Omnibus - anno II - n.35 - 27 agosto 1938

(CON'TlNUAZ. DAL NUMERO PRECEDENTE) ON molti anni prima che Teresa incominciasse ad avere 0 q~ci do~i straordinari che ab- ~,,-,.,$ biamo ricordato, tutta la Spagna cattolica si era esaltata alla vita, alle rivelazioni, ai miracoli di 1111d clari,;;sa, di suor Maddalena della Croce. Chiusa in un monastero ancor fanciulla, questa e vergine di5ce,;a dal c1c-lo :t, come per trent'anni fu chiamata, aveva stupito per le sue penitenze, per le manifestazioni soprannaturali che si verificavano durante l'orazione. Si credeva ad una di quelle apparizioni rare che sc~nano una data nella ,;toria della santità. Re, principi. pontefici la consultavano; ,;uor Maddalena svelava segreti impenetrabili. vedeva fatti lontani con mirabile precisione, profetava a distanza di anni, faceva miracoli, aveva estasi, rapimenti, ,ol1evazioni da terra. Un giorno, fu nel 1546, davanti a un visitatore apO• ~tolico, presa, forse, dal rimorso, forse colpita dalla grazia, gettando,;;i ai suoi piedi. confessava l'incredibile commedia, accennando a certi oscuri patteg- ~iamcnti col diavolo, svelando una vita di oscenità e pratiche s:i.crileghc. Era naturale e umàno che poco più di dirci anni dopo un'altra suora chr avesse incominciato a parlare di visioni. fo,;sc andata in estasi, fosse caduta in deliquio, trovasse ancora gli animi sfiduciati e sospettosi. Senza dire che alle compagne, gelose del suo presti~io per quelle tante sue amabili qualità, quella vita nuova intrapres:i. d:i. Teresa improvvisamente e come di rorsa, doveva far dispetto quasi che ella volesse prime~giare anche nella virtù e volesse apparire addirittura sant~1, Avila poi non era altro che un enorme convento, e delle stranezze di una suora si sarebbero interessati non soltanto sacerdoti e uomini devoti, ma tutta la città. Difatti non andò molto che si incominciò a gridare allo « scandalo> finché un consi~lio « di uomini molto pii > non dichiarò che Teresa de Ahurnada era suggestionata da forze diaboliche; essendo anche inconcepibile una santità. come era quella di Teresa, senza straordinarie penitenze e mortificazioni. Se l'assicurazione, che i suoi doni erano da Dio, avuta da Francesco Bor- ~ia, il famoso duca di Gandia 1 che in ve5.te di gesuita passava per Avila dopo avere ascoltato la confessione del vecchio Carlo V, penitente nel convento di San Giusto1 ridonava tranquillità a Teresa, non era della str11.saopinione la gente che con le suore la vigilav:1 e spiava per condurla colpevole davanti al tribunale della Inquisizione. Lotta inutile, ché le sue a~rcnsioni mi,;tichc si facevano via via più straordinarie e ne,;;suno ormai ~apcva darsene spiega1ione i fino a quello strano e unico miracolo, accaduto, • come ella racconta.. in quc,;,to periodo. e-che doveva c,;serc. nei suoi effetti fi- ~ici, conosciuto soltanto dopo la ,;u,1 morte. allorché, aperta, li: fu trovato il niorc trapa,;~ato da parte a parte. « \"idi un angelo accanto a mc, dal lato sini<.tro, sotto una forma corporea., non <•ra alto, piuttmto pirrolo. belli~- OHlERIOHETTl SPAGNOLI ,imo, col viso tanto infiammato che sembrava dover essere un angelo di un ordine superiore... Gli vedevo nelle mani una lunga freccia d'oro con una punta di ferro che mi sembrava avere un po' di fuoco. Mi parve che egli mc la piant:is~e nel cuort' a più ripre~. e che quella freccia mi penetra,,c fino alle \ isrerc... il dolore er .l co,ì forte che mi faceva gemere ... ». 11primo gennaio 1562, accompagnata da Giovanni dc Ovalle, suo cognato, e da una suora, Teresa la,;ciava Avila per Toledo. Dopo Bccedas era questo il suo primo viaggio. Mentre in Avila e nello stesso monastero le contraddizioni si erano andate moltiplicando, il suo nome era uscito dalle mura e 11.di iffondeva nella Spagna per opera principalmente di due ,anti, noti:,,- ,;;imi, e di grande prestigio, Francesco Borgia e Pietro d'Akantara, l'uomo che per la sua magrezza e pareva fatto di corteccia d'albero». Con Toledo incominciarono quelle peregrina;,-ioni dei suoi ultimi venti anni per cui il Nunzio di Madrid 1 in un momento di ira, la doveva chiamare e donnirci110la vag.,bonda ». Vogliono che Teresa sia stata spinta ad uscire dalla solitudine cd abbia cominciato quella vasta rifonna che doveva rinnovare in buona parte la vita religiosa spagnola, dopo una terrificante visione dcli' inferno drlla quale ci lasciò una stupenda de~rizione nella Storia della propria vita. Non sarebbe stato possibile, più giu'itamentc, nel secolo della controriforma e ai giorni di Filippo I I. che un santo spagnolo avesse esaurita la su,t santità in un angolo solitario di una cella monacale: sarebbe ,;;t,1toin troppa contraddizione col '!uo genio nazionale t.:hr, proprio in quec;ti anni, suscitava il formidabile 1..'· <:;ercitocapitanato da Ignazio di Loyola. Ai rumori dell'invasione « di quei disgra1iati luterani :t che salivano ,;em+ prc più alti ai confini della va'itJ. monarchia, Tcrrs."l si sentì presa da una febbre di agire che le c;tritolava le osrn; ma « ero donna>, e,;clama, « e mi vedevo nell'impossibilità di c;ervirc- in alcun modo la causa del mio signore». Allorché, quindi, un giorno del 156o una sua nipote, che non era J>Oivirtuo+ si~sima, lanciò l'idea di costruire un convento ove in poche avrebbero servito più tranquillamente e più intemamcnte il loro Signore, Teresa. pur misurando i rischi e le difficoltà grandi cui c;:\rrbbe andata incontro, si mic;csubito all'opera. Secondo la sua mente 11d.ioveva co,;tituire un manipolo di anime preganti per coloro che dovevano combattere. poiché « dal braccio ecclesiastico, non d.-tl secolare, deve venirci l'aiuto». Non è pos.sibilc seguirla in questi ultimi anni della sua vita operosa e lumino-:a. Cosa strana è certamente il fatto che questa donna, vissuta fin dalla fanciullezza nell'atmo"fcra jr. reale di un convento, a quasi cinquant'ann: ~i sia data a!l1anività pratica con un'e<ipericnza come fo~sc sempre visc;uta nrgli intrighi di una vita mondana. Giunto il suo ultimo giorno1 tra la /\ndalmia e le Ca\ti~liC' aveva fondato diciotto mon.1,teri in un alternarsi di \'icendc più tri,ti che fietc, vicende che 'ùtto la ,;ua penna prendono un ~aporC' di e-piche av\'cnture, non '-Cnza talvolta la 'IOttile ironia di don Chi+ sciottc .. \d ,hila, ove ebbe inizio l'opera, aveva mcontrato l'opposizione dei ,uoi concittadini che erano \Cc,i nelle- piane a tumultuare e nd Com1glio avr\',lllO decretato di abbattere k mura del comcnto; a Siviglia, una ra• 'Jazza, perché allontan,Ha come inadatta alla vit.l rcligio,a, aveva accu,ato le \UOre all'lnquisi1ionc con calunnie brutti~11.imc'iC non foc;sero ,;tate \·ergognosC'. Xaturalmcnte anche nrlla 'iU,1 vita doveva entrare la pana e hizzarr,1 principcs,;a di Eboli, il grnio male-- fico del regno di Filippo I I, l'am,ultc e complice del 'iUOsci;;retario, il ,;inistro Antonio Perez. A Toledo, dove era stata in,iata dalla duchessa della Cerva, giovani11.,ima vedova inconsolabile della rccc-ntc mor~ tf' del marito, Tere,;a aveva 'icritto l,t ma prima opera, la 1 'ita. La principc,;11.dai Eboli, in 'iCguito, pi\1 per ambi1ionc rhe per pirtà. aveva anch'es+ ,a invitato Teresa nel castello di Pastona e a\'C'V,\ voluto cs,;;cre munifica CO!.trucndolc un monai;tcro. Fratt,mto con insi,tenzc contmue le avev., carpito il manoscritto della Vita e non aveva trovato mai il modo di ritornarglielo; lo :n:eva portato a cortt e lo aveva fatto correre tra le amiche. Quando Tcrc<:;a tentò opp<irsi a certe sue inaudite ~tr,u1ezzc - mortole il marito, nello stesi;() giorno era cor,;a in convento, c;i era vr-~tita da. suor.i con le c;ue cameriere e si era eletta badessa I l'aveva denunciata all'Inquisizione come sospetta. Le opposizioni non poche e non li(•- vi incontrate nei primi anni di queste fonda1ioni femminili, che a dir \·ero .1vevano ottenuto l'approva1ion'" delle gerarchie C'cclc,ia-.tiche, dovcv.1.- no convcrtiNi in una lotta tcmpe:stoc;.a allorché Tcr<',a \'OIIC'c,;tendere la ~ua riforma nel campo ma~chile. I suoi mona,;;tcri dipcndc-vano dall'antichi,;;-:j. mo ordine dei carmelitani nel quale la disciplina si era fatta as~ai morbida e IC'ggcra, ma non le fu difficile trovare anche in meno a costoro taluni religiosi che dovevano porre in e!ecuzionc il loro disegno. Primo fra tutti il minuscolo Giovanni della Croce, « uomo celeste e divino». come Teresa lo chiama nelle sue lettere, e famoc;o nrlla storia della santità e della poc,;ia; poi fra Gerolamo Gra1iano, figlio di un Grande- di Spagn:11 ..;cgre1ario di Ca.rio \'; infinc1 fra Am. brogio ~!ariano, napoletano, vecchio intendente della regina di Polonia, co+ mandante dei cavalieri di ~!alta, uno degli eroi di San Quintino. Al tent.1tivo di Tcre,;;a di di1;taccare c;e stessa e i suoi uomini dal vecchio tronco ddl'ordine del Carmelo per rendersi autonoma e indipendente, fu un allarme improvviso e generale, fu una lotta di anni lunga e tenace, che pose in pericolo tutta la sua opera e parve minacciarnr l.1 di,tru;,-ione a.11.solutaL. o stt'<i.<iO Filippo II, ,;c('sOin suo aiuto, sembrò un momrnto impotente ad arginare quell'off<'nsiva diretta dal ~unzio, per il quale Tercq c-ra ancora una donna turbolenta, ambizio~a e vagabonda. I ~uoi amici e dic;.ccpoli furono dispersi: Giovanni della Croce, l'amico dilettis- ,imo • che avr<·bbc prefrrito vrdPre in mano ai Mori piutto~to che in mano di quella gentr :t 1 veniva preso, chiu-.o in prigione, i11 una di quelle o~urc prigioni conventuali della Controriforma, e ferocemente battuto; Graziano, na~o~to con il timore che si vole,,;;c ucciderlo con vclC'no; Tere~a ,;tc1;sa,chiu~a e guardata come pri~ionirra m un convento. Parole 11.ordce Jootanc, que-,te, per ricordare un travae:lio di anime, un dis- \Olver-.i di corpi, l'eco dei quali suona anrora in quC'i poemi mirabili che so• no la Salita al monte Carmelo di Giovanni della Croce e il Castello dell'amma di Tne~1.. Poiché TNe'-a, affondata nella lotta con tutta l'anima, tra un viaggio e l'altro per le as,;olate strade di Andalusia o per lt' forre gelide drlle !l;ierrr-di Ca,tiglia. aveva la volontà e il trrnpo e Lt forza fi,;ica di scrivere continuamrnt<'. Raccontano che vi dedicasse le ore- d<'lla s<'ra tarda. La cella si ,arebbc illuminata di uno strano splendore. As,;0rta in una specie· di c..tac;i non si accorgeva di chi, aperta leggerm<'ntc la porta, la stava os,;crvando. Una luce l'avn·hbe circondata ..oprattutto nel volto, mentre le labbra sorri• drnti le ridavano quella strana bellezza o,~rrvata nri rapimenti. Le dita vola.vano st•n,a intrrruzioni '>U pa~ine interr come S(' -:crivessr ,;;otto dettatura. 1'on c;j creda però a un i~la1m·nto di Terc,a, a quell'i,.olamento eh<' le ,;;a. rehbe ,tato più duro e più crudelr di qualunque lotta. Llomini di grande ~antità e ..cienza, darne tra le più nobili di Spa~na e devotic;sime la veneravano come ,;;anta e la s<'gu1vano colTI<m' ae..tra di vita spirituale. San Pietro d' Alcantara le indirina,a le lettere co,;;ì: e Alla mahmificenti,,ima e religiosissima donna Teresa dc Ahurna+ mada, della quale nostro Signore f ac~ eia una santa>; la sordla di Filippo ~econdo, la princi1>e,~a Giovanna, la voleva \Ua O<,piteogni \·olt,l che pa,;,- \a\'a p<'r ~adrid, Talvolta I c;uoi vi,tg• gi erano una lunga proce,sione di popolo; le genti c;ccndevano dai monti per vederb. scalavano i muri delle ca- ..e ove alloggi,wa; le campane ne annunciavano il pa~saggio e l'arrivo; le rit!à ,i rinr,~\vano fuori le mura cogli -.wnda,di in tc-,ta e l'accornpa'{na"ano alla cattedrale v»pra un tappeto di fiori. Tal altra volta. e più ..pr,c..o. i viaqgi furono tra le CO'-e più penose della sua vita, A C::t\·:\IIOdi una mula o in carri -.connrs11.i e traballanti lo• R"OrÒi suoi ultimi ::i.noi. Calori insoppo1tabili; osterie piene di avventori, ove era costretta passare un'intera notte in piedi; pac;sa.e:giodi fiumi che, comr al Guadalquivir, travol~evano la bar• ~ l·.i, "ic 1,,pe,dutc nc-11,\none. ov'clla ri• m~\TlC'\'asmarrita, ,;ola colla ,;ua mula, fino all'alb::t: tutto sopportando con una SC'renità imperturbabile, con una gra;,-ia '>Cmpre '-Orridr-nte; non tra.lasciando fino all'ultimo di filare alla ~ua rocca i ~crivendo un numero grande di kttrrc agli amici e alle arniche diffu,c un po' dappertutto. mcntn' trm·ava il tempo per tagliare e cucire la tonaca all'amico e fratello Giovanni della Croce; di pr<'occupar11.idei frate-lii e delle ,;orc:-llerima,te nrl mondo; dcll'educa1ionc delle nipoti che amava come fo,;- scro nate dalla ,;;uacarne: Trresita SO• prattutto, foNe per il nome, for-.c per la .'{fazia innocente della 'ili<\ fanciulkn:\. :\C'lla quaresima del 1581 la ,;ua oper,ì riceveva il riconoscimento ufficiale nel capitolo di Alcalà, ratificato da un breve pontificio. col quale i suoi convc-nti, sia maschili che femminili, ri+ C<'vevanocomplrta indipendenza. L'antichi,;,;ima severità di vita ritornava co11.ì nei conventi del Carmelo, ove, in povertà as.(()luta. uomini e donne avrcbbno pregato as,;iduamcnte per la vittoria della Chiesa di Cristo. Nella lott,1.<' nel trava.glio di quc-sti ultimi .vent'anni Terc11.aaveva dato b ~rande misura. di sé ancora in altro modo: colle sue opere mistiche, che la ponevano tra ì più grandi scrittori di Spagna e del mondo, tra i più alti mi,tici della Chie~a. 'iicché, unica donna, un giorno ne avrebbe avuto il titolo di dottore-. ~fa la lotta l'aveva logorata e disfatta. Avrebbe voluto morire nella sua città di Avila, nel -.uo rnona,;;tero di San Giu,eppe. Il 2 gennaio 1582 partiva pC'r Burgo ... la città del Cid. Era un inverno rigidi,;;,;imo; una gelida tramontana sollevava cumuli di neve sotto i piedi dei viaggiatori; i fiumi erano 'itraripati, i ponti talvolta sommer11.i. nelle strade le carrette affondavano a tutta ruot:-i..Arrivò a Burgos che sputava sangue, rattrappita, colla lingua qua,i paraliuata. A Burgos l'arcive~ovo, i capi della città, una parte del popolo, le erano contrari'isimi. ~1.i.l ric<'vuta, Tere-:a, colle sue compagne, fu co,;;trrtta ad alloggiare nel granaio dell'ospedale, freddo cd espoc;to'a tutti i \·enti. Agli altri mali ~i rra ag-~iunta una piaga alla gola, Bruciata dalla febbre, un giorno, non potendo in~hiottir null:\. chiese delle arance dolci. Avutrne dc-llr bcllì ..sime da una signora, quando le ebbe viste, le nascose nell'ampia m::\llica, sce,e nella sala ove ci ano gli .1mmalati e le di,;;tribuì ai pili poveri. Scmhra che al tocco della ,;ua mano gli infermi si sentic;,;cro improvvisamente migliorati, qualcuno addirittura gua.rito. Dopo alcuni mesi di contraric1à. l'arcin,ro\·o. il più duro, rrdrttc e il mona,;tero venne fondato. P<'r P,1kncia, \'alladolid. ripre,(• la via di A<'ila. ma a ~Icdina un ordine del provinciale la invita\·a a diriger,i vC'rsoAlba ovr la ducht' ..,a, ua antica amica e grande benrfattricc, volc-va vederla e o,pitarla. Lungo il viaggio i suoi mali crcbbrro invc•ro,imilm!·11tr. Una ~ra p<>i.capitati in un villa~gio poverissimo, non furnno trovau chr pochi fichi; le compagne, ron Trr<"sita, piangt·vano dal dolore di v<"d('rlada un momento all'altro morire di male e di inedia; che si accrebbe il giorno dopo allorché più avanti non trovarono che erbe cotte con cipolle. Quando la duchc~sa, informata della malattia, le mandò una vettura, era troppo t;.trdi. Giunta di ~ra, il 20 lf'ttt'mhre, ad Alba, non fu po,;sibil<' ,alire fino al ca'>tcllo e Tert·,a, -.C'c~aal mona'otcro, dovette subito corica"'i· La mattina dopo ~i alzò, visitò la ca,<l, ric,·vrtte la duchcs\a, pre~e parte alla vita del mona'ilero. Co\Ì fino al 29 11.eta·rnbrc,al+ lorché una violent::i. cmorrae;1a la c•.1Hrin<.enuovamentr a letto. ·L,l duchc - sa d' Alha, accorsa, non volle- allont.1nar<,cnc fino all'ultimo scn·rndola colle proprir mani. Trresa andava lentamente sprgnendo,;;i. La vi~ilia delJa morte, dopo aver ricevuto l'E,trema Umione r prima di metter,i in aizonia, \·olle e1,,\t'.rr cambiata complc-tarnc-nrr con biancheria di bucato, quindi prec;.cle mani della suora infrrmi(•ra e le strin..c lungamente, come a ringrazi.ula .. \Ile c;.cttc-del mattino de! 4 ottobre c;,j \'Oltò sul fianco ,ini,tro con t.n crocifis,;;oin mano e comr ,i rappre- "enta la ~L:tddalrna morr·ntt· :t, la sua gr.1nd(' protc-ttrice. Rima,t· in qu<'lla pmi;,-ione. immobile, fino ;1Jl'ultimo. VN<.0 le nm·<• di S('ra « tre le~geri c;,o. ,piri le ,;;fug~irono dalle labbra, cmì lievi che app<·na si potè percepirli, così '-Oaviche srmhrav,tno il ,;,offiodi un'anima tutta as,;;ortan('lla preghiera>. Raccontano cht• una certa suor Caterina, affacciau,i in quel momento a una fi. nf'\tra in una parte di,;;costa del conv<·nto. ave"''-<'\·i,to un lungo corteo di \e1gini v,•qiu· di bianro chr ~conavano la Santa e l'accompag:n;1,ano in Paradi~o, rn1•ntre-51.)tlO la finestra della cdla dov,· t·ra morta Terr,a un albero da molti anni di..,C"ccato e per metà \Cpolto ~nw IC"macerie ,i \.hti, imr-ron·i~.tmr-mt· di fo~lir e di fiori (fine) TOMASO BOZZA TRE T .\RT \RL:GH b, mentre panavano davanti ad un caffè, dec:~,.rodi prendere < qualche co1a> alla Hdta Entrarono cd ortiinarono birra e sigareuc-. Il propri("tario del lo.:alc portò la birra e ii sn.1sò di csvn sfornito di sigarette La tartanuza più anz.:ana in'tiun<c allora a \limi Oa più 'l'ÌO\·anf'd) i andarne a comprar!', all',:rne;olodc-Ila strada Dopo a\'l'rt' attf'SO dur anni, una dt-l\1:' tartaruehc 1i impazientì ed c!.Clamò « Do, e diamine sarà andata, quelli lcn• tona di ~imi? Se non <i \piccia a r;tor• nuc, finirò col bere b. sua birra .. >, :,;on :l\'C\a finito la fr:u,. ch,. una \'O<:(' riYf'llita ribat1è, da dietro l'inctrc<«>: < S" fai una cosa simil", t; (jiuro chc 1c ,i11;af'f'ttneon te le vado a comprare'>. \I Ft:N"ER.\LI dc! rc d'Imi;hiltcrra Edoardo \'Il, accanto all'imperatore Gugli<"lmo 1 I fu me~.so il prcsidcntf' Teodoro Roosevelt. .\d un Cl."rtopunto l'imperatore si piegò Hrso Roost-\'elt,. i::limormorò con affabile condiscendenza· < Si11;norRoo~cvelt,farci \-okntirri ql.lat• tro chiacchiere con voi dopo la ctrirnonia Venite a tro\·armi ver«> le <t>i.Potrò contt'der\i una quarantina di minuti E Roost-\'Clt,inchinandt><i,rispo~e • R('sta inteso, maestà, alle ,ei "·t-rrò a trovani. 11a ~fortunatarnent<'no~ potrò accordarvi che una \'Cntina di minuti>, • DOTTORE, quanto mi prt-nd<-rrsuper fare una \'Ì~ita a mia mo~lie eh<' 1ta a tr<'nta chilomttri di qui> chi<"~ \bramo. Cinquanta lire >. i\'on ne ho che trentacinque >. e Va bene. Andiamo>. 11on1. ., ntll'auto rlel dottore, Dopo i trenta chiloml:'lri, Abramo \Ì aba • e, qui •• dice. • F. do\'·è la mala1a?•· < Non ci sono malati. Volt-voarri\'tlf'f' a casa mia in au10. Un'auto di piana mi sarebbe costata, a causa del ritorno a \'UOto, cento lirr, Tante ii;ra2it-e, arr:\Tdcrcì r > IN un autobus un signore ,cmbra dormire profondamtnte. Inquie10, il biglit'ttario lo ris\·e~lia ver~o la fine d('lla cor--a: • Signore, u- dormite \·i dimentich,·rrtl' di ~cen. derc alla fermata>. < 1fa io non dormo>, ri~ponde il viag- ~iaiore. • Non dormitc? 1fa <c a\ ere gli occhi chiusi da meu'ou 1 >. • Sl, ma per un'altra cosa non posso vrdl'rc le donne in pit"di. >. UN\ PICCOLA bors:hesesi presenta un giorno agli sportelli d'una banca portando un assei.tnoal \uo ordinc di 2000 lirt e spieg:i.all'impiegato: ' « Ho chiesto a mio marito, che è: in Africa, di mandam,i del denaro, ed ecco qudlo che ricevo. Che si~nificaquesto pez• zo di carta? :t • t. un asSt'gno di 2000 lire al \'O\tro ord;ne. Basta i;cirarloe \'i rimctt('rtmo 1a \omma cht vi spetta >. «Girarlo? E che vuol dire> :t. < Ba~ta che meuiat" la \-Ostra firma sul rovescio dtll'a<\e~no>. Quando l'impi<'Ji;:Uporende l'assegno fir+ mato, kl{gf'. < La tua amata sposa, Eugenia :t. IL _PRINCIPALE chiama David Lc\'y e gli dice: • Non riesco a c:i.pirecome mai con venticinque dollari alla S<'ttimanaeh~ vi do, po§siate condurre una \·ita così lussuosa. Vestite come un principt' e fumate d<"IICtigarette fininimt· I >. < Egr<'gioprincipale>, rispos'"Oavid, e se volctt po~~o\'Cndcre anche a voi uno dt"i cinquant,'\ biglieui, da un dollaro l'uno C'Oni quali ogni settimana meno in lot~ t<"ria il mio ~tipcndio di vt"nticinquedo! lari L'eternoimbroglio Sì, meritano di essere imbrogliati quelli che chiedono una Saponetta al Lysoform e si pigliano senza p1otcstare una delle infinite imitazioni di minor peso e scadente qualità contentandosi della forma e del color verde: ma quando capiranno che le imitazioni sono fatte per ingannare il pubblico? Non bisogna far la fì. gura del minchione e ricordarsi che le vere nostre Saponette verdi igieniche e purissime sono incartate e portano chiari i nomi di Brioschi e Lysoform. A AchilleBrloschle C. re Milano In ••Quo vadh .. I bel\inima Pop• :ca di ritorno dall' Accadia era ieaulta nel ,uo corteo da. duecento animali che (or• oivano il latte per il ,uo baano. . I\ latte ha cootnbuHo in tulle le età a mantener~ ftuco e bello 1\ vi,o e il corpo. Ua ,apooe preparalo al vero \atte di mucca è il I CLASSRIICZIZOLI DIRETTIDAUGOOJETTI È in vendita nelle principali librerie il tredicesimo volume della uccoha: OPERE DIGIUSEPPE MAZZINI A CUllA DI LUIGI SALVATOR.ELLI VOLUME PillMO, LETTERE R.apprescntnione viv.acedi un gunde periodo norico, .alfermnione di v.aloreptrm.anentedt"l!cpiù alte idealitl umane: questo sono le letteree gli opuscolidi M.az.- zini, le une e gli altri di carattere afhne. Tutto il primo volume di questa scclt.a è:dedic.ato alle l,tterr, che raccolte insiemee i\lustnte fanno penetrare immediatamentend\'intimitl ddla ccscienu m.azziniana.Si t cu+ utochc l'epistolariodiMazz·ni fosser.appresent.1tonella sua \'.trict.l di .argomenti, di toni, di corrispondtnti, pur facendo larg.apute .11le lettere familiari,specialmente a quelle alla madre, pcrcht sono le più belle e più umanamente significative. U pref.az.ioncd,i Luigi S.alv.1torelli, t in tutto degna d'unodei piùvi\·idi ingegni, dei più forti storici che l'lt.1\ia conti oggi L'open sarl. di due volumi. EJi{imu ,I; !.m, (ptllt r,mtl illfprt1111 ,-,, oro} . L. 50 EJl{io,u r•r• (;. ft'rx•..,t•• ,,,. lt1Kfio JorlflO r r11rl• _ff,".(r,1- ••I•). L. (>(} ♦ Ai primi di ottobre vcrd inizi,,t.1la pubblicazione a dispense settimanali di 64 p,gin, \'un, dclii OPERE di Niccolò Machiavelli S<rilti 1/uri<i t ltllrr,,ri l,11,,, f,o,,ili,,,, A CUI\A DI ANTONIO PANELLA RIZZEOCLE.IDITORI MILANO- PIAZZAO. Ek8A1 6

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