Omnibus - anno II - n.46 - 12 novembre 1938

Grande settimanale per la donna moderna. Ogni numero presenta: Tutta la modanuova Tuttala vitafemminile, in tuttala suabellezza, ricchezza e varietà Un romanzo a puntate di MILLY DA:S-DOLO Un romanzo a puntate di LUCIANA PEVERELLI Kovelle e racconti dei più celebri nomi della letteratura italiana • 16 pagine UN OANE HA VEGLIATO PER DIEOI GIORNI LA PADRONA .IIORTA A88IDERATA SULLA SIF:RRA NEVADA 100 argomenti le più belle fotografie un gruppo di rubriche di eCcezionale interesse è il più sorridente settimanale illustrato che esoa in Italia: le sue pagine sono un raro esempio di fr&- schezzae di originalità I RA MOLTO freddo, l'anno che mi strappai un tendine alla gamba destra; mi innamorai di Emma Haines, :,,ngelo in terra dagli occt>i miti e dai capelli lucidi; dopo la &cuoia feci il fattorino e scrissi a· New York per chiedere gratis l'opuscolo dove si imparava a trar profitto da tutto e da nulla, dagli altri e da noi stessi. Era l'anno più freddo dopo il 1854 nella "Storia della vallata di San Joaquin. Il giornale, almeno, lo diceva chiaramente, ed io credo proprio che fosse vero. In ogni modo, fac~va freddo abbastanza perché la mattina fosse tremendo scendere dal letto ed io non ne avessi proprio voglia. Eppure, avevo già letto l'opuscolo di New York dove si diceva che per •riuscire» al mondo si dovevano fare prima di tutto le cose che non erano piacevoli. In quanto a me, volevo soltanto dormire, e non mi piaceva alzarmi il mattino presto, per battere i denti tutta la giornata. Eppure l'opuscolo di New York era seVt!ro. Un uomo con l'aria d'avere un raffreddore di testa vi puntava contro un dito e domandava: • Vi siete forse abbandonato alla corrente? Soltanto i deboli, gli inferiori, si lasciano andare nella vita: gli uomini saggi lottano contro la sorte ed infine riescono cd ottengono». • E va bene•, dicevo a me stesso; • ma :,erché si deve lottare? E che cosa si può prendere? E "riuscire" a che cosa?•· M'ero strappato un tendine alla gamba Jestra giocando al pallone. Era il freddo. Se non fosse stato per quello, me la sarei cavata molto bene, come sempre. Invece, proprio per il freddo, mi strappai un tendine, caddi a terra con un grande dolore e gridai disperato ai miei compagni di squadra di attaccare quello che aveva preso il pallone. • Dentro! Dateci dentro, ragazzi! Non gliela date vinta!». Mi sembrava di morire, e non volevo morire; non avevo ancora visto nulla al mondo, e non avevo fatto nemmeno in tempo a parlare ad Emma J laines. Johnny Cooper si avvicinò; mi guardava come se gli facessi schifo. • Non posso alzarmi», gli dissi; t1 c'è qualcosa che non va nella mia gamba destra». « Non fare storie», mi rispose Johnny; « puoi parlare, ed i segnali li puoi sempre fare•· Feci come mi aveva detto e vincemmo. Non mi trattenni per la picchiata tra le due squadre, dopo il gioco, perché ero troppo gelato. Fischiai per chiamare mio fratello, tre fischi lunghi e sette brevi, e Ralcigh venne e m'aiutò a tornare a casa. Ci volle mezz'ora per sorpassare tre isolati. Poi, una volta a casa, misi sulla gamba una buona dose di linnncnto Sloan, che mi bruciò e mi fece rosso come un gambero; la mattina dopo, stavo ancora male e non andai a scuola. Con la posta delle nove, m1 giunse l'opuscolo dei corsì per corrispondenza da New York, e lo lessi dalla prima all'ultuna parola. Non mi riusci di capire cosa mtendc&scro dire, rha a sentir loro, sembrava che fosse moito meglìo leggere testi scolastici ed imparare ogni grazia d1 Dio, piuttosto che passare il tempo nei campi sporm·1, nelle piscine a fumar sigarette. C'erano due illustraz10111; m una si vedeva un giovanotto, solo in una stanzetta, con un libro, e nell'altra un altro giovanotto che se ne stava tranquillo in pi• scina, e si vedeva bene che sputava - ciac I - in una sputacchiera. Quello da ammirare cd imitare era il giovanotto con il libro, ma io non capivo. Mi sembrava che l'altro si divertisse molto di più. • Quale di questi due giovanotti riuscirà?• domandava l'opuscolo. Non diceva a che cosa doveva riuscire. Secondo me, il giovanotto della piscina poteva diventare almeno campione mondiale di nuoto, ma l'altro, tutt'al più, sarebbe riuscito ad essere noioso. Tutto quello che potrà. far:c, m'immaginavo, sarà di sgobbare a più non posso e poi impiegarsi in un ufficio; riuscire, insomma I Ma .. dopo tutto, era affar suo. Decisi di non seguire i corsi per corrispondenza. Per una settimana ancora non potei camminare, cd ancor meno andare in bicicletta; poi, alla meglio, ricominciai a far qualche passo e camminavo piano, piano; in bicicletta, mi toccava ogni tanto levare il piede destro dal pedale e poggiar tutta la persona sul sinistro. Era buffo vedermi cosi, e la gente per la strada rideva. Io, allora, ingiuriavo tutti ed esageravo il mio male. • Ridi, ridi •, dicevo, t1 ho una gamba rotta!». Oppure: • Ridi, ridi», cd imitavo la risata: •ah! ah!; ho una gamba paralizzata». Avevo sempre desiderato fare il fattorino, nel pomeriggio, dopo la scuola, e guadagnare qualche soldo per comperarmi un fucile, gli ami, magan anche una pie• cola Ford, e andarmene a caccia cd a pesca; ma avevo sempre avuto paura a domandar lavoro. Tanto per incominciare, ero troppo giovane e poi ero timido; però, quando mi trovai con un tendine rotto ed appena potevo camminare, mc ne andai in una agenzia di recapiti, domandai lavoro, e l'ottenni. Il padrone era un omaccione che si chiamava Gifford. Quando m1 vide in bicicletta per la strada, rimase a bocca aperta, e poi mi domandò: • Ragazzo, perché non mi hai detto che sci zoppo?». • ?\la non sono zoppo•• risposi io; • c'è qualcosa che non va nella mia gamba destra, ma ci metto il linimento Sloan e per domani sarà. passato tutto•. Egli non mi cacciò fuori ed io non lasciai il hworo, sebbene facesse un freddo cane. La\·oravo dalle quattro del pomeriggio fino alla mezzanotte, e sembra\'a proprio che quelle fossero le ore più fredde del giorno intero, e della notte. Tirava anche vento, ed allora tutta la pokere e la fuliggine della città mi andava nc~lt OC• chi e le mani mi si gelavano sul manu• brio; dicevo sempre che sarei andato all'agenzia, cd awci lasciato Il tutto, poi, invece, non face\'0 nulla perché tanto, ad ogni modo, ero zoppo. Dopo un po' mi abituai alla polvere, alla fuligi:;me negli occhi, alle mani i;zclate, ai cam che rn1 rincorrevano nelle vie buie, facendomi una paura da morire, e perfino mi abituai ad essere zoppo. Anzi, dimmticai di essere zoppo, e dopo poco tempo là mia gamba stava benisS1mo cd io canvninavo e andavo in bicicletta facendo giochi e piroeue. Svoltavo gli angoli con disinvoltura e ardimento, e me la cavavo benissimo in mezzo al traffico. Però, non andavo a letto fino all'una del mattino, e la sveglia suonava alle sette. In tutto sei ore dì sonno; mentre me ne sarebbero occorse tredici. Faceva freddo, un freddo da cani, e non mi piaceva saltar fuori dal letto; eppure finivo sempre col gettar via le coperte, fare colazione, inforcare la bicicletta e scappare a scuola, perché sapevo che avrei visto Emma l laincs. Avevo sonno durante l'in1era giornata. Emma sedeva vicina a me, nell'altra fila di ban• chi, ed io mi sentivo molto stanco; dopo poco cominciavo a dormire ad occhi aperti e la nostra maestra, la povera si• gnora l lagcrty che morì nell'anno 1932 all'età di sessantasette anni, mi chiamava per nome, mi domandava qualcosa cd io ero sbalordito, come venissi da un altro mondo. Sognavo: pensa\'O ad Emma I laines che mi era vicina. Cominciavo a svegliarmi verso le tre del pomenggio, e da allora in poi ero capace di far qualcosa. Scappavo da scuola e, via, con la mia bicicletta, all'agenzia; mi mettevo il capp patto, il cappello, e cominciavo a lavorare. Andò a finire che non mi curavo più della scuola e mi addormenta\'O appena entrato in classe, pur sapendo che Emma J laines mi era vicina. Un giorno mi svegliai e, mentre sbadigliavo, m'accorsi che Emma mi stava guardando. Suo padre era l'uomo più ricco della città, ed io non so proprio perché dovevo innamorarmi di lei; forse perché aveva l'aria così ben nutrita e odorava bene, di ricco. Credo che avrei sentito il suo odore a dieci metri di distanza. Volevo parlarle e invece, nel corridoio, quando mc la trovai accanto, con un'altra figlia di un riccone, non fui più capace di aprir bocca. Le due ragazze si arrabbiarono, specialmente Emma, e se ne andarono impettite, dicendo che certi compagni di scuola erano proprio una vergogna. Faceva un freddo atroce, quella notte, e le strade erano più buie che mai. Era un'agonia dover portare tclegramnu alla gente che se ne stava in casa, accanto al fuoco, e s'infischiava di tutto. I\11 sembra,·a che sarei morto, se Emma non avesse capito che tipo ero io: tutta la notte in giro, in biciclerta per le strade buie, in un mondo cupo, tremendo, con i cani che mi rincorrevano, le case che si nasconde\·ano, cd ogni cosa fredda, intirizzita. Sarei morto d1 dolore, se Emma J lames non si fosse accorta di me. e non mi avesse dato una d1 quelle occhiate piene, soddisfatte, che sape\'a dare lei. :'\1i sarei addormentato una notte, e non m1 sarei S\·cgliato più, se proprio intendeva trattarmi cosi Cominciai a guardarla contmuamente a scuola, ma le cose peagiorarono, in, ccc che migliorare. Emma non si accorgeva neppure di me. Un giorno, misi un biglietto amoroso nel suo banco. C'era scntto: • Em.ma, t1 amo. Dewey•. Ella consegnò il biglietto alla signora Hagerty e la signora I lagerty disse: • Ragazzo, sei stato tu a scrivere questo biglietto vergognoso?•· • SI, signora •• dissi io. • Va in direzione•• disse lei. Andai. Il signor Bowler, il direttore, era quasi un gigante. :Mi disse: e È. vero, ragaz20? Sci stato tu a scrivere questo biglietto?». • Sì, signore», dissi. • Non sai chi è Emma I laines? » do• mandò. • O forse lo sai benissimo?• aggiunse. •Ebbene», dissi io; • so che suo padre ha molte case, molti negozi e tante terre. grande settimanale di vita e varietà fcmmile in vendita in tutte le edicole a centesimi 6o è in vendita in ogni edicolaa centesimi60 So che è ricco•. ,---------------------------- • E tu le hai scritto lo stesso?• egli disse. • SI, signore», dissi io. •t una delle lettere d'amore più com• movènti per la tua età•, egli disse. • Però debbo punirti lo stesso; d'ora innanzi tu farai da ordinan2a; sono troppo stanco per batterti oggi! 11, Feci da ordinanza al signor Bowles, ed egli mi mandò da Pabst a prendere due etti da prosciutto, un po' di sciroppo di fragole, e poi mi regalò una pagnottina imbottita cd un bel bicchiere di sciroppo. t1 Però c'è una cosa 11, disse; • io sento che te lo debbo proprio dire ... Non pt:nsar più ad Emma l laines ». •Perché?» dissi. e Non va,, disse lui. t1 Emma è figlia dì un ricco, tu sei figlio di un povero; non può andare•. Era triste, ma io sentii che il signor Bowles ave\ a ragione. e Forse lei m1 vuol bene ed io non lo so», dissi. e Non c'è pericolo•• disse il signor Bowles. • Non ci pensare più; ti metteresti in un mare di guai. Perché hai scritto quel biglietto amoroso?». • Perché le voglio bene•• dissi. • Ma ... è ben scritto!•. L'inverno fu lungo, ed il giornale disse che quello era l'inverno più freddo dopo l'anno 1854. Continuai ad amare Emma J Iaines, non so fino a quando. La vidi andare in giro in automobile con dei figli di ricconi e sentii proprio che morivo di dolore. Invece poi l'tccadde come per la mia gamba zoppa. Il linimento Sloan non guariva l'amore, ma q11alcosa doveva pur a\1erlo guarito. Un giorno, in primavera, mentre il sole bnllava e tutte le cose nel mondo erano dolci e tiepide, mi accorsi d1 essere guarito. Me ne andavo 10 bicicletta attraverso le vie della città, quando, ad un tratto, vidi Emma I laines m una macchina aperta, insieme al più gran crctmo del mondo: Everctt Rho<lcs. Era proprio la volta buona per mortificarla, rimetterla al suo posto, lei che non voleva saperne di un tipo come mc, quando io le dice\·o che l'amavo, e poi se ne andava in giro con un cretino come Everctt Rhodes. ~11av\•icmai quanto potei alla macchina, mettendomi a fare un gran rumore con la lingua e le labbra, e mc ne andai, volando, facendo gin e svolte da pazzi. Pensai che ormai non 3\'C\·o più bisogno di seguire nessun corso per corrispondenza. La mia gamba era guarita bene. L'inverno più freddo dopo il 1854 fini. Ed 10 ncn sapc\'0 più che farmene d1 Emma llaincs. Feci alcune bizzarrie ciclistiche, con S\'Oltc e giri, per celebrare le mie grandi vittorie. WILLIAl\1 SAROYAN ( Tradtl'zio11, dt Gii,lia 8rugiotti). IL PIÙ GRANDE AMORE DELLA STORIA "MARIA WALEWSKA'' F'u In St('<;<:nGrC'in Cnrho che dopo nç('r letio In no,·clln di \\'ndn" Gasioro\\!.k), roccomnndò n Mio tempo il soggetto a lr,·ing Thalbcrg. pre~nndolo di tram<' un film pN lei. Morto Thalbcrg. l'incnrico di nccoglit'r(' il dcsiclrrio dcl\'nttricC' fn doto n BNnard JI. llvman, cui spcitn il nu.:rito qual(, clir('itorc della produ.done. • F'i~.:-nlnIn rrnli11n1iour Charlt'S \\ hitahr, tecnico dallo M. G. ~I.. YC'IIIIC' nppo,ilnnlC'uk in Europa p<•r dfellUfHC tutte )(' riC('rche OC· correnti per In co-..trt11:ionrdegli !iCC'11ardin montare a Culver C'ih. Il p~la110 (' la grandC' '<Olaeia hallo clcl principe Jo<.eph Poniato\, ..,).;,j dì , n.rsuvin. il ca<;l<"llodi frnken.-.tein in Prussia do"(' Napoleone e illnria \\ al(-,, .;ka tra,;cor'i<'t0 \8ri0 tt'mpo dello loro vita. sono stai i ripr~~otti i_n scala pC'r pot('r C''-'Wr('poi fedelmente ricostruiti negli stnb1li11H'nti. Altre SC('ll{' accura1amentc studiate e realiunte ,;0110 quel\(' riprocluccnli In dic.nstrocia ritirnta delle truppe uapol('onichc dalla Ru-..sm. qucll<· che si srnlgono nella nostra isola d'Elba, lo sfarrn\o hallo <'hC' ha luogo n<'I paln110 Poniato" ski <' una rivi-.ta miliinrc alla qunlt.• partecipano cil'cn 2000 compfnsc. Comple-,1iirnmentt' ~ pcr<;one o;;ono !-tate impie~rnte ndle varie '-Ct.'llC' d1 mas~n. iuqmulratc in 91 sct.·nnri montati nlln perfc1.ionc. Un'nltrn prt·11osi1tl del grundio,;o larnro di prC'parn,ionc è il trucco degli attori effC'ttuato da Jnck Do,, n con <;ic.icmi del tutto nuovi. \ nl~a ('onw c<;cmpio il ~rncco di ('hnrlts Boycr. ricopioto diretto• m('nf(' dalla ma<;<.'hcrneh Anpolconc csisll'IHC a Parigi. dello quale In ~t. C. \L ha potulo aHre un 1..''<Cmplnrt'L. o 'ltt'...,.,o(: ~tato fotto l!t·1 Tnlltymr~d ~ Ponint.o,,_ski. Per gli altri <ti~ ricorso a pitture del• I epoca lt~ cui riprodunon1 per cone(•uione '-PC-Cialr si souO potute portare a CulH"r Cii)'· l costumi eh· 11111formi.<;ioper i pC'r-..onaggiprincipali. che <tono :;o. com~ pt'r le miizliaia di compar·'-c. c;ono usciti dai lnboraiori di Adn~n. Per la .,ola Greta Garbo c;ono -..tati coufr1ionati t2: modelli; qtrl•lh di ~apolMnc sono stati fcddmcnlc riprodotii dn pittu1c del t('mpo. Lo Cn_rbo n_t·Ifilm porla s-!i oul<'nlici gioielli rhe ~apolconC" regolò n \lamt Lu1.,a pC'r In ll8"-C1tndel < RC' cli Roma .. La M. G. .M. per o:1e,~rrn.c l'u<.o !rn_p_ngot_oun·a,~icurnrionc per 500.000 dollari. Ccntma!n. d! m~ghmo d1 metri cli pclhccoln sono stnti imprC'<;<:i <" moli<' v1<;101Hpr1vnt(' furono effrttuotc nel c;cgreto clc~li "-inbilimrnti d1 CulYCr C1t~ pnmn di prr<.rntorc al pubblico il 11110\0 cnpolnYOto gorbinno.

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