CELLULOIDE LA GUERRA 'iY ON sappiamo quale fosse, nella !l! crucin.le seconda quindicina di settembre, la preparazione morale e materiale dcli' America, alla guerra. Ma una cosa sappiamo di certo, che alla guerra cinematografica essa era pronta. Si era pronti a Hollvwood e a \'\'a,;hin~ton. A Hollywood c'erano state già parecchie riun'ioni per studiare le consc~enze del conflitto. creduto ormai inevitabile, sull'industria della pellicola. Se la ~ucrra scoppia, si pensava, ogni produzione cinemato-- grafica cesserà virtualmente in Europa: ,in. perché la mobilitazione priverà e-lì stabilimenti del oer50nale e. sia perché ,(?li ste-.si stabilimenti 5aranno certamente comore,i fra 'tli obiettivi importanti delle incursioni aeree. dato che il nemico cerchc,rà di imoedire la orodu1ionc dei film di guerr:t. e di oro• o~ganda. ln caso di euerra dunque Frnnria r In~hilterra almeno non notrebbcro fare affidamento chC' sui film americani. Nei calcoli di esoortazione i mercati di Hollvwood avevano in• cluliO orrsino i cinematografi di cui si dice la linra l\faginot sia provvista. A Washington erano state orese tut• te le misure per la guerra di celluloi• dC'. Gli ane:lo~assoni hanno una inne. .~abile, .~niale attitudine pC'r la menzo~na sentimentale. Il più cararpell<lso r imorobabile melodramma di Hollywood diventa Madame Bouary se pa• ragonato al più discreto melodramma girato al tempo della guerra mondiale, ,econdo le i~truzioni di Wa,hington, per dimO'itrare che Quella guerra non era la guerra di Wall Street e ncmme• no la guerra di Wilson, ma 'la guerra del Popolo Americano. Si cominciò a girare anche, seguen• do la moda del tempo dei film in serie, un romanzo filmato a puntate quindi• cinali intitolato / crociati del generale Pershing. La prima punt3.ta mostrava i complotti, gli atti di sabotaggio, gli scioperi fomentati in America d3. agen. ti gcnnanici; altre eran dedicate alla supremazia aerea degli S. U., alle mirabolanti avventure dei convogli mili• tari che attraversavano l'Atlantico (non furono menoma.mente disturbati), ai preparativi dei crociati di Pershing e degli alleati per sterminare gli e avvoltoi» tedeschi. Uno degli argomenti favoriti era l'invasione dcli' America, e gli Unni che mettevano in schiavitù il popolo :vnericano. In Cuori del mondo di ..;nffith si poteva vedere Dorothy Gish stramazzare al suolo sotto i colpi di frustino di un ufficiale tedesco, solo perché non aveva la forza di sollevare un cesto di patate. t inutile dire che le brutali atrocità dei boches erano isti• gate, una per una, dal loro spietato monarca. 11 Kaiser di\'Cntò presto i1 più popolare bandito dello schermo, e bisogna arrivare al ciclo dei çangsters di Chicago per trovare qualcosa che rassomigli in qualche modo alla serie dei film ispirati alle incredibili gesta di Guglielmo I I. e Venite a fischiare il Kaiser», rimase scritto per mesi e mesi sull'ingresso di un cinematografo a New York, nel quale si proiettava uno di questi film. Alcuni titoli significa• tivi: La sfida del Kaiser; La fine del Kaiser; Il Kaiser, all'inferno! Ce5.)ate le osyjJ.tà, alla psicosi bellica successe quclla'fpacifista, e i film che dipingevano la futilità o gli orrori del• la guerra inondarono il mondo. Molti titoli sono ancora oggi famosi : La grande parata, Il preuo dtllD: gloria, All'ovest niente di nuovo. Il fiotto di pellicola pacifista è andato da allora sempre cre~cendo, sì da mettere in al• larme gli stessi .governi democratici. A che serve mostr:ire alle emozionabili platee tanti orrori? Non certo a tener su il morale delle masse in un'epoca in cui la guerra può b:ittere alla porta da un momento all'altro. Ma servi~sc almeno realmente alla causa della pa• ce. Molte voci autorevoli om,ai affer• mano apertamente che lo spettacolo del sangue e delle carneficine della ~uerra eccitano invece di deprimere certi insopprimibili istinti nell'uomo. Si tratta di un punto di vista come un altro, ma per non correre rìschi il "Ovcrno americano aveva fatto ap• Prontare una lista dei film più arr3.b· biatamente pacifi:,ti, e ~ la guerra fosse scoppiata, nessuno ne avrebbe più «!ntito parlare. OANZONJ:TTA Solid.tmente radicata negli annali del folclore degli S. U ., come A ,Mart• chiaro cc sta 'na fenesta in quelli del folclore partrnopco, è la lugubre bai. lata di Fra,ikre e ]olmnie: unJ donn3. che uccide il suo uomo per gelosia e finisce !-.ullasedia elettrica. Mae West ha portato il p<·r')()nag~io ,;;ullo schcr• mo e ha cantato mille volte-I.i canzone .,ll:1. radio. H personaggio esiste real• 11TU ED IO", L'tJLTIXO PIL)( DI PB.ITZ LJ.NG lL PITTOREREOil'A.LDORUVILLE EVE81 DI PROXTEAL :&rn.ATTODI LESLJEROWABDDALfil Dll'INT01 BUONA IL VlOLIHOIX OEBOJ.DI OlfJ. MUOVAI8PilU.ZIOlfE mente, ha ora sessant'anni, e ha citato per diffamazione davanti ai tribunali gli autori della canzonetta e Mae \Vcst. Si chiama Frankie Baker. li me• no romanticamente possibile, la s~ntenne, grassa, esasperata donna spie• gava ai giudici che non .$i chiamava Johnnie quegli che lei aveva ucciso, ma Alberto. Che non era il suo uomo, ma uno che s'era insinuato nottetem· po nella sua camera da: letto. Legitt~· ma difesa e non gelosia era stato 11 movente. Assolta e non condannata al. la sedi~ elettrica era stato il verdetto. Fu alle tre del mattino del 15 ottobre J 899 che un diciottenn~ ubriac?, un cattivo arnese del porto d1 San Lut• gi, entrava, accompagnato da una don• na di malaffare, nella camera da letto della ventiduenne Frankie Baker, don. na di calkt. Quando Frankie gl'inglm· re di uscire, egli tirò fuori il coltello. Allora lei tirò fuori la pistola e con calma gli disse: « Voi volete fanni d~I male, e io non voglio farvene a voi. t, mrglio che ve ne torniate da vostra madre>. Il raga1.zo allora si slanciò e Frankic lasciò partire un colpo. Ran• tol::mdo egli di.s:1t: e Mi hai colto_». Ma Frankic non gli credeva: e Dite così, per farmi avvicinare, e colpirmi col coltello >. Ma aveva torto. Essa l'aveva colto davvero. La lc,z~enda nacque immediatamen• te, e poi la canzone, e poi il film. Frankie fu costretta a lasciare San Luigi, ma a Kansas City, a Portland, a Oregon, dovunque la triste ballata di Frankie e ]ohnnie la inseguiva e l'ha inseguita per quasi quarant'anni. E quando anche Ja radio e il cinema ci si son messi, Frankie, non poten• donc più, è ricorsa ai tribunali. L'INCORREGGIBILOEORRIGAN Il trentunenne Douglas Gorce Cor• rigan, dopo aver volato e per sbaglio> dall'America all'Irlanda, su un appa• rccchio ridicolo modello 1929, con una picc<'la bus!lola, un pezzo di carta geo• grafica, e due tavolette di cioccolato, e dopo aver t.ubito al suo ritorno in patria il trionfo di Lindbcrgh, con la modestia di Lindbcrgh, si diresse ver• so Hollywood per sorvegliare un film dedicato alla sua vita e alla sua im• prcAA. Un eroe così modesto è fatto per piacere immensamente alla immo· desta Holl}'\vood. E perciò, quando il ragazzo, dopo essere stato acclamato in quarantaquattro città del continen• te americano, 3.rrivò a Los Angeles e poi nella capitale del cinema, egli era già po1>0lare in California più di Mikey Mouse. Ma a Los Angeles le cose si guasta• rono. Colui che aveva attraver,;ato I'A· tlantico e per sbaglio> e che non voleva fcue, e che era stato fatto socio onorario del e Club dei bugiardi > per la. sua modestia, eroica fino alla bu• gia, si era montato la testa. e: Vai più piano», egli disse all'autista durante la sfil:1.tat.rionfale, e in modo che tutti possano vedermi ». E alla fine, gu:lr• dando l'orologio, seccato: « Che? ~ durata solo due ore? A Kama'i City ci abbiamo messo quasi tre ore -.. Al municipio, il sindaco gli dette una scintillante medaglia d'oro, e Corri• gan: e: Non c'è male, ma ne ho avu• te altre molto più belle•· l giornali• !;ti non perdevano una battuta. Corri• gan era alloggiato nella casa .del go• vcrnatorc ddl3. California e lì furono amme!isi gl'intcrvhtatori ai qu3.li egli seccamente disse che avrebbero fatto meglio ad andar.,cnc. Una giornalista si diresse ver-.o il telefono perché il suo giornale era gi:\ in macchina, ma Cor• rigan la invitò ad uscire. La ragazza cercò di spiegare, ma Corrigan non la fece finire: « Uscite, è meglio per voi! ». Allora il padrone di casa, cioè il governatore in persona, si 5-Cntìin dovere d'intervenire: e Signorina, po. tcte usare il mio telefono, quando vo• lete ! >. Ma la pili grossa sorpresa si ebbe quando Corrigan, prendendo parte a un piccolo corteo per i bambini delle scuole, e passando l'automobile attra• verso una stretta viuu.a, si mise a ,;3. lutarc col capo e con la mano !ioorri• dcndo di un :,erriso pubblicitario a dc. itra e a manca : la via era deserta. E il giorno dopo al riCevimento al mu• nicipio di San Francisco, e in risp~ta al discorso del sindaco Angelo Rossi: e ... Signori, voi siete venuti per ridere di mc, io sono venuto per ridere di ~oi, e cosi siamo pari :.. Costc-rnazionc, imbarazzo, vaghi desolatissimi sorrisi. Il giorno apprec;.sotutta Hollywood s..1.• pcva di questi accec;si di megalomania e1decideva di sopra,;.,edcre all'idea di uh film isulla vita di Corrigan. perché i megalomani non vanno a genio alla megalomane Hollywood. A. o. (NC!Ol'I FILH .Q_ NN I or sono, un industriale del li cinema, ch'ebbe una ma melan• conica celebrità, dichiarò all'as- !ICmblea dei soci che e non arte, ma scarpe » bisognava fare, per ottenere buoni film ; ed è chiaro che con questa metafora voleva proporre un metodo del tutto commerciale cd esclusivo, si• mile appunto a quello degli industriali che facendo scarpe non badano davvero alle necessità dell'arte: un metodo però che, appena applicato, portò al fallimento il suo immaginoso crea• tore e gettò qualche discredito sulle possibilità della nostra cinematografia. Oggi che molto tempo è passato e tan• to s'è parlato d'arte, che non c'è produttore, o trovarobe, o piccolo agente di pubblicità, il quale non si mostri persuaso che il cinema sia un'arte, an• z.i la sola arte e dei nostri tempi », e non parli del cinema americano come ciel modello supremo e irraggiungibile, e non tenti di convincere il prossimo che quel cinema è arte perché le don• ne sono straordinariamente belle, e gli uomini indossano con disinvoltura ahi. ti da sera, e perché le abitazioni sono piene di lusso, i dialoghi spiritosi, le trovate e irresistibili> e gli scenari ~orprendenti : og~i, dicevamo, sarebbe forse il caso di parlare un po' meno d'arte, o di parlarne soltanto quando ne mette il conto. Perché è proprio in nome dell'arte che si compiono tante malefatte, o, meglio, in nome di quel concetto dell'arte che i più si fanno Jmmirando le commedie di Lubitsch e le sue spiritose invenzioni. Se una critica favorevok·, e un pubblico ac• cogliente, dimostrnno una così alta considerazione delle e: brillanti » com• medie americane, non c'è poi da stu• pirs.i che gli ingenui commercianti si industrino di imitarle coi poveri mezzi di cui dispongono. Mentre, a propo• sito della maggior parte dei film ame• ricani, sarebbe forse più opportuno parlar di « scarpe » secondo le ambi• zioni deluse di quell'industriale. Ccr• to, nessuno può dolersi gran che se gli abili fabbricanti di oltre oceano 50 .. no capaci di fornire tante opere medio. cri, e nella loro ·mediocrità piene di una pcrfrzione fastidio11oaq,uando que• stc opere servono a distrarre e stupire l'annoiata curiosità di tanti spcttntori. ~a l'arte non c'entra in questi com• merci e queste curiosità. Ed è un vero malanno che ,;j prenda ad esempio P.: guida d'arte proprio quella produzione che così chiaramente dimentica come anche 11 cinematografo, in certe con• dizioni, potrebbe diventare un vere li.ngua!{giod'arte. Se da noi qualche intraprendente in. dmtriale ~i propone di far delle e scarpe », invece che dell'arte, poco ma• le. lJna produzione rigogliosa non può certo limitare la sua attività a impre• se di eccezione : e come una produzio• ne letteraria non vive soltanto di ca• polavori, ma anche dì opere mediocri, così• anche il nostro cinema potrebbe felicemente • soddi!-.farc curiosità non troppo esigenti. Ma non si vorrebbe che in eS'iCsolt.1.nto sì chiudessero le aspirazioni di tutti, e che non si accet• tasse troppo sovente l'imitazione noio• :,a di modelli stranieri, come l'unica possibilità per il nostro lavoro. In questo senso, una commedia come Ham10 rapito un uomo, quell'in• dustriale di cui abbiamo parlato po· trcbbc considerarla un buon paio di ,;carpe. A veder questi filrn ci si va CO• mc a quei concerti dei bambini, in cui i genitori assistono emozionati alle pro• ·,·e dei figli, e applaudono quando uno di loro rìe,;ce a suonare fino in fondo • Prima cnrtu:,a senza scoppiare a pian• gerc al primo sbaglio. Una battuta spi• ritosa1 una situazione che rivela negli autori qualche talento. dànno < onso• b.zioni indicibili. S'assiste 3.)lo ~petta• colo trattenendo il respiro, con la SC· ~rcta speranza che tutto i.i risolva in bene. e che una fine miserevole non venga a sciupare quella favorevole a• c;pcttazione che le prime ,;cene hanno creato. E veder l'attrice Boratto immo• bile come una cariatide, quando inve• cc dovrebbe mostrarsi commossa, e ve• dcr attori secondari sbagliMe il tono del discorso o affettare. pronunce Ìn• consuete, reca dolore, come quando certc pc~ne cui siamo stretti da con• suetudinc si comportano come non vorremmo. Sul finire dello spettacolo, quando ormai i pericoli che più spa• ventavano sembrano superati, ci si ~cn. te presi da una letizia simile a quella degli studenti che sono pa~sati a otto• brc col sci. t una letizia che finisce presto1 purtrop1>0, e dura fino a tanto che uno s.i trova di nuovo in meno al. la. strada. Allora, ripensando 3. quel che. si ~ vi~to, ci si accorge di cs::icre ~tau ~u1dat1 soltanto dalla confidenza, e la. letizia di prima ci appare alquan• to effimera e scnz.1.grandi spcrnm.C'. MARIO PANNUNZIO
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