Omnibus - anno II - n.37 - 10 settembre 1938

ANNO Il - N. J7 - ROMA 10 SETTEMBRE 1938-XVI 12 PAGINE U.NA llRA a il SPEDIZIONE IN ABB. POSTALE NEW YORX:. STRANIERI IBDE8IDERAB1Ll ESPULSI DAGLI STATI UNITI E JNBAROATl SUL BATTELLO DELLA POLIZIA frtl. L:E CONGRESSI, annunziati in J.]J. questi giorni, debbono ritenere la nostra attenzione: il XX congrcs- 'iO franc,"c;e della natalità, che si terrà il 27 e il 28 settembre a Limoges; e il con~rcsso dcli' A,;sociazione de~li ispettori $anitari del Re~no C nito, convoCdto a Edimbur,zo. Le relazioni preparate pc) congresso di Limoges ci dicono che, fino al 1934, la Francia contava un'eccedenza annua di 43.000 nascite sulle morti; ma che, i.t partire dal 1 91c;, il rapporto ,;i è capo\'olto: le morti superano le na,;citc. « Di questo pac;so fra cinquant'anni la popolazione della Francia sarà di appena trenta milioni di abitanti ». Si a~giun~e che, fino a ieri, fu possibile mantenere un certo equilibrio fra le nascite e le morti solo in virtù degli apporti stranieri, cioè delle naturalizzazioni e dei matrimoni contratti in Francia dagli immie;rati provenienti dai più lontani paesi. Questi apporti .i;tranieri hanno dato luogo a problemi gravi-.;,imi di ordine politico, morale ed cc_onomico. Gran parte del malcs~re socia!<' della Francia deriva, c;i dice, dagli stranieri, che non di rado costitui-.cono veri e propri focolai di infe-.d. one. ~a come liberar-.enc, dal momento che l'economia di intere regioni, specie l'economia a~ricola, si reg~e _sul l~voro ~e~li ~tranieri" .Mandar via gh stranieri s1gnifirhl"rebb<- condannare alla sterilità interi dipartimenti, che la man~ d'opera fore<-tiera ha letteralmc·nte n~attato. In certe località della ~fosella, tanto p<'r fare un e-.cmpio, gli stranieri rappre,entano il 90 per cento della popolazione totale. Il suolo francese, coltivato da stranieri, misura 587.000 ettari, di cui 150.000 di loro proprietà. Se pa-.siamo al -.cuore indu~triale, i )~- \'Oratori stranieri c;i aggirano sul milione e mezzo, per una ma-.(a di ,;,,alari d'oltre nove miliardi all'anno. Conclu- ~ione? e Se gli stranieri vengono in Francia così numero(i è perché il pac- '-f' ha un bisogno impcrio"'o del loro concorso». Parole del deputato Lamhcrt, autore drlla famo,a legge che attribuisce la n;J;zionalità francrse ai nati in Francia d::t madre indigena e da padre <itraniero. Attravcr-iamo la Manica. Eccoci a Edimburgo, dove sir Leonardo Hill tuona contro le pratiche infami che mortificano la vita, e pratiche che -.ono tollerate, se pure non wno incoraggiate dalle lcg~i vigenti >. Bi'°gn<t ,cguire, raccomanda, l'e~mpio dell'lt,1lia e dc-Ila Germania, ,cm.a di che <ii andrà incontro e al pericolo della progres.~iva e<itinzionc della raua ». .\(a ~'lrà po,\ibile? Sir Leonardo l11ll ne dubit,t, c;e abbiamo bene compreso, dal momento che le sue p.trolr ~no un caloro'-0 incit:i.mento ad accogliere gli 5tranieri nella più larga misura. e & non si favorirà con ogni mezzo l'immigrazione di nuovi apporti, la popolazione dell:i. Gran Brcta~na sarà, nel 1970, di 34 milioni, nel 2000 di 18 milioni. nel 2055 di 4 milioni >. Quc5.ti calcoli trovano la conferma in ri~oro--e indagini di carattere biologico, in ba~ alle quali sir Willi.tm Beveridge, wmma autorità in materia, si ,;,,ente autorizzato a concludere che e fra tre quarti di ,ecolo il cinquanta p<'r cento della popolazione britannica avrà più di sessant'anni, il che si- ~nifica che una metà del pae\C dovrà portare sulle proprie spalle il pew dell'altra metà, economicamente:- ~terile ». Agli allarmi degli scienziati e dei filantropi s1 è unito quello di un roloniafota di grido, Jamcs Strachl"y, che non riec;cc a veder" come, in simili condizioni, $:trà po~sibile la difr,a dell'impero. e .\[ohi inglesi avvertono i•itintivamcnte la fatalità di questa decadenza e, stigmatinando l'imp<•rialismo, c;j stanno ac;sucfacendo ,piritualmcnte alla loro inevitabile ritirat,t dai fasti glorio,çi». Strana coincidcn7,.a. Il mcdr,imo pcmiero, il mede-.imo pericolo, balenavano, giorni fa, alla mente di un altro coloniali•aa, c1uesta volta francr"-C,che pone le sue ,pcranzc nrll'assistcnza inglese. e Indubbiamente I' Inghilterra ci aiuterà, ma questo non to- '(lir eh" noi sar<>mo, ri!'lp<"tl0ad e!'i'ia, dei 5ubaltcmi. Non ~no pochi i francc<i c),r provano un certo maJr5,scrc a questa idea». Qualr ottimic;mo! * * * Washington, settembre. I ,\ press-confuence non è stata in- &, ventata dai capi dal Sew Dtal, tuttavia nella \\'ashington di Roorevelt si è talmente wiluppata da influenzare migliaia di giornalisti. Il sistema di affidare sempre più la propaganda governativa alla stampa si è andato allar~ando da che i leaders laburi,ti e comunisti hanno -.coperto che la pubblicità non ha prezzo, e che pochi dollari investiti in comunicati producono più voti che un'eguale somma sprecata in birra, il giorno delle elezioni. Amichevoli riunioni con la stampa 'ì0no state tenute più o meno regolarmente a \\'ashington da Roosevelt, dai membri del suo ~abinetto, da alcuni ,cnatori e deputati, e da tutti 'tli altri fumionari federali di ran~o minore che riescono ad attirare i reporters nei loro uffici con l'esca di grosse riv<>lazioni.La tecnica spiegata in queste conferenze varia con l'importanw dcll'ar~omento e l.1 perwnalità dell'intervistato. Dai ri<"evimcnti familiari di James A. Farlcy si pa'ì-.a alle diitnitose 'icrate in cui Cordcll Hull di'ìCute gravf'mentc gli affari internazionali con la e crema» dei corrispondenti dalla capitale. Ma lo scopo di queste riunioni drmocratiche è unico: -.i tratta sempre di ottenere l'appoggio, la \impatia del maggior numero po,;sibile di .'{iornali. Ed è intercs,antc, anzi, esaminare quali siano i vari sistemi di (eduzione adoprrati dagli uomini politici nei convegni con i giorlialisti. I ricevimenti dell'on. Aroldo Ickes, soprannominato l'Onc'itO, ,;o:10 i più cordiali. Il martedì mattina e il ~iovedì nel pomcrig~io, un autocarro di c;("diearriva dal dcpo,ito di un noleg- ~iatore e vil"ne 5.Caricato nell'anticamera ddl'ufficio d('J «.-grctario agli Interni, ammini,;;tratore dei Lavori Pubblici, ammini,;tratore dei Petroli, eccetera. Pre5tamc-,tc portate dentro, le sedie vengono disposte a mo' di banchi di -.cuoia davanti alla scrivania del segretario agli Interni eccetera. I giornalisti, per lo più « regionali >, rapprc-.entanti gruppi di ~iornali di provincia1 entrano e prendono posto. Solo grazie a preparativi 'iCrupolosi le riunioni della stampa da Ickes non sono fra le più noiose a Washington, e meritano qualche volta gli onori delle prime pagine. La maggior parte dei presenti ci terrebbe assai più a sapere se Muncie o Kalamazoo otterranno quelle tali fognature che a scandagliare le opinioni di lckes in materia di politica generale, sebbene le fognature premano wlo a :Muncie o a Kalama100. Per rimediare la situazione Mike Strauss, l'abile capo dell'Ufficio Stampa ministeriale, ha escogitato un piano. Prima di ogni riunione, Icke5 impara con cura un paio di battute umoristiche degne delle prime pagine. Mike induce quindi alcuni membri fidati del corpo giornalistico a interrogare il ministro in modo che egli pos-.a far mostra, rispondendo 1 del suo spirito. Non sono gran folla invece i giornalisti che si recano alle interviste conCCS(C dalla signora Perkins, detta anche J\fadame la Suretary. Queste riunioni sono tenute a lunghi intervalli e s'iniziano generalmente assai dopo l'ora fic;sata. I giornalisti sono guidati attravc~ una serie di uffici rivestiti di legno fino al sancta sanctorum dovi" il mini'ìtro, con in testa uno dei 5.uoi immancabili tricorni 1 aspetta dietro una scrivania enorme. Salutati i corri'ìpondenti ,'vfadame la Stcretary legge invariabilmente un lungo rapporto sulla dic;occupazione o su soggetti analoghi. 1 giornalisti, del restoJ sono forniti di copie del di(corso e po<.'ìOnoleggersele da sé1 se credono. Terminata la lettura 1 la Perkins dichiara che risponderà alle domande. Parlando con un'a larghissima, risponde ad ogni domanda con un lungo di~corso che non ha quasi alcun rapporto con l'argomento. Infine i giornalisti se ne vanno: ognuno pensa che avrebbe passato a~ai meglio il tempo al bar del Circolo della Stampa. Quando il segretario Morgenthau ottenne la direzione d'un Ministero, era forse con i giornalisti il più timido dei Nnv Dealers. Ma ora la timide1.za è quasi sparita. JI pubblico delle conferenze di ~1orgenthau è molto confidenziale; i reporters circondano addirittura la ~crivania ministeriale. Si mcc;colano a loro squali finanziari che di~cutono il contenuto aureo del dollaro, l'inflazione, i cambi C'iteri e simili a'ìtruserie. Per la comune varietà dei reporters gran parte della conversazione potrebbe anche essere in greco. Ci si domanda qualche volta quanto ne capi~ca il ministro stesso. Dì press-conferences Jamcs A. Farlcy non ne organizza molte1 eppure ncs'iuno vi manca mai. In genere, si aspetta a lungo nella gran sala dei ricevimenti, ma infine reporttrs e fotografi vengono introdotti nell'ufficio privato di Jim, di poco più piccolo della stazione centrale di Wa5hington., 11 ministro è seduto alla scrivania, con un largo sorriso sul vi(O ro-.c;o.Saluta ognuno per nome e quasi tutti i giornali-;ti lo chiamano Jim. Circola una grande allegria, ognuno tenta di mostrar'.\i spirito-.o e Jim vorrebbe batterli tutti. Le domande sono d'indole politica. Jim, lo si scopre presto, non riceve la 'ìtampa come minisuo delle Poste e Telegrafi, ma in qualità di' presidente del Partito Democratico Nazionale. Se qualcuno (forse un giornali.sta giovane e inesperta) fa una domanda che riguardi le Po~te, una pausa imbarazzata gli risponde. Comunque, Farley non si scompone : consiglia di rivolgersi al suo primo, secondo e terzo segretario. La maggior parte delle domande riguardano collocamenti e impieghi: chi li avrà e di che natura saranno. In quella stanza è deciso l'avvenire di molti democratici; è qui che si giudicano i membri del Congresso e che si distribuiscono voti di merito e di demerito. Ma Farley lascia difficilmente capire quel che pensa: generaliz7.a, ,cambia frizzi1 o intavola vivaci discussioni con ognuno. Difficilmente si cava più di un trafiletto di notizie da una riunione da Farley, ma tutti le giudicano diverte11ti(sime. Una dozzina all'incirca di corrispondenti sono in piedi in una stanza semibuia in fondo alla quale c'è un tavolo. A capotavola c'è una poltrona di cuoio dall'alto schienale. Una porta si apre a un'estremità della stanza e4) appare il ministro degli Esteri Cordell Hull. Arrivato alla poltrona, ~ rimane in piedi dietro, e tutti rimangono in pie• di come lui. Alle rispettose domande rivoltegli, il ministro risponde con tono così basso che i reporters fanno sforzi inumani per udirlo. Le domande dirette Ilull le evade con perfetta tattica diplomatica. Qualche volta l'interrogatorio è guidato dal decano degli agenti-stampa del governo1 Mike ~cDcrmott. Dichiarazioni aperte non se ne odono mai; il ministro agli Esteri, come il presidente, non viene mai direttamente citato dai giornali. Ma i giornalisti possono (e non se ne astengono) fare le loro deduzioni. Le press-conferrnces del Ministero

d<"gliEsteri sono tenute giornalmente; vi partecipano i rappresentanti della litampa comunista, pochi rappresentanti dei giornali esteri, e i corrispondenti regolarmente assegnati al mini- ..,tcro. Questi ultimi sono tutti esperti in materia estera e gelosissimi l'uno dell'altro. Aspirano, senza eccezioni, ,,Imeno a un bastone di terzo ,;egretario. L'atrio dell'ala esecutiva della Casa Ria11ra è affollata. Un gruppo di reportcrs s'appoggia a una porta a sinistra; sono lì da mezz'ora. Finalmente la porta alla quale i giornalisti ·rana appoggiati si apre e la folla dei prc<:.cntis'avvia per un corridoio nell'ufficio del Grande Democratico. Gli uomini appoggiati alla porta erano i corri,pondenti n.-golarmente aw~gnati ~Ila Casa Oianra: stavano lì per pClter t_•ntrare ,ubito ed avvicinarsi p,ima d'ogni altro al Trono. A loro è concc~\O di conversare sottovoce col pre- <:.idt•1ue,mentre il rcSto dei giornali- ,ti si dispone come può nella stanza. La folla diventa così fitta che per tutti, tr:l.nne pochi, l'unica prova della p1T~c1wadel capo è il fumo anurro di una sigaretta che sale da un punto in fondo alla stan7.a. . L'ufficio prcsiderizialc è di forma qua"i circolare. con una porta e con vai ic finestre che dànno su un giardi,,o ,;p.izioso. L'ci;;tatc la porta è apcr• 1.::ie. uno dei cani della Casa Bianca entra spc-s<-0a far~i carenare inthromp<·nclo la seduta. ÌI presidente volge le ,palle alle finestre, le cui tende sono decorate con lo stemma degli Stati L'nit1; la sua scrivania è ingombra di CMtr e- di oggetti vari, di po,;acenrrc e accendisigari. In un angolo c'è il famo:)o cestino di fil di ferro in cui riposarlo gli affari in corsQ di esame. Affari particolarmente sgradevoli vi dormono spr-sso settimane intere, forse ,ill'inlinito. Cli oggetti sulla scrivania df'\ presidente li possono distinguere, si c.&pi~ce,solo i giornalisti più vicini. Seduti dietro al presidente, poi, ci sono i suoi tre segretari, il figlio Jamcs, '-1:arvin Mclntyre e Steve Earle. Un agente del servizio segreto è in pil·di dietro la sedia del presidente. Le press-conferences presidenziali non sono pii't formali di quelle di molti ministri, sebbene alla presenza del mas. simo potere esecutivo i giornalisti ri• mangano in piedi. Roosevelt, come il suo ministro delle Poste, chiama più che può i r,porters per nome. Senti~i dare del Bill dal presidente dà evidentenwnte una commozione che perdura mentre si scrive l'articolo. Ma l'atteggiamento di molti giornali.sti verso il capo supremo della nazione è cambiato negli ultimi mesi. All'inizio del primo New Deal, i ragazzi gli· scodinzolavano addirittura intorno, ma col tempo si sono piutto- <:.to raffreddati. Diverc;e cause, oltre la rivc-la1.ione della politica del New Dea/, hanno provocato tale mutamento. Il pre,idente, per esempio, non voleva che si commentassero le sue di• chì;i;ra1.ioni: preferiva che fossero riportate fedelmente, stenograficamente; aveva inoltre l'abitudine di aggredire, davanti a tutti, l'autore di una cor• rispondenza che gli fosse dispiaciuta. Xon basta: tutti avevano la sensazione che in segreto ( e qualche volta non tanto in segreto) Roosevelt li disprez• za~se. Una volta, una delegazione es- ,;endo stata introdotta nel suo ufficio 'iubito dopo una press-conference, il pre'ijdente riferì ridendo le «stupide> domande rivoltegli poco prima dai reportus. Non è da stupire se ora de- \'C faticare un po' più, blandire di più i giornalisti e us.."\rCuna voce più dolce che in principio. li segnale d'apertura della seduta è il grido: « Tutti dentro! » di un agente del servizio segreto di piantone alla poi ta dell'ufficio. e Non ho notizie per voi oggi », incomincia la voce che la radio americana tra'imcttc più di ogni altra, dietto la solita cortina di fumo. Le domande incominciano, il capo trmporeggia e para i colpi. A una do· manda rhpondc bruscamente, un'altra la evade. Spesso una domanda provo• ca una lunga spiegazione, quasi sempre « non per il pubblico». Nessuno può citare il presidente direttamente, eppure ogni sua parola è stampata nei giornali in una forma o in un'altra, e Roose,·clt lo !>a. Le press-conjereuces presidenziali rappresentano un'ottima occ-a..,ioncper tastare senza rischio diretto il polso del pubblico. La fra<:.e..:acramentalc: « Non ho notizie oggi> non significa niente. ln alcune riunioni aperte con queste parole il pre~idcnte ha poi· rivelato cambiamenti di dirc7ione che fecero salire o p1('ripi1arc il mercato finanziario. !;no dc-i corri..,pondenti regolari dalla C:1,.l Bianca chiude la riunione mormorando: « Grazie, ~ignor presidente », qu;tsi sempre mentre un collega stava per formulare una domanda imposta• i;li con tclégramma dal suo direttore. I ~iornali,;ti esC(].JlOin fila dall'ufficio prc,idcnziale e ~i precipitano al tel<'• fono: il mondo arde di conoscere quale nuovo strabiliante piano si matura a \\'a,hington. JAMES K. MARTEL tft,'~'>i. ? .._.. ~ ,, tlA FlERA~} I -~~!,~21 1/lù~J'.! 1~• I Manichini Una lingua è un organismo vivente e continuamente perde vocaboli e ne acquista di f,uovi. Ne acquis1a in tutti i modi e da 1ut1c le pani: dall'uso, prima di tutto; poi dalla tecnica, dalla letteratura, dai dialc11i e anche dalle lingue straniere Perciò ci sembra che molle delle discussioni sul puri. ,mo o sulla purezza della lingua non :llbbiano gran fondamento. Di puren:a si può parlare a proposito di una lingua morta: e cioè di una lingua che non puc'i diventare né più povera, né più ricca. Ma, per una lingua viva, quel che è impuro oggi sarà puro domani Ed è, anzi, segno di grande vitalità di una linitua il fatto che essa non abbia paura di appropriarsi vocaboli stranieri, e, anzi, li faccia rapidamente suoi, fondendoli nella organica con1inui1à del suo patrimonio lessicale. L'inglese usa e s1udio >, e fresco>, e vcndelta •• e nessuno fa questione di italianismi, e coultHt' >, e cou• tu,itr >, e mann4!'qu1n >, e nes,uno fa questione di francesismi. Da noi si è 1rado110 quel che si è potuto tradurre. E alcune tra• dutioni sono sta1e particolarmente ft:lici: pt:r esempio, qu('l\a di e ehau.Qeur > con e autista •· Altre, invect:, sono state meno felici'. per esempio quella di e mannequ.in • con e indossa1ricc > ; che è voeabolo lungo e pesante e non esprime la funzione prin. cipale di queste e lavoratrici addcttc all'industria dell'abbigliamento> (come le chiamerà l'ordinamento sindacale, la cui principale virtù non è la brcviloqucnza): funzione che ci sembra consi1ta assai più nell'esibire e nel far vedere, che ncll'indoJsare. Ché, a rigore, tutti po1remmo dirci e indossatori•, perché tu11i indossiamo qual. che cosa Per qucSle considerazioni, dunque, continueremo provvisoriamt-ntc a dire e manichino> o e mannequin >, come fanno gli inglesi e i tedeschi, senza tema di passare per infranccsati, salvo a smettere appena verrà proposto un equipollente più gn.zioso dcll'auualc. Le caJC di moda parigine, dunque, hanno scopt-rlo che, delle loro più e sublimi > crur.ioni, le ragaz:zc americane, essendo spesso larghe di anche, possono fare dei vestiti vols:ari. E quelle che non sono e larghe di anche>, mancano dell'abili1ì. e della gratia nece.uarie per mettere nella giusta cvidcnu. i pregi di un vestito. Per queste n.- gioni, le dette case di moda hanno preso una decisione della più alta importanza: non (aranno più esposit.ioni in America, se i loro vestiti non sAranno indossati Ni esibiti da manichinì di Parigi. Chi più di tutti è s1ato soddisfallo di questa storica risoluzione è un certo Albcrt Boscagc, il quale (apprendiamo da News Review) ha organiuato da tempo quello che nel lin11;uaitgio sindacale si chiamerebbe un ufficio di collocamcnlo per manichini. Incollate alle pareli del suo studio sono innumerevoli fotografie: forse la più ricca collezione del mondo di fo1ografic di belle ragazze. Cc n'è di bionde e di brune, di alte e di piccole, di smilze e di non smilu:. Solo di gn.ue vere e proprie non ce n'è. Il suo problema cost:au1e è di trovare ragazze le quali a.bbiano i requisiti che i di• lCA.N IOH INI segnatori pretendono. Le commissioni gli quando suanno occupate, sui loro uipcndi. giungono sempre in termini come questi: Neanche rice\C molto dalla casa alla qu:ale < Mi occorre un:a rag:1u.a alta tanto; busto fomi.sec una rag.uz.a: dnquanta franchi. tanti centimetri; anche tanto, vita tanto, Come si vede, BoKagc r.on è esigente. Bo· t-cc. Raccomando che abbia una testa pie- seage non ha dipendenti e, da solo, mano• cola perché deve esibire cappelli >. E di or-- 4 vra un miglia.io di ragazze, facendole pasdini siffatti gliene giungono ad osni mf u.:e. da "na casa all'altr,r, men10. Boscagç trova che le ragau..c di certe Ogni grande sarto ha le sue idee. Mo- nazionali1l sono più adatte di .altre a inlyneux, per eJCmpio, esige ottantuci cen- dossare certi vestiti. Per e1empio, dice che timc1ri di anche, mentre le altre case si le inglesi portano bl'niuiino i vestiti sporaccontcntano di novantatrè e meuo. tivi: ma le ragat.t.e inglesi in Francia soL'educuionc professionale di qucsic ragu- no più rare dei milionari, perché non posu non può dirsi cara: cento franchi per sono avere permessi di lavoro; e ora non quindici lez.ioni di un'ora ciascuna. Per cc ne sono .al lavoro che sci. Le ragaz:ic giunta Boscagc non pretende di esser p.a- americane, secondo lui, sono le più belle gato subito: fa credito alle sue allieve e del mondo: clc loro figure sono quasi pc.r. si accontenta che lo paghino in seguito, fette cd esse sono generalmente mollo belle; ma non possono portare tutti i vestiti, e io preferisco vt-dcre vestiti francesi indosso a monnequ.ins franct-si >. In gioventù, Boscage aveva dt-ciso di diventare uno specialista in bellcna e lavorava in pettinature e in trucchi. A qut-i tempi, truccare una dama del gran mondo era un'arte difficilissima. e Regine e principesse veniv.ano da mc >, racconta Boscage, e e spendevano cen10 sicrlinc per una seduca {diecimila lirt- d'oggi), solo pl'r sembra.re belle una sera all'Opt-ra. A qut-i tempi, noi usavamo coprire il peno e le spalle di madreperla: dopo di che le dame indossa. vano i loro vestiti scollati. Le luci nei palchi erano disposte in modo da produrr(' un effetto splendido >. ,\nchc m12nnt'qu.1ns, allora, si rivolgevano a lui per il trucco. Egli comìnciò a insegnare loro a incipriarsi e a imbellettarsi ; poi inst-gnò loro a camminare; alla fine, si spccialiuò nella scelta e nel collocamento di queste ugauc. e lo sogno la donna dalla figura pcrfct1a >, egli dice qualche voha. e lo la vedo: m 1,70 di altezza; cm. 82,5 di ton.cc; 65 di vita; 85 di anche. La testa deve enne di circa 55 cm., in modo che possa portare il più piccolo dei cappl'lli. Che qua. dro, una ugazz.a simile! ::t. A. G. Am U • N. 37 • 10 s,mmb,e 1938-n, I MNIBU SETTIMANALDEI ATTUALITÀ POLITIOA E LETTERARIA ESCF. IL SABATO IN 12-16 PAGINE ABBONAMENTI Italia e Impero:ano L. 42, 1emu1reL. 22 Eeterot uno L. 70, aemestn L. 36 OGNI NUMERO UKA LIRA ManoscriHI, dlugnl e fotografie,acche H noc pobbllcul, J1on ti re1tm1i1cooo. Dlreilone: Roma• Piaua de.IlaPilotu., 3 TelefocoN. 66.470 .lmm.inlstraliont: Milano• Plu1a Carlo Erba, 6 Tele.fonoN. 24,808 Pubbliclli: lCANJCHINI LA LEGGE DI LYNOH f.'f7 ESSVN'O toglicrà di menu a un a.mc• ~J ricano degli Stati Vniti c~c. il suo pac~c sia alla testa della cn;1ltà ; o, meglio, che il suo paese sia la civiltà e il rc110 del mondo la barbarie. Che ,p,.cie di civiltà s!a l'americana risulta da un libro, che è staio rccentemcn1e pubblicato nel Canadà e ne~li Stati t.:niti e ]u.d1e L1n<h, 1111First flundrtd 1"1:or1 >: una sioria documentaria del linciaggio ne• gli Stati V:liti negli uhirni cento anni. e fn tutte le parti del paeS4:>, dice il libro, e uno uuprfaun1c numrro di bianchi t: di negri viene meno a morte. d~ folle infcroC'ite, armate di torce, di funi, d1 rasoi e simili >. Di queni orribili assas,int noi, europei, non abbiamo la più pallida idea :-..'oi leggiamo, di u,nto in tanto, nei nostri giomali, che n"'I tal villaggio d'America un negro, reo, per esempio, d'aver r.. uo violenza a una donna bianc.a o soltanto wspcllo d'avcrla fatta, è stato linciato I noHri giornali non dànno particolari, e noi ignoriamo quali esplosioni di frrocia si ri.a'>\umal'IOin qurlle porhc righe Il libro racconta :alcune di queste storie. Per ucmpio, quella del negro Ht-nry Lowry. Cos1ui lavorava come e peone > - noi dircm1no da cont:id1no - presso un certo Craig, ndl'Arkansas, e, per due anni, dei suoi salari non ricCHttc un soldo Alla fine, 11 giorno di :-;'a.tale, si prc~n1ò a casa dt-1 padrone per ricevere quello che gli era dovuto. Pt-r tutta rispos1a, il padrone lo minacciò e lo prcst- a fucilale. Il negro, allora, mise mano al suo fucile e uccise Craig e sua figlia, ferl due fit:li, e fugg~. Un mese dopo, fu preso e porta~o in prigione, presso Me:nphis. La sera stcua fu meuo a morte d:t. una folla, che la stampa delle città \'Ìcinc aveva chi2.ma10 a raccoha e aveva aiuato. ~fcmphis, pt-r qu('SH: orribili arimonie, è in una condiz.ionc veramente privilcgi21a • data I.a sua posizione geografica, in poche ore, vi si possono raccoghcr.e . gli :amatori di linciag~i di $l'ltl' S1au nc1n1 Il giorno in cui lo sven1urato Lowry fu tradotto in carcere, quasi un cen1inaio di perwnc cnno ad aspNtarlo E tutta ~-lcmphis sapeva dalla stampa che ben presto, a quella folla, ,e ne sarebbe a2giunta un'altra proveniente da Arkansas, e risoluta a linciare rapidamente :alle sci •· La Mtmphi1 PrtH mandò l'asso dei suoi reporta1. Roddy, pu drscriverc il linciagg:o. Ed t-~li lo de~ri!t5r comt- \Cgue • e Più di cinquecento pcrwne erano in• tcnlr a contemplare il negro che brucia\•a lentamente e C'crar,o donne, fra i piantatori dell'Arkansas. li negro era incatenalo a un ceppo e la folla amrnucchjò una piccola pila di foglie intorno ai suoi piedi. Poi le foglie furono innaffiate di gasolina e l'esecuzione della scntenu di morte cominciò. A pollice a pollice. il negro era bellamente (Joirly) cotto a morte. e Ahrc foglie venivano agfiuntc alla pira ogni d.1c o tre minuti, finché I., fiamma sor. passò la v11a L'ai,assino (JI. B. Per " usassino '', il repo .. ttr intt"ndcva "11 negro") non domandò pi"'rdono neanche una voi• ta ... Anche dopo che la carne in1orno "Ile oua dcl!r gambe fu sparita l' le fiamme gli montarono alla faccia, Lowry conscrvb la coscienza ... e Non emise un iOlo gemito. Una o due volte tentò di raccogliere nelle mani della cenere calda e cacciarsela. in bocca per affrettare la morte. E ogni volta qualcuno della foila, a calci, allonta~ò la cenere ... Quando le fiamme raggiunsero raddomc, uno della folla si fece a\anti e cosparse 11 corpo dt-1 negro di gasolina ln pochi minuti il corpo fu r:dot10 il cenere• I mezzi moderni di pubblici1à rendono più facile il rapido assembramento di grandi folle omicide. . Nel 1917 furono i giornali ad annunt.iare che EU Parson, un omicida confesso, stava per esser trado110 a ~temphis; e lanciarono, cosl, un invito, che fu raccolto da quindicimila persone. :,.'cl 1934 la radio sostitul i giornali in questa nobile funzione, lanciando analoghi annunzi per Ciyde :,;'e.al e chiamando, così, :a raccolta tutta la Florida per il linciaggio; e subito, da sette Stati, accor~ero ~cttcmila per~ont- per assistere alla e cerimonia carnale •· Nel 1919, un negro, presunto colpevole di stupM di una bianca, occupb la prima p:igina .c1 giornali locali, finché fu linciato. Nel 1935, un negro accusato di assassinio. certo ~1 Youn'5, fu tenuto pria;ionicro dalla folla, finché un giornale pubblic6 la sua condanna a morie sono forma di un annunt.io co~ì concepito· e Persone dt-i dintorni ~i ~<ft. Plcasant, Mississippi. dicono che un negro sarà linciato a Sundown, a Slayden •· St-nza ricordare altri esempi, è cvidcnll' la funzione che la stampa esercita nel preparare l' nel provoearc questi massacri di bianchi o di negri detenuti in carcere. Ed è questa stessa stampa omicida che, quando se ne presenta l'occasione, impartisce lezioni di moralità alla \·ecchia Europa. Il libro afferma che il linciaggio oggi ha raggiunto e altezze fantastiche di crudeltà>. Alle vittime ,: cavano gli occhi, si ta'5lia• no le oreC'chie, a pezzo a pezzo, si spezzano i denti, si rompono IC"dita. giuntu.ra per itiuntura l;na voha, la folla costrinse la sua vittima a ingozzare un ba!lonc aguzzo. :'\'cl 19371 furono usale tenaglie pt-r strappare dC"nti e torC'c di gasolin:i per cavare la pelle. Molti linciac:c:i sono stati impcditi dalla polizia ; ma mohc altre volte la folla. informata pcr(cttamentc dei movimenti della polizia dai giornali, eluse l'autorità e condu1r-c a termine i suoi selvaggi disegni. Contro queste folle di assassini - afferma il libro si dovrt:bbcro far valere l'autorìtà e la forza della lt-~gc, i capi dovrcbbC'ro es~crt- arrestati, e l'orribile c:iornalismo omicida, caraltt-risticamcnte aint-ricano, do• ,,rcbbt- csst-rc bollato d;-,infamia. Il libro lascia un'imm('nsa imprt-ssionc di raccapriccio e di orrore. Da t-550 si impara quali abissi di barbarie e di ferocia na- ~conda l'America !otto una facciata di civiltà meccanicistica e cinematografica. O, p<'r dir mt-glio, si impara come non basti che un paese costruisca le migliori automobili o i migliori motori del mondo o fabbrichi i mia;liori film perché possa d:rsi civilc: ché la ci,-iltà attiene all'anima, assai più che alle t-Sleriori comodità della \•ita. E quando il Jet1orc abbia superato questa prima profonda imprcuionc di orrore, una consideraz.ione 1i impone al 1uo spirito. t qut-1ta, dunque, !'America? t questa l'America che pr1>1ende, ad ogni inante, in- ,c~narc all'E.uropa come si debba vivere in pace l' come 1i debba praticare la ~uui:z.ia, e q\lcsta l'America, i cui uomini rappresentativi pretendono ricondurre ilmondo al\'oucrvanza della legge interi1azionale e della morale int,.rnazionale, E sarebbe incongruo rispondere che in tutti i paui accadono delitti, senza che, per questo, l'onore loro o la loro autorità morale ne siano menomati. I linciaggi non sono dcliu.i come tutti gli ahri. lnlcre collt-ttività vi prt-ndono parte. La 1tampa li prepara. Intere folle di uomini e di donn,. li compiono con ferocia inaudita. Migliaia di spettatori godono allo spettacolo di uno sventurato - spesso colpevole, qual• che volta innocente che 11 1orce nt-2"1i spa\imi. Dopo di che, carenza totale delle autorità e del paese Le autorità non arrestano ncnuno. L'opinione pubblica non si 1ndivna e non condanna nessuno; anti, con. 1idera l'accaduto con indulgenza e taci1amrntc approva E gli assassini si preparano per il nuovo linciaggio. Questa è l'Amt-rica. UNA TRAGEDIA AMERICANA fc,J POICHt abbiamo cominciato a parl!J lare di orrori americani, 1cgnaliamo l'ultimo orrore, di cui i giornali d1 qut-1 pacu- si ,iano occupati Si tn.tta .ancora di un delitto, di uno spaventevole, orribile delitto. e stato detto il più orribile delitto del secolo. E, forse, lo è. Ma quel che più u;omenta non è il delitto, hl'nsi il costume che esso ha posto in rilievo. In un ma1tino di ottobre dell'anno scorso, in un parco a North Arlington, New York, un poliziotto not6 un'automobile ferma e un ngano sui dicio1to anni al \Olante, che dormiva Dopo poco, il raga:z.zo s1 ncgliò, sbadigliò e diMC all'atJcntc di !uardarc nel bagagliaio. Il poliziotto guardò e inorridì. Pigiato nel bagagliaiq era il corpo di un uomo: il dott Jamcs C Liulc• ficld, di 63 ;;,anni e in uno dei posti dz d'ctro, era il corpo di una donna. la moglie del dott Liuleficld. Il raitaz.zo - certo Paul Dwycr, diciottenne, da South Paris - fo arrestato e raccontb un'orribile uoria Dine che aveva ucciso il .._.ccchiomedico per punirlo di avere insou..ato una ragana, che egli amava ; poi aveva ucciso la moglie del mt-dico, che avc'\a cominciato ad avere dt-i sospe11i aveva caricato i due cadaveri nella vc11 .ra e li aveva portati in giro per tre giorni, attraverso st'Ì Stati. Succcuivamcnte, il ragano cambiò altre quauro volte i parlico1:ari di questa venione. AJ!a fine, fu con. dannato alla prigione a vita e fu mandato a espiare la pena a Thomaston nel ~faine. Non fu condannalo alla sedia elettrica perché in qudlo S1ato non c'è la ~na di morte A South Paris, la città da cui proveniva il ragano, vi ...e.va fino a poco tempo fa, circondato dalla stima pubblica cerio Francis ~i' Carroll, di quan.ntatrè anni un V<'tC· rano della grande guerra, vice-sceriffo e diacono. Costui aveva una piccola famiglia: la mogli• l' una filtli2., Barbara, dida.ssc-ttl'n• ne ; anche quelle c'Uno molto stimalt' in c.i11à. Tutt'a un 1ra1to, nrl maggio scorso, il vicr•Keriffo Caroll fu arrestato per in• cesto con la fi;Iia Appena scoppiato questo scand.alo, il ragazzo Dwycr, dal fondo della sua prigionr, cominciò ad agitarsi e fece una nuova. conft-ssionc - la sesta - del tu110 diver,a dalle precedt-nti, L:.. ragana cht- egli a\e• va amata era Barbara Costei. perché ),ij non avesse rimorsi, gli aveva confessato i suoi rapporti col padre. Xc cn.no seguite scepc \·iolt-ntc fra il fidanzato e il padre. Un giorno Dwyer chiamò il dou. Littlefield perché visitane Barbara. Sopraggiunse, in quel momento, Carroll e s1rangolò il medico. Poi ingiunse al ragazzo, su cui aveva un complc:o dominio, di andare a chiamare la moglie del medico e uccise anche lei Caric6 i cadaveri nella ve11ura di Dwycr e glieli fece portar v·ia. Sulla base di questa nuova confcnionc, fu riapt-rto il processo e, poche ~uim:1nc fa, si celebrò il dibattimento. li primo giorno. il ragazzo Dw.,-rr S\ enne. Il secondo, !ccl' il suo racconto parlando con sfaccia1aggme e con volubilità. Di fronlc a lui, scde\·a, calmo, il vecchio CarroU. r suoi difcn~ori ave'\ano citato s<'uantadue testimoni a discarico, fra i quali la figlia Barbara. ~la la figlia non comparvt- all'udicnza. La figlia avc,,a di meglio da fare. Essa era troppo occupata a distribuire au1ografi a pagamento, a lt-ggac i mucchi di corrispondenza che ricevc\'a o~ni s:iorno, fra cui molte propo~tc di matrimonio, a posare in atteggiamenti intt-rcuanti e in costume da bagno per innumcrt-voli fotografi. Fu una bella settimana per la pie.col.a Barbara: una settiman:i di celebrità e di buona fortuna. E il colmo della fortuna fu quando le per. \'enne un'offerta di un ch,b n-,tturno di New York. La madrc, Ruby, corse in Corttd'Assisc, dal marito l' lo chiamò, picchiandogli sulla spalla. e Sai >, gli bisbigliò all'ort-cchio, tutta contcnu, e Barbara ha :avu.to un'offt:rta da un d11b notturno di :'\'t-w York a mille dollari la settimana>. Poi, il giurl si chiuse nella sala delle deliberazioni e, dopo cinque ore, pronuntiò il suo \'erdcuo. Carroll era riconosciuto colpC\•ole del duplice assassinio cd era cond:1nna10 all'er11;astolo. E il ragazzo Dwyer rimarrà anche lui in carcere, st- nqn sarà graziato. La picco\:i. Barbara era al cinema mt-n• tre il padre e il fidanzato louav ano per la vil:t e per 1:i morte in Corte d'Assise. E al cincm:1. la raggiume la notizia della condanna del padre. Si asciugò le lagrimc l' corse \'ia sina;hiouando. Il giorno dopo, fu annunziato in Boston che qu:tlunqul' club no1turno la avt-sse ingaggiata ~arcbbc stato chiuso. :-.ta, ormai, la piccola Barbara ha fatto la \ua fortuna. ?\'on potrà esibirsi a Boston, m:i potrà farlo :i ~cw York, o ahrove a mille dollari la st-ttimana. Una tragedia di un orrore senn eguale ha fatto di lei una spt-cic di eroina nazionale. Per dir mt-glio, quella che ahro\!c sarebbe staia una 1ragcdia, in \mcrica non è stata che bella réclamt E qucst:1. è r America. RICCIARDETTO

..g-~ SRAELE ha avuto un solo filo- ~ sofo veramente grande: Spinoza, e l'ht1 maledetto, perscguit.tto. Perché? Spinoza presenta il caso eccezionale dì un filo~fo, la cui vita ha ':>Cmpreinteressato quasi altrettanto quanto la sua filosofia. E non perché quella abbia da raccontare avvenimenti straordinari e svariati, ma perché risJxcchia, e spie1-ta insieme, la filosofia mcdc~ima. Nel filo!>Ofovediamo l'uomo. Bi~~na dire che i suoi scritti, da ~oli, non avrebbero bastato a darcene lt1 fisionomia, sebbene, conosciuta una volta. essi k( confermino pienamente e facciano quasi corpo con essa. Il prezioso ritratto lo dobbiamo 1 sostan- .i:iahncntc, al pastore Colcrus, che pure riprovava la dottrina spinoziana, e al medico Lucas, discepolo fervente, cui è attribuita dai più la biografia anonima: La uie el l'esprit de Spiuoia. Per dirla con J. Segond, il biografo più recente di Spinoza, e la testimonianza del discepolo è tdlora so~petta; la vit.1 nelle sue pagine diviene leggenda>, mentre quella del pastore e è ammirevole per ingenuità sagace: l'empio, di cui ci;::liabita la camera e conosce i familiari, assume figura di sag- ~io e quasi di santo>. Un santo laico: la definizione per Spinoza è oramai antica cd esatta. Benedetto {Baruch in ebraico) dc Spinoz., (c~li uW sempre il e dc> nella sua firma) nacque tre secoli fa, il '2-! novembre 1632, ad Amsterdam, presso la vecchia sinagoga portoghese. Sulle condizioni di famiglia non ~no d'accordo i b1~rafi: Lucas la dice pO\·cra; Colerus ce la rappresenta i1wccc piuttosto a~iata. Certo è che alla morte del padre, avvenuta ch'eA:li ave"a ventidue anni. Spinoza non ha ap1>rofittato della qualsiasi eredità patcrn--1. L'avara e ortodo ..~a sorella Rebecca J;tli rifiutò la sua parte di eredità; il filosofo la citò in giustizia e ta fcn· condann<1re ::tlla divisione; poi una volta ottenuta ,:::iustizia, le abbandonò tutto. -.alvo un letto. I suot pro- \ t.'niv.1no da una fami~lia dt gmdei portOJithcsi, che, a quanto pare, era \tJta com,e1t1t~tcon la fon.a al cristiancsin,o (i c.:o'-1ddetti«marrani>, di cui il nome è rima.sto come epiteto dt in1:?;iuria), ma aveva Poi emigrato in Olanda. ove aveva ripreso la profe.s- .>ione della fede avita. Così, nei vaghi ricordi dei suoi antenati, le terre del sole ardente e dell'azzurro ciclo si mescolavano alle grosse brume della nuov:- dimora olandese, e il Cristo maledetto dili rabbini spunta\·a a far b concorrenz.a a Mosè. Una reminisccn• La più vicina e più cara si univa a qut..'steper il fanciullo Spinoni qucll,l dcll.t m,1drc (il padre, Michele, era p~1!i-,,itoj seconde nozze), Hanna Debo1.1, cui forse dovette taluna delle 'iUl' <·arattcristichc, l'idealismo assetato di vc:rit.\, la noncuranza per i beni tCrrl·..t.ri, C'" da cui, forse, anche ereditò 11 g{'mW dc•ll.t ti":>ic, he dove,~ spcgw.. 1_·10 dolcemente a quarantacinque .mm, dopo ~1vc-rnedcb1htato il corpo tutta la vita. DaJla terra di origine, Bcnt:deuo df•ri\"ò la "itatura mediocre, la unt,, oli\";a'itra, i capelli scuri e ricciuti, gli occhi neri e vivi. L.1 !1.U.1 prim., educazione i u tutta ~iudJica ma di un g1ud.ii,mo formto dt tuttJ. la dotmna della 1azza. I suoi mat..\tn. Rabb1 ~lorteira e Rabbi Man.1,,e. ~plt•ndcvano come astri nel cielo 1.1hb11uco,lx.-n al di là della sinagoga di Am,tcrd.1m. Rjbbi 1-fana,:,;seaveva '('ntto in portoghe~ un libro ~u La 1porwza d'Israele, il tenace sogno d1 frlic-ità me,;,sianica, che ha sempre tenuto l.1 rana ~tto il suo fa«ino . .'.\cl loro in,egnamento religiow-patriottico (le- due cosc per i ~iudei facevano tutt'ur1<")~ià la lingua <:bra1c-.1e, perfino J'Jlfob<·to, ,ubi\"ano tr.ufiguralioni fant.1t.ti<-·,11m·nu<•:saltatrici La lingua chrJi<-d.<•r.i la lingUJ. <enza pari. la linr;ua priirutiv.:t che Adamo avna ricevuto d.tl Signore nel giardino dell'Edni {<od<·~taè \t.ita .mche .i l1Jngo la ucdcnza cri..,tian.t). La lettrra aleph, l,t p11111a dcll'alfabc:to ebraico, era la lnu.:ra ,imbolica e santa, che ind1ca,·a 11 pri1u ipio di tutte le CO'>CDio e l'aya 1· !',mugo, dici..imo tuttora anch1· 11111. Il rnodo di .erittura cbrait:01 da d( - ,tr.t a •llli~tr..t <:r.t il primitl\O • i gentili ,1H11;mo 1ovc...ci~1.tol'ordine \<ri• ,t·ndo d., ,ini,tr.J. a d• tra. ~fotto abil• rnrnt1·, ,. \Tro 1milm,·11tt..'3vutt> riguar- <lo ji po~tui<1r1studi dello _Sp111,,aiuli.i B1hh1.;,. dw fauno di lui un prc<-~r- ~orr, t ntic-a modrm-': ,upp,1r.c ne qu -t• 11r1rru t·lcmer1t1 dt-i1a tn1di.1;onè r hh1111• mvm inc:nu -1. i .... ,gliitre io "µirito < 11tico dt:I :---1,t,;.:,, Le· Ul'"!'l ii11K11.1 ;,<·nu p.iri lirig.,... d,vmJ: P, r· h~' } !,l' le VOC'..tdli.i p1i11riµio non •1 M 1i\.1·\, TI(), t -.ono ..rate aggiunt<: al tt·: ~tn h,hlit·o "'l"C-Oli J ,po, ~ CO)! I ::.crm d'mtl"rpunzion<>, che ~aran:11..1c'è che il tbto ,i s.1,1c:01,•c•r,,·at,,c, ...ttamc-rite' f., in « 1 rti ca'-i, la lrzir,1111ad1onat.1 d.11 BA:&OOB BPIIOZA., Ili" o• QOA.DBODI BUCUEL VAI" BOOOBTBAATEI cristiani non è più giusta di quella rabbinica? Rabbi Mortcira comincia a preoccuparsi e ammonisce il discepolo a non osunarsi: e Tu sci propenso a dubitare dei fedeli scribi, ma sappi bene che sono gli infedeli quelli che hanno errato !ul vero senso del Libro sacro . Guarda come Paolo di Tarso, che i cristiani chiamano l'apostolo delle genti, ha travisato il versetto 31 del capitolo 47 della Genesi, nella Camma Epistola agli ebrei, dove ieambia il letto di Giacobbe col bastone della. vecchiaia ». Il ragatzo non è persua~: e Macuro, nel capitolo in questione ~i parla unicamente della vecchiaia di Giacobbe; è al capitolo seguente che si parla della sua malattia. L'interpre• tazione dei cristiani mi pare più naturale•· M"ortc1ra si irrita: e Figlio mio, -.aresti forse sullJ via della perdizione? Non ,a1 che noi abbiamo la tradizione per noi una tradizion~ 1n111tcrrotta_, che nsale a Mosè e forse anchr al primo uomo, a colui cui Dio ,te,,o volle ri\"clare la vc-nt.t' >. Benedetto per allora tace, a~colta e legge. Legge la Bibbia, legge la ,\lirchua, legge il T olmud, e ~e ne fa completamente padrone. ~fa non .., fcnna qui: penetra nell'occultismo giud~1ico, ~tudia la Kobbala. Attravcrso e~.s.1,incomincia a balenargli la conct·~ionc (o piutto~to gli vien conferma· ta quella che egli gid rumina nel suo >pi,ito; dell'unità ultuna di Dio e del mondo, dcll'intelhgenza divina e ddlc creature esistenti. Nasce g1d. il pantc·1,m'> pinoziano, colla sua "'n.itu1 ,A natll"".mte > r e Jldtura natur,p.l::t•· .._on i ciu« attributi di\·ini 'due p,:r la no- ,tra conoscc11w. infiniti in rt .1.it.Ì) dc-i peri if:to t:: dcll'e,tl"n>ion<". l:nd .,o,ta.11- .IJ suµr, ma td unica, iii\Urll,l l-wnc;i daUr- u ,e 1,)a comr• il tutto ~ d:,tinto dalle parti ~cn.1.da."·crc t..~.1~\t' 11L~al è j Uùl .l di C!"4' Qu.,~~toè 12"iàlo ~p11 z1\ffir)compi11w, d,.ll'F.u,,i d:mvJtrata Ctm or-lù1e gronut11co 1 d1(' ron tu ncpp,trc rJ<1Lhlirata. \.iv,·nte l'autore. ;,.;pinoza noH <1 a,ri,ò di un tratto. 1-f., il di~ucco d.,::•orto<l~iJ, nell'irit;rno Jr! suo "ip1rito, ru rapido. Sorge in lui il concetto del profetismo ebraico come di un:\ atth ità visionaria, che riveste inconsciamente di simboli le verità religi~ e morali. Gli uomini comuni si fennano al corpo della verità; ma in quegli spiriti eletti viveva il nucleo di. vita spirituale. Spinoza va ad e~, direttamente. Così per lui il miracolo nel senso volgare non sussi,te, poiché la natura. è l'ordine ste)So di Dio, e Dio non va contro se mede.simo. Ed egli si elc• va al concetto della Bibbia come di un insieme di ~critti sacri, ma umani, di cui si tratta di rifare la storia e determinare la gene.,i e il .,ignificato. Il distacco intimo del giovane Spinoza dai i,uoi si muta in allontanamento estcmlJ. Egli ripugna all'osservanza della Legge mosaica, trascura le cerimonie, evita le assemblee. Il p.1dre lo o,serva .attonito, la !oOrellaRebecca lo tratta con freddezza. A loro \"Olta, i suoi fratelli di rana lo guJ.r• dano di travc~o, lo sfuggono. Se m qualche sabato egli si decide a-entrare nella sinagoga, gli uni voltano la facf'ia, gli altri lo segnano a dito. OJll'aha" della sua cattedra il rabbino sembra additarlo, commentando i tcM1chf' si riferiscono ai transfughi cd ai reprobi Tutt:wia, egli non compie il primo pa'\ffl per I.i rottura definitiva. La suJ. anuna di ,;aggio. tutto dato alla contcmplaLione. rifugge dalle agitazioni c,tnne, dalle lotte violente. E la comunità giud.iica di Aimterdam non rinum-ia neppu1 e ,a facilmcnt~ ad awrlo fra 1 ~uo1.Que,tr, g1'lvanc (" già qual«hcduno; pochi conosc:vno quanto lui I tC~llqcrz ed i rom1ru•ntari rabbinici, pochi po1>1Pdonol'~trute1.1J del· la ,u., iutelhgcnl-.1. I ,u()i m.ititri te,timor,ian,: del suo valere. &· egli "'<': ne: andrà. p, ..~erà fone ai crHi.mi. con t limi dr1 quali, d1 :,,pinto più libero, r- 91a Jr e1.ur,,11e. LJ. !ll.l ap,.1\W.'\ÌJ i--1r.i una ptrdlla e un< L-r,JJ. 1 ' Allor<1gli viem: ofl.,.t .. u,la P""'-ionc: 1Ji .uil:e fi.-·~if'i all'anno. Offcna teut.. t'":c..e, h ha g1i ;1, ... tJ,no il p«- dr,-. e non ha r.,. suna .._ttitud1nt"p1a.t,- ca ad auumular,.. dcHa101 mentre gli 0C<"orrctranquillità di vita pt:1 la pr<:- potente vocazione di studioso che lo tiene. Che cosa gli domandano, in sostanza? Di continuare ad aderire esteriormente alla comunità, di astenersi dal profes.5are in pubblico dottrine non ortodosse. Un giorno, mentre attraversa una via di Amsterdam, lo ferma uno sconosciuto con aria di mistero. e Fratello, ho per te un n.~ssaggio dei nostri maestri >- Spinoza è immediatamente preso da una certa diffidenza.. e Di che si tratta? >. e Perché manchi da tanto tempo alle nostre adunanze? ». e For~ che la mia presenza è neccS!iaria? Che cosa potrei aggiungere alla ~"lpicnza dc\ nostri mac'ìtri? >- « No, non dirr COSI: la tua scienza è grande. I nostri fratelli sono in gran pena al \Old pensiero che tu possa abbandonarli. Perché li disprezzi, tu che sei una gloria di Israele? Lo so: la tua scienza delle: cose divine supera d1 molto la loro. Ma appunto per qucM01 perché non vuoi essere per loro una luce e una guida? Quale esempio per tutti ~ tu ritorn,usi fra d1 noi! >. « ~-fa da\·\·ero che .sarebbe tanto prezioso' >. e ~tolto, ma molto più d1 quanto puoi immaginare, e anche per te stesso>. e Spi~gati meglio. Di che si tra.tu, .in- "-Omma? ~- e Se tu inten.-·eni.,..,aj lle nostre cerimonie, potrcni finalmente vi vere senza tante angustie e tanti arfanni ». e Ho capito. A quanto mi hanno valutato? >. e ~iillc fiorini all'anno, se vuoi. Dipende unicamente da te >. Immediatamente il giovan,.. filo,ofo pcM.1 JI suoi antenati. ai "-marrM'li ~' che_ hanno guadag,1.110 il pane degli uommi mentendo con h.: labbra Egli non è u~u~le a loro. L'indignazione e più facik. di ogni ragionamento e prorompe n<:ll'invNli\ a. e ~fi giudicano, dunque, un ipocrita> Dir ...i .u tuoi mJr-,tri che l'anima mi.1 non e lll w:ndit.1 >. i\ll'lra le o..tihta ii I a\ vivano. All'uita dc-Ila ~na~O!{.:t,'--h'tgli continua di quando in quandc, a ftec1uent~1n., ~11 fanatico, pcn,ua\O certi) di g1i.tdjgnar- ,i il Regno dei cicli. gli vibra un ·olpo di >tiletto. E,~o non tra.fora cht il g1mtacuorf" di Spinou. ~f.t gli an,ia.ni prrparano bc:n altro colpo il proce)~,) ea11011icnper empietà. Ci vogliono te• stimoni. Spinoza, già da allora, mcrit.1va il motto da lui adottato più tardi: « Caute >. Nou <·ra un propagandista popolare. Due prc!>unti amici, due agenti provoca.ton, diremmo oggi, tentano di fargli dire cose compromettenti. • e roi conosciamo la tua scienza, Baruch, e siamo as~1·tati di verità, di qucll.1 verità che i ma<·stri ci nascondono>. e Nt so meno di voi >. « Tu schcni e ci privi dclb luce ». « Ma che cma voldt•, dunque, ~.lperr? La Srrittur,l è ;\ VO!!ttradi~J><hi.:ione.Leggete Mo:-è e i Profrti >. « Sono tc~t1 oscuri. l'":: , NO che f1io è corpoaco? Che il corpo è di, .. 10 come l'intera natur.1? Pérché non ri rhpondi? >. e \'e l'ho già dt~tto: kggete la Scrittura. Mo!iè non ha vi':>to il volto di Jchova, m.l l'ha !>olo intra\ veduto>. e Vorrai almeno chiarirci se l'anim,1 è o no inunortalc? I tC)ti ~no ambigui ». e Leggete il S,1ggio dei Saggi. Co,a dice Cohrlct in proposito? Con~ ~ulrn.tc i f.11i.,ci ». e Tu non , uoi parlare, Baruch. Arn.:or.1 una domanda; gli angeli ~ono qu.lltO!).l di n.'ale? >. e Ma non ave-te dunque letto che tre angeli furono a..:colti sotto la tcndJ. del no!ltro padre Abr.1mo? >. « E ~ fos'ìC stata. un,, sempli<.:evhione del nostro p.1dre Ahramo? >. A que~to punto Spinoza tagli.t corto: e I.'onnipotenza di Dio crea le- a.ppareoze come tutte le ,tltre CO'iC :t. Da quel giomo Spino:,,a eviterà qu~i e fratelli • e si a~lerrà da. qualsiasi di- ~C'us.,:,;ioninc materia religiosa, ma. ciò non impcdi~c..ealla calunnia di guadagnare te1reno, di conqui~tare gli spiri~ ti ingenui e incolti. Non di rado, quando passa per le vie, av\'Crtt' voci e giudizi temerari sul conto suo: e Ecco l'empio. Ha il coraggio di dire che Dio ha fonna umana. Dice anche che l'uomo muore propr·io come muoiono le lx-stie. A ~ntir lui, gli angeli sono puri fantJ)mi, Abramo un allucinato ». E ancora : e .E: un ateo. Forse che i nostri maestri lo ignorano? E se non lo igr'lorano, CO<\a lamio? >. Con questi mcr~i si iSlruì il processo, si ordì un atto d'accusa. La serenità di Spin~ parve, per un momento, confondere gli stessi maestri, impressionare IJ. folla convocata nella sinagoga. Lo interroga il più anziano dei rabbini, Chacham Abuab : e Che co!>arispondi all'accusa di blasfema? Che cosa ri5pondi, tu, che fosti già la nostra speranza? ». Spinoza tace, pare raccogliersi. L'altro incalza: e Dunque, non hai nulla da dire? ». e Ma contro chi debbo difendermi? Dove sono i te-.timoni? ». Un mormorit> del pubblico sembra dar ragione a Spinoza ; ma, ad un cenno del gran rabbino, si avanzano i due e fr~ttclli >, tcnimoni d'accu~'l. Le loro menzo$ne destano l'ira dei maestri t· l'indignazione del pubblico, che urla contro l'empio, il quale ha o~ato offendere la religione dei padri. « Baruch de Spinoza >, lo investe il gran rabbino, e è vero o no quanto affermano i testimoni? ». L'accusato tace. Egli pensa aì falsi testimoni che parlarono conuo Gesù nella casa del gran prete. Pcns.i alle in~iunzioni di Ca1fa e al silenzio di Gcsu. M.a è un attimo, ché immc• diatamcnte si 1ip1cndc. e Que\ti testimoni mi hanno &emplicemcntc e~posto dei dubbi. Jo li ho rimandati ali., lettura dc-Ila Bibbia Datemi una Bibbia. E. forM: riferendosi a Mo>è che si può bestemmiare Mosè? >. Inutilc o~ni polemica. La stessa serenità di Spmoza depone contro di lui. Egli ha la pretesa di spiegare a tutti gli uomini, secondo IJ logica naturale, il segreto di Israele. Questo tr~1mfuga di hraele non portJ m ~é, lo voglia o no. lo ~tc~w spirito uni\Cr\ale dì Gesù? ~lentre gli anziani -.ono appartati per la redazione dell.l "iCntenza com• pare il vecchio rnac~tro ~lorteira, pc• un e,trcrno tcntati\'o di t.alv.it,tggio e t questo, Baruch, il r rutto del mio insegnamento? Tu, il figlio della mia pietà, l'erede qclla mia ..,cicnza, la promc..;,a dc:i miei ultimi giorni? Rifletti $Ui tuoi errori, umìliati davanti al San. 10 e implora il pc-rdono da coloro che debbono giudicarti». L'.trn·~~~iamcnto d1 Spmoza è fermo e pieno di nobiltà: « .\on ho dirru:ntic..1to, Rabbi. qudnto dl·bbo ,dia tua ,apie:.111.d::."\on credere <_-hc i_o"ogli,~ comp<:marti con l'ìngrautudmc. In <.:.ambiodc-11,, 'i,Ci,·11L,1 chl' rm hai in,cgnato potn·i in.,cg1i;_1rut1n'altra ,uenl.a alla quale mi ,crnbn inclinr quella della malcdi,ir,ne >. \ ic-m· il giorno della "icntcnZJ.: 27 t(Jglio 1656. Spino:.-,1.j!<,,c..•11vti1e•n.e diehi,,rato ~comunic,ito e pn 1 <ouoi!>p~i- \ t·nto,1 rror 1 » & 111 d,·tto Sp11101;,wtva, allord. \Tntii1t1attro ;mui. Abbandonò .-\1mterd.11n, ntirando,1 prim,1 in una campagna vicina, poi a Rijnsburg, po1 pre"'° l'Aj.l. t'd infine in quest'ultima città, ove morì. Ne~suna relazioue ebbe più con i ,;uoi confratelli di raaa, per i quali, oramai, doveva essere il rnaledcao. Ma non è ,·t:ro neppure che adcrhtie ad una .,etta cristiana. quella dei mennoniti. Fece veramente parte per se stC)• '-O, ri>pett,mdo tutte le credenze e i <.uhi, che giudicava naturali e buo11i per la comune umJnità, soddisfhtto per conto proprio della filosofia. A<l un precetto, o CO)tumc, dei suoi maggiori fu fedele: quello cli esercitare un mestiere man ualc accanto allo >tudio. Paolo l'apostolo aveva fabbricato tende; Benedetto Spino.:a fornì vetri da occhiali e da cannocchiali. Occupa• .:ione sedentaria, placida, eguale, che gli lasciava agio a meditare, e al tempo stesso lo poneva a contatto con ricerche fisiche, di cui era curiosissimo. Gli amici s'incaricavano di ~merciarC"" le sue lenti; i ph~1facoltosi fra essi lo avrebbero dispensato da qualsiasi lavoro, provvedendolo largamente. Modeste pensioni egli accettò, ma seguitò a lavorare. Un amico vuol la.sciarlo addirittura crede, non avendo figliuoli; ma Spinoza obietta che c'è un fratello, ed a lui tocc;;1 l'ercdi:.'..l. Tuttavia questo fratello s'impegna j pagargli una pensione vitalizia di cinquecento fiorini : Spinoza trova che è trorpo, e la riduce a trecento. I suo tenore di vita era modestissimo. Si trovò nei suoi conti, dopo morto, che soleva campare interi giomi di una zuppa di latte condita di burro, che co~tava tre soldi, e di un soldo e mezzo di birra. Era sobrietà naturale, non esercizio ascetico: l'ascetismo, come tormento volontario del corpo, era totalmente estraneo alla maniera di vedere di Spinoza, un vero assurdo. Così, se egli viveva quasi scrnpre nella sua can,era (una volta avrebbe pas• sato tre mesi senza uscirne), non era per sch-atiche.:za. Amava, anzi, allentare di quando in quando l'arco delJo spirito, conversando affabilmente, con la famiglia del padrone di casa o con altri vicini, degli argomenti più ordinari. Esortava alla pazienza gli afflitti o i maiali, raccomandava ai ragazzi di. essere obbedienti ai genitori e di andare in chiesa. Era affabile e sereno, di umore uguale, né troppo allegro né triste : incarnazione vivente di quel dominio delle passioni, che la sua filosofia additava ..:ome la perfezione. Una delle poche volte che 'ii mo')trò addolorato e indignato, l'eccezione fece grande onore al suo cuore. Il popolac• cio, durante la guerra con la Francia, aveva massacrato, come nemico della patria, il Gran Pensionario Dt Witt, grande amico di Spinoza. Questi pian• se1 e voleva mcirc di c.ua ad affiggere un cartello, con la scritta: Ultimi bar• barorum. Il padrtme di casa durò gran fatica a trattenerlo da un atto, che probabilmento avrebbe CO$tato la vita anche a lui. De \Vitt non fu l'unica penona illustre con cui Spinoza fosse in relazione. Nonostante tutta la sua vita ritirata, la s'..lafama si sparse largamente. Condé, il e gran Conde! >, capo dell'esercito francese, gli mN"lda ripetutamente dei salvacondotti per avere il raro piacere di conversare con lui. Gli suggerisce anche di ·scrivere un'opera dC""- dicata a Luigi XIV, ma il saggio dt-- clina. Aveva declinato poco prima l'c-' ferta di una cattedra all'università J1 Hcidelbcrg da parte dell'Elellore P. - Ialino. La libertà dello spirito innan11 tutto. :Memorabile la visita di Leibniz, che un giorno si presentò a lui con la i,u~ grdn parrucca, aitante, felice, festantl. Si capirono subito e si trovarono d'accordo nella critica a Cartesio, dal quale si erano e'ntrambi allontanati dopo gli entusiasmi della prima ora. Il gra11de Leibniz, che aveva immaginato di trovare nello SpinoL:\ un seguace, sia pure indipendente, di Cartesio, ebbe la sorprc!-a di trova~i di fronte ad una filosofia profonda e originale. Vi~ ccvefia Spinoz..i che si era figurato Lcibmz come un M>vvertitoredella filosofia, si stupì di scorgere in lui (nei limiti di quell,1 conversazione) uno scolastico inaspettato. A suJ. volta, l'intuito prodieioso di Leibniz !oCoprìil senso recondito della filowfia sp1110L1.ma. e Questa filosofia che voi state elaborando è grandemente ~cdu<.:cntc,nonost<1.nteche quella nccc~!lità senza po~sibilità di scelta, che voi prestate a Dio, risent.t del cieco fatdhsrno di Stratone. Come potrei na- ,;conderv1 che la vmtra mttalhica mi !1-cmbra 'iotrana e piena di parado,;.,i? La vostra teoria dello Spirito univer• ~aie mi ricorda <1!>Sgaili insegnamenti dcli.i Kabbo[(l, State jltCnto a non dì~- ,olvcre k anime in Dio alla fine della \"ita. Nel \·ostro si!i-tC'male creature non !>0nopar;tg:onab1li a quelle figure che ùn movimento perpetuo farebbe na~~«.-rcnella cc-.za, JX-r poi di~truggerlc ~ub1to dopo' R1cono,co che la heatitudiue c·5igel'unione dell'anima. con Dio ma è pu1 sempre nt·cc..,s..1.ricohe l'ani-' ma non abdichi alla ma proprietà, cioè alla -.u;1aL1one >. Lc1bniL aveva subito capito il fondo pante1nico della nuova filo.sofij, e l'implicita ncga.zione di Dio e dell'anima che ct.,a comportava. Al gran Condè, che gli ave\ a m05-~0un'obiezione del genere corruga11do la !rontc 1 Spinoza aveva dato una ri-.po~ta sofistica e tranquillante. Con Leibniz ~i limitò a sorrider~ t\·1a, partito che fu, OSM:!Y•Ò « QucM uomo è soprattutto prcocrupato dcll~1 rnortc. Ma come fa1gli capire clic il saggìo non s1 cura ddb morte? Questo filo3ofo d1 corte 110n a,;- ~umc.:rà mai ì1 punto di vist:t dell'eterno>. Avevano ragione tutti e dur. GUIDO ZORZI

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==