Omnibus - anno II - n.42 - 15 ottobre 1938

HENLEIN I A PACE è firmata: i trattati di la Versailles e del Trianon hanno cambiato la carta d'Europa, e il sergente Konrad Hcnlcin, quando va in congedo, si trova non più un au- ~triaco, ma un cèco, cittadino di un nuovo Stato. Nel settembre dello steS50 anno, trovandosi a Reichcnau, legge in un giornale locale questo avviso: « Grande banca assumerebbe come praticante giovanotto cx-combattente. Presentarsi personalmente domani mattina al Kreditanstalt •· Il Kreditanstalt era ed è ancora la princip.tle banca dell'Europa centrale. Henlcin, che cercava lavoro, si pre~entò alla filiale di Reichenau del Krcditanstalt la mattina seguente, alle otto e mezzo. Terminata la guerra, migliaia di ~iovanotti dell'Europa centrale cercavano lavoro con sfiducia: si presentavano alle banche e alla altre aziende che secondo le indicazioni degli annunci economici offriva no un posto. Quando. la mattin., segurnte 1 Hcnlcin arrivò al Krcditamtah, una piccola folla di cx-combattenti era già radunata sul marciapicde 1 mentre la polizia manteneva l'ordine. Verso le nove, gnmse il direttore che pas~ò in rassegna, come un generale, i candidati che, con gli occhi pieni di speranze, lo fissavano trattenendo il fiato. Il direttore non aveva ancora pronunciato una sillaba quan- _do, fermatosi davanti a un giovanotto il cui aspetto non differiva molto da quello dei 'iuoi compagni, gli chiese: e Come vi chiamate? •· e Konrad Hcnlein >. e Siete assunto>. Da quel giorno sono pas ..ati diciannove anni. lnterro~ato, qualche tempo fa, sulle raeioni di quella scelta, il direttore del Kreditanstalt rispose: e Ricordo quella scena come se fosse ieri. C'era davanti a mc una folla di giovani tra cui cercavo un viso che m'ispirasse fiducia. Ebbene, sul vi.so di Konrad Hcnlcin, che aveva allora vent'anni, riconobbi ùnmcdiatamente una qualità indefinibile, che mi convinse ch'egli era assolutamente incapace di mentire ». Essere un modesto impiegato di banca in una piccola città di provincia, piegarsi ogni giorno sugli ste~i fogli per cQntrollare lunghissime colorme di cifre, è una vita, ccrtoi monotona ed esasperante. Libri, cinematografo, radio, tutto ciò che avrebbe potuto rallegrare quell'esilio era al di là dei mezzi di Konrad Hcnlcin, che col piccolo stipendio aveva appena di che vivere. Uscito dalla banca, come trascorreva le sue sere il piccolo impiegato? E: semplice: facendo ginnastica. In ogni paese, i piccoli impiegati hanno distrazioni diverse: in Francia la pelotta, in Austria le bocce, nel Tirolo il tiro a segno, e nelle piccole città cèche la ginnastica. A Reichcnau c'erano diversi circoli ginnastici : quello dei lavoratori e degli « elementi di sinistrai>, l'Arbeiterturnuuein; un altro, il Freiheit, che ammetteva nel suo seno anche gli ebrei, e finalmente quello al quale si as50C:iò il giovane Henlein, 1I Deutsches Turnuerein, sezione locale della ~rande Federazione dei ginnasti tedc,chi di Cecoslovacchia. Molto prima di Hitler e del nazionalwcialismo, lo statuto dell'associazione includeva un paragrafo riguardante gli ariani. La filiale del KrC'ditanstalt si chiudeva alle quattro del pomeriggio, e alle cinque, ogni giorn'), Hcnlcm era nei locali del circolo, dove rimaneva molte ore <"seguendodifficili esercizi alle sbarre, alle parallele o con gli anelli. In breve, diventò un ginnasta eccellente, e alla fine del primo anno, alla festa annuale del circolo, riportò il primo premio. Quando due anni dopo Hcnlein riportò un'altra vittoria, i dirig<'nti del circolo decisero di offrirgli un posto di istruttore. Lo stipendio era <:upcriore a quello del Kreditanstalt cd Hcnlcin accettò. Sebbene non pos~de.sse nessun diploma, Henlcin fu incaricato dell'allenamento dei principi,mti. Quando tutti avevano lasciato il circolo, sco~ pava le stanze, copriva i pavimenti di <cgatura pulita e preparava gli attrezzi per l'indomani. Il suo aspetto e la sua calma autorità, il suo viso aperto e onesto gli fecero guadagnare a poco a poc9 un certo prestigio. Diventò membro del consiglio diri~ente della società che lo inviò come delegato a un congresso di ginnasti, e lo incluse, infine, nel consiglio direttivo della Federazione Atletica, che è l'onore più alto che po"sa toccare a un ginnasta. Oggi, quando i suoi amici lo inter· rogano su quel tempo, Konrad Henlein risponde· e Gli anni che passai a Reichenau come istruttore allenando migliaia di giovani, sono stati per me come anni di prigione. Il piacere che OMNIBUS PH q,u~t.ordiola11.11l'.lI1,1.dl1.1L1a0ml:iao ha ttrrorlnat.o Il Brull• 0011. la ,u bud1. 8oha11.10ll 28 loglio ,cono la politi• ~ ri111cita• cauonre I banditi , ha eapou.opobblloameou 11 Ultfi, di mpeao l.ultm• a q,-ulla di d~u:0! 11 :11:~:::P;r.i-J~ t.l~;,o, tn i dv• cappelli, la ~ta di t..mpuo1 111blt.1oopra, la tuta .KARIA B0NITA E LAMPEA0 PRIKA DELLA CATTURA da principio Q!0vavo nell'eseguire certi e-:crcizi passò presto e non me ne restò che la noia. La ,;era scopavo i pavimenti, poi li coprivo di segatura; così invariabilmente ogni sera, per anni. Tuttavia >1 a~giunge di solito, dopo una breve riffcor;<;Ìonec,non furono anni perduti. t stato a Reichenau durante quegli anni pas(.ati in una sala di ginnastica che sono diventato un uomo•· Nel 1929 Henlcin presiedeva la Federazione Ginnastica in cui erano riuniti tutti i circoli tedeschi della Cecoslovacchia. Questa federazione comprendeva circa I ro.ooo membri. Erano migliaia di uomini, di lingua tedesca, disciplinati, organizzati in circoli che escludevano gli ebrei, deliberatamente ostili alla repubblica di 'Weimar. li giornale di Ludendorff, poi, contava numerosi abbonati fra i ginnasti di Henlein. Nel 1929 Hcnlein si sposa e diventa un calmo borghese. I suoi dicci anni di « lavori forzati > lo hanno reso indifferente a tutto: è a capo di una formidabile organizzazione di masse, ma sembra ignorare il potere che la sua posizione gli conferisce. Corne Cristoforo Colombo, che al momento di sbarcare sull'isola di Haiti non sospettava di scoprire un nuovo mondo, Konrad Henlein nel 1929 non sapeva che la formidabile organizzazione da lui diretta stava per diventare qualche cosa di assai diverso di una semplice federazione sportiva. Nel 1929, c'erano in Cecoslovacchia due partiti tedeschi: il partito nazionalsocialista e il partito nazionale tedesco. Alle elezioni di quell'anno i due partiti ebbero 303.000 voti e dicias- 'iette seggi nel parlamento cèco, che corrispondevano all'incirca al 20C10 del suffragio tedesco. Pochi giorni dopo le elezioni, Henlein ebbe la visita dei due capi del movimento nazionalsocialista, Krebs e Jung. Se il futuro capo dei Sudeti non ~i era fino allora distinto per soverchio spirito di iniziativa, è certo che durante quell'intervista dimostrò una sensibilità politica e un'intelligenza di prim'ordine. Nel I 929 i 100.000 membri della Federazione dei circoli ginnastici te• deschi della Cecoslovacchia appartenevano a cinque o sci partiti politici divisi, proprio per avere quasi lo stesso programma, da aspre rivalità. Lo scopo di Krebs e Jung era di riu- • nire in un sol partito politico quei roo.ooo uomini cd Henlein accettò questo incarico. 1 grandi capitalisti tedeschi dei Sudeti accordarono con slancio il loro aiuto finanziario e Henlein fu ricevuto a braccia aperte. Dapprincipio non si -:entì perfettamente a suo agio nella parte di capo di un movimento politico : era prud.ente, qua~i timido; ma la fortuna lo aiutò. Passano quattro anni. Henlein viaggia di città in città, visita tutti i Turnvereir1e tedc<sChie fa dovunque discorsi. Trascorrono altri quattro anni, e nelle elezioni del 1933 l'Heimatsfront raccoglie 1.250.000 voti, il 60% cioè dell'Unero suffragio todesco, conquistando 44 mandati sui 72 affidati alla mioorità germanica. E::questo un trionfo personale di Hcnlcin. Da questo istante il capo dcll'Heimatsfront diventa il capo dei tedeschi di Cecoslovacchia. Centinaia di migliaia di uomini lo acclamano loro capo politico, i giornali pubblicano il suo ritratto in pri• ma pagina : Konrad Henlein è una « potenza >. .€ a quest'epoca che risale un episodio misterioso della sua vita. Lce-irenda o verità, è interec.sante riferirlo. Cn giorno, chiede di es~erc ricevuto da lui un uomo che rifiuta assolut'\- mrnte di rivelare la sua identità e l'oggetto della sua visita al segretario che l'interroga. Insiste talmente per vedere Hcnlein da soloi che finalmente è accontentato. Tra Henlcin e il suo visitatore si sarebbe svolto all'incirca questo dialogo: e Signor Henlein, ho una proposta da farvi >, cominciò lo sconosciuto. e Sareste disposto a ritirarvi dalla vita politica? Non immediatamente, questo sarebbe chieder troppo, ma, diciamo, tra qualche mese, dopo aver preso tutte le misure utili per calmare le odierne agitazioni dei Sudeti? >. E senza lasciarsi turbare dallo sguardo stupefatto del suo interlocutore, lo straniero continua: e Se accettate, una somma di denaro sarà versata a vostro nome in una banc;t americana. Una somma molto importante. L'offerta che vi faccio è sincera. I mezzi con cui effettuerete la vostra ritirata potrete scieglicrli voi stesso. E, se preferite, la somma sarà ver1ata in anticipo,. ' Il forestiero accennò a una cifra, una cifra altissima. In vita sua Konra<l Henlein non aveva mai sognato di possedere tanto denaro.· La sua risposta fu pronta. e Senza dubhio >1 disse al ~uo visitatore, e dovrei mettctvi immediatamente alla porta. Preferisco invece darvi una risposta più chiara: dite ai vostri supe· riori che né promesse né minacce né prigione potranno farmi tradire la fiducia di milioni dì miei camerati ». Si afferma che subito dopo questo episodio, Henlein sia stato convocato per la prima vofta da Adolf Hitler a Berchtesgaden . R. S. L'AMIOIZIAE LA GEOORAI'IA )1 VERI amici si riconoscono nelle ore U gravi, dice un vecchio proverbio. Nello scorso mc:,e di settembre, quando sembrava che la guerra dovesse scoppiare da un momento all'altro, non mancò ai governi di Londra e di Parigi il conforto della solidarietà di alcuni fra i più lon• tani e i più dimenticati sovrani dei rispettivi imperi coloniali. E, anzi, è degno di nota che" quanto più lontani sono questi reucci, tanto più categorici e bellicosi fu. 1000 i loro gesti di solidarietà. Il che dimostra che la lontananza, 1e, come usicura una banale can2onctta napoletana, fa morir l'amore, non fa affatto morire l'amici1ia. :,.Jeì giorni più cupi della crisi, dunque, 11 sultano del J\hrocco, Sidi Mohamed, il quale, a dire: il vero, non è sovrano che di nome e non dispone che delle donne e dc• gli eunuchi del suo harem, telegra(ò al governo francese come segue: e Qualunque cosa accada, anche se "enga il peggio, posso as.sicuran.-i che il sultano del Marocco e lutti i suoi sudditi si schiereranno con la Francia.>. Sua Altezza il maragià di Bikaner fu fra i primi ad acccuare come una cosa na• turale l'ipotesi che la Gran Bretagna dovene scendere in guerra e telegrafò a Sua ~faestà Giorgio VI : « Io e i miei sudditi siamo sempre pronti a versare, fino all'ul• tima goccia, il nostro sangue per Sua ~1aestà imperiale >. Ma se il maragià di Bikaner e, ammettiamo pure, i suoi sudditi erano cosi duiderosi di versare il loro sangue, i cittadini di Londra e di Glasgow non dimostrarono affatto la stessa buona disposizione. Questione di geografia. E il primo ministro Chamberlain - spirito borghese se altro mai \ e ne fu - credette di dover te• nere in maggior conto l'opinione dell'uomo qualunque di Londra e di Glasgow, anzi• chi quella di Sua Altezza il maragià di Bikancr. Per altro, ehi contribuì nel modo più ef. fìcace e originale alla relice soluzione della crisi fu l'Esercito della Salvnza. h:1 tutto il mondo, esso si mobilitò: non per andare a combattere, s·intC"nde, ma per il « w:rvizio ddla preghiera >. A Londra, la generalessa Evangelina Booth, vecchia di 72 anni, riunì cinquecento suoi sett;uaci e direnc il e servi2io della preghiera > con comandi militari: cChiude1e g)j occhi!>; e Congiun• gc1e le mani! >; e In ginocchio! >; e In piedi!>. Cosl la pietà e la marzialità, che la gravità delrora impone\'a, furono, almeno una volta, bellamente congiunte. LA RISPETTABILITÀ i:Y,1 .'\ il signor Chamberlain, pur cuendo, llJ..1 per quel che ci consta, uomo abba• stanza pio, ritenne che le prt'ghierc non bastassero, Nel 1913 egli, da sindaco di Birmìngham, si era guadagnalo la riconoscenza dei suoi amministratori facendo un volo in aeroplano, il primo della sua vita, per fare la pubblicità alla Fiera che allora si teneva in quella città. Giunto all'età di 69 anni e diventato Primo Ministro di Sua Maestà britannica, il s;gnor Ct\3mbcrlain, lo scorso m«e, pensò di non po1ere più salvare la pace altrimenti che facendo il secondo volo della sua vita. La mattina di giovedl , 5 settembre, poco dopo le 7,30, il settuagenario Primo Mi• nistro abbracciò e baciò la signora Chamberlain, salì in un'automobile, insieme col fedele lord Halifax, e si f«e condurre all'uroporto dj Hes1on, dovt': lo attendeva un argenteo Locked Electra a due motori. Era venito come tutti i giorni: in grigio scuro, quasi nero, con soprabito grigio e cappello grigio. E portava, accuratamente arrotolato, il solito ombrello. Come è noto, nelle due settimane che seguirono Chamberlain dovette andare an• cora dut volte in Germania: furono, in tutto, tre viaggi d'andata e altrettanti di ri1orno; l .... u dimenticò rombrello, neanche quando parti da Godesbetg, disperando, ormai, di po1ere ancora salvare la pace del mondo. Cowper cantò: « Aprire il piccolo ombrello e andare in giro per il de• serto indiano 5enza un albero>. Chambcriain fece di meglio: prese il piccolo ombrello e se ne andò in giro per il cielo. Il pubblico del continente fu molto colpito da queste prove di fedeltà alrombrello da parte di un personagE,io cosl eminente. M.1 non ne fu affatto colpito il pubblico britannico, il quale, anche su questo punto, condivide perfettamt'ntc i gusti e i sentimenti del suo Primo ~{inistro, E poiché, ormai, la tt'mpesta è panata ed è lecito discutere di argomenti alquanto meno gravi della guerra e della pace del mondo, ci sia pcrmeno, quest'oggi, di de• dicare qualche istan1e di attenzione a quest'umile arnese che ha tanto posto nelle abitudini e nel cuore del Primo ~I inistro di Sua Maestà britannìca. La sentenza più solenne sul paracqua la dine Srevenson: e Portare abitualmt"nte rombrello è il segno della Rispe11abilità >: con la r maiuscola, ché si tratta della \·ir1ù nazionale inglese. « lt is the hobituol carriage o/ tht um'br,lla thot is tlte stomp a/ the Respectability >. Non già portarlo di tanto in tanto, si noti bene, o, come si potrebbe supporre a prima vista, quando pio- \.e: questo è da gente comune. ~la portar• lo abitualmente (tht habitual eorriage), portarlo anche quando non ce ne sia bisogno, anche quando non piova, questo, sl, è il vero marchio della Rispettabilità. Sotto questo punto di vista, il signor Chamberlain, parlando costantemente l'ombrello in aeroplano, ha i;.aggiun10 le più alte vette della Rispettabilità. Per dir meglio, è egli stesso la vetta più alta, l'Himalaya della Rispettabilità. Alcuni anni fa, il Timts, in un articolo che fu un piccolo capolavoro di umorismo, riconobbe che il valore simbolico dell'om• brcllo è, oggi, alto come in passato; ma insinuò che la cosa sìmboleggiata dal1' ombrello, la Rispettabilità, sia andata declinando nella nos1ra estimatione. « La genie rispcllabile è oggi assai più numerosa che ai tempi di Stevenson, sebbene sia forse meno acutamente, meno fana1icamente rispettabile ; molto più numerosi sono quelli che si radono la barba ogni giorno, che lt'ggono, scrivono, portano la cravatta e parlano con buon accento. La Rispettabilità si è allargata, sommergendo, una dopo l'altra, le barriere sociali, e, in questo processo, ha perduto, come era inevitabile, molte delle sue austere e, una volta, esclusive auraui,..e. Ena è oggi una delle virtù più comuni. I figli del tempo della velocità non aspirano necessariamente ad essere rapidi ; ma l'avw·ntura è nell'aria >. Xoi ci permettiamo di dissentire alquanto dall'arùoliua del Tim#s. La Rispenabilità non consiste nel Cani la barba o nd por• tare la cravatta, ed egli fa torto alla virtù nazionale inglese riducendola a qucslc abitudini piuttosto banali. La Rispettabilità è qualche cosa di più complesso e non scm• bra che si sia molto allargata in questi ultimi anni. In fondo, in ogni generazione c'è una certa quantità di gente rispettabile e una certa quan1ità di gente non rispetta• bile, press'a poco in proporzioni costanti. Certo viviamo in un tempo di velod1à ; ma che cosa ha da vedere la velocità con la Rispettabilità? L'avventura è nell'aria. Bene. Ma Chambcrlain ha dimostrato che nelraria può esserci anche rombrello. Convtniamo che l'ombrello fa parte, piuttosto, delle circostanze banali e monotone della vita di città, fa fede di prudenu t': di ,outine e, s'intende, serve per il cauivo tempo. Bene arrotolato, può raggiungere un alto grado di e:eunza. Il T1mu arriva• va ad affennare che può e ricordare la spa~ da, la quale, ai suoi 1empi, non era meno indispensabile, né meno decorativa >. A noi iembra che occorra una certa dose di fantasia per pensare alla spada nel veder un ombrt'llo. Ma il paragone mette in rilievo la ragione della mancacza di popolarità dell'ombrello. e Esso è troppo dissimile dalla spada: non ha ponaclu (in francese nel testo). Può aver rotto qualche cappello sui campi sportivi di Eton e di Harrow; ma la sua apparenza e le sue funzioni sono tali che difficilmente quelli che, una volta, si chiamavano "buone lame,., si potrebbero oggi chiamare " buoni ombrelli ". t impossibile, in qut':ste circostanze, non provare tristena per l'ombrello; e la nostra malinconia aumenta se consideriamo la sua storia, la quale è non meno romantica che auguua. Mr. A. H. Longhurst, direuore dell'urfìcio di archeologia :a. Ceylon, l'ha raccontata in una monografia in1itolata The $tory o/ tht S1Upa. Da essa si apprende che l'ignobile arnese, con cui irrighiamo i nostri urfici e corriamo il rischio di accecarci l'un l'altro, era considerato dagli egiri e dagli assiri come un simbolo di autorità e di po1enu e che per secoli esso fu in Asia non solo emblema della sovranità, ma anche oggetto di venerazione. In tempi rclatinmen1e recenti, i viaggiatori che volevano entrare nella città di Delhi erano diffidati a non. offendere le prerogative del Gran ~ogol aprl"ndo l'ombrello. Per secoli, dunque, in tutta r Asia esso ebbe una funzione maestosa e solenne: e quando Giorgio V visitò l'India, un ombrello di Staio fu tenuto sul suo capo in tutte le occasioni>. A questo punto, è abbastanu curioso rilevare che l'ombrello, mentre sul capo del Gran Mogol o di Giorgio V era simbolo di maestà e di potenza, nt':lle mani del signor Chamberlain significhi semplicemente che il Primo Ministro del Regno UnHo è un uomo rispettabile come tanti ahri. E che un personaggio così eminen1e e tanto in vina si atteggi a eguale a tanti altri uomini. cht': ct':rchi di non dis1inguersi esteriormente dai suoi simili, è caratteristico detreleganz.a bri1annica. Ma, per quel che riguarda in generale il costume inglese di portar l'ombrello, non è necessario prl"nder le mosse dagli ant'.chi egizi, né dal Gran Mosol. La verità è che, sicc9me in lmthiltern piove speuissimo, anche nella buona stagione, cosi si è fatta una questione di moda e di e rispettabilità • di quella eh" è una disgrazia nazionale: il cattivo tempo. RICCIAROETTO Aono II• N. 42 • 15 Ono'bre 1938-nJ IINIBU SETTll!ANALEDI ATTUALITÀ POLITIOA E LETTERARIA ESCE IL SABATO lN li•l6 PAGINE ABBO!IAMEIITI Italia t Impero: anno L. 42, 1e.me1t~L. 22 Eatero I anno L, 70, Hn:t61lrt L. S6 00!1'1 NUIIEI\O UNA LII.A !ian01crinl, dlugni • totogn6e, anc~e H non pubblicati, non 11 nnhui1cono, Dln:don•: Roma• Piana della Plloita, 3 TelefonoN. 66.470 ABun1Jll1tru.lo111: K.ilano • Piana Carlo Erba, 6 T•ltfono N. 2:4.808 .. P'11bbUdti: Per mi\limnrodi alu.u1, but OlllCOIODll&; L. 3. R\,-olgertl 1ll'Agensla O. Br11ohl llllano, Via Sahinl, 10, Teltfono 20-907 Parigi, 56, Ra• du FavbonrgSaint.-Honori 111

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