tutto indjfTerente Pan Hlousck, che a\•eva uno stipendio fisso e il diritto alla pensione; ma il dottor Tarjan voleva fan.i bello, quale campione dei cè:chi e della loro missione storica. di tutta l'A~ia schierata alle sue spallé. E vantava come un onore e un privilegio la parte assegnata, secondo lui, dal destino al suo popolo e alla sua patria ; quella di essere la pattuglia di punta della Russia e dell'Asia in marcia nel Cuore dell'Europa, la testa di ponte dell'Oriente in Occidente, il punto del primo contatto, il primo campo di battaglia nel grande conflitto. Pan Hlousek, che s'era messo ad ascoltare attentamente, fece subito una os,ervazione : che in caso di guerra i più sfortunati sarebbero stati gli abitanti delle villette alla periferia di Praga, perché non avevano né cantine profonde per salvarsi dalle esplosioni, né tetti abbastanza alti per difendersi dall'allagamento dei gas. E aggiunse che i padri. di famiglia commettevano un vero delitto a stabilirsi come aveva fatto lui nelle grandi città, dove si risentono più tragicamente le scosse dei granW cataclismi storici. « Oh, se è per questo:,, diceva ridendo con cordiale spavalderia il dottor Tarjan, « i cataclismi storici son proprio quelli che meno interessano la salute degli individui. Voi conoscevate il colonnello Malicek? >. Il colonnello Malicek era stato legionario in Russia col generale Gayda : aveva combattuto contro gli austriaci e poi con:ro i bolscevichi, aveva attra• ver~ato la Siberia, era andato a finire sul fronte francese, poi s'era battuto cogli ungheresi, e come era morto? Era morto qualche gi,orno prima:, in seguito a una pacifica opera.zionc d'appendicite. Pan Hlousek lo conosceva infatti, e appunto voleva chiedere che cosa poteva essere quella pesantezza che avvertiva da qualche tempo al basso ventre, dalla parte destra. E si premeva il ventre con ambe le mani, nel punto della pesantezza. Il dottor Tarjan di fronte alle serie preoccupazioni degli altri, alzava le spalle e rideva come se si trattasse di sciocchezze. « Come, avete paura dell'appendicite? Un taglietto, e pas5a la paura: un tagliettino da niente, che oramai ~an fare perfino gli infermieri :,. « E il colonnello ~1alicck, allora? :,. « Ma quello aveva il diabete! :,. Queste chiacchiere inutili furono interrotte da Pan Hlavacek, che era imp3ziente di trovare una successione all'insopportabile predominio dei Gialli: e la trovava nell'avvenire della razza negra, sulla quale stava appunto leggendo un libro impressionante, o con maggiore probabilità, come sosteneva ,;na rivista americana, in una nuova razza la quale si starcQbe formando proprio in questi tempi nel!'America centrale. ~,fa il dottor Tarjan non voleva farsi dei nemici per la razza gialla : dopo la tesi viene l'antitesi, e poi viene il bisogno di tornare amici un'altra volta sul nuovo piano della sintesi. Egli accettava la liquidazione della raz1.agialla, ma prendendo la rivincita anche sulla razza nera e ~ull'altra che non $'era ancora formata arriva.va al momento in cui l'uomo, bianco, giallo o nero, avrebbe dovuto cedere il dominio del mondo a un'altra specie di viventi, che, secondo certe riviste ingle- ,;i, sarebbe stata quella dei topi o comunque di animali piccoli,;\imi e innumerevoli, fone anche di in<;etti. Le riviste inglei;i ch'e~li citava facevano anzi una gran prop.:ig:rnda prr l'allc- ,·amento dei gatti. « Scmate ~. interruppe Pan Hlouf\ • ~1-« ~· ,, '-' \ (j L I '~ I ; ,r_ ': I • - :. t !1 .. ~ 1 l. _·_-;<"'' ,.Jr' SPAGNA • ISORIZIONI IN UN PAESE lLIOONQUJ8TATO DAI LEGIONARI sck, « il diabete non sarebbe per caso quella malattia per la quale le ferite non si chiudono? Perché ho notato che, se ~i faccio un taglio oppure un graffio... :>. , li signor consigliere invece si rivai• geva a Kreici, studente di scienze, per sapere se si potesse ritenere la oom• parsa dell'uomo sulla terra anteriore all'ultima glaciazione o se invece fosse da escludere che l'uomo avesse veduta la famosa discesa dei ghiacci. Questa, per Kreici, era un'ipotesi da scartare senz'altro, la presenza dell'uomo sulla terra essendo limitata, secondo lui, all'intcr\"allo fra due glaciazioni, e precisamente fra l'ultima avvenuta e quella da venire. « Allora >, disse preoccupato Pan Horak, «ci dobbiamo aspettare la prossima_glaciazione come la nostra fine! :,. « Del rc~to la vita », diceva intanto il dottor Tarjan, . 4' tutta la vita ... >. Eravamo arrivati a parlare della \'Ìta. In fondo il dottor Tarjan voleva consolare la compagnia visibilmente accasciata sotto il peso di tutte quelle sciagure, dimostrare col solito sorriso di superiorità che le loro preoccupazioni erano tutte sciocchezze; ma anche l'idea della vita non riusciva a sorridergli, se non nel punto in cui sarebbe irrimediabilmente cessata. E.gli parlava della degradazione dell'energia : era veramente un uomo che non poteva danii per vinto. Ormai, dopo la degradazione del• l'energia, non c'era nulla da distrug• gcre nel congelato mondo buio e muto; tacevano assorti nell'ombra della sera precoce che ingrandiva malinconicamente quella fredda stanza. Allora parlò Pan Klousek, e la sua voce era un lamento. Parlò dello stipendio e della pensione che non potevano poi ritenersi tanto sicuri se non era sicuro, in quella situazione geografica e politica, lo Stato che :wrebbc dovuto garantirli; parlò della villa che non era al sicuro coi tempi che si preparavano, proprio là alla periferia di Praga; parlò anche lui della vita, ma della vita dell'uomo, che è così poco sicura. legata a un impercettibile filo di !.eta, alla mercè di un graffio e di un bacillo, e dell'avvenire dei figli, che un uomo può lasciare da un momento all'altro a chi sa quale destino, come poveri cagnolini. « Come cagnolini », gemeva. « dei poveri cagnolini >. Poi tacque anche lui. Fuori non piove\"a pili. Di tanto in tanto si diffon• deva un brivido fra gli alberi (chcletriti del giardino, e i vetri allora tremavano leggermente. La ~era già cancellava di là dai vetri gli a,;pctti del panorama: briilava wlo qualche lu• mc. A un tratto s'accese una lunga fila di lumi e face'"a pensare alla malinconia delle "trade do\"C non pa(,;;a nessuno. Il dottor Tarjan guardò l'orologio; erano le quattro e mrz10. « Se non mi sbaglio», dis\C il signor çonsiglirre, « alle cinque cl-,vetc tro- \"arvi al Fenix >. « Oh, per mc... piuttosto Pan Hlousek non doveva andare a prendere i bambini e la signora per condurli al cinematografo?>. « Già :., ,;oi.pirò Pan Hlousek. « è vero. Del rc,;;to ci po~,ono andare anche da (l')Ji». E a~giun~e: « Bi\ogna accendere la luce :>. ).fa non ,i mos~e. E noi ,;;eguitammo a \'edcr biancheggiare. nel buio dell'angolo do\"e ~edeva, la pallida piaz1:a dd ,;;uo\'olto, fermo come quelh d'un morto, e Jr mani che pendevano inerti dai braccioli della poltrona. CORRADO TESTA GLI INNOCENTI A Hyde PaT"k le trincee si ritmpiono d'acqua e di fango. Il parco è quasi deserto e solo qualche raro prc<!icatOTe attira un pubblico di signori seri che ascoltano con I' ombrello apcno. Non si parla più della guerra; ma del resto i londinesi hanno parlato ben poco della guerra. Parlavano di gas venefici e distruttori, di aeroplani fanta.sma che sarebbero giunti a coprire di metallo incandescente la città. Tutti i lettori di Wclls hanno ritrovato il brivido che già avevano avuto leggendo le stragi e le sventure del mondo futuro. Ogni sera Londra•pcr pi1:, d'una settimana ha sentito la min:u:cia di fantasmi tremendi. Insieme ai ricordi delle letture di Wclls sono tornati quelli dei romanzi polizieschi e dei racconti di streghe uditi da ragani. :Ma ora che non si sono avute le .stragi e le rovine, gli inglesi si trovano di fronte a grandi problemi che angustieranno il loro avvenire. La popolazione londinese canina è enorme: fonc nel mondo canino Londra è la città più grande del mondo. Più grande di . 'cw York. Per alcune stttimane i cani londinesi sono rimasti sotto la minaccia dei gas: la scitnza non ha s:iputo soccorrerli; la tecnica moderna non si è mostrata adatta alla situazione. I fabbricanti di maschere avevano si pensato alla speculazione delle maschere per i ca[\i, ma l'affare è fallito. Il cane è ancora indifeso contro le minacce del ciclo. La maschera antigas, infatti, si è mosirata inadatta al mondo canino. Come si sa i cani hanno sempre il naso umido, cd è in ciò la loro salute. La maschera, udugando questa umidità, finisce col produrre la soffocazione. Si aggiunge poi la bava della btstia sofftrcnte; trcm~ndo il destino dei uttus, dei bulldogs, dei ,o,J.ers, dei pechinesi in tempo di guerra. Le vecchie inglesi hanno pianto, si sono disperate: hanno implorato Chambcrlain ; forse si sono inginocchiale d:wanti all'arcivt"scovo di Canterbury. Mai ad esse la guerra era apparsa tanto orrenda come sotto quella minaccia di cani soffocati. Si sono visle donne baciare le loro piccole bes1ie come per prt'pararsi a un supremo addio; poi, una vera campagna per la sah'czza dei cani si è iniziata decisamente. I fat1ori di ville disabitate hanno ricevuto dispacci misteriosi, dove si annunciava l'arrivo di ospi• ti che avrcb~ro dovuto trovare nei campi e ncJle foreste la loro salvezza. L'idea di un grandt: conc~n1ramen10 di cani ha ar• riso a molti inglc5i. Agenzie si sono improvvisate per dare ai proprietari tutte quelle garanzie ncccqaric a chi vuole affidare ad estranei un cuerc tanto caro. Poi, all'improvviso, rc~odo dei cani è cominciato: ,i sono viste lunghe file di pechinesi e di levrieri avviarsi HnO la campagna. ~fa chi accompagnava gli animali non a\Cva l'aspcuo di chi si ripromeuc una bella passt~~iata o addirittura una p:utita di caccia. Dimenando la coda fcstevolmcntc, i cani non facevano che accrescere l'amba• scia delle vecchie signore ; le quali si tro- • va\ ano le lacrime agli occhi nello scoprire quanto mai grande era l'innocenza dei pro• pri cari. Era un ben meno corteo. Ciun1i al principio della campagna, i cani hanno tentalo invano di sfuggire al guinzaglio, poi compresero che non si tra1t3\ a d'un consueto viaggio all'aria aperta: cosi cani e padroni si sono avviati mesta· mtntc \·crso le prime fattorie. ~la. r improvviso sopraggiungere della tranquillità, ddla pace là dove l'animo era ormai inclina10 alla disperazione della guerra ci impedisce ora di descrivere quello che ~arebbc stato il piano per la difesa dei cani. Il paese ha trepidato lunghe «:ttimanc pèr il ftdt:lc amico dell'uomo. Si atttndtva la nuova strage degli innocenti e l'anima si riempiva di orrore. Le vecchie ingltsi hanno pianto pensando che per un capriccio degli uomini i loro pechinesi, i loro cot:ktrJ potevano morire in questo piovoso autunno londinese. STORIE BREVI Un signore inglese fu avvertito che, in seguito alla esplosione di una caldaia, il suo segretario era stato fatto a pelli. e Andate>, disse a qualcuno con voce commossa, e andatt a cercarmi quel pezzo del suo abito dov'è la chiave della mia automobile >. ti vtcchio Samuele stava per morire. A1torno al Ictio si trano raccolti i familiari per sentire le ultime parole del moribondo. /,d occhi chiusi, il vecchio sillabò con \"O• ce fievole: e Sara, moglie mia, dove sci? >. < Qui, Samuele, vita mia >, rispose Sara tra i singhiozzi. < Rebecca, figlia mia, ci sci anche tu? >. < Sl, padre mio >. < E anche tu, '.\iosé, gcntro mio, sci qui?>. e SI, padre >. Allora gli occhi del moribondo si aprirono improvvisamente: e E chi bada al negozio?>. Una ricchissima americana malata di snobismo aveva invitato recentemente in una sua proprietà, presso New York, un conferenziere inglese di passaggio. Gentiluomo impeccabile, di modi perfetti, l'inglese aveva una urana mania: presentava il suo cameriere a tutti gli ospiti della padrona di casa. Offesa, qucsia infine protes1ò: e Non siamo poi tanto democratici, in America, sapete! Sono cuta che non presentereste quell'uomo ai vostri amici, in Inghilterra! >. e No, cerio, signora >, fu la risposta del conftrtnziere, e ma il mio cameriere è una persona simpaticissima e io lo conoscevo bene prima della crisi, in Ingh.iltcrra. Sono stato al suo servizio per tre anni>. Un ~spcttore va a visitare un manicomio ultimo modello: fra l'altro vede una piscina ove i ricoverati si esercitano ai tuffi dal trampolino. L'ispettore che assìslc da lontano all'esibizione dei matti nella piscina sì congratula con il direttore: e t vcr'amcntc lodevole >, dice, e che i malati facciano i bagni e si divertano nei tuffi>. e Vedrà domani >, interloquisce un assistente, e quando vi sarà l'inaugurazione e vi metteremo l'acqua per davvero! >. CONCORSO PERMANENTE DI "OMNIBUS" perla naru•tone d1un ratto qualslast, realmente accaduto a chi acrtve. La narrazione non deve superare le tre colonne del giornale, e deve e11er$ invia.La. scritta a roaccbtna, da una. aola part.e del toruo. Orni narradone pubbltea.t.a., secondo l'ordine di arrivo e d'accettaztone, verrà compensata con Lire 600 (cinquecento). - I da.ttUoscrttti non accet.- t&t.l non 11rut.1tui1eono. - Per la va.ll- :h~n~~u:t::e:;~o:: 1 :g~~~i!::i1~~ sulla buata. CONCORSO PERMANENTE Alla Direzione di OMNJ-BUS Piazza della Pilotta, 3 ROMA PERCHÉFU PER SCOPPIARE LA GUERRA? f.'fl El pochi giorni che intcrcorstro fra il 8J 12 e il 29 settembre la pace fu salvata due volte. La prima quando Chamberlain si recò, e messaggero volante di pace>, a Bcrchtcsgaden. Egli stesso, nel discorso che pronunziò ai Comuni il 28, parlando di quel suo primo viaggio, diuc: e lo non ho alcun dubbio, ora, guardando indietro, che solo la mia visita impedl una i~vasionc, per fa quale tulto era pronto>. Dopo Bcrchtcsgadcn fu rcdatlo un e piano anglo-franccst > e il governo di Praga fu persuaso ad acctttarlo. Per alcuni giorni l'accordo sembrò raggiunto. ~fa il 23, a Godcsbcrg, sopravvenne la rottura. Per sei giorni il mondo fu sull'orlo dell'abisso, finché iL, 29 la pace fu salvata una ~conda volta e definitivamente a Monaco, grazie al provvidenziale inttrvcnto di ~fossolini. Qui, ci proponiamo soltanto il seguente problema: in che cosa il piano di Hitler differiva dal piano anglo-francese? Ossia perché nei giorni dal 23 al 29 settembre fu pe1 scoppiare la guerra? BEROHTESGADEN fl.\ CRISI entrò nella fase acuta il 12 setl.!:J tcmbrc, col discono di Norimberga. Fin allora si era discusso sempre sulla base del cosiddetto programma di Carlsbad, il quale (giova ricordarlo) avrebbe )asciato del tuuo illesa l'intcgri1à territoriale dello Staio cccoslo,,acco. Quel giorno, per la pri• ma volta, Hitler domandò per i tedèschi sudctici il diritto di au1odc1crminazionc; il che equivaleva a domandare la secessione. Il problt'ma, quindi, da quel momento mu• tò radicalmente. Due giorni dopo, il 14, Chambcrlain telegrafò a Hitler, il 15 par1ì in aereo, conferi con Hillcr a Bcrchtesgadcn e il 16 tornò a Londra. I risultati del convtgno furono, per il momcn10, tenuti scgrtti. Due giorni dopo, il 18, Daladicr e Bonnct giun,cro a Londra e Chambcrlain li informò. In sostanza, Hitler aveva domandato l'immc~iata incorporazione dei Sudcti al Reich ; altrimen1i avrebbe marci.ato. e In termini cortesi, ma perfettamente definiti >, raccontò poi Chamberlain ai Comuni, e Hitler mi dichia~ò di avtr deciso che i tedeschi sudctici dovessero avere il dirì1to di autodcttrminat.ionc e di tornare, se lo dcsidera\•ano, al Rcich. Se essi non a,,csscro potuto ottenere questo con le loro forze, egli li avrebbe assistiti ; e dichiarò categoricamente che era preparato a correre il rischio di una guerra mondiale, piuttosto che aspettare >. Si disse pure che Hitler avesse fissato un termine per la risposta anglo-francese: mercoledl 2 1. Si era al 18. Quando udi questo, Daladicr scattò: e Voi parlale di un piano tedesco>, disse a Chambcrlain. e Io lo chiamo un ultimatum>. Piano o ulti-iatum che fosse, il giorno dopo (19 settembre) i governi di Londra e di Parigi lo trasmisero a Praga. Praga rispost il 20, proponendo l'arbitrato. ~fa nella notte dal 20 al 21, alle 2, i ministri d'Inghilterra e di Francia si recarono dal presidente Bencs. E il giorno dopo (il 21), il governo di Praga accettò incondizionatamente. E il ministro britannico a Praga co• municò a Bcncs che e il governo di Sua Maestà britannica era profondamente consapevole degli immensi sacrifici, che il governo cecoilovacco aveva accc11ati, e del grande spirito pubblico, che aveva dimostrato>. GODESBERG fl L 22 il Primo Ministro britannico partì U di nuovo in aereo per la Germania e si incontrò con Hitler a Godcsbcrg sul Reno. Discussero dapprima della garam.ia. Poi passarono alle altre proposte. Subito Hillcr disse che non poteva accettarle perché troppo dilatorie e insistette per una solutione immediata, in considerazione del 1crrorismo cèco. Le con\•crsazioni furano in1crrotte. Cham. ~rlair riuc a Hitler una lettera, che è ora pubblicala nel Libro bian&o inglese sono il n, 3. Hitler rispose con la lettera n. 4 del Libro bian,o. Chambcrlain scrisse una nuova lc1tcra (n. 5 del Libro bian&o) domandando un memorandum. E il memorandum, insieme con la carta geografica allcga1a, gli fu consegnato la sera, alle 10 e mezzo, quando si recò da Hitler per il colloquio finale. e Per la prima volta>, ha raccontato il 28 settembre Chambcrlain ai Comuni, e trovai nel memorandum un 1crminc >. E poi• ché la rottura era già avvenu1a la mattina, è cviden1e che non era a\!venuta per il termine. e Allora>, rifcrl ancora Chambcrlain, e io parlai con grande franchezza ... Dichiarai che il linguaggio e lo stile del documento, che definii un ultimalum piutt0SI0 che un memorandum, avrebbero profondamente urtalo la pubblica opinione nei pac!i neutrali e rimproverai amaramente ,1I Cancrllicrc di non corrispondere in alcun modo agli slor7i che avevo fatti per assicurare la pace >. Cosl riferì Chambcrlain ai Comuni. ~t:i. Hitler, nel discorso allo Sportpalast del 26, illustrò il suo piano in modo ben diverso: e io ho ora trasmesso al governo britannico un memorandum con la mia ultim:i e dcfinith•a propos1a. Questo memorandum non contiene altro che la realiuazionc di quello che il signor Bcncs ha già accettato >. Come si vcdc, la con1raddizionc fra Cham. bcrlain e Hitler non poteva essere più completa. Per l'uno il memorandum conte• ne\"a proposte del tutto nuove; per l'altro non conteneva che propos1c per la realiuazionc di quanto era stato gi3. convenuto. Quid ul vuilaJ? IL PIANO HITLER fl L memorandum di Hitler proponeva l'imU mediato distacco dalla Cecoslovacchia della 70na segnata in rosso sulla carta. Questa rona comprendeva tutti i tcrri1ori nei quali, secondo Hitler, i tedeschi sudctici sono più del 50 per cen10 della popolazionr, e alcuni territori addizionali. Qucsta zona doveva essere completamente evacuata dai funzionari e dai mili1ari cèchi cn. tro il ,• ottobre e, ntllo stesso termine, doveva essere occupata dalle truppe tede• schc. Un plebiscito si sarebbe do,•uto fare in novt=mbrc e, secondo i risultati di esso, sarebbe staia tracciata la frontiera definitiva. Un'altra zona, sulla caria, era segnata in verde: il e 1crri1orio dubbio >. Qui sarcbbt'ro rimaste le truppe cèchc. Poi vi si sa• rcbbc fatto il plebiscito. Al momento del plebiscito, così le truppe tedesche come le cèchc sarebbero siate ri1ira1c dai ltrritori contesi. Queste, all'incirca, le proposte del memorandum. Posto che il principio così detto dcll"autodctcrminuionc de 11 e popolazioni era siato cost accollo, il problema da esaminare è se le propostt' fossero un'applicazione del detto principio o una violazione di esso. LA NOTA O.!:OA f1 \ CRITICA più ampia del memoran• l!!) d1,m di Godcsbcrg fu fatta in una nota cèca del 26 settembre. In c~sa si rilevava che, se il piano di Hitler fosse stato accolto, il futuro Stato cccoslo,·acco sarebbe rimasto prh·o di difese, povero di indus1ric t di materie prime, ccc. Que\te obiezioni non ci riguardano perché il principio dcll'autodett:rminazionc può portare a queste conseguenze. La parte per noi più importante della critica cèca era quella che ora esporremo. Hitler aveva distinto un e ttrritorio rosso>, che doveva cucrgli con. segnato il ,• 01tobrc, e un < territorio verde >. La nota cèca obiettava: A} che il e territorio rosso> sorpassava largamente le conccs'5ioni anglo-francesi, perché, mentre queste facevano passare al Rcich 382.000 cèchi, Hitler st ne prendeva fin dal ,• ottobre 836.000; B) che nel e territorio verde > c'erano 144.000 tedeschi e 1.116.000 cèchi; e poi• ché il plcbisci10 si sarebbe do\•uto fare in tutt·c due le rone insicm,., i voti cèchi della zona verde sarebbero stati sopraffatti dai voli 1edcschi della zona rossa e, quindi, il e tenitorio verde>, benché quasi interamente cèco, sarebbe stato attribuito al Rtich. Meniamo, per un momento, da f'' rtc l'obiezione sub A; cc ne occuperemo in ultimo. Quella JUb B appare indubbiamente lo. gica cd equa e il tt"sto dd memoiandum in: duceva a credere che Hitler vcramcr.te intendesse fare il plebisci10 nel modo sopra dcscri1to. ~,fa quel giorno stesso, 26 srttcmb1<', nel discorso allo SportpalaJt, Hitler rispos(': e Io sono cd ero disposto a che si factuc un plebiscito in tutto il territorio; ma a ciò si opposero il signor Bcnes e i suoi amici ; essi volevano che il plebiscito si fa.. ccssc sohanto in alcune puti. Bene, io ho ceduto>. E allora? Allora che cosa del memorandum di Hitler era incompatibile col principio dtlrautode1erminazionc? E per che cosa si sarebbe dovuto fare la guerra? OONOLUSIONE f.'(10~ per il termine. Noi sappiamo che UJ la rottura avvtnnc al mauino, mentre la pretesa del termine spuntò I.i sera. Oltre di che ripugnerebbe al più elementare buon senso ammettere ohe Hitler e Chambcrlain, essendo perfettamente d'accordo l'uno ntl prendere, l'altro nel ccderc un certo territorio cèco, stt"5scro per scatenare una gucrr.a mondiale solo perché l'uno volc, 1a prendere il 1° ottobre e l'ahro voleva cedere entro alcuni giorni. La divergenza vera, dunque, era sul quan• tum. Chambcrlain e Hitler erano d'accordo sul principio: trasferimento del territorio prevalentemente tedesco. Ma per l'uno era e prevalentemente 1cdcsco > un cerio territorio, t: per l'altro un territorio molto rnag• giare. Fu detta una questione di procedura. La semplificazione era eccessiva. Una questione di procedura che imolgcva la sorte di mezzo milione di cèchi e, fonc, di altrct• tanti tedeschi. La nota cèca sollevava, come abbiamo vi. sto, la qu~stionc, ma non forni,•a clementi per risolverla, Diceva: nel e territoT"io rosso> ci sono 836 mila cèchi. Ma quan1i tt"· deschi? Perché se c'era un solo 1tdcsco di più, avc\a ragione llitler di dire che le sue richieste erano !"applicazione del principio dell'autodetcrminationc ; e se erano più numt'rosi i cèchi, aveva ragione Cham• berlain. :Ma, su questo punto, Praga taceva. Dunque aveva torto. RICCIARDETTO Ano li . N. ,U - 8 Otlobre 1938-:nr :1 MNIBUS. SETTIMANALEDIATTUALITÀ POLITIOA E LETTERARIA ESCE IL SABATO IN l'l-16 PAGINE ABBONAMENTI Itallae Impero: anno L, 42, umutre L. 22 E.tef(II anno L. 70, 1tmutre L. 36 OGNI NUMERO UNA LIRA ?1h.nnorittl, dhegtil , fotografie, t.nt1be H non pubhlluti, DOU 11 rutitDIICQDQ, Dtrulou,: Roma • Pin11. dellt. Pllt1tta, 3 TeitfcDO N',66.470 Amm.1Dlltrulon1: Milano• Piant. Culo Erba, 6 Telefono N, 24,808 Pubblicità: Per ml.111metrodl t.ltu11, bue ona colonnt.1 L. 3. Rlnlgeul all'A1eiui1 O, Breaobl Mil1no 1 Vla Sal•inl, 10, Telefono20-907 Parigi1 661 Ruedo FanbonrgSaint-Honc~ I!
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==