Omnibus - anno II - n.41 - 8 ottobre 1938

ICOKTINUAZ. DAI KtJld.ERI PRECEDENTI) 11. VE:\'TO, fuori, crc,cc-va di vio• lenza. Lr lampade delle strade si alzavano bruscamente, e le om• hre giravano sui muri e i tetti. Talvolt,\ si rovesciavano addirit• tura, colpendo, coi loro ra~gi, la cu1><>lae l'ang-rlo di pietra della catte• dralc, la cui ~padJ mandava una fiam• 111a. Giù, nel ~iardino, che c-ircondava la torre, ~li alberi si buttavano l'uno ,ull'altro, con un suono di foglie che ~mi~liava a un jtrido. Sopra, i vetri tintinnavano, la fiamma della candela s;1ltava fuori dc·llo stoppino, e tutta la torr("- pareva che si picgas.se lcntissi• m.um·nte vcr\O sinistra. P.ucva, e si pit:gava dav\l'ro. Lo stipite sinistro del balcone, spinta la torre dal vento, scopriva alcune stelle, e lo stipite destro n:1'condcva mct,\ della stella Venere. Pa<i"iatoil gran soffio, la stella Venere riappariva tutta quanta. e le stelle di ~iniinra tornavano a nascondersi. Dicci anni di vita buttati laggiù, in quel pozzo di ca~ nere! Dicci anni su qudk· sedie, ,u c1uei mattoni, su quei lt'lti' Bu-.caino andò a ~derc in C...'\po alla rnvola. :'-:on vl'niva nc,suno. Finalmente il rumore di un p,\SSO salì pt•r la scala c,tnna ; ora a destra, ora J. sinistra, secondo i giri della scala, ora fioco ora nitido, secondo il vento, il rumore port.iva su qualcuno. Eccolo nella ,aletta, ('('Colo sulla SOft)ia: Ro• dolfo Dc ~ci, con un ombrello in mano. si fermò un istantc· a guardare {'ntro la penombra, quindi buttò ,:::iùil 'IOpr,,bito con un colpo secco, e s'av• vic.:inò alla 1avob. e Siete venuto un po' tardi>, mor• morò Bui.caino. Rodolfo. con uno sforw vi<;ibilc, ri• nunciò a rispondere. e Cos'avctc contro di mc?> chiese Duscaino. Rodolfo, con uno sforzo ancora più pt.·noso, rinunciò a quella parola, sia come detta ,ia come taciuta, e pa5SÒ '\ttnlatamcntc ad altre: e Bella fine!>. Ade~ era Bu'<:aino che rispondeva : e Già!>. e E dire chr di promes\e cc ne hai fottt·- tante! >. e Ah no, Rodolfo! Non prendetela p("r <1u('sto veno! Sap<.'tc bene che la torre non s'è potuto aprirla al pub. blico a cagione della scala ! >. e Buscaino, parliamo da uomini: la ~ala è un pretesto. Tu mi che la ra• gionc del divieto è un'altra 1 ». e Ammetto che sia un';.1ltra. Che colpa ne ho io? ». e Che colpa ne hai? Non è tuo il 1>re>gcttodella torre? >. e Mio è il progetto. Ma voi l'avete «"gltito! E con molto fervore! :t. e Io ti stimavo un uomo, un uomo di quelli che piovono dal ciclo. E crr• devo che il progetto di un tal uomo fm"it ben ponderato, scrio, utile e cht·, J)('r t.>"50, qualcuno avrebbe parlato di noi in avvenire! >. e E non vi 1icte ingannato, Rodolfo! Qudlcuno in avvenire parlerà di noi! La torre non si cancella, come l'a~t.1 di un bambino alla l,wa~na! La torre.· ~ qui, e vi rimane! Tutto si potrà dirf' di noi. meno che non abbiamo la• vorato! >. e Già. Ma c'rrano tanti piccoli la• Yori utili da fare (cmì dirà la gente), e invece ciuegli sciagurati (gli sciag-urati, noi!) O{' hanno almanaccato uno tanto t1ticow. g1·andio"i0 c balordo. E tu ci h.li fatto bvor~,rc dicci anni, dicci an• ni, attorno a una cosa tanto sciocca!>. e JI mio progetto non era sciocco, caro Rodolfo, non era h;.alordo! Se io n~i ripcn$0 nt'I momento in cui. pa.s• ,ando in trrno «;u) J>0ntc che domina Natàca, ebbi l'idea di una torre pano• rumfCa : ebbene, io non trovo, nel gio• v"illll: Buscaino di quel momento, nulla di anormale c di riprovevole. Tutto ('r,1 ,Jt suo posto, tutto era a punto, nel pinolo uomo che- decideva d'in\'Cstirt• il capitale orrzio,,o della \U3 energia nd miserabile denaro t· nel lento Ja. ,·or9 di Natàca ! Ma il vero è che (fU('• ~,a è tcrr,l nera e maledetta da Dio, e uon v'ha huon seme che ric~a a frut• t,uvi come !liidt've! L'idt'a pili ~-iudi• ;io~a e pratica, seminata in un po• polo cli cui fa parte Leopoldi invcn• torr del moto p<.•rpctuo, Ncrc~u:~fain• vcntorc dt•l morrcalc. P,rndizuccht'ro ~·fa.led re d'Inghiltcrr,1, eccctcra ecce• tn,1, dà fatalmente per frutto una balord,l~:n;~·inc!>. « Dunque, la tua idca di una torre panor:,mica. me,._a in pratica tre- anni doµo il <livirto di costruirr torri pano• r.uniche, è un'idea scnnata' Ma_io non ,o d.n ,·ero cht· c~a pcn,arr d1 te! >. « Caro Rodolfo, questo non ha im• portanza! /\vrtc pcn"lato b<"nCdi mr 1wr dicci anni) Ora pen,atC'nt- male!>. e Eh ~ià ! è una parola! •· R una parola, infatti. Come si fa, do1)() dicci anni di pcn,ar b<-nc di Bu• "·;1ino, comr si fo. d'un tratto ~ prn• ,arnt· male? St•mbra che ,ia una co~:1 d.1 nulb coml' voltare la pa~ina d'un libro E non è Rodolfo ,'c-ra accorto ", ..camrolnan aoU-ole p1Ht4 dtl gi1rdl1I p11bbllcl... " che la 5u., vit.i era l<•g,,ta per millt· fili al pt'ns..'l.rbene di Bu.scaino. e Pens~,r m,1lc di te_-?Quando io p:l<· <o, dall'idc·a chc- avevo di te fino a irri, a quella che dovrò avcrnt' domani, mi pare che qualcuno mi mrtta !e mani entro la carne e mi ri((iri tutto lo Klu-• IC'tro. Soffro come un cane!>. e Rodolfo, io non \(l t-hr mi dirL' 1 Voi avctt un po' pass.1to il segno ml'l• tendo tutto voi stc™>nd progt·tto d<·lla torre panoramica. Nr~,uno vi chit'- deva tanto! Avre'itc 1><>tutoattendere. insieme, ad altri lavori ...• Io no, in• vece! Io dovevo d,mtll ,ì <1ucl pro• getto anima e corµo! E çosì ho fatto! F. mi sono rovinato! C.:hi mi rid,1rà adcss~ i miei dieci anni IX'rduti? >. Bu~aino poi cambiò tono di voce: e Che voiNe da mc, Rodolfo, pt•r Dio? Che volC'te da mt•? lo ;;;tavo it•ri per im1>..1zzirc!Vi dirò di più: ho ccr• cato d'impazzire! Qu;mdo mi sono a<"• corto che il 'Ole cominciava a fflmi• gliarmi a un Of:?:gettoqu;\(,i.t(i, e che non facevo pil, akuna distinzion<' ~<·· ria fra il hirchicrc C'hc ,1vrci potuto prendere dal <"ornodino (' il di-.co bian• co che. ~ì, qua,i qu;.1-.i avrei p<Huto ,piccare d.111,t finestra. ,tllora mi -.on ~duto 1-ul ll"tto, asp('ttando che tutto ~iungc"iSCal \UO tcrmmr, eh(• gli oc.• chi mi si ,barr,1s.scro l' il cervello mi ,coppi.is"«·! Già sorridc-vo .1lb <riperanz,t che il ri<.·ordo della torn.· ,i;pari,~ d.,l mio JX.·miero, e quattro più quattro fi. nalmt'nt<· dr,-.e no,·c. M,, che, ma che, mio caro Rodolfo! Quattro più quat• tro continuò r1 darmi 1x·r ri,ultato otto, otto c.• non più di otto. e non mt•no di otto! 1-: il ricordo dl·ll,1 torre non ,i;parì di un millimetro!>. Rodolfo tarc1ue un momento, poi fr. cc per and,tN:nc, ma giunto <iullaport,l si fermò. e lJna '°I" co(a mi ric·\f'c [!radt'volr, in tutto quello ch'è .u-r.1duto >, di,,,., e cd è la 'll'guentc-. t· dopo an·ru•la detta mc ne andrò: chc .mçhr tu. rht· credevi di cv,erc un tl'rrrmoto o dw ,o io, sci rimasto a Nat,ìc-a come tulti noi. Pre,;o m:lla trappola!>. Rodolfo çhiu"-C coo tal violenza la porta dietro di <ié cht· la candrla ,i. spense. Bu;;caino andò al b,lkone: s'accor-.r rhc- i pochi lumi di N,H;\Ca lo guo,rda- ,•ano '°nnarchimi e \it·uri come gli oc• chi cht• la '<'ntinclla ri,·ol~e al proprio pri~ionit•ro, quand'r~li ~ ben lc[!<llOr incapace di. fu~girc. e Ah, no. no, no! • cli,~ e !i dirC'-'ll' V('N{) ).i J>Ort,l, L;~ì; (C('\e, bus..~; alla porta di una pin7och<.·ra. che dormù·a in un ra\OtlO vicioo ali., torr<' e .alb quale rra 'il<tHI prom<""'IOl'ufficio di cu,todc. e Co'-a \'Olrtc? > frn· Jn donna. "'<"• ncndo ,ull., 'IOe;lia.i111han1ccatain un.1 (µ<'Cil' di rnat<'ra<1...o. e Pr('ndete la vostr., bor;;a e vcnitccon mc! >. e Ce,ù Maria, che è accaduto? > mormorò la donna; ma non ehbc il tempo cli rendersi conto di nulla, chr già t·ra al ~condo pi.mo della torre, con una bo"3 sdrucita fra le mani. la camkia che si gonfi.i,,\ al ,·ento dcll,1 port,1 ~chiu\a, i c;,pclli che tentavano di \J)aq>.,~liarsi a ruota i e ~u lutto questo, scivolava e veniva 1"imc~,o ~u, con colpi di gomito, il sottilt~ uutc• r,lSK>che faceva da co1X'rta. e Buona donna, cod('!lti a[!'ncllini, CO· desti !li<d,uni,codc~ti dolci, codC''il<'frut• t;t val~ono mille !in·! Ebbcm•. pn·n• dt·tc tutto per cento lire!>. e A~ncllini? Ae:ndlini "ivi? :t. e Non vi,i, beati loro! :\la uccisi da poco ... Buona donna, è un affarone' Datemi n•nto lire, e che lddio vc-nga a pra:110 d.1 voi!>. e Ma io non so che- farmene:... >. e Nonnina, io de,·o p.,rtirt! Siate: huona! A1>ntc· la bor<('tta! Ecco, lo f.tc• rio io! La si apre cmì! Si cava fuori uo foglio da cento ... Così :t. La donna trattcnnr pt·r un lt·mbo il f~lio da crnto, e nrinw le dit., C'On un tn:mito nervoso. e Buona donna. è la mecca pc-r voi! Per rnt· è il bi~lietto fr1roviario! Siatt" cara! Pt•rdonatemi! Tutto è VO'itro! Vi lascio ,111chcla torrt· ! E che Iddio vi bcnt'dica ! >. E co~ì din:·ndo, Bu~aino dic-d(' uno strap1>0 al foglio da CC"nto,un hacio \ulla front<' della donna. <' scam:>òfuo• ri la<riciando la porta spalancata. La vecchia non riuscì a capire se ,i era fatta carpire il f~lio da un discolaccio rhe le \'oleva bene o da un ladro chr le a\'eva rubato il drnaro. Co(Ì, in• ccrtJ fra un scntimrnto materno e il pcmit·ro di chiamare la polizia, ,muo• \'Cva <' \Ollevava col piede ~li agnrl• lini. c:~1n~o:a\'ail loro frcddo mu<rtto, comidn.tv:l i salami e i dolci: poi mandò un ,;ospiro e, ;,ggiustatosi il ma• tcr;lS'm ,ullc spalle, sre~r in mn10 .1\. l'aria ai,:iuta e buia ,·tr"iO la propria ca"i('lta CAPITOLO XIV Il tempo perduto La calma era tornata, e Leonardo camminava ~otto le piante dei ~i.1rdini pubblici. L.1 torre <i profilava nC'tta in lontan.m; ...1 cd egli si mi,;;c a pcn<are: e Cna ,·olta, ba~tava il latrato di un cane-. l.t notte, o il rumore del «·cchio nella ci,tc.•rna, o qudlo della S<"arpa che mio fratello, nella camera accanto. ,i la\C'i,,"a cadere dal piede mrntrt" anda, a .1 INto, perché la gio1.1. che avevo dentro. ,_j far,·,\e d'un tratto pil, fortr i come qu,rndo ,torn:1 .ti!., mc-ntr. pi1'1 lucido dw mai. il ric-ordo drll., coli<'\pc-r l.1 quale ,i è f<•. lici. ~t.1 qual era l.l co'-, per cui <"ro frlirr in quel tempo, Xon era una, ma tuttf' le co~C' Io trovavo 111 qua• )uru1uc· ,l\ q,nirm ..•nto, anche nrl più tri,H·, <·01111•un pit"oolo 'iCgno d'inte\a d.tl qu;1k io ~olo C'10"in grado di c.1pin: che, perfino in quella wentura, \J n.l\(·ondt·,·a un .1tto d'infinita g<•nt1h·u.1 ,µt•cic \"Cr.c, di mc. Tutto rr;1 ;un.1tr>a quel tempo, ma io in modo jMrtirolnrc. Sguardi int<'nti e aff<·ttuo!!li mi picwt·v.1110dal cic.·lo e talv<.lha mi ,wi::::li.1,.,nodi notte e mi facevano do• m.rnd.irr "Chi mi guarda così?''. l.a donund., mi moriva ,ulle labbra. A dw, ~.11x·rt·donde vcnit."ie tanto amo• re> Mi ha,trtva che quell'amorl' ,i voi· gc,,c a mc ... Poi tutto cambiò! St•nLa rag1cuw! Come il bambino che, t<'nuto fra ttli a(ti da un benefattore ~cono• (ciuto, il quale manda a ogni fin di m{·.,t· molto denaro, d'un tratto vi1·nc a \;lJWrt' chc- il denaro non arriv.i più e il bf'nc-fattore non ,i fa più vivo, e dunqur l·gli deve la,ciar cavalli. ("a(a, collt·~io, servitori, e ra,,;egna.-..i .1 tor• n~1rpovt·ro; così io d'un tratto non mi '>t:ntii più wcgliato d., <i~uardi d'amo• re, non trovai pili. non ~olo m·II<.·,,·cn• ture. m.1 µure nelle COlòCcomuni. quel piccolo \{'KJlOd'inte.,a che io wlo (3· 1x-,·o lru~t·re. mi trovai abbandorMto e 1>0,-cro! La Iure s'era ~pent,1 ! Tutto era huio I E allora, co ..a ho fatto? Vi• \to c:-h't•r.tbuio, ho dormito. Allc cose rhc.· "iOllO accadute. non ho dato akuna iml)(lrt,1nn, come ~ fo~S<'rosoe:ni. Così <1uc-,tiquattordici anni di Natàca, la volt., dw tornerà la Juçc, io potrò con• ..iderarli come una -.ola notte, una wla ora 1x·rduta 1 :t. Le 11lt1meparole, egli non le a\·rva 'K>ltanto 1>ens~te, m.l anche d<"ttC"',a Lis.\ Torrini che gli stava acc;rnto da qu.,kh<' minuto. e Iknt· 1 :t fece Lisa. e Bene, bcnt' ! Sapt.·te c.o~a vi dico? Che voi. fra i t;tntt piAri di qu.1ggiù, meritate la corona di re! >. e Pt'rché 1 cara Li\a? Tutto era 'iC'U· ro: quello che avrei fatto non lo ,a. rchh<- ,tato di meno I Co(ì, ho prcferilO non far nulb 1 :t. e \'oi r.1gionate come l'ubriaco che. dopo una notte di '!Onno, 'ii alzò cl.il letto r aprì l'armJ.dio, scambiandolo JJ'.'r la fine'itra. Auortosi in tal modo eh 't•r,1 anrora notte, tornò 'iul lt·tto e dormì JX'r ""'tte giorni, confortato "i('m. pre d~il pcn,iero che il liOlenon ~i fos• 'iC kvam. Codest.1 chiacchirrata <riulla luce, la ti•ncbra, l'amore mistcriow, la gioia che ,oi aspt.·tt.Hc in\'ano d.1 quat. torditi .inni, comincio adesso a capire cm'è! >. e Dite·, dite 1jino in fondo il vostro pemit·ro I Cos'è? ». « R la vigliacchNia di uno cht" non vuol far nulla. e tenta di buttare poi• ,·ere nrgli occhi suoi e degli altri con ~ro!li5Cp,,role che dovrebbero spiegare perché C'gli stia a letto e. im·cc<' di 1.1,. vorarr seri~mcntc, si dà a CO'ìtruirc un,1 torre panoramica! >. e Sentite, Li'3 ! Il giorno in cui tor• nerà a me quella gioia che t.1nto più mi appartiene, in quanto le c,on rimasto frdcle sino al punto di non far nulb C' di considrr.\nni come morto nel tt•mpo in cui e,sa non c'è \tata i quel giorno, '"errò d.\ \'Oi ! E \olo mo• strando\'i gli occhi, io ,; aHÒ ,pirga• to tutto!>. e Ma questo giorno, mi pare çhe tar• di a venire >. e Oh, io sono ancora gio,•anc 1 >. e Giovane? Guard.nc,·i >. Cavato lo specchietto dalla bol"'(a, glielo mi'-C tra k· mani, che J)('r un poco strinre con le su<', sorridt·ndogli in faccia fiera.mente i quindi gli voltò le ~palle e s'allont,mò. Non appena ella 'iCOmparvc dietro le palme, Leonardo ,i guardò nc11o specchietto. E per la prima \'Olta, ,'ac• col"\c, vide che i quattordici anni di :":atàra rrano st:i.ti un pugno che uno '-cono,ciuto, scnz'.ikuna ragione, gli a,,r,·a dato in piena faccia. pcrdendo,i poi n('II:\ folla. • Chi rra quello 'iCono~iuto, E che malt· gli aveva fatto lui, poverino, perché ora ne ricevc,\e un tal pugno? Oh, lui non ha fatto male a m•,\uno ! ~lai ., m~,.,uno del ma.lC', povero Leo• nardo' « Pt>vero Lcon,1rdo ! Povero Lronar• do! Povc-ro Lc·onardo ! >. 0,1. que'itO pc.-n,i1·ro,che si facrva sempre più dol. ce e piagnucolo,0 1 egli ricevcttr un buon conforto, come talvolta ~ tro• va nd canticchiare- un motivo che torn.1 rnolto a propo,ito per la <;tracia che dobhi:1mo percorrere da "iùli e le CO"iC dw \'ogliamo dimenticare. e Po. vero Lronardo! ... :t, Bu'C;lino era giunto a Mn, ultima città clc_-1 territorio al quale app.1rtenc• \'a Natàca. Facrva cola,donc oon un amico. in un'osteria del porto. D.tvan• ti a lui. moriva la terra del Sud, fra onde cht· non cran più qurlle :l'ìWn• nate del lido di N.1tàca, ma altrr, con occhi, ,e non aperti, 'ìocchiu~i, le quali fact\'ano un rumore di mattinata in p.lr\C, quando la gente si "veglia, t sbatte gli U'-ci, e si l.lva il petto fuori dcll'mcio. e Caro mio>, dis'ìc, « nessuno riesce a partire da quella città! lo <olo, for. se! Ma io sono di un'altra pa.sta >. L'amico lo guardò con una curio• sità mi~ta di 'iOrriso: e Sai perché ti guardo?... Perché mi somigli alla mosca dw giunge strntatamcntc all'orlo del bicchiere, dopo es\Cre mcita dal l,tttr ! F. che farai ade(SO? >. e ~la \"eramentc io non so >, disse Bmcaino, rattristato dal paragone del• li.i mo~a, nel quale si c;cntiva infilato come in Vestito fradicio d'acqua. e Non 'iO! >. 8•(co,,t,nua) VITALIANO BRANCATI Unlibrocelebre e sconosciuto IlCONrnOMEMORIAH DI SANT'[l[NA DELGEN.HUDSONLOWE Questo libro •1t•questrato al 1uo 111pparir'e dalla kutorità (IR53), è un c::elehre. 1erriblle e sc::onosclul0, 1ntro\ablle documento. 0uC'tlo hbrn hu11a10 r,:1Uda llud,on ),.ouC' pc-r \C'ndiursi dd ,uo l(O\t"rno, pc-r U>ll:liC'n<i d, douoalmc-no un, p•rtC' dc-1/1 (0ml d'inf,un1a USC'l(nata,qh d• quc-llo chC' tl!'h lhi11na il 1uo c-ruddC' dC'~llno, te!. am:hC' pc-r rl\-.lc'{Qltre lOI C,,nrt' di l.at Cao·•• fl~ 1u1ore Jel \le-mori.le d1 !'i1nt'llcru1, non puh eut're Jc-1101cnu IJlomc-nto r, au.olu• tamC'nlC', non pul, ener,e d1men11ta10. Jludson Lov.e e- 1m,tro. Il 1oJo Cnn. tromemoriali: completa il tt'rrih,lc- 1110 di au·1,ma 1n1:uato d• '-apolconc t" J,111 1ouo1compa~ru d'e111io t' cc,nunu.110 da 1u•1i I J"•pol, del monJ<J ln·ilc-, d.allu tte-Mo Re-d'ln1th1hcrn. ~e l'ln• ,:h1ltrrn d1 Gwrqto IV ha d1 fwnte alla uori■ ,.m, l(llltl1fica:t1oru:, que,1:.a le, , H.-ne dal f.1110 1nne1tabil?-, prnuto ira l'ahro da lluJjon Lou<' nel (,'on• lromemnrialf", thl' le nazioni t'urnpc,e uttne-,.no che n<m ,·1 !~~c,ro ~uni. ne- um, b.u1an11 ad nnr<dire un m10,·o ~..,lpo da mano ddl\,1omu l"hc, 1'1mm•• p1n■7 ,,ne, fa,c,,a cu•1. ~ era J"'O""h1I", an,or,11 p1U i;i:n,.Je Il malgoH:rno t:hc l"hnru•lore do...-11c- ,ubirc • ~•111111·t. 11:'n•t'ra con11glu110 da una paur.1 un1a hm•t• v•imunot■ra fa..:1lmen1C' d• un u~,m ~omc lludaon J,.,""C. •I •1ualc. hcff,.:u e g1°' aio 1 '•roh daalt h•• l1-11m.teme,a • r1u non P'"'° le ,m. pcrKrut■b•li .1r11 d1 un Italiano 1m. mt'n1>0 ))al ('on1m1ncrnor1■lt', tppun• In. h■lta fuori un ',, ■poleone nuo,o, Il. bno. lt non ■hrn, d1 d1mn,11rare tutta la \temen:u e tuno l'ardore dell.a su■ ntlura, e da ••h1■~1 lire 1I •un 1, ,c-r• uu, ,on una 11nndC'zu \hC' 11 "le Con questo numero si inizia la nuova Collana di Eomplanl: "GRANDI RITORNI" I libri (h~ d saranno rarco/t1 ,!u1 rut~ git¼(on,,surli: la loru 10• sta11:::a t/Qt. nb!N 11t·,r giù upuaro ,,d Vostro spirito t comrtbuitr1 a formar~ la l'ostra (u/turt1, il J'o• stra Cllratttrt, lo Vostra p,rsoJ1a/ità. I.i ifl11orat~anrora o p~rchi 11cmsi ristompat·m,o da molti a,,,,;, o rum n: lraduut:mw in ,ma lingua chia• ra t st:rltll, IJ si pubb/ica1:a,w rn "li:io11i chr il prr::o, 1/ /11rmnto, la grm:ità do!toral~ rmdn·ano j. ,uu:uuibih. A questi GRANDI RITORSI• lt, 1,ostm Casa Editriu spia11ala t·ia. Autentici capolavori della letteratura narrativa, scelti tra i meno noti e più vitali, si alterneranno con autobiografie, memorie, memoriali e con altre opere e'' .. ;uace, spregiudicata, bulzante documentazione. VOLUME DI 305 PAGINE RILEOATO, LIRE 15 BOMPIANI RAFFAELE CARRIERI ha seri Ilo per i lettori del settimonale illustrato ltd/D il suo nuovo romanzo Un miliona siri~Bll La prima puntala nel fascicolo di questa seltima·na è il più vario e sorridente settimanale a colori che esca in Italia. Una copia 60 ceni.

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