Omnibus - anno II - n.39 - 24 settembre 1938

OMNIBVS ' ~ ,j .~_l') ,) 0.HT0!l (O. 8, A,) - 8010PERI P0JU.l TI I OPEB.J...1O0,HE VUOL T0R1U.I.E AL LA.VOJO,KJ.LME!UT0 DAI 00KPA0NI OOKOlilSTl ' Il.~ le sue amiche, Ja signora Nuccia Morelli godeva fama di donna intellettuale. A cosa fosse precisamente dovuto questo, era difficile dirlo: forse al fatto che la signora non mancava mai alle vernici delle poche mostre d'arte che qualche pittore di passaggio organizzava nella città, o forse a causa del marito avvocato che, dietro sua istigazionè, s1cra fatto socio fondatore degli e Amici della musica >. Comunque, le amiche migliori si confessavano tra loro che Nuccia, non molto avvenente e piuttosto sgraziata come figura, faceva benissimo a ricorrere alle e attività di pensiero > per darsi un tono. Purtroppo la città di provincia non offriva modo di organizzare un salotto intellettuale (artisii celebri non cc n'erano, e ia signora Morelli non se la sentiva di prendersi in casa i corrispondenti di giornali o i dilettanti), ma la Nuccia s'era egualmente affermata da quando aveva trasformato il suo giorno di ricevimento in « tè del libro». [I secondo venerdi del mec.e, le signore che venivano da lei dovevano portare ognuna un libro acquistato di recente, e1 nel pomeriggio, si aveva così modo di potersi scambiare i volumi e di chiacchierare sull'arte. « In più, car(' figliole», aveva detto la Nuccia, e in questo modo siamo obbligate a svegliarci e a leggere un poco». Un'ondata di intellettualità aveva dapprima « pervaso » il gruppo delle ~ignorc, ma ben presto gli entusiasmi ~•j!rano spenti, soprattutto per ragioni finanziarie: nell'intimo, ciascuna aveva l'impressione che quella somma mensile destinata alla letteratura fosse un poco gettata dalla finestra, e così i ~usti si orientavano principalmente ver- '\O libri dignitosi, eleganti e di prezzo non eccessivo. I volumi della « Medusa» erano i prediletti, perché davano modo di poter asserire che gli unici autori veramente interessanti erano gli stranieri. Per molte altre opere, il prcz• zo era un elemento essenziale di giudizio : così, per esempio, v'era molto interesse per Via col uento, ma nessuna ,'era ancora ri)()lta ad acquistarlo, con la spcran1,a che qualche altra amica vi si decidesse prima, e non mancavano, in proposito, le ironie e Je punzec. chiaturc. e Cara, ti chiedo scusa se ti riporto il tuo Fallada cosi sciupato>, disse la ,;ignora Gabriella 1 entrando nel salotto della Nuccia, nel giorno del « tè di riapertura » dopo le vacan1.e1 « ma sulla spiai:rgia, per i libri, è un disastro : tutti te li chiedono da leggere, e, col mfo canttere, sai che non son capace di dir di no a nessuno. E voialtre », proc.cguì rivolta alle amiche che s'erano messe d. ridere con malizia, e: smettetela coi doppi sensi! Siete ooiose, quan- niarc sotto alle coperte. ~a spc~ è do vi ci mettete». stanco, si volta dall'altra parte, e mi La signora Carla chiese sottovoce lascia leggere fin che voglio». alla Nuccia il perché di quella risata, Nuccia era un po' seccata nel veder ma la padrona di casa non ri)posc. l'andamento poco intellettuale che sta- « Tu non hai ancora letto Vavvtntura va prendendo il discorso, ma finì con a Budapest :t, le disse invece, e te la l'arrendersi. e Voi parlate così perché p0s.c.oprestar io, così ti metti al correo- non sapete cosa sia l'inc;onnìa >, disse te ». La Carla era moglie di un rap- con voce autorevole, e dovreste propresentante e, data la professione poco varc >. intellettuale del marito, le amiche am- e Perché, anche tuo marito?» chicmettevano anche in lei una cultura un se Gaby. po' trascurata, e benevolmente tollera- e No, anzi lui dorme anche con la vano certe sue lacune. Gabriella osscr- luce accesa. Sono io che soffro d'invò solo che lei, onnai, di K0rmcndi sonnia. Ho provato venti specialità; ne aveva abbastanza. « I:. però sempre niente, in pochi giorni raggiungo la un grande scrittore », disse un'altra. dose massima, corro il rischio di avve- « che conosce a fondo la vita». lenarmi, e son sempre sveglia. Una « Ma ha t<\nti di quei libri! > con- cosa infernale. Ci sono notti che, alle fermò Gaby, « è impossibile riuscire a tre, alle quattro, di,;.pcrata di veder leggerli tutti. Qualcosa del genere è quell'uomo che dorme lì vicino, lo svcsuccesso con Gotta: mia zia, negli anni glio e lo prego di chiacchierare un poscorsi, li comperava tutti, ma adesso co. Sarà una cattiveria, ma vi assicuro come si fa? ». che non resisto :t. La Carla pensò in cuor suo che era e E l'avvocato non dice niente? » accaduta la stessa cosa anche coi libri chiese la Carla immaginando la c.fudi Mura, ma stette zitta: aveva im- riatd che sarebbe toccata a lei accaparato a sue spese che era bene non dcndole un fatto simile. nominare davanti alle amiche quella « È tanto caro, e poi mi comprcnsua autrice prediletta. Nuccia disse che, de », asserì la Nuccia. « Fa m.tgari fadalle recensioni, le sembrava che Il tica a tener gli occhi a1x-rti, ma finimuli,10 del Po di Bacchelli, dovesse es- se.e col darmi retta>. sere una cosa interessante, ma le altre « Ma la mattina :t, di,,e un'.thra, rimasero un po' fredde. « e un roman- « come fa ad andare in ufficio se tu zo storico», obiettò la Franca, « e poi, gli fai perdere le notti? ». santo ciclo, il primo volume solo CJhta « Prima di tuttoi mìo marito non vcnticin 9ue lire. Dico j01 con tutto ha nessun obbligo di andare allo stuque:lo cnc si spende oggi, come si fa dio1 c'è il suo sostituto», proclamò più a leggere? ». risentita la padrona di casa. « e 1>0iè Le altre ,approvarono, preoccupate tm uomo forte, che sa resistere bcnisdi togliere da.I discorso un libro coc.ì simo. Non si direbbe> eh, a vederlo czy.,toso: e poi, un de~idcrio di cam- così mingherlino. Ma è proprio così :t. biar argomento cominciava a farsi « Va bene »1 concluse Gabriella, « hai strada. « Il bello di queste prime notti ragione, ma il tuo è un caso isolato, fresche», affermò Gabriella, « è che si che non può contare come regola: in può ricominciare a leggere a letto. Col maggioranza, siamo noi a ,;.tar male. caldo ci si stanca subito, ma d'inver- Sai che cosa bisognerebbe aver il cono io, con un libro divertente, faccio raggio di fare? Dormire in camere sele due senza neanche accorgermene». parate: sarebbe una cosa più logica e « Si vede che non avete un marito più civile. Ma vanne a parlare! La come il mio». dis.1,Cun'altra, moglie Ciucci, che si è sposata l'anno "scorso, di un medico. « A far qualcosa del ge· aveva prospettato la cosa. Apriti cienerc, a casa mia c'è da lcticarc. Lui lo! .Madre e !iuocera furono d'accordicc che la notte ha bisogno di dor- do nel mandarla a monte ». mire, e che la mia veilleuse lo disturba». Le altre assentirono, concordi, menGabriella sospirò. e Sono tutti uguali. tre la :\luccia cominciava a seivirc il tè. Anche il mio fa Jo stesso, e per di più L'unica a star zitta fu la Carla : pcnsoffre d'insonnia. Ci son delle sere che sava che suo marito doveva alzarsi viene a letto senza. dire una parola, sta presto al matt.ino, per prendere il treimmobile sotto alle coperte in attesa di no, e che anche lei non poteva restar dormire, e pretenderebbe che anch'io a letto fino a mezzogiorno, come le stessi così, al buio, e, se appena mi sue amiche, perché la ragazz.,. aveva muovo, guai, attacca a brontolare. Cer• bisogno del suo aiuto, e perché c'era te sere gliela do vinta, ma certe altre ...» da uscire a far la spesa. E infinci in « Mi consolo : non son l'unica a star un appartamento piccolo come il suo, male>, inteivennc Franca. « Anche come trovare un'altra stanza? Tra sé, mio marito vorrebbe, appena a letto, ebbe un motivo per invidiare ancora che si facesse buio e silenzio, come in di più la vita delle sue conoscenti che caserma. Dice che se no gli passa il le appariva fastosa e felice. ' sonno, e poi deve star delle ore a sma- "' ~lASSIMO ALBERINI .il_ SUD di Los Angeles e di llollywood, lf1 nel nuovo sobborgo di Culver City, sorge, in una larga strada, uno stra. no portico, con la facciata simile a un tempio greco: è l'ingresso della Metro Goldwyn Mayer. Questo non è uno studio, e nemmeno un'officina; è ptù che un villaggio: è addirittura un piccolo regno. Niente v'en• tra che sia già mamfattun.to. La .Mttro non ha bisogno di nulla e di nessuno. Ogru' mattina arrivano vagoni di legname, tonnellate di ferro, casse di chiodi, chilometri di stoffa. I falegnami, gli attrezzisti, i sani fabbricano senza fine scenari, arredamenti, costumi. Poliziotti che sono in- •ieme privati e ufficiali, vale a dire che appartengono agli effettivi della polizia, ma sono p~gati dalla casa, fanno la ronda, e regolano la circolazione nei viali dello studio. Piccoli autobus interni trasportano operai e impiegati da un punto all'altro dell'im.rnenso recinto: cinquemila impiegati, trentatrè studi, un milione di dollari in aalan menaili. M"incammino attraverao paesaggi artificiali: qui una città araba, coi suoi souks, là un grande bacino di vetro per le riprese sottomarine. Più lontano mi appare la e jungla •, una jungla grande come un giardino per pensionati, dove gli alberi sono di cartone, e le liane di corde e le palme di zinco. Eppure è qui che sono stati girati i film di Tartan. In un angolo ecco 11 e parco sentimentale•, col suo laghetto, la panchina di legno e l'albero inclinato. Serve per tutte le scene d'amore. Basta fotografarlo da un punto differente o con luci diverse perché sia impossibile riconoscerlo. Ci sono giorni in cui, per caso, parecchi registi vorrebbero girare in quel parco una scena sentunentale, Allora Clark Gable e Alice Fay debbono attendere che Robert Taylor abbia finito d1 parlare d'amore con Joan Crawford, sotto l'albero inclinato. Ed è una fortuna quando gli altri divi sono cantanti. Jeanenc MacDonald impiega tre volte il tempo delle altre per amare accompagnata dalla musica. Più oltre, mi trovo dinanzi a un immenso scenario bianco e rosa, pieno di balaustre di finto marmo, e di cupole dorate, in uno stile tra il bizanttno e l'assirobabiloneae. t una città immaginaria per un film-rivista, dove Eleanor Powcll appare come la principessa del mutic-ha/1, tra schiere di girls dalle gambe nude e bianche. In mezzo a quella costruzione abbandonata, seduta su uno scalino di cartone, scorgo una donna vestita modestamente di lana, immobile e trasognata. Quando m'avvicino, a stento la riconosco: è Myma Loy, ma sembra una comparsa che si riposi dopo una giornata di lavoro. Forse non ha udito i miei passi; mentre le cam• mino vicino, non alza nemmeno gli occhi. LA MALATTIA D:EI REGISTI Lo studio della \Varner Bros. è al di là delle colline di Hollf'\'ood e di Beverly Hills, a nord, nella vallata. È la sola casa che appartiene ancora ai suoi fondatori. I fratelli \\'arner vennero a Hollywood senz'altra intenzione che di trovar lavoro. Uno era guardiano di bestiame, l'altro galoppino d'un usciere. Si associarono per formare una compagnia cinematografica, e siccome ave\'ano un terzo fratello a New York commesso d'un agente di cambio, lo chiamarono per tenere i conti. Oggi, la • Fratelli \Varner, è la quarta casa del mondo, dopo la Metro, la Fox e la Paramount. Due studi sono oggi occupati interamente da immense costruzioni medievali. Torri, sale d'armi di roccaforte, camini dove potrebbero bruciare alberi interi. Tutto è stato fabbricato ndlo studio, fino alle armi, ai costumi, ai candelabri. Giorno , e notte fabbri battono sulle bmc delle spade e sarti cuciono giustacuori di velluto. Ma oggi il film è interrotto, e tuttì ap• paiono costernati. li regista, in questi ultimi due giorni, ha dato segni inquietanti di nervosismo: passava da uno stato d'esaltazione a un altro di profondo accasciamento. Stamane, s'è messo a recitare versi eroici, in mezzo aHa scena, in• citando gli attori e le comparse a massacrarsi tra di loro. È questo uno dei casi che vengono chiamati « nervous breakdown •, e che colpiscono questi uomini esausti dal lavoro, dalla mancanza di sonno e dalla continua tensione nervosa. Questa volta il regista ha scelto male il momento del suo• break-down•. Nel loro ufficio, i fratelli \Varncr bestemmiano come al tempo dei loro vecchi mestieri, e cercano qualche altro regista che continui il film, Bisogna trovarlo sull'istante. Ogni ora che passa costa loro diecimila dollari. Tutti gli altri, in costume, attendono. Claude Rains e Rathbonc cscguiscono un assalto di scherma con le loro spade pc• santi. Improvvisamente, un uomo appare in mezzo agli attori, con la sceneggiatura in mano, e si mette a urlare: e Andiamo! Ai vostri posti. Si ripete!•. È il nuovo regista. l\lezz'ora fa ignorava che la \Varner • girusse • quel film medievale, e anche ora si domanda cosa vo• glia dire quella scena preparata. Jack \Varner gli ha rnesso tra le mani la sce• neggiatura gridandogli: .-Sbrigatevi I È un grande film storico•· Durante il percorso tra l'ufficio del padrone e lo studio il regista s'è detto: • Dev'essere un'opera sulla guerra di secessione. Cri11Pline,giovani ufficiali del sud, negri devoti ... •· Ora invece si trova davanti a un castello, col ponte levato, e una folla coperta d'acciaio . .-Non importa, dice tra sé. E poi a voce alta:• Andiamo. S'incominciai•. PAOLO DR.INCUTER ANCORA E SEMPRE non ci ~tanchercmo di ripetere che soltanto le vere Saponette Verdi Brio,chi ,ti LJsoform lnc&.rtate offrono tutte le ~ar.inzic possibili per lavorazione perfetta, azione disinfettante, purena di componenti, mentre le infinite imitazionj hanno il solo scopo d'ingannare il pubblico con Saponette ,:;cadenti e di minor peso con ba~so prcv.o. Esigete ',("!rlpre le vere Sr,ponctte verdi Brio1ichi al lJsoform incartate, coi nomi Brio\Chi e L)soform ben chiari i.ull'in- ,,olucro. Achille Brloscbl &: ç, Milano Ogni fascicolo offre un'origina• lioSima scelta di scritti. fotografie e digegni che toccano lutti i toni del settimanale destinato a I intereèsare la totalità dei lettori I. Argomenti seri, argomenti bril1.anti,bozzetti umoristici, quadretti sentimentali, trovate, novelle, scherzi, ecc. dànno un carattere di eccezionale varietà e di sorridente frescherta a questo settimanale illustrato. Direttori: M OSCA e M ET Z, i due popolari direttori del bisettimanale umoristic~ Bertoldo. /i~~~~ ~; ~~ • ~-= I •· I~ v I~ •• • ,, ~ )_ È in vendita in tutte le edicole d'Italia a ~ent.60 R.EFER.ENDUM MASCHILE I clienti h.iinno ceduto il passo .iillc clienti. M.ii è vcnut.i b loro volt.i. Alll donu.nd.ii: "Pcrc.hè prcfuitc i mohili V acchclli" ceco .ilcune risposte: - lr Jonnr prr p11ru 1'ellr si /11nno l,rutfr. M11 i mo/,;J;o sonobrl/i o sono /,rulli. Pruiò; jttrilt" r11pirtp"rrr/,) li ko 11rpÙl11tit!tt Poi. - ~',m11oniaJ"/J'Unit1aso si rj/{t'llr nt"I unso J,_,/111 /,,,//r{{"· L. wstr 11 1r1te l,11rtsponJen{" "'"' ~rnio 11rlistiroit11/i,mo. - & Jonn~, ro1~1it.·s.o.fn_i, 11011 sono 111,,i comr lr wrrrsti. M11 ; mo/,i/i li puoi ,,vr,'r romr /, t11101. E ,o I, l,o wl11ti11rtistirir solidi. - Lo sto/iJo non si Jisti11,e11Jr11/upirnlr .fi11rl,;1101p111r/11M. 11 il rallMlo 111. 0 /,ile si iistin,fHt' ro/ lt"W1p1o1nfl,"l11rr11Jo. - Prr. me J."'~/,i/i P,,rrfu1/i sono i n11:fliori.Beh, io /,, fr1110 rosl e risprtto lr 11ltr11o1pm,om I • - P,-r mm untirmi ,l11repi,ì ""' "l,r/ n,o/,ife" ho ,1rrrJ11to /,, cns11 ,011 • l • mo/,i/i P,Hr/,,·l/i. Cosi sono i,, 1'110H11 con,pntni11. 1 1 m S. A. MOBILI VACCHELLI Sede U1'tr.1lc: CAR.R.AR.A

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