Omnibus - anno II - n.45 - 5 novembre 1938

IL RISPARMIATORE J'UOMO tirchio, sordido miope avaro &, risparmiatore, ha una bella distesa di mele in soffitta. Sono mele rou, 1ncle ruggine. Passano, dal settembre della raccolta, un paio di settimane. Una o due mele cominciano a guastarsi. L'avaro va in soffitta, osserva le sue mele. Grazie a Oio non si sono guastate I Ma quelle du1::là, occorre mangiarle subito. (Sono, naturalmente, le due mele guaste). Passano altri sette giorni e l'avaro ritorna in soffitta. Altre quattro mele incominciano a guastarsi. Le prende e se le mette n'!l tascone. A mezzogiorno, due le mangerà lui e le due altre la sua famigliola. Passano altre settimane ed ogni volta che l'avaro torna in soffitta trova delle mele che incominciano ad infradiciare. Le ripone nel tascone, le fa mangiare a mezzogiorno ai suoi figlioli. Egli mai una volta, rientrando in sof• fitta, considera che le mele guaste rappresentano un ine\'itabile passivo nel bilancio delle mele conservL'te per tutto un inver• no e tutta una primavera e, in sostanza, al termine della stagione, l'uomo tirchio, miope sordido avaro risparmiatore, non ha fatto altro che mangiare mele fra• dicie al posto di quelle stesse ch'egli avrebbe potuto mangiare prima di farle d1Yentare guaste. TEOCRITO SI'ONORE CON BARBA n1. SIGNOR Battigelli propose alla sua l!, '\ignora di andare a vedere U,ia notle all'Opera. Quando la sera si diresse verso il cinematografo, la signora si era messa il busto, ed 11 cappèllo con la ve• letta, artifizi che ormai usava solo rara• mente; il signore aveva rallegrato con una cravatta vivace l'abito turchino scuro, ed aveva spruzzato di essenza alla verbena la sua bella barba riccia. Denché proprio non si aspettassero le strava~anze dei fratelli Marx, marito e moglie si divertivano molto. Ridevano forte, compiaciuti, ed il signor Battigelli 11,;s1curavache erano impagabili, uullettti, ;,roprio dei bei mattacchioni, già ripromet• tendosi di raccontare l'indomani, ai col• leghi di ufficio, le marmellate date in testa al cattivo tenore, la scarrozzata sul .baule, ed anche l'episodio della cabina eccessi\'amente affollata. Poi, quando com• parvero sullo schermo tre russi con delle grandissime barbe, il signore Dattìgelli rise ancora, ma con un certo sforzo, arricciandosi nervosamente, fra le dita, la punta della barba. Peggio fu, quando uno dei Marx, introducendosi di soppiatto nella cabina dei russi, li sorprese il.ddormentati, tutti e tre in fila, con le barbe ben schierate, sull'orlo del lenzuolo: e, afferrato un paio di forbici, si accostò minaccioso. Il signor Banìgelli sospirò leggermente, ansioso. La scena si interrompeva a questo punto, ma poi si vedevano i russi al risveglio, l'indomani mattina, con i menti nudi; la signora Battigelli ri~e, con innocenza, ma il marito le disse brusco eh~ non c'era niente da ridere. E poiché subito dopo apparivano i tre fratelli Marx, ornati dalle barbe recise, Battigelli si alzò brusco, di• cendo: • Francamente, esagerano•, e, non• curante delle timide proteste di sua mojllie, la costrinse a seguirlo verso l'uscita. LA COLAZIONE \l A CONTESSA Gomez arrivò al tè &l dei Wiilshaw con indosso un meraviglioso abito lungo, di pizzo nero, e tutte le sue perle al co1lo: la contessa aveva i capelli rossi: sessant'anni, e nasceva Kohn. I Wìllshaw le fecero molte foste. però si mostrarono uupiti, ed anche 1 loro invitati - tutti titolati, ma le loro origini erano oscure - guardarono interro. 1,Cativlie code ondeggianti dell'abito di Gre• te Gomez. Fu Crete stessa a dar spiega• zioni, mentre beveva un 1'1artini, e disse che si era vestita così perch~, invitata a Colazione da Sua Altezza, non le era ri. masto il tempo di cambiar la tenuta di cerimonia con altra più semplice: Sua Altezza era la duchessa Polissena che, superba e democratica, abitava il castello 3torico della piccola città. Nessuno degli amici dei \Villshaw avrebbe mai sperato un invito di Sua Altezza, e perciò tutti chiesero alla contessa Comez che cosa avesse mangiato, e che cosa avesse detto, e come mai conoscesse la duche!!sa, e chi fossero gli altri invitati, e quando ci sarebbe tornata. Crete sorrideva angelica, rispondendo: la duchessa era un'amica d'infanzia, la colazione era stata perfida, t(l. altri invitati pochi, e scelti. Per l'intero pomeriggio, gli ospiti di casa \Villshaw ascoltarono intenti le pa• role che fluivano dalla dentiera meccanica di Grcte, e le scoprirono preziose qualità: poiché, se Polissena, indipendente e po• tcnte, la riceveva, la_contcs!!a Gomcz do- ,·eva essere, anche se non pareva, intclli• gente, e buona, e gradevole. Cosi, in un mormorio d1apoteosi, si fece sera, e ,·enne l'ora del congedo. Proprio in punto arnvò Torolin, il vecchio giornalista grasso, che sperava sempre d1 essere invitato a pranzo dai ricchi. Appariva trafelato, ma contento della gran notizia che stava per dare: d1-.sc infatti che la duchessa Polissena era partita, quel mattino, per recarsi ad lnns· brOck, e, presso il confine, aveva avuto un mortale incidente. Crete Gomez ascoltò tranqui1la, nel ge. ncrnle silenzio. Poi, sollevando con due <lita la coda ditpizzo, si avviò \'erso l'usci• t,1, senza che neasuno la salutasse. Anda,·:i ,·crso l'esilio, la defimt1va vecchiaia, la desiderata morte: capiva che la sua vita era finita, ormai, poiché Sua Altezza la duchessa Polissena era morta pmna di colazione. IRENE BRIN "j~ UNKHEAD, il banchiere, viene ~ da una delle migliori famiglie bancarie dello Stato di New York. C'è nella sua vita un'impresa di cui egli è molto fiero: il grande trionfo della sua carriera. Egli ne parla con una voce che trasuda compiacenza. Vi dice che non sarete buoni a indovinare la sua età. Dopo aver riflettuto, voi dite trentotto, quaranta, quarantadue. Lui sorride, scuote il capo, e vi rivela che ne ha cinquantasei. In altre parole, la vittoria maggiore di Lunkhead è che egli abbia vissuto cin9.uantasei anni scn1_adimostrare la su:i. età. Non c'è un capello grigio sulla sua gr:i.n testa. Il suo viso non h:i. quasi rughe, non mostra segni di esperienze, amare o profonde. E: un viso ben conservato, marinato dal viver comodo e dalla moderazione. Lunkhcad può entrare in una 1.ta11?..apiena di gente, clastico e diritto, e ~orridcndo tra sé al pensiero che ne:osuno conosce la su~ età, e che qu:i.ndo egli la rive• lcrà tutti mostreranno sorpresa, e allora lui potrà spiegare come ha fatto ad arrivare a cinquantasei anni senza dimostrarli. C'è infatti una filosofia dietro l'interessante prodezza del banchiere Lunkhcad, una filosofi:i che c~li espone con s<"mplicità e concisione. Si è giovani finché ci si c.rcdc tali. Si ha l'età che si è convinti di avere. Bi'>ogna inoltre prendere tutto con modcr.lzionc e non fare mai sforzi eccessivi. n banchiere Lunkhead ha un'altra particolJ.rità interc~$antc. Egli non impone ai suoi interlocutori il peso della convcr:sazionc: è perfettamente dispo,.to a parlare e ,t permettervi di a-.coltarlo. Ba'ita che di tanto in tanto lo stimoliate con una domanda. Gli domandate, per c1.cmpio: « Quali reparti della cultura umana vi interc'!- sano? >. Lui ,,e lo dirà rnbito. Eh, sì, vi dirà, a mc piace molto leggere. Sì, ,·i dirà, io lcg:go da sci a dodici libri all'.rnno, e li leggo tutti in giu((no. Perché in giugno? Qui è nccc~saria una spicg-azionc, ma il 'iignor Lunkhcad è sempre disposti\Simo a spiegare, quando si tratta di lui stc,;so, In giu~no, vi spiegherà. lui va per le vacanze in ).fontana. La mattina fa del movimento, ddlo sport. Dopo colazione si stende e dom1c e legge, e co1.ì riesce a leggere da sci a dodici libri. Da due anni però fatica un po' a leggere tanti liNOTTI ALOEBIHE YJ RA I VICINI d'ombrellone, l'e1tate E scorsa al mare, c'r-ra un 1ignorc di mezza età, non molto elegante e nemmeno dai modi ricercati, che mi diue di euere proprietario di una icuola di ballo a T. M'ero dimenticato di lui, e dd 1uo invito di andarlo a trovan:, quando, giorni or sono, passando, fra un treno e l'altro, per una via del centro di quella città, vidi alla finCJtra di un mezzanino una insegna col nome del mio conoscente: poiché non a\evo nulla da fare, u1lii per salutarlo. Per giungere alla e scudla di danze>, bisognava attravenare un cortiletto sudicio pieno di casse da imballaggio, e, salita una scala buia, passare davanti a un laboratorio che rime1teva a nuovo qualsiasi gen('re di pellicce, e ad un'agenzia di acquiuo oro e gioie. Fui sorpreso di vedere che, sulla targhetta a smalto della porta, il nome del mio vicino di tenda era preceduto da un solenne « Prof >, e una ragazza spettinata e piccolina, che venne ad aprirmi e mi introdusse in un'andcamera gremita di attaccapanni vuoti, mi confermò che il « professore > stava dando lerione, ma che sarebbe venuto subito Il padrone di casa mi raggiunse infatti ~elio studio dove la ragazza mi aveva la.sciato, mi 'ri- <:onobb<:, si disse lietissimo di rivedermi e felice che mi fossi ricordato di lui. Non ai.•e,•al'aspetto che si trova di solito in un ballerino; era veuito senza ricercatezze, parlava con il tono di un piccolo industria. le che illustra la sua azienda. « Se volete venire di là >, mi dine « sto dando una lezione, e, fin che tengo d'occhio l'allie- \O, potremo fare due chiacchiere>. Nella scuola, non c'era quasi nessuno, e qucs10 contribuiva a dare ai locali un aspetto squallido e trislc. Auraverso un corr'.doio buio giungemmo nel e salone>, che non era 2.ltro che una camera più grande, ma bassa, ottenuta abbattendo un muro di"isorio: 2,n. che qui la luce era scarsa: solo due o tre lampadine, incastrate nel muro e protette da coppe di alabastrO, spandevano una luce che avrebbe dovuto essere suggestiva La ragazza clic mi aveva aperto uava atte~ta ad un radiogrammofono e riordinava dei diKhi sulle seggiole \icine, mentre una sua collega, coi capelli sbiaditi e il naso lungo, faceva ballare un uomo meno calvo e dalJ'aria impacciata: l'a.llievo, senza dubbio. Un amico di questi era seduto in un angolo. e No, no, cosi non e.i siamo >, esclamò il mio ospite, vedendo la coppia, e le spalle debbono essere sulla stessa )jnea, la mano destra appoggiata con più disinvoltura, e poi, vivacità, brio! >. Lo scolaro si fermò confuso, mentre il grammofono faceva inutilmente rimbombare la sala, poi riabbracciò la ragazxa e riprese il giro. e Sono mesi ancora poco redditizi>, mi confidò il mio conoscente, e c'è abbastanza calma. Più in là son costretto invece a lavorare anche dopo cena Quello >, disse indicandomi con lo sguardo colui che ballava, e è il padrone di quattro o cinque bar. Siamo ancora alle prime lezioni. '.\fa scusi un momento: la mia assiuente lo la.scia fare troppo senza correggere •· Dopo aver cambiato il disco, il professore . ~¼,, )Ys(i1f>· )iitj,AC(1.o,/~(':.,.:: . .Xi;~❖ .:,:,!fal,:\,:<7; ••••~: ~~r~~~::::i~ci~~:'~;:.:1~1: • ~ .,.... ;r···~ .,. • ,. •.:;;; •~.' • r•· ,· lt ■ t~ tornici abbastanza ricerc.ati: guardandolo, -i .,. ,., J \ .I I .· non potei fare a mt:no di sorridere i ma il i;r~~;;:~:'.sr;1\;~~·~~~~'~';: .,.,,,, ti :i f : @1 \Jj~~~~:;~ ,·orrcbbc sapere perché tossicchia. Sor. ridendole con condiscendenza le dice che ha cinquantaki anni e che il segreto del suo successo è che lui fa tutto con moderazione e che una persona ha gli :tnni che dimostra, gli anni che è convinto di avere, e che se uno non eccede mai in niente, non strafà mai, non c'è motivo perché non debba raggiungere cinquantasei anni senza dimostrarli. E lui vorrebbe <;:aperc perché una bella donnina debba tossicchiare. avevano scarpe sformate dal tacco basso e delle calze brulle, ma dall'aspetto resistente, e guardavano l'allievo e il 1uo amico con pochissima simpatia. L'amico, infaui, dopo essere s1ato in forse 1c invitarle per un ballo, mi si avvicinò sorridendo. e Quanti dischi, eh?> disse, con aria disinvolta. e lo già so ballare, e ho portato qui lui perehé impari. Sapete, poi viene il carne- ,ale, si va nelle famiglie, se uno resta sem• pre giù finisce che si annoia >. Attenzi J PRESTOCONOSCERETE RIVISTA DI MODAE VARIETÀFEMMINILE Attenzi J bri in giugno, durante le sue vacanze. Perché?, gli chiedete voi. Be', da due anni lui si porta una radio in vacanza. E può ascoltarla solo il pomeriggio, perché alla mattina fa del movimento, e la sera guarda le stelle e ascolta le canzoni dei cowboys. E così la radio gli impedisce di leggere i sci libri all'anno che leggeva nel mese di giugno in Montana, dove va in ,•àcanz.a per fare del mo\'imcnto. A lui1 sapete, piace prendere alla radio Tokio 1 Berlino e il Sudamcrica, ci trova una vera soddisfazione; così, da qualche anno gli è sempre più difficile leggere i sci libri all'anno, come faccva prima di portarsi con sé la radio in vacan1..a a Montana, A questo punto voi gli chiedete che libri legge. Ecco, lui legge i libri che gli raccomandano i suoi amici. Aspctt::t sempre che i suoi amici gli dicano di aver letto questo o quel libro, poi aspetta il giugno e poi, quando va in :Montan::t, perché, c;apcte, a lui piace muoversi l'estate e passar le c;ue vacanze lontano dalla città, aJlora lui legge quei libri ~ la radio non gli impcdi~c di leggere, C' c;e il lihro gli piace; quando quel tale :i.mico gli raccomanda un altro libro lui aspetta fìr~o al giugno seguente e quando va 111 Montana lo lcgtzc, se la radio non gli impedisce di le1.t~crc quando ,.j <;tende sul divano, il pomeriggi>. Uno può anche chiedergli, una volta, che cosa fa tutto il giorno quando non è in :Montana a portare abiti vecchi. E lui risponderà che stamattina si è alzato, ha fatto colazione e ha letto il giornale. E poi è venuto da Long Island in motoscafo cd è andato in ufficio. E ha trovato sulla sua scrivania un mucchio di posta. N(a non l'ha letta. Perché non ha letto la posta? Ecco, lui ha una teoria <;econdo la quale non bisogna legger la posta la mattina. Potrebbero ec;.serci brutte notizie, e le notizie brutte po1.sono aspettare uno o due giomi. Coc;ì lui legge la JX)Sta solo quando è vecchia di due o tre giorni 1>erché allora, si presume, le cattive notizie non sono poi tanto cattive. E poi ha ricevuto del• la gente. Tipi, fo~e, che volevano che la sua banca impirgasl.C del dena.ro in un campo di golf. per esempio. Be', questo non gli è -.cmbrato un buon investimento, dunque l'ha. bocciato. Poi c'è 'ìtata la colazione. Lui ha fatto colazione nel suo ufficio, soltanto un sandu.:ich, perché ci tiene ad co;scrc moderato in tutto. Poi un amico gli ha telefonato. Lui ha capito a volo quello che voleva. Voleva chiedergli dr! denaro. Così lo ha invitato a pr.inzo con sua moglie. E poi ha preso il tè con .«n'affascinante. 1-(g,-iorina, e han. no parlato della filosofia d"lla vita, cioè di v('stiti vecchi, di moderazione, e di comC' si arriva a cinquantaS<'i an• ni senza dimostrarli. E poi il banchiere Lunkhead ha pranzato con il suo amico presente la moglie di quest'ultimo, l'amico non ha avuto il corag~io di chiedergli un prestito. E coc;ì un altro ,:~:iorno è ,;;vani10 nell'eternità e il ,;ignor Lunkhcad. banchiere, ha ~~uitato a viag~r.rc dai cinquanta.sci ai cinquantasette anni, senza dimo,trarli. e Certo>, intervenne il professore, che aveva finito, il giro, e e poi oggi il ballo è una ne.--•sità sociale, una specie di sport d'obbligo. /\desso, mentre ricordate ancora bene quello che vi ho inscgn:no >, proseguì all'allievo, e rifate subito il fox con la .si• gnorina >, Finito che fu il peno, il maestro, un po' per lasciare in riposo l'altro, un po' per dimostrarci la sua bravura, mise un disco d'orchestra argentina, e ballò con l'assim:nte un tango, facendo scricchiolare, sotto complicatissime figure, il pavimento di legno. e Così ci dev'essere soddisfazione 1 > esclamò il barista, ammirato, qu':lndo il grammofono tacque. e Niente di difficile >, rispo~ il professore, col fiato un po' grosso, e ci potrete arrivare benissimo anche voi. Tutto qut:llo che faccio io, lo dr, ono saper fare anche i miei allievi>. ~I Z I O N I R. O MA JI signor Lunkhead è quel che si uc;a chiamare un vero uomo. Ha autentiche manie mac;chili. pratica gli sports più maschili ccl ha un aspetto molto ma.,chilc. Rivolge quasi sempre una domanda ai \uoi interlocutori : « Voi ». domanda, « che manie avete?>. In realtà le manie degli altri non lo intcrcsc;ano affatto, ma. così può parlarvi delle sue manie. Lui ha una mania preferita. « Ecco>, dice, e poi si intcr• rompe e fa un lieve rumore con la gola i « ecco, la mia mania preferita -:ono gli abiti vccd1i >. A lui piace portare gli abiti vecchi. Voi gli confc.-:<;atc che gli abiti vecchi <;Qno la v~tra ncc<:-.~.i.tà più acuta, e lui risponde: « Sì, è dcli7ioso andar'-cne lontano dalla città, mettere un abito \'Ccchio cd c,,.cre naturale>. Lui ha un'inclinazione naturale per la fil~ofia, e gli piace far~ certe do• mandc come per esempio perché una pcr~na tos\icchia. Incontra per c-.empio, una bella donnina e le dice C'hc JAMES T. FARRELL (trad. d1 ,\f. 1\fartont) L'assistente, ch'era andata ad aprire, venne ad annunziare che c'erano due signore, e il padrone di ca~a ci lasciò per un momento: le ragazze ne approfittarono p('r ~- dcrsi di nuovo, e l'allievo, da solo, provò un paio di e figure> da"anti allo specchio. e Vedrai come mi sveglio appena torniamo dalla Giannina>, confidò all'amico. li maestro rit'ntrò a pas~o svelto. e Ecco fatto >, disse con ,oce allegra, e ci sono di là una I fidanzata e una futura suocera che mi han portato il fidanzato pere.hl impari a balla• re. Imegnt:rt"ruo anche a lui. Ma voi cosa combinate? Muoversi, muo\'rni ! Domani I farrmo la prima lezione di tango >. I ~li scu~ai dicendo cht: il mio treno stava p<'r partire, ma il proft"ssore \·olle accompai;narmì. Passando per lo studio, vidi le ~~~ ,~::i:e itfid:inz~: 1 , 10 m~1~it~-i1:: 1 e di::~ Il gli occhiali, ~uardava fuori dalla finestra. Le due donne si assomìglia\'ano, erano piut. tOs1ograsse e molto djpintc, "tarichr di volpi argentate, e, per colpa delle sottane cor• 1e, mostravano le gambe, tou.e ma copcrt(' da calze finissime: la figlia mi sorrise, di souo alla \Clctta, qua.si fossimo d'accordo. e E cosi, profes~ore, imparerà p1csto? >, di'-5e. e Sa, abbiamo fretta die ci poni a ballare >. 11 mio conoscente la rassicurò, poi volle farmi strada fin sulla porta dell'appartamen10. e Non fate complimenti >, rin~raziai, c_rwetemolto da fare>. « Qucs10 è ancora niente>, conh·rmò lui, sorridendo, mentre apri,·a, « fra un mese, certo, non potrò allontanarmi dalla sala neanche cinque minuti>. ?t'iASSIMO ALBER1N1 PALAZZO I\OSPJGLIOSl - I\OMA * IN OCCASIONE DELLA MOSTRA DEL MINERALE cl"' si ;,,,111,,:11r,•r,} 11 J?..om,1 il 1 8 r1on•111l,re "EDIZIONI ROMA" PanoramAi utarchici ror, mt wl11m,• ,li oltre ;oo p11,f!.i11l' 11mpi,1111e11ll" ifl11sln1fo, luflo tfe,li. ,1/0 ,1 L' I t a 1 i a 111 Mineraria frullo ii ,lil~et'11lsiopr,d110,,:/,i rompi111i ,111 Ciro Poggi.ili;,, o,e11pi11rle i' ltr1li,1. Sarl un libro interessante come "li bc:I P;iese" li Stoppn,,i t' tldl'lte,ole pi,ì ti, 1111 rom,mzo tf',n1e11l11ri•. * CHIEDETELO IN TUTTE LE BUONE LIBHI\IE, COSTA L. 15

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