Si potrebbe dire che la cerniera fra i due M~tcmi sia rappresentata dall'alleanza turco-sovietica, il cui valore non r..i è mostrato sempre efficiente allo -.te!isomodo, ma che, non pertanto, sarf'bbe imprudente trascurare. • cl corso degli ultimi anni il governo di Ankara ha provato il bisogno dì 'itringerc ancor più i vincoli che l'uni- <:cono all'Europa e di cercare appog- ~i al di là dei Balcani presso le Potenze occidentali. Proprio nel medesimo tempo queste Potenze estremo-occidentali, Francia e Inghilterra, si mo- ,travano particolarmente zelanti nel favorire lo 'ifon.o della Turchia ver~ l'incremento delle sue forze militari r della sua attrezzatura economica. t:n,1 prima ,i0tomatica rivelazione di que- ,ta tendenza si ebbe a Montreux nel 1936, quando la diplomazia britannica ,piegò tutto il suo potere per far accettare le rivendicazioni turche circa il riarmo dei Dardanelli e la revi11ione dd regime degli Stretti. Si vide allora, non senza qualche sorpre-.a, l'Inghilterra confidare alla Turchia la chiave di una delle tre porte che aprono e chiudofw il Mediterraneo. Dalb metà dell'anno successivo, ;1 ministero degli Esteri e l'ammira~liat6 inglese si preoccuparono di assicurare alla Turchia i mezzi necessari per <:ondurre a termine i divisati armamenti navali. E le trattative, intrapre- •c in proposito, si sono conclu~e il 27 maggio sco~con la firma di un accordo. che apre al governo di Ankara un credito di 16 milioni di sterline, di cui sci per la flotta da guerra e 10 per l'attrezzatura economica. Questo accor-' do è fi:rnchcggiato da due codicilli, di cui l'uno mira ad agevolàrc le rclaiioni commerciali fra i due paesi, e l'altro ad a~-.ociare più largamente i capitali e l'indu\tria britannici al pro- -~rc~~odella Turchia. :\'on occorre una grande accortezza per divinare le ragioni di tale politica. A.utorcvoli scrittori francesi di politita estera le denunciano chiaramente. Per l'Inghilterra, come per la Turchia, possono riac;sumersi in un solo e identico sentimento: il timore di vedere l'Italia prendere nd Mediterraneo orientale una .n,'tuaàone preponderante. Non per nulla il nuovo atteggiamento di Londra di fronte ad Ankara ri,alc al momento della conquista etiopica. Dal canto loro, gli esperti inglesi non hanno mancato di segnalare, con insi- ,tenza, il pericolo al quale l'isola di Leros può esporre Cipro, Caifa e perfino Porto Said, mentre Atene ed Ankara non hanno trascurato di misurare meticolosamente la distanza che separa l'isola italiana da Creta e dalle cos,c dcli' Asia minore. Come era nell'ordine delle cose, la Francia ha seguito pedissequamente le orme del1' 1nghilterra, e la sua politica verso la Turchia si è andata, in questi ultimi tempi, sempre più conformando a quella britannica. Il !.olo ostacolo all'instaurazione di una vera amicizia fra la Turchia e la Francia appariva, come del resto il presidente Ataturk aveva formalmente dichiarato il 1° novembre 1936, in un discorso ali' assemblea nazionale, la questione del Sangiaccato di Alcssandretta. Noi sappiamo che tale questio• ne è stata brillantemente risolta tradendo in pieno gli interessi siriaci. Il tradimento sta per essere definitivamente consumato mediante ìl ripudio reci~, formale e confessato di una qual~iasi ratifica a quel trattato siriaco <lei 1936, cui i siriaci ebbero il torto di attribuire on valore spropon.ionato alla effettiva lealtà francese. Oggi la mancata ratifica è la conseguenza indeclinabile- del trattato di amicizia franG9-turco stipulato ad Ankara il -1, luglio scorso. Come pensare che il parlamento ed il mini,;;tero francesi si acconcino a ratificare il trattato franco-siriaco del 9 -.ettembrc 1936, mentre pendono trattative considerevoli per far partecipare la Francia al concorso finanziario ~he l'Inghilterra ha conces.50, con calcolata generosità, agli armamenti na- ,-ali cd agli impianti industriali della Turchia. di Ataturk? Anche la. Francia si accinge ad aprire alla Turchia ncditi considerevoli che dovranno servire all'acquisto di mercanzie e di macchinari contro un rimborso scaglionato su di un lungo periodo di anni. Opl·razioni di questo genere non sono di •Metta natura economica e bancaria. Sono, piuttosto, operazioni nelle quali l'interesse politico è nettamente preponderante. I pubblicisti filoturchi di Londra e di Parigi non mancano di esaltare lo -.forzo compiuto d~lla Turchia nel pcnodo più recente. La Turchia, second<"' quanto accertano costoro, sta ef. frttivamcnte riuscendo nel disegno di mdu ..tri:i.lizure intensamente il paese r di mettere in pieno valore le sue ri- -.orse naturali. 'Questa celebrazione, lo ,j capisce agevolmente, mira ad ispirare fiducia e confidenza nell'alta finanza di Londra e di Parigi, sollecitolta dai ri,;pettivi governi. I crediti sono ~tati e saranno concessi, e c'è solo da augurare che l'avvenire economico della Turchia sia vcralPente coronato da quella prosperità che preannunziano i corrispondenti bene informati e meglio acclimatati, come il Réville, che scioglieva di recente un inno di così calda ammirazione all'e!Jort d'indust1ialisation de la T urqui,. Comunque sia, la situazione del vicino O~iente è molto più complicata di quanto non vorrebbero far credere gli esaltatori faciloni dei trattati economici o politici, che Inghilterra e Francia vengono così sollecitamente stipulando. Non è da escludere che la mancata ratifica del Patto del '36 renda il problema siriaco ancor più grave e minaccioso. Prossimo al prohlema siriaco, e, probabilmente, stretto ad es. so più di quanto comunemente non ti creda, è il problema palestinese. E, al di là del problema palestine<:c, intimamente collegato con esso, quel problema panarabo, che la Francia diplomatica di oggi crede di poter scongiur.1r,e stringendo vicppiù i suoi legami con la Turchia, e c:h(• rischia, invece, proprio per questo, di rendere più grave e più urgente. Fino a poco tempo fa la Francia deplorava di avere perduto, anche a causa del difficile giuoco del clearinx, la ~ua clientela turca. Deplorava la decadenza del suo prestigio in Le\'ante. Può darsi benissimo che il recente trattato franco-turco, con le successive convenzjoni di natura economica, serva alla Francia a recuperare una clientela commc:-rciale che le andava ,;fuggendo. ~,fa il tradimento coc;ì freddamente perpetrato ai danni delle genti siriache per compiacere alla Turchia, lungi dal far recuperare alla Francia il suo prestigio morale in Levante, lo compromette in maniera che potrebbe anche essere definitiva. La sudditanza all'Inghilterra non potrà e~sere invocata come una scusa. Sarà, piutto~to, un nuovo motivo di debolezza e di abbandono. GIULIO VENTURI RIFORME MILITARI RUMENE Data la sua popolazione, la Rumenia ha un c~crcito molto numeroso - circa quindicimila ufficiali e circa duecentomila tra sottufficiali e soldati in tempo di pace - e il re, che è un •Hohenzollern, dedica ad esso le sue più attente cure, cercando non solo di accre. sceme l'efficienza bellica, ma anche di mip;liorarne l'aspetto esteriore e di promuoverne l'clep;anza, come dimostrano alcune recenti riforme, che sono state introdotte per sua ispirazione. La prima e più importante di queste riforme riguarda la lun~hezza dei capelli: questione che, per chi i;i;uardi a fondo nelle coscj può avere conse• guenze di notevole portata per il valore militare di un esercito. Pare dunque che, finora, nell'esercito rumeno si usasse radere la testa ai coscritti e che anche ~li ufficiali, forse per imitazione dep;li ufficiali tedeschi e special. mente prussiani, usassero radersela. D'ora in poi, niente più teste pelate. Caro I I I, non si sa se perché detesti ~li usi e le mode militari prussiane, o se perché, memore del caso di San• sene, ritenga che una buona parte della fon.a di un-esercito sia nei capelli, ha ordinato che i caµelli dei suoi ,;o). dati debbano essere lunghi, eccetto che per la parte della testa visibile fuori del berretto o dell'elmetto. Sono per. messe le barbe, e i .~errieri senza barba sono invitati a radersi quanto più spesso sia possibile. Il nuovo regolamçnto è stato accompagnato da alcune spiegazioni ufficiali, che ne hanno chiarito in modo assai efficace le alte finalità estetiche e mi. litari. Secondo queste spiegazioni, dunque, l'aspetto della truppa, in passato, quando i soldati avevano la testa rasa, era « anticstetiCo e spiacevole >; invece, continuano le dette spiegazioni ufficiali, e i rumeni, ora che hanno raggiunto un avanzato stato di civiltà, sono in irado di avere per i propri capelli quella curn che è una delle regole elementari dell'igiene del corpo>. Un'altra rifonna non meno importante è stata quella relativa all'uso del monocolo. Pare che molti ufficiali rumeni usassero portare il monocolo; ed è superfluo aggiungere e senza averne biso- ~no », perché in tutti i paesi del mondo il monocolo lo porta sempre gente che non ne ha affatto bisogno. 11 nuovo regolamento 1 dunque, ha proibito agli ufficiali rumeni di portare d'ora in avanti il monocolo, salvo nei casi di necessità; ma la necessità deve essere comprovata per mezzo di certificato medico rilasciato da una commissione di ufficiali medici e contro. firmato dal comando generale dell'esercito. 'A\IH1TEMANSLAV[... ... \ l'AM·FDR·SALE -, I N L( .~ T.. HAVE WURtt ~RSTARV[ I HAVE\,'RITTEN ~BDDl('S' SPOl(E DvtRWBAL l I e . YouR.!N,tUÌf\Y APPRECiATED 011; (ioTHOtto. aa<:IUI per le~• di Beldmora (0, 8, A,) OODappe10 alle lfalle qae~UI cartello: "Uo 11omo bianco 1cbluo, ... 1ono ID'fet1,d1taal maggior ofere-ot.e.., Ho eorlno da.e hbrl, dno une luoro ahrimenti morirb di fame", Qualche periodico inR"lcseha voluto vedere in questa ordinanza un carattere antip;crmanico. e:Niente dà tanto fastidio al re quanto il fatto che i suoi ufficiali adottino maniere militari prussiane. E recentemente la sua mano si è abbattuta pesantemente su quegli ufficiali che p;uardano arrogantemente attraverso monocoli e ostentano un taglio di capelli strettamente teutonico :.. In fondo, attraverso queste considerazioni, il periodico crede di riconoscere indizi dell'orientamento della politica rumena attuale o futura. Indizi assai discutibili. La saggezza degli auguri d'oggi non è minore, né maggiore di quella dep;li antichi. Questi interrogavano, per esempio, i visceri di animali uccisi ; e i moderni i0tcrrogano il ta. glio dei capelli dei soldati rumeni. E si potrebbero fare altre considerazioni su questi gravi argomenti. Per esempio questa : che il monocolo è di marca più inglese, che tedesca : e, da Disraeli a sir Austin Chamberlain, non c'è che l'imbarazzo della scelta, se si vogliono ricordare personalità britanniche che lo portarono. O anche quest'altra: che gli ufficiali rumeni, i quali fino a ieri usavano radersi poco, tanto che l'ordinanza li ha invitati a « radCrsi quanto· più spesso sia possibile», dovevano aver~ uno strano aspetto con la barba lunga e con la caramella. Perché il monocolo può essere to11erabile quando sia il coronamento di un quadro di perfetta cle~anza. Ma diventa un ornamento ben strano quan. do sia portato da uomini che si radono la barba raramente. Infine, a dimostrare anche mcp;lio la cura che re Caro! si prende perché i suoi ufficiali facciano sempre, come ,;i suol dire, bella figura in patria e all'c5tero, sta H provvedimento che ha preso recentemente per la rieducazione di alcuni di essi che dovranno accompagnarlo in Inghilterra. ~ noto che da parecchio tempo Caro! deve fare una visita a Londra. Sono intervenuti vari rinvii, ma ora pare che il ~'iorno della partenza. non sia lontano. Naturalmente .il re avrà al suo seguito vari ufficiali; e per costoro egli ha istituito un corso speciale. Secondo notizie che ricaviamo da un giornale inglese, un istruttore (naturalmente, inglese) insegna ai detti ufficiali tre cose: 1) a non gesticolare; 2) a non par. lare ad alta voce; '.1)a non far rumore mangiando; « come usa sul Continen• t~ >, aggiunge il giornale. Far precedere la visita di un sovrano straniero da un trafiletto di questo ~enere è veramente un delicato pensiero. A. G. EDEN SORIVE ,l'l QUESTI ultimi mesi, Lloyd Ceorgc ll ha pubblicato le sue memorie della Conferenta di Versailles e Winston Churchill il quarto volume della sua opera sul suo grande antenato, il duca di Marlborough, il vincitore di Oudenarde e di M:1.lplaquet ; e penino il vecchio Lansbury ha dato alle stampe: un libro, in cui ha riassunto i risultati - ahimè! molto modesti - del suo girovagare per l'Europa in missione di pace. Fra tanto fervore letterario, solo il maggiore Anice, capo del gruppo p:t.rlamentare laburista, e l'ex-ministro Eden, fra i personaggi dell'opposizione uf. ficiale o non ufficiale, continuavano a mostrare le ancor ~iovani fron1i nude di alloro. Per quanto riguarda il maggiore Attlee, 1pirito sordo ai richiami di tutte le Muse, ~ altro mai ve ne fu, non c·è d::i. sperare gran cosa. Ma, dall'ex-ministro Eden, in fatto di lettuatura, i suoi ammiratori si aspetlavano molto. Egli proviene da una famiglia di grandi tradizioni artistiche, in 9.uanto il padre dipingeva all'acquerello. Lui, nellt. prima gioventù, scrine articolucci di critica letteraria ed ~rtittica, s1udiò a O>,.ford, e imparò il pers:ano. Se la politica non lo avessc _fuorviato, avrebbe po1uto dare alle lettere inglesi una nuova traduzione di OmSr Khayyim. Invece ha preferito scrivere di politica e h:,. deluso le speranz.c dei suoi migliori amici. Cli allori di Milziade non facevano dormire Temistocle. J succe"i giornalistici di Lloyd George e di Winston Churchill hanno indotto l'orientalista Eden a scrìvcre di politica. L'articolo è apparso su un giornale domcnicale, e la News Reuiew, che pure ha sempre m~ntenuto un atteggiamenlo amichevole verso· l'autore, non esita a dc• finirlo e flaccido>. E, in prova, ne riporta alcune sentente, che qui di scguito tradu• ciamo. Alcune sono luoghi comuni democratici: per esempio, che i paesi democratici sostengono un lungo sfon:o meglio dei totalitari ; che le nazioni, malgrado le delusioni di questi ultimi anni, sono convinte della nece»ità di Ginevra, ccc. Altre sono luoghi comuni di tutto il mondo: che ; trattali di pace furono considerati dalle nazioni vinte come duri cd ingiusti, che alla. L,cga QOCque la posizione di guardia- "" dei detti trauati, ecc. Qucuc cose abbiamo lette e sentite migliaia e migliaia di volte, per anni e anni. Occorre uno 1pirito molto mediocre per ripeterle ancora con tanta solenni1à. E occorre una fanta• <ia molto arida per non tro"are da dire niente d1 più originale sui problemi politici attuali. t. tristc conSlatarc quanto spesso i ~randi della terra - o quelli ritenuti tali - osservino il precetto della po\ertà evan- ~elica nelle cose dello 1piri10. Dice, dunque, l'ex.ministro Eden: < Alcune pcnone, forse non dotate di molto spirito di osservazione, sono giunle a pcn• sare che un popolo libero, che laYori vo• lontariamente, non possa raggiungere quella misura di uni1à nazionale, che esiste imece negli Stali autocratici. Noi cominciamo a sentir dire che una democrazia, come quella britannica, non possa compiere nel campo degli armamenti lo stupendo sforzo di cui gli Sta1i autocratici si sono dimostrati cap,1ci, Se l'argomento signifiCA che noi non possiamo, sotto la democruia, ottenere i risultali che ottengono le dittature, allora io dissento profondamente. Durante la Crandc Cuerra foro• no proprio le nazioni che er~no state educate nella tradiiione democratica, quelle che sostennero meglio lo sforzo >. Così ~.len. E non gli balen.a alla mente !"idea che lo sforzo fu enormemente disuguale: e cioè molto meno grave per le potenze democra1ichc e molto più gra"•e per gli imperi cen1rali. Del che è prova il fauo che né in Inghilterra, né in Francia, né in Italia, per tutta la durata della guerra, fino all'ultimo giorno, ci fu vera e propria mancanza di qualsivoglia derrata alimentare; mentre in Germania cì fu scar. S('l.7.adi tutti i viveri fin dal primo anno e, in ultimo, vera carestia. Or~, sc due uo• mini - l'uno ben nutrito e sazio, l'altro strem;,.to da anni di stcnti e di digiuni - si sottopongono allo steuo sfono, è molto probabile che il primo resista e il secondo ceda. A questo punto, noi riterremo, con borghese buon senso, che il primo resista perché ben nutrito e il secondo ceda per• ché digiuno. M.a l'ex-ministro Eden e-dissente profondamente> - come dice lui - e sostiene che il primo resista perché è stato e educato nella tradizione democ:rati• ca>, e che il secondo ceda perché di ,cntimenti antidemocratici. La gente, che suole fare abuso di eufemismi cortesi, chiama questo modo di pensare idealiuico. Dice iilncora Eden: e Non può essere dubbio che l'ideale dell,1 Lega abbia sofferto in conseguenza del fauo che nello spinto delle nazioni vinte nella Grande Guerra, esso era associato a trauati di pace, che esse consideravano come punitivi e duri >. Opinione di cui non è chi non veda l'alta originalità. "UN JOUR VIENDRA ... " ~ ANCORA~ e-Conseguentemente, CiL!) nevra fini con l'essere considerata dal• le dette nazioni come l'indurita custode di certe clausole dei trattati di pace, anziché come il mezzo per l'applicazione del metodo dell'arbitrato e delle negoziazioni alla soluzione pacifica delle contese internazionali. Malgrado tutto il disappunto e tuua la delusione, la grande maggiorania di esJC sono ancora convinte che, fino a quando una regola di diritto non sarà generalmente accettata, non ci uri sicurezta duratura per i loro figli, né per i figli dei loro figli. Finché non sarà stabilita una regola di diritto, le nazioni non raggiungeranno quella misura di prosperità, che altrimenti sarebbe alla loro porlata. Giorno verrà in cui un ordine internazionale sarà stabilito. Farà esso (sic) parte della nostra a1tu::i.le civiltà o aJtre generazioni dovranno ricostruirlo sulle dev:utatc (rie) rovine del mondo moderno? :t. L'autore di queste plo.titudes ha diretto, in un'ora decisiva della 11oria, la politica em~ra dell'impero britannico e ha fatto quel che poteva per fare scoppiare una conflagrazione europea Evidentementr è più facile diventare ministro degli Esteri del Regno Unito, che scrivere un buon articolo. L'ANTENATO E IL NIPOTE 1'\ BBIAMO•ricordato il libro di Winston ls'.,l Churchill sul •uo antenato, il duca di Marlborough (Marlborou1h, his l1/e and times - Harrap, 25 s.). t.. un'opera ponderosa: quattro volumi di circa 700 pagine ciascuno, e Churchill ha impiegato dieci anni a scriverla. Perché l'ha scritta? Come mai l'ambìiiosiuimo Churchill, il quale non sogna che il po1erc e non pensa. che a ordire congiure ed intrighi nella speranza di tornare al potere, ha potuto dedicare tanto studio e tanto tempo d suo remoto antenato? La ragione è semplice. Il duca di Marlborougl, il vincitore di Blcnhcim, di Ramillies, di Oudenarde e di Malplaquet, fu - s1 - un grandi"imo soldato, ma fu :anche un grandissimo e \·oltagabbana > e il più insigne mancatore di parola dei suoi tf'mpi. Difr·ndendo il duca di Marlborough, Churchill ha difeso se stesso. Nell'Encyclopaedia Britannica si legge: e Non c'è dubbio che Marlborough fu in stretle relazioni col re esiliato a St. r umain > (Giacomo). E nel Dictionar1 o/ Jla• tional Bio1raph1: e Certo è una di1grazi:a, benché non sia una sorpresa, che Marlborough aiutasse Gi:-como, mentre serviva Guglielmo in una posizione di fiducia ... La sua sinceri1à fu sempre sospettata>. La moglie, Sarah, fu la fayorita della regina Anna; ma quando Abigail Masham la scalzò, la stella di Marlborough tramontò r~pidamente. I tories fecero e la pace a tutti i costi>: Marlborough fu esiliato e la intrigante Sa• rah fu scacciata dalla Corte. Churchill dimostra che la pace fu un errore e un tradimento e che, per essa, l'Inghillerra si meritè. l'appellativo di e perfida Albione >. E forse ha ragione. Ma in nessun punto riesce a purgare la memoria del suo antenato dalle gravi accuse morali clic ne macchiano il nome. La storia ha pro• nunziato da tempo la sua sentenza su Mari• borough, e quet1a biografia non varrà certo a promuo"ere la revisione drl giudizio. Marlborough abbandonò Giacomo per Cuglielmo, aiutò Giacomo mentre serviva Guglielmo, mancò di fede verw tutti secondo le occasioni e secondo il suo tornaconto. Dice Churchill: e Fortunato lo Stato o il sovrano che trova un simile servitore in anni di pericolo! >. e. l'opinione di Chur. chili, il quale è stato successivamente tor1, libcr~le, liberale coalizionista, poi di nuo- \O to,y e or-.:. è 10,1 dissidente. Al tempo della crisi della Corona, egli fu il più st~- nuo sos1enitorc di Edoardo VI Il contro Baldwin ; e si pensò, per un momento, che voleuc fondare un e partito del Re > contro il governo. e Fortunato il sovrano c.hc trova un simile servitore!... >, Certo, non si trova ogni giorno un vincitore di Oudenarde e di Mal. plaquet. Ma di gente che tradisca se ne 1ro\ a quanta se ne vuole, in tutti i tempi e in tutti i paesi ; ma non è stata mai una for1una trovarne. E la differenza fra Churchill e il suo illustre antenato è questa: che Marlborough intrigò e tradì, ma vinse alcune delle più grandi battaglie del suo tempo; e Churchin ha vinto nessuna battaglia. RICCIAROETTO Il~ Am Il • H.38 • 17 Bou,mbn 1938-m 1111 OMNIBU!~ SETT!l,[Al!ALEDIATTUALITÀ POLITIOA E LETTERARIA E80E tL SABATO IN 12- lfl PAOINE ABBO!I AME!ITI Itali•• Impero:•u-ooL. -4.2, MDl&atrLe. 22 F.at.ero 1 •nno L. 70, umelt~ L. 38 0011 1fUKl&O VIA LIRA llluuflr!Ul 1 diHgnl e fougn.fie1 anche H ncD pabbllcaU, non 1\ rt.1tit-0l1ocno, Dlrnloae: Roma• Piana della Pilotta, 3 Teletono N. 88,470 Ammillhtr.uione: lfila-oo• Piana Carie Erba, 8 Telefono N, 24.808 hnlldtt: Per mUllmetrodi alt.tua, bue una oolonna: L. 3. Rl1'01gerel all'Agnda O, Buschi llllt.no1 Via 8ahini, 10, Telefono ~907 Parigi, 681 Rned• P1aboug 8aint--Honori
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