Omnibus - anno II - n.34 - 20 agosto 1938

~ A QUANDO il caro--cllo vcnc-~iano !lJ della pellicola è stato ideato e funziona, \\'alt Di.sncy è stato sempre di scena. Gli altri dovevano fa. ticarc e ~tare in :im:ia fino all'ultimo spettacolo per ag({iudicarsi i premi più v_i'ltmi.Dìsn<.•y,con le ,uc- operette, era sicuro in partcma del premio di categoria. Non c'era lotta. Quest'anno la cosa è: diversa. Egli 'li presenta con un'opera di mole ordinaria e concorre con gli a.Itri film di lungo mctrag~io al µrimo premio assoluto. Gli anni scorsi i suoi filmetti erano il desurt della mostra, qucist'anno Bimuaneve t i JtllU natii è uno dei piatti forti. Dire perciò che quest~t pellicola è: attesa dal pubblico, non è dire cosa banale. Del rr•ao Disney non è quest'anno lo stesso uomo degli anni scor,i. Fino a un paio di mesi fa egli era il signor \Valt Oisncy semplicemente. Ora egli è il tre volte dott. \\'alter Elias Dic,ney. Le due più autorevoli t·, verso i nuovi tempi, sospettose univcr-.ità d'America, quella di Yalc e quella di Ilarvard, gli hanno conferito, comr hanno, pubbli• cato tutti i giornali del mondo, la laurea di « dottore delle arti >. Ma non tutti i giornali h3nno pubblicato le motivazioni che accompagnano i tito• li. Dice quella della univer'-ità di Harvard: « l:n mago che ha creato una moderna dimora prr le Muse >. Ed ecco qudla ddl'Aten<'o di Yale: « Egli ha lavorato come una rhontagna e ha partorito un topo; ma con questo to• po ha conqui\tato il mondo>. F. raro thl' le due univcr-..ità v;.tdano d'accordo, ma quest'.rnno, per una coinridenz,1 curio,.,1, C'-SC hanno dato tre- !aure<" onorifiche agli \tc,.,i pCNOnag~i. A Di• ,;ncy. a lord Twaldsmuir. governatore .~cner:'.lle del Canadà, e all'eminente biochimico \\'cndcll ~vl Stanley. Quan~ do i neo-dottori si '-On mc~si ìn posa per la fotografia, il ~orriro più disinvolto, più cordialt-, più elettorale è parso <1 tutti quello di Di~ncy. « C"n sorriso da prc1;ìdcntc degli S. C. >, ,;;crh·cva il grave Sew r ork Tinus, e aggiungeva: « E perché no?>. ... Abbiamo detto che Disncy è tre voi• te dottore. La terza laurea glie l'ha data l'univeNità della California del Sud. Ma il maggior titolo di gloria per \-\.alt Oic;ney è l'annuncio da lui fatto in questi giorni che almeno il venti per C<>ntodei profitti di Bfoncanevc andrà agli ottocento impiegati, o meglio membri della sua semi-cooperativa bouega di artisti e artigiani. Si tratta, dai primi calcoli, di circa 800.000 dollari che, pcma Disncy, compenseranno in parte la loro innamorata fatica per B,ancaneve, e riscalderanno la loro ispirazione per Pinocchio, il pros"timo film di lungo metraggio della ditta. Quando Di11:ncyparla di Biancaneve, è quasi \empre per rilevarne i diretti e di.c;cutere la maniera di evitarli in fut1• o. E il suo futuro, per il momento, è rappresentato dalla classica marionetta di Collodi. La lavorazione di Piriocchio illustra mqdio e più di qual• o;iasialtra cosa la fondamentale coscienziosità di Disney, e quella dote elementare di tutti gli artÌ5ti genuini, vale a dire la sua incontentabilità. t da mesi che egli lavora $enza tregua a dar vita alla marionetta. Verso i primi di maggio, non so più quanti cartoni erano stati già disegnati; si sa solo che egli aveva già .speso più di quattro milioni di lire. Improvvisamente decideva di ,;:ospendere la lavorazione. Aveva sbagliato 1trada. E invece di ritoccare e riadattare il materiale già lavorato, lo distruggeva e ricominciava da capo. « Ci sono tre problemi fondamentali in Pinocchio :., egli spiegava subito ai giornalisti stupiti di tanta onestà, « e noi non avevamo risolto nes'juno di questi tre problemi finora : bisogna di- ~egnare una $:toria con un'az.ione CO· stante; bisogna creare una musica che accompagni l'azione e crei il ritmo appropriato ad e.,sa; bisogna creare dei caratteri e dar loro la vita. Se ~peste com'è difficile dar la vita a una marionetta! >. Un altro personaggio molto atteso quest'anno sul Lido è quello di Ma• ria Antonietta. Atteso per lo meno dai tradizionalisti, che vedono ancora e solo, nel cinema, lo spettacolo e più precisamente lo spettacolo storico. A costoro Maria Antonietta è dedicato. E costoro apprenderanno con piacere che il governo francese ha permcs50 alla ditta produttrice di fotografare gl'intemi di Versailles, permesso che era stato negato a Holly• wood sin dai giorni lontani in cui Gloria Swan.son interpretava nella maniera più hollywoodiana e meno autentica di questo mondo il pcnona~gio di Madame Sans-GCne. Il film ,arà partigiano? E partigiano per chi? Per i sanculotti o per Ja Corte? Dalle indiscrezioni che se ne hanno, non vi è dubbio che la tesi che :Maria Antonietta abbia meritato in gran parte la sua patetica sorte vi è combattuta strenuamente. Il film è basato ~ulla biografia di Stefan Zweig, ma naturalmente se ne allontana in più punti e specialmente in quelli suscettihiH di offusca.re la romantica aureola di martire della regina. Voi cercherete invano, per esempio, la famma battuta attribuita a Maria Antonietta quando le di,sero che il popolo di Parigi non aveva più pane: « E perché non mangiano le brioches? >. Coc;ì come cercherete invano qualsia,;;i accenno alla sua indomabile avver,;ionc verso tutte le riforme suscettibili d1 intaccare i privilegi feudali : o ai suoi ingenui ma instancabili int(ighi politici che facevano scriv<.•rea ,;uo fratello Giuseppe Il una lettera piena di sarcasmo : « Di che vi occupate voi. mia cara sorella? Di cambiar minic;1ri 1 forne relegare un ;i(- tro nelle sue· terre, far dare il tal mi• nistc.-ro a questo o a quello, far guadagnare un proce..~ a uno, creare una nuova carica dispendiosa a Corte, imomma parlar d'affari e servirvi anche- di termini pochissimo convenienti al vostro 'itato? Vi siete mai domandata con qual diritto voi vi mescolate negli affari del Governo e della monar-- chia france~c? Che 1;tudi avete fatti? Qw,li conoscenze avete acquistate per o,ar d1immaginarc che il vo,;tro parere debba e~serc buono a qualco"ta, spe• cialmcntc in affari che richiedono cono~ccnze così vaste? >. No, niente di tutto questo. Da quan• do la t!'~ta della wenturata cadde l!.Otto la ghigliottina non c'è stata, pare, una <lifc,a di Antonietta pi\1 appa.s- ,;ionata di quc,ta. La sovrnr 1i apparirà come una donna piena di virtl1 cristiane e -.oprattutto di quella n.0 1, vale .1 dire la rassegnazione, di cui ~l.1ria Antonietta fu in realtà quasi ~c-mpre o;provvi'Ha. Lo spettatore attr1Ho potrà o;coprire, alm<"no nella vcr- "one ori~inale, gli aspetti più intimi dc-i rapporti fra il re- e la regina; sono le "cene in cui Lui~i confessa ad Antonietta le ,;;uc ,;fortunate condizioni. dal punto di vi'5ta marit:'.lle e virile: confes,;ione scabrosis,;ima i ma il dialogo è: pieno di regale di,;;crczione. (A mc-no che non abbiano ,;oppresse le ~C'rnr all'ultimo momento). Gl'intcllcttuali del Lido a,;pcttano invrce Pigmalione, dalla celebre comm<·dia di Sh;i\\ 1 anzitutto perché si tratta del ~ran vecchio e poi perché è la sua prima opera portata sullo schenno. Del film non sappiamo gran che. Sappiamo che Leslie Howard 1 che è l'interprete principale, è anche il condirettore del film. Ma il vero regista è un giovane che ha buon !angue ndle vene: Anthony Asquith, figlio del famoso Primo '.Mini~itroinglese. Quando Shaw si decise a dare il comrn\O per la nduz1onc, ci fu gran festa ne-gli studi di Pinewood prec;o;o Londra, dove il film si sarebbe girato. I pc:aì grossi della ditta produttrice, gli attori, i tecnici, le maestranze si riunirono a banchetto per la cerimonia del primo giro di manovella e con solo un'ora di ritardo arrivò alli\ fine anche G. B. Shaw. Ci furono molti brindisi alle fortune del film, alle fortune del cinema ingle...e e non o;o più a quali e quante altre fortune. Alla fine. leggermente ,;eccato, Shaw ,;i alzò e c;tiuo~amcnte di,,;e: « Ho sentito rare molti brindisi questa sera, ma nessuno all'unica persona che effettivamente li menti, e non in questa occasione $0ltanto, ma in tutte le occasioni 1 e non in questo posto soltanto, ma in tutti i posti del mondo. V'invito dunque immautinente a bere alla salute e alla prosperità fisica, finanziaria e intc-llettuale di Giorgio Bcrnard Shaw ». BUON OUOliE Il giornalismo nel rud della California è dominato dai due vecchi titani W. R. Hcarst e H. Chandclcr. La sola voce indipendente m mezzo ai fonnidabili interes~i che gli organi di CIJ,lei due padreterni rappresentano è quella del Citiien Neu:s che si stampa a Hollywood e che appartic-ne a un certo H. G. Palmer, un uomo, cosl dice lui, pio, liberale, progressista; un uomo fanatico, testardo feudatario, dicono i giornaliiti che lo ,;;ervivano fi. no a l'altro jeri e che improvvisamente ,i sono messi in sciopero perché Pal• mcr si rifiuta di dar loro le p:ighe fissate dal ,;indacato della ,;tampa. Spiacente ma risoluto, Palmer ha ingaggiato una redazione di fortuna, sostenendo che, date le sue vedute liberali, egli era costretto a combatti.;re « per il diritto di regolare- il bilancio del suo giornale secondo le sue possibilità e secondo la sua forza economica >. Fra i teneri cuori di Hollywood gli s:cioperanti hanno trovato subito parecchi sostenitori e la scorsa settimana alcune celebrità cittadine, decidevano di fare qualco,a a favore dei giornalisti disoccupati 1 e una lista di cinquecento notabilità faceva il giro della città, subito riempiendosi di firme di adesione. Fra le quali: Miriam Hopkins, Melvyn Douglas, Gloria Stuart, Joan Crawford. Programma: una cocktail party cli beneficenza per gli ,;;cioperanti, e una passeggiata di protesta sotto le finestre del Citiien News, cantando una canzone d'occasione: Oh, il Citizcn News ha vedute libe,ali su tulto meno che sul denaro. Per zii ebrei tedeschi, per Rupert l-luthes esso ì dola come il miele. Ma, si sa, il Citiun News ha vedute lib,rali su tutto meno che sul denaro. L'onore d'intonare la canwne, sotto le finestre del giornale, è toccato a .Jcanette Mac Donald. A. D. JfOB.KJ. 8HEA:&Ell MELLA l'!RTE DI lUBU. iNTOIUETTA ()(,O.)(.) OINOER ROOEB8, DOUOL!8 PAIRB!NU E IL REOl8TA AL 8HTELL STANISL r:t ON LA CADUTA in disgrazia di I!:.a Mayerhold, avvenuta a gennaio di quest'anno, e con la fine di Stanislavski, morto a Mosca il 6 agosto scorso, il teatro russo, considerato fino a qualche anno fa all'avanguardia dcll'ane scenica mondiale, discende d'un sol colpo al li- \'Cllo della normale mediocrità. Costantino Stanislav.ski (il suo vero cognome era Alexcicv) nacque nel 1863 da una ricca famiglia di mercanti moscoviti, gran dilettanti d'arte e generosi mecenati. Inviato dal padre in Francia ed in Germania per viaggi d'affari, Stanislavski fu colpito dalle nuove esperienze del e Teatro Libero• d'Antoine e dal teatro di corte del duca di Meiningen; ed 1spin.to dal loro esempio, nonché dall'impressione suscitata in lui da una trionfale tournét russa del nostro Salvini, fondò a Mosca nel 18()6, insieme col dramman1rgo Nemirovic-Oancenko, il famoso • Teatro d'Arte• che dove\'a iniziare una vera ri~ voluzione nell'arte scenica di Russia e d'Europa. Il è Teatro d'Arte•• che iniziò i suoi ammirevoli spettacoli con una trilogia storica di Alessio Tolstoi. toccò il culmine con le rappresentazioni dell'Asilo ,,otturno di Gorki, e soprattutto coi drammi di Cccov: anzi. dopo 11 grande successo ottenuto col Gabbia110, Stanislavski ele\·ò a simbolo e stemma della propria creatura il bianco uccello marino. Quale fu e resta il \'alore dell'insegnamento di Stanislavski? • A Stanisla\'ski compete in tutta la storia del teatro il merito unico di avere inalzato il concetto di unità drammatica a concetto di unità scenica•, risponde il Gregor. Tum sanno che l'opera pratica di Stanislavski si è sempre ridotta a un lungo lavoro d'interpretazione del te~to e della realtà, a un continuo assoggetumento della psicologia dell'attore alla suggestione e all'introspezione, al tentati\'o d1 mantenere la regia in equilibrio stabile e centrale tra i due poli della narura e del dramma. Questo duplice ritpctto della verità umana e del testo drammatico determinò due dei più caratteristici atteggiamenti di Stanislavski: il naturalismo della regia, e, nel repertorio, la predilezione dei classici. li naturalismo di Stanislavski raggiunse talora limiti ignoti perfino a quello zoliano: si narra che in un dramma di Gorki egli avesse preparato così realisticamente una scena di pogrom, che l'irnt7.tone dei cosacchi•attori sul palcoscenico generò un fuggi fuggi generale della platea. Mayerhold stesso racconta che « il maestro passava ore intere a provare e riprovare i rumori d'un temporale, ìl fruscio d'una tendina, l'abbaiare d'un cane lontano•. Il Ful6p-Millcr aggiunge che se Stanislavski è voleva dare in un dramma il senso della malinconia e della solitudine, allora portava g:'interpreti in luoghi remoti, e li teneva per lungo tempo lontani dal mondo esteriore-.. La forza veridica di tale teatro conquistava soprattutto le anime semplici; nei giorni della rivoluzione un reparto di soldati rivoltosi irruppe nella platea, suscitando il panico tra il pubblico e gli attori: ma qucat'ultimi non inten-uppero il loro spettacolo (si rappresentava Il giardino d~i cilitgi.) e sedussero talmente i pericolosi intrusi da pacificarli e trascinarli all'applauso. Tait criteri offesero talvolta gl'intenti artistici delle avanguardie del tempo, e il caposcuola del simbolo, il poeta Valerio Briusov, scriveva in queglt anni • che la più accusata imitazione della na• tura resta sempre imperfetta, e il croscio d'acqua che in Stanislavski vuole imitare la pioggia in fondo si distingue ben poco dai primitivi cartelli di legno del palcoscenico shakespeariano•· L'amore dei classici non proveniva in Stanislavski da un senso d'indifferenza del nuovo o dal culto della tradizione, ma dal• la certezz.a di trovare negli antichi più spesso che altrove ciò che il nostro Goldoni chiamava • la naturalezza•. Ecco perché il suo repertorio, per quanto orientato vergo il passato, fu pieno d1 preferenze e d'esclutioni, tanto che Griboiedov vi occupò più spazio di Shakespeare, e un moderno, Antonio Cecov, quasi più spazio di tutti. Tali predilezioni .specifiche designano agevolmente 1Iposto che compete a Stanislavski nella cultura russa, che corrisponde a quello stesso di Cecov e degli altri testimoni del tormento dell'inttllightnzra e della borghesia russa prim&della rivoluzi9ne. La regìa di Stanislavski ri,mane dunque uno dei più alti documenti di quella gee nerazione e di quell'epoca, cd in più lascia una sua ereditll particolare e specifica: un profondo tnsegnaJ}lento teatrale. La sua riforma scenica agl soprattutto sulla mana degli attori, esprimendo una reazione verso il duplice romanticismo scenico allora imperante: quello eroico e byroniano della vedetta e quello bohtmun e pittoresco della comparsa. Il compianto scrittore Eugenio Zamiatin notò che e Stanis• lavski costruisce tutto sulla psicologia, sulla compartecipazione dell'attore alla parte, all'intima euenza del personaggio rappresentato», Le scuole d'attori e gli studi d1 recitazione di Stani,lavtki fondarono una tradizione grande e tolenne, e se non crearono l'attore russo moderno. lo estrassero dal bozzolo e lo rivelarono a se stesso. E l'interprete cosl forgiato fu piuttosto un raffinato intellettuale che un • emerito artista del popolo», tanto per usar~ una formula della fraseologia bolscev1ca. RENATO POGGIOLI

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