Omnibus - anno II - n.37 - 10 settembre 1938

UN'IllVA810NE DI CAVALLETTE NELLA POLONIA DEL NORD ~ "'~'l' OMO gelido e pratico, il vecchio ~ gentiluomo polacco Severino Rze- - wuski comprese dopo la terza spamzione della Polonia che la libertà. nuionale era morta, e che ormai non era rimasto che un solo mezzo per far carriera: quello di servire gli Stati oppressori. Perciò abbandonò le sue terre d'Ucraina e di Galizia e si stabili a Vienna, con l'intenzione di dirigere i passi del figlio maggiore, imelligen1.a aperta e testa balzana, benché ormai avesse trent'anni. Venceslao Rzewuski aveva ricevuto una educazione bri11ante, diretta a cÒltivare soprattutto gl'inutili e grazio:ii talenti della scherma e dell'equitazione, della musica e della danza. Con minore entusiasmo aveva frequentato la Kadttttmchult, forse ~con la speranza di valersi delle cognizio'\i militari acquisite con tanta ncgligcn1.a in pro della causa polacca, e sotto i vessilli delle Legioni d'Italia. Ma la calcolata volontà paterna lo costrinse a indossare la sgargiante uniforme d'ussero austriaco, che copd d'onore e di polvere volteggiando come un cavallerizzo da circo sul sanguinoso campo di battaglia di \Vagram. Ma quella prova gli bastò, e subito dopo dette le sue dnnissioni dalla carriera delle armi. Ricco e bello, il giovane capitano in ritiro passò come un fulmine di guerra ancht: attraverso i salotti di Vit:nna, mietendo allori di sorrisi. di baci e di billtu doux. Ma abbandonò ben presto il campo ai rivali gelosi e delusi, e, conquistato dalle tenere grazie di Rosalia Lubomirska sua cugina, non ancora trentenne convolò a giuste nozze. E rinchiuso fra le quattro oareti della felicità domestica cominciò a sognare altri trionfi. Dopo le armi e gli amori, le scienze. lnr,amorato dello stravagante e del difficile, il conte R2ewuski volle darsi a un campo di studi astruso ed esotico: l'orientalistica. In breve tempo divenne un perfetto conoscitore delle lingue araba e turca, si mise in corrispondenza coi più grandi specialisti del tempo, e si fece perfino editore d'un corpo di traduzioni m vane lingue dalle letterature orientali, che pubblicò a Vienna nei primi anni del secolo sotto un titolo pittoresco, secondo la moda d'allora: Le Miniert cl'Orie111e. Questa evasione romantica nei paesi dell'ideale fu senza dubbio espredione di quella sete di sensazioni e di terre nuove, libere dalle convenzioni sociali e dai vincoli tradizionali del vecchio mondo, che fu comune a tanti spiriti della generazione byroniana: ma sembra che il conte Rzewuski vi fosse spinto anche da una passione infelice, da un sogno d'amore ch'egli non volle, come figlio d'una nuova moralità, trasformare in una peccaminosa e settecentesca liai.sou dmrgertuu. E attraverso la via mediata degli studi, egli giunse all'estrema decisione di costruirsi una nuova vita in un paese selvaggio e lontano, che lo liberas~e dai legami della patria, dcJl;.a'società e della famiglia. Per un certo tempo l'Eldorado dei suoi sogni fu Costantinopoli, dove voleva recarsi insieme con un ammiraglio turco profugo in Russia dopo un colpo di Stato fallito, e che attendeva di rientrare in patria quando un sultano più liberale. 1I principe Mahmud, fosse salito sul trono della Sublime Pona. Mahmud fu incoronato, ma il suo fedele servitore fu ucciso sulla via del ritorno, e cosi il conte Rzewuski dovè rimandare a tempi migliori il suo sogno di stabilirsi sul Bosforo. Si giunse cosi al 1815, l'anno in cui si radunò a Vienna il famoso Congresso, che s'illudeva di cancellare dalla mente il ricordo delÌa Bastiglia, e di distruggert: l'opera di Nf'poleone a forza di mutamenti sulla c;,arta geografica. Com'è risaputo, il Conga:esso molto deliberava. ma più ancora si divertiva, e una delle trionfatrici di quel raduno di teste coronate e di diplomatici in Parrucca fu proprio la contessa Rosalia Lubomirska Rzcwuska, che era divenuta una bellissima dama. Anche il conte suo marito conobbe qualche trionfo, naturalmente ancora d'un genere nuovo. Dopo la morte del padre, Venceslao aveva ereditato un'immensa ricchezza, e se n'era valso per rinnovare i fasti della viennese Reitschule. Lo zar Alessandro di Russia fu colpito dagli splendidi esemplari equini del conte e, sapendo che meditava di fare un viaggio in Oriente, gli strappò la promessa di recarsi in Arabia a raccogliere un gruppo scelto di purosangue del deserto per le imperiali scuderie. Era l'epoca della Santa Alleanza. e Vcn- .::eslao Rzewuskì, nutrito di spirni francesi e liberali, comprese che non avrebbe mai trovato un pretesto migliore per abbandonare un'Europa dove trionfava il rigido convenzionalismo della reazione. Alla fine dello stesso anno, egli organizzò una piccola spedizione a cavallo, e partì alla volta di Costantinopoli, dove fu accolto con onori principeschi dall'ambasciatore russo Stroganov. Stroganov fiutò subito nel gentiluomo polacco la vocazione dell'avventuriero, e giunse al punto di proporgli di capitanare una piccola crociata, con lo scopo di togliere ai musulmani la guardia del Santo Sepolcro. L'impresa non fu neppure tentata. quantunque se ne intc&essassero anche il ministro dd Re Cattolico e monsignor Candolfi, nunzio apostolico per il Libano e la Siria. Proprio durante un viaggio per mare da Costantinopoli al Libano, il conte Rzcwuski compiè un suo pellcgnnagg,o mistico e profano: contemplò le rovine di Troia, percorse l'arcipelago greco, visitò a Patmo la grotta dove San Giovanni scrisse l'Apocalisu, e infine mise piede a Rodi ed a Cipro, l'isola delle rose e l'isola di Venere. Dalla S,ria decise di partire per l'ultima tappa del suo viaggio, e cosl scrisse nel proprio diano, parlando di se stesso in terza persona: • Finalmente egli potrà dar prova del suo ardimento e ({iuocare con l'impossibile, lui che è stirpe di cavalieri e di ammanni!•. Per la via d'Aleppo, raggiunse Damasco, dove si conquistò le grazie del pascià locale mediante il dono di qualche fiasco di vino, ormai divenuto aceto, ma che piacque e110rmemente alle sue numerose odalische. E a capo d'una carovana guidata da un beduino, s'inoltrò finalmente nel suo patadiso terrestre, nel ginrdino d'Allah, nel deserto. Appena mise il piede sulle dune, il gentiluomo polacco cambiò subito d'anima e d'aspetto. Aiutato dalla sua conoscenza dei costumi e della lingua, si trasfonnò subito in un cavaliere nomade, che ha la sella per casa, e per patria la tenda. Quando incontrava un capotribù, gareggiava subito con lui in fervore immaginativo e in magnificenza di gesti, e i.i presentava come il capo d'una remota tribù, che viveva nella Terra della Stella Polare, dove regnava un principe generoso e sublime, il gran sultano Iskander. Come si vede, Rzewuski sapeva fondere erudizione e fantasia, poiché sapeva che gli antichi popoli d'Oriente avevan chiamato così il grande Alessandro alla conquista dcll'Jndia: e Alessandro si chiamava anche colui ch'era allora re di Polonia e z.ar di tutte le Russie. Quel curioso esempl::ire d'arabo boreale fu accolto con onori regali, e gli fu foctlc adempire ht propria missione. ~fa dopo avere accompagnato fino al mare una carovana d1 magnifici purosangue, ritornò subito nel deserto di Nejde, fra i suoi nuovi compagni. 11giornale del gentiluomo nomade conserva ancora una pagina dove l'entusiasrno per la libera vua dei figli del deserto si esprime con foga romantica e con eloquenza orientale: • L'abitante di queste dune silenti, abbandonato a se stesso sente d'essere il sovrano dell'unl\'erso ... Libero dalle passioni meschine, egli ignora il pungolo del desiderio, e sembra quasi che la docile materia ohbedjsca ai suoi ordini ... li beduino percorre come un signore onnipotente questo regno del nulla ... L'odio d'un principe ri,•ale non è in grado di far tremare il suo trono, e la sua quiete interiore non è rosa dall'ambizione.. Il suo pensiero si perde nell'infinito e valica fieramente le frontiere del tempo ... •. Fu così che il conte Rzcwuski, rampollo della J:lorhta polacca ed ex-ufficiale dcll'cserc,to austriaco, divenne il signore del deserto. La sua barba dorata e il suo turbante bianco, il palafreno corvino e il mantello scarlatto diventarono un'appar1z1one leggendaria per tutte le terre dell'immensa penisola desertica, dalle rive dell'Arabia Felice alle lande sassose dell'Arabia Petrea. Molte tribù lo proclamarono loro emiro e loro sceicco, perché non c'era nessun capo cosi abile come lui nel maneggio del cavallo e nel tiro al bersaglio col fucile e con la lancia: e il grande capo Ousci-lbn-Gbcn, cui la morte aveva rapno l'unico erede, l'adottò come figlio sotto il nome dt Tadz-cl-Faher. La cerimonia fu celebrata con un festino magnifico. e la sera stessa le tredici tribl1 capitanate da Ousci levarono le tende per un'impresa di guerra. Tadz-el-Fahcr fu mandato innanzi, ad esplorare, con un pugno di cavalieri scelti. Dopo una giornata di marcia s'imbatterono in un'altra triblt, ed accettarono l'ospirnh1à per la notte, Tadz-el-Faher non sapeva d'esser caduto in un tranello, e a notte alta si svegliò all'improvviso fra un gran fragore di spade e in un barbaglio di torce. Egli stava già per soccombere sotto i colpi degli assalitori. quando 11 loro capo lo chiamò per nome, e tutll abbassarono le lance in segno di re\'ercnza Il capo aveva nconosc1uto in lui Tadz-el-Faher, col quale qualche anno prima era andato m pellegrinaggio alla Mecca: e volle rnchinare le sue armi dinanzi al figlio più ardito e glorioso del deserto. Malgrado la conversione-., Tadz-el-Faher nel profondo del cuore era rimasto sempre fedele non al culto dei suoi avi, ma a certe credenze superstiziose fatte d'occultismo erudito e d, simbolico misucismo. Nei 1001 studi eglt aveva scoperto il segno J l, a cui in tempi anu~hi vemvano attribuite sovrannaturali virtù. E un bel giorno condusse I suoi beduini dinanzi al rudt-re d'una colonna che s'malzava ancora in mezzo al deserto, e parlò loro cosi: • Voi sapete e;he non esiste che un Dio, cosi come quella colonna è sola in tutto il deserto. Ed 10 voglio mciderv1 il segno a cui devo ogni glona, e che per me è 11 principio della forza e la fonte della vua . l bedumi s'1nchmarono reverenti mentre Tadz-el-Faher scolpi\'a 1I suo snnbolo prediletto nel marmo della colonna, e d'allora m poi lo chiamarono Abd->:1scian, che vuol dire • Schia,o del Segno•. In quegli anni, nelle rovine d'un cenobio già abitato da un santone musulmano, viveva mirata dal mondo, prigioniera soltanto dei suoi sogni di libertà, lady Es1her Stanhopc, amica d1 Byron e nipote del grande Piu. Il marabutto giaceva \ icmo alle anuche cmà di Tiro e Sidone, divenute allora zona desertica, e I nomadi della regione la venera,ano sotto il nome d1 Nlal~k (Angelo), e la chiamavano la Regina del De:ierto. I beduini, conquistati dai suoi doni e dalla sua bontà, cantavano a Tadz-el-Faher le lodi della donna bianca che a,,eva abbracciato la fede dd Corano e di ,\laometto. Incuriosito e voglioso d, conoscere quella sorella d'elt:- zione, Tadz-cl-Faher le mviò una lettera traboccante d'1magmosa retorica araba • Nobile Esthcr! Selam Al~jkum (la pace sia con te)! L'emiro Tadz cl-Faher·Abd·::s'iscian, 11 più libero e fiero de, beduini del deserto, St:dotto dalle preghiere degli arabi ha abbandonato la diletta patria, e percorre m questo mome;:nto le sponde del mare non lungi dalla terra O\'e tu dimon ... Poiché I figli della natura son commossi dalle tue virtù, colpiti dalla tua magnificenza, sopraffatti dalla tua gcneroutà, egh brama ardentemente conoscerti Esther rispose ,n uno sule meno enfatico e più occidentale, mvuandolo a \enirc a prendere una tazza d1 tè per il prossimo mercoled1. I due out/an; ,.dell'Occ1dente sì salutarono secondo le rigide e complicate norme dcll'euchetta beduina. Lady Stanhope ricevè l't::<-conte Rzewuski distesa i.ul divano, avvolta in un mantello bianco, e con la testa fasciata da un turbante vt:rdc. Benché ormai quarantacinquenne, Angelo-Malek non mancava di charme, e, attirato dal suo mcanto, lo e Schiavo del Segno• trascorse due settimane presso d1 lei. Qualche loro biglietto, e lt: tt:sumonìanze dello stesso Rzcwuski, c1dimostrano che la loro rclaz1ont:, malgrado 11comune ripudio delle con, enzioni del mondo civile, mantenne uno squisito cachtt letternr~o e rOmfmtico. Lady Stanhope s'a•- sunsc la missione d, consolare lhewuski dalle piaghe ancora aperte del suo amore infelice, e solo alla fine il povero e figlio del secolo• senti di rientrare nei panni dell'ardente Tadz.el-Faher. Ma il silenzio discreto della storia insiste a tenerci nascosto il r1suhato d1 quella metamorfosi, e l'esito del tentativo. Le gioie dell'amicizia furono improvvisamente interrotte da una rivolta che scoppiò in Siria, e mise fine al soggiorno di Tadz-el-Fahcr in casa di Lady Stanhope. Le autorità turche sospettarono che il misterioso cavaliere arabo in vistta presso la gentildonna inglese non fosse altro che un colonnello Lawrence d'allora, al serv1zh> dell'/ntelligence s~n;iu di quei tem• pi, e lo costrinsero a fuggire. Ormai pri,•o d1mezzi, Venceslao Rzewuski decise allora d1 far ritorno in patria, e m quell'occas1one compì un'altra mirabile impresa: quella di percorrere a cavallo in tredici giorni, vero tempo da primato, il tragitto Tarso-Istanbul. Quando, nel 1820, rimise piede sul suolo patrio. il conte Rzewuski s'accorse d'aver sperperato, malgrado il traffico dei cavalli, la fortuna, enorme a quei tempi, di sessantarnila ducati. Allora si ritirò nella più remota delle pocht: terre rimastegli, do,·e visse per dieci anni m solitudine e in esilio. Quando usci, a a cavallo nelle stc1>pe, indossava di nuovo il suo costume d'emiro, cd agitando una lancia adorna d1 piumt: di struzzo lanciava a un folle galoppo la sua fida giumenta Muftas~iarah, sotto gli occhi sbalorditi dc, contodini ucraini. La rivolta del 1831 lo tirò fuori dall'isolamento e dall'oblio . .\1olt, patriom vedevano in lui uno dt!i capi designati dell'insurrezione. :Via 11 corpo dcgl'insorti d1 Rutenia e Galizia, in tutto tremila fanti e duemila ca, alicn, fu capitanato da un ,etcrano del '94, il generale Kolyszko, un amico di Kosc1uszko. L'esercito russo si liberò facilmente degli altrt nuclei <l'insort1, e potè dirigere una forte massa d'armati contro il corpo di Kolyszko. Il 14 maggio 1831 i polacchi dovettero accettar battaglia contro forze soverchianti nella pianura d1 Daszow. Decunati dal fuoco dei cannoni e travolti dalle cariche dei <;Osacchi, resisterono valorosamente, ma furono messi in rotta. La ritirata fu protetta dalla cavalleria, con lo squadrone d, Rzewuski alla testa. ,\.la quando i superstiti furono in salvo, gli uomini del 5° squadrone cercarono imano il loro comandante. L'ermro Tudz.- el-Faher e la sua giumenta araba erano scompar~i senza lasciar traccia, forse per essere assunti anche fisicamente nel mondo favoloso della leggenda. E souo il nome di Farys, Tadz-el-Faher-Rzewuski do• ve,•a essere assunto anche nel ciclo senza nubi della poesia, perché fu cantato da Slowacki e Mickiewicz, i due più grandi poeti d,-IJa sua terra. RENZO POLI PERLESIGNORE DI BUONSENSO In tutte le case è indi;pensabile il vero Lysoforrn prodotto di fiducia che offre tutte le garanzie mentre ci sono in commercio tante imitalioni di roba scadente a basso prezzo con nomi cht' scimmiottano quello di Lyso/orm per ingannare il pubblico e che \;engono raccomandate dal vcnditon· mentre <,000 porcherie che non di~infcttano un bel nirntc. Le ,;ignare di buon <(•nso non si fidano delle chiacchiere e vogliono e pretendono il vero Lpo/orm (nome brevett~1to) col nome di Brio-.chi. AchilleBrloschle C. Milano COLLEZIONSETORICA ILLUSTRATARIZZOLI È in vc11ditn nelle principali librel'ie il VOLUME QUARTO DELU STORIA DEL RISORGIMENTO E DELL'0 ITÀ D'ITALIA DI lESAHE SPELLA \lO.\' (1010 P•..t,.C,l'\t. CO'\ 1:100 li Ll :,JRi\llO'\I c.im·..t'o1wra monumt·nuth: è ..tata <·011du11a <.,ulll'pili rrcrnti indagini ..wrich,: C' .. ullo i.tudio ac:;curalOdc-1 nuo\·I dvrume11ti <l'ar,hi\io ,c·nu11 iu q11<•.,1i au11i alla luct•, e dl'ilc i,11IJblicu1io111 anchc rt"c·t•1111,..,imt• - nppnrS<.· ,u tullÌ gli t•\('lltl 1h·l 110,;tro H1,orgimt•11to. In un quadro co1111>lt·IOli.mpido. dou1nwntato. tulio il tra\ogho allraH·r~o cui naC'(jU<' t' maturò l'afTraucamcoto dell'Italia dalla clomiuttLiont· Mrunicra. i: seguito at1ruH·r~o ad una chiara rit•vucaiHuw di datc. fatti. t·pi~odi. nrl quadro delle• \ icendc rurop('('. 01irt' -'000 riprod111ion1 in rotocalco di quadri. cimeli. monumenti. autografi. documt•nti, l"C"C•• fi~urano nl"i quauro ,·olumi giH pubblicati e il cui valore d1da1tico è rr:,0 inesli• mabìlc dalla profw,ione e dslrimporian✓ll drl rnakrialt: illm,lrati,·o. nltn· che dalla forma piana (' inci<:i,a ch•I 1c~10. Questo qunrto volume vn doU' inizio deUo guerrra del 1848 nell'olla ltolia nll'ormistizio Solosco Co11l0di ogni volume in edirn:me clt luuo (legatura in tela a1.zurra, freg, e ,critle ,n oro) . . . I.. 6.i (,<11(.h(I drlla ,1,11111••u i1uc-,1.. , 'lh.>ri'" dd R1,urg:11nc-nto t· dtl!Tn1111. J 11,111• 3,- Il po/f•II, du, UIUI (Ua/ltr11t11• J,/ I a11u1-1iimr•U0 d1Ilo Sptllafllon di fronlr ,d ,r1-om,r,il1 1n1rf,ari, 01.1-1110 d, 11n ., io/o di d11pulr 11011 •fmprr .,,,,,,.. 11 •,o 1ublH dirt ,h·r,r/1 """'"" t d1uu1, rullo <O,t I.IIUI H,mp/,ta aUtnH di • r,,p1110 ur ", 001-/1,mo dir, ch·,.,u no.-. 11 /• 1m, tft d, prN0'1(1tli d1 ntuun 1.rr1'·r,. non •I I• impor,, d1t n,uun, ,11,orit• ptr t1u1t11l0ri1ptllabllr: urca di rt11d,r1I tonto dc luUo da •i. ,on ltri,o ,lori(o, d1nlh1r, morale-• I.l'ICI :,;\l\ArOIU I LI (lf L,ouro • Gc-no.,o ~~:;'~-~~,~~t~:,:::"J,.r,:P~~~:i~ :c-;:: i;r;;~ ;:;:;.,'';{'i~!~,::C":;:~~•~;:f;n: d: 0 ~! , alo ,,mp/11 i1n10. u11 po· /,i i/on,, JK' •111a,rlo f/tt•riltufmn, d1 Cr1111lo Vui. lif' ,u piutlollo dr//, ,,,rictti d,t Bolton A.in,. n11 è-pii, 1tali&r1,mt,.ft ,o,urpit, • tTfOR~: ROTA della R l'nuc-r~uA dt l'a,11> • P,, 1011,mpl,ur r111.ullbrl1. p1r llt prob,t,. ,,1r la •fr,.,11ff' dt• Jutc-m,nu, tt hor" 1irorntt d'i1r, u11, dt1 m,r/ltun h11to1 ,, 1 d, f· lt,ah, rnod,rnt Il~ '\lii Ht.D.\RIO.\ ddla "orhon, d1 P,,r111'1 (Ctudf'• l1,f1111nr• - l'ar11,:1) • 0r,ra po,/1ro1.t 1/11· ,,,., l11,ua 1ol1dil~ r 1~ ,u, ,,.,r,pfr,,J/it 111( ri/11 di t,nu, unn 1'11 fltltlll polli fra lf' lral/aioo,u •lnr1, h, lQlf p/,ufo,. dr/ 110.tro Rbor1-1m111lo l'lf HO ~Il\.\ (l,onardn • hr,·,ur! ~ .l u 11tm1,lart prob1tA di flltflll. 111, if lu11a ,. amo,011, ,ur11 d,•I pa,1,col,r, nitro lu Ida d 1n11tm,. u,1 tquih/,r,o ,.,o dr tfodnw ~. /1.. O\lOl>t:o (I., C'r1ti111 • \11vol11 LA REALAECCADEMIA D'IT LlA h,1 tu11frr,to ,I mu,"mo llff'm,o ,lrl 19)" a qu,-q" "toria drl ll1Mr1.,m,nlo .....coscicnioso, serena, l>cn documentato anche con fonti straniere inedite, lucidnmentc scritta, ampio e degno dcll'nrduo nrgomento ·•. AU))SANDHO Ll'/10 della Il. Accademia d•llatia Rizzali & CE. ditori MILANO - l'fAZlA C. EJl/]11 6 IClassRiciizzoU Diretti da uro OJ etti In que,ta magnifica raccolta ,ono già uicili: 1. TORQIJUO TASSO: POESIE A cura d1 fRA\Ct.:,CO 1-LORA (1006 P•· riac, ton 10 11Ju,1r,Uo111J. L TORQlJiTO TASSO: PROSE A cura d1 FRA'\Ct')CQ HORA (1020 P•· 1rnt, con & 1ll11itraz1oni1. 4. CRONISTI DEL TRECBITO A t"un d1 ROBEltTO PAI \fAROCCHI (8&i ,,a,,nr. con 6 11lujlf&11on1t. JI rre• ~nt:1,Ìo 1 , 1 ò.~:i1:01~!' C.!.a~~'t~~:m~~~:,'',~ tfapu.w d• un, 1p1111u•ht, f" da un f"fOnoauc incd1t11h1tichc ,Ile 11uo•r ro,111, dc-I R,naK1rnc-010. Qurl tr,varho trow-, 1n que• lito •olun1e le tc.ollmon,ann 11nrned1,te e duc-ur. 4. MISTICI DELDlJECBlfl'OE DEL TRECBITO A cura d1 A LE\ASTI (1028 pa~'ID,. cuo 12 Ulu,1r,t10111J. Trattall, rc;ol,, thlauu:n• 11. it'tlllOIII, mNh1&t1on1. c-ont1du,z1on1. lt:t• lut, prè1h1t-rl'. pt"n.oitri c-hc fanno r1qJtare ~r,:!~"l',P'::n~:'~ 1'i;1'!:"o~;,!::~~ ~~~~r~I~ ~:01;n•1CrO rel1g1ot0 C 1n1~t1Codi quC'I due L LE PREDICHE VOL&ARI DI SU BEIIARDIIO DA SIEU A tura di l'lt RO BARGEI.Ll"'òl {1178 pa• ~: 11~~l~~,n: ~~u;~!i~~ohnj'd~:;•~~llia "pC::.~!! dr! Campo in ~,t"n• ra,mu IH7 '\on c'è ¾"'lllh,r,• in tutto 11 QuallrO('t'nlo coti coinplt-.•o, 1uofo11do, 1orc,ntc I. LIRICI DEL SEICEITO E DELL' iRC.lDIA o\ 1·ur1 di CARIO CAICAHRRA l%0 p•· ~•no:'. u,o I& illu-1r•:uon1). !)ono ,cn11qu•t• 1ro pcl'f"h. d11I \l.uino ,t Cb11hrcra. dal C'•m1... ntl!• ,I R~1. dal \l~n:ru1i ,I Rnll,, 11.I!alct••t11,11.1.ol fru.;:o~, ~ mai lino ad 01' 1an11 nr f11rt1PO r•c1ult1 m un wlo ,ohu.o.c, e 111 •Ì 1utr pro1><1rzwn1. 7. C.lSTl9LIOIE E DELLACAS.l A cura d1 C. PRt:U.011\1 (~ 11,,m,:,, ,:-on 1' 1llu~1ra11<>111I1. ro•crc-1, In qu,:,,10 ,olunic lr duC' opf"rf ,ullt qu11h o .oo tn0• ddlale le 1r1•IOC1'1it d1 tuu, t.urd'pa , Il Co,11-r,1110. f' 11, Gala!N> >. 01 quNto JM'f la pr1111, •olla ,1 d.lr ua lt-to 10•11•n1,:, Cfl• 1,ro,:, non ...,rnri:a10 GALILEO GALILEI: OPERE 8. VOLUME PRIMO A (·1,1111, d1 ~tB fl\!PA'\ARO {IO~ 11-1• J1m·. con lb 1!111.1ra:uo111):, 1n1:u• e,;,! Oralugv dr, ma,•u111 .. ,~1tm1 , cl,r r la /~'~:~:~~r .c. u!1! 1 ~' H~r.~~cf,: 1 i,lct,"j'; ~!!~:! •u1 r;.,ll,:,rg1an11 ,; il • Oo"('ouo dellf' Co• mtll' • t hc •I 1rn6 C'on•1dNart' OOll'IC il Jetmt" ,Id • ~~r•aturt ,; lt • \lttanKhr, d~~,c~;~•,'~,~~~o!!:-,,r.~~~~I ~~::: ~;ff.'.:r:~~ • Dad1 •· chc è fo,oii;,nc d("( ukvlo delle probalul11A 9. VOLUME SBCOIDO :900 1>:iJ1n.-. con I.? 1llu1trauonij. Quf!t'IO \Olumt' ('0nlotnf. ohrt , un, \ 11a do Go ~·l:, c~~·.::tì/1;1~~· ~,· ~ ~:,~1 n!rir 0 :::: e nel tlu1ri1111 d1 uno <lei ma,,.mu 101tJn1 dt1 ICllllll moderni. 11 s.,,.i,tort t' I IJj,. lotlil tltllf' 11iioot ,dtnit. Il Su1i,tor, t 1\ c-a1>0la,oru polcm,c-u di GaliiNI: , Dialo1hl dtflt: n11oot .,itfllt ..uno 11 11rimo h• hro d, mecc-anica. da-..1~a t' uno dt1 più llfll)•0t!Ulll hbri l,('1[•,111fit1 eh, fllUano. OPERE DI GIACOMLOEOPARDI IO. VOLUME PRIMO (lj)O 11•11n(', con lb illu~1ruioni}. Cont1C'nt: 1 C'anli, I, _o,,..,,ut mor,/1,. un"Ap,undiu ali, o,.._.,c-11,, ,! Uarlfr/o d,- Sa,1/f P,Jri. I I ol11111n11mt11U, i p,,,,u, Oltttrll rlt'II• lJ,. lra,0111,om,,hla, t' u~ tutto 11 lt'Opard1 uamlt•. lif<'0IUP0iillllO 1!1 un, Prtf,;r;lon, ~~.~r~r~:~•~n1d:1i:1r ... 1~· I' ~;11!><;,~.~1nd; ll'opard, è dat(I e ttudioto 1n una fonn.i p1('11ta C' 1nlrn~• tt. VOLUME SECONDO (IO.I 111,111t, con I:? illullrALIOnl). Qut'•to ~~l:~•;r:.~~~f~~::u~ 1d!J't'~:~ ~i':,~. ~r_.lì: lr1du.c:1one dt",:h 1d1lll d1 \lowo alrtp1i::ran1. m11~ul Tornm11..c-u (' uua •trita qu1tnlo ma, HH1a e oecc,,ar111 Jdlr f_,11,-,,. O,d,n,11 r,onolo1ita1nc-ntc. (ludi,. ~nia 11huna tli- ,111111101d11: •<lf!l:1 ,:10,a111l1 t ~n1tt1 cd111 u a1111rt""l_11d11..11Autor,:, pt:r I, Hamp, e d1 ,n.th IIIN.hh t'hc 1n11u, app,,ncro ntl ,·o• lun11' dtllt' Certt n111~lehu,r. ptl'•Ctllario qur,hl d, ••::o: un (011110110 ahtrn,r~, dr. ,c-nn, )Jui,l11in111 o prc111ro11 IM'"r 11 iiubl>hco. la 1mi putl' trud1t1. r 10111 ~01nma. mc-nit l11•or111. t d1 r,,1n1ncoti rhc- d ~- l>drd1 lt-nnt- pt'r •'• ma c-hr r.::lt non 1m11,·, nic-110.d1_<'c-r,110 an,., I, tr•lnnunio",cr. più J~J(: :u~•~.~~~,~ .. t,:·!~i~,~~~d:!,~/:rcnn1tà 12. VOLUME TERZO (IC,)O 1n1i::1oc. con .?I 11lu,1ralinn1). Com• 1,r('Utl( un, r1rt"h1--111ut ,«h• dt•llo Zlba/. (follf' I" un lndi1, d1 ben uo P0J;IRf, tn du, rol<-unr. 1n o:-,upo ò; un 1ndìc.- drllf" ron. rord'"II'" t df"I pct1•11ro IN>par<l,ano. Turti i lt'mo ,, •ono loct'nll, d1 tuo, i 1c-m1 lo fan, la 1hni11. i '*11\>0t\i tra k 0J)('ft' ,:r11nd1 e lr 0j><'rc 1111nori 1r11hc-a_1n11n nunoh,,11111 an"li,1. Ottnono_ •1 1w1ra c·Ncfllrl' 1•••colu d1 1·u11c,.,1,\. 1 huir1n1rn10 11 t1:1nt1dul,hi. ('('(""1• ta1nrnto • l••it<' id~'t'. r 1n brt"•i çcnu1 1• in nlrc tru,rr1) lu lrtt•rr11wnc quanlo 111111 lm11ml1 r,,I t''•('n:roalt' t1·11n'o1K"ra l' d·u11a ••t• dtllc più 1,:rend, <"ht' •i rono,o:-eno I '1nd1Ct" 1!11, 11 l)rf('h0 rimondo alla 1,1a.ci11a' r al •olumr d, nu,lra nh1111nt. e ,1•nc ,olo ad r~.." OPERE DI GIUSEPPEMAZZINI A OURA DI LUIGI SALV.ATORELLI 13. VOLUME PRIMO: LETTERE l\a111>rc,c1111u1on<•' i\·1tce ili un grandt' l>C• t1odo ,torito, afftrrna1,onr d+ •11lort' ptr• .~:-::i: 1 c-.e!i 11 fc \','.~1tr! 11 ~ ~c:~a~1,~~-t~l~ 0j~j ri~:tt\ 1 ~0~:~o ('o:-f.!' 1~:::.i.i~la~:~•J~rt ,om fu-.e f0l)Jltt•c-ntolo Hf"IIA •ue 111r,ctìr, ti. ltrJOIOf"IIII. d, ltlfll, ili toru,1iondtnh 1iur r,n•ndo larga 111n1c 11tlt lrnrrc- r,m,: hu1. •J)t't'111.lr11tn1c• quclle alla madre prrthf ~uno lt più btllc t' 1,hì umana111t11t~ ;~rn:r.r~~-i~,!o" J:: :':/!.~~<> ~ 1 C'i\,~•~.~:it 1ni:rr111. dei i:,1ÌI forll ~to,oti che 1'ltali4 t'Onti o;,:1. I ·011n• ,,r& di due •·oluu11. O1ni """'•'"'" 111,d,don, di luuo (p,t. I, roua lmpruu in oro)) ...•.. L. J(I ::,,~:i:,~~:~/:•:,//: ,li~;: :~~=:. '. 0 ~ L. 60 ruzzo&li c. Edit. Piazza C. Erba 6, Milano

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