LO ZAR E LA ZARINA DURANTE UNA RIVISTA A ZAR8XOJE BELO [COKTIN'Vil. DJ.J NOIIILBllPI llECEDEN'TIJ ~ OSI' Nicola Il nel corso di ventiquattr'ore firmò, uno die• \ I ..... tro l'altro, tre documenti, Alle \-!;J due di notte del 2 marzo firmò il manifesto con cui accordava un Ministero responsabile ; alle tre del pomeriggio dello stesso giorno firmò l'abdicazione in favore del figlio Alr\- iio, e finalmente la sera alle diet-i (se• condo Schulgin, a mezzanotte circa) firmò l'abdicazione in favore del granduca Michele Alexandrovic. e Ho già accennato che Nicola II. quel giorno, era tetro e silenzioso e, nei miei confronti, molto sostenuto. e La presenza dell'imperatore a Pleskau era nota a tutti, ma la popolazione e le truppe accolsero l'avvenimento con sorprendente indifferenza e sangue freddo. Lo zar passeggiava, speM<>s, olo, lungo la banchina, e nessuno del pubblico gli prestava attenzione. Egli passava il tempo in compagnia dei suoi aiut."\nti di campo. e Mezz'ora dopo la consegna dell'atto di abdicazione e della partenza dei commissari del Comitato E,;e-cutivo, il treno dell'ormai deposto zar partì per Duenabu,g, diretto al Gran Quartier Generale e il 4 marzo, alle sei del pomeriggio. un telegramma da Mohilev annunziava che lo zar era arrivato:,. Infine !I generale Russky mostrò al relatore l'originale dell'atto di abdicazione di Nicola Il. Era un modulo di telegramma, di carta pesante, scritto a macchina. La firma dello zar era protetta da uno strato di vernice fissativa. La controfirma di Frcdericks non er..1sembrata degna di essere eternata. Riferiamo ora la relazione di un altro testimonio oculare all'abdicazione, il deputato Schulgin (Denj, 8 marw 1917): e La nece~sità dell'abdicazione fu unanimemente riconosciuta; soltanto fu ritardata. A. I. Gutsehkov ed io decideJ'nmo di recarci a Plcskau, dove secondo le notizie pervenute al Comitato Esecutivo della Duma, lo zar doveva trovarsi in quel momento. Partimmo il 2 marzo, alle tre del pomeriggio, dalla ~tazionc di \"arsavia (Pietrogrado). Gli impiega ti dtlla ferrovia ci aiutarono nel nostro progetto. Il treno fu formato rapidamente. Demmo l'ordine di andare con la ma~ima velocità. Due ingegneri ,;alirono con noi nel vagone e partimmo. Dovemmo però fcnnarci piuttosto a lungo a Gat,;;cina, per aspettare il generale aiutante N. 1. lvanov, che si trova\'a nei pressi di \Vyritzy con uno squadrone, mandato a reprimere le. ribellioni di Pietrogrado. Ma non ci riusci di incontrarlo. A Luga, fummo di nuovo trattenuti, perché un assembramento di popolo e di soldati chie\e a Gutschkov di dire alcune parole. Verso le dieci della sera arrivammo a Ple!ikau, dove avevamo l'intenzione di parlare innanzi tutto col generale Russky, che era stato av\'ertito del nostro arrivo. Ma appena il treno .si arrestò, un aiutante dello z.ar entrò nrl vago• n(' e dis..e: "Sua Maestà li aspetta". « Dal nostro vagone al treno reale vi erano soltanto pochi passi. Non mi pare di essere ,;tato molto commO\'-O in quel momento. 1{i trovavo in tale stato di stanchezza e di tensione ncr- \'o,;;a imicmc, che nulla più mi p,tr('va ..o. rprendente e impo~~ibile. Inoltre mi c-ra abbastanza penoso dover comparire- innanzi allo zar con un vestito sudicio, non lav.!tO, senza essermi raso da quattro giorni, con l'aspetto di un ('\'aSO. e Entrammo nel vagone-salone, bene illuminato, le cui pareti erano ricoperte da qualche co..a verde chiaro. Nel vagone si trovavano il ministro di corte Fredericks e un altro generale di cui non conoM:o il nome. Pochi minuti dopo entrò lo zar. Vestiva l'uniforme di un reggimento del Caucaso. Il suo viso non esprimeva niente pìù di quanto c-;primessc abitualmente. Ci salutò più gentilmente che freddamente, e ci dette la mano. Poi si scd<"tte e ci pregò di sederci tutti, offrendo a Gutschkov di prendere posto ad un piccolo tavolo vicino a lui. A me indicò il posto di fronte a Gutschkov. Fredericks sedette un po' più lontano, e il generale di cui non so il nome prese posto in un cantuccio del vagone a un tavolo per scrivere. Mi sembra che in quel momento entrasse Russky: si scusò presso l'imperatore, salutò noi e si sedette vicino a mc, dunque di fronte all'imperatore. Così disposti (lo zar, Gutschkov, io Russky, Fredericks, il generale che scriveva) incominciò la conversazione. Tcmevo che Gutschkov dicesse allo zar qualche cosa di cattìvo, di spietato, ma ciò non avvenne. Gugchkov parlò a lungo, con facilità e quasi con linguaggio elevato. Non toccò il tasto del passato. Descrisse la situazione attuale e si sforzò di spiega• re sull'orlo di quale abisso eravamo giunti. Parlava \empre senza guardare lo zar : teneva gli occhi bassi, e la ma• no destra sul tavolo. Non vedeva il volto dello zar e così gli era molto più facile dire tutto quello che voleva. Concluse che l'unica via di uscita era la rinuncia al trono in favore del piccolo Alcxei e la nomina a reggente del granduca Michele. 11 generale Russky si chinò verso di mc e mi sussurrò: "Tutto questo è già fatto". e Appena Gutschkov ebbe finito, prese la parola lo Z."\r. Il suo modo di esprimcf'l,i era molto più calmo e obicttìvo di quello di Gutschkov, che aveva parlato eccitato dall'importanza del momento e in tono un po' enfatico. Lo zar. tranquillo, come se si ro~sc trattato della cosa più semplice del mondo, disse : e "kri cd oggi ho riflettuto continuamente e ho deciso di rinunciare al trono. Fino alle tre del pomeriggio intendevo di abdicare in favore di mio figlio. Dopo, ho \Cntito che non avevo la forza di scparanni da lui". e Qui fece una brevi\sima pama e, sempre dominando\i molto, continuò: "Spero chP tutti voi comprendiate''. « Poi continuò: "Per questa ragione, ho deciso dì abdicare in favore di mio fratello". « Dopo queste parole tacque, come se aspettasse una risposta. Allora io dissi: "Questa proposta ci arriva un po' inaspettata. Noi avevamo previsto ,;;oltanto la rinuncia in favore dello zarevic Alessio ~icolaievic. Perciò domando il pcnnesso di parlare un quarto d'ora con Ale,;..andro Ivanovic (Gutschkov} per dare una ri,;;posta a[- fcrmatjva". « Lo zar acconsentì, ma poi riprendemmo la conversazione, per cui rÌ• nunciammo a quel proposito. Gutsch• kov disse che egli non si sentiva il diritto di immischiarsi nei sentimenti di un padre, e che escludeva ogni pres,;ione in questo campo. lo, da parte mia, dissi che il dc,;,iderio dello zar, per quanto apprezzabile, era in contrasto con la' decisione presa; d'altra parte, aveva il suo valore. Da questa separazione fra genitori e figlio sarc-bbe sorta una situazione molto penosa e delicata, perché il piccolo zar avrebbe pensato sempre ai genitori lontani, e forse nella sua anima sarebbero sorti sentimenti ostili contro coloro che lo avevano separato dal padre e dalla madre. E vi era ancora una questione da risolvere : un reggente poteva giurare .sulla costituzione per un monarca mi• norenne? ... Un simile giuramento, date le condizioni ,uddette, non poteva sussistere, perché ne sarebbe sorta una situazione di dualismo. Salendo al tro• no Michele Alexandrovic, questo impedimento cadeva, perché egli avrebbe potuto prestare giuramento e restare un monarca costituzionale. « In tal modo, arrivammo ad intenderci sulla abdicazione in favore di Michelc- A]exandrovic. Dopo di che, lo zar domandò se potevamo as.sumerc l. 1esponsabilità e dare una certa garanzia che quest'atto di abdicazione avrebbe effettivamente dato la calma al paese e che non ne sarebbero ~rte complicazioni. Ric.pondemmo che. a nostro avviso, non erano da preve~ dere complicazioni. e ~on ricordo il momento preciso in cui lo zar si alzò per recarsi nel vagone vicino a sottoscrivere l'atto. Alle undici meno un quarto, circa, lo zar tornò nel nostro vagone: aveva in ma• no un foglio di carta di piccolo formato. Disse: "Questo è l'atto di abdicazione. Lo leggano". « Incominciammo a leggerlo a mezza voce. Il documento era redatto in stile nobile. Provavo vergogna pensando al testo che avevamo preparato noi ... Tuttavia, pregai lo zar di aggiungere, dopo le parole: "Preghiamo nostro fratello di governare secondo i principi che saranno stabiliti cd in pieno, indissolubile accordo con i rappresentanti del popolo nelle a,;,.cmblce legi.,Jativc", queste altre parole: "e di fare pubblico giuramento di fedeltà". Lo zar fu subito d'accordo i soltanto, scrisse: "e di prestare i,idissolubile giuramento di fedeltà". « L'atto era scritto a macchina su due o tre foglietti di piccolo fonnato. Sul foglio principale, a sinistra, c'era la parola Stal'ko (Grande Quartier Generale), e a destra: "Al comandante in capo". La firma era scritta a la· pi<;.Dopo aver letto e approvato l'atto ci 1;cambi.1mrno,mi ~mbra, delle strette di mano affettuose. Del resto, in quel momento ero molto agitato e pos- ~ anche sbagliarmi. Però mi ricordo bene che guardando l'orologio per l'ultima volta vidi che segnava la mezza• notte meno dodici mjnuti. Dunque, tutti questi avvenimenti di tanta importanza storica si svolsero nella notte dal 2 al 3 marzo (vccc-hio stile) fra le undici e le dodici. Ricordo anche che pemai: "Fortuna che oggi C il 2 e non il I marzo!" (Il primo marzo in Russia è giorno di lutto perché in quel giorno, nel 1881, lo "zar liberatore" Alessandro II fu as'-a\sinato, proprio nel momento in cui dava la costituzione). e Poi ci congedammo. Io credo che in quel momento non ci fo,;scro sentimenti d'astio né da una parte né dall'altra. Esteriormente, lo zar era pérfettamente tranquillo, e piuttosto affabile che non sostenuto. Devo anche dire che col generale Russky ci eravamo rr;cssi d'accordo per far fare due esemplari dell'atto di abdicazione, perché, data la situazione burra\CO'ia di Pictrogrado, temcvam(& che il documento che portavamo con noi potesse facilmente andare perduto. e Ci portarono anche il secondo e~mplare : era -.crjuo a macchina anche quec.to, ma rn un foglio di grande formato. Anche qui la firma dello zar era scritta a lapis, a deiara. Sulla parte ,;;inistra il m.ini'itro di CortC",Frederick~, aveva fatto uno ~carabocchio con la penna. Dopo aver ricevuto questo documento nel vagone del genernle Ru\- sky, noi. cioè Gutschkov ed io, facemmo una ricevuta. Portammo a Pietrogrado quPll'eliCmplarc del documento, e ci riuM:Ì di comegnarlo in mani sicu• re. Vi fu un momento in cui il documento si trovò in pericolo. e Gutschkov, che frattanto era divenuto ministro della Guerra nel Governo pro\'vi(()rio, ebbe la grandio~a idea, arrivando <dia 'itazionc \"arsa\ia, a Pi('- trogrado, di leggere ad una moltitudine di popolo l'atto di abdicazione che portavamo. Un furbo agitatore àclla sini,.tra gridò che Gut~chkov era un borghese, controrivoluzionario, perché al posto dello zar Nicola metteva lo 7..<lrMichele, mentre il popolo volrva I? repubblica. Immediatamente, il popolo ritornò indietro per dimo,;trare la ,ua rabbia contro Gutschkov, e si dovettc-ro mandare tre compagnie per <alvare il ministro della Guerra. Questo av\enimcnto doveva ~r\'Ìrc di avvertimento a Gutschko\' •· Una terza relazione d'un testimonio oculare dell'abdicazione si trova nel giornale Denj del 10 marzo 1917. È tcritta da un generale innominato del \eguito dello zar, che stava a capo di un reparto molto importante del Ministero della Corte imperiale, e dice: e Quando le prime notizie dei moti rivoluzionari arrivarono al Gran Quartiere Generale (:Mohilev), non si dette loro molta importanza. Si credeva che la piccola rivoluzione incominciata sarl•bbe stata presto domata. Quando il capo del Consiglio dei mininri di allora. principe D. N. Galitzin, domandò telegraficamente l'aumento dei suoi poteri per reprimere i disordini, oppure la nomina di un'altra pcro;;onalità con pieni poteri, gli fu rispmto che i 1,uoi poteri erano stati estesi come egli dcsidcra\·a. Contemporaneamente al telegramma del presidente del Consiglio dei ministri, al Quartier Generale nt giunse un altro del comandante del distretto militare di Pictrogrado, generale Chabalov, che chiedeva istruzioni. Gli fu telegrafato di prendere le mi- ,;ure più energiche per (Offocare la sommossa. e L'invio di un reparto di cavalleria della Croce di San Giorgio agli ordini del generale N. Ivanov, che (i trova va allora al Quartier Generale fu l'ultimo tentativo fatto per rh.tabilire l'ordine con l'aiuto delle forze annate. Si sperava, qualora la guarnigione di Pie• trogrado si dimostrasse infida, di soffocare il movimento rivoluzionario con l'aiuto dei cavalieri di San Giorgio, fe• dcli allo zar. e A mc7.zogiorno del 28 febbraio fu deciso che l'imperatore si recasse il pri• mo marzo a Zarskojc Scio per abboccarsi col presidente della Duma, Rodzianko, circa le conce~<ioni che la Duma pretendeva. Furono prese tutte le misure per l'invio del treno imperiale, il primo marzo. ).[a. la '-Cra, arrivò un tclegramn.1a in cui il ministro della guerra, Beliajev, comunicava che anche a Zarskoje Selo vi erano dei di- -:ordini e che perfino la zarina era in pericolo. Sotto l'impressione di que\to telegramma fu deciso che l'imperatore avrebbe affrettato la sua partenza per Zarskojc Selo appena fosse pronto il treno. e Strada facendn, 01 mezzo della linea diretta, arri\ ò la notizia che la fc-rrovia vicina a Pietrogrado era nelle mani dei rivolto\i, e che era impossibile di pas'-arvi perché il treno avrebbe potuto e~sere fermato per istrada. Allora fu deciso che lo zar si recasse a Pleskau. 11 presidente della Duma, Rodzianko, fu pregato telegraficamente di trovar<;i alla <,,tazionedi Dno per un abboccamento. Ma questo incontro fra l'imperatore e Rodzianko non av- \'ennc Ritenevamo che Rodzianko sarebbe venuto a Plc,kau, ma, come è noto, in sua vece arrivarono i deputati Schulgin e Gut,;;chkov. e La deci ..ione dell'abdicazione al trono fu presa dallo zar la mattina del z ( 15 man,o), dopo aver ricevuto, da tutti i comandanti del fronte, telegrammi che lo informavano degli avvenimenti di Pietrogrado e lo consigliavano di rinunziare al trono in favore di .!!UOfie;lio Alessio Nicolaie\'iC. La mattina del '2 arrivò dal Quartier Generale il telegramma col testo dcll'abdica1.ionc in favore del piccolo Ales• .;;io.L'imperatore, dopo aver deciso di abdicare, non in favore di suo figlio, lX"n\Ì del fratello :Michele Alexandrovic, cambiò di sua mano il testo dell'abdica7ione nei punti relativi. L'atto di abdicazione è stato dunque fatto ,;;ul testo ricevuto dal Quartier Generale, modificato pcr~onalmentc dall'imperatore. Dopo che l'imperatore cUbe corretto il tC\tO inviatogli, l'originale dell'atto di abdicazione fu ritopiato a macchina nella Cancelleria di Stato:,, (continua) UNA TEDESCA Stacchini i 4 maggior, successi umoristici : I Itinerario galante (H edi,ione) Storie immorali (VIII ediuon,) Vera storia di don Giovanni (20> mip:lìaio) (IV edh:iooe, Lire 10) Edilo,eCESCIJINA "G'UTTARA.MA" Toboc:c:o7 qh.lonoaerie 1 non •e ne prbcd•- a dlfeD• deN I •oelrt deatl bOltl•rò lo: PASTA DENTIFRICIA Gl88S • S. R.•· Qu••lo: Po::ata un!ac., al pr~ d1 u..n dentilrtdo pufeUo. queUo rllevo:nt• di pr•·Hol,e eftko:cemenJ• quaal tu.tt• I• o:ffea:loo.l d•Uo: bocca. e lo: C.oqiril• • lo: Plon•o: In pa:rtlcolCO'•· Grad• al Sodlorich1oleoto che contl•ne. ed.mola I• r.eietenu del 1-wl e mantlen• le 9eDc,iTe forti • acm•. DI ••por• grodevolhdao riAfNKa e profuma l'allto • tl>la:nca perf•bam•AI• I d•ntl Nn&a lntacc:ame lo amalto. P•r 90:ro:ntlrYIcontro oqnl r1eclilo aoa dimeaJtcat•: con11Wtcd•CUlleao due •oU• aU'CDlQoU Deol:1elo:• adoperate quoUdJanamea.te lo PASTA DENTIFRICIA GIBBS .. : SODIORICIKOL!ATO :L6.:: ~~-~~- .c/l. LAGATTAIN AMORE - e,,,,,.,,, ,,,,,.rolJ /,. t•tt• {''" ,,//., t•tfl•• J1,,.,,, (' 1r-of•,,,11t11, ::";,1: 1 :·;:,.~' :;,.-;:/::1;;;~,:;~:. J,,. ,,,t,. u•(•llfOr-( """ J,,, UOf>'O, ,,) p.- J,,.,1,,,- Ji l••lo i• l11•1• •• luf>'O, Ho,/or-u, ,..,,,,o u•to.fiJ11•(.11li ,,,,, ,,,,,, Jor ,,,, ,o'""""""" tr11Jit11; ro,, -.,,frrrr111,i w,lri i1111•111or,1ti ~f li tr11fff ,..,..,,,,; /'(r /,, ~,,,., C,,,.,111, •• urrt'lo 11rdr, r, u lo Jitr, ~i Jo.,,-,-,;J,,, 101/iolr •rro1t1fr. - S,,rrrto """ u ,,·,, ro111•rr ,,,,-,,, rllJ>t,u /,, (•tti•11 1n,f•,,,•lt1 ,.,, ,•; li •S•r1u ,,/ 1.11, F,,,,.,.,,.,, ,1,,. n'/11rJ i11 ""'"'' /ort11••l11. Or11i rlrr1111t( l"""• ,,/ p,,r Ji ,,,,., """ 11111 , ,,. pr-Notti Ji • Y/JET.- MOI\ALE Come le bc:lledonne uw:he le gme u.uno JO!odel •$.iipone 1! I.atte• I V I SET L_ - OA"ni(ucieolo offre:un"orif'n.ali»im.a Kc:ludi Kritti, foto«-ufieediw:gniche tocc.anotutti i toni del Kttinun1lc: de- ,tin.ato.ainn-rCSMrel1.a01.alitiidc!imori Arcomentsleri ebrillanti bouettl nmorlstlcl, quadrettisentimentalit,rovate, novelle,acheni, ecc. d&noouo unttcre di c:ccinion.ale u.- rict.Ì e di '-Orridente(re,,d,au , qucStoKttim.10.aleillustrito. Direttori: MOSCA E METZ. i due popol,ri dirtttori del l,i~m;&n.alc: &,to/J,,, t In venditaIn tntte le edicoled'ltallaa cent.80 Bertold è il più gaioe scintillantegiornale umoristico.Esceal martedìe al venerdì,è redattoe illustratodai più brillantiumoristie da.ipiùargutidisegnatoriU. nacopiacent.40 in tutte le edicoled'Italia, Imperoe Colonie. è il giornaleumoristico . del lettore esigente DIRETTORI: MOSOA E METZ la Società Anonima MobiliVacchelli CA RllA RA l'antice Casa di fiducia. che forni•ce i mobili per le ca•e felici, annuncia la pubblicazione del Catalogo di saggio 1938 Prenotate1Ji ! Condi.ioni fa1:ore1JO!i3Ji~. CHIEDERE IL PROGRAMMA N. 32 165 A VACCHELLI Casella postale: 1380 Mifono, Sa Ronw, 106 C-Omim
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==