EL 1912 )a più bella e p1u sicura nave che fosse stata mai costruita, l'inaffondabile Tita• nic, urtò contro un iCeberg e affondò con l'equjpaggio e i passeggeri qua.5i al completo. e Il particolare più stupefacente>, commentò un giornale in un articolo di fondo, e non è che la nave sia affondata, ma che sia affondata dopo quindici ore di • appelli della radio, con le macchine in piena attività, mentre la banda suonava, i passeggeri ballavano e, apparentemente, tutti se ne infischiavano che una montagna di ghiaccio si avvicinasse >. Questo è ciò che accade nel1' America d'oggi : preavvisi di cata• strofe dovunque, macchine a tutto vapore, bande che suonano, pa.sseggeri che ballano, e ognuno se ne infischia. Questa progre~iva indifferenza del popolo americano è cominciata dopo la grande guerra. t un processo mortale : gli uomini, come si sa, muoiono d'indurimento delle arterie, le nazioni di rammollimento della spina dorsale. La nostra spina cominciò a ranunollirsi con i pagamenti dei debiti di guerra del vecchio mondo. Eravamo già fortunatamente ricchi per le nostre risorse naturali e per lo sviluppo dell'iniziativa privata: diventammo sfortunatamente ricchissimi alla fine della grande guerra. Prima della guerra.i la mag~ior parte di noi viveva assai bene con il frutto del proprio lavoro. Tutti speravamo, naturalmente, di star meglio un giorno, ma lavorando, non votando, scioperando e comprando a rate. Nel 1928, sedici o venti dollari al giorno erano un salario normale per un muratore o un conducente di autocarro. La moglie del fattore che vendeva le uova a mia moglie aveva due domestiche e una radio supereterodina. Quando feci ricostruire la mia casa di campagna, non riuscivo mai a ficcare l'automobile nella rimessa senza smuovere le Cadillac dei falegnami e le Packard degli stagnini. In città, la mia cuoca negra preferiva il suo appartamento al mio, e veniva al lavo~ in tassì. Qualche tempo dopo la cns1 del 1929, il Tesoriere degli Stati Uniti raccontava dei conLadini suoi affit• tuari : « Quasi nes.suno ha una vacca, qua.si nessuno ha un maiale,,. quasi nessuno ha un orto, ma non ce uno di quei maledetti che non abbia l'au• tomobile :t. . Ci eravamo onnai eonvinti che il mondo ci fosse debitore di quello standard di vita. Quando, a un tratto, cominciò ad esser difficile, per noi, pagarci il h;sso al quale eravamo abiturlti, cominciammo a far debiti, a comprare a rate e, finalmente, sconfessammo i nostri debiti. Se non potevamo comprarci tutti calze di .seta a due dollari il paio, il sistema sociale doveva essere sbagliato in qualche cosa. Ma finché ci si riusciva, tutto andava benissimo. Come scrisse James Thruslow Adams, uno storico buon osST.lTI UNITI - IHTEBll'O DI UNA OUOIIU POPOLARE UCEBIOAllA servatore : « Ogni anno portava nuove comodità, alle quali non avevamo mai pensato prima. La necessità di un lusso maggioff", sempre maggiore, era diventata irresistibile. Diventò necessario far denaro a qualunque costo di sforzi o di principi :t. La maggioranza cercò di far denaro stn{a sforzi o sen~a principi. La moralità pubblica e privata s'abbassò. E: facile ora inveire contro i delitti dei nostri banchieri e grandi uomini di af• fari, ma molti di noi ricordano un tempo in cui un inquilino non poteva comprare una bottiglia di latte, o un giornale, o farsi stirare un abito, senza pagare un tributo al portiere dell'immobile. Un grande magazzino di New York annunziò un giorno che aveva rifiutato di pagare la mediazione agli autisti dei suoi clienti. Ogni unione commerciale o laburista aveva la sua «mafia>. E se i banchieri e i grandi uomini di affari si sono alquanto ravveduti, i portieri, gli autisti e i capi delle unioni laburiste non hanno affatto cambiato. E gli uomini politi• ci, s'intende, .sono sempre gli stessi. Davanti a questi e alti standards di vita :t ogni altro standard precipitò, non solo gli standards del risparmio, dell'ambizione e dell'onore, ma di altre piccole cose, come il coraggio, la cortesia, la lealtà e ciò che si usa chiamare decenza. Il mutamento trovò un riAes.so nella nostra letteratura e nel nostro teatro, nelle nostre scuole ed università, nel nosll"o atteggiamento verso la leg$e, l'ordine e la disciplina. La nostra riconosciuta supremazia nel delitto è stata attribuita, non interamente a torto, alla Proibizione, alla stupidità dei nostri statuti e al vincolo tra uomini politici e delinquenti. Ma è dovuta incommensurabilmente di più alla simpatia del pubblico per i banditi. Noi non possiamo odiare un individuo che pecca per soddisfare i nostri stessi desideri. Il rapporto della polizia alla Corte suprema di New Yorki così descriveva recentemente gli ideali di vita di « Lucky » Luciano, accusato di aver esercitato la tratta delle bianche a Manhattan: e Luciano amava spender denaro, la compagnia delle belle donne, la biancheri.l d.i seta e i locali di lusso. La sua libertà di coscien1.a'deriva dalla sua filosofia : "Non sono mai stato un crumb e se dovessi esserlo preferirci morire". Secondo lui un crumb è un tipo che lavora e risparmia e non si concede stravaganze. Luciano è un uomo vuoto, un parassita, un grande egoista. Il suo atteggiamento sociale è addirittura infantile. l\{anifcsta una fede da contadino nella fortuna. Le sue reazioni sono essenzialmente istintive e primitive, e i suoi modi cordiali, rumorosi e avvincenti ». Quanti nostri runici e concittadini non sono accuratamente descritti da questo rapporto? Le nostre difficoltà non dipendono da un sistema sociale che non funziona, ma da una società che non lavora; non da filosofiedi governo che andrebbero cambiate, ma da filosofie di vita che sono cambiate ; non da erosioni del suolo, ma da erosioni delle ani.me. li circolo vizioso gira sempre più veloce. Noi vogliamo comodità, vogliamo denaro. Voteremo per chiunque ce li assicurerà. E quasi tutti i nostri uomini politici son in grado di accontentarci, se voteremo per loro. Alla fi. ne rimarremo poveri, è certo, ma avremo stabilito un governo e una burocrazia che non avranno più bisogno dei nostri voti. C'era un'epoca in cui una nuova tassa sul tè ci rendeva furiosi. ~,fa, da tre anni, giornali e organizzazioni ci hanno convinti che siamo tassati, vivi e morti; che tutto quel che mangiamo, beviamo e portiamo, la luce, il calore, le radio, le ghiacciaie, le automobili, la benzina, gli articoli di toletta e i medicinali, sono tassati, per non parlare delle tasse di vendita, delle t.lsse varie, delle tasse sul reddito, di succc~sione, di quelle da pagarsi allo Stato, alla contea, al governo locale, al governo federale e al municipio. Un quinto dello stipendio del salariat0 medio va a finire nelle mani dei legislatorii che l'adoperano quasi tutto per comprar voti, per mantenere in piedi una burocrazia insolente e centinaia di migliaia di inetti presuntuosi. E il popolo americano se ne infischia. Dell'insolenza dei burocrati ognuno, anche non indign.lndosene, può citarvi numerosi esempi. Un ispettore della ta5-sa sul reddito interrogò un giorno un tale che aveva chiesto una riduzione perché manteneva la madre ottantenne. e Vostra madre non può lavorare?» chiese il burocrate. Un altro ha avuto dal suo avvocato la seguente lettera: « Il Commis~ario per le tasse mi ha detto francamente che doveva imporvi una certa tassa; è qui per questo. :Mi ha detto che, perché le sue spese siano ammortiz-ate, deve tassarvi almeno di altri 500 dollari. Se discutiamo, mi ha avvisato francamente, non ne ricaveremo che litigi interminabili». Sia il primo che il ç,econdo furono molto seccati, è vero, ma il primo non si è present.lto alle ultime elezioni perché era in crociera, e l'altro non può protestare, ha detto, perché troppo occupato. Noi non abbiamo pili il tempo e nemmeno l'energia di lottare, sia pure per i nostri interessi, se quel che vogliamo raggiungere non è relativamente facile. Siamo troppo smidollati onnai. Pochi si rendono conto del deterioramento subito dalla nostra civiltà dopo il r914. Se qualcuno se ne ricordasse, non esisterebbe il risentimento corrente contro i < rcaz.ionari >. Le manifeste ingiustizie di quel periodo non sono state corrette, e le sue debolezze, le sue follie, le sue stupidità non hanno giovato a nulla. Non siamo mai stati troppo ossequiosi alle leggi, e gli avvocati, i politicanti e il 18° Emendamento hanno trasformato tale tendenza in un vizio permanente. Noi non ci siamo mai distinti per la disciplina, o per il rispetto della cultura, o di qualunque risultato raggiunto, o di qualunque segno di superiorità conquistata. Il boom, la prosperità dei primi anni del dopoguerra, con quel largo lusso materiale, a cui pochi erano culturalmente preparati, alimentò lo scontento e l'invidiai insieme alla convinzione, coltivata con cura, che i successi intellettuali vanno disprezzati, che l'educazione sociale è snobismo, e ogni autorità e agiatezza il risultato di un colpo di fortuna o di un furto. L'ignoranza, i pregiudizi il sentimenta.lismo più basso, un vago idealismo e soprattutto la nuova aspirazione a quegli standards di vita più bassi e materiali, ci hanno fat• ti precipitare nella indifferenza per quel che riguarda le condizioni di vita e di governo che nessun popolo vigoroso tollererebbe per più di un giorno. Se questi fossero gli attributi di una classe sola, la via di uscita sarebbe au• tomatica. Durante quegli anni di abbondanza, fu proprio la gente migtiore, la classe che leggeva e pensava, a ricevere il trattamento peggiore. La loro influenza sparì. Scoraggiati e impoveriti, caddero nella oscurità, oppure ~i unirono agli scontenti che reclamavano sistemi nuovi, sussidi nuovi e nuovi eccitamenti. Escluse le poche centinaia o migliaia che amano il loro lavoro, quelle poche centinaia di migliaia rimasti ancora sani, il mutamento nel costume è stato universale e nel.Suno può dire dove andrà a finire. Se il lavoratore industriale esige la settimana di trentaquanro ore, il suo datore di lavoro pretende con non minore prepotenza un week-end di sestantacinque ore. Se la moglie del• l'operaio trova insopportabile la esisten1.a senza calze di seta e istituti di bellezza, la moglie del principale la trova egualmente odiosa senza cocktail parties e nrght clubs. Se gli ideali del proletario sono stati deformati dal cinematografo e dalla radio, quelli degli aristocratici hanno assunto qualità che non sono né aristocratiche né spirituali. Se una classe compra milioni di volgari sex magatines, l'altra tiene occupate le rotative con pubblicazioni pornografiche pili costose. Se una classe affolla gli spacci di saJsiccc calde e fa merenda guardando impiccare un negro, l'altra paga 40 dollari un posto di ririg per vedere un altro negro massacrato in uno scontro di pugilato. La classe di mezzo, proverbialmente sana, s'intrattiene con le due classi, si dipinge di rosso le unghie, fabbrica il ghi in casa, risolve cruciverba 1 sorride di certi pervertimenti sessuali divent.'\Ù correnti, ride con disprezzo se ode parlare di argomenti intellettuali, pranza a suon di musicai compra a ra• te, s'innamota soltanto del nuovo e del diverso, e sottoscrive a.Ila dottrina che nel mondo prima del 1917 non c'era niente di buono. V"nti milioni di americani vanno al cinematografo ogni giorno. In queua nazione si ,pendono due milioni di dollari all'anno in co~metici. Sono in drcoJ4zione venticinque milioni di automobili e un quinto drgli americani vive alle ,pese del governo, il che significa che almeno la metà sarebbe contenta di vivere ro~i. Se queno è il materiale con cui s1 può c~truire un grande avvenire e ,alvare un grande panato, chiunque dovrebbe poter fabbricare corazute di burro e grattacieli di polenta. Da un tempo onnai considen:-vole, la m,1,g~iorparte di noi non adopera più le mani t!,, un antico costume, tra !e razze in decadenZJ, di importare altre razze per j lavori manuali. I nostri campi sono 7,appati, le nostre case co- )truitc e perfino il nostro cibo cucinato, e i nostri panni lavati da polacchi e italiani, da svedesi e da tede~hi e dai no\tri negri indigeni. L'americano puro preferisce far l'aSsicuratore, o l'avvocato senz.a clienti, o il medico ,;enza ammalati. Cosl ,i spiegano la importanza sempre crescente della no- !itra cla5.)Cmedia, e, in certa misura, si spiega l'enonne differenza tra prezzi all'ingrosso e prezzi al minuto. Si caphce anche la grande affluenza alle università. L'im:asione dei nostri atenei deriva dalla credenza popolare che un buon agente di cambio deve essere laureato. E \'Cngon rovinati così una qu~ntità di ottimi conducenti di autocarro in potenza. In America, quasi nessuno ha mai concepito }'educaz.ione altrimenti che come un mezzo per far denaro. Come h.mno indicat,, le n~tre migliori intelligenze scolastiche, le uni\'enità non :,0no univenità, ma ~uole per apprendisti, in cui la soprastruttura dell'educazione profe~sionale dovrebbe sorgere assolutamente senza basi. Per anni questo sistema ha inondato il paese di incompetenti e di materialisti, che fanno crescere a vista d'occhio la som• ma della nostra ignoranza, della nostra dissolutezza e della nostra inerzia. Ho incontrato candidati all'iscrizione nell'albo degli avvocati, convinti che GJadstone è un presidente degli Stati Uniti e la Magna Charta un'antica spedizione navale. Booth Tarkington, un nostro acuto scrittore della infanzia, ha dichiarato che, quando i nostri figli avranno dieci anni, sarà possibile impressionarli ~lo facendo ~altare in aria il ponte di Brooklyn. Il brivido, il thrlll, è di- ' entato la nostra necessità di nevrastenici; il kick (o calcio) è un altro elemento altrettanto indispensabile, per gli americani, quanto la letteratura, i liquori, e ~ni altra manifestazione nazionale, dal cinematografo al delitto. Tutto ciò, si capisce, non produce stabilità, pensieri seri o disciplina. Questa è una delle ragioni principali del• la diffusione del f.ucismo in America. La disciplina è essenziale al benessere individuale e al progresso nazionale, ma è impossibile quando intervengono l'ordine di una unione laburista o la legge di uno Stato. L'anno scorso udii io stesso, sul ponte di comando di una nave americana, un ufficiale risponde-re al capitano: e Va all'inferno! >. Nel settembre scorso, un piroscafo della Dollar Line fu trattenuto a San Francisco perché il comandante rifiu. 1ò di partire con un marinaio che aveva impedito all'equipaggio di obbedire a un ordine. Se queste sono le condizioni della marina mercantile ame• ricana, lascio a voi immaginare lo sta• to delle cose, là do\'e la deferenza alle autorità è meno tradizionale. L'influenza oorruttricc da una parte, e quella sovversiva dall'altra, ci hanno tolto il rispetto per qualunque cosa e per chiunque. Abbiamo perseguitato l'iniziativa, l'abilità e l'industria al punto da ucciderle quasi. Un nostro mor •:,1.;1 ha detto: « Se si continuano a seppellire l'iniziativa e la abilità, come si è fatto per i doni della natura, come ci difenderemo dalla siccità? I dollari non sono che dollari : possono venir sostituiti. ~fa non si può importare il carattere >. Sfortunatamente, a queste voci di allarme l'America non è più sensibile. t stata conquistata onnai dal pen• sar facile, dal viver facile, dal e denaro facile>, dai pregiudizi irragionati e da una serie di stupide massime. .E: diventata terra di conquista per ogni volgare demagogo, per ogni acquirente generoso di voti. I pochi ancora capaci di riff.essione dovrebbero convincersi che è arrivato il tempo di fermarsi, di guardarsi attorno e di tendere l'orecchio. Non è il momen• to di esser ciechi e sordi. Poche democrazie hanno resistito più di due sccoli1 e questa non è un'epoca propizia alle democrazie. Potrebbe forse sussistere una democrazia militantei vivace, semplice e spartana, ma non una democrazia più interessata del golf che del governo, delle lotterie nazionali che dell'educazione, di Bill Pov.•ell che del bili dei diritti. L'America passerà facilmente al comunismo, o al fascismo, o a una combinazione delle due dottrine. Se questo non accade, dovrà tener testa presto a un mondo fascista in un conflitto armato, al quale è mentalmente, fisicamente e moralmente impreparata, e al quale resisterà quanto il proverbiale cane con le zampe di burro che insegue un gatto di asbesto all'inferno. Davanti a noi1 dietro e da ogni par• te, minacciano gli icebergs. Affonderemo come il Tita,iic, con le bande che suonano e i passeggeri che balla• no; o decideremo finalmente di schia• rirci le idee e di arrotolarci le maniche della camicia? CHANNING POLLOCK STORIA □ El TEATRO DRAMMATI DI SILVIO D'AMICO E l'opera che descrive la nescita e lo sviluppo di tutre le !orme del Teatro drammatico - opere sceniche e speltocoli, poesia tragico e comica e sua rappresentazione, attività di autori e di interpreti, storia del Dramma e della sua regìa • in tulli i paes, del mondo c1v1le, secondo il piano seguente: 1 Parie I, GRECIA E ROMA Porle Il, MEDIOEVO Porte lii, L'EUROPA DAL RINASCIMENTO AL ROMANTICISMO • Parie IV, L'OTTOCENTO EUROPEO Parie V, IL TEATRO CONTEMPORANEO IN EUROPA E PN AMERICA - Appendice: TEATRI ORIENTALI UM ricchissima bibliografia conclude ciascuna delle parli 4 GRANDI VOLUMI di 18CO pagine complessive, con oltre 10'.Xl illustrazioni in nero e 16 tavole a colorì luori testo formano l'mtera opera, con prefazione di RENATO SIMONI. Uscirà o dispense settima• nali di 16 pagine l'una in carta di lusso e ogni dispensa verrà messa in vendita in tulle le edicole a lire 2. 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