PINOOOHIO 16 mm. 'R5{ OLL Y\VOOD attende con immcn- !!, so interesse il successo o l'insuccc.,;so di un lungomNr:\~gio in formato ridotto (sedici millin1ctri) sulle a\·\•enturc di Pinocchio completato recentemente da una ditta di nuova for. mazione, la « Tm\·er Productions >. L'intcrc's.~ non <.arcbbc coo:.ìvivo se il produttore di Pmocchio, Terrv Brcsi<'r. non avc,sc girato il film con meno di quindìcimila dollari. In un'indu".tria in cui duecentomila dollari è il CO'-to medio di un film di c:ucgoria B. l'c,pcrimento di Bn.•~lermcrit..1.realmente la più gr::mdt: attenzione. Dopo un'accurat..i. inchie~ta Brc:-.lcrsi è convinto che per i film formato riòotto di sedici millimetri csh,tc in America un mercato potenziale di almeno 400 mila. clienti {Istituti, case priva.te, piro-.cafi e persino i grandi apparecchi di na\'igazione aerea). Inoltre, dopo l'incredibile ~ucce-.-;o di Biancaneve, Breslcr si è convinto che un grande avvenire è aperto ai film di fanta,;in.. :\fa la vera novità della sua pellicola è che la fiaba di Pinocchio è interpretata da attori 111 carne e o,,a con delle maschere sul viso, come nella commC'dia dell'arte-. « lo mi sono venuto pt."r:-,uadcndoche il mondo è stanco di realic;.mo e ,;pcci.,lmente del realismo cinematografico> :••<modichi~rMÌ< ni di Bre..,lcr}.« Donald fJ11c-k. il b1lio~ anatrotto che Di-.ney nu·tte ,;pcsso acc,uuo a Topolino. è ornui più pof>?lare e rende di più di !\.l.ìrlu1e Dictnch. PinCX'chioè la mariont'tla più um'-'na e dive, tcntc del mondo. l'l·rché dunque e~~a non dovrebbe ,e,,d1-i-c di più di tante marionette prett·nzio-.c. sciocchr e monotone che cmt.rno t.rnti soldi ai produttori di Hollywood r che rendono molto, molto di nw110) ,. I NOMI Gli 3ttori tJlvolta prt·dilic;ono i nomi '-trambi e quasi dir<'mmo impo-.sibili. Non è soltanto per civrttcria che lr stelle modificano talvolta il proprio nome. La scelta del nome molto spc,;so fa intravvedere le inclinazioni verso un certo « ruolo •• \"Cr.o un <-erto tipo di personaggio. Quando sugli schermi europei si è vi~to per la prima volta il volto di Don Amcche, ~i è pcnsa,to a un nuovo at• tore avvcnturmo e bizz.'t.rro. Il nome del nuovo attore pareva qua,;i allud(•re alla ,·('cthia Spagna aristocratica j come ~ :mcora un., \ olta lo ,;chcrmo ave~~ trovato un attore in qu<'lla SO· cietà mondana cui ~mprc ,i ispi1a.. \la f>on Amcchc non è un hidalgo della vrcchia Spagna· è un napoletano, che par1 , ancor,l napoletano, c il ,i;uo nome d'arte non è che una modifica7ione di Domenico Amici. BIS E PROTESTE Il pubblico cinematografico più esi- ~cntc e impuhi\·o della terra è quello del Venezuela. Lo apprendiamo da alcuni ricordi di \'Ìaggio di ~1aurice Sii- \ er::tcin. Sia nei grossi centri come Caraca-.. Valencia e Puerto Cabello, che nei piccoli, ~li ..penatori e,;primono i loro 'iC'ntimenti con una libertà -.rnz..'\ precedenti Qmmdo una -.cena va loro a genio e~si lo (anno ca~ire ~on. u~1 cre\Cendo di grida e strepito d, p1ed1, finché l'operatore non -.j decide a riarrotolarc la pellicola e proiettare da capo l'episodio che ha risco~-.ol'approvazione drl pubblico. Quando ~li spc~- tatori non approvano la ,;.cena O l'ep1- 'ì0dio 13 ,ituazionc diventa pili imbar-azz.ante. Le proteste infatti vanno ol• tre lo ,tad10 dei suoni labiali. Il se- ~nalc d"I pericolo in molti cinema .è l'accen~ion<' di fiammifcr: che sono agitati minac.ciosamente in aria, con accompagnamento di fi~chi a-.-.ordanti. Sr- qur.,to avvertimento non ha effc-tto allora ,;'ini,da immancabilmente un nutrito lancio de~li o~~ctti più svariati <-ullo "<'h<'nno; cappelli, -.catol" di fì.immiferi, talvolta scarpe. Conn,,;r-t'ndQ il tcmper.,mc-nto dei lo• ro clirnti molti proprie-tari d1 -.aie tengono ,;cmpre un film di ri~rva: grneralmt>nte un vecchio film, ma che abbia già ott(•nuto l'approvazione popo· far.::. :'-."on appena l'acc-f'nsionc dei fiammiferi s'ini7ia, l'operatore manda il r,1gaTW a pr('ndere il vecchio film. Il Cint>ma Olimpia a Bogota è uno dei più curio,;i del mondo. La -.ala di proiezione è tagliata a metà da uno -.d1rrmo centrale. Nella metà di fronte allo -.cht>rmo sono i po,;ti più cari, e nella metà alle spalle dello 'iChermo i p<.><;.ti più a buon mercato. quand? i~ film è proiett..tto gli spettatori post, d1 fronte allo ~chermo vedono il film in maniera nonnale, gli altri lo v,:-dono alla rovc-.cia e non po,1,ono le~~cre J,.. cHda,;('alìc-. La più divertente e\pc-rien~~' il vìa'f- ~iatore la fcrr durante' la v,..,,ta a una r:iuadina del centro. E~li -.apPva chr il pubblico era illetterato e superstizioso, ma non fino a quel punto. L'esercente del locale gli venne incontro g..:- sticolando selvaggiamente, e in preda alla più viva disperazione. L'ultimo film di Clark Gable era stato un fiasco. « Clark Gablc un fiasco? Ma che dite? Sarà stato forse il film che non è piaciuto! ». « No1 1101 non è nemmeno questo. Il guaio è che nell'ultimo film venuto qui, di Clark Gable, Rarnell, gl'indigeni hanno vi,to il loro idolo morire alla fine del film. Essi hanno preso quel finale alla lettera. Essendo deceduto 111 Parncll, egli non aveva diritto di riapparii e, vivo e vc~eto, in un altro film. Era una provocazione. Il malcontento ~i mutò presto in un'aperta rivolta, dai fiammiferi accesi si pa~sò al lancio dì oggetti sullo schermo. Hanno distrutto il mio cinematografo. L'unica mia ricchezza. Porci, ignoranti, selvaggi! ». IL DIVORZIO DEL MESE Il divorzio del mese a Hollywood è quello di Joan Crawford e di Franchot Tone. Pareva che que)ta coppia si fos,e impegnata corag~iosamente ad evitare ogni contrasto che pc-. e condurre alla separazione. La vita in comune pareva che per c,-.i dovc..,-.edurare eterna e non soltanto fra le pareti della propria ca-.a, ma anche nei teatri di P'"a. Joan e fr.tnchot parevano vokn: recitare due commedie: una nel prop1io appartamento, e un'altra negli stabilimenti cinernatografiri. Due commedie sempre a lieto fine e M:nza contrasti drammatici. Poi è acc,1duto che b commedia domestica si è complicata. Joan è divenuta la grande attrice, i suoi guadagni '>0110 di\ cnt~ui grandissimi: Franchot ha corso ìl rischio d1 e-.sere il marito della stella, e non pili lui stc~~ una stella. Di qui, il divorlio. RICETTE SONORE Xci macelli di Chicago, dice un celebre apoftegma, si utilizza tutto, meno il grido dei porci. A Holl}"\-"ood si utilizza anche quello. QuanJo voi sentite l'urlante scroscio del Niagara che così spe":'>oaccompagnJ. le lune di micie nei film americani, o lo scrmcio dei ghiacci,,i che si ~ciolgono a primavera, potete star certi che l'ingrediente più imponante dell'in,;,alata di ,;uoni che ascoltate è il grido del p,,rco. ~a non birogna spavencar'ii. ù n buon novanta per c-cnto dei suoni. nei film, sono autentici. Tuttavia esiWVlO molti suoni che quando sono cat· turati dalla colonna sonora si di'itOrcono e s, fal,;ano inevitabilmente. Questo fenomeno obbli~a i tecnici a ricorrer<' ad alcuni espedienti per realizzare il s11onoautentico. Recrntcrnente una spedizione cinematografica nell'Alaska stava girando un film sulla vita e le avventure dri pc~catori di ~lmone. Una delle ~cene madri del film era il cozzo di due ra· brrgs; probabilmente, se il microfono -.i fosc.epotuto collocare a poca distanza dal lu~o dell'urto, l'effetto sonoro .,,uebbc stato relativamente fedele all'ori~inale. ~a questo non era possibile. Le macchine da presa munite di teleobiettivo erano -.tate mC'i'ìe a una notevole e prudcm:iale di,t.rnza. Ed ecco la ricetta del rumore infernale che, mlh colonna, accompagna il terribile urto: prima di tutto gridi di porci; poi una riproduzione di quel pezzo della colonna sonora dei Crociati che accompagna le ~cene più movimentatr dell'assedio di San Giovanni d'Acri; scariche d'interferenza di un vecchio apparecchio radio; scoppi di tuoni; e furia di '.'lndate contro una '-<'O~licra. Il tutto ben mischi,no, ma, ripeto, con un denominatore comune: il di-.perato, stra1iante, irragionevole grido dc-I porco. Ogni ditta ha un ardli\"ÌO oci ~uor.i più riu~citi, che sono poi usa.ti, all'occorrenza, di nuovo quando le circost.rnze lo richiedono. Per e'icmpio in un film Bulldog Drummond m Afnca, a un crno punto l'attore Naish vede che la sua colazione na per finire nelle fauci di un leoncino. Sarebbe una calamita, perché i viveri sono onnai ~ni_ti. Gridando come un foNcnnato egli riesce a ~trapparc il cibo dalle grinfie della bt·stia. .Ma Nai\h ha un ·difetto di gola e non può gridare. Quegli urli -.ono \tati presi in prestito da un altro film e da un altro attore, Jack La Rue, i cui strilli sono tra i più forti e imprc..,sionanti <li Hollywood. ,\ccadc ~pes'O chr un rumore tradi1.ion:ilc e convenzionale, anche ~ superato dal progre-.so mcccanic.o, è indi,J)('mabilc per sug~crire l'idea di una data CO".t. 8 il caso delle automobili. \'errà ceno un giorno in cui le automobili ,i;aranno silenziose <"Ome libellule e già oggi gli ultimi modelli fanno molto meno strepito e fracaw:, delle macchine di solo una diecina d'anni fa. Eppure, all'automobile, nella subcosciente memoria dello spettatore, sono ancora legati quello strepito e quel fracasso, e i registi li richiedono quando, l'auto essendo fuori campo, occorre suggerire la sua prescn1.a con il solo suono. Spessissimo dunque a un'automobile modernissima si accompagna, nella colonna sonora, il ridicolo baccano ottenuto con un:\ macchina modello 1930. Uno dei sensi più conservatori, nell'uomo, è l'udito; <·sso si abitua lentamente e con difficolt:\ alle nuove categorie e gradazioni acustiche che le periodiche crisi dell'evoluzione meccanica introducono nclb vita moderna. Questa scoperta è ali., base di tutti gli studi e le ricerche <"Ompiuti dai tecnici del suono a Holly- \\OOd. Le reazioni dello spettatore cinematografico sono le meno riflesse e razionali del mondo. Per lui non è la \'E"rosimiglianza obictti\-a eh, conta ma la verosimiglianza soggettiva. Per lui o per il suo orecchio tardigrado un'automobile silcnzio-.a è inverllsimilc, anche se vcr..t. Uno dei rumori più difficili .à riprodurre è quello del tuono. Si ottiene spc~so spar:tndo due colpi successivi di pi\tola e rallentando l'effetto sonoro nella proiezione. Alla loro volta i colpi di pistola sulla colonn.1 so11ora.hanno un ~uono che non è quello g,·nuino. I colpi più vero~imili cli pi~tola sono stati octenuti finora sharn·ndo la porta di una pie-cola c.1bina Quc-~rn,come molte altre trovate acustiche, è dovuta al caso, o meglio a un 'listema di ricerche ba,;ato sul caso. Vale a dire, si incidono sulla colonna !-onora, ,1 caso, e ,dia rinfusa. i rumori e le combinazioni di rumori più sva1iati c peregrini, senz~1riferimenti precisi, e po1 si va in -.ala di proicz.io1w. Gent·ralmentc non più di una mezza douina su cento di quei rumori fanno pcn-.are re;disticamente o impressionistic.,mente ad altri suoni. Per il resto ,;;j t1.,tta di rumo, i troppo generici e arbiu ari e scmo buttati via. NEW YORK. Il parroco di 8an Patrh\01 P, N71, d11.r.111t41.uaoata della proceulou ( NlJOVI FIL.li ) PALCOSCENICO ~ L' cento film americani che ogni ~ anno, su per giù, ci capita di vedere, trenta almeno vorremmo non averli mai vi~ti, tanto è il fastidio che recano agli spettatori; ses~anta li dimentichiamo tranquillamente col sonno riparatore della notte, come quei di~cor,i che si fanno in treno con persone che non s'incontreranno mai pili ; e dicci 'K>ltantoci ln.'ìCianopieni d'ammirazione e d'invidi:. per le industrio!te qualità degli autori d'oltre Oceano. Fra gli ultimi dicci di quest'anno, Palcosce11ico è fo,-..e il più intelligente e patC'tico, l'opera che meglio ci spiega quale ,;ia la vera aspirazione dell'arte americana. Eppure, a veder quc,;t'opera, com: certe n.ltre di Capra, di S.tntcll, d, Ford, ci s'accorge quanto il cinema americano debba all'Europa e come il meglio della sua produzione ci riporti a un genere ch'ebbe succe,;so al tempo del film muto e dette gloria non effimera a uomini come Strohcim, Feyder e Sternbcrg. Oc:gi c-hc il cinema amcrirnno appare in gran parte prediligere il pittoresco dei grandi spettacoli musicali, dove i bianchi schieramenti di ballerine e lo strepito delle claquettes cercano soltanto di confondere un pub• blico dcsidcro-.o di facili distrazioni, si guarda con no,.tn.lgia e rammarico all'epoca modc,ta e felice in cui il cinema s'av\·aleva dei suoi propri mezzi per vivere con fortuna. Purtroppo, col film parlato, il teatro ha invaso il cinema, e non soltanto con le sue leggi e i suoi ~hemi, ma proprio coi <;uoi pcr ..ona~i e i rnoi costumi. I prota• gonisti ddle favole sono per lo pii, attori, o a,;piranti attori. o imprc-.ari, e attraverso le opere d'oggi ci sarebbe da credere che l'America fo-.,;cun enorme palcoscenico di stucco : sicché, quando si parla di cinema americano (per non dire addirittura dell'America) vien fatto di pensare piutto~to ai suoi ballerini e fantasmi cantanti, che non ai suoi personaggi re,ili e alle vere condi7ioni del paese. Di tanto in tanto, per fortuna, ci giunge scn7,.1c.hias~ un'opc1a che riapre la porta alle speranze. Sono di ieri Infedeltà, Vcndct· ta, Furia, clovr la vera natura dell'arte :uncricana ,;i dvelava con grande intcmità, tutta volta a dare del C0\tumc immagini \Ìcuramcntc tracciate e a portare ,;ul piano della fanta\ia i motivi polemici o documentari della realtd. Questo « realismo » americano, così aspro, inquieto e malinconico, s'incontra con altrettanto vigore in Palcotcenict>, che vuole essert una commedia di costumi e forse una satira patetica delle pericolose inclin3zioni di molte ragazze americane. « Cinquantamila ragazze tentano la prova delle scene ogni anno>. dice a un certo punto un impresario teatrale. «e soltanto cinquecento riescono». Una smania tanto diffu'ia, una volontà così caparbia di ,u<"Ce'-\0e di gloria, fanno pensare piuttosto a una malattia contagio5a che non a tr.i.nquille ambi1.ioni. E infatti qui ,;'assiste, come dietro alla lente d'inR'.randimento, alle morbose agitazioni di alcune ragazze <"hc nascondono, -.otto un aspetto indifferente, una specie di rabbiosa infatuazione, una ~traordinaria follia, tali da -.pingcre una di C'-SC perfino al suicidio. La '-atira, qui. è sottintc-.a n,rlla descrizione dell'ambiente, e 'ìoOhanto in quakhc figura di sfondo prende un crrto ri,alto: l'ambiente, una pensione di giovani attrici o aspiranti al tcatro1 vuole mmtrare la vera vita di quelle che non rie",Cono,delle di..,graziatc che il successo vedono <;.0ltanto nei loro so~ni esaltati. Le piccole occupazioni, le invidie, i compromc-.-.i, le eqpivoche amic-izicdi quc'itt ragazze svent~ue, sono de\critti senza C'nfasi, con molta intui• zionc dei caratteri e degli atteg-~iamenti. E la rappresentazione di tante scene, dove le varie aspirazioni delle protagoniste si manifc-.tano con angosciosa evidem,1. acquista un valore di documento che desta stupore e sgomento. Vedere anche in que,;to film recitare, ma con quanta verità e naturalezza!, attrici nella parte di attrici, e vedere ancora una volta sullo schermo una ribalta <li teatro, e le \UC quinte e i ~uoi ,pcttatori, purtroppo SC'mpre di pil1 ci pcr-.uade che il cinema americano è co-.ì legato ai teatro, che perfino nelle sue opere migliori non sa libcrar-.ene. ":\tl tutto ciò1 qui, volentieri ~i dimentica, e 1a generica curio- "ità, rivolta nella più parte degli altri film agli ambienti teatrali, per via delle immagini fr~tose e abbaglin.nt.i che più attraggono l'ingenuo spettatore, è so- ~tituita in Palcoscenico da una precisa e acuta volontà di rappresentare gli aspettì pili dolorosi di quella vita che muove tanta pa-.sione. E quel minuto descrivere, quell'attenzione compiacente ai gc-\ti espre~ivi, alle pn.role piene di significati, denotano nel regista La Cava l'inclinazione alla commedia dei costumi, nella qu:ile già dette una prova felice con l'Impareggiabile Godfrey, dove però la ,atira era ancora un po' facile c.· spesso \'affidava soltanto alla 'itra\":-tgann delle -.itua1ioni. MARIO PANNUNZIO
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==