I l I I I I I I Fj VESTA \"alle>, pensava il giova- .) notto, « tutto questo paese tra le montagne è mio, è la mia ca- :m, il posto che sogno, e tutto è uguale, niente è cambiato. Ancora i ruscelli bagnano i prati di pascolo; cara \'CCChia città mia >. Risalendo la A!vin .Strcct il giovanotto si sentì felice di essere di nuovo a casa. Tutto era bello e rozzo: la terra, i cibi che cuocevano sui fornelli, il fumo, l'aria estiva della valle piena di piante che crescevano, di uva e di pesche quasi mature, e di oleandri. Tutto era come sempre. « Acqua >, pensò, udendo lo scroscio dolce di una fonte e aveva voglia di bere. Vide un vecchio. che annaffiava i gerani, e allora, volendo bere, si diresse verso quell'uomo. e Buona sera>, disse tranquillamen• te, e potrei bere? >. li vecchio si voltò, lento; la sua om• bra si di-;cgnava grande sulla casa, e guardando stupito e contento il viso del giovanotto: e Certo >, disse; , bevi pure >, e gli mise il tubo in mano. e Acqua mcraviglima >, fece il veC• chio, e questa della valle di San Joa• quin; b migliore che ci sia, credo. L'acqua, ,;u a Frisco, mi di.,gusta; non ha sapore. E giù a Los Angeles è peg• gio: ha il sapqre dell'olio di ricino. ~on capisco come tanta gente seguiti a vivere lì da anni >. ).(entrc il vecchio parlava, il giova• notto ascoltava l'acqua cadere dal tubo della pompa in terra, scaturire abbon• dante penetrando rapida e pulita nella tcrr:i. e E vero>, disse il giovanotto al \'ecchio, e è \'ero, la nostra acqua è la migliore del mondo». Chinò la testa sull'acqua zampillante e cominciò a bere. li dolce ricco sa• porc dell'acqua lo stupì ; bevendo pcn• "-a\'a: e Dio, è magnifico». Scntiv:i la fresca acqua ricadere dentro di lui, rinfrescandolo e rianim:mdolo. Per riprendere fiato alzò la testa e disse al vecchio: e Siamo molto fortunati, noi \'alligiani >. Poi chinò di nuovo b testa sull'acqua e ricominciò a bere ridendo per il oia• cere. Era come ._etcmc,;,;e di non berne abbastanza: più ne beveva più ne tro• vava squisito il sapore e più dc,;;idera• va berne. Il \'Ccchio era stupefatto: « !\e hai bevuto quasi tre litri >, di,;,;c. Il giovanotto sollevò 1.l testa e rispo• "-C: « Può dar.,i. e buonissima >. Si a--ciu~ò la bocca col fazzoletto, e pa• rcva che volcs~ bere ancora. e Ragazzo mio», cli,..~ il vecchio, e a\'rvi sete, eh? Da quanto tempo non bevevi? ;:a.. OMNIBUS SOLDATI OUPPONESI OliE TRAGHETTANO I CAVALLI SOL rIOKE OULLO IN PIENA «Due anni», rispo~e il ragazzo. «Sono due anni che non bevo quest'acqua. Ho viaggiato il mondo. Sono appena tornato. Sono nato qui, nella Strada G del quartiere russo; lungo le rotaie del Pacifico Sud, sapete; sono stato )on• tano due anni, sono appena tornato. f. una bellissima cosa, sapete, essere tornato. Questo posto mi piace. Cercherò lavoro e mi stabilirò qui ». Piegò di nuovo la testa ~ull'acqua, be\'\'e alcuni altri sorsi e restituì il tu• bo al vecchio. e Dovevi a\'ere una gran sete», disse il vecchio. e Non ho mai visto nessu• no, in nessun posto, bere tant'acqua in una \'Olta. Faceva bene, vederti in• ghiottire tutta quell'acqua>. I I giovanotto riprese a camminare nella A)vin Street, fischiettando, e il vecchio lo guardava. e E:. bello cs.-;cre tornato>, pensava il giovanotto; e è il mio più grande er• rore, c<scr tornato così >. Tutto quel che lui aveva fatto era sempre stato un errore, ma questo era un errore buono. Era venuto a sud da San Francisco senza pensar nemmeno di tornare a casa i \'Oleva spingersi a sud fino a :Mcrced, fermarsi un poco lì, poi tornare indietro, ma una volta entrato nel suo paese non aveva po• tuto resistere. Si era molto divertito a farsi caricare dagli automobili,;ti, fermo sulla strada maestra con i suoi abiti cittadini. Una piccol.1 città dopo l'altra, e adcs• so camminava nelle strade della sua città natale, alle sette di sera. Era ma• gnifìco, divertentissimo; e poi che ac. qua splendida ! Non era lontano dalla città, dal ·cen• tro, \'Cdcva già una o due delle costru• zioni più alte, la sede della Pacific Gas Electric, tutta illuminata con luci CO· !orate, e un altro edificio, più alto, che non conosceva. e Questo è nuovo>, pensò; e l'hanno costruito mentre ero via; gli affari devono andar bene>. Svoltò 11clla Fuhon Strcet e prese a camminare verso la città. Era bella, da lì: lontana, grazio~a e piccola, a~olu• tamcnte genuina, una vera cittadina tranquilla, un posto do\'e si può vivere, stabilirsi, sposarsi, avere una casa, dei figli, un lavoro, e tutto il resto. Nella città tutto era come prima: i nomi dei negozi, la gente che cammi• nava nelle strade, lo scorrere lento delle automobili j i ragazzi sui tram che at• tacc,n·ano discorso con le ragazze; tutto come ,;cmpre, niente cambiato. Il giovanotto rivide dei visi che conosceva da harnbino, gente di cui i~norava il nome, poi si vide venire incontro nella strada Tony Rocca, il suo \ ecchio amico, e capì che Tony lo riconosceva. Si fermò, aspettando che Tony lo rag• giungcs)C. Era come un incontro in un sogno, strano, quasi incredibile. Lui aveva sognato che loro due avevano "-alato la scuola per andare a nuotare, per correre in campagna, per infilarsi in un cinematografo; cd ora ecco ri• comparire Tony: un pezzo di ragazzo con un modo di camminare lento, di• sinvolto, e un bel sorriso italiano. fa. ceva bene, ri\'ederlo; il giovanotto fu contento di aver commesso l'errore di torn:Jrc. Si fermò aspettando che Tony gli arriva ..~e davanti, sorridendogli, inca• pace di parlare. l due ragazzi si strin. ~ero le mani e poi cominciarono a pie• chiarsi con affetto, ridendo forte, be• stemmiando. < Vecchia canaglia.>, dis• se Tony, « dove diavolo sci stato? ». E ridendo forte diede un pugno ,1ello stomaco al suo amico. « Vecchio Tony >, fece il giovanot• 101 e caro vecchio ubriacone di Tony. Dio, come sono contento di rivederti. Immaginavo, chi sa, ormai "-arà morto. Che diavolo hai fatto in tutto questo tempo? >. Evitò un altro pugno e colpì il suo amico al petto. Insultò in ita• liano Tony, ripetendo parole che questi gli aveva insegnate tanti anni pri• ma, e Tony lo insultò in russo. e Bisogna che vada a ca"-a>, disse il giovanotto: e I miei non ,;anno che sono arrivato. Bisogna che vada a ve• derli. Non vedo l'ora di abbracciare mio fratcJlo Paolo>. Continuò a c:unminare; sorrideva pemando a Tony. Avrebbero passato imiçme una quantità di bei momenti; forse avrebbero nuotato di nuovo in• sicmc, come quando erano bambini. Passando davanti ai negozi pensò di comprare un regalino a sua madre. Un piccolo regalo avrebbe fatto piacere alla vecchia. 1 Ca a\'cva poco denaro e tutte le cose belle erano care. « Le comprerò qualche co~a poi >, pensò. Svoltò a est nella Tulare Strcet, at• traversando le rotaie del Pacifico Sud, raggiun~ la Strada C e voltò a sud. Fra pochi minuti sarebbe stato di nuo• vo a casa sua, alla porta della piccola casa; sempre eguale, immutata; la vecchia, il vecchio, le sue tre sorelle e il suo fratellino, vivevano tutti in• "-icme in quella casa. Vide la casa distante appena un iso• lato, il cuore incominciò a saltargli. Provò irnprov\'isamcnte malessere e paura, paura di qualche C0"-ache ave• va dimenticato, di quel posto, di quel• la vita odiata sempre, di qualche cma di brutto C' di meschino. ~1a continuò a camminare, più lento a misura che ,;i avvicinava alla casa. Un pezzo di staC• cionata era caduto, e nessuno l'aveva riparato. La casa gli appar\'e improv• visamente molto brutta; si domandò perché diavolo il vecchio non andava a stare in una casa migliore, in un quartiere migliore. !\"cl rivedere la casa e sentirne l'antica realtà, tutto l'odio del giovanotto ritornò; egli ricominciò a provare il desiderio di andar !onta• no, dove non potesse vederla. Incomin. ciò a provare, come da ragazzo, il profondo odio per l'intera città, per la suri. falsità, la sua meschineria, la stu• pi<lità della sua gente, il vuoto dei loro cervelli. Ora gli sembrava che non avrebhe pili potuto tornare in un po• sto come quello. L'acqua; sì, l'acqua era buona, era magnifica; ma c'erano altre cose. Camminò lentamente davanti alla Ca"-a,~on l'aria di uno straniero, sentendosi estraneo, senza nessuna parcn• tela con le cose che vedeva • sentendo tuttavia che era quello il po~to che lui sognava, dovunque anda.,se. Temeva che qualcuno uscisse dalla casa e lo vedesse; capiva che se lo vedevano sarebbe forse scappato via. Pure <lesi. dcra\'a rivederli tutti, averli davanti ai suoi occhi, sentire la presenza dei lor.o corpi, odorare perfino quel vec• ch10 f~rtc odore russo. ~a non resi• stcva più. Incominciò a provare odio pe.r ogni cosa in quella città, e si ri. mise a camminare andando verso l'an• golo. Qui si fermò sotto il fanale, sba• lorct:ito, disgustato, desiderando di ri• vedere suo fratello Paolo, di parlare col ragazzo, di scoprire quello che pen• sava, che effetto gli face\'a esse-re in un posto come quello e vivere una vita simile. Sapeva quello che avc\'a provato lui, all'età di suo fratello, e sperava di poter dare a Paolo qualche ronsiglio; leggere, per esempio, per sentir meno la monotonia e la bruttezza della vita. Non ricordava più che era digiuno dalla mattina, che aveva sognato per n_1esidi mangiare un altro pran7o cu• c111atoda sua madre, di sedere al vec• chio tavolo della cucina vedendosi da. vanti il vi.so rO"-SOs,crio e irato, dclb madre, quel viso che l'amava. Aveva perduto l'appetito. Pen,;ò di aspettare all'angolo; forse suo fratello ~arebbe u~cito dall~ casa per fare una passcg• g1ata e lui avrebbe visto il ragazzo e gll av~ebbe parlato. e Paul », avrebbe detto in russo al ragazzo. li sìlenzio cominciò ad opprimerlo, eppure il giovanotto non riusciva ad allontana~i dalla casa. La vedeva dal• l'angolo e sapeva che dc.,idcrava en• trarci cd essere fra i suoi; sapeva che da me<i dc~iderava di far questo: bus• sare alla porta, abbracciare sua madre e le sue sorelle, camminare sui pavi. menti della vecchia casa, "-Cdcrsisulle \'Ccchie ~die, dormire nel suo letto, parlare col vecchio, mangiare al iavolo. Ed ora qualche co,;a che lui aveva di. mcnticato mentre era lontano, qualche cosa di vero ma di brutto, in quella vita, era intervenuto all'improvviso cambiando l'a-;pctto e il significato del• la casa, la città, la valle intera, rcn• dendo ogni cosa brutta e irreale, fa. cendogli desiderare di andarsene e di non tornare mai più. ?\on poteva più tornare. ~on poteva pili rientrare nella ca~a e riprendere la sùa vita dove l'ave• va lasciata. • A un tratto fu nel \·iale, scavalcò la staccionata, attraversò il cortile. Sua madre aveva piantato peperoni e po· modori, e l'odore delle piante era spcs• so e acre e molto malinconico. Nella cucina c'era lume, e il giovanotto si mosse quieto in quella direzione, spc• rando di vedere qualcuno dei suoi ..en• 7,a. e~scre visto. Si avvicinò alfa casa, alla finestra della cucina e, guardando dentro, vide sua sorella Marta che lavava i piatti. Vide il vecchio tavolo, il vecchio fornello, e ~[arta che gli voltava le spalle; e tutte quelle cose erano così tristi e patetiche che le la• crirnc gli ~alirono agli occhi. Il giova• notto prO\'Ò il bisogno di una sigaretta. Accese senza rumore un fiammifero sulla suola della scarpa e aspirò il fu. mo, r .. dri.ndo la sua sorellina nella vecchia casa, parte della monotonia di quella \'ita. Tutto sembrava tranquil· lissimo, chiaro, terribilmente triste; ma il giovanotto sperava che sua madre sarebbe entrata nella cucina; voleva vederla un'altra volta. \'olcva vedere se la sua lontananza l'aveva cambiata molto. Come era adesso sua madre? Aveva ancora la sua vecchia espressio• ne irata? I 1 giovanotto si rimproverò di non es"-Creun buon figlio, di non tentare di rendere felice sua madre, ma sape\'a ch'era impossibile. Vide suo fratello Paolo entrare nella cucina per bere, e per un istante provò il desiderio di chiamare a nome il ra• gazzo; tutto ciò che era buono in lui, tutto il suo amore, andava verso il viso e la forma del ragazzo; ma si contenne, re,;pirando forte, stringendo le labbra. Nella cucina il raga7J.O gli scmbr,\va. perduto, stupefatto, prigioniero. Guardando suo fr.ttello il giovinotto incominciò a piangere dolce. mente e dircva: « Gesù, Gesù, Gesù >. Non de.,idcrava più ora di vedere sua madre. Si ~ri.rcbbe t:tlmcnte infu• riato che avrebbe fatto qualche paz. zia. Attra\"CrsÒ piano il cortile, sca\'al• cò di nuovo il cancello e saltò nel ,·iale. Cominciò ad allontanarsi dalla casa mentre il suo dolore cresceva dcn. tro di lui. Quando fu abbastanza lon· tano perché non potessero udirlo, cominciò a singhiozzare, amandoli appa~• sionatamcnte e odiando la moneto• nia e la bruttezza delle loro vite. Si vedeva correr via dalla sua casa, dai suoi, piangendo amaramente nella not• te chiara, piangendo pcr'<:hé non c'era niente che potesse fare, non una male• detta co,;;:i.. WILLIAM SAROYAN (Trad. di Maria .Atartonr). " .•1Classriuczi zo•li . . Diretti da Ugo Ojotti ,_ . /,i queda mnp,ni/icn rnrrolla ,0110 tili u,cili: 1. TORQUATO TASSO: POESIE A nrr .. ,1, !-R.\ \Cf :-,CO H 01\A (loot, pa· ,1nr,10n 10 1llu,tr1l1()ni1. L TORQUATO TASSO: PROSE \ ('Ur• d, tR.\\('t-SCO non.\ {10;?9 Jld• 1!'111<r'o. o f, 1llu~1rnr1unn 4. CROIIISTI DEL TRECENTO ,\ C"ura d1 J106tRrO l'\l,\I \RO\CIII ("'-'-'I 1>11g11w. <"On b 1llu,1,11r1omJ. Il I rr- ~nl;',.t'°~ 1 ò.'~;iltui~!'<' c?::~,~~~~!~"m)~~~ lr•l>ll'"O d1 una ,vu1tut1hta r d• 11n·t>('Onomia tnl'(ht•11h,11du· 11111'> rum•<' formr drl R,n11,nuu·nto. Qurl tu,,ai:IH, lro•• m qur• ,10 , olunlt' i,. 1r,11n1oniaolc 11ram1-<fmll'° <' ,!,,rr•r 4. MISTICI DEL DUECENTOE DEL TRECENTO \ <"ura d, \ I t.\ \SII (10~~ 1111,mt'. run :~; 1,1~~,:·:~~-·~~~~i11~:·::.~:.··~{:,~f1:•i;; . \~'.~.'.°~~ ttrr. prn:hi.-n-. I"""'"'" c·hr rarm .. r,•,.fhur Il' 1ir1nc·1puli (drll1IC"11•tu-hl' 1J'o:cn1 aul.,n· (" d,11100 la 11111·•1 In ,,<1!,:,m•·"tu ll't·nrr,,h dd 1wn•u·ro rd,,1:11"'0 <" ,11,-tuo 111 <p1<'• dut -.cc·uh. 5. LE PREDICHE VOLGARI DI SAN BERNARDINO DA SIENA \ c-ura d, l'ltltO D.\R(,~111\I f11·-.. PII• i:111c-.c·o119 1llt1•tn,.1on1). \luabdc- ra<"c·,,lta. ,h lult(' IC" "" j1rt-d1d1r 1frt1t· nd!a p,..,,J drl (°1-mpo 111 ..,,tna J anno U!'" \on f " -.ftollorr 1111111111 rf Qt .. llr(H.t>HI0 C:0'1 t0m• 1111---0,pruroudo. 1,,N>..inlt 6. LIRICI DEL SEICENTO E DELL'ARCADIA \ 1·ura d1 C \Rl.O ( .\I ( \ rt 1111.\ 1%0 11,,- ,:iuC", t>on U, 1tlu•1rc1✓1oni1. '-oelO •l'ntu111,,1. tru f)tlf.'1', d11l \11trrn<> itl (h,ahrrr ... ti.al Cnm1, .. nc-\11 til ll1·d1. dnl \frnn111 di Rulli. 111 \lr1a•t.0•10. ul tro,oni 1 111■1 fino ad ura 1,u11, n,• r11,ono r,u•f.'0!11 rn ,m •nlo ,01111111·, ('Ili"' \8•11' JH0l)-OrJ'>"III 7. CASTIGLIONEE DELLACASA \ rur■ th (, l'Rt 1701 I'\ I 19-.tl 1u1ii:111t'. ron 1~ 1llu•U111101111. I ro,q•rNI' ,n qul',to ,0111101· lr d,11· 01>l'rt ,ulk •1nuh " ,(,n mo• d.-11111,l·f' 1111•torr11111d"i tUUtl ruro1111. e Il (ortr,:,uno • (' 11 , (;ala1t·o Di <111t•lo pC'r 111prima ,olla " d,1 un 1-.1n 111•1t·m('I rt• IIC'O (' mm 'l"Hj::<110 GALILEO GALILEI: OPERE 8, VOLUME PRIMO \ c:ura ,h St:R. 11\IP\\\llO (IO~ pa• 1111t. ron lb 1Jlu•lra,wo11 . ..,-,,111111 H,I , 1)11110,:0dri 11111-..,n,; ,1,tl'm1 d,r ;. la t:1·~-:~:~~ 1'~:11! 1 ~r 0·:1:.::r~: 1 : 1"t · ,j~:,~:~~; "" ,:alh-(l',:11in11 , ; ,I • D1,,·ur,o d.-lk (',;,. ml'lt' •. d1t _.,, JJUÒ n111•11lrr11rl' c:omr 11 i:::.-rrnl' dd , ..,.1!,11torl' , . lt \l,·<.1111d11' , d~"C'c::::•:ii,:~,:n~, 1 n 11 pl:~:: 0 ~1 \~;~,'! ~;~::::~~~ , Da,li ,. rht i" r,>r1(1'1111' drl nh olo ddlt 1iro.1h.i,lul11◄1 9. VOLUME SECONDO 1900 11ai::1nr. (On I~ 1llu•t11111tmil. Qlll'"to •olurn1· c-onl1('t1('. oltre" a una \ na d1 (,11. l1lt'O <"u,. r,.-~·o. ,aria,. ,,,o,-,. da appanrt' c-omt un 1111lt' 1m1Ja 1~r ('nlrarC" nl'lla ,11.a " nd dramma ,J, uno dt'I tna,,,m, mi::<'il"' dc:1 h-111p1 mO<l,.rn,, ,I Sat-U1IQr,- ,. 1 01/f• lo/hl drllf' nuoo.- •• •rnn·. Il !li•tttt1II01t ~ il u11oltl\Oto pulrmic:u d, (,11hlro, 1 1'111 lo_h, ddlt nuno"' •• 1rnU' ,uno 11 pruno I,~ hro d, llll'C"!'an1ra rla.-.1ru t' 1.111011.-, p,u 1111porta1111 libri ,('it•nt1fi1·1 <'ht' c,1,tano. OPERE DI GIACOMLOEOPARDI 10. VOLUME PRIMO ("i5-0 par;1111·,<"trn 16 ,1lu,1r11l1011i). Con1un, 1 C'1t11li. k Oprr,.ltt mora/,, nn',t11p1·,.d1 111/"' Opn,·ltt. 11 ~ulirio dt. San11 Padri. , 1·olttarurarnt<nl1. 1 Pnrnll1omf'iu d,l:11 Ba 1r1uomioma,hi11. t' ('10~ tutto il Leopardi ua,orlr. ·" C'on11,ai:ri1110 da una Pufa1ion.r ::~.~rff'~~~~ 11 d:1i;1t:· ,1~ 1 ei:11!'i,.i:,!'"Ji Lro111rd1 t' dutn C' shxhato in 1111a for· pa1.au1: r 11111"11,a. 11. VOLU~IE SECONDO (10.4 Jlai:int', ton I:? 1llu11ru1on1) Qut'\IO ~0,1:~•:,:::~t~~•:~~ni:~•d!r/;: 1 s :i':,.;i, •:r~;ì: ucaduuonr J,·i:1, 1thlli di Mott:v a1r,.p1,1:r.un. ma _•ul I Qnuna,ro. e 01111St'dla <111anluma, ••ria t' nt't·r--ar11t drlle t,u,rf'. Orrl1n1tt1 c-ronolotti•·111nc-ntr. quc-lli. Sl'°n10 alluna d•· ;~::::~•~:~1~ 1:1~iH 1 u f~~~ ",~t'.!' I~ 1 ~:~~:1\1~ 1 :, 11 d': ..c-r,11, m~h1, t'hC' prima ap1)1r'lrro nrl ,o. lum,• drll<' C'1r1r na11<1IC"htn<', JlrC'•tHlanu qur•IO <l, , ..,:o: un C'Onlm11n nhr,1l1tr,1 J, •C'r•lh 1111bbhtnt1 o prtparat1 P<'f 11 1rnbl,h('tl. la JIIÙ p,1tlr rTud,11, C" tull1 •mnm1t• mtntr ta,or1t\1, I' d1 frarnmrn11 c-11<' 11 I ('(I• pardi 11•nnr 1wr •f, mn du· t',h 11011am1t•a mf.'110. c-h.- C"rt1no an,i la 1r,1,mon11111n 111i1 :;:H: ~u~ 11 fd:~:•~-~~~-~~~.:~ 1~d1 1!~c-1:rtn111hi 12. VOLUME TERZO (1C.}O 11;.i,:m(', ('On ;?I 1ll11,1u,11<1ni). (\1111. 1irr11dr unn r1('c:l11--1rn11 •1..-lta 1lrllo Zibal1 fo11,. C" 11n /1111/u d, IJ<"n no 1 ,ai:inc. i11du(' c-ol,,nrl\'. ,n c-oq10 h; un 11111,.-<'lrllr e-.,,,_ rordn11H' C"del 11f.'11•1c t<, lC"o11ar;J,ano. I 11111, 1t•nu •• •ono IO<'('ftll. d, tut11 i 1crn1 lo fa11n la -.,una, , rrt111ror1, tra lt• oprrC" i:ra11d1 1• ]., Uf>t'rC" m,nor, ,nd,ra_1, c-011m1nu\1.,.,111a anah,1. _Oi::11uno,, 1101,., i:.-rrarc- pa,('olo di tur1<h1t.1. dunr1111rn10 a tnn11 dubb,. <'C-C-•• 1amo11u a Inni(' itlff. C" in hrc\1 tC"llnl i· 11 1·1fu• tro•rrù la tra•(rt11u~I' quanlo m11 lurqudn rd ,--..,•n11r.lt 11'111O1 lll'TG t d'un t • ila ,lrllr l)llÌ in,.,h ('hr ,, rono,1·nno l.'ui,l,c-r ha d prl't'i,o rim1tu,lo alln p,,rrno r ,I 'l ',,m, cl, ,.,,.trd 1"11111011(C'.' •••n,- •olo ad c---a OPERE DI GIUSEPPEMAZZINI A OURA DI LUJOl SALVATORELLI 13. VOLUME PRIMO: LETTERE lt11\lprt·wnl11l1onC" ,i,&c:(' d, nn i::randr \Il'• nodo ,1ur1ro. alfrrmt111011r dt ,alon• 11t·r• ~~~:!~~IC""~(1~111(' \'::•IN~.'·~ 1;0~, 1~::,C'~l1:1i1;;~; ~ 1 ,~/'~/· i• 1 ~ u•~=~o t' .f.~ 1 t~::,\,~tla ~i 8 ,\~~"\1 ~!: 11_111 (Q,,r rilpl'rt'•('nlatu nrlla •ua •1tr1t'tt\ d, arll'om.-n11. di 10111, d, C'tHn•11ondc-n11. 11ur fan•111fo lor,1:a purtC' •llr ll'IIC'rt' lnm1han. 'll<"Olllml'Olt' .!I quC"Jlt alla m11,lrt, l)Nd1# ,11111)lt• 1)11Ìbt-llr f' 111i1 1m11tn1tmr111r ~~~~'.fit.~:'~~1:: J;~('::',J'!,~:;~, ti..' P• a~~~::i; lllf:'<'fOH, dr, 111ù lort, •lnnc-1 d.c- \'halut C'Onll Oj!'.lfl. I ·0111'r1t ,arÀ d1 dut ,olt11111 0/ni oolum, (n ,dliitlllr ,li /uuo (1>f'/. 1, ron11 unpru,a i11 oro} . . I,. SO ::,,riid~~:~o'!',".,f/;· ,r,~;{:,:~~:;. '~~ ,.. 60 .Rizzali & CE. dit ...f.t~zza C. Erb~~6, Milano · I• •, '' • •
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