IL SOFM DELLE musE ~J tà~CS'Yij~~ D'f UN' Pf-l'lPOR E l(j ::,; TITOLO come quello che Cipriano g E. Oppo ha po~to in fronte ad una racc-olt" di articoli (Forme e colori nel mondo, Carabba), può far pensare a un viasE,io intrllc-ttu"k ,1ttra, crso i continenti, 3 un l.iC('uino d'immagini e riflessioni sul. l't·.sl'.tflpio di cci ti scri1tori o:uropei. Pur viaggiando in America e in Francia, Oppo, pittai'<", IIIO!itra in1cnzioni più prt>ci~ benché meno fantastiche. In giro per il mondo, confcHa di non aver molte curiosità all'infuori di quelle che riguardano il rno mestiere a Parigi come :\ New York, egli ~'intl.'Tl'tSa quàSi csclusivanwntc di piuura. QuMi, non dd tutto. Infaui, l'America lo ,pingc a os'l'.cr\'are anche alcuni aspetti della vita sociale, il color<.' ddlc città, il pa<"• ~.ui;gio. 11.t son rapide noie, scriuc con 10no volontariamente pro,·incialc-, quasi col timore d'un impegno iroppo compromctt('ntt', che for~ non potrà 111antem:rc. Ciò che ,-cramcnte intcrcua Oppo non è lo stile, non le ossen"7ioni d'ambiC'ntc o di costume: è wltanto la pitlura. I suoi viag- ~i finiscono sempre in una ~all('ria o espo- \izione di pittura. Oppo, cosl, llt.tnifrsta una )ua curiosità di conoscitore e scriuore di COS(" d';uu, mostrando una st-rif'tà che si direbbe da buon di!.:uan1c. >lei suoi scritti , 'è, si, grande risprtto e intendi:ncnto per l'arte, ma non raramente appaiono guastati dai vc:ai di un certo diletto l'C'ttom:o, che lo porta a scrivere ~atura, Art<", Materia, Spirito, con le iniziali maiuscole. E Oppo ha raria di rarlo di proposito, con corng~io. Quando si sa come le maiuscc,le non 13ciov..1noche a rendf'rf' pomposi e 'sospe11i )OStantivi tanto sf'mplici, la cui importanla, se mai, rC"Sla afhdata all'efficacia del contt-sto, non alle lettere tipogr,1fiche. La pittura dcll'Ottocf'nto è ancora quella cht' più interessa i critici <" scritto, i d ·ane contf'rnporanei. L'Ouocento è il S<'colo in cui la pittuu francese ha avuto un·assoluta superiorità su quella di tutti i;h altri paesi. E si capi~ce com(" in America, do1.-c 'fino a pochi anni fa l'arte si csporta\·a larg:11nentc, la pittura francese 1ia stata ac.coha in misura p1eponderante, salta .spesso con <:riteri molto av\'edutì. Numerose, fra le opere migliori dei maestri francesi di quel tcmpa, ~ono andatt· ad arricchire le gallerie pubbliche e le r.accohe private degli Stati Uniti. e Chi non abbia avuto la ,:entura di visitarle .. non può usolutamcnte farsi un'idea esatta né studiare bene l'Ottocento francese... >. Cosl afferma Oppo, mentre fa un elen<:o preci.so dei dipinti che vi figurano, notando come rarte ualiana sia quasi del tutto assente. La ragione più \'erosimile non è forse soltanto che la nostra pittura sia meno grande e famosa di quella francese; è, soprattutto che da noi non s'eb- ~ro mai mercanti capaci di considerarla come oggetto di speculazione e di lucro. Renoir è il pittore c.hc, tra i francesi, Oppo predilige come il più felice e istintivo. Il capitolo dedicato a queno pittore è insolitamente lungo, svolto anche nei par1icolari con randam<·nto di un saggio critico. ~lanet, invece, che Oppo rivede a(... l'Orangerie, lo delude. e Ho tanto amato l'arte di ~1anc1, che posso pur dire tranquil. lamente d'essermene un pcco stancato. ~ti .sembra in parte invecchiata senza aver preso quelraria antica di suprema nobiltà che fa mutare l'amore in ,·enerazio11e, rammiruio"le in rispetto >. E di Manct ha detto co· spirito Courbct: e Io non faccio parte dcll'lmtuto di Belle Arti, ma la pittura ~ una cosa diversa dalle carte da giuoco -.. In fondo a questo paradosso c'è tut• tavia il principio di un metodo criti<:o e di un gusto ormai universali, che son poi quelli che distinguono b. pittura dalla illustrazione. Oppo tien fedi: a questo metodo, guidato dalla sua esperienza di pittore, forse, piuttosto che da un'esperienza critica. Spesso i .suoi argomenti, benché ispirati a concclli validi e precisi, appaiono deboli, talvolta . (C0NTlNUAZ.DALNUMEROPRECEDENTE) ..,·-_. A « Casa delle Arti > era fornita ~ di legna, ma c'era tanta umi- . dità rhe non poteva prender fuol o da sola. lo percorrevo quegli stan• zoni deserti, frugando dovunque. Chi ,a perché, mi veniva una nausea così forte da darmi il capogiro. La ~ra, colle !palle voltate al focolare, can• tavo dinanzi a un tavolino intarsiato a musaico. ~i piace cantnre quando lavoro. t. per queno che- il poeta ~,fandehtam mi ha soprannominato « l'allegro ciabattino >. Intorno <:i stava già organizzando una forma di « vita ~ociak >. Alla e Ca,;a ddle Scienze > ci dettero un sacco e una scodella di legno. Noi ci procurammo qualche slitta: insomma riuscimmo ad adattarci all'c!i:i,;tcuza. Parecchi di noi l..1.voravano in diversi posti alla volta, e disponevano di più d'una te<:<:era.Queste razioni supplementari ci venivano rinfacciate da molti. lo ne ho avuto sempre una ~la, ma pemo che non è giusto rimp1:overarc agli uomini il pane che mangiano. C'è chi ha dei bambini, e anche loro voglion mangiare. E c'è anche chi è affetto da « fame psichica>, e chi profrssa il culto del cibo. Una volta andai a visitare uno scrittore molto noto, ma non lo trovai a ca'ìa : così, parlai con :-,ua moglie in vece di lui. Mi disse: e Questa settimana abbiamo mangiato venticinque libbre di maiale :t. Teneva se ~tessa in grande considerazione per %~', . • .. ' ... . '. I ,,, \~\~ J Da 11111recente lt&tinica, a cura di Umberto Notarl, ri,olta cha og11IItaliano spende per li fumo una media 11111111, d lite 60,, dj llte J,80 rer I libri (D... .li a.,,.1;) fal~i o vani Si veda ad esempio il paraqone e la differenz.a eh 'egli tenta di stabili~ ua e imprcuionisti > e e macchiaioli (pag. u I), <" più ancora, a paq;ina succt's- ~iva, il raffronto ua Fattori e Cétanne • .,.Fattori è un pittore ft"lice e Cé7..anne \10 infelicissimo. fattori è un rapido rcalizz,i1ore e Cézanne uno che si lamenta di nou realizzare e che ,•uole fare il musco davanti la natura> Nei 1iguardi ddb, pittura contemporanea la posizione di Oppo è prudente, avveduta. la· difende rispetto ai cattivi pittori dell'ultimo Ottocento, verso i quali ipeuo ha tm dispreno ('Ccessivo, perfino osicntatO; la discute Ìn\'ccc ov<" non tiene conto dì Cf't1i principi che i secoli 1nigliori hanno stabilito come indispcns:,bili cd eterni, dimostran. do una saggeua d ;i\tra parte più vicina a un paterno buon se•,so che alla perspicacia. Da leggere con profitto, però, il suo saggio su Pie.asso. li m"glio, dopo quello su Renoir. Tutta,·ia, una 1alc posÌllonc non lascia Oppo, come sembra. mollo tranquillo. Verso i contemporanei egli ha quasi l'aria di fani JN=rdonarc la sua e ,-ana > prudenu, condannando aspranicntc i vecchi giornalisti e i vecchi artisti e non più al corrente dei mo\'imenti ddlo spirito>; mentre a noi sembra che la maniera più efficace e dictni: tosa per aver ragione di essi sia quella di ignorarli, se è vero che non contano uulla. ~a glì sfoghi dànno certi vantaggi: e Si diceva di ~fatis.sc come di Nomdlini c.he erano futuristi. Di Oppo, futurista•· Oppo è con1cn10 di essersi ci1ato come un artina incompreso, mentre la sua pittura è tanto semplice, tanto modesta! F., forse pf"r dimonrarc che in fondo sono tutte calunni,-, riproduce un proprio dipinto, che fra l'aJ. tro ha il compito di illustrare il capitolo sulla pittura italiana d'oggi. Tali gli atteggiamenti meno prudenti di un pittore che spe.sso si dimos1ra fin troppo guardingo e sensato, sl da far pensare al suo libro come .scritto, in parte, per corrcg• gerc gli cnlusiasmi di novizi che non conoscono i pericoli di certe inclin:i.zioni, e per aprire gli occhi ai custodi della vecchia pit. tura di Valle Giulia. GINO VISENTINI c~s<·re riuscita a tanto, e disprezz.·wa chi soffriva di fame. Jo mi trovavo abba~tanza bene, alla e Ca~a delle Arti >. Al piano inferiore ,pcsso avcvan luogo dei concerti. Nella ,ala dal soffitto adorno di amorini n.bitava il grande erudito Akim Volynski. Rf'st:wa tutto il giorno in pastrano e cappello in capo, leggendo in greco i Padri ckll:1 Chiesa. La sera vcnìvn. a prendere il tè in cucinn.. lo ero sempre occupato a instn.llarc nuovi inquilini. C'erano fra noi due partiti : l'aristocratic.01 che tendeva a ridurre al minimo il numero degli abitantì della c.-1,:1. e l'altro, il mio, che mi faceva andare in giro a trovare 1?li ambienti vuoti e a farvi entrare gente nuova. Così apparve tra noi Ladi,;Llo Choda,;;icvic, ravvolto in un pellicciotto comunto 1 e con un fazzoletto al collo. Il ~uo ,tcmma di ~entiluomo 1>0lacco ,omiglia a quello di Mickicwicz: e sotto la pelle tesa del suo volto scorre arido formico invece di sangue. Egli occupava il n. '.{O: dalla finestra si vedeva il Corw Neva. La stanza era qua,;i rotonda, e là egli proferiva le c;ue invocazioni : Io siedo raggiato dall'alto in mezzo alla .stanza fedele, ~ guudo in un ciclo di stucco un sole di venti eandelf'. Intorno, raggiati anche loro, uan ta\"oli sedie e divani. )o siedo, e nel mio turbamento non so dove metter le mani. g,;a fOVANNI BOJNF, è scriuore che la lUJ morte immatura ha concluso lroppO . presto. Partecipe delle idee e dei scntiml'nti che dettero ravvio alla Vou, Boine app.-ire da lontano fra i giovani meglio ispirati d'avanti la guerra Oggi, l'editore Guanda ris1ampa le OJ>('re di lui, cominciando con Pecrato e Frantumi, cui seguiranno Plausi e bolle e la Frrita nori rhiusn. Si le~~ gano intanto, nei due volumi, con prefazione di un altro scritte-ire morto gio,ane, ~lario Novara, gli .scritti di Boine forse più legati alla 1radizione inaugurata in Italia dalla rhi\ta fiorentina. FMnhrn1i è una raccolta d'impressioni, e, più eh" d'impressioni, di considerazioni. Sono ricordi scritti rapidamente, e in quello scri,•erc rnpido, a fiato mou:o, quasi con l'impegno di dir tuttn caricando di significati le parole, e fino l'andamento del periodo, sta l'ambizione letteraria di Boine. La hlol manicr~, diremmo, e magari il suo stile. V'era in lui un'ansia t' una alacrità di spirito che lo portavano a continui turbamenti. fra gli scrittori della Voa, egli fu ct-rtamentc il più fervido e il più 1orbido d'anìm:1. Soffici gli è lontanissimo, l'accorata melanconia di Serra e il :mo ste~so indulgere a effusioni ff"mmince poco hanno che vcdt"re con i turbamenti di Boinc. Papini .stc-.w, poi, anche quello deffUomo finito, gli resta lon1ano. In Giovanni Boinc, la leueratura è come un male wttile, cosi penetr-an1c che oggi non si dis1ingue f.acilmentf' quan10 vi fu in lui di ,•czz.i e quan10 di efftttiva intelligenza. Giovanni Boine pare capi1a10 fr:1 i fioren1ini della Voce per un caso. mentre d0ahra parte resta ben comprensibile come in quf'sta rivista fo~se normale I' incon1ro d'au1ori in contras10. Cio, anni Boine non lo dirf'mmo prosatore frlicc, e dotato di estro nativo. Qualche francese, come Péguy, deve avergli dato l'avE candide palme polarì fiori~con ~ul muto cristallo: in tasca ~i muo,•ono l'orc con un g:rnn ron1.io dì metallo. Quando ;;crive, infuria come un ciclone arido e amaro: i microbi non allignano nel suo sangue : vi muoiono. Os~ip Mandehtam girava per la ca,3 col capo qua,i rivcr-.o all'indietro. Componeva i suoi versi fra la gente, e li recitava un0 per uno, ogni giorno. I versi ~li na,;cevano i,olati e pe,anti. Avcvn.no l'aria d'uno schen.o, ~ovraccarichi com'erano di nomi con le maiuscole e di antichi !llavismi. I versi di :\landchtam sfioravano il ridicolo: Prendi dalle mie palme per tua gioia un po' di sole cd anche un po' di micie, come vogliono l'api di Persdonc. Na,e non ormeggiata non si salpa, né s'ode l'ombra avvolta di pelliccia, né qui al mondo si vince la paura. I baci ci rimangono soltanto, baci cosl pelosi come !'api che muoiono 1,uciando l'alveare. O,,ip Mandelstam pascolava per la casa come una pecora, cd errava per le \tanzc come Omero. f: un conver- ~atorc straordinn.rio. Il defunto futurisla Chkbnikov )\chiamava « la mosca di marmo>. a poclC''i~aAclunatova dice di lui che è un grandissimo lirico. Mandel~t.am ama i dolciumi fino al parossismo. Vivendo penosament~ 1 ;;calzo e nudo, riusciva ancora a v1• ziarc se stesso. Il suo cinismo donnevio cd educato il i;usto pt:r l'espressione Co\· rica di cadenzt e di scnw, poi, la vicinanz.1. di O' ,\nnunzio ~ cddente. e Tradus• ,e meccanic:,m1ente per di<"ci giorni, tu11i i giorni, lutei i {C"iorni,a rora del vespro laggiù al convento con accanto l'amico a cercar inquie10 nel dizionario parole ... > t\ Boine accade, in Peccato, ciò che abbiamo visto accadf're :,d altri saittori italiani m<"nisi più per ambiz.ionc che p<"r ,ocazionc a ~crivere racconti e romanzi. li vero, la povertà delle co~e che si offrono alla lor,, imn1agina,ionc li impaurisce, cd è nella SO• stl'.'nutezn o n<'lla squisitezza dei modi che c,si tentano di dare un rilie, o al racconto. Ptr;cat(1 è la ttoria d'un amore ~acrilcgo Un giovane che vive in una picc:ola e noiosa citcà di pro\'incia s'innamora d'una monaca I primi incontri accadono per via di Ct'rte pubblicazioni musicali ch<' il ~iovanf' si trovà a passare alla ~uora. e fu l'annonium e questo frequente prcscarc di musica a far da galeotto>, si legge, e il racconto tiene a questi commenti bonari e familiari, mt•ntre poi si sente nel giro della frase eh<" l'autore ha inteso quasi corr<"IJ'J:C-reogni senso e andarI\Cnto comune. Quelli i primi incontri, poi i biglietti d'un sacrestano e bisunto> fissano i primi appuntamentì e prc• sto ,i arriva al peccato e allo scandalo Suor Maria, in delirio, si scopre, e tutto il paer.c parla de~li :!llnori del giovane bi77.arro con la suora La peccatrice sarà trasferita, e qui cominci:&nel racconto la parte forse mf'no drammatica Le inccrtene del prot:u~onista diventano forti e, diremmo, senza una gius1ificazione sulla pagina. Lo si H<le soffrire per il pew e per il dubbio del peccato. ~fa le smanie del giovane amante dh-<'ntano soltanto ragione pe1 le e~pnicnzc, fra mistiche r lettcr..i.ric, di Boine. L'atti1udine di Boinc alla confcssioKO e la sua volubilità obbedivano a un:t propria log1.._a.Era un artista nato, c l'arti,ta giunge fino alla menzo- _gna, pur d'essere libero nella ,ua vocazione, come la ~cirnmia, che ,ccondo gli indl11 non parla per non es\erc costretta a lavorar<'. Al pianterreno girava, rigido cd impettito, Nicol" Gumiliov. Quc~t'uomo aveva una volonta, e sapeva ipnotizz::1rese medesimo. Ln. gioventù veniva a lui. Io non amo la sua scuola, ma ricono<:COche. a ,uo modo, era un edu- <."atoredi uomini. Proibiv.1 ai suoi di~ SC<'poli di cantare la primavera, negn.ndo che esiste,~ una tale StaRione, Gumiliov organizzò i vcrc;ificatori, e 1 iuKÌ a tra~fonnarc poeti mediocri in poeti non cattivi. Era dotato del ~cntimcnto del suo mestiere, e della. con- !!i,1pcvole-r.zda'un m.1estro. Sapeva com• prrndcrc ì versi altrui, anche se lontani dal c;uoorizzonte. A mc re,tò sempre estraneo, e m'è diHicilc parlare ora di lui. Xon c'era bisoi{no di f11cilarlo: I.i sua morte non serviva a nessuno. Morì snenamcntc. Cittadini, cc,satf' d'uccidere-. Gli uomini non hanno pili paurn della mor• te. E.,i~tono di 1?ià le usanze e i procc-- dimcnti che regolano la maniera di comunicare alla mo~lie la morte del marito. f: una cosa che non càmbia nulla e cill' serve- soltanto a peggiorare la no'ltra e,istenza. La morte di Blok fu più penosa di quella di Gumiliov. Blok morì di disperazione. Non era un esteta: la romanza zingarc~n. sta alla bnsc della ~ua arte. Nei suoi vtr;i si va!cv;-i dell'immagine banale, e sceglieva le citazioni epigrafiche per le sue poesie dalle canzonette. Non fu un cpiA"ono,ma un ne e. quasi soprattutto, al dNiderio <" alla smania di confes,ionc, cresce. Né tuttavia il racconto resta limitato al diario di qucs1i dubbi e di qucui rimorsi. Se così fosse si sarebbe a\'uto un romanto da a,·, 1c.in:1real1' Adolphe di Constant, ma Boinc quasi per !:i vicinan1~1. agli .scri11ori della Voce, cosi preoccupali della verità dcli<' co<e più comuni, ,uol precisare il quadro. Intorno all'amore dd gio, ,mt per la monaca, non v'è quel vuoto che spesso tan10 serve di diari amorosi solo affidati al racconto dei &entimenti, ma .si precisa un paese, una pkcola società pro"incialc ... Che è quf'lla di tanti racconti pro,·inciali italiani: provinciali non ioltanto d'a1gonu-1110 ma. d'animo. Bo.inc si serve drgli clementi obbligatori dr! racconto dì paese. e Una volta die lo \'ok,an f.,1 consiq;li1·re (d, gli a,evan dcuo ••1a mf'ttr~ remo nel!., lis1,1'') non ~•erJ. rih11t.1to, a1.-,·va ,olt·n1icri accettato. {La co<a, ,·in1cnd<", an. dò come tune !'altre J. monte, "è con noi' non è con noi? e cos'è dunque?'')"· Tan1e le figurl", ~ul fondo df'I racc.,nlo. che iubito si $Cr\lono u~d1e da uria tradizioiw lctter,1ria di piccoli novdlil·ri prO\ iociali cui Boin,· tuttavia non app..1rticne. ~.a ,!:i,':~:. :, !:°a'i v:g~·r;;~::·o ut ~;;;:;n~;;;i S('Condo le sue pn·dilczioui nu·1Hali, h.\ \'O• Iuta gius1ificarc il p1.:rsona1:1giocon la pro- "incia, col p:u:se, cd t-arri\''3to in\•cce a muiarlo, .a render!(' insomma di non poco più piccolo d~lla cornmedia che gli \·oleva l.11 rt'ci1are. Come accade per tanti ahri ,crit1ori, è stato lo ,tile o, a dir me~lio, la manier:1, ddla \ua prosa a condurlo lo111ano da quclk che pot<·vano eswrc le risorn· d'una fanI 1asia pronta .i~li cfktt1 morbo\i. L,1 prOSii di 8oini• infotti, in qut·I suo abonire il de- !òCl'ittivo, in quel \'Olerc ra8grurnare i111p1cs- ~io11i varie" (e L'aunonium J>rova\·a ora una laude- (gir,-ir tratto tr.1tto di fogli, tonfo di rcgi~tri mutati, qua e là qualche nota conw [)('r b<-ne fioarla, can1ata, tranquillo affaccendani di chi solo fa le sue COM:int1·nto} impara,•:i -.] in quel ,olere combinare il racconto mettendone con •·legantr brutalità l::i n:awria Sotto gli occhi del l<-ttorc ; la pro,a di Boinc, proprio in queste §Ut~ dori e pos-- ,ibilità, è di quelk cap.ici di incoraggiare 1roppo. Prosatori• volo111croso di fra,i colme :f°<'spre,~ioni, (e contra~sc adunche contro a sé le mani>), si direbbe che Boinc abbia seguito una illusione, ch'era poi :indw di molti ahri della Voce: quella, cioè, p('r cui a uno che scrive, perché sia po5<;;ibile dir<" 1utto, non si richiede che il coraggio e, imomma. la sfacciatag~inc. Ma se ahri s-crittori della sua generazione pot('rono seguire con ingt"nui1à tale illusione, tro,ando poi un compenso nella loro nativa pronteZ7.a alle leggiadre impressioni pittoriche, non cos\ accadde a Giovanni Boine. Era in lui non casuale ma fortemente intimo il bi- \Ogno di indagare se nesw fino a smaniarne. e Il dovere è il mio diritto; non m'impedirai di compierlo>, si legge alrundice~imo paragrafo dei e Frammenti>, che sono nel volume Franwmi fra le cose che più ser• .iono a farci capire di questo autore l'animo se non lo stile. Lo s1ile poi, (o almeno quell'ambizione di Hilc che in Boinc fu ~cmprc forte e sincero motivo di l,,vo1o) è dato trovarlo nei momenti dove egli ~a, tra. la~iando ogni imi,accio narrativo, adcguani ,l una letteratura fatta di giornali intimi, di piccoli documenti umani. Anche in Frantumi, le cose migliori hanno il senso d'un diario in1imo: quelle perfino che paiono semplici impressioni visive. e Mi piacciono gl'indolenti meriggi ch'una lentissima nenia ti scande la sies1a e scavi d<'~crti sono le piazze in barb:igli >. Si pensa a Dino Campana, è vero, ma non sono che apparenze. Campana, come Soffici, come 1anti altri, ave\ a il gusto di vedere dei cclori e poi tra<criverli sulla carta. Boinc tutto al contrario segna le proprie impre5sioni senza contentezza, come per un gioco letterario. Un gioco letterario che lo spinse a scrivere sempre di sé con rabbi;ii, e questa forse era l'attiludine più seria del suo animo. ARRIGO BENEDETTI sublimatore di generi mediocri o defunti. E condannò l'antica cultura 1 l'umanesimo e il parlamentarismo, il funzionario e l'intellettuale. Condannò Cicerone cd assolse Catilina. Blok :lC• cettò la rivoluzione cd il sangue da essa versato: e questo non fu facile a uno che cra nato negli edifici dell'Università di Pietroburgo. Quando dico che Blok accettò la rivoluzione, non prnso ai Dodici. I Dodici !lono una cosa ironica, come ~pesso in Blok. Blok, come Rozanov, è rivolta. Row• nov è la rivoltn. di ciò che noi consideriamo borghese: la rivolta della stalla. Rozn.nov si consacrò alla rivolta del e vapore » contro lo spiri lo: il popolo dice che gli animali hanno vapore in luogo di anima. A ~iudicare dalle sue imrnagini e dal suo vocabolario, lllok è un poeta primitivo. Come Roz.1nov a\'cva os.1to introdurre nella prosa il libro delle entrate cd uscite, così Blok ebbe l'ardire di dare cittadinanza poc• tica all'immap;inc banale. Intanto il tempo pa~\ava. ~ difficile dire in che cosa l'anno 1921 diffcri,se d:ll '18 o dal '19. Durante i primi anni della rivoluzione non c'era posto per la vita normale, o meglio le bufere erano divenute esse l'unica forma di vita. Ci furono momenti in cui si crcdè .11comunismo. La Gcrmn.nia e l'Inghilterra crolleranno, si pensava, e il vomere solcherà quelle frontiere che non serviranno a ncs'i.uno. 1'.{olti di noi si rallegrarono quando s'accorsero che nella nuova Russia si poteva vivere senza denaro. Ma fu una gioia prematura .. Per Blok qursti avvenimenti racchiudevano un senso più tragico. Il sang-ue versato stava divenendo un affare d'ordinaria amministrazione. Blok di• ccva: e L'assassinio si può mutare nel MEMORIE REGINA TERUZZJ: lnfanòa dtll'Ottounto (Sanwni, Firrnzr, 1938. L.. 12). Sono le memorie d'una seuantacmquetine, e le memorie non di tutta la sua vita ma della sua infanzia mil,rne~e. li 1,tccc1r.1•lè linc-arc: i pN'iOn,1gq;i sono qu~llì ~·11~1afa: miglia che vive a ~filano nei .p11m1_anni del regno d·ltalia. 1\ta la cunos1tà d1 q11e• (IO <wnrre lett<'1ario sta tulla in cena attratti,a ch0t>\50 può .1\·cre impro1.-vi~amentc llU un J.-ttorc \(c-:uori<' ,e ne sono scritte tantr, e· 1.,nt: v· ,,,. ,on•• lette. al punto cht· il ,Tdr, , ~,-1hri,1caoc- rii m1ovt• stucca; m;1 p,1, \ 11 1,. p111.,, Ì11("('rll'l'.Z,1b,asta aprire •;1;. ,a~i,,a rwr fa,t'i,usi ('On\·inct·r<' ..Ila lrt111r,,. R,•~:n.1 f, r.,,._., non è v('ram('nt,• Kritt1ice di ~n1H!t· ••,ip .;no Vuol narrarci cose a lei (ami•i:1· 1 •' sopr,1tt11tto vuole d•·~(ri- ,;crci co,1• rhc «.no e.ire all..1 '>ua 1111 :norià. L.1 \libno di D,· .\{,.rchi dtoi-na in q:1c,t,. pagine, con le sue 1.-ccrhic .\bitudini di ciua hgata a nobili COJ.tumi. Vi <ono J.,Oi, in questi 1icordi, i segni d·una vita ottol'<'n• tc~a che sempre più a\'\'Ìncr il lcttmc moderno, qua~i rgli vi inu·a,eda una vitA lontana e moralmente perfetta come in un pregevole dipuno. Il padre di Rcgina, poiché l'Italia è omiai fa1t.t, \ uole che l:i p()('~ia ingf'ntili,ca c:li ;mimi, <' leg~w \'eni alla figlia Dove è il sc11:no di quelli che furono ~li ideali di alcun<" ~cncr:1zioni cht> hanno 'l'.io,·ato non poco al nostro pac~ Regina Teruzzi è prc-<"i\a m·lln ,;;ua natrii. 1ione milanci,e: ci descriH• gli alloggi, il' .scuoh•, le villl:"!(giatun•, lt· amicizie, gli amori dei 1uoi tempi con e.sur-ma semplicità .\.'on ha \'Oluto scriver(' un romanzrtto, c<:eo il ,u(J merito; e, fin nel 1itolo, si è compiaciuta di rs,en· \ma modc\ta 1m·morialiua ROMANZI D'APPENDICE .\~1ERICO MANZJNI: La ptrtmt JQnata (Sonzo~no, Mila no 1938) L I o. La biblio1cca romantica Sonzogno dura da mc,zo ~<colo e pi\l. Farne la storia sa• n·bbc eomr di~egnare il ritratto d'una vasta cat('gorìa di lc11ori per i quali i romanzi e le no,ellc ancora rappre<cnurno. con rintreccio deglì ;1v\·enimcnli e lo spic- «'O d,·i ('aratter·i, [unico modo per il con~ sumo delle ore. Il cincm:i, 1i sa, ha soni.- luito molto onorcvohncnte il roman:to d'appendicr e d'an,cnturc, arrivando a pcrfe1.ionarc ma~nificamentc i prot:tgonini e gli eroi. La stessa pa~siontt popolare che fa. ceva la fortuna dei e grandi romanzi > di ~h.stri:rni e di ~iichelf' Zévaco ha oggi quella dei film di Lang e di Dc Mìlle. N~ deve stupire quella diveni1à di livello in• 1ellettuale che sembra passare fra i. romanzieri e i registi che abbiamo mc111ovato. Rc~tcrà sempre da dimostrare ogni ,upe--: riorità di spii·ito di un cincaua americano o l<"desc.oo fra1,ccsc su un romanziere po,,' polare. Tu1to al più, si cratta d'una divena corrispondenza di mezzi espres.sivi a) fatto da n.urare o rappreM.'nlart'. Il romanziere d'appcndi<:e si sfon.a di essere evidente,. scultoreo, eloqucn1c; e :.i questo fine cerca di piegare la parola. 1 punti esci.amativi, i puntini di sospe,uionf', gli aggettivi gros1i. e drammatici sono impic~ati con un,1 profusione senza pari; e una grande parie dei lettori abbocca e si commuove: almeno quella più ingcnua per la qua](' la parola ha ~rande valore evocativo cd emotìvo. ~{a proprio per 13 sua grossolanità di linguag gio il romanzo d'appendice si preclude un pubblico meglio ~•ducato: dove nel filntavventuroso <" ricco d'intreccio le cose tanno diversamente. L'occhio meno della ente è offeso dagli attt·ggiamf'nti esageratamente teatrali. La rappresenta.tione fotografica infine non poco serve a da1c una apparenz."'\ d'ane a figurazioni pur,m1ente meccaniche. Ma il roman7o d'appendice ttsiste ancora. Questo di Amcrito ~L,nzini tratta di amori fra indiani e conquiscatori spagnoli. SISTO più orrendo dei me'itieri :t. Blok assistè .11n;wfragio dell'opera a cui aveva votato la sua :1ni111a.Aveva già ripudiato la civiltà di prima della rivoluzione ~!a una nuova non ne fu crcata. Si ricominciò ad indossare le uniformi. E gli ufficiali del nuovo rc- ,c-imc portavano il frustino come quelli d'un tempo. La pro~tituta Katka, quel. la dei Dodici, fu mc"a in un <."ampo di concentramento. E tutto tornò CO· mc prima. JI colpo era fallito. Blok morì di di- ~perazione. Non sapeva di che morire : non viv(·va peggio di tanti, benché fo.,se aITctto dallo scorbuto, soffrisse di angi11a /Jl'Cloris, e ,_j spegnes5e per esaurimento ('cl inanizione. Dopo i Dodici non scri-.sc più nulla. La sua fine fu preceduta da un delirio. Aveva chic- ,10 il pas,aporto per l'estero, <· l'aveva ottenuto. Non so se un viag~io gli avrchbc fatto bene: forse ha ragione Gogol di dire che la Ru<isia è pilt bella vi~t.1da lontano. Nel delirio Blok ere• deva di star facendo i bauli, e d'es- ~cre in procinto di partire. Quando fu morto, la bara fu trasportata a braccia fino al cimitero. C'era poca gente al suo funerale: tutti i rn.ri superstiti d'allora. Gl'incrcduli erano venuti a seppellire colui che aveva avuto la fede. Io ritornai dal camposanto in tranvai. ~1i fu chiesto chi era stato sepolto. Io risposi: ""Blok Alessandro>. Mi fu replicato: « Enrico Blok? :.. E ciò si ripetè molte volt~ nel corso della giorn.ata. Ora, Enrico Blok era un banchiere. Alessandro Blok fu sotterrato nel centro d'una radura, e sulla sua tomba non ci fu nessuno che prendesse la parola. VI KTOR 'SKLOVSKI (vtrt. dal ,11.sso di R.P.)
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