~l(ll EL CREPCSCOLO di una l ~~'<tl~ s('ra pio\"o,a sul finire di ~ (3' novembre, fu visto un t ;g gros.,;? l<'on~ andare. rascn_- :;; ~ à te a1 muri, M>tto I tetti, "" come un cittadino rhc \'Oi;lia riparar'ii dalla pioggia. A tale apparizione- c:.i fcnnarono rattrappiti con gli occhi fuori della tC'!lta i rari pasc:.anti e taluno, ,;;o)amcnte dopo che il leone era pac:.sato, ~ntcndo di nuovo brulicare il proprio corpo ~tto forma di respiro, emise un grido stonato o abortit?, -.propo1zionato alla quantità e 9ua_htà della paura incorpor.lta tutta insieme ; rd l"•eguì un gesto più i1lconsulto del grido, che non significava nulla di accessibile. L~na sera. fradicia e frt'dda, nebbio- '-"'; la città era deserta in quel rione eccentrico, poco illuminato; e il grido di terrore che, con tanta difficoltà prendeva consi..tc-nza per scuoterne il letargo, venne considerato una corrente di follia da cui si trovavano as.saliti alcuni pa,santi. s~nonché, ritornando . quelli ui loro pas'ii, anzi, molto a rispetto~., distanza sui pas<:i del leone. laddove fra luce ed ombr .i cr~ scomparso, amme,'-0 non si tratta.,sC"di una illusione ottica 1 giustifkabilissima in crrt'ora e in certa lucc-, ma della quale oramai in troppi erano a ~offrire, un cittadino ri!>oluto, erigendo la testa e '-porgendo il petto, dichiarò di avello vedut".> entrare al numero 63 di quella stessa via ~ulla quale si tro• \'avano uniti e di.;.ciolti i cercatori C" che si chiamava vi.t delle Cinque Lampade. Le per<.one lì unite non formavano ~ruppo, ma formavano gruppetti di due o di tre, "i tene\'ano •;trcttc in prossimità di una porta aperta o alla "oglia di essa, e se ne distaccavano "-Oltanto per fhsar,i alla port,1 accanto dopo una corsettina, e dopo aver preso ccrtena che fo<:<:eaperta. lnvecr, il cit• tadina che assicurava di a\'erlo visto entrare al numero 63 sc- ne stava solo davanti a tutti, e pi,mo piano era giunto a non più di cinquanta metri dal numrro 5uddctto. Pareva inva,;;o da qurllo !>pirito eroico che sveglia in taluno il pericolo, al tempo stes.ço che sveglia in molti altri lo spirito contrario. Non ,_j capiva, però, fino a qual punto fo<:SC eroico ~iacché, pure trovando~i primo .a gr~d~re verso c~uel numero, non <:1avvicinava maggiormente. Altri prese ad emettere delle esclamazioni cht• ri\·elarono uno stato ner\'oc;.o fuor dC'I comune, e ,_oJo per dar corpo al rumore, per riempire un vuoto insopponabik. pt:rché altri si .:tggregas~, non so, o almeno perché. si aprissero delle finestre. ~1a di finestre per il momento non c;.ene erano aperte che poche. La voce rauc~ di una vrcchia lacerò l'oscurità· e Chiudete la mia porta! Chiudete la mia por• ta ! >. E vi<;toche nr-.,suno ,;;ioccupa• va di obbedirla richiu,;;c lei con <,trepìto la finC'-tra, non J.\.c;.ciandoadito a comprendere i sentimenti che anima• vano il 5UO furore. Taluno con la te• sta rivoltata in uno scialle ,;;pìava ,;;otto le pc-~ianc per s..'lpcre che piega prcnde,..,c l'affare e che JX'ns.a.rcdi un t..tle allarme-. Intanto la vecchia, precipita• ta,i ,>er le scale, era venuta a chiudere la ..,ua porta, e fatta~i al marc-iapicde: e Fuori'. Fuon ! > gridava: e Via di qui!>. e Un loonc ! Un leone! > dice-vano i terrorizzati stringrndosi alla porta. e Un corno!> rispondeva essa: e Non voe:lio o;apcr storie! > scacciando coloro che si tenevano pronti per rifugiarsi. e Che umanità! Ma quc-sta non è una C:lS.\ per b("nc>, '-trillava una ,;e. conda. vecchia da lei rc,pinta : < Che manieri"' sono quC'ste? >. e Canaglia! Gente dì malaffare!» Jr!ava di dentro l'altra, chiavhtrlland·, l'uscio con fragore. \ll'improvvi,o s'illuminò una fine,;;tra al ,c•condo pi.1no drlla ca<:a <:cgnata col numero 6,1. lJn uomo si affacciò1 dall'.t,;petto giovanile, e, prr la luce calda che veniva dalla stanza, <:e ne ,corg1·va il profilo ,impatiro nel rettangolo della finestra come un 1itratto in <·ornkr: fumava, appoggiato al davanzale fuma\.a tranquillamente. e Un lrone I \"è entrato in casa un Icone! L'abbiamo visto entrare>, gri• dava l'rroico cittadino con la premu• ra del ca~: e io l'ho ,.i..,to entrare >. Quasi non dices~ro a lui, e senza rendere un cenno di rispo<:ta, il <:ignorc o:;eguitava a fumare. Davanti alla luce che ,eniva dall'interno, nuvolette opaline sorvolavano la finestra grazio-, \amen te. « Tocca a voi di pcn<;,J.rci,lo avete in casa>, aggiume l'eroe in tono di 'iUJX'riorità e ~vvicinando-.i ancora. Ali., finr il signort' rispo,c : « :"lon è venuto da me >. A tanta indi!ferem..a l'eroe gc..tiva al modo dei fuochi d'artifizio, rientrando imemibilmente '-Ui propri pas- ,i; poi, €'seguendo una piroetta free: e ~{.1 c'è». L'altro '-Co..,.,cil capo con lìOpportazionc : e E <hc co,;,amc ne importa, <:e c'è:> Ci stia, ,;;e c'è,, di ..,e per conclu• dere. Intanto altre fine5tre <:ierano a~rtr, e ~trepito di ..crr,,turc annunziava rhe altrc- ..,j apri\'ano; r nd fondo d(•I• l.t via già ~i ~:orgn:a nrrcggiare un J.{ruppo di gc·ntc, e dal gruppv <:tacc.,r,i un'ombra: un \'igile. A p,t('-0 marzialt• in meno alla via dc•,;1•1: ,. il vi~ìlr ..,j portò agli a\'ampo• ~ti, t't.:rmando..i a parlclm('ntare . co~ l'<"r~. Pn l'appurHù, trattand0'-1 d1 una città p.1cifi< .1 oltre ogni dire, il vigile aveva la rivoltella 'iCnl3. le car• tucce, e una rivoltella senza le canucce può OCnic;simoservire davanti .id un uomo, non davanti ad un leone. Dal conriliabolo in corso tra il vigile e l'eroe non trapelava niente. Mentre che i vari gruppi tendevano a formarsi in un gruppo grande, ten• devano altrt·<:Ì a un cauto avvicinamento vef50 i due. Il si.~nore sul quale erano puntati tutti gli sguardi, alla fine~tra ~eguitava a fumare. E il vigile d'un tratto, fatti ancora una diccina di pa,;,si, di<:sc con voce forte ma normale : « Se è vero che avete un Icone in cac;.a dovete occuparvene >. e Perché? Io sono solo in casa>, scandì con chiarezza, e il Icone non è venuto da mc >. Il vigile· e l'eroe si guardarono accigliati interrogativamente. A quc.sto punto sulla porta apparve il leone. 11 vigile cavò la rivoltella: meglio tentare. L'eroe ~i acquattò: non ,;i ~ bene ~ per poter.i lanciare al momento propizio o per ridurre al minimo la propria superficie. I gruppi piccoli e il gruppo ~rande dileguarono n<'lla nebbia. Si fece un vuo• to pieno di 'iemibilità, e un silenzio mu.,icalc. Dopo aver dato uno sguardo sotto e !iOpra nella via, sguardo lento, ~nza intenzione apparente, il leone uscì, e dietro di lui apparve una donna di proporzioni gigantesche che gli si poo;e a fianco come se fosse stato un cane. 11 leone camminava piano ra- <:;PntCla pare-te, sotto i tetti per riparar;i dalla pioggia, la donna enorme sfidava con grande naturalez7..a le in~ temperie. Ogni pochi pa,,;.sisi fermavano alla maniera dei vecchi che, giunti a un punto c:aliente nel discorso, per il fiato gro,c;o si fermano non potendo sopportare due fatiche imiem,•, quindi ripi,~liavano il cammino con aumC'ntata cordialità. Via via che erano pa,,;.,ati, le peNJne incorporate dalla ncbbic1, dalla nebbia venivano rigettate: riapparivano ìn fom1a di ombre, ché il corpo avevano ceduto alla nebbia; ~gucndo a diAtanza e in <:ilcnzio la coppia orrginalc, misurando il pao;soe alzando le gambe. L'eroe e il vigile, che parevano i soli ad avere una consistenza, più degli altri alzavano le gambe, e ,;;j ,;;cntiva nella loro andatura che ,;;euna molla ne spingeva avanti il corpo con freno, ce ne era una pronta a scattare per spinger• lo indit"tro ~nza freno po-. .ibile. Arrivati allo sbocco del viale- verso ìl ~iardino pubblico, la dflnna gigantesra e il leone <:i <:aiutarono brt'v«-; ed eo;<:arima<;(' con le mani sui fianchi ad ~,;;ervarlo: come un fanciullo o•NIBUS INTERMEZZO AL OIROO che non 'ii è voluto accompagnare fi. no all'uscio della <scuola<:aprndo che la presenza e lo sguardo po'-sono ba• stare. E ritornando indietro, la don• na incommensurabile pareva ragiona• re scco medesima neppur degnando di un x le ombre rimaste ,;;ulla via in agguato. Essendo ella corpo al mille per mille, non ,;i poteva occupare delle ombre, si capisce. Per lei non esistevano le ombre. E quac;.i che al suo fianco fosse ancora il Icone, o ch'ella ave<:<:efacoltà di farlo riapparire per incanto, nes\uno le si avvicinò, nessuno osò fiatare; nemmeno il vigile, egli aveva a'-\Unto l'aria enigm.atica di un condottiero che prepara il pro• prio piano del quale non deve trac;.parire un ra~gio di luce. E l'eroe, che di fronte al leone <:iera condotto onorevolmente, di fronte alla donna aveva cc~,;;atodi r<:istcrc: parrva di <:aie. Un po' ansante per la mole, la donna rientrò nella ,;ua porta del numero 63. Alla fine\tra del secondo piano il signore dal profilo ..,impatico fumava sempre. E quando la gente con molta cautela si portò sotto la casa, qua• si in quell'aria inverO'.-.Ìmil(c'i fo~ ancora il leone: e Siete' cont<•nti? » di,- se con molta affabilità e ~n1..a che ne<:..,unolo intcrroga,,;;c: « Ve lo dicevo che non era da mc? Era in porti• neria dalla ,;;ignora Celeste, ecco. La signora Celeste faceva la domatrice quando era giovane, il Icone è un suo vecchio amico1 lo ha tenuto bambino sulle ginocchia, lo ha vi,to na<:C('rc. F. venuto a farle un:i. vi,.ita: un pcn• c;iero gentile da parte sua. Ora è dovuto rientrare alla baracca del giar• dino pubblico. deve prcparaNi per lo spettacolo serale». Non era trascorso molto tc-mpo da quella ,era di novembre, che per la ~le\..,a \'ia andava e veniva, indisturbato e in piena luce, il lconr che nella nebbia abbiamo visto apparire. e Kan' Kan ! , ripetevano grandi e piccini ,;;corgendolo. e Che fai, Kan? Come stai? Addio, Kan >. Lo conoscevano tutti e lo chiamavano per nome Son c:olamrnte era divc-ntato familiare, ma rappreisentava la prerog:uiva e una ci• vettl'ria d('I qu,1rticrc. Acquattando~i Sl)tto la tt'nda dalla parte po-.tt'riore, kan mci\'a dalla ,;;ua baracca n<·I giardiuo pubblico, infilava il viale r la via delle Cinque Lampade', correva difilato al numero 6l La \i• gnora CeJe..,tese lo \'C'deva capiurc in cucina ~puialmrnte quando prrpara,·a il minr..;tron"i pareva ne- 'iC'nti,;1.l;'eodo• re. E com(' fra pt'r.onr anziane, fra i due incominciava un discorso sulle cose pac:sate o di malinconie sul presente. e Vecchio mio, che cosa mi vieni a raccontare? >. Buttatosi a giacere in terra, Kan emetteva un sospiro di wllicvo prima di ri,pondere, esprim(',·a il bene<:,cre di sentirsi in luogo amichevole. e E che fa la bella <:ignora E· stcr? >. Pronunziando questo nome la gigante,;;11:raivelava una dose di mali• gnità non tra<:eurabilc. La <:ignora E....rerera l'attuale proprietaria del scr• raglio nel quale viveva Kan e dove e'-"-'\ aveva brillato da giovane, ccJe. brc allora, ricco di bc,tie svariatis..;imc e rare, e ridotto ormai in condi• zioni mi~errime con la c;cimmia e il ,erpente, la jC'na, due fochr e il vecchio Kan che rapprc,entava ancora il numero d'onore; scn--iva per i bambini e la gente v, nuta dalla carnp~ij?na nei giorni delle hcre. La si~nora E.,trr, vedO\'J. di un domat0rr morto di poi• monite, .weva a~sunto un dom.itore giovane nella pcr'-Ona di Ramon, troppo ~iovane, ahimè, che la vc, ..a\·a e le faceva mille anghC'rie. e Ieri ..e.ra ha voluto cinqu.111t.1lire al momento dcli;\ rappre ..t.·nt.11:ion»c. e Ah! Ah! Ah! ». e Altrimenti non entrava nrllr '?:ahbie-. e Ah! Ah I Ah! Ah! ». f.;(' di(;wventure della si~nora E.,ter e._iJa1avano l'antica domatrice- di hclvr e La totalità drll'inca,,;o. Non ti ,;;o dir che roha oggi alle be,;;tic>. e Se Ramon le pretende vuol din· che le val<'», u<:CÌscntemìando il ci• clope. e calrando le parolr: « La b!·lla ,;ignora Estrr non ha che d.uglit'lt· >. e Le foche be<,temmiano com<• turche, e non per malanimo, povC"rinc, -.ono ddle buone li~liole, ubh1dir-nti. bene educate, ma danno loro da man- ~iarc i pesci di cartonr. Prima ci d,\- v;mo la C"anlCc' he and,1va via da ..é. , bi<:;0gnavacorrerle dirtro per mangiarla, ora è divenuta minerale, qualunque Co<:ale <:ifaccia non cambia di volume. E la jena urla dalla fam<·. altrimenti ~tarebbc muta come un pt·-.cc. Non ti parlo di mc. mia buona Cele- \lC, alla mia rtà debbo ancora far finta di e..-..ere fnoce; che indegna t ommedia, ,;;pal:rncare la bocca, ruggire in tempo. "altare l'o~tacolo, ,;,fond:ire un di'ico ro,a " vrrde, pa~o;arr il C"C'rchio infuocato; e quando Ramon mi mettr la tc-.ta in Mcca d;,re un i'-tante di trrrore. S<" potc..,~ro ,apere che voglia ne ho: far finta che mi piaccia la t,.,ta di qudlo "{·c-rvcllato. E rhi "" ne infischia dtlla sua t(•~ta o drllt• <;UC gamhc.•? lo non <:ono frrocr, non lo sono stato mai, ne ho ahha~tan7..t di far paura alla ~t·nte, a mc piarci<lno le verdure>. Diceva ciò in tono strrt• tamente confidenziale, abbandonando il proprio dolore- 1wl cuore dell'amica 1 e con un nohih· : i"-Crboverso la propria specie. « ~1., ~li uomini sono dei bambini ad o~ni t·tù, bi<;()gnafarli giocare. Fino ad or,, li ho fatti giocare alla paura, ora che mi hanno scoper• to vrgetariano g-iocano al coraggio; mi pare di ~-.-.. n,· uno di quei vestiti che \'engono I m ,~iati prima di buttarli via, pcn:h,: dall'altra. parte pos- ¼>no ancora ~cn ire>. Attra\'er,,o le <.·.,pre~ioni di Kan la "ignora C<·lt•'-tt' pareva meditare un lontano orizzont('. « E perché non mc- l'hai detto prima che ti piacevano le- verdure? >. e Perché sono un Icone •· e Di' un po'. K:m, ma sii proprio .;.incero, e le mie gambe non ti hanno mai fatto girare la tc~ta quando cri giovane? >. e No>. La si~nora Cclc<:tr non risultava edificata da una ,imile ri\po!>ta. e Te l'ho detto cento volte, non sono feroce. all'odor della carne prcferi<:coquello delle cipolle, <" que~to d<"lla tua cucina dove vrng'> a dividere per qualche istante la tua felicità ». Poi, accorgendosi del di,;;appunto che producevano le sue parole nell'amica, a1miunsc: « Ed cri una bella donna, non c'è che dire, avevi dl'lle cicce ... >. Que,ta aggiunta opportuna rialzò il morale del colosso. e Neppure quando ti davamo da mangiare lC'talpe e i gatti trovati mor. ti nelle fogne? >. e Sarrbbc stata una trag-edia inutile». e Mi volevi bene? >. e Eri una buona diavola con tutte lr tu(' f.mtasie. e il baccano che fact-vi era !i.Oltanto per guadagnarti il panC.'. Lo '-apC\'Oe non lo potevo dimenticare> e E la \"Olta che mi dr,;;ti il graffio ncll1• spalle? >. e \'rdcvo il pubblico scrmare o~ni giorno, morire l'intrre<:se... c,;,cogitai un C''>pcdicntcper ~ah-are la baracca. Rirordi la "-Cradopo? Si dovè rimandare la folla, trnerla c0n la forza. Pc-r quindici giorni sempre drlle piene, due r~1ppre.,rnta;,ioni a'.-.\irurate e h domrnira cinque. Finché <:i vidC' un rigo ro-.,;;o,ulla tua pelle.' tutti lo vollrro \'edere». e Capi,co, c,'lpic;cohen<' », dicrva la '-i.~w>ra Cc-Jr.,tr con genrrosa rac;~c• gnazionc. « Sci nato in una ((abbia, tuo p.idrr rra nato in una gahhia r il tuo nonno anche ... ». «Già». • e Ricordi hidr? >. A questo nome la faccia del ...ecchio felino si illuminò di una dolcezza t1i• ste. Rimase fo,so come davanti a una visione. e :Mi bastava guardarJa per dimenticare ogni sofferenz..l. I movimenti delle sue anche mi esaltavano e mi intenerivano al tempo stesso; i suoi sguardi mi davano un'estasi di beati• tudinc >. Tacque ancora. e Quando morì, per un giorno intero la coprii col mio corpo perché non la portasse• ro via. Sentii il suo raffreddarsi e divenir rigida al contatto del mio che non riu~iva a renderle il calore >. La faccia divenne oscura e la testa si af• flosciò sulle zampe in una tristezza senza luce. Vicino alla casa nella quale la signora Celeste disimpegnava con parti• colare autorità .le sue mansioni di por· tinaia, era il villino di una signorina 9 inglese non più tanto giovane: miss Cop era entusiasmata dalla presenza d1 Kan e della singolarità del suo carattere: ogni giorno mandava alla signora Celeste cesti di cavoli e di cipolle, rape, zucche, pomodori e patate, per• ché pote'-'>e offrirgliene a dovi71.iae preparargli un minestrone eccellente. Non appena aveva sentore della sua presenza in portincria 1 subito gli faceva presentare per la cameriera un bclli'-Simo mazzo di carote disposte CO· mc se fo,_sero state rose. K:rn se lo pn:-ndeva fra le zampe e lentamente, con la gioia di un grappolo, una a una ~ le mangiava tutte. Né trascura- ,·a C::~~.'I ~tes,;;adi recarsi a visitare Kan e a t·omplimentarsi con la ma osoite. Dicev.i che erano « piccoli > filtt'e dm:: du1.· « piccole buone creature ». Ell:-t v~·d1.·vain ciò 'un segno sopranna~ turalr drl quale bisognava rendersi degni. Il kone vegetariano annunziava la fine della violenza sopra la terra, si don•,·.1 considerarlo sacro e attendere. La vecchia rauca, invece, non finiva mai di gran hiarr : per essa la presenza di Kan rapp,t·~cntava uno sconcio intollerabile, <:;('H7enstempio nelle cronache : si dovn ,t npc..'ll<'rloinsieme alla sua degna ~owrnantc. « Via ! , strillava: e Via dal quartiere! >. Erasi informata che ll(lll -.olta.nto la signora Celeste aveva filttO La domatrice ai suoi bei giorni1 ma ben-.ì 1a donna cannone, e la tona gn·<·o-romana coi ma~chi nelle arene. Però, non appena la lottatrice le si fart"va d.wanti con le mani sui fianchi, t.·:-.,asmetteva ipso faclo di gracchiare, t' ma..,ticandosi la lingua e stralunando gli o<:chi come impaurita dal fulmine ~i dava a correre . Per quanto vecchio e triste, Kan aveva ancora un corpo magnifico, la chioma fulva foltissima e l'a~pctto sonnolento di un gattone. Er~, così che Nani, il gatto della signora Celeste, eh saltava sulla groppa e affondato in quel soffice cuscino ,;;iaddormenta~ va felice; e la gallina, affacciandosi alla corte, rimaneva a lungo con la te• sta puntata in terra e ad ali tese, fis• sandolo con l'occhiolino grullo, finché, lanciandosi a ~ui'ia di freccia1 andava a piantargli il becco nelle natiche, ri• tirandosi in scompiglio e a gambe larghe quasi che Kan la volesse inghiot• tire. Non ci pcnc;ava neanche, e neanche mostrava di accorgersi del trucco innocente, ma lo copriva con un sorri,;,opaterno, che gli spianava la grande fronte in quell'aria di famiglia nella quale si sentiva tanto bene. Anche Alì, il pomerino tosato come un leone, gli ,girava intorno tante volt<', quindi gli si sedeva a fianco per misuraNi col suo volume. E a un certo punto da.Ila porta faceva capolino Fly, il cane insetto di mi<:,;;Cop, che, quando oorrc,·a, meg-liòdi una mosca una zanzara si poteva dire : sparite le impercettibili ~ambe, quello che si avvertiva di lui erano i bubboli del collare. Fly ,i avvicinava altezzow, dando nel• la stanza uno !>~uardo difficile, ma visto che ncs<:uno,i muoveva per la sua illmtrc- presenza, si rivolgeva :-td Alì. « :\landa via il lt•onc, vengo a fare il chi:\sso con te>. Alì andandogli vitino lo pregava di entrare: « Non ti fa mica nit·nte >. e Non lo pO"-'>Ovcd(•n·. Quante volte te lo dC\'O ripetere? Per dispetto gli ho fatto pipì sulle c:1rote, Ginevra le aveva po._ate per le ..,caJr». « Io gliela faccio '-C'mpre sulle gambe, non ,e ne accorge neppure >. e Se la mia padrona seguita a manda1·gli le carote, un giorno o l\,ltro lr mordo un o,,o >. A un tratto Flv, a~salito da un crisi di nervi incontenibile, incominciava ad abbaiare e sbubbobre guia..ando da- \'ant1 a Kan, finchc lui, da,·anti all'in,;;etto, non ,:;j alzava un po' a malincuore. Sì. era giunta l'ora di an• dal",rnc, di IMciar quella casa che gli era tanto cara e quella tranquillità d1 cui aveva gochito una parte. Un ~iorno Kan1 entr:mdo, ,cntì nel• l'.uia qualche co~a di ìndrfinihile; prima di buttarsi a giacere si guardò intorno a più ripre~, e guardò inutilmente la si~ora Celeste che non ~li rendeva uno ~uardo né un cenno di ,;a~ut?; né mo,trava di arcorgcrsi che lui c1 fo,..,c. Appariva attratta d:i. pensieri <:he la chiamavano fuori, lontano da quella stanza. Era inquieta nell'aspetto, inQuietudine che dava un tono caldo ddla morbidezza della sua carne, qua~i fo._sC's"ul punto, .a volta a volta, di saltare o di correre, di ri• dere o c.antarr. Dopo un periodo co-.ì, da\'anti a Kan p.ir,·e drcidc..-re. Cors(" all'armadio, ne tra,-.e un vecchio far.
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