(CONTINlJAZ, DAI NUMERI PRECEDBNT[) MORE, amore, amore! Ecco la radice dell'universo. Quando l'universo accenna a disseccarsi, guardate alla radice, svegliatela, ravvivatela ! L'universo rinverdirà di nuovo e tornerà a mandare i suoi profumi divini ... Voi hon mi capite! Siete troppo giovani! >. e Sì, caro professore>, riprese Buscaino. e Amore, amore, amore! Ed è proprio così ! Ed è proprio così! Anch'io talvolta penso: faccio bene o faccio male alla buona e modesta città di Natàca, regalandole una torre alta quaranta metri?>. < Voi fate benissimo! > disse il professor Solco. « Fate benissimo! Voi portate questa povera gente più in alto. Il loro sguardo meschino, lanciandosi da quaranta metri di altezza, imparerà a volare sulle cose basse. Voi fate benissimo ... E poi, sia la vostra una buona o cattiva idea, l'importante è che la vostra è un'idea motrice, un'idea che costringe questi uomini a muoversi, a lavorare! >. E ogni sillaba era una ~elce che cadeva nel molle e cedevole cuore di Leonardo, e si assestava accanto alle altre, sicché, alla fine del discorso di Buscaino, là dove Leonardo aveva temuto il vuoto, l'inccrtczz..1.,la mobilità, c'era la dura stipa del selciato. Sì, per un momento, il cuore di Leonardo fu in grado di sorreggere il più pesante pa~saggio di idee e di propositi senza fare la minima crepa. « Oh, Buscaino, uomo provvidenziale! La torre, che tu innalzerai, ci darà il modo di vivere per alcuni anni bene, da uomini, e poi di fuggire di qui, sotto la protezione sicura del denaro guadagnato! >. « [o comprerò le vostre azioni! > disse il professor Solco. «Subito?>. « Non subito, ma le comprerò. E aggiungo: molte! Ne comprerò molte! ... Adesso, caro collega, lasciatemi ai miei ~tudi ! Lasciatemi col mio fedele amico. Quando voi siete arrivati, io gli stavo leggendo l'ulti,no capitolo di un mio libriccino. Si,g-norimiei, perdonate• mi: ma io non posso inibire al mio c;.iore di essere felice! ... Arrivederci, cari, arrivederci! >. Uscì. La strada era deserta e grigia: ~olo un uomo curvo e magro spazzava melanconico il selciato. « Nel taccuino delle mie memorie>, diceva fra sé Buscaino con malumore, « ho scritto che in giugno la torre sarebbe stata eretta. Giugno è passato! E. passato anche l'autunno! E ancora non abbiamo, non dico innalzato la torre, ma raccolto una lira !... Basta con le lunghe e penose visite, in cui lasci un gruzzok-tto di tempo su ogni piccolo oggetto da osservare, su ogni parola da dire e da ascoltare, come un sacco bucato che sparge, ad ogni minima fer. mata, un muccflictto cl, farin:i >. La visita al duca Fausto Villadora era stata, in verità, molto rapida, anche per volere dell'ospite che, a un certo punto, s'accorse che le quattro pareti contenevano otto fiati, e vide l'aria della stanza come un agnellino fra i denti di otto leoni. < Sì >, disse il duca, con un tono in cui cercava di accordare decentemente la malinconia e la fretta, « sì, ricc- \'C'fCtc il mio denaro! Ma non occorre ,·hc voi tutti, signori, vi 'disturbiate: venga il profrs,;or Bu~caino ! Regole- ... 11...1p1nu1 m1la110011lcoIl 11loiato... " remo l'affare a quattr'occhi >. « Nobilissimo duca>, rispose Buscaino, « non appena avrò ricevuto un vostro ordine, correrò subito da voi. Quale meno meccanico o quale persona mi porterà. codesto ordine? li telefono o b. posta, il cocchiere o il portiere? >. «Vedremo>, disse il duca, aprendo la port:t e mettendosi, con un salto, dietro l('I stipite, come chi sappia che fuori c'è una canna di rivoltella che lo ce1·ca. < Molti ossequi, cari signori! Yiclti ossequi ... >. Il nobilissimo duca aveva lasciato passare parecchi giorni senza mandare alcun ordine, e Francesco Bu.scaino non riusciva più a stare nei suoi panni. « Ma >, diceva a Rodolfo, mentre con lui saliva e scendeva scaloni gentilizi, imboccava cortili, scrutava numeri e targhe stradali : « questa non è vita. Da tre mesi ascolto le poesie del cavaliere Dc Filippi; da tre mesi, ammiro le calze che escono dai ferruzzi della signora, e le paragono a quanto di meglio si ricama in Giappone; ma non riesco a sentire il suono di cinque lire, di una lira, di un soldino! Da tre mesi, acquisto opuscoli del professor Federico Solco e prego l'autore di fir. marli, anche a matita; ma il profcs• sore tira fuori e rimette dentro il denaro, facendo in modo che io lo veda sempre fino a un certo punto, come se quei maledetti fogli da mille fossero stampati sino a quel punto e, nel resto, bianchi come la neve. Da due mesi, attendo il portiere del duca Fausto Villadora, ma il portiere del mio albergo non ha avuto ancora il piacere di barattare due parole con un collega così illustre! ... E poi c'è Tommasini, che cerca di farmi impazzire il cavaliere, e manda lettere anonime al duca 1 denunziandomi come proveniente da porti in cui infierisce la peste : ma se scopro ch'è lui l'autore di quegli anonimi, oh, Rodolfo, vi giuro che nessuno riuscirà a risparmiargli un mio diretto di spalla! E poi c'è Leonardo, che non vuole scrivere un raccontino in cui si parli della nostra torre! Dice che l'arte non deve mai abbassarsi fino a queste cose... Come se l'arte non fosse réclame e nient'altro che réclame! Oh, apprendano dagli americani, disgraziati! ... E poi c'è Giovanni Luisi che, nientemeno, si paragona a Pecr Gynt ! Lui, che dorme dodici ore al giorno e stima lo sbadiglio più utile del respiro, si paragona all'uomo attivo, al conquistatore del mondo, a Peer Gynt !... E infine ci siete voi, Rodolfo, che non avete ancora tracciato una linea per il progetto della torre! ... Cristo, Cristo Re !... Fortuna che io ho un grande alleato nella mia persona: il coràggio ! li coraggio, caro Rodolfo, e la volontà ! E non perderò di certo una partita, a trcntano\'C anni! ... >. CAPITOLO VIII La volontà li ciclo· era azzurro e scintillante, e la montagna vi gallcggiav:1 nel mezzo tutta bianca di nC\'C. Gli amici passeggiavano calmi. « Sì >, pcn~ava Leonardo. < E. proprio così: dal giorno che Buscaino è con 1101, le cose si ,;forzano di sorridere, e tutto somiglia alla gioia. Oh, io ~o bene che quc~to non è \'ero sorriso né vera gioia. 11a è meglio di nit·ntc ! Quest'uomo, che vuol dare ad ogni coqo un contenuto alla nmtra \'ita, ha tutta la mia gratitudine. li suo sforto è generoso. E poi domani, quando la torre non sarà un sogno, ma una cosa reale e visibile da tutti, quando la gente di Natàca verrà issata su di essa e posta a guardare il panorama della città, e verso di noi come per giuoco, ma per un giuoco che a mano a mano diventa un affare abbastanza serio, rotoleranno le lirette dei cittadini di Natàca, e tutt'a un tratto una buona somma, radunata nel nostro borsellino, ci dirà: "Potete partirC", pot,.te h<i:riare Natàca !", oh, allora ... >. Giovanni Luisi scosse Leonardo per dirgli che tutto, all'intorno, era molto bello,c forse anche misterioso: «Guarda bene>. Leonardo spalancò gli occhi. Il professor Luigini s'era fennato sotto un albero dal quale veniva giù una luce verde che sembrava il raggio di un nobilis.simo sole, il più nobile di tutto il ciclo, dedicato a lui solo; un vecchietto, col soprabito di velluto, si faceva fotografare sotto una statua alzando il volto con tanta nobiltà che la statua sembrava uno stupido e curioso passante appollaiato sopra una colonna, e lui una bellissima e severa statua, posata modestamente per terra; Maria Corcni sbucò da un viale e s'immerse nell'ombra di un pino, e mentre tutta la sua immagine si oscurava qualcosa di lei si mise a brillare con una tal forza che Rodolfo si domandò : « Ma che succede alla signora ~1aria? >; il « lucertonc > diventava in viso buono buono, grazioso grazioso, semplice semplice, e tutti i cigni lo fissavano, una parte con l'occhio sinistro, una parte col destro. e Veramente c'è del misterioso! > continuò a pensare Leonardo. « Da quando Buscaino è qui, Natàca è diversa. Si sente che uno sforzo di volontà sottopone gli uomini e le cose alla dura fatica di difendersi o di cedere! >. « Volontà! volontà! > pensava intanto Bmcaìno, seduto in un angoletto riposto del giardino. « Volontà, dove ti sci cacciata? Che maniera è codesta di servirmi? Tu ammetti che i cittadini di N.Hàca possano piegarti? E: questa l'educazione che ti ho dato? Per questo ti ho portata in America? Per questo, mi son privato del p:i.ne t ho dormito allo scoperto? Volontà, sciagurata, non t'ho detto forse, e ripetuto e spiegato minimamente, che nc~suna cosa può resistere a te, qu:i.ndo tu sia sveglia e pronta e diritta? Volontà, mia volonta, rispecchiati in que~te pietruzze che mi stanno sotto i piedi e moltiplicati per mille volte quanto ~on c~.'ietutte >. E così pensando, si alzò dal sedile e (.i mise ad andar su e gil1 per il piccolo spiazw con movimenti scomposti. Finché, imboccato un viale, lo percorse cli gran carriera, gettando rapidi sguardi su quegli uomini seduti e sbadiglianti, su quelle figure che, per il pc~o, sembravano fatte di ferro e, per la consistenza, di cenci, e sulle quali la volontà di Buscaino, gridando: « Su, in piedi! svegliatevi! correte con mc! >, s'abbatteva come certe code di comete che salgono dal fondo dell'universo e pare debbano distruggere c portar via la terra e, in\'ccc, quando sono arrivate, si ri\'elano pili ~ttili e rade della nebbia. e volano via silcnzio<.:cintorno al no~tro pi;1n('- t:l che non s'accorge di nulla. « Volontà! volontà! tu sci troppo leggera per sollevare uomini così pc• ~anti ! Tu sci la bolla di sapone che presume di rollevare in alto un vitello! Dcvi rafTonmrti, ccn'-1plicarc il tuo ,;;pe,;;sor!c Vieni con me in albergo! In <luc giorni, ti metterò in grado di ~!levare il mondo! >. Buscaino si strinse la testa fra le mani; poi, ~tanco, andò a gettarsi sopra il letto. Udiva il fruscio di vesti e di passi ncllt camere di sopra. E ora si fi. gurava d'c~<.:erelontano, in America, in un paese che lo tiempiva di fiducia e di coraggio. :Ma poi tornavano fi- ~ure di Natàca; gli amici gli stavano rntorno, come per strappargli un angoscio50 scgr<'tO. Buscaino, quella notte, dovette soffrire molto. Si rotolò nel letto e gridò. Un cameriere venne fino all'uscio della camera. « Signore, che vi succede? > chie~c. ~(a udì una grande risata e se ne andò. Bu<.:cainostava abbandonato nel suo letto con la te.sta fra le mani. Gridò in ,og-no: « America, Natàca ! >, poi le parole gli si confusero sulle labbra, e non riusciva né a pronunciare il no• me del continente della volontà né quello delb città di Leonardi, di Dc Mci, di Lui.si.. Diceva : « Amàtaca ... Atamàca ... ». Sognò cose che lo fecero sudare nel suo piccolo letto. Quel che abbia sognato non è possibile narrarlo; ma giorni dopo Buscaino raccontava ai suoi amici : « Capivo di essere vicino al mio traguardo. Era come dovessi cogliere un centro, cd ero ,.icuro di coglierlo ... >. Gli amici lo stavano ad ascoltare visibilmente intere ..'iati. Non eran accaduti molti fotti in quei giorni. A Natàca tutto procedeva come prima; e le :strade erano ancora tranquille. li grande avvenimento ormai si allonta. nava. Si facevano progetti. Si parla• va di architettura. Buscaino intanto affermava: « Fu la notte della guerra della mia \'Olontà contro quella dei secoli... >. Ma gli altri risponcle\'ano che non era affatto miracoloso se improvvis..--imentc a Natàca si era arrivati a sottoscrivere i denari per la torre. « Sono pas'i:tti tanti anni >, diceva Leonardo: « cd è una strana consolazione vedere che ci sembrano trascorsi in un attimo>. Qualcuno voleva domandare a Leonardo se presto sarebbe tornato a Roma. Ma chi desiderava fare questa domanda era una donna e tacque. Gli altri intanto passavano i pomeriggi a vedere i piccoli operai scavare le fondam~nt: ~ella_ prima torre panoramica d1 :,.,iataca. CAPITOLO IX A quarant'anni Erano passati tredici anni da quando Leonardo, Giovanni e Rodolfo erano giunti a Natàca, dieci da quando vi era giunto Buscaino, sette da quando erano state çcttate le fondamenta della torre. E se m questo tempo non avessero risuonato le martelline dei muratori, come a canticchiare: < Tu fai qualche cosa! Tu alzi questa torre! Tu esisti! Tu vivi! >, davvero si penserebbe che Dio vuole far passare una sola giornata, vuota, come tredici anni, e truffarci nel peso della vita. I lavori della torre non erano stati né svelti né continui; incidenti di varia sorte li avevano intramezzati; ma il loro riprendere era stato sempre, per i nostri amici, come il ritorno di un suono caro, piacevole, profondo, attraverso la nebbia, il quale ci assicuri che la nave, su cui <.:iamoimbarcati, noi\ va in pieno occano 1 ma lungo la terrafcnna. Oh, certo, se in questi tredici anni non si fosse fatto nulla di concreto e di utile, quella parola, che Leonardo, Giovanni e Rodolfo nascondevano nel petto, quella. parola che sembrava così strana e talvolta priva di ~enso: «Quarant'anni! Io ho quarant'anni ! >, la notte, quando si rimane soli nel letto da scapolo, e si cerca il tasto per spegnere la luce, diventerebbe cattiva e fastidiosa. ~1a non era così: pcl'ché baqava andare ai vetri del balcone, e cancellarvi il velo dell'alito, per vedere lontano sul dor~o nero dei tetti, la torre pano~mica, con la sua tcrranina coperta da una guglia verde e la scala che tutta l'avvolge dall'esterno. Lontano, nel buio del ciclo vuoto1 la solida torre! Essa. è lì, ferma, altissima; essa dichiara che si è lavorato; nel giorno del giudizio, quando Dio domanderà : « Che avete fatto? », c,;sa verrà piano piano, e risponderà per loro: « Hanno fatto mc!>. Però, nonostante la torre e le buone parole che essa faceYa piovere su ~atàca, c'era qualco~a che sì lagnava e roclamava: c'era un punto dell'aria, a una certa altezza dal pavimento {il punto preciso in cui si troverebbe la teMa di un ragazzo nato tredici anni avanti) 1 che diceva a Leonardo, a Gio• vanni e a Rodolfo: « Tu non mi hai fatto na<.:ccrc ! Tu non hai voluto che qui ci fo,;;si io! Perché? >. Quc,to punto era davvero insopportabile; esso si spostava e camminava; ti vcniYa dietro; ti si metteva :\I fianco; ti si para\'a davanti. ~ fa i tre amici possedevano qualche rimedio contro di lui. Rimedi che, anch'essi, li forniva la torre panoramica del provvidenziale lluscaino. « Basta! > gridavano in se stes"i. « Non sci nato tredici anni fa, per non na"ccre povero! Se nascerai fra un anno, naSC('rni ricco! Ormai la torre è t<'rmi- :1ata ! Xon le manca che un mc,;;e di lavoro, e il p<'rmcsso delle autorità pc1ché po~.mvenire aperta al pubblico>. 5-(continlla) VJTALIANO Bll.ANCATI ../; ·:r • -N r:================n • ···1ANONAAZIONALE - DELLAVORO • ISTITUTO DI CREDITO DI DIRITTO PUBBLICO CAPlfALEL. 200.000.000 • RISERR L. 12.000.000 SEZIONI AUTONOME: CBEDlfOFONDIARIO:eapltale e riserve . . • L. 86.000.000 CREDITOCIIIEIIATOOBAFICOc:apitale . . • . ,. 40.000.000 . CBEDlfOALBERGHIERO1: capitale. • • • • • " fiO.OOO.OOO - / fondo di pranzi& . ,. 125.000,000 • .. Tutte l opera~iondii Banca 119 DIPEIIDEIIZEHL REOIIOE IIELL'AFRICA lfALIHA CORRISPOIIDEHI lii ,uno IL 1101100 Collezione storica illustrata Rizzali f; in vendifo nelle principltli librerie del Regno il VOLGYIE QUARTO: 1848 DELLA STORIA DEL RlSORGL\1E TTO E DELL" U.\TITA D' ÌTALIA DI CESARE SPEllANZOS Op<'ro \('IOrnentC' monumC'ntal(•. <'Onduna ,;ullc i,iù recenti indagini <.:toriehC' t• -.11ll0 ,;;11ulioac-curaio dei nuo,·i documenti d'archiùo n>nuti in que ...1i anni alla luce. e delle publ>licazioni - anche rtC('nti<,- "imr - Bf)IHtr,(' <;u umi gli (·,·enti del 110,1 ro Tl 1,org-1m('n IO. In un quadro comph•to. limpido. documcntnw. iutto il tran1E='lio attra,·<-r- -10 cui narqu<" e ma1urò l'offrRncom('nlO dell'Italia dalla domintvionc <;tranino. (' "l'~uito 1:H1ra,('r,o ad uun chiara ril',ocu,hme di clnlC'. fatti. epi- <.:odi. nel quadro dc-li<' , i<"t·11<l<e·urnJ~~~·r~~!;,:i t~ 0 ~1~: ealco cli quadri. C'Ìlll(•li. lllOll\l!ll('!ltj, 8t1toi1·1Jfi. documC'nli. l'C'<.'. fi~ura- ~t;),,~'ta~~~•::~~l~il/:i 1 ~ 11 j! ~:~o/:~~l:~!~c~ 1 Ìailll.f~~ip~~tl;~:a"~i~i 1 : 1~~e~ rialt· illtl',tratin,. olln· chr dalln forma piana l" inci-.i,·a del tc,to. Questo quarto ,·olume va clalr inizio della guerra del 18~8 ncll'nl!n ltnliu all'armistizio Snlnsco 0010 P,IGI.VE CO.\ 90tJ JlU'S1'RAZIONh Co.<i:lo cli O!,!ni volume in edizione di lu,.to (lep.lllura in tf'ltt 11zwrrn. !n•p.i e ,critte m oro) . L. 65 LA REALE ACCADEWAD'ITALIA ha confcritn il ml'ls..,.imopremio del 191!, o. f1ue-.lt1 Stori11 dt>I Ri(OrpmMIO " ...coscienzio~,. '-erenn. ben documcntnrn anche con fonti 'ìlranicre inedite. luc·idamente seritta. ampìa e degna dell'arduo argomento·· .. \U-~•8A'\DRO 1.L710 dell, R. M~•d~mi• d'lt,li• .11,!enli per fu vendita n rnte i,i otrni c11poluoJ!o d1 provincia RlZZOLI E C. EDITORl UN REFERENDUM FEMMINILE Alla. donund.t "P.·rc'I,; prderile i mo/,ili Yt,al,el/i ", reco .ahrr risposte ddlc nostre clirnti: - Se 1101l1ro1,111i'l"',lr/,e .loie.-{{'' 1tt'll" (11s11.111rrip,·ri11ffl. l" mli, r11s,1l,lrr.-- ,l,11t, ro11 i ,·ostri 1110/,i/i,mi j, t!immtir,,r(' tullo ,-iJ rhe t!i /frollrsro r t!'i,,rnmpi11to mi ,irro1t1I,, ,,,,//,, 1 il,,. - Il pi,,cue ,: ,li tutti. l,, ,1:io/11 ,! ,li pod,i. Nrl/,, 111itr1r111t1trrrdt1t11ro,, i mo/,ili f/.udul/i s,•,tfo /11.1:ioi,1,li rnrr,•. - Q1111111el1o1lro,rrl/tt ,,,;,, r,1111rr,i1 moliri ,1rtistiri ,lei i·oslri 1110/,ilimi J,mno so_r:n,1re II oul,i ,,perii, 1t•t!oulo 111,it,, ,tltr,n·uso il prisma ,li-I/,,/rlirit,Ì. - È iijfiril1• ,n-ru .lur ,ou i11sumt': ,ei,uli{io r q1111ttri11lio. il ,é11,li{io f>''rprrfuin i mol,;/i //11u/,,,l/i I' /,o ,1111/0e, pl'r i '1111,ttrinip,,.eo ,, rt1lr. - Il rinr11111fo,,:n~m/oi 111u1mprr <on911is,110nsolo pa le l,rl!r prot!11{ioni, 11111 prr lr l,t'fl,•zz,· ,,rtistirl,n lr l,rlll' s,,lr, i l,ei 1110/,ili. E p,•r 111't'.ft1' 11,rl,'io ;,, "'"' /,rl/d Ml,, ,011 i l,ri 1110/,ilimi so11riiolt11 11 Yt,u/,rl/ì. - Esu1t1lo raft1 ii 1i11ur,· il primo premio ,l,,I <Oft<Orso Grmuli Firm,•, il suo,ufo, /11 r,w1,·r,1 f/,,ahrl/i, /,o Joudo ,1r11Us1t1rlo. E ru so11feliref WiitdM ili *' ?§@#iiJM S. A. MOBILI VACCHELLI Stdt Cntulc CARRARA
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