..g-~ SRAELE ha avuto un solo filo- ~ sofo veramente grande: Spinoza, e l'ht1 maledetto, perscguit.tto. Perché? Spinoza presenta il caso eccezionale dì un filo~fo, la cui vita ha ':>Cmpreinteressato quasi altrettanto quanto la sua filosofia. E non perché quella abbia da raccontare avvenimenti straordinari e svariati, ma perché risJxcchia, e spie1-ta insieme, la filosofia mcdc~ima. Nel filo!>Ofovediamo l'uomo. Bi~~na dire che i suoi scritti, da ~oli, non avrebbero bastato a darcene lt1 fisionomia, sebbene, conosciuta una volta. essi k( confermino pienamente e facciano quasi corpo con essa. Il prezioso ritratto lo dobbiamo 1 sostan- .i:iahncntc, al pastore Colcrus, che pure riprovava la dottrina spinoziana, e al medico Lucas, discepolo fervente, cui è attribuita dai più la biografia anonima: La uie el l'esprit de Spiuoia. Per dirla con J. Segond, il biografo più recente di Spinoza, e la testimonianza del discepolo è tdlora so~petta; la vit.1 nelle sue pagine diviene leggenda>, mentre quella del pastore e è ammirevole per ingenuità sagace: l'empio, di cui ci;::liabita la camera e conosce i familiari, assume figura di sag- ~io e quasi di santo>. Un santo laico: la definizione per Spinoza è oramai antica cd esatta. Benedetto {Baruch in ebraico) dc Spinoz., (c~li uW sempre il e dc> nella sua firma) nacque tre secoli fa, il '2-! novembre 1632, ad Amsterdam, presso la vecchia sinagoga portoghese. Sulle condizioni di famiglia non ~no d'accordo i b1~rafi: Lucas la dice pO\·cra; Colerus ce la rappresenta i1wccc piuttosto a~iata. Certo è che alla morte del padre, avvenuta ch'eA:li ave"a ventidue anni. Spinoza non ha ap1>rofittato della qualsiasi eredità patcrn--1. L'avara e ortodo ..~a sorella Rebecca J;tli rifiutò la sua parte di eredità; il filosofo la citò in giustizia e ta fcn· condann<1re ::tlla divisione; poi una volta ottenuta ,:::iustizia, le abbandonò tutto. -.alvo un letto. I suot pro- \ t.'niv.1no da una fami~lia dt gmdei portOJithcsi, che, a quanto pare, era \tJta com,e1t1t~tcon la fon.a al cristiancsin,o (i c.:o'-1ddetti«marrani>, di cui il nome è rima.sto come epiteto dt in1:?;iuria), ma aveva Poi emigrato in Olanda. ove aveva ripreso la profe.s- .>ione della fede avita. Così, nei vaghi ricordi dei suoi antenati, le terre del sole ardente e dell'azzurro ciclo si mescolavano alle grosse brume della nuov:- dimora olandese, e il Cristo maledetto dili rabbini spunta\·a a far b concorrenz.a a Mosè. Una reminisccn• La più vicina e più cara si univa a qut..'steper il fanciullo Spinoni qucll,l dcll.t m,1drc (il padre, Michele, era p~1!i-,,itoj seconde nozze), Hanna Debo1.1, cui forse dovette taluna delle 'iUl' <·arattcristichc, l'idealismo assetato di vc:rit.\, la noncuranza per i beni tCrrl·..t.ri, C'" da cui, forse, anche ereditò 11 g{'mW dc•ll.t ti":>ic, he dove,~ spcgw.. 1_·10 dolcemente a quarantacinque .mm, dopo ~1vc-rnedcb1htato il corpo tutta la vita. DaJla terra di origine, Bcnt:deuo df•ri\"ò la "itatura mediocre, la unt,, oli\";a'itra, i capelli scuri e ricciuti, gli occhi neri e vivi. L.1 !1.U.1 prim., educazione i u tutta ~iudJica ma di un g1ud.ii,mo formto dt tuttJ. la dotmna della 1azza. I suoi mat..\tn. Rabb1 ~lorteira e Rabbi Man.1,,e. ~plt•ndcvano come astri nel cielo 1.1hb11uco,lx.-n al di là della sinagoga di Am,tcrd.1m. Rjbbi 1-fana,:,;seaveva '('ntto in portoghe~ un libro ~u La 1porwza d'Israele, il tenace sogno d1 frlic-ità me,;,sianica, che ha sempre tenuto l.1 rana ~tto il suo fa«ino . .'.\cl loro in,egnamento religiow-patriottico (le- due cosc per i ~iudei facevano tutt'ur1<")~ià la lingua <:bra1c-.1e, perfino J'Jlfob<·to, ,ubi\"ano tr.ufiguralioni fant.1t.ti<-·,11m·nu<•:saltatrici La lingua chrJi<-d.<•r.i la lingUJ. <enza pari. la linr;ua priirutiv.:t che Adamo avna ricevuto d.tl Signore nel giardino dell'Edni {<od<·~taè \t.ita .mche .i l1Jngo la ucdcnza cri..,tian.t). La lettrra aleph, l,t p11111a dcll'alfabc:to ebraico, era la lnu.:ra ,imbolica e santa, che ind1ca,·a 11 pri1u ipio di tutte le CO'>CDio e l'aya 1· !',mugo, dici..imo tuttora anch1· 11111. Il rnodo di .erittura cbrait:01 da d( - ,tr.t a •llli~tr..t <:r.t il primitl\O • i gentili ,1H11;mo 1ovc...ci~1.tol'ordine \<ri• ,t·ndo d., ,ini,tr.J. a d• tra. ~fotto abil• rnrnt1·, ,. \Tro 1milm,·11tt..'3vutt> riguar- <lo ji po~tui<1r1studi dello _Sp111,,aiuli.i B1hh1.;,. dw fauno di lui un prc<-~r- ~orr, t ntic-a modrm-': ,upp,1r.c ne qu -t• 11r1rru t·lcmer1t1 dt-i1a tn1di.1;onè r hh1111• mvm inc:nu -1. i .... ,gliitre io "µirito < 11tico dt:I :---1,t,;.:,, Le· Ul'"!'l ii11K11.1 ;,<·nu p.iri lirig.,... d,vmJ: P, r· h~' } !,l' le VOC'..tdli.i p1i11riµio non •1 M 1i\.1·\, TI(), t -.ono ..rate aggiunt<: al tt·: ~tn h,hlit·o "'l"C-Oli J ,po, ~ CO)! I ::.crm d'mtl"rpunzion<>, che ~aran:11..1c'è che il tbto ,i s.1,1c:01,•c•r,,·at,,c, ...ttamc-rite' f., in « 1 rti ca'-i, la lrzir,1111ad1onat.1 d.11 BA:&OOB BPIIOZA., Ili" o• QOA.DBODI BUCUEL VAI" BOOOBTBAATEI cristiani non è più giusta di quella rabbinica? Rabbi Mortcira comincia a preoccuparsi e ammonisce il discepolo a non osunarsi: e Tu sci propenso a dubitare dei fedeli scribi, ma sappi bene che sono gli infedeli quelli che hanno errato !ul vero senso del Libro sacro . Guarda come Paolo di Tarso, che i cristiani chiamano l'apostolo delle genti, ha travisato il versetto 31 del capitolo 47 della Genesi, nella Camma Epistola agli ebrei, dove ieambia il letto di Giacobbe col bastone della. vecchiaia ». Il ragatzo non è persua~: e Macuro, nel capitolo in questione ~i parla unicamente della vecchiaia di Giacobbe; è al capitolo seguente che si parla della sua malattia. L'interpre• tazione dei cristiani mi pare più naturale•· M"ortc1ra si irrita: e Figlio mio, -.aresti forse sullJ via della perdizione? Non ,a1 che noi abbiamo la tradizione per noi una tradizion~ 1n111tcrrotta_, che nsale a Mosè e forse anchr al primo uomo, a colui cui Dio ,te,,o volle ri\"clare la vc-nt.t' >. Benedetto per allora tace, a~colta e legge. Legge la Bibbia, legge la ,\lirchua, legge il T olmud, e ~e ne fa completamente padrone. ~fa non .., fcnna qui: penetra nell'occultismo giud~1ico, ~tudia la Kobbala. Attravcrso e~.s.1,incomincia a balenargli la conct·~ionc (o piutto~to gli vien conferma· ta quella che egli gid rumina nel suo >pi,ito; dell'unità ultuna di Dio e del mondo, dcll'intelhgenza divina e ddlc creature esistenti. Nasce g1d. il pantc·1,m'> pinoziano, colla sua "'n.itu1 ,A natll"".mte > r e Jldtura natur,p.l::t•· .._on i ciu« attributi di\·ini 'due p,:r la no- ,tra conoscc11w. infiniti in rt .1.it.Ì) dc-i peri if:to t:: dcll'e,tl"n>ion<". l:nd .,o,ta.11- .IJ suµr, ma td unica, iii\Urll,l l-wnc;i daUr- u ,e 1,)a comr• il tutto ~ d:,tinto dalle parti ~cn.1.da."·crc t..~.1~\t' 11L~al è j Uùl .l di C!"4' Qu.,~~toè 12"iàlo ~p11 z1\ffir)compi11w, d,.ll'F.u,,i d:mvJtrata Ctm or-lù1e gronut11co 1 d1(' ron tu ncpp,trc rJ<1Lhlirata. \.iv,·nte l'autore. ;,.;pinoza noH <1 a,ri,ò di un tratto. 1-f., il di~ucco d.,::•orto<l~iJ, nell'irit;rno Jr! suo "ip1rito, ru rapido. Sorge in lui il concetto del profetismo ebraico come di un:\ atth ità visionaria, che riveste inconsciamente di simboli le verità religi~ e morali. Gli uomini comuni si fennano al corpo della verità; ma in quegli spiriti eletti viveva il nucleo di. vita spirituale. Spinoza va ad e~, direttamente. Così per lui il miracolo nel senso volgare non sussi,te, poiché la natura. è l'ordine ste)So di Dio, e Dio non va contro se mede.simo. Ed egli si elc• va al concetto della Bibbia come di un insieme di ~critti sacri, ma umani, di cui si tratta di rifare la storia e determinare la gene.,i e il .,ignificato. Il distacco intimo del giovane Spinoza dai i,uoi si muta in allontanamento estcmlJ. Egli ripugna all'osservanza della Legge mosaica, trascura le cerimonie, evita le assemblee. Il p.1dre lo o,serva .attonito, la !oOrellaRebecca lo tratta con freddezza. A loro \"Olta, i suoi fratelli di rana lo guJ.r• dano di travc~o, lo sfuggono. Se m qualche sabato egli si decide a-entrare nella sinagoga, gli uni voltano la facf'ia, gli altri lo segnano a dito. OJll'aha" della sua cattedra il rabbino sembra additarlo, commentando i tcM1chf' si riferiscono ai transfughi cd ai reprobi Tutt:wia, egli non compie il primo pa'\ffl per I.i rottura definitiva. La suJ. anuna di ,;aggio. tutto dato alla contcmplaLione. rifugge dalle agitazioni c,tnne, dalle lotte violente. E la comunità giud.iica di Aimterdam non rinum-ia neppu1 e ,a facilmcnt~ ad awrlo fra 1 ~uo1.Que,tr, g1'lvanc (" già qual«hcduno; pochi conosc:vno quanto lui I tC~llqcrz ed i rom1ru•ntari rabbinici, pochi po1>1Pdonol'~trute1.1J del· la ,u., iutelhgcnl-.1. I ,u()i m.ititri te,timor,ian,: del suo valere. &· egli "'<': ne: andrà. p, ..~erà fone ai crHi.mi. con t limi dr1 quali, d1 :,,pinto più libero, r- 91a Jr e1.ur,,11e. LJ. !ll.l ap,.1\W.'\ÌJ i--1r.i una ptrdlla e un< L-r,JJ. 1 ' Allor<1gli viem: ofl.,.t .. u,la P""'-ionc: 1Ji .uil:e fi.-·~if'i all'anno. Offcna teut.. t'":c..e, h ha g1i ;1, ... tJ,no il p«- dr,-. e non ha r.,. suna .._ttitud1nt"p1a.t,- ca ad auumular,.. dcHa101 mentre gli 0C<"orrctranquillità di vita pt:1 la pr<:- potente vocazione di studioso che lo tiene. Che cosa gli domandano, in sostanza? Di continuare ad aderire esteriormente alla comunità, di astenersi dal profes.5are in pubblico dottrine non ortodosse. Un giorno, mentre attraversa una via di Amsterdam, lo ferma uno sconosciuto con aria di mistero. e Fratello, ho per te un n.~ssaggio dei nostri maestri >- Spinoza è immediatamente preso da una certa diffidenza.. e Di che si tratta? >. e Perché manchi da tanto tempo alle nostre adunanze? ». e For~ che la mia presenza è neccS!iaria? Che cosa potrei aggiungere alla ~"lpicnza dc\ nostri mac'ìtri? >- « No, non dirr COSI: la tua scienza è grande. I nostri fratelli sono in gran pena al \Old pensiero che tu possa abbandonarli. Perché li disprezzi, tu che sei una gloria di Israele? Lo so: la tua scienza delle: cose divine supera d1 molto la loro. Ma appunto per qucM01 perché non vuoi essere per loro una luce e una guida? Quale esempio per tutti ~ tu ritorn,usi fra d1 noi! >. « ~-fa da\·\·ero che .sarebbe tanto prezioso' >. e ~tolto, ma molto più d1 quanto puoi immaginare, e anche per te stesso>. e Spi~gati meglio. Di che si tra.tu, .in- "-Omma? ~- e Se tu inten.-·eni.,..,aj lle nostre cerimonie, potrcni finalmente vi vere senza tante angustie e tanti arfanni ». e Ho capito. A quanto mi hanno valutato? >. e ~iillc fiorini all'anno, se vuoi. Dipende unicamente da te >. Immediatamente il giovan,.. filo,ofo pcM.1 JI suoi antenati. ai "-marrM'li ~' che_ hanno guadag,1.110 il pane degli uommi mentendo con h.: labbra Egli non è u~u~le a loro. L'indignazione e più facik. di ogni ragionamento e prorompe n<:ll'invNli\ a. e ~fi giudicano, dunque, un ipocrita> Dir ...i .u tuoi mJr-,tri che l'anima mi.1 non e lll w:ndit.1 >. i\ll'lra le o..tihta ii I a\ vivano. All'uita dc-Ila ~na~O!{.:t,'--h'tgli continua di quando in quandc, a ftec1uent~1n., ~11 fanatico, pcn,ua\O certi) di g1i.tdjgnar- ,i il Regno dei cicli. gli vibra un ·olpo di >tiletto. E,~o non tra.fora cht il g1mtacuorf" di Spinou. ~f.t gli an,ia.ni prrparano bc:n altro colpo il proce)~,) ea11011icnper empietà. Ci vogliono te• stimoni. Spinoza, già da allora, mcrit.1va il motto da lui adottato più tardi: « Caute >. Nou <·ra un propagandista popolare. Due prc!>unti amici, due agenti provoca.ton, diremmo oggi, tentano di fargli dire cose compromettenti. • e roi conosciamo la tua scienza, Baruch, e siamo as~1·tati di verità, di qucll.1 verità che i ma<·stri ci nascondono>. e Nt so meno di voi >. « Tu schcni e ci privi dclb luce ». « Ma che cma voldt•, dunque, ~.lperr? La Srrittur,l è ;\ VO!!ttradi~J><hi.:ione.Leggete Mo:-è e i Profrti >. « Sono tc~t1 oscuri. l'":: , NO che f1io è corpoaco? Che il corpo è di, .. 10 come l'intera natur.1? Pérché non ri rhpondi? >. e \'e l'ho già dt~tto: kggete la Scrittura. Mo!iè non ha vi':>to il volto di Jchova, m.l l'ha !>olo intra\ veduto>. e Vorrai almeno chiarirci se l'anim,1 è o no inunortalc? I tC)ti ~no ambigui ». e Leggete il S,1ggio dei Saggi. Co,a dice Cohrlct in proposito? Con~ ~ulrn.tc i f.11i.,ci ». e Tu non , uoi parlare, Baruch. Arn.:or.1 una domanda; gli angeli ~ono qu.lltO!).l di n.'ale? >. e Ma non ave-te dunque letto che tre angeli furono a..:colti sotto la tcndJ. del no!ltro padre Abr.1mo? >. « E ~ fos'ìC stata. un,, sempli<.:evhione del nostro p.1dre Ahramo? >. A que~to punto Spinoza tagli.t corto: e I.'onnipotenza di Dio crea le- a.ppareoze come tutte le ,tltre CO'iC :t. Da quel giomo Spino:,,a eviterà qu~i e fratelli • e si a~lerrà da. qualsiasi di- ~C'us.,:,;ioninc materia religiosa, ma. ciò non impcdi~c..ealla calunnia di guadagnare te1reno, di conqui~tare gli spiri~ ti ingenui e incolti. Non di rado, quando passa per le vie, av\'Crtt' voci e giudizi temerari sul conto suo: e Ecco l'empio. Ha il coraggio di dire che Dio ha fonna umana. Dice anche che l'uomo muore propr·io come muoiono le lx-stie. A ~ntir lui, gli angeli sono puri fantJ)mi, Abramo un allucinato ». E ancora : e .E: un ateo. Forse che i nostri maestri lo ignorano? E se non lo igr'lorano, CO<\a lamio? >. Con questi mcr~i si iSlruì il processo, si ordì un atto d'accusa. La serenità di Spin~ parve, per un momento, confondere gli stessi maestri, impressionare IJ. folla convocata nella sinagoga. Lo interroga il più anziano dei rabbini, Chacham Abuab : e Che co!>arispondi all'accusa di blasfema? Che cosa ri5pondi, tu, che fosti già la nostra speranza? ». Spinoza tace, pare raccogliersi. L'altro incalza: e Dunque, non hai nulla da dire? ». e Ma contro chi debbo difendermi? Dove sono i te-.timoni? ». Un mormorit> del pubblico sembra dar ragione a Spinoza ; ma, ad un cenno del gran rabbino, si avanzano i due e fr~ttclli >, tcnimoni d'accu~'l. Le loro menzo$ne destano l'ira dei maestri t· l'indignazione del pubblico, che urla contro l'empio, il quale ha o~ato offendere la religione dei padri. « Baruch de Spinoza >, lo investe il gran rabbino, e è vero o no quanto affermano i testimoni? ». L'accusato tace. Egli pensa aì falsi testimoni che parlarono conuo Gesù nella casa del gran prete. Pcns.i alle in~iunzioni di Ca1fa e al silenzio di Gcsu. M.a è un attimo, ché immc• diatamcnte si 1ip1cndc. e Que\ti testimoni mi hanno &emplicemcntc e~posto dei dubbi. Jo li ho rimandati ali., lettura dc-Ila Bibbia Datemi una Bibbia. E. forM: riferendosi a Mo>è che si può bestemmiare Mosè? >. Inutilc o~ni polemica. La stessa serenità di Spmoza depone contro di lui. Egli ha la pretesa di spiegare a tutti gli uomini, secondo IJ logica naturale, il segreto di Israele. Questo tr~1mfuga di hraele non portJ m ~é, lo voglia o no. lo ~tc~w spirito uni\Cr\ale dì Gesù? ~lentre gli anziani -.ono appartati per la redazione dell.l "iCntenza com• pare il vecchio rnac~tro ~lorteira, pc• un e,trcrno tcntati\'o di t.alv.it,tggio e t questo, Baruch, il r rutto del mio insegnamento? Tu, il figlio della mia pietà, l'erede qclla mia ..,cicnza, la promc..;,a dc:i miei ultimi giorni? Rifletti $Ui tuoi errori, umìliati davanti al San. 10 e implora il pc-rdono da coloro che debbono giudicarti». L'.trn·~~~iamcnto d1 Spmoza è fermo e pieno di nobiltà: « .\on ho dirru:ntic..1to, Rabbi. qudnto dl·bbo ,dia tua ,apie:.111.d::."\on credere <_-hc i_o"ogli,~ comp<:marti con l'ìngrautudmc. In <.:.ambiodc-11,, 'i,Ci,·11L,1 chl' rm hai in,cgnato potn·i in.,cg1i;_1rut1n'altra ,uenl.a alla quale mi ,crnbn inclinr quella della malcdi,ir,ne >. \ ic-m· il giorno della "icntcnZJ.: 27 t(Jglio 1656. Spino:.-,1.j!<,,c..•11vti1e•n.e diehi,,rato ~comunic,ito e pn 1 <ouoi!>p~i- \ t·nto,1 rror 1 » & 111 d,·tto Sp11101;,wtva, allord. \Tntii1t1attro ;mui. Abbandonò .-\1mterd.11n, ntirando,1 prim,1 in una campagna vicina, poi a Rijnsburg, po1 pre"'° l'Aj.l. t'd infine in quest'ultima città, ove morì. Ne~suna relazioue ebbe più con i ,;uoi confratelli di raaa, per i quali, oramai, doveva essere il rnaledcao. Ma non è ,·t:ro neppure che adcrhtie ad una .,etta cristiana. quella dei mennoniti. Fece veramente parte per se stC)• '-O, ri>pett,mdo tutte le credenze e i <.uhi, che giudicava naturali e buo11i per la comune umJnità, soddisfhtto per conto proprio della filosofia. A<l un precetto, o CO)tumc, dei suoi maggiori fu fedele: quello cli esercitare un mestiere man ualc accanto allo >tudio. Paolo l'apostolo aveva fabbricato tende; Benedetto Spino.:a fornì vetri da occhiali e da cannocchiali. Occupa• .:ione sedentaria, placida, eguale, che gli lasciava agio a meditare, e al tempo stesso lo poneva a contatto con ricerche fisiche, di cui era curiosissimo. Gli amici s'incaricavano di ~merciarC"" le sue lenti; i ph~1facoltosi fra essi lo avrebbero dispensato da qualsiasi lavoro, provvedendolo largamente. Modeste pensioni egli accettò, ma seguitò a lavorare. Un amico vuol la.sciarlo addirittura crede, non avendo figliuoli; ma Spinoza obietta che c'è un fratello, ed a lui tocc;;1 l'ercdi:.'..l. Tuttavia questo fratello s'impegna j pagargli una pensione vitalizia di cinquecento fiorini : Spinoza trova che è trorpo, e la riduce a trecento. I suo tenore di vita era modestissimo. Si trovò nei suoi conti, dopo morto, che soleva campare interi giomi di una zuppa di latte condita di burro, che co~tava tre soldi, e di un soldo e mezzo di birra. Era sobrietà naturale, non esercizio ascetico: l'ascetismo, come tormento volontario del corpo, era totalmente estraneo alla maniera di vedere di Spinoza, un vero assurdo. Così, se egli viveva quasi scrnpre nella sua can,era (una volta avrebbe pas• sato tre mesi senza uscirne), non era per sch-atiche.:za. Amava, anzi, allentare di quando in quando l'arco delJo spirito, conversando affabilmente, con la famiglia del padrone di casa o con altri vicini, degli argomenti più ordinari. Esortava alla pazienza gli afflitti o i maiali, raccomandava ai ragazzi di. essere obbedienti ai genitori e di andare in chiesa. Era affabile e sereno, di umore uguale, né troppo allegro né triste : incarnazione vivente di quel dominio delle passioni, che la sua filosofia additava ..:ome la perfezione. Una delle poche volte che 'ii mo')trò addolorato e indignato, l'eccezione fece grande onore al suo cuore. Il popolac• cio, durante la guerra con la Francia, aveva massacrato, come nemico della patria, il Gran Pensionario Dt Witt, grande amico di Spinoza. Questi pian• se1 e voleva mcirc di c.ua ad affiggere un cartello, con la scritta: Ultimi bar• barorum. Il padrtme di casa durò gran fatica a trattenerlo da un atto, che probabilmento avrebbe CO$tato la vita anche a lui. De \Vitt non fu l'unica penona illustre con cui Spinoza fosse in relazione. Nonostante tutta la sua vita ritirata, la s'..lafama si sparse largamente. Condé, il e gran Conde! >, capo dell'esercito francese, gli mN"lda ripetutamente dei salvacondotti per avere il raro piacere di conversare con lui. Gli suggerisce anche di ·scrivere un'opera dC""- dicata a Luigi XIV, ma il saggio dt-- clina. Aveva declinato poco prima l'c-' ferta di una cattedra all'università J1 Hcidelbcrg da parte dell'Elellore P. - Ialino. La libertà dello spirito innan11 tutto. :Memorabile la visita di Leibniz, che un giorno si presentò a lui con la i,u~ grdn parrucca, aitante, felice, festantl. Si capirono subito e si trovarono d'accordo nella critica a Cartesio, dal quale si erano e'ntrambi allontanati dopo gli entusiasmi della prima ora. Il gra11de Leibniz, che aveva immaginato di trovare nello SpinoL:\ un seguace, sia pure indipendente, di Cartesio, ebbe la sorprc!-a di trova~i di fronte ad una filosofia profonda e originale. Vi~ ccvefia Spinoz..i che si era figurato Lcibmz come un M>vvertitoredella filosofia, si stupì di scorgere in lui (nei limiti di quell,1 conversazione) uno scolastico inaspettato. A suJ. volta, l'intuito prodieioso di Leibniz !oCoprìil senso recondito della filowfia sp1110L1.ma. e Questa filosofia che voi state elaborando è grandemente ~cdu<.:cntc,nonost<1.nteche quella nccc~!lità senza po~sibilità di scelta, che voi prestate a Dio, risent.t del cieco fatdhsrno di Stratone. Come potrei na- ,;conderv1 che la vmtra mttalhica mi !1-cmbra 'iotrana e piena di parado,;.,i? La vostra teoria dello Spirito univer• ~aie mi ricorda <1!>Sgaili insegnamenti dcli.i Kabbo[(l, State jltCnto a non dì~- ,olvcre k anime in Dio alla fine della \"ita. Nel \·ostro si!i-tC'male creature non !>0nopar;tg:onab1li a quelle figure che ùn movimento perpetuo farebbe na~~«.-rcnella cc-.za, JX-r poi di~truggerlc ~ub1to dopo' R1cono,co che la heatitudiue c·5igel'unione dell'anima. con Dio ma è pu1 sempre nt·cc..,s..1.ricohe l'ani-' ma non abdichi alla ma proprietà, cioè alla -.u;1aL1one >. Lc1bniL aveva subito capito il fondo pante1nico della nuova filo.sofij, e l'implicita ncga.zione di Dio e dell'anima che ct.,a comportava. Al gran Condè, che gli ave\ a m05-~0un'obiezione del genere corruga11do la !rontc 1 Spinoza aveva dato una ri-.po~ta sofistica e tranquillante. Con Leibniz ~i limitò a sorrider~ t\·1a, partito che fu, OSM:!Y•Ò « QucM uomo è soprattutto prcocrupato dcll~1 rnortc. Ma come fa1gli capire clic il saggìo non s1 cura ddb morte? Questo filo3ofo d1 corte 110n a,;- ~umc.:rà mai ì1 punto di vist:t dell'eterno>. Avevano ragione tutti e dur. GUIDO ZORZI
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==