Omnibus - anno II - n.33 - 13 agosto 1938

(CONTINUAZ. DAL NUMERO PRECEDRNTE) (A F.:'-JZ..\ dir parola due uomini !ii ~ :l.\'an:tarono e misero alcune monete sul banco. Carlo riempì du<' bicchieri e, inghiottiti che li ebbe l'O~,o, ne riC'mpì un ten:o. Tutti cosi ap1rono fino a che punto era sconvolto. _'.':on c'era ca,o che il principalf' '"'l/l11s.sm.eai da be-re, al Buffalo Bar. Dopo a\Tr ,mri<o a tutti i prr\Cnt1, Johnny- mcì col pa,,o ~trisciante; alle ,uc ,palle i balt(.•nti di lc:gno si chiu- "t'ro ,enza suono. La conversazione non ripre\e: ognuno sembrava mlento a sciogliC'rc un ,uo problema per,onale. u.,cirono alla <picciolata e ogni volta un po' di nrhhia <'lltrava nella ..tan:,,,.a.Fin,\lmcntc anche Al~·-.:si alzò per andar't•ne cd io lo 'i<'gu1i. La nebbia puuolcntc impregnava la notte : 'i<'mhrava chr 'iii arrampica'>'ie lungo le facciate per lanciar,i libera n:·ll'aria. Affrctt.ti il pa'i~ per r:1g- ~1ungere Alex. « Spiegatemi >, pregai. « spieg.ttemi di che ,;i tratta >. Pt•mai per un lunq'O momento che 11011 mi avrebbe ri,po,to; infine si arrc-,tò e mi ,;i vohc .. « All'inforno 1 > dis,e. « Be'. '-t'ntite: o~ni pae'iie ha la '-U:l ari'iitocraà1. le <;uc famiglie "cnza manhia. Emmelina e Amy Hawkins, due wcchie zitelle, bravis,imc donnf', ,;ono le no-.trC'ari.,tocratiche. Erano fi- ~li<' dì un deputato. Quc\ta faccenda non mi piace-; Johnny non a" rebbe dovuto farlo. Le H,l\vkim lo ..ramano, pcnsat<'. Il peggio è che ora che al bar ~i hanno pagato il ld1ùl.y non <;jspicncht·rà più da casa Hawkin ... « Sono for,e vmtre parcl'lti;, > chiesi. « No, m,1.. .Non o;ono come tutti gli ;:iltri, c-rco. La loro proprietà confina con 1.t mia: è coltivata a mezzadria da ct·rti cint·si. I\'on 'iO come spiegarmi. vedete, ma per noi le due Ha,, kim ,ono dei ,;imboli. LC' portiamo come t."'iC'tnpio :li no,.tri figli quando ... quando parliamo di grmt· per lx-ne>. « Ma quel che ha ripetuto Johnny non può mica d.:mncggiarle, wro? >. « Non lo 'i0. Non capisco d1 chi.' 'ii tratti. O ml.'glio for"<' capi-.co. Andate a lt·tto, voi. Non ho la Ford, sta-.cra: vado a piedi fino a casa ». Si voltò e ,;ubito b nebbia lo inghiottì. Mi avviai vcr'IQ la C.1'-3 della "ignora Ratz. Dalla palude mi arrivava il so~ lito <1toppic-ttiodi'! motore OiC'scl e i tonfi dei ,;cechi del c:1vafanghi. J+.:.ra ,i;ahato ~ra, il lavoro sarcbb<.· stato interrotto dalle c;ettc alla mezzanotte della dom<>nica. Tutto era in regola, mi dicevano quei ,uoni. Salii la scala stretta fino alla mia camera; una volta a l('ttO guardai per un pezzo col lume acceso i pallidi fiori in,ipidi del parato. Pen..avo alle due voci u,cit<.·dalla bocca del mostro: due \'ere voci che facevano rammentare lc- due donne-. Qurlla gelida ricorda\'a Emmclina e quella dolce Amy dic;perata. Qual era la cau ..a, mi domandavo, dd !<.UO dolore? Forsr le- wtTer<'nzc <olitaric di una donna di mezza età? No : c'era troppa p~1ura nella voce. La mattina seguente vcr-o le otto raggiun~i attravcr<o la palude- il cavafanghi. li bvoro procedrva normaimente, ..icché alle undici circa mc ne tornai a Loma. Da\ ,mti alla pensione dell..t c;ignora Rat:,,. Alex 1lartnell ,;cde\'a in un~ Foi-d modello T. « Stavo per venin·i a cercare nella palude », ~i gridò. « Ho abbattuto un paio d1 uccelli, 'iitamauina : volet<' venirli a m,mgiarc con noi? ». Ricono<.eentc, salii nella Ford accanto ad Alex e raggiungemmo gil1 pl·r la collina la gra,;~a ricca regione di ~udon:,t. Il sole brìlla, a ,ulla tl'rra nrra. « Vi ricordate dellr JLtwkin,? > mi gridò Alex. « Certo che mi• ne ricordo! >. « 1-:ccola lorn ca'iia>. E nw l'indicò. Cn fitto alto muro di cipre"i 1;1 na- ~condcva come le altre ville di Loma. Dovcv.t avere anch'e,,a un pic(olo giardino intorno. Solo i tetti e la parte ,upc-riore delle finr'iilre sporge,·ano in alto. La c;t,a era gialb t· bruna, combinazione di colori <tbba<,t,uv,t diff U"a in California. :'\rella !<-irpc,di lato e davanti, c'erano due cantclli cli legno. Il fienile era fuori ciel recinto H·rdr, dietro la. casa. La 'iiiqx· t.tgliata quadra era incrcdibilm(•nt(' fitt.1 e robu'iita. « Tiene lontano il \·c•nto~- mi \piegò Akx. « Ma non Johnny l'Or-.o >, rispotiii. Wn'ombra gli pa,;sò sul ,·i'iiO mentre mi indicava un piccolo f.ibbrlCato bianco fuori nei campi. « Lì vi\'ono i contadini cinesi >, mi spiegò. « Ottimi la\"Ol'atori: vorr('i ave,nc anch'io>. In quell'istante un carronino tirato da un cavallo "bucò da dietro l.t ,iepr w-,ltando ndl., strada. 11 cavallo grigio era vecchio ma hcn curato, ìl carrozzino \"Crniciato di fresco e i finimenti lucidi. ~(i sembrò che le redini fo-.,;;ero troppo corte J)<'r un cavallo co~ì \'Ccchio. « \'anno in chie\a, eccole! > gridò Alex. Ci togliemmo i cappelli e c'inchinammo alle due donne, che ci restituirono cerimoniose il <,aa\uto.Lt guardai bene mentre patii,;av:ino,e fui stupdatto: erano esattamente come mc le ero immaginate. Capii subito quale delle due era Emmclina e quale Amv. Gli occhi chiari r duri, il mNltO fermo e aguzzo, la bocca tagliata con preci,.ione adamantina, la figura rigida, ,;enz.t cur\'t:, appartenevano a Emmclina. Pur "-Omigliandole, Amy era di\"er- ,;issima. La ,;ua figura era morbida, gli occhi caldi, la bocca piena i il petto gonfiava l'abito nero. Somigliava a Emmclina, ma mentre la bocca di Emmelina era <.,errata per natura, Amy trneua 'itrctta la '>ll.l. Emmclina do\'C- ,·a avere cinquanta o cinquantacinque anni; Amy dicci di meno. « Ora capite quel che intendevo parlando di ari•aocr:\7ia? > mi di,"e Alex. Annuii. Una comunità, era facile capirlo, si 'iientc più o;icura ospitando dur per'-Onc simili. In un posto come Loma, con )(.' sue nebbie, la sua gran paludt\ le due Hawkin'ii erano veramente 11cccs\aric. Se le due donne non fmc;ero state lì a ri..tabilire l'equilibrio, qualche anno pa,;,ato a Loma a\'rcbbc potuto ~convolq'ere il cervello di un uomo. Dopo il pranzo, rim,rnrmmo intorno alla ta\'Ohl a bere il cognac. e: Non c..apÌ'iCO>. o...c..n cli « perché andatr al Buffalo. Qud tdtiiA.J f ... ». « Lo ,o>, ri,po"'" .Alex. e: ~fa il Buffalo è il cenrllo di Lom.t. l', il no,tro ~io1n.ilc. il no\lro te.:1tro e il no...tro cinolo >. Era co,i vc·ro chl' quando Akx mi,c in moto la Ford per ricondurmi a ('a"a, ~apc"o, r lo ~apc\'a an<hr lui, che avremmo pa<-.ate un p:1io d'ore al Buff.tlo. Qua'iii cr.wamo dentro l'abitato quando un'altr.l automohih· ri ,·enn1· in• contro. Alt·, si mi,e di trnH•r\o e l'altro dovettf' fnm,tl'\i, « f: il dottor Ilolmc, », mi ,piegò il mio (·ompJ(?;U0. « Dotton· >, chi.1mò \'rr-,o l'altra ,tuto111ohile, « ,·olevo prt"~.lr\'i di pa,,,1. re da mia ""rdla. Si ,ente male :t, « \'.t bene, Aie:,.,,»,ri,po"-r il dottore. « ci pcttii,crl,. Or.\ l.1'ci.1t<'m1pro,e~uirc, pt'r fa\'orr. Ilo fn.·tt.1 •· « Chi è mal.no? > chie\C hn"c •nwntt· Akx. « Pare che mi,._ Amy '.',ia wenuta. :7\(i,'iiEmmdin.\ mi ha t<'ldonato poco f.1 ('hiamandomi d'urgenz.a. L<·,·au·v1 di lì, pn·,to ». Al<''< ~i tirò sul ci~lio d<'ll<t .,t1.ul.\ Pa,,.uo il clottorr, pro<.<"guimmo.Sta\'O o~,c•n·ando the per miracolo la nottl' ('fJ. 'ien·na. <iu,rndo ,lk1i il rapo(' vidi lun!Z'hi \tracci di n<.>bb1..arrampicar..,. d::dl.1palude- fin (Opra Loma. ,tri,C:-iando com(· '-t"rpi \lii fianchi dell.l collina. O,\\';inti al Buffalo la Ford ,i frrmÒ' ,;obbal:rnndo. Entrammo. Carlo allungù i.I mano sotto il bar ,er,o la wlita bottiglia: e: Chr vok• te-? » ('i chic-de\·a intanto. « IJ"hisl,1 ». Pt'r un momento un debole- 'iiOrri~o sembrò percorrere il gra~<-0vi'iQ apatico. La ,;tanza era piena: c'era tutto l'cquipag~10 df'I c;w,tfanghi, tr.mnc- il cuoco. Non ho mai \'i,to un bar più tranquillo del ·lluffalo: non c'rrano mai di,cu,.,ioni violente-, mai zuffe e 'iiicanta\'a f)Oco. Btre ,otto gli occhi gravi, ine'iprc,.,ivi di Carlo diventava un'oc• cupazione quieta e ,cria, piuttmto dw un gio<:o rumorO(0. A uno dri uvoli rotondi, Timoteo Rati faceva i suoi ._oJitari. I ta\'olì e'i'iiC'ndotutti OC('upati, Al<'x cd io lx·\'C'mmo il no,tro lt.•hisJq appoggiati al bar, di<rnrrendo. come ..i fa in tutti i bar, di ,;port. di commercio t' Oi avventure. Di t.rnto in tanto C.irlo ci riempiva i bicchieri. Dopo un paio d'ore Alex ,\\'e\'a già detto pili volte che voleva .rndar ..ene cd io stavo JXr farlo. La ciurma del ca.vafanghi che doveva riprender l:tvom a me7.Zanotte era filata via. Poco dopo la porta si aprì 'ì<'rua rumore e Johnny l'Orso stric;ciò nella stanza don_dolando le lunghe braccia, ~cuotcndo 11grosso capo lano'ìO r sorridendo scioccamente a tutti. I piedi quadrati ,;embravano di un gatto. « Whisky?> cinguettò. Ncs'iiuno ~li rispo.,e. Allora ..i mise all'oper,1; si b\lttÒ in terra come la prima volta e dalla sua bocca mcirono cantìknanli parole na,;ali: cine~i, mi parve. Mi (Cmbrò poi che le 'iites~ parole fos'-t."rO ripetute da un'altra vOCC',pili lente e ..enza le na~ali. « 11'huJ,;·? » ripctè Johnny sollevando la u.·..t.a incolta, r mrttrndo,i in piedi <;<•na liifor--.1,0. Affa<;einato, po-.ai 'iul banco un quarto d1 dollaro ,. il mo'iitm inghiottì l'alcool. L:n i'>t,mtr dopo, i+naramt'ntc pentito d1 qud (_"heavevo fatto, evitavo di guardare Alex. Tornato al centro drlla ~tanz.a,. Johnny aveva riprt"o la po,a ,uggc,t1\'a della fine~tra. « E. qui, dottorc >, diw! una voce fredda. Chimi gli occhi '\Cacciando la immagine di Johnny l'Or,o, t· '-Ubito mi apparn• Emmclina I fawkins. La voce nra del dottore :l'avevo udita sull;i strad;1 (' la riconobbi) ri1ipo- 'iiC • « Uno wenimento, a\'ctc detto?». « Sì, dottorC' >. Una brnr pau,a, poi la voce dr! medico chic,.c•, ba,,a e grave: « Perché Amy ha fatto questo, Emmclina? Prrché? Sono il \'0\tro medico », pro• ,c-guì la ,·O(·c, e ora , i trt•ma, a dentro quasi una minaccia, « cro amico di vo..,tro padre. O0\'{'tC dim1i tutto. Credt·tr che non ,appia c-o,a ,ignifichi qud ,egno "ul tt-ollo? Dopo... dopo quanto trmpo l'a,·ctc ... tirata giù:> ». L'n'.lltra pau..a. La voce di Emme• lina ri,J>o'>f'.non più fredda, ma tn·- mul;J e pauro'iia, qu.:t'-i un bi..b. iglio • < Dur ... due o tre minuti, dottme. Guarirà? >. « Oh '-Ì, certo. :\"on è ferita grave• mente. Perc-hé l'ha fatto? >. La voce, ade,.,o, era pila fredda an- ('Ora, era gelida: e :\'on so, dottore>. « Non volete dirmdo, cioè! ». « ~on 'iO nulla, dottore ». La ,·oct· drl medico imp,lrtÌ le i,tru• 1ioni del ca'-0: ripo-.o, latte e un po' di cognac. « Soprattutto, ..iate dolce con lei >, finì. « Siate dnk<·, 'ioprattutto ». I..1 voce di Emmelina tn•rnò un Poco: « Dottor(' ... non dirtte nirntc, mai. vero? >. « Sono il vo,tro m<·dico>, fu b rispo,ta ferma. « :":on dirò niente. Vi manderò qut·l calmante, ,ta-.('ra >. < WhisA.J? :t. Spalancai gli 0<.chi inorridito: Johnny il mo,tro e.i guarda, ,t intorno ~upplichtvolt·. Gli uomini c-rano muti e \t'rgogno,i; Carlo guarda,·,\ in tt·rra. ).ii \"OJ..iurnilì~to a Alex ,mi ,(·nu,·o rc,1>0n,abilt" d, tutto_). « 7'on "°'l>l'tta,·o quel rhe ha detto ~, mi "<'u,;1i. e: ).1e nC'di,piacc tanto». Uscii dal har. mc n1• tomai dalb R;lt1. l' ... alii ndla mia carnt·ra. AffacC"iato alla fi1w,tra udi\'O lontano n'.·lla p;llude, .\ttr,lHf\O l'.lgitata nebb,.i, il motore Dic~el ri,c·alda"i nwttcndo,i lc·ntamentc- in _moto. Dopo un pc~· i gr,rnd1 ,c·('Chi, nprt·,t·ro, ,frrr.1- ~hanclo, ad .ifl'ondarc nd fango. L n incidente occor--<)la m;:ittina dopo '>lii la,ori mi tratt('J");nf'due <.ettim<tll<' lont,1110dall.t \'ita .,.ocialt• di Loma i fi. n,.tlnwnte, ri,tahilito l'ordine, mi rrc..1i uua -.c-1 a ,t fare \'i,it,l a Alex. Pa"'ando davanti alla villa drllC' 11.twkim mi frnnai un i... t.1ntt- a \hirciarc attravet'o uno dt·i cancdli. Lt C<1'3 c•ra bui;i, ancora pii', o..(.'ura pt•rché una luce ba"a ardeva a una delle fine,trc-. Il \'Cnto. fiaao qurlb ',C'ra, ,pingt·,a gro-.,i \'Ì• luppi di ntbbia ~ul tt•rrt"no, come erbe '><.'n·he.Or.t <·.lmmina,·o al chiaro, un i,t.lllh' dopo ero in!Z'hiottitoda una fitta nchhia, poi torn,l\o a \'Cdrrti. \"e• dl'\'O .il lume dclk ,tt'llc quei grandi glohi argentei di rwbbia 111110,-n,ciomt• f.111t.i,mi ..u. i campi .·\ un tr.ttto rni pane di udire un monno1 io nd cortile df'l_lt· I lawkim, dil'lro la "iCJ)(', <' lM"ito 1rnprnHi,,unentt· d,1lb nrbbìa, \'idi un., fi!Z'ura nc•r.1 attraH'1'aH' i campi ~,.dal pav,.o -.tra~cicato riconobhi um~ cfr1 cine,1 "·'mpre <alzati di ~,Hl• d,d1. I cin,·,i, pt•n,ai1 mangiano una quantità di ,-o~e ('he ,·anno colte o acC"hi.1ppatedi notte. Su.t ,orc-11.t e,c;('ndo ac;,('ntc, Alt'-.: '11','-0 ,r1111(· .1d ~1prnmi. Sl·mbrb cont<•nto di n•cknni. mi frc-r ,rdNC' dava.mi all,1 -.tufo e mi ponò una bottiglia d1 quf'I ,uo huon cognac. « Ho ~1·ntito ,·h1· ,1,·et, a, ut11 un gua-.to >, mi di,se. Gli ~pirg3.i di che ,i tr.1tt,wa. « F. comr- 'iitanno le signorine I Jawkim? > rhic<.i a mi,1 volta. « Poco fa, pa"ando d.wanti alla loro \'Ìlla mi è -.cmbrato di urlin· dri lamenti. non so>. Akx \('mbra\ .1 an,io~o e imiemc rilutt~llHC J. toccare quell'argonl<'nto. « C1 ,ono ,t~to una 'iiettimana fa >, mi di ...e.. « ~li" Amy è incli,po;;ta, non l'ho ,·1..t.a. Ilo ,·i,to ~olo la 'iiorclla>. A un t1<.Htoprnrupµe: « C'è quakma che- non rfH piace, in <]Uf'lla ('.l'ia... ». « V'intcrt•<;,ate di quelle signorim• >, o~,1·:,·a1, « CO!ll(' \C fO\\('fO \"()\tlf' par<·r1t1 ». « Ecco: i no<.trigrnitori rrano ,unici; noi lf' thiama,amo .,j;:i, Amy e ,-ia Ernrnelina. Non po,,ono far nulla di male, quC'llt· due: ,archhc- un lutto per tutti se le 'iOrdlc I Llwkins non fo:,i- '<'ro h· ,on•lk· llawJ..in'i.i.. Hanno ,cmpr<' "i,;,uto come pcr~one per le quali l'on<',tà è daHC'ro la migliore politica e la carità porta ton 'iié: Ll sua ricomprn~a. Ci <;ono nt:'cL·~,arie». Poi mutammo ar~omcnto e dopo un po' m1• 11(' tornai a piedi a Loma. Non c'c-1a più lume da\"anti alla ca~a delle J Llwkin,, quando vi ripa..,sai davanti. Due 'iil'r(' dopo la mia vic;ìta a Alf'x torn~1i al Buffalo B,1r. Carlo i;ni n·,rne incontro pulendo un bicchiere col .~rcmbiulc. Gli gridai « Whisl.y.' » prima fhc apris;;e 1.t bocca, pre-.i il mio bicchicn· <· mc ne andai a 'ii('dert•accanto .1 Timoteo Ratz thc- av·cva que-lla ,er,l una fortuna colo-..ale. Quattro ,·oltr si al?è• 1)C'rlx-re. Intanto la st,111za ..,i C'r,t riempita. Verso le dieci arrivò la noti:-ia. Ript•n..1. nclo poi a quc-,to gN1rrc d1 cose nori si rirorda mai ec;attamf'nte come si c;eppcro. Arriv,1 uno; na-.cr un mormorio; impfO\'Vi'-arncnte tutti 'iiJ.nno quel che è-a('caduto, ogni particolare-. Miss Amy era morta; ,.j rra ucci'iia. Capii che qud fatto incredibile c;concert,tva gli uomini; nC'ii\uno riusciva .1 spil·garselo. Riuniti in gruppi, dic;cutevano ..i. \'OCC bac;,a. La porta "i .tpt ì M·1na rumor<' <' Johnny l'Orso entrò con la sua -.olitii mimica, trascinando i piedi pi3tti sul piancito. Si guardò intorno <· rin~uettò; e: Whisky.)>. O,.a, quegli uomini de~idera\.'itno veramf'ntc di cono,ccre la verità. Se n(· vngognavano, ma nt· ,enti,ano un hi- 'IOgno acuto. Carlo dunque vn,ò d,t lx·rc- al mo'iitro. Po"atr l<· carte ~Jimotco Rat;,,; si avvicinò ,rn,ioso, johnny im;hiottì il u.:hisk;· cd io chiu~i gli ocd11. II tono del dottor" f'ra a'-pro • « Emmelina. dov'è Amy? >. Non ho mai udito una ,·ocr conw qucll.1 thc gli rhpo<;('. Dominata da un controllo fr<'ddo, rra tuttavia piena d'un terribile- dolor<.·. Eguale, monotona, opaca, un fremito profondo l'inuina\',I. « Qui dt·ntro. dottore>. « Jlummmm ... >. Una lun!Z'a pau,a « lJopo quanto H•mpo f ,t,Ha \cKcrn...,.? >. « Son ~apn>1, dottore ... >. « Pnthé l'ha f.mo '> P<'fché l'ha fatto di nUO\'O?». « :-,: on \O, dottore >. Una pau,a più lunga, poi. « Emmclina, voi 'i=tl>c,·,nc.non è ,·ero, ciò rht: <ta\'a per ..u. cccdcrlc? ». La voct· di 1;do <i <.pc.zzò,ne md un ,i;o.,piro: « Sì, dottore>. « I:. perciò che l'a\'ctc soccors.a c;olo <Juando er.t troppo tardi? :":o, Emmc-lina, non pos,o crederlo! ». L, ,·oc-e-a\·r,·a ritrovato tutto il ,uo controllo. « Può fan• il ccrtifiG1to ,en- :✓.1. mt·n:zio11ar.c.. ? ». « Cnto dw po,-..o. Parlerò :tnch"' ,11l'imprenditorc-, \tilt<' tranquilla •· « Gr..1:✓i<·, dottorr ». « Ora ,·ad0 a tddonarc. \ ·nite (on mi· 11cll'a.ltra~tanza, non J>O"'O J.1,ciu- ,., <1ui o;.o)a.\'i darò un calm,rnt•· ... •· « lrhz.sJ.y? Whisky pt·r Johnny? >. Ri;1p(•1ti1:tliocdti. 1·i\'idi il ~n1'>0 e l,1 IZ'rc,.....t.ta·,ta dell'idiota. Carlo rirmpi 1m altro bicdlic·n·, Johnny lo h(•,·,·c-. poi ,1ri,ciò in fondo alla '-tanza e ;, CO\'acciaw,i <atto un ta,·olo <.i addormnHo. 7't,....uno p,1rla, .1. L" no dopo l'ailro gli uomini ,i aHiciriarono al har e vi !~~--~·rr~1~~> l C"~~~~J:;~o~:el;i s;n:~;~rjd1;,~ po .\k'C <·ntrò ndl.1 ,t.:rnza 'iili-nzio,,1; raggiunt,1mi in frnt,t « An·tt· udito!» mi chi(',('. «Si». « Lo t<·m<·vod.1 qu,,khe tempo. \"1• lo djo;.,1l';iltr., -.c·r.1,ricordate? >. « Cono .. <ett· ,1n<he il moti,·v? ». Alex ,'in i~idì, i suoi occhi fccrro il giro ddl.t <;tanza « Johnn\' '> » domand(> laroniro. . \nnuii. « Xon po"o < r<'df'rlo >, di,,r Alex pa,,Jndthl l.1 mano ,ug:li O<(hi Stan> pt·r ri,pond1·rgli, quando d.tl fondo ddla ,t.mn .,rri,·ò un 1·umore e Johnnv l'Or<.0 ,i an·irinò c.tri..ciando. « 11-'hub .' > thir,c, iminuant('. a Carlo. Bru,('anwntc, Akx ,i vollò (' arrin- ~ando i pfl'"(.'nti e: Or.t h.1,t.1 ! , espio- <.('.. « Qu(•,ca , crg:ogna è dur.1ta am:he troppo; è or,1 che fini,c,l ! ». :\',·,-.uno ~h ri,po,('; tutti ,1nnui\'ano in ,ill•mio. « Whùky pt•r Johnn~? >. Pt·r poco. Aie, non ,i "cagliò ,ull'idiota « Done,ti H'r~ogn;irti ! Mi" .-\my ti ,fama,·a: ti ha regalato gli .,biti d1C'lui addo,,o >. Johnny ~li s.orri\c: « lrhisk>·' >. E -.c-111a..,1x·t1ar ri,pc,~t.1 in<omincic'> b ,ua {Ommedia. Cclimmo dei r.an11kn:mti ,uoni na,ali the •t·mhr;l\'ano cim''-<".,\lt•x fl',µira,·.t ~i,ì. ¼1lle\'ato. :7\b un'altr.t nx:c', h-1H,l, e,it.mtc. pn·,t· a ript.·tell' gli ,H·;,,j ,uoni. ,enza h· na,ali. Akx fcc<' un balzo Cl'>'-Ì fulmineo che non lo 1·idi mumTr,ì. Il ,;uo pugno ,i afl'o_nd,, ndla l)oc('a 'di Johnny l'Or,o. « T1 a,·e\'O detto che ba,ta\'.l ! » gridò. Johnny l'Or,o ripre<,Cl'equilibrio i le "lit' Libbra ~-.n.~uin<mti \Orridcvano '-("tnPH'. :7\fuovcndo"i lf'nto e ,rnza (forzo, abbrancò Akx come i tentacoli di un anemone marino \tringono un 1'ranthio ... Ak-.: ,i pit·gò all'indietro; io aff<·rrai uno di qw.•i bracci mo~truo- .,i e lo tor'ii in uno sfor-.r.o,·ano per far~li ahb.mclonan· la prr,,1. Per fortuna C;1rlo ,·rnne in mio '-0('<:0r,o. Armato di un ciocco. temptstò dì colpi la tc'-la lanosa finché lt· bracTia non ,i 'iiChiu,ero e Johnny non ,tramazzò in t<'rra. Aiutai Alc-x a ..,ccler,;;i«. Siete fc. nto? •· <No>, mi I i,po!<.c.« Soltanto indolrnzito. Pa<'-t·rà>. < rhrte la Ford? \'i C'Onduco a ca,a >. • J>ao;\andodavanti all.1 ca,a delle I fawkim, né Alex né: io -.t;H·cammo gli oc• chi dalla ~tracia. So,tt'n(·ndo Alex lo aiut,1i ad entrare in casa 'iiua e a ,drai.ir ..i ~ul ktto. poi gli po1-tai un po' di c-ogna<·caldo. Non a\'CV<ldetto ancora una parola; ma quando fu a l('tto, un po' pii:1calmo mi chiese con amia: « L'ho frrm.tto 'in teff1po, no? Cn·cl<'t<'c_he qualcuno abbia capito?>. « C;,p1to chr coc;a? Non 'iiO nemmeno prrché , i ,iete dan('iato su Johnny >. < Be', a..coltatc », fece Alex. « lo dovrò ,;;tannenc- a letto qualche giorno, tl'mo. Ma se ,·oì udite qualcuno insinuare qtulche cma, fermatelo. .:'\on prm1C'ttCtt' chr ripc-tano... >. « :\ifa di ch1.·coc;a parlate? >. ).fi_fi,c;òun .attimo negli occhi. « Credo eh potermi fidare di voi > di<~c infiiw. « L'altra voce, dopo 9uella del cine'-C.'.. t·ra ~li,;.:.Amy >. z - (fine) JOHN STEINBECK (Traduiionc cli .\!aria .Marto,ic). 1 __ ,w_U~ 1 2 TOVITÀ ; ( LIBRARIE f f Nei Classici Rizzoli f f diretti da Ugo Ojetti: f { f I VOLUME l' DELLE t ! OPERE ; J DI GIUSEPPE I ~ MAZZINI ~ t LETTERE t ( .. A.cc.:RA DI U.,"/GI SALVATORt:LLI _i .. Fd,::1ru1t in p,/1, t oro. L. 60 t } Edi~1M1t in prrxamtna t cnrf(J fil,- I J granata, I.,, 60 I • 1· i :e~l~l~s~~~~:i;i::;~~ · ( STORIA f I DERLISORGIMEENT I f DELL'UNITÀ D'ITALIA i I DI CFS. IRF SPF.llAS?()S l f,· VOLUMEOUARTO:1848 i I· La Reale Accademia d'l1alia ha t ... conferito uno dei massimi premi I ', del 1938 a queua Storin dtl Risor- . j x1mt'nto ..... coscienzlos:1, serena, ben l documentata anche con fonti J J str~mierc inedìte, lucidamen• f te scritta.ampia e degna del- i l'arduo argomento. j J Ale.,5andro Luzio f i d,Jla R. Acud,mia d'Jtah• I l Couo di ortm tolum, in ,di::iont' d1 f luno (l,S(nt11rn rn /l'/a a::::urra, jr,l{t l ,'"'•'"• o,o), L,,r 65 I , RIZZOLI E C. f f lf/l,1\0 • PJA,ZA CARLO •Rn., 6 f ·"'--~"'Cf-~ ......... ,~-~ f 11011p1i,1ì signjfcativi riel/a 11ovellisticn f pùìmg11tirlisegnatori f pi,ì brilla,,ti 11111oristi Gli i11geg1p1ùi ì viMci J,1 giomali.r11101'//ustm/0 li troverete in ogni f,ucicolo di ~.-..;~~ ' ' ' , t I c cioè del più agile e originale settinuno1lea colori che esca in Italia: esso costituisce l'amico sorridente di chi si rcu in vil1:ggi,uuu, il fresco ristoro di chi è costretto a rim.rncrc in città. tutto è il setti111r11111!e riitutti Chic-detclo in qualsiasi cdicoh: costa cent. 60 l11eg11aglia'1lialeveste l11i111ita'1iillceo11te1111to

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