Omnibus - anno II - n.33 - 13 agosto 1938

8EATTLE (8, U.) • IHTERROOATORIO DI UN BORSAIOLO IL GIOIELLO IL LUNEDl mattina, per la signora Gabriella GiJctti, era il momento dei buoni propositi. Le raccomandazioni e i discorsi che il marito le aveva fatto, specie alla domenica sera, erano ancor vivi nella sua memoria, e poi le sembrava ottima cosa iniziare la settimana con idee da buona madre di famiglia. Anche quella volta, chiamò la donna di servizio per metterla a parte dei suoi progetti. • li signore ha detto che spendiamo troppo•• le comunicò, • e bisogna proprio riconoscere che ha ragione. In fin dei conti, siamo venute al mare pcrcht il professore ha detto che i bagni di sole sono indispensabili alla Cicci, mica per divertirci. Dunque, cominciamo subito: oggi prenderai della cervella per la bambìna, e un po' di frutta. Per noi basteranno le uova che ci sono in dispensa•· La signora Gabriella infilò la vestaglia sopra al costume da bagno, e scese piuttosto presto in spiaggi!\, Quella mattina, sua figlia aveva bisogno d'essere sorvegliata da lei. Ne era certa. Sotto gli om• brelloni non c'erano che delle bambinaie e dei ragazzini, e Gabriella, dopo essersi sforzata di leggere alcune pagine della Ciuad~llo di Cronin, senti che si annoiava, e si convinse del tutto che quella era per lei una vita di rinunzie. • Pensare che i Giannelli sono alla Mendola, che fortunati!• sospirò. • Chi sa come si divertono!•. Chiuse gli occhi, e non li riapri che quando si sentì chiamare dalla Nuccia, una sua am.ica che occupava l'ombrellone vicino. • Come mai, Gaby, ieri non ti sci fatta vedere?• chiese la nuova venuta. La signora G1letti stirò le braccia sopra la sedia a sdraio. • Sai bene, quando c'è mio marito preferisco stare a casa ad occuparmi della cucina. A lui piace molto il pesce; ma, perché lo mangi volentieri, debbo prepararglielo io•· La Nuccia non disse niente, ma pensò ancora una volta che l'avvocato Giletti in costume da bagno aveva una figura or• rìbile, e che Gaby faceva beni!simo a non mostrarsi in simile compagnia. , Ieri sera siamo stati a fare i ragazzacci con i Magrini •, disse ad alta voce.• Hanno un'Aprilia che è una meraviglia, e alle due eravamo al KurJaal a mangiare la z~pp; di pesce. Ci siamo divertiti moltissimo•· , Beati voi I• sospirò Gabriella., Mio marito, in città, è sovraccarico di lavoro; arriva qui, la domenica,' che ha assoluto bisogno di riposo, ed io gli voglio troppo bene per chiedergli ancora dei sacrifici•· Le due signore stettero un po' in silen• 1.io, guardando il mare. Da un pasticcere ambulante, Gaby comprò due ciambelle, e ne offrl una al bambino della sua amic:a. Che caldo, non si sa come stare•• brontolò. , Ecco Vincenzino. Che novità c1 porta oggi?•· Vincenzino, un venditore di oggetti di tartaruga e corallo, si fermò davanti alla sedia a sdraio della Nuccia, sedendosi su una specie di mobiletto a cassettini che conteneva la sua merce. Gabriella gli si :avvicinò, inginocchiandosi sulla sabbia. •Vediamo un poco cosa c'è di bello•, disse la Nuccia, • ma non tiriamo la faccenda troppo per le lunghe•. Vincenzino, infatti, mostrava i suo1 arti• coli con aria sospettosa, spiandosi attorno. Quasi temesse che qualcuno potesse copiargli i • modelli •, apriva i cassetti con esagerata precauzione, atteggiandosi a chi concede una grazia. • Signore mie, oggi v'ho portato le novità più belle, più pregiate• disse con aria tetra, quasi a malincuore. • Roba artistica, roba fina. Intanto, vi voglio far vedere una trousse di autentica tartaruga e argento•· Nei cas• setti, su uno strato di ovatta rosea e bianca, apparivano moltissime cianfrusaglie, anelli di filigrana e pietre dure, collane d'ambra, cammei, spille d'argento dorato, cornetti di corallo, tutta una paccottiglia antiquata e di dubbio gusto, che entusiasmava le due signore. Gabriella s'era infilata un eno1me anello e lo guardava compiaciuta, mentre la sua amica sceglieva ancora. • E questo•, disse alla fine, prendendo un braccialetto in corallo e filigrana,• quanto costa?•. • Quello è un oggetto realmente fino• osservò Vincenzino, sempre con aria buia, • puro corallo e argento, vero capolavoro dell'artigianato partenopeo. Non posso fa.re meno di ottanta lire•· • Per carità•, scattò la Nuccia, • io con Ottanta lire ci mangio una settimana•· Il venditore ambulante tacque, ma lasciò che la signora s'infilasse il bracciale, che lo provasse, contrattb ancora, e infine cedè l'oggetto per cinquanta lire. Intanto Gabriella s'era già stancata dell'anello, e lo aveva restituito. • Fai vedere, Nuccia•, disse. , Ma sai che è realmente bello? E poi, per quel prez.zo è regalato. Vincenzino, ne ha un altro?•· •Senti•, replicò l'amica, decisa • non avrai mica intenzione di fart collrgio, spero. Se lo comperi tu, dillo subito che non lo compero 10 •· • Ma che c'entra?• tentò di ribattere Gaby. • Cose che si notano appena •· Ma comprese che Nuccia s'era impuntata, e sviò il discorso, pensando che quella era l'unica amica frequentabile, e che non valeva la pena di rompere con lei per cosl poco. Però, l'idea che l'altra aveva il braccialetto e lei no, le riusciva insopportabile: ci ripensò anche al pomeriggio, mentre stentava a prender sonno, e quando, più tardi, scese sulla spiaggia, con la scusa di fare una passeggiata verso il molo, andò in cerca di Vincenzino, e, rapidamente, comperò il braccialetto.• Farò poi economia in qualcos'altro•, disse a se stessa, presa da un poco di rimorso nel vedere il venditore che riponeva le sue cinquanta lire in un cassettino, e nascose il braccialetto nella borsa di tela. Quel gioiello falso divenne la sua preoccupazione: non si fidava a portarlo per paura della collera di Nuccia, e cercava di consolarsi mettendoselo per casa, e facendolo ammirare al!a serva. , Quest'inverno lo sfoggerò in città•, diceva; ma intuiva benissimo che un oggetto così, se OSTO poteva piacere sulla spiaggia, stonava su un abito da sera. Finl per lasciarlo in un cassetto, e finse di dimenticarlo, nascondendolo sotto i fazzoletti e le calze; fu così che, il sabato dopo, suo marito, cercando una maglia, se lo trovò fra le mani. • Nla tt pare che io possa portare una cosa simile•, disse la signora, ribattendo, pronta, il pericolo di un rimprO\'ero. e Non l'ho mica comperato!~ un oggetto di cotillon che tenevo per ricordo della festa delle rose al Grand H6tel. Ma adesso lo regalerò alla ragazza. Certe cose vanno bene solo per lei o per una persona di cattivo gusto come la :'.'Juccia•· UNA GITA lt FERRARIS arrivarono a Pesaro dopo lt l'alba: faceva ancora freddo, l'aria era pungente, e il treno popolare si vuotò poco. I Ferraris erano una famiglia numerosa: sette persone oltre al commesso del negozio, ch'era stato condotto in gita come premio. Dopo che furono distri• buiti i pacchi con I costumi e le \"ivande, ci si avviò all'uscita. 1 viah erano deserti, le ville con le finestre chiuse, solo qualche lattaia in bicicletta passava veloce Per la strada; la signora Teresa, senza volerlo, pensò con malinconia alle saracinesche abbassate della sua bottega lontana. • Si potrebbe prendere un caffè•, propose il signor Ettore, che aveva già adocchiato un bar dall'aspetto modesto. E poco dopo tutti erano seduti attorno a due tavolini in ferro, e i ragazzi inzuppavano dei tortiglioni all'uovo nel cappuccino. • E adesso•, decise il padre, con aria risoluta e gioiosa, • possiamo andare sulla spiaggia•· Fissarono una cabina e un ombrellone per tutta la giornata, ma riuscirono ad ottenere solo una sedia da giardino, che fu destinata alla madre del signor Ettore, l'unica, del resto, che rimase vestita. 1 ragazzi misero subito le mutandine di filo nero, il padrone di casa un pigiama a righe nere e azzurre e un berretto a visiera in tela bianca. • Mi raccomando, tttate bene al sole•• disse la Teresa. 1 Stiamo qui poche ore, e dovete curarvi la salute•· E i ragazzi si misero ad am• mucchiare della sabbia bagnata, la Gina e la Pinuccia si avvia1ono verso il molo con il garzone, e il signor Ettore, toltasi la giacca del pigiama, rimase con tutto il torace bianco e adiposo esposto alla luce. Quando, verso l'una, si aprirono i cartocci della colazione, tutti mostravano sulla pelle le vampe rossicce di quel ra• pido bagno di sole. , Adesso bisogna far qualcosa per divertirsi tutti assieme•, disse Ferraris, soddisfatto per il pranzo: mentre la moglie puliva le poche posate nella sabbia, e cercava di nascondere gli avanzi in una buca, egli si diresse verso una barca da passeggio, per contrattare una gita. Sulla spiaggia non c'era quasi nessuno, il barcaiolo do1miva a pru11 con la giacca ripiegata sotto la testa. • Senti un po'•, gli disse il bottegaio, • ci dovresti portare fino a Pesaro e far ritorno indietro ~r l'ora del treno•· La Teresa, ch'era aopraggiunta, ispezionò la barca, trovandola, vista coal da terra, pulita; ma discuuc sul prezzo, e volle esser certa che non c'era pericolo di un temporale. I ragani eran tutti !ontenti, _soprattutto &ll'idca di poter far merenda in alto mare. , E allora andiamo a prender Ja nonna•, ordinb il signor Ettore, , e partiamo subito,. La vecchia però non volle andare: era seduta ancora sulla stessa sedia del mattino. Sembrava non si fosse mai mossa, e guardava tutto con aria sospettoaa, con la borsa stretta fra le dita. Disse che avreb• be atteso Il 11 loro ritorno, rammaricandosi d1 non conosc.- re il paese; altrimenti sarebbe andata in chiesa. Il battello fu fatto avvicinare alla riva, ma restavano egualmente un paio di metri d'acqua da attraversare. I ragazzi si tolsero le acarpe; la Teresa, dopo discussioni e risate, si aggrappò al collo del barcaiolo e del ma• rito che, coi calzoni rimboccati, la tra• sporta.rono a bordo. C'era un leggero ven• to, la barca balzava sulle piccole onde. ..Meglio, cosi ci si diverte di più•, disae Ernesto, un ragazzo dj sedici anni, ch'era andato a sedersi a prua, leticando con Nmo, il fratello minore, che voleva quel posto. Gli altri ai accomodarono al centro, meno la Pinuccia che si sdraiò a poppa, per continuare la cura del sole. e Per andare a Pesaro c'è il vento contrill.rio, bisognerk borderi;giare•, annunziò il barcaiolo, mentre ritirava gli ormeggt. , Fai pur tu una cosa che vada bene, noi siamo sempre contenti•• rispose Fcrraris, fra le risate di tutti. Il battello prese lentamente il largo, la vela, di tanto in tanto, sbatteva, la Teresa guardava soddisfatta il fondo marino che, visto attraverso l'acqua limpida, appari\'a vicinissimo. • Anche se ci rovesciamo non c'è pericolo•, disse, ma il marito si mise a deriderla. I ragazzi erano molto allegri; cominciarono a cantare, e la madre dovette intervenire perché Nino si ostinava a voler restare in piedi su un banco. • ~ mutile, per godersi il mare bisogna navigarci sopra 1, sentenziò Ettore, soddisfano. La barca però, col vento contrario, procedeva lentamente, prendendo spesso le onde di fianco. • Alé, adesso si balla•, aveva gridato due o tre volte Ernesto, dal suo osservatorio di prua, ma dopo mezz'ora di quella manovra, tutti ne erano un poco stanchi; le bordate si susseguivano, e la terra appariva lontana. Ognuno cominciava a pensare con piacere all'arrivo. • Quando saremo a Pesaro?• chiese la Teresa. Eh, se tutto \'8 bene, fra un'ora buona•• rispose il marinaio. Poco per volta, tutti s'erano fatti silcn• ziosi. Nino fu il pnmo a dire che gli sembrava di non aver digerito bene la frittata col prosciutto. • Colpa tua, ti sci voluto riempire fino in gola•• fece la madre; ma il ragazzo ribattè che aveva trovata la pietanza fredda e indurita. Era diventato pallido, e anche la Teresa sudava molto. • Qui non si smette più di balhre •. dìsse, costernata. e Guardate al centro ·della barca•• suggerì il marinaio. Ernesto era sceso dal suo posto per sedersi più in basso, la madre, dopo qualche minuto, dichiarò che voleva provare a dormire ur poco, e in breve tutti i Ferrans erano sdraiati sul fondo del battello, sforzandosi di dimenticare le onde che si trovavano a pochi centimetri da loro. Naturalmente, Nino fu il primo a sentirsi male, e il signor Ettore dovette sostenerlo men• tre si affacciava al parapetto; poi fu la Teresa che, con lo stomaco stretto in una morsa gelata, approfittava delle soste del male per invocare la Madonna. Il b.trcaiolo guardava indifferente, prcoccu. pandosi solo che non gli sporcassero il battello. Le due ra~az:ze e il commesso risolsero la faccenda in modo più silen• zioso, riposando poi con la fronte appog• giata sul braccio ripiegato. Poi la Teresa si sentì meglio, e provò ad alzarsi e a guardare intorno. • Signore benedetto, siamo sempre al posto di prima!• gridò, con accento disperato. La barca, infatti, dopo due bordate, era stata respinta dal \'ento contrario all'altezza dc• gli stabilimenti balneari di Fano, e la strada effettivamente percorsa sì riduceva a nulla, o quasi. • Jo smonto•, disse la donna, con voce decisa:• portatemi a terra, io smonto subito•· Il marito cercò di opporsi, ma la Ferraris non ascoltò. Anche il barcaiolo protestb, dicendo che quella era una perdita di tempo non prevista nel contratto, ma dovette accostare fincht, a un centinaio di metri dalla riva, disse che non poteva avvicinarsi di più, perché temeva di arenarsi. • Non importa, smonto lo stesso•, risolsl' la Teresa, e rialzatesi le vesti, scavalcò il bordo e scese i due gradini della scaletta: l'acqua era ancora alta, e le giunse fino al ventre, bagnandole le mutande. La donna si diresse a gran passi verso la riva, brontolando che cmd almeno era finita. Sulla spiag:gia, quando vi giunse, molti si voltarono nel vederla passare cosi vestita e gocciolante, ma la Teresa cerca\'a solo di non guardare le onde. I rimasti a bordo si sentivano più sicuri. • Ormai lo stomaco ha fatto quel che doveva fare•, osservò Ferraris, •epossiamo star tranquilli•· Ma la barca aveva appena ripreso il largo, che Nino ebbe un aluo attacco di mal di mare, tremendo perché lo trovava a stomaco vuoto, e gli altri lo guardarono preoccupati, pensando che qualcosa del genere attendeva anche loro. • Papà, torniamo indietro,, supplicò infine la Pinuccìa. E Ferraris, a malincuore (era l'unico incolume) dovette ·acconsentire. Furono presto all'approdo, e scesero svelti, lasciando a bordo i cartocci con la merenda. Mentre il signor Ettore discuteva col marinaio il prezzo della gita mancata, Nino fu il primo a raggìungerc barcollando la madre che, con le gambe al sole e avvolta in una coperta del bagnìno, cercava di asciugarsi. , Mamma, due volte son stato male, due volte!• disse con voce disperata, agitando c!11edita per aria: e, scosso ancora da brividi, si gettò bocconi sulla sabbia. MASSIMO ALDERlNI Abbiate fiducia in noi e provate almeno una volta le nostre Pastigliette Brioschi regolatrici dello stomaco e dell'intestino: azione lenta e quindi non irritante, ma radicale e completa. Si possono prendere anche mangiando; nessun disturbo, comodità e certezza di benefico risultato. Una scat0la costa 2 lire in tutte le farmacie e basta per 20-30 giorni. Provate e ci ringrazierete. !I! 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Tra i roman• zi, ecco la mirabile invenzione dei paefaggi e delle corporature bizzarramente stellari e favolose del Micromegas, giustapposte con divertente contrasto alle dimensioni terreMri e umane, inserite graziosamente nella cronaca del giorno e delle idee. A. MONDADORI - MILANO BERTOLDO È IL PIC GAIO E SCl1'TILLANTEGIORNALE UMORISTICO. ESCE AL MARTEDlE ALVENERO!E SI TRO\'A IN \'ENDITA IN TUTTE LE EDICOLE A CENTESIMI40. È ILGIORNALUEMORISTICO DEL LETTOREESIGENTE la Società Anonima MobiliVacchelli CARRARA CIIIEOERE IL PUOGRAMMA l'antica Cua di fiducia, che fornisce i mobili per le case felici, annuncia la pul>- blica:r.ionedel Catalogo di saggio 1938 Prenolateui ! Condizioni /auorer:olisJirnt. N. 32164 A VACCHELLI Casella postale: 1380 Milano, 3 a Roma, 106 Carrara .

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