Brighton, agosto. ~ 13.ng.hton. si son demolite parecchie ~ facctate dell'epoca in cui fu,. nel p1er.o senso della parola, nob1hssima città residenziale; ma qui tanto s1 sono imbevute le cose d, quell'antica atmosfera (dopo tutto, Bnghton è nata per volontà. d'un allegro principe d1 Hannover, capitato per caso sul trono d'Inghilterra) che con tum I suoi moderni alberghi e , •blocchi" d, Amuica,i flats e le sciamanti folle dei Barrk J-lolidayr, Brighton resterà sempre ancorata nel suo clima d1 grazia, quando 11 principe reggente costruiva il suo P.,diglione d, stile sedicente indù, e s'apri,ano a prospetto del mare le piazze 10 decli\'o circondate di candidi edifizi classici, occupate nme dal ,·asto giardino riservato ai proprietari delle case. Il traffico può ben frusciare e rombare, durante i mesi est1v1, sulle due ampie strade litoranee; a Sussex Square, se si volge la schiena al mare, s1 vede, al d1 là del !(iardino in pendio, la cerchia saliente di facciate fiancheggiate d1 nobili colonne corinzie, quelle colonne che dalla \'icenza di Palladio si diffusero fino a Pietroburgo e a Edimburgo; e tutta la scena sembra una delle ,·cdute trasparenti d1 città che si dipmgcvano nel Settecento, placida e come sospesa nell'aspettat1va, chi sa, d'un musicale Gradus ad Parna.mm1. Facciate che annunciano ordmc, benessere, non certo metafisiche asp1raz1001, ma nell'ambito fisico e terreno. quasi un riAcsso dell'Età dell'Oro. A considerarle nella calda luce pomeridiana queste linde facciate a colonne, color crema o color a,·orio, immmenu sul mare, sembra che 11 sogno dei loro edificatori non sia andato mai oltre 11paesaggio ideale del Lorenese - a questo Parnasso miravano, un paesaggio di mondana contentezza rapita appena, ma non troppo, fuori della materialità del senso. :,.;on troppo, oh, no! Ché guardate l'interno d1 una di queste case, dopo aver goduto la calma gaiezza dell'esterno, decorato d1 fiori qua e là sui balconi dalle ringhiere foggiate a mo' di classici canclltri, con palmette e greche verniciate di 1,,crde. L'interno, odoroso d'un sospetto d, bianca vernice, di cera da mobili e di sapone, rivela nelle canune quale dovesse essere la vna degh ar'ltichi abitanti. Cantme di pietra vaste, badiali, cucme. d.ispensc, e speciali d1pan1ment1 per cui 001 italiani, gente sobria, non abbiamo ncancht- un nome: pantry, butttry, /arder. nomi pingui come le grasce; camme di cui, a dire il vero, 1moderni abitanti non sanno fare moho uso, sicch6 trovano d'ingombro quello che era il vanto dei loro antenati. In fondo ai corridoi d1 queste canone, non è raro trovare uno specchio ad altezza d'uomo. come nelle gallerie dc1,?liappartamenti d1 parata (e l'effetto, nella penombra, è alquanto spettrale). Tanto. all'epoca d1 G1org10 IV, s1 facevano le C0"le in grande; per lo meno, le cose rcl:-u1,,c al benessere terreno. 11 giardino della piazza, per successive tcrrvze e gallerie "otto 11livello stradale, discende fino al mare; e come un secolo fa, i priv1leg1itt1 ab1tant1 det prosp1cicntt palazzi vi accedono mfilando le antiche chiavi nelle antiche e ben unte serrature. Al di là degli eventuali titoli nob1hari dei pnm1tiv1 occupanti dj queste ben fornite cue. h raccomanda alla nostra considerazione e al no3tro rispetto una loro qualità unica, a cui, dwcrsamcnte dal utolo e dal grado, nessun abitante del pianeta potrà più aspirare: quella d1 primi bas;:nanti. 01 primi, se non d1 prim1ss1mi, ma I prim1ss1mJ appanengono piuttosto alla sfera dei protomartiri che a quella degli espcnmcntaton d'un nuovo piacere. \·erso la metà del Settecento avevano cominciato ad apparire alla Old Sh1p Ta- \"ern d1 Bnghthclmston (così si chiamava allora il v1llagg10 di pescatori dest1nato a di,,.cnire Brighton) alcun, poco attraenti 1nd1Hdu1 dalle glandole gonfie o dalla pelle malconcia, mandati lì a prender le acque dall'eminente dottore Rtchard Russdl, che nel 1753 pubblicò una versione inglese del suo trattato Dt Tabt Glandulari ( 1749) coll'eloquente titolo: DuurtazUmt Circa l'uso dcli' acqua mar ma ntllt ma/atti, dtllt ghia,uu,lt. Codesta cura non era una scoperta che a metà, poiché 11 dottQr Russell vi era giunto leggendo m Plinio come le ceneri delle conchiglie manne fos~ero ulutcvolt per le malattie gland<,lan. Co,l una nuova città d'acque t'ag- ~1u1 ~eva in Jnghtltcrra al catalogo che contava gl.2 Bristol per le malstt1e degli occhi, Scarborough, le cui acque curavan<>• la i.etc ultranaturalc. ogni sorta dt \.,;rm1, e I d1sordin1 dello stomaco provocati da intemperanza•, Tunbridge \Vclls, le: cui linfe • rafforzavano 11cervello e la radice dei nervi, e mmgavano 1I mal d1 capQ e la vc:rug1ne •, e Bath, l'antenata di tutte le •taz.1001 termali, che dJSpensava bal,am1 per O!(m ,on. d'ind1~pos1z1oni. L'1mmers1one nell'acqua manna, ~ vero, era stata raccomandata ab antico per curare la melanconia e prevenire l'idrofobia, al punw che, nella comune opinione, un basrnante s'identificava automaticamente con un idrofobo (quando :\1adame de Brn~ne. nrl 1794, faceva 11bagno a Dicppc. l,!11t,pcttaton prendevano una compa~sumevole ana d1 circostanza, credendola ,·1tt1ma d'un cane rabbioso). nu la novità della cura del dottor Ruuell consisteva nel far bere acqua dì mare, oltrcch~ nel farvi immergere il paziente. Ed ecco apparire IO una gazzetta d1 Londra dt I 1756 l'annun710: • P.. m vendita al Talhot lnn di S,1uthwark, Acqua :\farina d, Bnghthclm_ston nel Sussex, attinta all'Oceano da T. Swaine •· Non s'intende come, ammessa la bontà dell'uso interno, oltreché esterno dell'acqua marina, si prendessero tante precauzioni per evitare che i bagnanti bevessero l'acqua nel mare stesso, invece che dalle bottiglie; forse, essendo l'acqua di mare cosa tutt'altro che rara, la gente non ne avrebbe avuta tanta soggezione se non la st fosse circondata d1 tutto il mistenÒso cerimoniale d'Esculapio. Quello che noi chiameremmo un orribile bagno freddo, i settecenteschi lo definivano • un bagno freddo medicamentoso ,, richiedente adeguata preparazione sotto la sorveglianza del medico. Per aumentare le attrattive terapeut1c.he di Bnghthelmston, il dottor Russcll scoprì anche una sorgente d'acqua rruncralc sul posto, e v1 edificò sopra una apec1e d1 tempietto greco. cd elevò alla dignità d'un vulcanico nome latino, Thc Strombolum, una locale sorgente sulfurea I cu, vapon medica"ano gli umori scrofolosi • :\la non solo Brighton possedeva queste miracolose acque; il ,-uo sito era salubre. La città. dichiarava 11dottor Relhan, era felicemente • distante dai nocivi vapori essudati dagli al ben,, era salubremente • canea d1 pamcelle acquose per via della pros~umit.ildel mare •, era esposta a oriente, 11che, "econdo Ippocrate, allontanava le febbri e rende..-a le donne feconde e i parti agevoli ... Venne d1 rmcalzo 11dottor AwSltcr, ,I quale, contrariamente alla pratica fino allora ~cgu1ta. prcscriuc bagni m acqua riscaldata, per aprire I pori e permcnere agh umori velenosi di sprigionarsi; prescrisse anche una quot1d1ana dose d'acqua salata mista con latte fatto cagliare mediante l'aggiunta d1 crcmor d1 tartaro al punto m cui commc1ava a bolhre. S1 pensi a quutc cure, alla prchmiM narc ccrimoma della segregazione nel furgoncmo md1spensab1lc per trasportare 11 bagnante tra le onde, alla ruvida e sollecita assistenza. non meno md1spcnsabile, del d,pper. o 1mmcrsorc • (o bagnino, come s1 direbbe o~gi}, e mfinc alle voluminose vesti d1 quei pu1enu, lunghi camicioni d1 flanella per le donne, che le facevan sembrare. al dtre d'uno spettatore, cadaveri IO sudari, e si veda se un bagno, nella seconda metà del Settecento, non dovesse rassonugharc stranamente a una c,ecuz10ne capitale, con carretta, fratcllone della Buona :'\-lorte,c vute d1 !lacco penitenziale, e 1e non abbiam ragione a chiamare protomartiri quei primi umani upost1 alle benefiche, ma formidabili, carezze da '.\'ettuno. Poi, come accade, si m1t1garono questi rozzi 1perborc1 cottumi; a Esculap10 11 associarono :\1crcurio e le Grazie, nacquero i pnm1 1tabihment1 con le amenità d1 b1bl1oteche circolanti e d1 bische, e dame e gent1luomin1 non ebbero bisogno di un gonfi<>rc glandolare o d'un'cruz1one della pelle per recan1 a Briihton, ma v1 andarono per gusto di mantt1ma pa.torellcna, per quell'amor d1 vita• semplice• e • ru1t1ca, che altrove faceva co,tru1re agghindate )attene nei parchi, ru.r;t1ciù non disgiunta da civili raffinatezze come il gioco del IAo e la caccia alla cerva domestica. Quest'ultimo diporto, praticato dal fratello d1 Giorgio JH, il duca d1 Cumbcrland, nel 178o, con ri,ultau, a dir vero, poco conformi all'etichetta cmcgeuca (l'animale in1cau110 •i gmò m mare dalla bianca folaiu), jnaugurò una nuova èra per Brighton, l'èra del patronato reale. Quando, sulle orme del duca di Cumberland, il principe dt Galles, futuro principe reggente e Giorgio IV, affetto da una malattia glandolarc che doveva fargli adottare, e per conseguenza metter di moda, altissime cravatte, fece la sua prima entrata a Brighton il 7 settembre 1783, al suono delle campane e al tuono dei can~ noni (un cannoniere, particolare insignificante, fu maciullato da un colpo erratico), Brighton passò dal rango di elesulle altocinte vesti alla greca I ricchi scialli del Cascemir, alle stanze da bagno moresche che imitavano i voluttuosi angoli di hartm evocati nei • racconti in versi• di Byron (il bagno dell'H0tcl Beauharnais a Parigi, con il suo fregio di languide odalische e 11suo stile d'Alhambra, tra il solenne classicismo degli appartamenti circostanti, la dice lunga sui gusti dell'epoca); e d'altronde Giuseppina contribwva alla moda recando dalle Anttlle natie la passione per la flora 1908 • RICORDO DEI BAGNI DI BRIOHTON gante Spa • (come s1 chiamarono in Inghilterra le stazioni tcrmah) a quello d1 R,ndtnz Il principe avrebbe fatto l'ideale v1tt1ma dt una nvoluz1onc come la francese: alquanto folle, stravagante, gavazzstorc, donna,uolo, scialacquatore, amante d1 ba,- sa compagnia, nell'età matura quando la pinguedine annullò quella che era stata l'unica sua vini.I, il personale pre:iotante, e lo converti in quello che un poeta chiamò • un grano Adone•, avrebbe potuto coronare degnamente la sua vita depositando la testa nel cci.tino della macchina del dottor Gu11lot1n. Invece, toccò a un altro gras"o signore, mnocuo e bonario; e 11principe di Galles non conobbe altra carretta che il furgoncmo balneare, e altro boia di • Smoaker •, ,l princ1pc,co 1mmcrsorc •, la cu1 sola ing1unz1one era, quando si avventurasse tropro nell'onde, d1 richiamarlo energicamente • ,\lr. Pnnc,, ,\fr. Pnnct, com, baclt. •. Ora che Bnghton aveva le sue acque, le sue bische, le sue passe~g1ate, e 11suo principe, altro non le mancava per rassomigliare a tante capitali d1 staterelh tedeschi se non una sontuosa RtsidNtz, una candida e solenne mole m s1tuaz1onc erTÙnente alle cui bronzee cancellate decorate dello stemma e dl!l monoj(ramma sovrano convenisse la folla, elegante e non elegante, all'ora del cambio della guardia, a veder sfilare magnifiche uniformi al suono d'una banda ga.1a e marziale. Non v'è Rtsidtnz tedesca che non ·unti un gabmetto cinese, ma lo sule orientale, considerato una saporou eccentricità da mostrare m qualche angolo appartato o, tutt'al più, 1n un pad1ghone isolato nel parco (come Pagodenburg a N'ymphenburg), gli architetti dei palazzi prmcipèschi tedeschi non si sarebbero mai sognali d1 usarlo pr0prio per l'edificio maggiore. Brighton, tuttavia, oltrech6 residenza d'un principe d1 Hannovcr, era città martttuna d'un 1m~ pero a cui, d1 recente, l'India era divenuta va"ulla Il principe teutonico po• teva, tcnu timor di ridicolo, adottare tutta la sgargiante pompa dei nababbi Ciò dovette intuire l'archttc.tto e costruttore di g1ard1ni J-lumphry Repton quando, entusiasmato dalle illustrazioni della Orientai Sctnery d1 Thomas Daniell, procedette, con l'approvazione del principe, a ncd1ficare m sule orientale la reggia di Brighton. Non si vuole escludere da alcuno (Osbert S1twell e ,;\,targaret Barton, nel loro volume: Brighton, 1935) un po11ib1le influs,,o della Favorita palermitana, cdi• ficata pure al princ1J>io del aecolo in sule cinese, e ai pen~a anche al pal.t,zzo d1 Hué, fatto erigere tra il 1790 e il 1810 da Gia Long, nuovo imperatore ddl' Annam gra~ zie all'aiuto dei francesi. In verità. un vago c•<>tismo mdo-cmese•aaracemco era d1 m,,da m Europa al principio dell'Ottocento, dal costume ftmm1n1le che gittava tropicale e le serre d1 piante rare e strane. Il Padiglione d1 Dnghton fu come la quintessenza d1 tutto que!!tO esotismo del primo Ottocento: cupole moresche, saloni e gallerie cmesi, e fion dappertutto, come in una splendida serra; e tutto ciò battezzato stile indù per ab1taz1one d'un principe d1 sangue tedesco emulo, nella vita privata. delle stra\aganze dei nababbi. Così sorse la pii.I ,1rana Rnidt,iz che ma, venisse immaginata, e G1org10 IV sarebbe passato alla i.tona forse come 1Ipiù pazzo dei sovra01 edificatori di strampalate regge, se i suoi generali non ~1fo-.~ero chiamati Wellington e :-;cJ,on e se il nome d1 Brighton, che tra il 1788 e il 1823 ~uonò altissimo tra il mondo ele~ante, non fosse stato coperto dalla risonanza secolare d'un altro nome, \\'aterloo. Stanco dell'ins1p1d1tà degli edifici contemporanei, d1udc -ne facciate che, se coronate da un frontone, 1i chiama\'ano greche, se coronate d1 merli, assumevano la qualifica di gouche, llumphry Rcpton scoprì dunque uno aule vano cd elegante insieme che si compiacque di definire • 1nd1ano •. • Sotto 11nome d'architettura indiana può comprendersi l'indostana, la gentù, la cinese e la turca, la quale ultima è una mescolanza delle altre tre•· Con idee così chiare in testa, non fa meraviglia che l'architetto giungesse a una creazione singolarmente composita. Sosteneva anche che 11gouco derivasse I suoi mouv1 ornamentali dal germoglio, il greco dalla foglia, l'indiano dal fiore. Così 11Padiglione d1 Brighton (101z1atodal Repton e compiuto da John '.'Jash) venne a rassomigliare a uno d1 quei modelli ingrand1t1 e sezionali di fiori che s'adoperano nelle classi di botanica: le sale, con quei loro munensi lampadari a ombrelle cinesi, son come spacuti calici entro cui si proiettano mostruosi stilo e stigmi; e 11mondo vegetale è suggerito da ogni aspetto, dalle ntnfec aperte a ra,z:~era nei soffitti o raccolte 1n cima alle torcere o arricciate a formar cap1tcllt d1 colonne, da, finti bambù dei pannelli e dei mobili, dalle piante tropicali 1crpegg1anti dipinte sulle pareti color pesco; lino nella disadorna immensa cucina, 11cui soffitto è ,ostcnuto da quattro palme metalliche sottili come quelle che figurano nelle 1llustraz1oni della storia dt Paolo e Virginia_ La galleria cinese, ,llummata da un lucernario d1 vetri policromi, nel cui centro figurava l'imma't1nc d1 Lm-1h1n, il dio del Tuono, volante tra 1 ,uoi tamburi, formava la parte più sugRcstiva e segreta d1 queno palazzo tro• picale. Il dio del Tuono sosteneva con la dcatra uno scettro o ma7za destinata a percuotere I tamburi, ma degnava impiegare la sm1stra a un ufficio più utile a1 mortali, quello dt sorreliocere un'elegante lampada d1 vctn colorati, ,cmtillante d1 grappoli di cristalli prismatici. Il caminetto a'apnva entro una cornice di bamLù curiosamente irrutati in ferro e ottone; nelle nicchie vegliavano figure di cinesi d'ambo I sessi, nei loro propri costumi, fatte di stucco verniciato di brillanti colori; dal riquadro del soffitto pende van campanelli e lanterne figurate di uccelli, fiori, insetti ed emblemj mitologici, il tutto dipinto a colori • molto efficaci e impressionanti•; e v'eran vasi cinesi, e sedie e sofà d'avorio variegato d1 neri rabeschi, e sui lucernari delle due scale che s'aprivano alle estremit~, apparivano d_a un lato il drago imperiale, dall'altro 1I reale uccello chiamato Fum, creatura di amnurevole bellezza che vive nelle montagne presso Pechino ... Tutto doveva essere Aoreale in questo palazzo eretto a sfida dei rigori del Nord. Tanto annunciava 11motto dell'architetto:• Flora che molcc Inverno•· Inverno, nella figura del frontisp1z10 dei Dcrigns /or lht Pavil/o,i at Brighton urrùlmente dedicati dal Rep• ton al principe d, Galles (Londra, 18o8), è un vecchio imbacuccato e stivalato che si scalda a un braciere, a cui s'appressa a passo di danza una Flora classica e succinta per tessergli intorno un serto d1 fresche rose. • Hic V er assiduum atqut alitnis mtmib11s Atstosa: l'ingegnosità dell'architetto supent,a se Stf'!IISanel cercare dt mantenere ~h abitanti del Padi~lione nel1'1llusionc d'una perpetua primavera. I 11mm del non ,·asto g1ardmo dove\'ano essere occultati con \'ari esped1ent1, soprattutto, do'"unque fosse p..-:ios1bilc,con delle serre che attirassero l'occhio coi loro esotici fion, d'estate, e, d'm\•crno, con la permancm:a della loro vej1;ctaz1one. Una galleria ,·etrata correva torno torno al giardino, e nei punti m cui piegava ad angolo era collocato uno specchio che nAettessc 1I braccio successivo sì da dar l'illus1one, a chi \'Ì passcggia\'a, d'incedere per un'infinita prospettiva d1 fiori; ma d'estate I vetri eran tolti, le gallerie divenivano perj<olat1, l'arancera si trasforma\'a in chiosco per la musica, e le uccelliere s'cmp1vano di fagiani e d'alm uccelli dal vivace piumaggio, L'architetto r1corre\'a a un abile trucco allo scopo d1 dimostrare, nel volume dei suoi Desif('1Sfar th~ Pat:illon, la bontà det suoi progetti. Lt-tavole a colori, ad apertura di pagina, mostra,·ano l'aspetto presente del sito, con le sue case modeste, ti suo poco appariscente palaz1.o d, stile classico, i suoi prati rustici e disadorni; ma se s'alzavano certe strisce sovni.ppostc, ccoo che appari1,,·am tutto il suo splendore dt fata morgana la mole moresca con le sue cupole e le sue gughc, e I prati s'animavano di fiori ,n spalliere, in aiuole, m canestri, e intorno ai chioschi dal tetto a pagoda s'adunava una folla multicolore, emula dei fion, d1 nobildonne, d, ufficiali, e d1 dandits, ad ascoltare qualche tmtmnabulantc marcia turca suonata dalla hancla dei dragoni. G1org10 IV, come molte persone grasse, amava gh ornamenti vistosi e lucc1cant1, e quell'atmosfera d1 giardino d'ozi e d1 delizie artificialmente creata sotto 11 pallido cielo dd nord. Quando la sua pinguedine, cogli anni, crebbe oltre misura, furono necessari un piano mchnato e una poltrona a rotelle per issarlo sul suo cavallo, e I caricaturisti dell'epoca ce lo rappresentano spinto su quella poltrona da una. scorta d, lacché camuffati da c1nes1. Reuccio da statcrello balneare, sovrano da operetta, questo grasso dandy a cui Napoleone doveva scrivere: lo vengo, come Temistocle, a sedermi al fo~ colare del popolo inglese. M1 pongo sotto la protezione delle sue leggi, che invoco dalla Vostra Altezza Reale come dal pili Potente, dal più costante e dal più generoso dei miei nemici•· Temistocle e Artast':rse; ;\'apolcone e Giorgio JV; 11 parallelo era anche più preciso d1 quanto Napoleone unmaginasse, poiché il sovrano alla cui clemcn.la egli si affidava era, quasi che i suoi gusti e la sua vita ai fo'.'lt-erocosl sv1luppau per completare la simmetria d'un ricorso storico, un molle u1at1co. MARIO PRAZ l~ ~~!!&,~~@ DI HALLO r:, E: ~·fOLTA prevenzione per quel che J!a riguarda i maestri di danu e i ballerini dei grandi al~rghi: si t portati, di solito, a considerarli persone frivole e di poco conto, per quel loro mestiere che conSlste nrl far ballare le clienti e nell'infondere animazione, con un'allegria d'obbligo, alle feste. Eppure, a considerarli un poco più da vicino Sere or sono, in una piccola città balneare, andai ad una !eua sulla terraz:ta di un albergo. Il tema, annunziato dai manifestini distribuiti sulla spiaggia, era • Fanuuia veneziana >, ma tutto si riduceva a qualche lume a palloncino appeso fra le arcate, e a due pupazzi in bautta, ritagliati nel cartone e messi agli angoli. Gente, al solito, cc n'era moltissima, tanto ch'erano stati aggiunti dei brutti tavoli in ferro e delle sedie sbilenche, e, al bar, eiaur·1i ormai i serviz.i buoni, s'u:1 dato mano ai bicchieri fuori uso e allt chic. chere scheggiate. Chi dirigeva la festa, gettando di 1anto in tanto palline e stelle filanti e tenendo J'occhio i settori più silC"nziosi, era naturalmente il ballerino dell'albergo rhe, in giacchttta bianca corta e colletto inamidato, appari,·a pierio di brio e di volontero,a attività Osservandolo, mi ~embrò di ravvinrc, sotto alla hri!iantina che rendeva corru• schi i suoi capelli, una fisionomia nota: e, poiché non balla\o, ebbi tutto il tempo di 1iflct1ere, finché conclusi che il signore della festa dove,a c-s.screun mio vc-cchio compagno di scuola Ogni dubbio scomparve -iuando vidi con quanta enc-rgia egli sapeva difc-ndere dai di('nli più avidi il vassoio dei e~tillo,u, e quando, dal palco dell'orchestra (' a11rav('rWil m('gafono, lo udii richiamare, in unA lingua che pou,·a sembrare e10tica mentre non era che gergo della nos1ra città natale, I(' coppie che gremi\'ano la pista Chiesi al cameriere chi fosse il e maenro .-. e E: il conte Rodolfo•• mi rispos'", con aria incert..i, ma non riuscii a ~apere di più Nel p0meriggio del giorno dopo, tornai all'albergo sulla terrazza i camerieri Stavano sistemando gli addobbi pt>r la festa della sera, 10tto la direzione del • conte • che, in maniche di camicia e con i sandali azzurri, dava ordini con aria svogliata Mi sedetti a un tavolo e feci dire da un cameriere al maestro che desideravo salutarlo. Appena mi fu vicino, lo chiamai col suo vero nome, ricordando i nouri anni di scuola. Fu sorpreso, ma non incito, dis~c ch'era lieti.,~imo di vedermi, e cominciò a parlare in dialetto. e Vengo qui da un paio d'anni •• mi confidò, e e mi ci trovo bene Sai che ho fatto il giocatore di calcio guadagnavo discretamente- anche là, ma da allora mi son rimasti dei dolori nelle 1(a1&1be e debbo far delle sabbiature Col proprietario dell'Ja6t~! ..1amo amici, e cosi t facile m1cndersi: m1 curo la salute e guadAsno qualche biglietto da mille .-. Chiesi come mai avene interrotta cosl presto la sua carri('ra sportiva e Cota vuoi >, mi rispoae con aria ~tanca, e bc\·e,o, e, del resto, bevo ancora ades«>. Whisky durante le feste, e, nelle sere t'he son libero, qualche fiuc:o di vino, gioe:.. .::.n a scopa col moit'6 e col segret:1.rio l! la roba migliore, quella che rovina meno lo stomaco.-. I suoi occhi erano infatti acquoAi. svagati al duo portava un grosso ani:-llud'oro con uno stemma gentilizio, e, sulla camicia di seta, apparivano ricamatc tre iniziali e Sf" non mi ~ba'l'.lio, tu ti chiamavi Giustppe Gobbi e basta •• ch1f"si. « Un po' alla volta mi hanno fatto di\.'Cntare conte e Rodolfo ~1arta •, mi rispose e che ci vuoi fart-, son tulle cov per far colpo su queste quattro sceme che trovi in giro> « :-;on credere però cht io resista tutto l'anno a far queua vita •, riprC'sc,dopo che si fu aiuto per chiamare pdandroni due facchini che porta,·,mo delle palme, e una voha cc: la facevo, ma orma, sto camb,a11do \!rada. o·inverno vivo a Parigi, dove, con un socio, mi occupo di rappr('S('ntanu queHo è l'indirizzo, ,e: 1i intcrrna. >, e mi diede un biglieno da \isua, dove, sotto al ,uo nome vero, appariva la scrit1.1 e Dolci tipici italiani e olio d'oliva•- « t una imprC",a che rende be-ne>, \Olj:~iuns-e,e e c:he promette buoni utili Solo, de\'o cercare d1 girar al largo da, posti dove c·è una roultttt, sc no mi mangio tutto• Gli mtere~'6 mollo saperC' se cono'\C'evo gentt in Liguria e Potreui mt-t1ermi a contano con quakhe produttore d'olio •• rng- ~t-rì e Sai, mi intcres~no solo IC"lattine li1ografatc da un litro, possibilmente con la dicitura in francese, e in casse da ventiquattro. A Pari~i va moho il u:me, ma stiamo lavorando per far entrare anche l'oli,;i, solo ci vuole un '' vtrgint dorato•• molto limpido e poco grano>. Non potc:vo es'('rgli utile, ma lo ,en1i,·o volentieri par• I.Atf' come una pc:nona seria, t lo lasciai dire: fir,ch6 un cameriere l'interruppe, os- ,ervando che si preparava un temporale. • Che me ne importa >, rispose il maestro, e basu che non pio,·a mercolrdl che è la mia •· 1j:ala Dovresti ,enire •• dis,e, rivolto a mc, e con degli amicì t una ~Ila !cua, e poi io, quella sera, ho un.l pc:rantualr di cinque lire pu o~ni bibita>. e L'anno scorso>, osservò il cameriere, con una !accia da schiaffi, e la sera del maeuro ha piovuto gros«> cosi >. e Va sulla forca tu e lui>, concluse il conte Rodolfo, ma senza troppa acredine: r, vista una clirnte drll'albtr'l'.O che lo chia. mava con grandi gesti, mi salut~ in fretta per andarla a raggiungc:re. « Scrivimi poi per quell'olio>, mi disse, • ma non parlarne qui in h81d. Ci sono di quelli che c:trte cose non le capiscono •· MASSIMO Al,BERINI
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==