aviv è veramente la sola città nel mondo dove tutti gli abitanti sono ebrei. Tutti, eccetto i poliziotti inglesi. Vi sono già r40.ooo anime a Tel Aviv, e la chiamano anche il Giardino della Palestina; ma i giardini sono immaginari. Tutte le case sono nuove e belle, tutte rettangolari, tutte le linee sono diritte, e tutti i tetti sono piatti: sono costruite di cemento annato, alte tre piani, distanti cinque metri l'una dall'altra, e divise in appartamenti, e ogni appartamento ha un balcone che sembra uno scaffale. Da\·anti a ogni casa ,·i è una striscia di sabbia, e se hai la costanza di innaffiare questa sabbia i fiori sbocceranno lussureggianti. Vi è anche una striscia di sahbia dietro le case, ma qui si depositano i secchi delle immondizie, e si tirano le cordicelle per appendervi la biancheria ad asciugare. L'estate, che, per chi non si dà all'agricoltura, è un po' troppo lungo, il sole splende ogni giorno in esaltazione del Signore, e le camerette degli appartamenti diventano forni. D'inverno cadono le piogge, e le camerette sono frigoriferi: perché le case furono edificate con tanto entusiasmo e con tanta fretta che gli impresari dimenticarono di farvi i camJni. 11 A Tel Aviv non vi sono pubblici giardini o parchi ombrosi. Lungo alcune strade hanno piantato una fila di alberelli nella sabbia, ma poiché l'Amministrazione non abbonda di annaffiatoi gli alberi sono ancora poveri di fronde. La città è cresciuta cosi presto che le case e i palazzi si sono elevati verso il ciclo prima che le strade fossoro fatte, e le strade furono copert_e di cemento con tanta fretta che non vi fu tempo di scavarvi le fognature. Quando viene la stagione delle piogge, le belle strade bianche diventano torrenti. :via se tu guardi oltre la linea delle case, o se dalle altane alzi il collo sopra i panni lavati, scorgi la linea verde degli aranceti e quella azzurra dei colli. A Tel Aviv non si parla che la lingua millenaria dei nostri padri, l'ebraico. Questo non vuole dire, naturalmente, che occorra sapere l'ebraico, perché gli ebrei che sono nati in Palestina parlano sei o sette lingue; quelli che vengono dall'Egitto parlano tutte le lingue, quelli che vengono da altrove parlano quella che sanno, comunque le lingue ufficiali sono tre, l'ebraico, l'inglese e l'arabo. Un contabile che cerchi un buon posto deve precisare nel !luo annunzio pubblicitario che ha "perfetta conoscenza dell'ebraico, inglese, tedesco, francese, arabo e anche yiddish". Sulle botteghe le insegne sono scritte in ebraico e in tedesco, o in ebraico e inglese, e, naturalmente, l'ebraico è sempre a destra perché i nazionalisti sono molto suscett1b1h a queste cose. I cartelloni pubblicitari sono sempre in ebraico, gli annunzi sui giornali sono in ebraico, tutti i messaggi del municipio sono in r-braico. Quando entri in una bottega, ti senti dire subito: ''BU:akasciah", che sarebbe a d1re:"Desidera? Bitte?", ma quan• do tu gli hai risposto "Scialom" hai fatto il tuo dovere, e puoi i,arlare inglese o tedesco. 1 • Sàalom" devi dire per istrada quando incontri un amico, e quello ti risponde "Scialom ut•iraha''; ma poi si può parlare la lingua che si vuole. Naturalmente, ognuno studia l'ebraico con passione, perché soltanto cosi sarà la Terra Promessa consegnata nelle nostre mani: ma ne abbiamo colpa noi se0è la lingua pili difficile del mondo? I patriarchi giurano .::he sarà la lingua del futuro in Palestina. Per il momento non è prudenti: tenere comizi in sola lingua ebraica, sebbene la Palestine Post pubblichi continuamente proteste perché nelle scuole governative si insegna l'inglese, il francese e l'arabo. L'inconveniente d1 Tel Aviv è che i vecchi hanno il difetto di essere sempre seri. Llna volta un rabbino vide un ragazzo su una scala, che pull\·a l'insegna di una bottega, di venerdì, dieci minuti dopo che Jl Sabbath era cominciato. Il rabbino afferrò la scala e s1 mise a scuoterla violentemente, gridando in tedesco al ragazzo di scendere. Uno spettatore disse al rabbino: Parlagli ebraico, non tedesco! La gente si mise a ridere, e il ragazzo piegò la sua scala e se ne andò. .\la e stata la sola volta che una disputa a Tel Aviv è finita ridendo. E comunque il rabbino non rideva . .\1a che vuoi? Vi sono a Tel Av,v patriarchi cosi santi che considerano l'ebraico una lingua troppo sacra per adoprarla tutti i giorni. E parlano il yiddish. Ma ~ inutile rispondere al telefono che non sai l'ebraico. ''Sei un cattivo ebreo!" u grida l'altra voce in inglese o in tedesco. :\la dopo qualche settimana di vita a Tel Aviv non c'è più bisogno d1 dire che ' .. ....,➔..-.,....<::-~<":C--~-' .""( ........... ~~"'""" .. PAESAGGIO ARAl!O CAPO ARAl!O DI FRONTE ALL'ALTO 00)'1(188.ARIO INGLESE SIR ARTBUR WAUOROPE non si parla l'ebraico. S'impara a conoscere la gente dalla faccia. Un ebreo può sembrare un ebreo a Londra, ma quando un ebreo inglese è a Tcl Aviv sembra soltanto un inglese. Il clima inglese e la lingua inglese gli hanno indurito le fattezze, spento gli sguardi, reso parchi i suoi gesti. L'ebreo inglese pensa che tutti gli altri sono da compiangere perché non sono nati sotto la bandiera inglese! E a Tel Aviv un ehreo non è un ebreo, è un tedesco, un russo, un polacco, un americano. Un ebreo americano parla e sembra un americano; un ebreo mglese sem~ bra un inglese, un ebreo russo è indiscuubilmente russo, e ha l'aria di avere attraversato a piedi tutte le steppe, e sicuramente la neve si è sciolta sotto i suoi stivali soltanto al sole della Palestina. Un ebreo russo passa ore e ore al caffè, bevendo tè russo, leggendo soltanto giornali ru~si, e lo rallegrano i paurosi film venuti dalla Russia. Questa dei film è una cosa veramente imbarazzante, a Tel Aviv. Vi sono sei cinema e a fianco di ogni film scorre una traduzione in ebraico; ma può accadere che, con tutto il rispetto per l'ebraico, il film sia in una lingua che non si conosce. E quando si comprende la lingua, accade che sia difficile comprendere il film. Che cosa può significare la freddura di un americano per un ebreo cèco? Può un ebreo polacco ridere quan• do ode il dialetto londinese? E un film russo è talmente tragico che soltanto un ebreo russo può sopravvivere. eLe differenti nazionalità poi rendono la vita difficile. Gli ebrei russi non possono soffrire gli ebrei tedeschi; gli ebrei tedeschi chiamano con disprezzo conta• clini gli ebrei polacchi; gli ebrei americani son trattati come forestieri. In un'azienda inglese o tedesca soltanto gli ebrei inglesi o tedeschi possono sperare di far progresso. Beninteso, questa divisione di nazurnahtà d~modo a cincun gruppo di lavorare contro gli altri: altrimenti, come sarebbe possibile fare affari? "Tu non mangerai nulla che muoia di morte naturale, ma lo darai al forestiero che è nella tua città, affinché esso lo mangi, oppure lo venderai a uno straniero". Lo si legge nei testi sacri. Se tutti gli ebrei fossero fratelli, anche soltanto a Tel Aviv, gli affari andrebbero male. E se tutti gli ebrei, della Palestma diventassero così uniti da considerarsi soltanto ebrei e non russi o polacchi o tedeschi, nascerebbe un tipo di ebreo del tutto contrario alla sua razza ... • E cosi a Tel Aviv si vive e si lavora, in otto o dicci liJlgue, e in altrettante nazionalità l'una contro l'altra, dalla domenica al venerdì al tramonto. 11 Sabbath comincia scrupolosamente al tramonto del venerdl e dura fino al tramonto del sabato. Il vencrdl, mezz'ora prima del tramonto, i comi annunziano che il Sabbatli sta per cominciare. Dopo il suono del corno non c'è più segno di vita a Tel Aviv. Le botteghe sono chiuse, i cinema sono chiusi, gli autobus non debbono correre per le strade, le cucine debbono essere spente, nessuno deve accendere la luce elettrica, nessuno deve aprire l'ombrello {perché aprire l'ombrello sarebbe costruire una casa sopra la tua testa), e nessuno deve fumare. A Tel Aviv non è come a Londra f 'AGENZIA di Piazza del Mercato ave dove gli ebrei hanno in casa una serva la va, in banca, fama d'un posto dove ! cristiana e si fanno da lei accendere e stava bene, forse perché v'erano du spegnere la luce. Il venerdl, i lampioni per impiegati soli e un fauorino, senza nes le strade di Tel Aviv vengono accesi suno della direzione. Cosl, quando vi fu prima del suono del corno e rimangono trasferito, molti dissero che avevo for accesi tutto il sabato; cosa un po' strava- tuna, e mi invidiarono. •Ci troverai B., gante, ma ortodossa. E nelle case )e can- mi informò uno, che c'era stato, • è w dele rimangono accese tutta la notte, fin- tipo che si dà delle arie, ma almeno avra ché i moccoli bruciano i tappeti, e dànno solo lui fra i piedi•. fuoco all'appartamento, ma i pompieri A me, invece, non sembrò che B. s non sono ebrei, e le compagnie d'assicu- desse molte arie. Di carattere chiuso, si razione, che sono ebraiche, non possono Jenzioso, ma cortesissimo e composto, nor rifiutarsi di pagare i danni di un incendio ricordo di averlo mai visto con la barbi provocato da una causa così ortodossa. lunga o con gli ab1t1 m disordine. Den Alcuni dei giovani, contaminati dai paesi ché avesse 1I tavolo d1 fronte al mio, e 1 donde venivano, hanno protestato con- per molte ore al giorno fossimo 001 due tro la chiusura dei cinema, e hanno per- soli nell'ufficio, non scambiava con mt sino avuto la spavalderia di scorrazzare da- che poche parole, e se 10, smettendo d I vanti alla Sinagoga in autocarro, cosa ve- lavorare, cercavo d1 attaccar discorso, troramente immorale. Qualche anno fa i pa- vava modo d1 lasciar cadere subito la con• i triarchi non tolleravano una simile viola- versaz,one, ma con gentilezza, e senu zione della Legge, e lanciavano sassate che 10 potessi avermene a male. In prm• contro le automobili e le carrozze che en- c1p10, parlavo molto da solo, tanto pet travano a Tel Avi,; dopo il suono del , sfogarmi del lungo silenzio sopportato ir corno. Una volta fecero persino tornare sede, e con la speranza di indurre alh indietro a sassate l'automobile di un fun- confidenza anche il mio collega. Poi, vizionario di polizia, che era inglese. 11 sto che non ci riuscivo, mi rassegnai a funzionario si ritirò furibondo davanti allo lavorare in silenzio anch'io. li fattorino, sdegno dei patriarchi; ma ritornò un'ora molto più anziano di noi, parlava volendopo con una scorta dì poliziotti, entrò tieri solo delle sue disgrazie di famiglia. nella Sinagoga, e senza complimenti af~ Un pomeriggio, poco dopo la chiusura ferrò i patriarchi per le barbe, li gettò m d1 cassa, stavo per. iniziare le verifiche,1 un furgone carcerario e li condusse in quando la porta si aprl, ed entrò una prigione. La furia di quei patriarchi era donna. Volevo dirle che ormai la banca tremenda a vedersi, non già perché ve- era chiusa, ma vidi che si trattava di unal nissero condotti in prigione, ma perché zingara, che, certo, non veniva per nesdO\'CVan.o violare il Sabbath via~giando in suna operazione. Era una donna di mezza I un veicolo. Ora, a Tel Aviv non si è più età, dai capelli nerissimi, gli occhi acuti cosi ngidamente ortodossi. E quando al e scuri, spettinata, sporca e spavalda cotramonto del sabato finisce la festa, ognu- me tutta la gente della sua razza: cammi-1.· no si rovescia per le strade. nava sbattendo i piedi e ancheggiando, e, • Le strade. La cosa più curiosa di Tcl prima che facessi in tempo a dirle che Il Aviv. Una folla come non si vede in al- non poteva entrare, aveva aperto il cancun'altra parte del mondo. Come spiega- celletto del bancone, ed era vicina ai nozione, dicono che la Palestina è un paese stri tavoli. • La carità, la carità di un . ancora giovine; strana interpretazione que· soldo, signor•, disse con aria prepotente, • sta, ma quasi tutti gli ebrei che vengono in mentre io cercavo di mandarla fuori, 1v1o- • Palestina sono giovani. Vengono, pieni !etc che vi faccia le carte, che vi dica la d'entusiasmo per la nuova meravigliosa buona ventura?•· E, senza darmi retta, f libertà di cui hanno sentito predicare sulle prese a guardarsi attorno con padronanza. piazze. Quando la nave s'avvicina e la l\Jolto seccato, pur facendo la voce costa della Palestina appare, nuda nel grossa, non riuscivo a farla muovere: I sole ardente, gli emigranti cominciano a B., invece, continuava a scrivere tranquilcantare. S'illudono di arrivare a casa, non lamente, senza neppure alzar la testa dal ricordandosi che i loro padri e i loro nonni registro, e le sue mani scorrevano con si- I erano vissuti per secoli in Europa O in curezza sulla pagina bianca. Pensavo già America. E sbarcano, convinti di andare a chiamare in mio aiuto il commesso, a raccogliere l'oro che si trova per le quando la zingara, che quasi non si era strade di Tel Aviv. Fanno qualunque la- avvista di me, si mise a fissare con osti• voro, e qualche volta non trovano neanche nazione il mio compagno, e gli si avvici• lavoro, perché c'è il problema della disoc- nò. e La mano, signor, datemi la mano•, cupazione anche in Palestina. Ma l'ubria- chiese,• vi voglio dire il destin·o •· Con catura continua. I ricchi fanno ogni estate mia grande sorpresa, B. stese la sinisua, una corsa in Europa per rimettersi in senza sorridere: la zingara osservò a lu.n• equilibrio lo spirito. i\la i poveri diavoli go il palmo, poi guardò, un poco srupe• debbono continuare a bruciarsi al sole, e fatta, il mio collega in viso, e scrutò an• trarre forza a sperare (in che cos.a?), cora la mano. 11Signor, è gr.r- 1J11-eraviglia ascoltando i discorsi ferventi agli angoli per mc trovare uno dei vostn qui•, clisP• delle strade. I ricchi vanno a ballare agli e mi parve con aria di rispetto, mentre alberghi, e magari a divertirSJ alla Mo- B. ritirava la mano. e Meraviglia e piacere grabi Operaho11st. Quelli che non sono grande. Voi siete giovane, signor, e forse ricchi siedono a un tavolo sulla terrazza non sapete, ma vi è antica alleanza fra dei molti caffè, dove si può passare tutta noi•. la sera economicamente e guardare la B., sempre In silenzio, tirò fuori il borfolla. :'\1a che cosa possono fare coloro sellino, e diede dieci lire alla zingara: ne che non hanno neanche una piastra da fui meravigliatissimo, perché sapevo che spendere e sono ubriachì dì sole e di il- lui prendeva, press'a poco, il mio stesso lusioni? Il povero diavolo a Tel Aviv è stipendio, e non gliene restava certo da più povero diavolo che in qualunque altro buttar via. Quell'altra, invece, intascò i paese del mondo. Dorme in una camera soldi con la massima naturalezza, ringra~ con molti altri; o dorme magari in un'auto ziando compostamente. • Adesso datemi sotto una rimessa, se il proprietario glielo la mano, signor•, soggiunse, • vi vogHo consente. E di sera può andare a un co- leggere l'avvenire e predirvi la buona formizio politico e gridare, finché è rauco, tuna •· e No•, rispose tranquillo, 11 m:o che vuole una nazione ebraica. Oppure collega, • non voglio. Andate pure•· incontrarsi con altri poveri diavoli e po- La donna gridò, con prepotenza: • Ma vere diavole, e andare su una terrazza, e signor, è il mio diritto! Gli zingari posmettersi a ballare la Hora, trenta o qua- sono entrare nella cucine del castello, ranta in circolo, a giro tondo per ore e aver l'acqua e il fuoco e leggere la ven• ore, gridando: "Kadima Hay, Kadiiima tura. Questo è il patto•· Hay! ". B., calmo e sicuro, quasi senza avveder- I • Oppure il povero diavolo può girare sene, s'era alzato in piedi. •No•, disse per le strade. Di notte, a Tel Aviv, tutti con voce bassa, ma decisa, 11nonè questo, girano per le strade, per contemplare le e voi lo sapete. Gli zingari hanno il dibotteghe. La ~achlath Benjamin, la Herzl, ritto di entrare ne11a prima cotte del ca~ sono le strade delle botteghe pili belle, stello, di aver l'acqua e il fuoco per la e la gente si ferma sui marciapiedi in notte: ma solo se noi lo vogliamo•• (mi crocchi, facendolo apposta per dare im- accorsi che D. giocava col tagliacarte copaccìo aglt altri ... 1:: la forma più comune me se avesse un pugnale),« possono endi divertirsi, e qualche volta è anche pc- trare nella cucina e nella sala per dar proricolosa. Oppure li vedi avanzare a brac- va delle loro abilità. Questo è il patto, ed cctto, quattro, cinque, dieci. Occupano è perché non posso darvi n~ acq~a né tutto il marciapiede, tutta la strada. Non ospitalità che vi ho dato quel denaro: dànno il passo a nessuno. Non dare il voi l'avete capito•. passo a nessuno è una cosa normale a La zingara taceva, guardando B. con Tel Aviv. Se tu guardi una vetrina, un degli occhi che a me facevano paura. altro ti si mette davanti per oscurarti la e Del resto•, concluse lui, so,ridendo, vista. Ognuno ha un senso di prepotenza, equesti son discorsi inutili. Come vedete, un istinto di conquista. Mio caro Joe, qui non siamo più al castello. Andate•· non bisogna domandarci che cosa sia La donna si m()ii,se, ma con fierezza. questo istinto ... Noi diciamo che è la e Non importa se non c'è più il castello•• reazione contro la sofferenza di cui tanti osservò con voce rispettosa,• noi del poebrei hanno patito prima di venire in Pa- polo libero sappiamo egualmente chi voi testina; i cristiani dicono che è il nostro tutti siete, e ricordiamo il rispetto che vi istinto rivoluzionario ... Caro Joe, a Tcl è dovuto, anche se v1 troviamo in posti Aviv i giovani sono tutti ubriachi di sole, differenti da quelli che sono adatti per e di propaganda. Se Tel Aviv fosse una voi. Addio, signor, grazie, e che il cielo catasta di spiriti, sarebbe gih andata in vi rimuneri•· fiamme di rivolta I•. Dopo che la zingara fu uscita restammo Joe Nathan ha ascoltato Marcus RC'- un pezzo in silenzio. Attcnde\'O le spiesenbaum con un sorriso. Nathan è in- gazioni di D. Infatti, dopo un poco, glese, e tutta questa faccenda dell'ubria- parlò senZ:\ alzar gli occhi dal registro. catura di sole è una bella fiaba, per lui, • Dovresti essere coi.ì gentile da non fame che di sole conosce soltanto quello molto parola con quelli della sede•, disse. •Sai anemico d1 Londra e di Manchester. Do- come c?l.p1ta, alle volte: mi sembrava di manda: e Ma, insomma, gli affari come parlare in sogno•. vanno a Tel Aviv?• «Già•, gli risposi: •accade ... •. E con• ì\larcus Rosenbaum risponde: 11Vedi, se tinuai a la\'Orare per nascondere uno chi arriva ha un po' di capitale, apre una strano impaccio. B. tacque a lungo; quanbottega. In tutte le strade, si trasforma il do uscimmo lo seguii, ma non seppi parpianterreno delle case in tante botteghe. largli. Ci lasciammo in una strada deserta. Ormai Tel Aviv ha più barbieri, più cr- Poco dopo, ero in compagnia d'altri col• bivendoli, e più botteghe d'ogni sorta di leghi. Cercai di discorrere di B. e Tutti qualsiasi altra città di 140.000 anime. Un cosl questi nobili•• dissi. e :Kobili? • disse giornale aveva scritto che già vi era una uno: ma e R. è figlio d'un impiegato della bottega da barbiere per ogni nove ahi~ Rossi e :\11.alerb.i.. •· Insistetti: dissi che tanti. Presto, a Tel Aviv, ognuno avrà sapevo con sicurezza che B. aveva da una bottega, e non vi sarà più nessuno che parte materna sangue aristocratico. Ma potrà fare il cliente ... •· gli altri indifferenti cambiarono il discorso. C. M. FRANZERO MASSIMO ALBERINI

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