Montecatini, ottobre. @GNI ~lATTINA, a ~lontecatmi, si sveglia una legione di . stcntc spossata da11a curn del • g_io_rnoavanti e aff.,mata. Pal- -- lad, e con le gote cascanti, gli ospni degh alberghi prendono posto nei giardinetti puliti, sulle seggioline leggere, davanti a grandi caffè e lat:c. Poi, acccn• dono il primo toscano della giornarn e vanno alle terme, digerendo per strada In colazione. Alle OO\'C si aprono gli stabiltment1 e alle otto e mezzo, davanti ai cancelli. i primi puientì già tendono l'orecchio al gorgoglio delle fontane irraggiungibili. Guardano l'orolog10 e schiamazzano se l'apertura ritarda d, qualche minuto: ep• pure non dovrehbcro aver paura di restare senz'acqua. Le prnne notizie di i\fontecatini e delle sue acque sono di nove secoli fa, quando un tal Ildebrando dc, Lnmbardi, nel 1104, donò contado e bagni d1 :\lontecatini alla cattedrale d1 Lucca. Poi, nei secoli successivi, :\Iontecatini fu alternativamente guelfa e Rhibellina. Una volta vincevano i guelfi e una \'Olta i gh1belli111, e 1\Jontecattn1 parteS(Riava sempre per i Yinti. ~on per ragioni scot1mcntali; ma perch~ 1 vinti venivano immediatamente, e con maniere spicce, messi al bando, E il mal di fegato che s1 pigliavano nelle lotte politiche, i travasi d1 bile causau dall'esilio, h veni, ano a curare a :\lontccatini. Come a1 giorni d'oggi c'è 11mese dei s1inori e quello degli 1mp1cgat1 suuah, .1llora c'era l'annata dei S(uclfi e quella dei gh1bellim. I quali, nmc'ils1s1 m salute, a fine stagione, marcia\'ano su Firenze c la riconqu1sta\'ano. ~la più che a queste e sim,h lotte. le fortune di :\lontccauni furono legate alla peschiera da Fucecchio, alzata dai fiorentini nel 1430 per rcJìtolare il corso dt"l(li affluenti dell'Arno. Tutte le acque della \'al dt :--Jie,•ole furono fermate da una barriera a Ponte a Caiano, e la pianura si ridusse a palude. Gh abunnti dei luoJ;t:hl c1rcoo\'ic1n1 comincrnrono a dn·cntarc gonfiati e giall:, _et m p'lch1 dì cadevano morti, onde s1 mossero a chiedere misericordia al Duca, E poco d«?pO \'I morirono pU'.1che due terJ.1 delle ~enti circonvicine•· Per molti secoli ~lontec:'ll1111non \'ide che cacciatori e band1t1 ag({1ranw11 per le sue macchie, mentre i bagni e le terme che gih es1ste\'ano anda,·ano d1 giorno m giorno 111rovina. Soltanto qualche medico cooo~cc"a ocma1 le ,·irtl1 delle sue acque e solo qualche papa mandava a prendere quah.:he fiasco del Tettuccio e del Rlllfresco. I reggitori d1 ;'\,Jontccaum non facevano che supplicare Firenze di togliere la pescaia; ma quclh, che badav.mo alla valle dell'Arno e che della X1evole non s1 curavano affatto, anziché abba· cre la diga, IA rialzavano e la rafTor- :za,•ano, poco preoccupati del mal d1 fegato e d1 tutti i disturbi 1ntestmali. Bisogna,·a aspettare l'iotnvcnto d1 Pietro Leopoldo di Loreno, perché ~tonte• cat101 cominciasse la sua seconda ~10,·i• nezza e la sua vern ,·ira, La pescaia d1 Fucecchio fu abbattuta nel 1775: arrivarono le prime famiid1e nobili e borJ<hesi d1 Lucca, P1sto1a e Firenze. che giusto m quell'epc,ca cominc1a\'ano ad cs~cr prese dalle smanie per le villeggiature d1 Bagm d1 Lucc:1 e, m seguito, d1 Viareggio. ).Jontecatin1 Alto commc1ò a veder sorgere ,·ille e ,trade, mentre lo Scrittoio Granducale•, amministratore delle Terme, pianta,·a cedri e platani, d1<1egnava v1ah e aiuole, .su per le ondulaz1om del paesaggio, circondando d1 false rocce ogni polla d'acqua. L'architetto Paolett1 erigc,·a le Terme Leopoldmc, sistemando fra le fronde dei nobili 1ppocastan1 una bella facciata neoclassica, che racchiude un atrio elegantissimo e proporzionato come una .sala d1 regR:•a. L'amministrazione pu.sò a, monaci cass111es1,che la conservarono fino al 18o8. Era l'epoca paolettiana d1 .:\-lontecatini: allora non si era ancora scoperto il biso• Kno del moto e delle brevi passeggiate fra un bicchiere e l'altro. Tuttt appari,·ano alle terme 1n carrozza e be\'evano restando ,edut1. Le cure dei fanghi si fa. cevano molto scmpl11..:emente 1mmergen• dosi nelle pozzc naturali piene d1 erbe e ribollenti d'acqua solforosa. I poveri andavano a sguazzare nudi nelle pozzan- ~here; le persone distinte, chc abitavano in collina e dormivano sotto alla zanzariera, si aggiravano fra le colonne e le lesene del Paolem e fra gli alberi granducali, poco preoccupate della cura. Intanto, 1 cittadini d1 .\fontecat1n1 commc1avano ad accorger.si della ncchcz:.rn mi<,co~ta nel loro suolo. Chi po'lscdeva un pezzo d1 terra lo gratt.jva per vedere d1 farne u'1c1re un po' d'acqua purJ:tall\'a e d1 fangr,: m cinquanta anni d1 tempo, .\lootel:atm1 fu ricoperrn di una dm:zma d1 stab1hment1 d1 privati e 10traprendent1 c1ttadm1. La clientela crebbe proporzio• nalmente, mt:ntre .a1accendevano iuffe e lotte per ottenere l'affitto dellt terme go- ' crnaun: e I più 1ns1gn1 medici dell'epoca •• mtt"re"u"ano delle acque m 1c1ent1• fii.:1congteSii1 e co11 moderni cnteri. Le d1!.l:U..,~1ons1ulla temperatura <ll·i fanghi e sulla quant1ta d'acqua da muer1rsi occupano mc:J.zo \etol<>. ,\lbcrgh1 am:orn non nt: c:ran" 11ort1, tranne Ja Locanda ~Jag- :.c1orc. e J.!h c,.,pltl aluta,·ano 111villa o a .\lontec·at101-C:htdlo, dcdii.:.tndos1 \'CramtrHt: piu alle pa..,St'U~iate che alla cura. Ciu~l•ppc Crnc,u, da \lon,;umm,1no, fau,·a quakhe rara apparizione. NOTABlLI ARABI ALLE TERME DI MONTEOATINI Venne infine 11clero a diffondere la fa. ma d1 :\lootecat1n1. Dapprima furono soltanto i parroci toscani a lasciare le cure della parrocchia per gli ozi termali, poi la notizia dell'acqua miracolosa s1 sparse per i corridoi delle curie e dei ''lSCOvadi, e i più alti prelati delle \'1c1ne d1oce<1i intraprc~cro I loro primi ,·ia't'JL L'anno dopo commciarono a comparire i prc=t1d1 montagna'. le strade dell'Appennino, e.ii 10,(!:ltoe d'ago-o. \'edevano passare le ,mpol\'erate carrozzelle dei Cl1rati, con a bordo un prete troppo ~tasso o troppo ma~ro, m spolverino gng10 e con l'ombrello da sole. Da ~larrad1 a Firenze, tramite le parrocchie, si formò la J,ttande via dell'cmigraz1one esti,·a dei fe~atos1 e dcM:li st1t1ci: 21 giorno dell'mauguraz1one della \'Ì:t ferrata Firenze-Faenza fu come quando il primo treno traHniÒ la pianura americana. A Faenza si radunavano 1 \'3gom di uricemici pro\.·en1ent1 dall'Emilia e dalla Romagna, e lunghi convoS(li si avvia\'ano fra monti e vallate verso la nuova .'.\lecca dei malati del ricambio. AIJora, ntl ciclo di :\lontecatini, spuntò il pruno astro della città: 1I professor Pietro Croceo. Pietro Croceo era un uomo dalla volontà di ferro. Alternando le au• scultazioni e I palpamenti .ti malati con le adunanze finanziane e i convegni amm1nistrat1v1, Pietro Croceo riusci a superare e a fondere le sparse energie dei monte- ,,✓t.;zi (~~~ .,._ .. -~ . .,,. ..... ~~.. . catines1, indirizzandole \'crso un unico fine d1 comune prosperità. Le sue amicizie di clinico procurarono al paese I pnmi ospiti di riguardo. Per quasi trent'anni Giuseppe Verdi "enne ad ispirarsi al mormona delle fronde e delle acque sempre g10,·an1. Sorsero i capola\'ori della vita d1 Croceo: lo stabilimento Exulsior, un ed1fic10 m mattoni ro!tsi decorato..'.'; statue e di ttrrccotte, ·cio,·e st aR"gtra1 ,ir~ stocrazia dei feR:atos1,e la Società Anonima N'uove e Regie Tenne. L'av,·en1re di :\-1ontccauni cm infatti mmacciato dalla possibile concorrcnn fra le Rc~1e Terme e l:t Società Xuove Terme, sorta dnlla riunione dei p1l1 1mportant1 produttori pn,·ati Il diss1d10 cova\'a da molti anni, e fino ad allora non 51 era fatto che rimandarlo, mentre a~h odi commerc1ah si agg1unge,ano quelli albergh1en. J..a Locanda ì\Ja~~1ore era in declino, e dal suo cadavere venivano sorgendo innumerevoli alberghi minori. tutti fra loro 111 concorrenza spietata. Le cinche cerimome e le feste in onore degli ospu1 non riuscivano nd allonrnnarc il temporale immmente: il paese era un barile d1 polvere pronto a scoppiare. Al brontolio degli stomachi si mischiava quello degli animi. Si udirono dei dissensi per.fino quando, nel 1905, Bagm d1 .:\loniecatim fu cost1tu1to m comune autonomo, e lunghi fischi turharono il giorno dell'ms-1uguraz1one del pubblico palazzo. .Non erano che mestatori d1 bassa politica . . . . ~"--• ~::::a~ • •f. 1... provinciale o cittadini di :\lon1ccatiniCastello ~elos1 del nuovo comune che si <1taccarn dal loro; ma la co<,a non poteYa continuare cosi. Finalmente, nel 1911 1 si \"enne per me• rito del Croceo alla legge che riunì le ).;uovc e le Re~ie Terme sotto un'unica socieri\ cd anuninistrazionc, retta dal milanese Arturo Schwciger. Una 0UO\'a epo• ca cummC1ava, destinata, cun 1'1111.tidoella guerra, a finire troppo presto e a dnre qu1nd1, negli anm dal 1920 al 1928, un ultimo e breve sprazzo d1 luce. In quell'epoca, le malattie intestinali sembra fossero molto comuni: per le persone •n vista rittO\'ars1 a :\lontecatm1 era quasi obbligatorio. S1 forma"ano C"0mpagn1e numerose e ricche, d1 persone anziane e baffute, ,.c.,t1te dì tela g1alhna e con la paglietta in testa. Erano vccc-hi signori uricemici che vole\'ano d,n:rtirsi senza trala<1ciare completamente l'ut,l1tà. Facevano 'ICampagnatc e gite 111 carrozza e sugli asini; la notte, avc\'ano a loro d1spos11:1oncil Krirsaal, il Kur,aal nella sua epoca d'oro, con il caffè-concerto pieno d1 belle donne e le orzate per chi non pote\'a bere vmo. Poi, 11 teatro. \'cniva inaugurato tn <1ucgh anni il Cmcma :\largherHa, all'aper10, con sotto allo schermo un'aiuola do,·c app'lrt\'a un gentile buo• na sera• scritto dai fiori gialli sul tappeto d'erba verde. Veru\'a ~ente da tutto il mondo: grnod1 tenori, mus1c1sti, amen• cani preoccupati soltanto eh mangiare QUC: ..... -.r MONTECATINI NEL SETTCOENTO CDaou 11&mpad•ll'epoea) tutto quello che gli portavano da,·anti. La gcnuna modesta e i montecatinesi si tiravano da parte quando, per il viale Verdi, possa, ano quelle com1t1vc di dicci o venti persone dai lor~hi toraci e dai visi soddisfatti. Il chiasso delle loro adunate gioronlicrc nella villa ombrosa di qualche amico illustre e dclll" loro risate, passava sulla città. Per tutto l'inverno non si fa. ceva che parlare degli ospiti estivi e dei loro amori rumorosi con le ragazze di passa~g10. Le mescitrici d'acqua, in quell'epoca, facevano matrimoni d'oro, con sud-amcricam e mercanti romagnoli. Gli alberi del grnnduca e dell'onorevole llarag1ola erano cre~ciut1, per la gioia d1 chi non poteva far colazione sotto gli affreschi dei caffè, trascurati da1 ncchi che non alzano mai l'occhio dai poderosi caffè e latte e dal pane e burro che hanno da- ,·aoti. Anche Oi;t'tt, gli impiegati dello Stato. alle 11, tirano fuori una pagnottina 1mbott1ta e la mangiano pulitamente sotto gli occhi stanchi dei sohtari. Sono, quesu, stra01 siRnori che fuggono In folla del peristilio termale e vanno a rifugiarsi fra la verdura del giardmo. Sembrano divinità silvestri, immobili sulle panchine, con lo sguardo fisso nel vuoto. :\-1a. allora, l\lontecatini risuonavn di musica e d1 mahRnttà csti,·e. li napoletano maestro Lconcavallo si era fatto quasi montecatinese, e qui vemva ad offrire bicchierah: agli amici dopo i trionfi londinesi e romani. Vi moriva nel 1919. Nd 1916 era scomparso anche Pietro Croceo. Poi, nel dopo~uerra. ancora un po' della vecchia Yita parve rinppnrire, con l'arrivo dei milanesi. Ferdinando :\tartini, da '.\lonsummano, scendeva a valle ogni estate: commendaton e industriali sapevano ritro,·arc un po' di allegria soltanto nell'aria d1 :\lontecattn1. Erano finite le lotte fra albergatori, e cominciava quella con• tro le mosche. Squadre di spazzm1 si sguinzaglia\'ano per 1I paese con ramazze, pompe e dis;mfettaot1 dietro all'ultimo lll· setto. Dal poderoso ceppo della Società Xuove e Regie Termr 'IOrse allora Ugo G10nnnozz1. Ulmno d, una lunga s"rie di nl'clutctl1 halneari. C10\'annozz1 ha d:no a '.\fontccatm1 11 suo \l•ro sule. Per convmcqsenc basta entr,ire nello stab1hmento Tc;;1tùcc10, da lui rmnovato negli anni intorno :11 192d. \'i si accc~ie per un a.tric, spazio<10e pieno d'aria, frn massicce colonne grige decorRtc eh scannellature, di med,ud1oni e di motfvi nort'"Ali. Dietro ad esso si tro,·a 11grande cort1le, una specie di peristilio romano. circondato da un portico pieno di peripatetici filosofi e di tavolini con lo stemma dello Stato: sotto il porticato. a simstra, ci sono i banchi dì mescita. a dcc;tra st alza la cupola Liberty del padiglione della mu,ica, Sui cornicioni, tutt'intorno, corrono ,notti launi cd endeca<iilbbi sonanti, mquadrnu da ovuli, foglie di acanto, teste leonme, tirsi e pampm1 d'uq1. .\nche gli affreschi sono all'altezza. Sotto la l,:rnnde cupola siede un'orchestra d'archi, i.:hcalrcrna i valzer di Strauss con le fanta-;1e d1 opere celebri, riempiendo 11 luogo d1 trilli e d1 snolinaturc scivolose. Sopra l'artistica testa del direttore si apre uno <;tupendo ciclo a firma Ezio Giovannozz1, probab1lmente un parente dell'architetto Ugo. Il concetto della decorazione è. naturalmente, ispirato alla musica: lo spazio è diviso in unte sezioni quont1 sono i più conosciuti istrument1 musicali. Sotto ogni gruppo, una scmia spiega gli intendimenti dell'autore. Cosi i violini e gli archi sono rappresent.ati da signori io frac che si affacciano a un palco di teatro, mentre intorno si svolgono scene di mondanità e di eleganza; gli ottoni e i tamburi su-;citano visioni guerresche di cavalieri armati e di ruote di cannone affondate nel fango: i flauti, dal canto loro, fanno un mesto ingresso nella sinfonia, portando un'aria idilliaca e pastorale, con i mandriani appoggiati a finte rocce, greggi di pecore e aperte campagne. Cli occhi sognanti dei malati vagano con piacere fra simili fantasie. Poich~ l'ambiente è popolato di tipi silenziosi e nppercntcmeote assorti in rosee visioni. Forse ascoltano voci rnterne dd loro intestino in subbuglio. Sono vecchi pan• ciuti; signore che fanno la calza, con la pelle liscia e le borse sotto gli occhi; g1ovonott1 dall'aspetto poco in 11,alute,con un dolce sorriso aleggiante sulle labbra. Siedono sulle seggioline di ferro hianche e nzzurre, e non parlano. S, rianimano un po' quando l'orchestra attacca una marcia di Supp~; si dirigono a passi lenti verso la f mtanclla, per rinnovare la provvista d'acqua. Poi si siedono lentamente e appoggiano 11doppio mento sulla mano; parlano con voci vibrate che pare escano dalle pieghe abbondanti del panciotto. Le signore, vcs111e con strani golf dai colori ,•1vac1, scrivono cartoline illustrate e bevono l'acqua con molta distinzione. Intorno s1 aggirano I peripatetici, quelli a cui 11 medico ha ordinato di passeggiue fra un bicchiere e l'altro. Vagano sotto i portici con le mani dietro alla schiena e l'atta preoccupata. Sembrano tutti mercanti o mediatori d1 campagna, gente piena di soldi e mvadente: in confronto loro gli impiegati dello Stato fanno una figura molto misera. In testa portano enormi cappelli con le falde larghissime e il Cli• polo appena ammaccato. Il fumo dei loro sigari toscani sta sospeso a mezz'1uia sopra le teste delle signore sedute sotto al pergolato. A volte fanno amicizia in quattro o cinque: allora s1 vedono allegre comittve che vanno allo stab1h~ento come andrebbero all'os1ena, raccontandosi storielle grassocce. Probabilmente è gente che va a ;\lontecat101 da anni. Sono fedeli che non abbandoneranno mai la fonte e la ragazza che glt riempie il bicchiere. Portano a spasso orgogliosamente i loro baffi, Ce n'è- dei bellissimi, che galleggiano come ninfec nell'acqua del bicchiere, quando 11 loro proprietario sorseggia il ~1·ctmccio. Intanto, fuori dagli .stabilimenti, fra i viah asfaltati c I tarnlmi dei caffè, si aggirano a passi d1 lupo I fotografi ambulanti, Davanti a loro tutti raddrizzano 11 busto per l'attnno di celebrità e ,·ecchie coppie, che da anni non scambiano una parola, s1 mettono a discorrere animatamente. ~e, punti strategici della passeggiar■ sorgono certe baracchette dove siedono aignormc dall'aria modesta, presso una bilancia alla quale è applicata una poltrona d. b1.1cc1oli coperta di velluto rosso. I camencn . del K11rsaal. m giacca, bianca, stanno 1mrnob1li come scogliere su un mare di tavolini, aspettando il primo cliente per riprendere magicamente la vita e mctt<!rsi a danzargli d'intorno. Nell'aria aleggiano le note tenute del1e orchestrine· dei caffè. L'arte regna so• vrana, sui bicchieri decorati, sui programmi musicali e nelle vetrine dei negozi ,jj quadri. I borghesi, che dicono come :\lontccauni s,a tutto un salotto, si fermano davanti a manne, teste di cavallo e belle donne su cuscini di velluto. Misteriosi rapporti corrono fra i quadri esposti e il mal d1 fegato. :\la basta andare fuori porta, magari dalla parte della nuova stazione brutta e fuori posto, per ritrovare la Toscana collinosa e con le strade polverose, piene di orti e di c1cnle. Da quassù vengono i frequentatori dello stabilimento gratuito, le terme dei poveri. È un edifizio di mattoni, senza le decorazioni degli altri luoghi di cura: non c1 sono neppure in1erv1ent1, e la gemina che lo frequenta deve versarsi da sola la bevanda. Vi passano le donnette vestite di nero e le cameriere che vanno a fare la spesa al vicino mercato, le monache e qualche contadino delle terre vicine. Vi giungono anche preti 1mpolvcra1i su motociclette centenarie e intere famiglie numerose, discendenti da nonni uricemici. I bambini imparano a memona i nomi dei duemila alberghi del paese. La sera, dai duemila alberghi puliti, escono gli ospiti mondani. Gli altri vanno a dormire, qualcuno magari ancora col piegabaffi: i preti che pop())avano gli stabilimenti scompaiono di colpo. Rimangono fuon quelli con la •topolino•, i giovanotti d1 Pistoia e i commendMori romani che al èaffè prendono solo granite di caffè con panna. S1 inizia la noia see raie di i\·lontecatmi, mentre si aggirano per le sue strade le ultime comitive dei circoli cattolici dei paesi vicini, guidate da un prete senza più voce. Al caffè, c'è pcrsir.o gente che s'è carne biata d'abito per la sera. Le •balilla• aspettano le avventure galanti di cui dovevano essere pronube. A mezzanotte la mondamth di i\lontecatini non si sa più dove sia. Il K11rsaal è deserto. Il campo del mi,iiai'urt•golf, in un giardino illu• minato da lampade ad arco, è trtstiss1mo e solitario. Le ra(!'.azze del uro con l'arco stanno ancora aspettando i client1. Hanno il viso dipinto male e, sotto al banco, s1 sono tolte le scarpe. Nella sua camera d'albergo, il signore malinconico dai grossi baffi, depo,to finalmente il gran cappello, sta ria~sumcndo le sue Qled1tazion1 d1 una ~10rnata. È nusc1to a completare la lista degh amici a cui mandare le tartohnc illustrate. Se• duto sulln sponda del letto, ha il primo sorn,o della l-{1ornat,1. 1)1 h.HH.• le fomo,e cartoline gli p1;lce spcc1alrncnte quella del ~1n, an1,uo cill' ll(l!l i.:t.:c.lc 11 P-''-SO ,1\la raga.l'.z,l, ~l\llll,l C.:01\tl·tllpor,llll'òlllkllll ., lui ù:1v;lnt1 a un ceno U!t(.IO .. M,\I\CO CJ'.S.\lll',I
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