Omnibus - anno II - n.38 - 17 settembre 1938

ILCENSORE lt 'ISTITUZIONE più xenofoba in I, America, dopo il Ku-Klux-Klan • è indubbiamente quella dell~ censura cinematografica. La cosa mcra,·iglia fino a un certo punto. Che esista una geografia della morale, è stato scoperto fin dai tempi di Erodoto cd è stato messo bene in chiaro fin dal '700, fin dalle Lettert persiane e dai romanzetti orientali di Voltaire. Quel che è tollerabilmente indecente in un paese o in un continente, diventa intollerabilmente scandaloso in un altro paese o in un altro continente. L'America, anche dal punto di vista della morale, è un continrntc a parte. Spieghiamoci meglio: csi-.tono degli oltraggi fondamentali al pudore e alla deceaza che, nasco1.ti sotto gli abituali e spesso secolari tra,:cstimcnti escogitati dall'ipocri ..ia nazionale, non offendono più ormai la ~usccttibilità del censore. Ma quegli ~tessi oltraggi, presentati sotto forme c~tranee alle sue abitudini mentali, o entro limìti formali che non ~no quelli nei quali rgli è stato educato, riacquistano tutta la loro forza di oltraggi e di irriverenti immoralità. Due perSone che si vogliono bene '-ono co~trette dalle circostanze a pas- ~are la notte nella stessa camera di un albergo di campagna. E: la situaLione di Accadde una notte. Ma in Accadde una 11otte il rigore di Tartufo è narcotizzato e neutralizzato dallo spirito prettamente indigeno di Clark Gablc, dalle repliche prettamente indigene di Claudette Colbcrt e da quella maniera prettamente indigena dei film americani di addormentare ~li -.crupoli dello spettatore, scivolando sulle situazioni scabrose o immergendole in un bagno di disarmante candore. :Ma ecco la ste~si~ima ~ituazione in un film curopeo 1 J l ca.so della pautofola; solo che questa volta i due ~iovani hanno il torto, entrando nella camera dell'albere-o, di mostrare il loro imbarazzo, e in una situazione simile l'imbarazzo è terribilmente allu- .!,Ìvo.E poi hanno il torto di non fare dello spirito biblico sulle mura di Gerico (nella fattispecie, la coperta stelia tra i due letti dove sono coricati Clark Gablc e Claudette Colbcrt) che il suono delle bibliche trombe (nella fattispecie, l'amoroso desideno dei due) potrebbe far cadere come d'incanto. Nossignore: i due innamo~ rati europei sono semplicemente imbarazzati nel trovarsi soli nella stessa camera, e si capisce perché. Sporcaccioni! E, impugnate le forbici, il cenM>re taglia senza pietà. Di esempi del genere gli annali della censura americana sono pieni. Natur:-o'mentc il più delle volte queste operazioni di ineffabile chirurgia morale non sono rese di pubblica ragione. Bi~ogna che il bando del film europeo ,ia assoluto e totale come per Estasi o Remou.s, oppure che il taglio sia troppo evidente e grossolano perché i giornali lo sappiano, o i critici se ne accor~ano e lo scandalo scoppi. Ma si tratta di eccezioni. Settimana per settimana, ~enza che il pubblico ne sappia niente, i censori tagliano metri su metri, scene su scene cd è raro ormai che un film europeo esca incolume dal~ le mani dei Tartufi americani. :\'"el 1933 l'c: Unione Americana delle Libertà Civili • giocò un brutto tiro alla censura, pubblicando un elenco ddle più flagranti e assurde muti• !azioni di film europei compiute in quell'anno. In una annessa relazione c-ra detto che una delle principali giu- ,tifica7ioni addotte dalla censura americ-ana per la sua es~tcnza era per l'appunto di escludere dal suolo americano e gli sporchi film \tranicri >, la morale in questo caso confondendo\i chiaramente con la protezione della mer- <"•·nazionale. Oltre a una censura federale esiste in America una cemura statale nei sc- ~uenti Stati: Kansas, Maryland, Ohio, Pennsylvania, Virginia e New York. La procedura dell'ufficio di New York è caratteri:>tica di quella degli altri cinque Stati. I suoi frincipi sono e,pr<''i\Ì come segue: « Nessun film otterrà il permesso per la proiezione nello Stato di Ne\'\' York, che possa cs- ,e-rc clas,;ificato, per intero o in parte, come O"iCCnoi,ndecente, immorale, sacrilego, o che \ia di tale natura da corrompere la morale o incitare al delitto•· E fin qui nulla di male. Il male comincia quando si scorrono le ..tati- \tiche e ci \i accore-e che quasi tutti 1 film che il cen<ore ha trovato osceni. indecenti, ccc., ..ono europei. Non '-olo, ma càpita spesso che una pelli<"ola che tutto il mondo e quarantadue Stati dell'Unione non hanno ~iudicato né oscena né• indecente, si \'l'de chiu')(' le port,r,-dei '-Ci Stati suminemionati. E cmì un film che nella d(•<·oro-,a \\'a,hington e nella rigoro-.a Boston può e~sere proiettato ~nza offr.-..1:1kuna alla morale, nella babelica New York non può entrare perché ai cemori non è andato a genio. :'\ella ,ta~ionr ,<'ona il solo ufficio di cen- ,11ra di .\rt'\' \'ork ha ri~('ttato J·n toto o I L'ATTRICE ONOB:ERESE JLONA KA88EY PROVA ON ABITO PER IL FIL.li ' 1R08ALIA" (li. O. X.) ventiquattro film e ha operato abbondanti tagli in altri cento,;;essantadue. Un esame dei tagli nelle pellicole più importanti può e~~re assai istruttivo. Prrndiamo il caso di Club de femmes. JI film, dal punto di vista morale, pre- ,;ta effettivamente il fianco a critiche a\.;ai serie. f. l'esperienza di una ragana in un culb femminista, e il ,;;uo ~aiutare ritorno a esperienze più normali ; sullo sfondo vaga una nebbiolina leggera di lesbismo platonico. In un caso simile il meglio da fare era probabilmente di proibire del tutto la pellicola. Ma i censori hanno avuto invece la pretesa di sterilizzarla, abbreviando alcune scene: una fra due ragazze al club~ una fra una ragazza e un americano in un albergo, una fra un,l ragazza e il suo amante (marito, nella ver-.ione nuovaiorchcsc), e il risultato è stato di-.astroso. ~folti critici di New York, che avevano visto il film prima dei tagli, rivedendolo dopo hanno scoperto che, nel processo di rabberciamento, quelle scene avevano acquistato una suggestività allu\iva che prima non avevano. Quc!iti sono \Chcrzi che solo la p<ijicoanali-.iriu~cir<·bbe a spiegare. Le memorabili Raga~ze in uniforme furono vittime di un fato analogo. Quella nebbiolina di platonico lesbi- \JTIO. di cui parlavamo più sopra, in Raga{{t in uniforme era ancora più vaga, perché ~i trattava dei primissimi i..tinti sco;suali di alcune adoleo;centi, mentre in Club de femmes si tratta di donne e ragazze in pieno rigoglio. Eppur<' lo ,tup('ndo film tedesco subì dei tagli ancora più radicali e con ri- fatti fu ~pprc,<,0. Erano pochi metri sultati ancora più di,;astrosi; anche di J)C'llicola eh<', <'a~ mai, conferivaquando i rapporti fra le allieve, o fra no a tutta la 1:cenaun tono d'immensa le allieve e la maestra, erano innoc.en- pietà; il taglio non era nC'cessario se ti, i salti bruschi e drammatici che le non per dimo,;trare la sublime insipicn. forbici avevano fatto fare alla scena za del cemorc. la rendevano torbida di peccaminosi ~fa uno dei tagli più idioti fu quello wttintcsi. Le proteste delle famiglie fatto a uno dei migliori film francesi, piovvero da ogni pa,:te e fu solo dopo Generali senw bouoni, in cui è descritche il film venne proiett:'ltO davanti a ta una guerra fra due gruppi di rauna commi'-.sionc di periti che si potè ga1_zidi due villaggi vicini, i quali si accertare come la maggior parte delle combattono, avendo come ob1ett1vo situazioni 1:cabro(e erano 'itate crc:ati!9 \upremo i bottoni delle giacche ncmidalla a(inità e dall'inscmibilità dei che. Ora i censori amcricani 1 per chi censori. 1:a quale comple'i-.o freudiano 1 ,;ono Nel film francese, così crudo eppur ostilis1:imi al nudo dei bambini. Le così tenero, La maternelle, che da noi gambe di Marlcnc Oietri<'h, il seno di è pasrnto un paio d'anni fa, furono Mac \\'f•~t, l'ombelico di duecento girls fatti molti tagli e uno a(~ai (ignifica- meo;<iijne fila, va bene. Ma voi non vcti\·O. La scena originale mostrava una drete mai in un film americano, o comadrc, donna di marciapiede, che s'in- munque proiettato in Amrrica, un bimcontrava con un uomo in un caffè; bo nudo. Ora accadeva che uno dei sua figlia, una bimbetta di meno di due c~crciti di hambini, in vi~ta della dieci anni, le <edeva allato. La 11;e- prmsima battaglia, e dietro consiglio quenza era lunga e la situazione dal dì un capo, ricorreva a una mo,;o;adi punto di vista morale {per quanto il uli,;~ica a..tuzia per evitare che, in raso film fosse d'intenti morali,;1:imi) assai di disfatta, il nemico s'impadroniso;e dei deprecabile. ~fa sì trattava di una si- bottoni : gli a~salitori si lanciavano nudi tuazione fondamentale perché dava nel torrente che li divideva dagli avorigine all'oscura e disperata reazione vcnari. Era l'apice epico-farsesco del della bimba. A un certo momc-nto la film. ~(a un paio di dozzine di monelli donna e l'uomo ~i stringevano la ma- nudi, anche se fotografati da lontano 1 no ~otto il tavolo, per un naturale pu- e ~rnchc ~ indic;pcmabili alla logica e dorc verro la bambina. Che la disgra- al ..apore del film, coc;titui,;cono una ziata av,-o;c;eprofcs\ionalmcnte ade~ca- prova troppo forte per qualc;ia~i cento un uomo, te,;1'mone la sua piccola sore americano; e così l'ac;tuzia ulio;~ica creatura, i cemori lo trovavano tolle- fu ~oppres-.a e la scena culminante del r;,bilc. ma che, per evitare di scanda- film pao;.sòc;ugli schermi di New York, livare la bimba, i due -.i stringe1:scro come vi ~arebbe pa,:;sata la conclusione la mano sotto il tavolo, qucno parve della guerra di Troia, (Cnza il famoso loro un drttaglio troppo brutale, e in- Ca\'allo. A. o. i,). MEZZOGIORNO. Alla Para- !'.!, mount, il ristorante dello studio appare affollato . .E:. una grande sala a vetri dove insieme si trovano attori, tecnici, registi e comparse. Ci :>Ìsiede dunque, nella prima sedia libera, a una tavola già occupata da due o tre persone sconosciute. li pran· zo è rapido e molto frugale. Dalla e: stella > al macchinista tutti mangiano le stesse cose, un'insalata, succo di frutta, acqua ghiacciata e caffè. L'nmico che m'accompagna mi nomina a uno a uno quelli che ci circondano, raccontandomi la loro storia. ~ Là, quel giovanotto coi capelli cre- )pi e gli occhiali cerchiati è Irving Berlin, il compositore popolare più celebre d'America. Non conosce una nota di musica. Tutte le sue arie le inventa fi,;chiandolc tra i denti. Fischia tutto il giorno. Tre o quattro , veri musicisti, suoi segretari, traducono in crome e semicrome le sue c-sccuzioni. C'è n'è sempre uno che lo s<'guc con la carta da musica e un lapi.:; in mano, persino nel bngno, perché Berlin improvvisa dovunque, radendosi o annodandosi la cr:lvatta. e Quello che gli è vicino è un altro compositore. Una sera, l'altr'anno, si trovava a una festa in casa di Barbara Stanwick1 che aveva invitato una cinquantina di persone. Alle due del mattino tutti erano ubriachi, ma più di tutti il compositore. Si mise al piano <' improvvisò un:l melodia. Quac;i nessuno l'ascoltava; lui, mentre sonava, ~emprc più s'entusiasmava alle sue fanta-.ic mu~icali. "E: bellissimo", si diceva, "è un successo sicuro ... Ho un grande talento ". e li giorno dopo, quando si svegliò nel pomeriggio, si ricordò quel che gli era successo, e che aveva improvvisato una melodia, e che questa era un capolavoro. Si precipitò al pianoforte, tentò di ritrovare il motivo, ma inutilmente. Dopo due ore di sforzi telefonò di.sperato a Barbara Stanwick e le raccontò la sua di')grazia. A sua volta l'attrice mise al corrente, cnJ telefono, tutti ~l'invitati della sera prima. e Nessuno 1:i ricordava di nulla. Finalmente, all'ultìmo tentativo, si trovò un invitato che non aveva bevuto, e che essendo un po' musicista, ricordava. Avvertito, il compositore corse da lui; l'altro con un dito suonò qualche nota sul pianoforte. e" Ci siamo", gridò il compositore. Aveva ritrovato il motivo. Quella melodia fu il pila grande successo mwicale di quell'anno•· La cao;.adi Charlie Chaplin è isolata in cima di una collina, vicino a Bcvcrly Hills. E. una casa grande, grigia, circondata da un alto muro. Non è una di quelle ville lussuose dove la e vedetta • si fa fotografare in costume da bagno in terrazza. E:. l'abitazione. invt.·cc, d'un uomo che sembra aver paura degli altri. Qualche volta, la mattina, pas~ davanti alla casn, recandomi nella valle. Stamane mi sono inoltrato in un piccolo viottolo e, avvicinandomi alla ca~a, ho preso l'aria indifferente di uno che va a passeggio. Dietro hl casa, tra gli alberi, seduto su un banco di pietra, scorgo un piccolo uomo coi capelli grigi che subito rico1101:coC. alza mocao;sini indiani di pelle chiara e indos:-a pantaloni di tela ~rii:;ia e un maglione blu. Ha le mani intrecciate tra le gambe. Gli occhi socchiusi, la bocca 1:emiaperta, ha un'aria a1:1:ortae lont:ma. ~fi avvicino e gli pa1lo. e: f't m sapete se passa un autobus di qui per andare a Lm Angeles?•· Non mi ri\ponde. Ripc-to la domanda: que- <ta volta alza gli occhi e mi esamina. 11mio aspetto indifferente, il mio accento straniero sembrano rassicurarlo. .\ili guarda a lungo senza parlare. Allora mi inoltro in un di<ij(orsosulle imperfezioni dei trasporti e -.ulle difficoltà di recarsi da un luogo all'altro. Sembra schiarir\i. Un i~tantc dopo mi trovcscduto anch'io !iul banco di pietra, vicino a lui. Gli offro una sigaretta e Chaplin l'accetta confu ..o, frugandmì nelle ta,;chc e offrendomi, con un ~orriso soddisfatto, un vecchio ~acchetto di caramelle incollate insieme dal calore. Chiacchieriamo come due pas~anti che non ~i rivcdr:inno più e che p(·r un caso si ,;ano cono~ciuti. « Lavorate in ~ questo paese? > gli domando. e Guadagnate bene? .-.. e Sì », ri!iiponde con la trsta bao.;.a. « Ho molto lavorato. Ora un po' meno. Mi occupo dei miei aranceti, dei campi e dri polli. Voi non \'ivcte qui?>. e Oh1 no. Vengo da lontano e vado molto lontano•· « Capi\co. Quand'ero g:iovane, anche a mc piacev:1 viaggiare. Ma poi mi sono stancato. Bic;ogna riposarsi, un giorno. E poi, gli uomini che s'incontrano nei vi~g~i sono tremendi. Anch'io sono sempre duro con gli sconosciuti. In qualche modo mi difendo•· Si alza e mi sorride. e: Arrivederci », mi dice allontanandosi sull'erba. Improvvisamente fa cinque passi di corsa1 un piccolo salto, e poi riprende la sua andatura tranquilla. Quando, tre giorni dopo, lo sceneggìatorc Jacques Thery ci presentò, Charìic Chaplin mi guardò fissamente, ma fin- ~e di non avermi mai veduto. Nel centro di Hollywood, all'angolo tra Sunset Boulevard e La Brea, si vede un piccolo studio sempre chiuso. Quando lo si costruì, venticinque anni fa, non c'era d'intorno che la campagna. La città a poco a poco è sorta circondandolo senza però soffocarlo. In un ufficio scuro due dattilografe leggono romanzi : non hanno nemmeno tolta la fodera di cuoio alle loro macchine. Entra il signor Reeves; è vecchio e mentre cammina gli trema il capo. Fu lui a· condurre Charlot in America. Dirigeva un circo ambulante, il circo Knnno, e aveva raccolto sui marciapiedi di Londra il piccolo ebreo di Whitechapcl che si credeva clown. Oggi è il e direttore> dello ~tudio di Charlic Chaplin. Il suo posto è soltanto decorativo. Non ha nulla da fare tutto il giorno. Chaelin rrsta degli anni senza lavorare. (,,luando si decide a fare un film è come se l'uragano si scatenasse $ullo studio, e Reeves se ne va a riposare in campagna. Charlic Chaplin fa un film ogni cinque anni, ma esige che tutto sia pronto allo studio, per « girare • da un momento all'altro. Tutti i suoi dipendenti lo attendono: macchinisti, elettricisti, regretari, per mesi e mesi. Poi, un mat• tino, Charlot arriva, preso da un'idea. AJlora comincia una vita d'inferno. S~ lavora giorno e notte, senza intertu• zione. Ogni sera si .sviluppa la pellicola, e la sera Chaplin la vede, la butta via, si arrabbia, piange, ricomincia. A. ~otte avanzata, al Clover Club, mi avv1cmo a un tavolo di baccmat. Tre uomini e due donne sono seduti. Gli uomini sono grossi agenti di pubblici• tà ; una delle donne, piccola. grassa coi capelli rossi, è Francisca Gaal at~ trice ungherese. L'altra è Paulette èoddard, la moglie di Chaplin. Porta un abito di perii nem, in cui spicca un solo gioiello, uno snwraldo grosso come uno scudo. Ha il vi.so triangolare, una bocca piccola e fredda, gli occhi d'un azzurro metallico sotto i folti sopraccigli neri. Sento che qualcuno s'è avvicinato, alzo la testa e vedo Charlic Chaplin. S'è fermato dietro di lei, le mani dietro la schiena : la moglie non ~ ch'egli è là, non fa un gesto, non dice una parola. Più tard_i, insieme ad altri, ci troviamo scdl~t, nella grande sala. Questa volta gh chiedo a bruciapelo i suoi progetti. Il .'IUO sorriso scompare la sua parola diviene peno..a. ' e: E:. finita. Non farò più Charlot. Charlot è morto •· e Perch~? ». ~ Non so. Non ho più nulla da dire. C1 sarcbbc~o dc.i soggetti 1 Napoleone, la guerra m Cina... Ma non mc la sento più. Voglio ritornare alla direzione del film. Preparo due lavori con Paulette Goddard. \'i apparirò un momento, come comparsa. Può es1.tre che faccia il cameriere o il ragazzo dell'ascensore. Mi sarebbe piaciuto molto fare la comparsa. Essere obbligati a esprimersi, a imporsi in qualche secondo, è straordinario•· Mi guarda lim1damente poi si alza va all'orchestra, prende 1il posto deÌ suonatort del joa., batte sui cimbali, martella la grancassa. Nella sala non c'è quasi pii1 nessuno: è l'alba. Quelli che son rima~ti applaudono svo$1iati. Paulette Goddard, immobile sulla sua S<'dia 1 guarda fic;samentc suo marito gcsticolnre e ridere rumorosamente. PAOLO BRINGUIER I!1 "o Id: K I B U s •• ha. a.pert.o a. tut.tl 1 i ~~~t l~e!':~ .. !~;::~~1: O ra :,n:::~.~ 11, realment.e accaduto a cht 1crhe. QuH\.o t.a.glla.ndo 6 da incollare aUlla. buat.a. del datWO10ritt1 che vengono 1nvtat1 CONCORSOPERMAIBITB Alla Direzione di OMNIBUS PIAZZA DELLA PIL0TTA N. 3 ROMA

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