Omnibus - anno II - n.39 - 24 settembre 1938

Ma quando il conflitto parve .1,- ,umcre proportioni seriamente prcocfupanti, il governo di Praga, -;ccondo il metodo che !ii rivd,1 sempre più i~tintivo e funzionale, ricorse a provvedimenti di inaudita violenza. I CO.)iddetti irredentisti polacchi furano denunciati ai tribunali. 1 giornali polatchi furono interdetti. I canti n.izionJ.li polacchi furono viet,lli, e nell'autunno tutta la regione fu occupata militarmente. Ma Praga sa ~btut..tmcntc altern,HT i provvedimenti di rigore con le dilatorie trattative diplomaticht·. E. nulla cedendo alle J..:gittimc rivcndicaiioni delle minoranze tarta,)sate, mo!<ltrar,i disposta all'equità, indulgere provvisoriamente ai polacchi di Te~chen, per meglio ingannare le autorità di \' .1rsavia. Nell'ottobre del 1935, le uniH·rsità cèche cercarono di avvicinar:;i a Var:;avia accampando la solidarietà scientifica e la fraternità sLwa. L'c-;pt.'- diente non riuscì, perché V.m,avia fu insensibile ad ogni scduzione :;cientifica e fraterna. Pretese patti chiari ed una totale revisione dei si~temi fino allora in vigore nei confronti della minoranza polacca. Come al solito. Bene, non oppose un rifiuto. Cercò solo di guadagnar tempo. E in un diffu'-JO e.sposto del 3 novembre del 19~5 formulava la propo:;ta di deferire il re~olamento della controversia minoritari., alla decisione di un organismo i11tern~- zionalc e di una Commissione mista. Dopo tn1a prolungata di!)CU:,.:,iondci:• plomatica, durante la quale i pola4.:chi t ebbero larga possibilità di scoprire il gioco a~tuto cd evasivo di Pr,1ga, Var• savia rifiutò, in tono legittimamente risentito, di seguire il governo cèco nei suoi conati capziosi, insistendo perentoriamente che nessuna conversa- .!ione avrebbe potuto essere sostenuta finché la politica cecoslovacca non avesse sinceramente mutato rcgi:-.t10 nei confronti della popolazione di Te- :When. In 'luel momento, la dt\•ergcnza radicale fra i due Stati si era già nettamente delineata sul terreno della po. litica internazionale. Comprendendo l'utile che poteva ricavarne, Praga aveva collocato il centro di gravità della sua politica a Ginevra, sfonandosi di rimandare ogni controversia al possibile arbitrato internazionale. Per la Polonia. ben più sicura della legittimità delle proprie rivendicazioni. il centro della politica polacca non polCva essere che Varsavia, e il governo di Varsavia intendeva trattare direttamente sulla ba~e di convenzioni bilaterali, senza fare alcun ricorso ad un arbitrato proveniente dall'e!itero e, come tale, fatalmente inquinato da preoccupazioni e da riguardi del tutto estranei alla realtà, alla stessa umanità delle questioni da risolvere. Al di là del contrasto di metodi che divide i due paesi, si profilò una profonda divergenza di dottrin,. e di O• rientamenti politici generali, che fece del problema di Teschen, all'apparenza poco rilevante, un contrasto denso di importanza e di gravità. Lo riconobbe lo stesso governo di Praga quando, tradendo una volta per tutte, le ragioni profonde del suo atteggiamento, confessò che le relazioni con la Polonia si erano precipitosamente offuscate il giorno in cui Varsavia aveva nettamente diretto l'asse della propria politica verso l'intesa con la Germania. Fino a quel momento, era sembrato che i polacchi vives.Y'ro in ter• mini di buon vicinato col governo so• vietico, considerando la Germania co- • me il principale avversario. Con l'accordo del 1934, la Polonia trovava il terreno dC'll'intesa col vicino d'occidente, mentre incominciava a nutrire le pilt vive preoccupazioni di fronte al vicino d'oriente. Dalla rico~truzione dello "l<1topobcco, Varsavia aveva sempre O\Cill.uo fr,1 il timore dell'uno o dell'altro dei :-.uoi ~randi vicini. Mentre le regioni occidentali del pac!ie, la Posnania e la Pomerania, scorgevano nella Germania il nemico più tcrYUbile, le provincie orientali guardavano con terrore alla Russia. Si può dire che, in questa polarizzazione di sentimenti, le regioni del sud, la Polonia austriaca, rappresentava un po' la freccia della bilancia. Sotto l'azione di Pihudski la Polonia galiziana si orientò deci~amcnte verso la Polonia orientale, per cui la corrente francamente antirussa finì per prendere il sopravvento. In fondo, si è detto, la Gennania non ha che da rivendicare un corridoio; la Russia, invece, vuole scatenare il bolscevismo in tutta la Polonia .. Da quando Hitler ha scardinato la politica di Rapallo, la politica filorussa di Rathenau, la Polonia ha tutte le ragioni per diventare l'alleata della Germania. I tedeschi hanno potuto benissimo dimostrare ai polacchi che le loro aspirazioni non avevano di mira né l'oriente né l'occidente, dove esse si sarebbero ugualmente urtate contro la parete di acciaio di popoli potenti e preparati. La loro via è verso sud-est, e su questa via i tedeschi sono naturalmente portati a fi:mchcggiare lo sforw polacco. Le rivendicazioni dei H.·· deschi dei Sudcti riportano automaticamente al primo piano la questione di Tcschen e le rivendicazioni della sua popolazione polacca. Nessuna meraviglia che il tr.Htato tedesco-polacco, che segna il mutamento delle direttive di Varsavia. abbia suscitato viva inquietudine a Praga. Era né più né meno l'intesa fra due potenti vicini, non solamente protettori delle rispettive minoranze esistenti in Cecoslovacchia, ma aperti fautori di dottrine in assoluto contrasto con Quell'idcologiJ. (_hc è all'$riginc ~U:\ ..J. . dt.:llo Sto.to c.:eco-.lovacco,e che Pr.iga non ha m•ti Cè!):oatodi wentolare, con evidenti fin..1lità.acc.q. JJ.rratrici d1 fronte all.1 Francia e ali' Inghilterra, col pratico ri..,ultato che si vede. Che Var:;avia gua1dasse, or.un~\i, vcr- ~ il :;ud, fu ben compreso a Pra_g,lm:l 11(1\Tmbrc dt.:I 1 gi+, immediatamente doµo l..1t1;lgcdia di MarsiJ(lia, quando !J. Pulonia :;i .wvicin.ò all'Ungheria e in modo t,,le che di~sip<lva qualsia:-.i ri\Crva, qualsia,i dubbio. Proprio nei ~iomi in cui la Piccola Jntc~a 'iCdte• nav;,1a Ginevra una frenetica campagna antiunghcrc!te, il prc:;idcntc GOmbO:-.er~, ricevuto a Varsavia con fasto n..•galc. Si capì molto bene a Praga, e ci volc,J. molto poco J. capirlo, che il d1,,idio fra la Polonia e la Ccco ..lovacchi.l non er.1 più limitato alla que- ~tione di Tcschcn perché an·va finito pt.·r a~~umere tutti i caratteri di una irriducibile antitesi ideale. Cornc . 1a inevitabile, il ria, vicmamcnto gnmano-polacco-unghcrc ..c 11011 m;.rncav.i di \uscitarc inquietudini e diffidenze anche a Parie;i e a ~losca. Ed ceco \.:omc, soltanto pochissimi gior• ni dopo la firma del trattato fr,rncoru,\Q del 2 ma.e:.e:io 1911, fu la volta del patto ru-.'iO-cècoslov~cco.L·n",dleanza di t,11~enere, fra Praga e Mo:-.ca. non potc\'a certo migliorare le relazioni cèco-pol..1cchc. Fin dall'autunno del 1935. il contra~to esulava dal dominio della stampa per passare n<:lla:;fera dcllJ. diplomazia. Sedati i primi ri- :.cntimenti, una specie di equilibrio :-.cmbrò stabilirsi fra i due Stati. Dopo la scompar:;a del maresciallo Pihud'-Jki, numerosi problemi di natur,'\. interna son passali in prima linea in Polonia. e Praga si è potuta illudere di veder emergere a Varsavia clementi più arrendevoli e meno impetuosamente reae;cnti al suo malgoverno nel trattamento delle minoranze nazionali nel proprio territorio. t sembr,ltO, per un momt-nto, che le previsioni e i calcoli di Praga trovas- !iC'rouna qualche giustifi(.1ziom· nella re.,ltà. Alla fine del 193.5. il gcncr<de Gamclin, capo dello stato maggiore france:;c, faceva una visita a Varsavia col µroposito ben compremibilc di riguadagnare b Polonia alla tradizionalt: amicizia con la Francia. Dal canto suo. Smi,dy-Rydz restituiva, secondo tutte le forme protocollari. la visita al generalissimo francese e trovava a Parie;i un'accoe;lienza entusiastica e SO· Jenne. L'accordo del 2 settembre vole\·;,tsan1ionarc un certo riavvicinamento dei due paesi senza che, per questo, si potesse dire che il problcm;,\ cèco-polacco si avviasse ad una positiva si:;tcmazione. Con la sua consumatissima arte. fatt1 di ripieghi e di dilazioni. il ~ovcmo di Praga s'illi.:sc ancora un.1 volta di far dimentiéare i ~uoi 1rrep.tra• biE torti di fronte alla minoranza nazionale polacca. E per meglio distrarre l'attenzione dai suoi prOPositi reali, all'inizio del 19~6 inviava a Varsavia, a rappre:-.entarla, uno slovacco: Giorgio Slttvik. Era un abile tentativo di cattivarsi una certa lon~:::i..nimitàda parte della Polonia, perché i 1>olacchi.se sono irriducibilmente ostili ai cèchi, sono. viceversa, per lunga tradizione, pron1i a tutte le intese con gli slovacchi. Espedienti di questo genere fanno sorridere quando urgono problemi come quelli attualmen1e in discussione. ~on sarà1 certo, Giorgio Slavik che riuscirà a modifitare il corso delle co• se. La tendenza de11:li !ilovacchi si orienta ogni giorno più verso i polac• chi, nell'intento di far blOCco contro il nemico comune. Forse che Leo Wolff, rappresentante a Praga dei polacchi di Trschen, non ha trovato un sostegno efficace nel partito slovacco? E Carlo Sidor, autorevole deputato slovacco populista, non ha parl.,to ~pc')SO.11Parlamento di Praga come !,(' fosse il mandatario di Var.);wia? A buon con• to, il 1,!Ìornale nazionalista Slouak è stato più di una volta scqucsll\ltO dal governo di Prag..t per la sua aperta e accesa propaganda in favore della Polonia. ì'\el !,Cttcmbre del 1936. durante l'odio:;o processo intentato davanti al t1·ibun.1lc di Morawska Ostrawa contro Gio\'anni Bocek cd altri. imputati di attentati contro la sicurezza dello Stato, il ~overno di Praga tentò di coinvolge-re nell'atto di .,ccusa il Con- ,olat0 di Polonia e un antico suo rappresentante, Jala jmme Klotz. Varsavia levò immediatamente un'energica protesta che diede la misura della ten!,iOne fra i due ~ovemi. « Il ~averno polacco protesta nella maniera più categorica contro insinuazioni non fondate e offensive risultanti dall'atto di accusa, constatando nel detto proces:;o una nuova prova della tendenza. da partr cecoslovacca, di inasprire le relazioni di vicinato». E quando il ministro Kroft..t. in un di~corso alla camera. ac• ccnnò ad un migl iorarnento delle relazioni cèco-polacche, la replica di Varsavia fu durissima : « Non comprendiamo come il signor Krofta possa parlare di migliorati rapporti del tutto unilaterale. In realtà non vi è miglioramento possibile fin quando i metodi di amministrazione, adottati nei riguardi della minoranza polacca di Cecoslovacchia. non saranno cambiati. t. e~ualmente inutile credere che un terzo possa intervenire efficacemente nelle relazioni polacche-cecoslovacche, poiché le questioni pendenti fra Praj!'a t.' Var:;avia non potranno essere regola.te che per via diretta •· Infatti, la Polonia sta ammassando truppe alla frontiera. GIULIO VENTURI 8.&NTU.00DEL OILB• Z.. mppt gonrutl .. 1p11nnooontro I rlb•lll oblo.al n♦JJIUulnn\U. LONDRA• K.lchaelOonnoll1,nppr•eentani. d•U'hlandt. 111;i0o11 0 r1uo dtl Lllarl Ptnlllt(lrf11 CONSIDERAZIONSIULLEMINORANZE ®R \ che 1 Anuhluu è un fatto compi;,tO >, ~crisse qu"'lchc mc.se fJ _il prof. Seton-Wahon in u1, arucolo m Fou1gn :4.Qaiu, le dur più fo1ti m:110r.ulle tt·dcschl' che \Ì\',mo fuori dei cont1ni del Re,ch wno quella drll.t :i,:zzer"' ,. quella della Ccco~lo\.1cchia La prirn,i fo ·I nocduolo ddl.t Co,,fede1.12io:1c dH·l1ca d,1 quando )i st.accò dal Sacro Row.:.1110lrn• pe-10 nel 1499 La ~econda p1.:r olto wcoll formò parte irmgr,mtc del regno di lk>t-• mi.1, il cui ,o)o lef.!:amc-con l'impf'rQ cr.1 J.1 din ..~ti.1 dc:gli \bsbargo. :-Ola è n•·< ·,~..,io tener preS(•ntc che (i wno non meno di dodici Stati, o~gi, in [;1ropa nt·1 qu ..li \'1- \0no ininorann: germaniche t· che ~- \I ,·ccc1t<1;rno //.' ucraini, i quali \'ÌH•no tut· ti wtto gO\t·ino straniero - non e~i,tt .il• cuna raua in Europa cht- si.. go\'crnat .. iu ,ina cmì l.t.r!( .. proporiionc dJl!ù >ll'4nlew, come qudla ge-nn,mica Qucito f.1t10, ll'le)• ,o in rcl.uioru." con la rinat.1 for✓a e Con la coscienza rauiale dcll,1 Ccrrnanìa nuiqJ, dne rammt·n1,.He .all'Europa che la quc. ~oonr ddlc lllinorJnze, fin quando in 1uohi punti re,1c1à inwluta, continuerà a pro• durre aC\IIJ irri1azione e ser. i1à a perico• lose propagandt· J. Il p1of. Sc1on-W.1tK>n è .1110~pcl ..fo1,1 ir, que;uoni c<-niro-ruropet·, h,.. fatto numero• se pubblic.12ioni in materia e insegna norij ddl'Europa centrale all'univniità di Lond1J Con tutto il ri~pelto da\·~110 .1 un cosi autbrevok swdio~, ci periu(;11iamo di ri• !..:\are che, nrl bre,e p,uso sopra ripon,uo, incorre in du<" errori. Il primo è di cMattere purameme ,erbale· egli 1110~11dai con. ~ider,ue la questione ..ustriacJ co:uc un,1 que:.1io11••di minorana L'espru.sione pro• babilmcntr: h.1 lr.o.dito il s..10 pensiero, perché la popolazione della cessata repubLlica ..ustriaca era germanica tcdcK,, non in parte mino1e o maggiore, ma iuterauwmt Il secondo errore è fond.1mcntdle. e11li CIC· de- che le co)Ì dette quejtioni di minor.rn- .tc poss.u10 chcre sempre rholtc nei quadri, 1,'inle11de, dei regimj dcmoc1.111d • , con un poco di buona \'Olon1à e di liber..,lit.à Questa è una \'Ccchia illusiont' di uomin: polaici l' di p:..ibbliciui democrat:ci e l'c)pt·• rienza dt I dopoguerra non è \ah., .:i H.J.dicarla dal!C" loro mcmi. Semprt·, qu,rndo in un pJ.('se un.i mino~ 1.1nza aJ\ogcna si agiti o si ril,clli, quC)II ,mpeni1C"n1i SOKllatori sono pronti ad ac• cu:!lare il go,erno locale- di non a,er f..tno ;n 1empo le concessioni ncce~:.arit· A loro av• ,iso, un celio numero di scuole nelk lin'l'.ue delle minoranze, un po' di liber•lità nell'uso delle lingue, insomma una piccola do'tC in più di democrazia nel go, erno delle minoranze, metterebbe in pau.• l'E11ropa Ques1a concezione della .storia europc..t lÌ S('mbra f.itile. Il governo <.èco, per ese:npio. ha 1;.iHe le colp• nr~ le minor ..wle che vi\'ono in C,·<.oslo, ..1cchia ~1a anch1· se non ne ,l\'t•.sSc alcuna, il dr"'mma auualc sarebbe scoppiato lo stesso. I tre milioni e meno di tedeschi non , ogliono vi, ere 'lùltO il go\crno di Praga, non già pt'rché non abbiano ottenuto abba~u.nu scuole te• de~he o perché non p0uano usare la loro lingua in alcuni atti pubblici, ma per una t.lg:onc più semplice e più fondamentale perché ~no tedeschi e perché il go\ erno di Praga è cèco. E: un errore e un pericolo aggregare a uno StJ.to una minoranza allogena troppo fortr. Vna volta che questo errore ,i.a stato comJU('SXJ, ~i è cre,.H.l un.i. fonte p<"l!Uancnle d dissidi, di irritazione, di conflitti, ed t' ,ano cercare il rimedio in conceuioni più o nu.:no liber ...li, che la maggioran..:a do\rcbl,c fare alla minoranz.t. 1 e che fatalmente non !ari mai, finehé sarà .abbastanza fortt' pt•r re!i.is1c1c, e .sMà di.sposta a h1e quando )I sentirà debole, e cioè quando ~a•à troppo 1ard1. :,..'oi o:.i,.ino ,1pJ>1.:naformufa,c un_.i t\rrib;le , crità, che pure ci st·:nbra owia Esi- ,tc 11n ,olo modo di risoh·ere unJ. que~tio1,t· di 111i1,or.1nu: sopp1imere la minoranza fu 1\ muodo di Kema\ c\taturk, il qu.1le, dopo la vino, :111pose .1.lla G1c<.ia lo sc.imbio dclk minor,rnze. fu una spt·cie di operazione chirurgica, una trudele terribile opcr,a.ionf' ehirurgica La colonizuzionc ellenica drll'.\s..ia Minore, an1ica. di quasi tre mill,..nni, ne fu definiti,;i.mcnte ~tronc.1.td ~t.1, d;i .illora, ci.ascuno dei du~· pani ha r'tro\'alo la sua p,itc internd; per colmo, M>no di, en1.11i amici cd allt'ati Noi ci rend1an,o pt:rfen.-mcnlc conto di quanto ,.n siffauo metodo offend.i 1 no,tri fond.1ment..tli .sentimenti um.1.ni e. !..> 1piriLOcri,tiauo dcll,1 nostr .. ci,ihà ~L\ f.,tti ,uno quelli che wno e noi nu1 ra,li,rn10 C'.'ht·una cons1ataiione. !\oi siamo com ,nti cl•e \e di nuo\·o il flat,:ello di un.t gucn"' gl'ncrale si abbattesse sull'Europ.1, :ii a,si• ,terrbbc .J. cose tcr1ibili • a espuhioni di popolaz1oni 111 mai~a, a deportazioni, a con• finamenti. E, in fondo, quel eh<" p:ù ~paHnla è prn~.ire che forse ncll'Europ.1 fu. tu1,1 non ci saranno più questioni di minoranze. BENES 1919 (iJ 0~1 E ~i formò, nel eo,,o de\1.1 ,tu1:.i, ~ proprm nel cume dell'Europa, q idi.a me\colann di popolaz:one cèl.1 e d: popol.it!onr- tedesca, che oi;,gi .tppal't qu.1si indiswlubile; come le due rane pene• trarono cosl profondamente l'una nel territorio dell'altra, senza fondersi e ~en'l;1 con• fondersi, anzi rimanendo sempre nemiche, diremo bre\'emente in altro articolo. Co1ne la Conferenza della pace, nel 1919, lungi dal rirolverc il problema, lo aggra\'Ò e creò tutte le condiz.ioni necessarie per un con• fliuo futuro, abbiamo già raccontato in un precedenie articolo in occasione delld crisi del maggio Posteriormente è inter.cnu1.i. un.a pn·z.0,.1 strana testimonianza: quella di Lloyd Gl·orge, il quale, nel Daity I'elegraph del ,15 luglio, ha raccontato come nacque la repubblica cecoslo"acca e come furono inrnrporati in essa i tede~chi dei Sudcti. .\b. l,, .. iw; defmiw pre.tioJj questa te,1imonidll• z.i })' c-hé Llo~J Geo,~e non ~ (('1~0 a_mico né ammiratore della Germam.; hnknana, e, qtiindi, s<' la .sua narrazione è un auo di Mcu,a a Bent·s - come difaui è - meiit.1 pil·na fiducia. La abbiamo definita ~tra. n;i, perché Llo}d Ceo1ge fu uno dt"1 quattro pen,onaggi cl,e decisero a Versailk~ I.a )ùrt< ddle naLÌ(.ini europef', an.ti fu il più ..tutotnok e il p:u potcn1e dei quattro, e 1u1ti gli errori della Conferenza f~~ono prin- ( ipo1!111('11tseuoi errori \ppe11,1 s, riunl l.d Conferenza _dell.dp,1<.,· P..trig., Bcn1·s c)pose la que.st:one c ·01 ,ltJ\JCCa e la pre:icntò con notC\'Olè abilità e iutell:ger.za >. Egli e foct-,a eonti- /lUdmcnte professione di modt•r,i;ione, di mo. dcstia e di 1t·mper..n7,l nelle sue nch:nlc per l.l uuQ\,l rt·pubblica >. E ft'C'e \_alere )Op1,ittu110 che i cèchi er.1no l,1 .s<.:nu1el.1. .a\anzata ddla democraLia, anii • i protei• 10ri dcli .. dl·mocr.n:ia contro il gern1a1w• ,imo e-, m tutti i ll·mpi, il loro doH·re era di comb.J.ttere i germani>. Per quanto 11• ~uard.1 i tede!K;hi della 6()('mia, Brn<') du:de ., iuwudne .ti Quauro Grandi ~ che 1 t.:de$chi sudt·1ici non solo .si rende\ ,mo conto della nCC<"$s11àdi rimanert' con I.a &cmi.i, 111.i ne ero1110altamente soddisf"'tti Siano es)i borghesi, siano operai, t ano ontJdi1·i >, CO)Ì parlò Bene,, ._cui capi- :.cono che dt',ono rimanere nella Boe•nia e, ndle lo1u Came-1e di comrneroo, hanno franc:.tmull<' riconO)CÌuto che sarebtRro ro• \Ìna1. ), H:11:~,l·ro unili ,1lld. Cermania I..1 cor,co111•11za ddll· grandi industu• .;, 1 m.michc è l.lle, che non po1nbbno so• ;}l,i\\ÌH·r, S, s1 ti.itlcngono da\l'npr:riarri .1pe1ta?1wn11·il loro ~entimento, è che -~no tt.:1rorizuti da un piccolo 1truppo di .. ~11.;- tori pa11ger111anis1idi Vienna :-,.'on sono ar. f.1110 i gc1mani •di Germania eh<: premono ~u di loro, 111,1 sono i germ.ani d'Austr:j perché è stalél sempre una delibe1ata. µoli1i<.. 1 ddl' \ustria di mettere; germani t· t_è,chi ~li uni con1ro gli ahri >. E fo~i : cèchi non poterono resi.:11ne all,· m~hll'nz1· alle sollec'.1avioni1 alle 1ich estc de'. 1rde~chi sudriici di far p .. rte della nuo• ,,1 repubb)iea e, in uno sl.rncio d1 gcntro• ,11à. aprirono loro le braccia e se li .in· n<·~":ro. Dopo i t<·dt·~chi, fu la \·olta dt·i pol.i.c• ,.hi e dei magiari Lloyd Ceon;c r.\CConi.1 ade.s,o che tu così prcoc<;upato ~1 le richie,tc d1 lkncs di incorporaz:om d ll·dt•)Chi (' di magiari, che mandò il l(Cnerale Smuu a Praga a conferire con ~ta- ~aryk. Dal resto del racconto risulta che, m reahi, !:imut.s andò a parlare solo dei m.. g1a1i. Sembra lecito dedurne che L\oy·d Cco1ge non si preoccupò affatto dei 1ede• ~chi Smuu, dunque, fece prescn1c- a Ma- ~ ...r)k qu.into poco desidcrabilt- foss,= la incorpo,t'lione alla nuo,a repubblica di una µop, ,J.u.ione interamen:e magiara ,.i,..ente a nord del Danubio. Masar; k fu d'accordo e accettò di ritirare la richiesta, ponendo ..alo la condizione ehe alla Ccco~JO\ acchia fosse a~egnata una .striscia di territorio .a ,ud del Danubio, a Presburgo (in cèco Bratisla\'ia;. Smuu insistctlc energicamente prt"s. so il Consiglio dei qu ..uro perché acceuaue ques10 ieambio, facendo presente che < con .1\cuni milioni di 1cdeschi già inclusi nella Boemi.-, ,. nord, la uheriore inclusione di 400 o .500 mila magiari a sud sarebbe stato un problema gravissimo per il giovane Suto, ,1 p1e~cindc1c dalla gra,e \'iolaz.ionc del pri11c;pio di nazionalità che tutto quc,10 J\ rebbe compor1a10 >. .\fa qu,mdo il Cvns glio di:i quamo si o.:cupò della qucuione, 8enes d:chial'Ò che il prc~idenie ~lasarvk era stato del lutto f, ..inteso e che ,nai avt·\a ..i.ccett.ato I., pro• posta. e Fra le mohe di,grazi<" che .;ccorn• pag11a1ono il ciollo dell'Austria>, così eom• menta Lloyd Cc-orge, e una delle p('ggiori fu che la Ctcoslo\acchia fosSè' rappre~cn1.. ta alla Conferenza della pace non dal suo ,..1ggio e ,ecchio capo, ma da un 1101110politico in1puhi\o. abile ma moho meno s;i g.ice e multo più miope, il quale n.on prt"· \ ide c quanto più a, e~se prno, ljnto meno a\rt·bbc potuto consenare. ~la i cèc:1i etano fa,orili in modo pa11:colarc d.ibli \lleati .. E il risultato fo il riconosciun•J1!.... del poliglotta e incpercnttc s1ato di Ct·c,1.slo- , .i.cchia e l'incorporazione in esso tii cenlinaia d1 migliaia di riluttanti magÌJIÌ c di rnilìoni d1 1cdcschi indignati e irrit.J.IÌ >. :\'ulla da obil'ttarc a questa espo~:1io11t. Ji Llo)d Gt·orgc Solo c'è da agglum;t ,, rhe l'au1orc principale di 1antc m.. ldath t· d1 così s10is1ri errori fu l,1 stesso int"o• )(.ien1c Lloyd Ceorsc RlCCIARJ)ET'TO DMiVIB SETTIMANALEDI ATTUALITA POLITIOA E LETTERARIA ESCE IL SABATO IN 12-16 PAOINE ABBONAMENTI Italia e Impero:annoL. 4.2,aemHtNL. 22 EittfOI llnD(I L, ?O, HDl .. tftl L, 36 OGNI NUMERO UN.I. LIRA Mano,criui, dhegai t fo1ogn.6e,uct.e H non pubblicui, non 11\ rutltnlscouc, D!rulone: Roui, - Piuu della Pilotta, 3 TelefonoN. 66,470 J.11unlnl1trufou: Miit.t.c- Pia1111Car\Q Erba, 6 Teltfono N, 24,808 PubbUdl.à: Per 111 :n.11:ro di alltua, b111♦ 0111<.olvi.t."' L, 3, Rl•olgenl 11lJIAgen,i1O1. Brucb1 M1l11ucV,ia Sabini, 101 Telefono20-907 Parigi, 56, Rut du F11QbougSalnt.-Honorè

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