(QUOT!IDIAHO) INTERMEZZO VERSO SERA 11 signor Bianchi, uscendo dal suo ufficio della direzione dei Vigili Urbani, scese sulla spiaggia. La moglie e I ba,mbini erano ancora sotto all'ombrellone, m:i ormai l'aria era fresca ed I ragazzi, già rivestiti, giocavano fra loro, senzll pensar più a bagnarsi. • Vuoi sederti?• disse la signora, togliendo la borsa e 11 lavoro a m:1.glia da una sdraia. No, grazie•, rispose il marito, a voce un po' alta, in modo che anche i vicini lo sentissero, • voglio fare un tuffo~. [I signor Bianchi, in divisa, aveva ancora una figura marziale, ma le mutandine da bagno mettevano in evidenza la pancia che ormai si ingrossava, e il torace e le braccia ch'erano più grassocce che muscolose: pure Bianchi attraversò la spiaggia con passo deciso e con un'andatura che si sforzava di essere agile. a Non vorrei che tu prendessi freddo•, disse la moglie, alundo gh occhi dal lavoro. • MJ.cché •, rispose lui, risoluto, •è l'ora più bella per una nuotata al largo•· 11 mare era calmo, quasi immobile. Bianchi entrò in acqua di corsa, percorse qualche metro camminando, poi ~i gettò g1U deciso, convinto in cuor suo d'aver fatto qualcosa di eccezionale, di molto sportivo. Non si rendeva conto che quelle che a lui sembravano montagne d'acqua, onde fras;;:oroseprovocate dal suo passaggio, viste da terra assumevano, nella calma della sera, un aspetto modestissimo, come quelle di un sasso gettato in acqua. Anche adesso, mentre Bianchi nuotava faticosamente, la sua testa, sulle placide increspature del mare, sembrava un turacciolo portato dalla deriva: tuttavia egli si sbracciava con grande impegno, soffiava quando voleva riprender fiato, pensando senza volerlo ai tritoni e ai maestri di nuoto. Lo scosse la voce del figlio più piccolo, che lo chiamava dalla riva. e Papà, papà, torna indietro. La mamma dice che facciamo tardi per la cena•· M, ALBERINI IL VINCITORE DUE UOMINI si contendevano disperatamente la stessa donna. Ambedue le giur.avano: • Ti amerò fino alla morte!•. Un bel giorno la donna si decise per uno dei due. L'altro allora singhiozzò: e Disgraziata! lo ti avrei amata per tutta la vita, ma colui che hai prescelto non è capace di serbar fede, e soddisfatta la sua· brama ti getterà sul lastrico!"· Al che l'ele~to ribatté: e Ed io vi dimostrerò invece che sono un gentiluomo. Questa donna sarà mia per sempre! . Cinque P:ra11i erano passati. Un giorno i due, l'eletto ed il ripudiato, s'incontrarono per caso. E sebbene il termometro segnasse dieci gradi sotto zero e l'eletto portasse soltanto un leggero soprabito da mezza stagione, questi s'arrestò, afferrò il ripudiato per il bavero della soffice pel~ hccia di lontra: • Ebbene, caro signore? Che ne dite ora? Sono o non sono stato fedele? Rispondete, chi aveva ragione, voi od io?•· Il ripudiato considerò per un attimo l'uomo che gli stava di fronte, i capelli grigi, i lineamenti devastati, l'ocrh10 spento, emaciato e gramo ... un vecchio già. • Ma voi senz'altro, egregio signore!• e,clamò. • Voi, chi oserebbe metterlo in dubbio? Mi dichiaro vinto e vi prego di non serbarmi rancore per la mia antica diffidenza. Voi godete la mia stima incondizionata e rutta la mia ammirazione! ~. Così dicendo si tolse con gesto elegante il cappello e mentre il vento leggermente scompigliava i suoi bei capelli ricciuti, gli occhi chiari e ridenti si posarono con schietta simpatia ,u colui che aveva vinto. AMORE IN MEZZO AL BOSCO, nella casa paterna, Paolina viveva in grande soiitudine, lontana da ogni tentazione mondana. Nella cittadina più prossima, a due ore di cammino, abitava un giovanotto che amava Paolina. Ma P.111lina era prigiorneril, ché suo padre né le consentiva di uscire di casa, né di ricevere visite. Fu così che i due amanti scelsero la notte per i loro convegni ed il sacrificio non fu lieve invero. Out: lunghe ore, attraverso il bosco nero, doveva percorrere il giovane per giungere sotto al balcone della ragazza. Pochi minuti soltanto duravano 1 loro convegni notturni, perché altre due ore di cammino ci volevano per compiere la via del ritorno. e Se tu prendessi la via più breve•, ~ussurrava Paolina, • attraverso la brughiera, se ru osassi prendere quell:l, sfidando i morsi delle vipere, potresti rimanere cinque minuti di più con me: pensa, cinque interi minuti I•. e Che vergogna!• mormorava la gente, « esporre ogni notte un disgraziato giovane a simili pericoli e disagi! Rubargli le ore di sonno, forgli logorare salute e scarpe per il solo gusto di scambiare due paroline dolci I E questo lei lo Chiama amore!•· Dopo qualche tempo i due si sposarono. L'abitazione distava pochi minuti dall'ufficio; sen·endosi dell'elettrovia, non si faceva a tempo a salire che già bisognava scendere. e Penso•, disse un giomo Paolina, che ti convenga senz'altro di farti portare il de~inare all'ufficio. Non vale proprio la pena che ti sacrifichi a fare tutti i giorni quel lunghissimo tragitto per poi stare appena. un'ora con me•. La gente s1 era ravveduta: Chi mai avrebbe detto che quella donna egoista e crudele sarebbe diventata una moglie modello?•. li divorzio fu pronunciato qualche mese più tardi per assoluta incomoatikilirà di carattere. ALFREDO POLOAR jl7 e):\ ERA 1,;heun piccolo uomo: grande !!I all'tnc1rca come un suonatore d'organetto. Aveva il viso coperto d1 rughe, come una pesca secca di California non abbastanza solforata. :-,.,.resui oi cinque cents di birra ne aveva già mzuppati venticinque di ciambelline. e Voi vedete m me , disse, e uno che ha visto tutto e che ha fatto ogni cosa. Rimarreste stupito, se v1 raccontassi ... , Stavo asciugando distratto il banco, e maledivo 1I mio sporco mestiere che, per 11 guadagno di un centesimo su un bicchiere d1 birra, mi costringeva a sopportare la compagnia di gente idiota. • Oh, io ormai ho il cen·ello intontito . risposi: e meglio che non mi raccontune nulla . ~ vero , riprese l'altro agitando la birra pct farla schiumare. e Voi mi colpite come un individuo particolarmente ignorante. Forse è mio dovere familiarizzarvi con i fatti più digeribili dell'universo•. e Fai pure, caro , replicai.• Gli scherzi vanno bene con la birra, e anche con le ctambelle. Noialtri siamo contenti di veder felici gli avventorì; ma c'è un limite, ragazzo. Se riapri il sacco delle bugie, sarà a tuo rischio. Va a finire che ti picchio, se fai il saccente•· e Coi vostri modi inimitabilmente goffi, voi siete arrivato a una conclusione giusta , ossen•ò. e Come sgrammaucalmente affermate, 10 sono un saccente•· •Giusto,, rinforzai, e e i saccenti non sono mai furbi. Se tu fossi furbo, finire-: sti la tua birra e te ne andresti fuori a guardar le stelle prima che io te ne faccia vedere un assonimento qui e Scelle I • scherni. e Bah! Briciole vem1inose di luce, mozziconi di sigari su un posacenere scheggiato!•. r Peccato che le nostre stelle non ti p,accumo, caro , dissi, • ma si fa quel che si può. Forse tu vieni da un posto dove ci sono stelle più grandi e più be.Ile. Colorate, forse?•· Comete•, cominciò. Prendete per esempio le comete ... Non mi occorrono comete , lo mterrupp1. « Ce l'ho, una cometa •. Sembrò interessato. Avetc. una cometa? Davvero?•. e Basta~, gridai mettendomi a lucidare gli ottoni del banco. Non c'è nulla di strano , replicò, nel fatto di possedere una cometa. Io ne ho parecchie Ah sì? Di che colore? . Purpuree•, rispose. e Tutte purpuree . Sarò un figlio di ... • gridai, arrabbiato. NUOVI ASPETTI DELL'ARABU. PELIOE e .:\on m!>n,tcte •, ribatte, non è necessario, credete. Non è affatto necessario•· e Che cosa, non è necessario? •. e Che voi siate un figlio di.. :\ti colpisce come un 'induzione assolutamente ridicola e Oh, a me non importa! I!: uno stato d'animo, nient'altro. A proposito, dove le hai, le tue comete? e Nelle regioni sconfinate dell'etem1tà senza spazio , rispose. Le mie comete purpuree vagano nel vuoto senza limiti. Bene! appro\"ai. Com'è che accadono, queste cose?•. L'ometto scolò l'uh1ma goccia di birra. Voi forse non capirete~, disse, ma t!ennt ,m tempo iri c-ui 110nt'era più. luu t lt scurt grigt nut.:ole si ammassarono t! t.:ifuron lltmbo nero t fulmini ... ~11 fissò un istante. • Poi venne la catastrofe! conclu<;e. Oh , feci. e Andò così?... Un'altra birra?,,. SI , disse. Andò cosi. ~o, grazie, niente pili birra. Cominciate a seccarmi. Buongiorno, signore •. Scese dallo sgabello e uscì dal bar. Quando la porta girò alle sue spalle, mi vennero tn mente due o tre buone risposte che avrei potuto dargl1. Non era passata mezz'ora che alzai la testa e me lo rividi da\'anti. e Ah, sei tornato?• gli dissi. L'ometto si arrampicò su uno sgabello e prese una ciambella. e B Ja prima volta 10 vita mia che vengo qui , ossen•ò. e Una birra!,,. Fu la \"OCe,a convincermi. Lo guardai meglio. • Perdio ,, feci, avrei giurato che eravate l'altro.- Sarete fors:e suo fratello•. • Non ho fratelli•, rispose. e Una birra!•. Gh versai la birra e lo fissai di nuO\"O. Era un po' di\"erso, infatti, ma non molto, dal primo upo. La differenza era quasi soltanto nella voce. • Forse vostro padre si sarà divertito più chç non credete•, ribattei. e C'era qui, poco fo, un tipo che avrebbe poruto farvi da specchio • Se proprio ci tenete·, disse, inzuppan• do nella birra una ciambella. • Era un por strambo , ripresi. • Completamente matto Ah? Sul scrio E mi misi a ridere, pensando all'altro. e Diceva di possedere un branco di comete!• sp1ega1.. Il upo alzò la testa. e Davvero? chiese. « E dove? Tt:nca1 J1 r.ammentarnu ~ud che aveva detto l'altro. 11 '-'elle regioni sconfinate dell'etemuà senza spazio•, dissi. e Le sue comete \·agano nel \UOto !ienza limiti Sono purpuree Per poco, 11ttpetto non rO\"esciò il suo bicchiere. • Ah . gridò. Ah, ha detto questo!•. Si. :\la non ve la prendete tanto. Era matto, ripeto Il tipetto batté 1l pu~no sul banco. Chi era? urlò. Do\·'è andato?•. :,.;on so•, risposi. « Che "i salta m mente, scusate? ~li hanno derubato! scguita\·a a urlare lui. e Ora capisco perché ero tanto nervoso, in questi giorni! Che cosa, i hanno rubato, se è lecito? ,. Le mie comete!• urlò lui. Le mie belle comete purpuree! . Oh, dio! dissi.• l,;n altro matto! La città ne è piena! Forse, tengono conf(resso? •. Non te ne star Il a vomitare sciocchezze da quella sporca bocca! gridava il tipo. Fa qualche cosa! Aiutami! Dov'è andato il ladro?•· di uscito da quella porta , risposi. Fareste meglio a seguirlo, se volete con• scn,ar la salute. Ogni cosa ha un limite! Si alzò, e, fissandomi negli occhi: • Vtnnt un ttmpo ,, sillabò, e ù1 c11inon c'era più lutt e le scurt grigt ,mt·olt si a1~1~narono, t 1:i frrro,i 11embo11n-o t fuiAllungò la mano, prese la sua birra e la bevve. e Poi t.•tm1t la cataslroft! • concluse. S, volse e se ne andò. Presi la mia bottiglia di u:hisky e me ne versai un bicchiere. ~e avevo bisogno. La sera seguente (c'era stato uno scontro di boxe- nel quartiere) il locale era pieno d1 av\'enton tanto che anche il principale mi aiutava a servire. Ero a un'estremità del bar, quando due tipi entrarono e si sedettero. Erano i due proprietari di comete purpuree, eppure anche vedendoli insieme riusci\'O appena a distinguerli. Mi sembravano assolutamente uguali, come due nocciole. • Una birra•, disse il primo tipo. r Anche a me•, disse l'altro. e Ebbene,., chiesi, e vi siete fatto re- ;,tlruire da \..ii le vostre comete? . Che comete? chiese il primo tipo. Spiegai, indicando 11secondo tipo: , Le vostre comete. Non mi avete detto che il signore ve le aveva rubate?•· ;\la di che cosa stai parlando? venne a dtre il secondo tipo. • Hai perduto qual• che rotella, dt '? E \·oi, scusate, a che gioco gìocatc? Voialtri due buffont volete proprio farmi ammattire? Ave\·o alzato la voce; qualche cliente si avvicinò, incuriosito. Questo birraio ha pe:rduto il Cf'n·ello "• sp1eg6 1I primo tipo agli altri. e Parla d1 comete, figurarsi, e di idiozie simili!,. Comete purpuree!• aggiunse l'altro. Che hai, Jack>» mi chiese un cliente. :\',ente , risposi. • Solo, questi due buffoni sono venuti ieri e mi hanno riempito la testa di non _!IO che comete di loro proprietà•• Di che co,;,a parli, insomma? chiese 11 secondo tipo. Di quelle vostre comete purpuree! gridai. :'.\11 capite benissimo, voialtri! Alludo a quelle tah comete che vagano nel vuoto senza limiti, nelle regioni ~confinate dell'etemaà senza spazio' I clienti scoppiarono a ridere e il prmcipale arrivò anche lui per \"edere d1 che s, tratr--.ya. Che accade? mi chiese :'\iente , risposi. Solo, questi due, che meriterebbero un pugno in un occhio, si divertono, da ieri, a prendermi in giro! . :\,11 volsi al primo. Voi sapete benissimo che ieri entraste qui e vi metteste a sragionare di nembi neri e di fulmini, e d1 comete che vagano nelle regioni sconfinate! I due compagni si scambiarono un 'oc• chiata, poi si volsero al principale. e :\lio fratello ed io siamo appena scesi dal treno dt Boston .., disse il secondo tipo. • :--:on siamo mai stati a :\'ew York pnma di o~gi; dunque llon siamo ma, stati nemmeno m questo bar e non abbiamo mai visto prima d'og~i quest'uomo•. Feci per gettarrni su di lui. Sporco mentitore!• urlavo. Ti romperò il grugno! Il principale mi arrestò in tempo. e Che è questa storia di comete purpuree e di nembi neri?. mi chiese. e Che ti prende, Jack?•. •:--folla!• gridai. e Solo, questo tipo qui disse che possedeva comete, e l'altro disse che questo gliele ave\'ano rubate, e ... •· Il principale è un uomo robusto. Mi caricò sulle spalle e mi portò via, mentre i clienti si davano palmate sulla schiena torcendosi dal ridere. e Ti avevo avvertito per l'ultima volta di non bere durante il lavoro!• mi disse. e D'ora in po1 potrai bere quando vorrai, perché ti licenzio!,. M1 mise in terra e mi buttò fuori della porta. M1 voltai e \'Olevo ricominciare a discutere; ma I clienti ridevano sempre come matti canzonandomi. Mi rassegnai. Guardai dentro un'ultima volta prima di andarmene. I due tipetti, abbracciati, ridevano cosl forte che era un miracolo se non cadevano dagli sgabelli. MICHELE FESSIER (trad. di l\f. ,'1arto,ie). e; USTA \'O \' di Svnia ama paw•gJtiare pc-r 1,- vii': di Stoccolma, 10!0 come u~ piccolo bora;hes,.. t:n giorno, \·ide un piccolo mondlo eh,- ,i sfon.ava di suonare il campanello di una villa. . c-Aspetta>, dis~ il re, c-suonerb 10 per tr Quante ..-ohe' >. e Grazie, si1tnorc. t:na sola volta, ma molto forte >- Il re e"'"itul con sollecitudine e vigore la tirata di campanello mentre il monello si slanciava via di corsa ~idando • e Ora bisogna scappare! Cli facciamo il colpo tutte J,- sere, al portiere, e dà certi 1ehiaffi ! >. .'\ HOLLYWOOD in uno e studio>, un elettrici~ta ha terminato di mettere in opera dri fili, e n,- stabilisce il contatto. Ma un dubbio lo co~lie • e Qual è il polo positivo r quale il polo negativo? >. e Jone, 1 > Il 1uo aiutante accorre. e Jone,, metti il dito là! ... Senti niente?>. e No>, dice Jones. e Ik-ne >, risponde relettriein ... "ero sicuro ch'era quello. Ma adesso non meuerti a toccare l'altro, perché rimarresti fulminato>. L,;\ REGISTA di Hollywood, turbato da.I peuisttnte silenzio di una famosa ,~Il•, le chiese '.In giorno: c-A che pensate' >. e Non pt-nso >. e Non pensate? Ma ~e pensate, a che ~ns.atc? >. e A nulla>, mormorb la stella BER:-,,"ARDSHAW un giorno trovb, da un ri\enditore di libri usati, un suo volum,. che portava la dedica seguente e A ~-I X con cordialità G. B. Shaw •· Acquist6 subito il volume e lo rispedl a M X con quella nuova dedica, s<"ritta sotto la prima! e A ~{. X con cordiaUtà rinnovata G. 8 Shaw >. BERNARD SHAW ra«onta cosi Ja bat• taglia di Waterloo: e I francesi erano minacciati da tutte le pani da numerosi nemici. t:n ufficialt- <.Ì pre'-"nta a Cambronne e gli chiede cib r.c conviene fare. e·• A\er pazienu ", risponde il generale, " non ho ancora detto la mia ultima parola">. SERATA MUSICALE. 11 violinista stona Bcmard Shaw manifesta la propria impazienza. e Come mai», chiede ad un Vicino, e quel gio"ane non xntc che stona? >. e Perché è un po' sordo>. e Allora gli si pot~bbe far cenno che ha 6ni10 •· L:\ PICCOLA repubblica di Cuma, in Italia, a\Cva un re che era obbligato a riconoscere l'autorità del Senato. Al fine di constatare e mantenere la propria autorità, il Senato ordina,,a tutti gli anni ad un ufficiale di andare a prendere il re e metterlo in prigione ; ordine che \·eniva scrupolosamente exguito. L'ufficiale ne rendt\·a poi conto al Senato e veni..·.a a prendere ordini ulteriori; nello stesso momento un Senato• consulto faceva aprire le porte della pri- ~ionc do"·c il rT era rinchiuso. PER FARE l'uomo occupato e scmbraN" oppre~so d"affari, diee Shaw, bisogna _aggrottare le sopracci11:lia, e pcnsare molto profondamcnte a niente. IL SICl\'OR de Boisgelin iodav:: Voltaire .1ulla chiarczza del suo stile~ e I ru~cclli non ~ono chiari se non perché sono poco profondi •, rispose modenamente l'autore di Z.airt. liì\"A DA\{A, che parlaH 'lcmprc scioccamente, a\'vicinb un giorno il .1ignor dr la Popclinière che veniu annunciato e gli di~se: e \-li sembra, s:gnorc, di aven·1 visto in qualche parte>. et ponibile, signora ; ci .,_-ado,qualche volta • UNA SIC};QRA francese, che aveva avuto una giovinetta piena di a\·venture, leg- ~eva un giorno, in un romanzo, una lunga e tC'nera con"enazione fra un amante e la sua donna: e Quanto spirito male impie{tato >, dis~, e erano insieme, cd erano sol.i! >. IERI, ho letto in un giomale che le donne, agli Stati l.,'niti, .1pendono in c-osmetici più che non costi l'esercito. > e Già ma fanno anehe molte più conquiSte ! >. GLI STORICI raccontano che il generale l\'arvaez, uno dei molti dittatori che si sono .1ucceduti in lspagna nel socolo decimonono, quando fu in punto di morte, fu richiesto dal confu.,oN"; c-Vostra Eccellenza perdona ai propri nemici?•· Alla quale domanda l'agonizzante rispose, con \"OCC ancora ferma e Non ho nemici. Li ho fatti fucilare tutti>. Qli.\:'\DO ,ietC' in\"itato a prendere il tè dice un o~servatore, il comportamento dei vo~tri ospiti è di\"erso, poco o tanto, secondo che essi sono inglesi, irlande.1i o scozzesi. In Inghilterra, se chiedete dell'altro zuc• chero, la signora vi porge immediatamente un'altra zolletta. In Irlanda, la signora vi passa. senz'altro la zuccheriera. Ma in lscozia la buona massaia non manca di chiedervi: e Siete sicuro di averlo rimescolato bene?>. DON SANCtO, !!econdo figlio di Alfonso, re di Castiglia, essendo a Roma, fu proclamato dal Papa re d'Egitto. Nel concistorio tutti applaudirono quella proclamazione. Il principe, sentendo il rumore di quegli applausi senza saperne il motivo, do. mandb al suo interprete, che era ai suoi piedi, di cosa si trattava. e Sire >, disse l'interprete, e il Santo Padre vi ha proclamato re d'Egitto>. e Non bisogna essere ini.:;r:i.- ti >, rispose il principe, e alzati, e proclama il Santo Padre ~a\iffo di Bagdad >.
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