SILENZIO ~ ON è vero che il silenzio non è più X! d'oro sullo schenno. La clamorosa ripresa sui più grandi schermi americani della serie degli Sceicchi di Rodolfo Valentino ha dimostrato che il gusto de-I pubblico per i muti fantasmi dell'epoca che molti si ostinano ancor oggi a chiamare d'oro, è ancora vivo. Ed è stato il successo di quelle riprese a risuscitare le vecchie dispute sul cinema muto e su quello sonoro, paragonabili soltanto, nella storia delle controversie inutili e accademiche, a quella sulla superiorità del Tasso o dcli' Ariosto o all'altra sui classici e i romantici. Alcuni, alludendo al cinema muto, parlano addirittura di un paradiso perduto, di uno stato d'innocenza che il cinema ha smarrito e barattato per i banali e: realistici conforti della parola e del sonoro. Certo nessuno s'illude che il cinema muto possa riprendere l'antica supremazia, per la semplice ragione che la nostalgia dei paradisi perduti è una nostalgia teorica e nessuno rinuncerebbe ai vantaggi del sonoro per la fantomatica e problematica poesia del muto, così come nessuno rinuncerebbe ai vantaggi del progresso e ai conforti della civiltà per un ritorno alla problematica purezza dello stato di natura. Non supremazia, dunque, ma rinascita del muto. Poche pcrsoue tuttavia sembrano aver capito che anche l'espressione erinascita », in questo caso, è impropria. Perché il cinema muto, per quanto :>trano possa sembrare, non è mai morto. E5SO è ancora vivo e vegeto, e non soltanto nelle baracche di fortuna erette nel centro dell'Africa o dell' Au.stralia, dove i missionari proiettano, per gli indigeni stupiti e spesso atterriti, vecchi film pieni di pietà e di candore, ma nei paesi più progrediti del mondo. E non parliamo dei film documentari o pubblicitari, ma di commedie e drammi veri e propri che continuano a essere prodotti regolarmente in Russia, in Francia, nel Giappone, in India. Del resto, basta pemarc che, delle 90.000 ,;;a)eesistenti in tutto il mondo, almeno un terzo sono sprovviste d'impianto (Onoro. Solo in Ru~ia esistono circa 7.000 schermi muti, e la Francia c;tessane ha ancora un migliaio. E:. evidente che que5te sale debbono ec;scre alimentate con qualche cosa. Ecco perché la produzione regolare di film muti, nei paesi nominati, è ancora un gro,;.;;oaffare. A prima vista. il più grande mercato cinematografico del mondo, quello am,, icano, appare chiuso ai film muti. In realtà la cosa è divcrc;a. Certo non è nelle sale di pubblico spettacolo che dovete andare, per trovarvi dei film ~nza colonna sonora, per quanto negli Stati Uniti esistano ancora un centinaio di .sale senza apparato sonoro. Ma l'indu.stria americana del film muto, con una clientela che ammonta a 11ilioni di spt-ttatori, fiorisce in privao. Essa <scr\'e le chic"!, le scuole, le ,tituzioni civiche e soprattutto le ca.se Jrivatc. e all'immema diffmione del cinema ·amili~1rcche il film muto deve la sua ;econda giovinezz~1. Più di duecentomila famiglie. negli Stati tiniti soltanto, poc;.seggonoapparecchi di proiezione da otto o sedici millimetri, e la maggior parte di queste famiglie, per le loro proiezioni private, prendono in fitto vecchi film gloriosi o dimenticati dell'epoca del muto. E:. risorta così, con un impeto che nessuno avrebbe potuto prevedere, l'industria del film muto. Fu Pcte Smith a dare impulso a quccto movimento quando cominciò a ridurre in formato per dilettitnti una o;eriedi famo~i cortometraggi muti della .\l<-tro. Subito la CO<;a prese piede, e un'infinità di case so~ro, le quali, ascicurando--i per pochi soldi l'esclusività deJla riduzione, per apparecchi pnvati, di vecchi colo~si, fecero affari d'oro fittandoli anche a pochi centesimi per ,era. Il bac:so prezzo ha fatto la moda. E oggi anche gli ambienti più ~i.~orili in America posano a con.scrvatori e retrogradi in fatto di cinema, e fingono d1 andare matti per i divi e i drammi leggendari che tutti hanno ormai dimentirato. Per un paio di dollari per c:era. si ~sono avere delle autentiche rantà archeologiche, romc una serie di melodrammi con Pearl White, come Ramona con le <arelle Gish, RonaJd Colman e William Powell alle prime armi, come Lo scialle luccicante con Dorothy Gi..h, Mary Astor, Edward Robin~n, WilHam Powell, Richard Bar• thelmt:5s, tutti nel pieno fulgore dei loro giovani-.simi anni. Il pruno Tarzan della lunga dinastia, quello con Elmo Lincoln e i famosi, ai loro tempi, Cohen e Kel/y a Parigi si hanno per un dollaro e venti centesimi per sera. E non sono solo questi i colossi andati giù nel mercato; i più bei film di Charlot si possono avere per 40 centesimi di dollaro per sera. Bisogna che il film sia proprio una rarità, una anticaglia pregiata per la polvere degli anni accumulatasi sulle bobine, perché il prezw salga a dieci dollari o poco più. A fornire i film ai privati non sono soltanto le società commerciali ma anche le cineteche, che in America sono numerose e spesso autorevoliMime. Ma è difficile che le istituzioni del genere riducano, per uso degli apparecchi di proiezione familiari, pellicole di carattere indecente o macabro, o se li riducono li prestano soltanto con molta cautela. E:, per esempio, estremamente improbabile che un privato qualsiasi riesca a farsi prestare da una cineteca il classico ma terrificante Gabinetto del dottor Caligari, che pure esiste in formato ridotto. Malgrado queste limitazioni, le cineteche fanno affari d'oro fittando film alle famiglie americane, e si può dire che sia questa la loro maggiore enti:,ata. Basti pcn:>d.1· che i soli film muti collezionati dall' r. JW. C. A. sono visti da circa cinque mi• !ioni di persone all'anno in AmericaJ e altri cinque milioni vedono i film muti forniti da filmoteche più modeste e dalle società commerciali. Questa clientela è di gusti difficili e pedanti. Recentemente un profc.s.sore ha protestato pre~ la ditta che gli aveva fornito il classico film muto : La vita di Nottro Signore, perché la Sfinge vi è mostrata col naso sfigurato durante le scene della fuga dell'infante Gesù in Egitto : < Io po,;;,so dimostra• re >, egli aggiungeva, e ~he il naso della Sfinge era integro, quando la Sacra Famiglia decise di trasferirsi in Egitto». L'IMPAREGGIABILE .IIOODY In una storia wcialc del mondo anglo~assonc, si sa che al maggiordomo spetterebbe uno <lei più ricchi e glo• riosi capitoli. In America, più ancora che in Inghilterra, gli uomini riescono ad affermare la propria pcnonalità indipendente solo se lavorano. Quando, ricchi a milioni, si ritirano da~li affari e cominriano a vivere di rendita, la loro per(()nalità si affievolisce, ~i fai.sa, spesso si degrada e decadrebbe certamente se, nella famiglia votata onnai allo snobismo e alla stravaganza, non intervenisse a mettere le C05C a posto l'alto senno sociale e il tatto consumato del maggiordomo che, come il ministro bastardo ma geniale, in certe dinastie di re inetti e fannulloni, guida dalle anticamere le fortune e la dignità del casato. Questa è in fondo la morale dell'Impareggiabile Codfrey. Ma l'America è una plutocrazia de• mocratica, e negli ultimi tempi si è fatta strada una tendenza a rendere di pubblico dominio e, starei per dire, a commercializzare i benefici del governo maggiordomiale, spogliandolo del solenne mistero di cui esso era finora circondato. Allo slogan famoso: e a ognuno un'automobile », si va sostituendo, nelle riviste di conforto casalingo, l'altro : e a ognuno un maggiordomo». E già si avvertono i primi effetti di questa campagna. Esiste in America un fiorentissimo e Club dei maggiordomi » e questo club pubblica una fiorente rivista, Staff, e il solo organo ufficiale del club, dedicato al personale di M:rviziodelle grandi case, tenute, clubs, yachls ». come è scritto sulla copertina. Recentemente è appano nella ri\Oista l'annuncio che il club è disposto a collaudare cibi e bevande, i quali, se saranno approvati, potranno fregiarsi di un'etichetta : e usato e approvato dal Comitato esecutivo del Club dei maggiordomi». 11 cervello del club è un e: impareggiabile Godfrey »1 il trentaquattrenne Charles Moody, figlio di un sovrintendente inglese del porto di Southampton. Passa per essere < il più perfetto maggiordomo inglese d' Amcri• ca>, è il direttore di Staff, segretario e tesoriere del club, autore di quattro libri e ottanta novelle. Questa è, per così dire, la sua attività politica. Professionalmente egli è al servizio della signora William J. Babington Macaulay, moglie del ministro d'Irlanda presso il Vaticano. La rivista Staff è nata un anno e mezzo fa nel negozio di generi diversi tenuto da un inglese a Manhattan e frequentato dalla servitù delle più grandi case di New York. I pettegolezzi del servidorame erano raccolti dal proprietario del negozio in un foglietto ~cttimanale che ora è diventato una elegantissima rivista mensile illustrata di ventiquattro pagine. Es.sa è inviata a cinquemila grandi case negli Stati Uniti e in Inghilterra. ~cll 1ultimo numero di Staff, apparso in quc~ti giorni, l'instancabile Moody annuncia che egli stesso curerà la supervisione di una serie di film dedicati a un maggiore e più dignitoso conforto domestico per le grandi masse. Il mot• to della serie : < Se non potete permettervi del personale scelto nella vostra casa, ~appiate almeno come le cose vanno fatte ». /\.. D, AIUTA L0018E NEL PIL)( 80 MARIA Ul'TORIETTA (K.O.K.) "80JAKGU"1 D000KEMTARI0 80LLA 1CI8ERU. 0llfEBE (Po\. Zuooa) ( Nl!OJ'I FIL.H) a~ IDJ[t~,J[![à(!) i N quarant'anni di vita, il cinema ]l. ha avuto una sua storia, breve cd in• tensa, che assomiglia, nella parabola'. a quello delle arti maggiori. A vedere oggi i primi film proiettati una volta n~1le piccole sale dei cinematografi, al pallido suono d'un pianoforte, si ha l'impressionr di trovarci dinanzi aHe immagini d'ur tempo lontanissimo, che quasi corrispon• de, nella nostra mente, alle pri~e appl'• rizioni della letteratura e della pittura. I.A: fasi rapidissime che il cinema ha per• corso, fino a oggi, rispecchiano infatti, come in sunto, l'evoluzione obbligata d'ogni arte, e, neUa ricerca della perfezione tecnica e dei modi d'imitare la realtà, a mano a mano rivelano un progressivo impoverimento della fantasia e della na• turalezza. Questi antichi film erano simili alle an• tiche cronache. E come quelle acquistavano rilievo dalla semplicità del racconto e quasi dal candore delle espressioni, cosi anche i primi film avevano ai nostri occhi una grande efficacia proprio per l'estrema decisione con cui erano disegnati i personaggi e rappresentati I fatti. Fu~ono gli americani a insegnare la na~r~z1one rapida di avvenimenti dramm11uc1, che accadevano non in chiusi ambienti bor• ghesi, secondo l'esperienza teatrale,. ~a in mezzo a terre desolate, fra gente pttm.1tiva, avventurosa, c-hc viveva in una ma• niera brigantesca e paesana. Quando dall'America giunsero i primi film d'avv~nture, e William Hart e Broncho W1lly tolsero il respiro agli spettatori incanta~1, con le straordinarie cavalcate, le fughe in diligenza, le battaglie strepitose tra ba~- diti e cou·boys, parve di assistere alle vi: cende eroiche d'un antico poema, dove 1 personaggi erano in lotta con la natura, e si contendevano l'ingenuo amore di ur.a ragazza, con la forza dei loro musco~i e la rapidità delle lol.o cavalcature. Le immense praterie del \Vcat, le montagne boscose e piene d'agguati. gh orrendi canyoru del Colorado furono il teatro dt quegli avvenimenti immaginari, e la poe• sia di Fenimore Cooper venne a far p11-rtedei nuovi incantesimi d'un'arte giovane e inesperta. Poi, ,1 tempo dei film d'avventure andò declinando. Le corse di Tom :\1ix dietro gli ultimi pellirosse cominciarono a stancare: e la decadenza del film westtrn coincise con b. rapida fortuna del cinema mondano. Oggi che una scialba e sfarzosa produ• zionc commerciale accontenta la richiesta dei pubblici borghesi, soltanto nei cinema popolari, dove il biglietto d'in~resso cost~ una lira, e la più parte degh spettatori ha un'cti. inferiore a1 sedici anni, quelle vecchie pellicole di cotcboys risvegliano l'interesse e l'entusiasmo di tutti. Anche noi, sperduti tra la folla, ci esaltiamo alle libere fantasie, e a stento, nei momenti più emozionanti, ci tratteniamo dal gridare insieme agh altri: • Forza, di.gli ad· dosso, ecco i nostri!. .. •. L'altra sera, così. assistendo alla produzione del Misttro dtl ranch, abbiamo provato le sfesse emozioni dc, lontani tempi di Tom :\11x. Soltanto, ogni con ci S(.mbrava più pallida e sbiadita, e ci faceva pensare alle copie di quadri antichi che le vecchie signore dipingono nei mu• sci. Il film ripetc,•a, nei suoi schemi, gli antichi misteri del Far \\'est; ma, insieme alla voce degli attori, un'aria nuova e cittadina aveva invaso le vaste pianure; sulle strade del \Vest correvano le auto• mobili a due posti, e i c0t1:boys lasciavano volentieri le redim per il volante delle splendide vetture. Si ballava in casa del padrone delle mjnicrc, mentre banditi in smoking ascoltavano i cantanti del ja%% accennare motivi hava1ani, accompagnati dalle fisarmoniche e dat sassofoni. Ken Maynard, giovane con.boy innamorat6, si lisciava i capelli impomatati, d'un nero eccessivo al confronto delle sue molli guance d'attore cinquantenne. Gli stessi banditi non erano più ladri di ea\'all1 e rapitori di diligenze, ma gentiluomini dal pugno d'acciaio, desiderosi di farsi una posizione e una famiglia, col diventare gli spos, felici della figlia del mjnatore cap1tal1sta. Cli autori del film s'erano voluti e adeguare ai tempi•, e c'erano riusciti alla meglio, tenendo d'occhio e le pianure sconfinate e il bisogno di eleganze, di raffinatezze a1l'europea, eh'~ del pubblico avvezzo a Marlcne D1etrich e a Carole Lombard. Il tentativo ebbe fortuna, se dobbiamo dare retta a una folla domenicale, recatasi al cinema Brancaccio per ascoltare le canzoni del comico Ra.scel, più che per assistere a una rappresentazione d'un film nuovo. i\'la il cinema di tanto in tanto, anche d'estate, offre qualche compenso ai disinganni e alle ore per• dute. E un'opera come questa, che rammentava, con le sue vicende impossibili, il felice tempo m cui il cinematografo viveva solo di grandi avventure, di per• sonaggi intemerati e violenti, di paestgg1 aperti, meritava almeno gli ste,si onori che i cntici e gli intellettuali fanno ai frivoli film di \Villiam Powell e Jeanctte MacDonald. M. P.
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