viato al' frontiera un corpo d'armata ture-o d1 trentamila uomini >. La notizia fu genericamente smentita da Bonnct, ma fu indirettamente confermata ad I~tanbul, dove la Républiqut, organo df'I deputato Yunus Nadi, ami- ~o personale di Ataturk, riproduceva mtegralmente l'informazione del Daily T,l,graph. Ncc:~unopuò stupirsi di questa energica pre~a di posi:iionc della Turchia. La. Francia era impegnata nelle cose della Cecoslovacchia, mentre l'Inghilterra, c:pccic dopo I' Anschlilss, viveva sott? l'in~ubo dell'espansione germanica in Oriente. Che cosa aveva combinato von Papen ad Ankara? Forse che si profilava ancora una volta il vecchio dist.·gno della linea di comunicazione da Amburgo ad Aleppo? Senza perdere trrnpo, l'Inghilterra stipulava un accordo finanziario con la Turchia. Un grosso credito era accordato dalla City al gowrno di Ankara e, in contraccambio, la Turchia passava all'Inghilterra cospicue ordinazioni di materiale. La Francia non poteva abbandonarsi ad esitazioni e si accodava senz'altro all'Inghilterra. Per non perdere (mC'glio,per guadagnare, sia pure a costo di qualsiasi rinuncia) l'amicizia della Turchia, la Francia dimenticava le proteste e le rivendicazioni siriane. Dimenticava tutto il suo antico prestigio di potenza cristiana in Levante, e si avviava a stipulare un nuovo trattato di amicizia col governo di Ankara. Quc-,ta l'origine del trattato di amicizia firmato il 3 luglio 1938. Questo trattato contiene clausole straordinariamente impegnative per l'av- \ienirc. L'articolo 3, ad esempio, stahi• li<ice che per il mantenimento della pace generale e per la sicurczz..i. nel Mediterraneo orientale, le alte parti contraenti, Francia e Tùrchia 1 si concerteranno ogni qualvolta si delinei una situazione capace di minacciare l'integrità territoriale del Sangiaccato. E nella dichiarazione comune, che accompagna il trattato, la Turchia di• chiara cht\ data la legge fondamentale adottata d!l.l consiglio della Società dcllt· Nazioni per Alc~c:andrctta, csrn, per -.uo conto, riconosce che la quc• 3t1onc del s~tngiaccato non è, per lei, una que3t1one territoriale. Avendo vinto, la Turchia ha fatto il bel gesto di non volere stravincC're. Ma chi:- diranno, i 'liriarii, della di,in• voltura con la quale la Francia ha sa• crific:ltO quelle loro rivendicazioni, che es..a a\"cva ripctutdmentc e solenne• mente garantito contro la pesante mi• naccia di Ankara? Chi non vede che l'abbandono dei siriani è stato imposto alla Francia dall'Inghilterra, impaziente di avere la Turchia nella propria orbita mediterranea orientale? Chi non vede che la posta vera non era l'amicizia franco-turca, ma anglo-turca? Che co~ ha ottcniltO in cambio la Francia? For<:ele ultime dichiarazioni dÌ Halirax? Come nei lontani secoli, in cui l'altopiano palestinese e le grandi vie di comunicazione siriache costituirono il teatro predestinato delle lotte irriconcili:lbili fra l'impero egiziano e l'impero assiro, laggiù, nel vicino Oriente, fra le gole del Tauro e jl porto di Caifa, c:i combatte un duello di cui non si può ancora prevedere l'epilogo. Le improvvide decisioni diplomatiche, adottate alla fine dC'lla grande guerra, h;inno fatto a pezzi il territorio la cui uni, è comandata dalle leggi stesse del affico mercantile, che da millenni h.t là le sue vie fra l'Europa e l'Asia. Quelle vie non hanno perduto il loro valore. Lo hanno, forse, decuplicato dal giorno della scopçrta dei pozzi di petrolio a Mossul e dal giorno della instaurazi6nc delle grandi lince :wiatorie. Non diversamente dai tempi di Pom• pc.o, le popolazioni limitrofe del dc• ~erte, siriano, use al commercio delle grandi vie carovaniere della Me,..vpO· tami;.t verso l'Anatolia e verso il Mediterraneo, troverebbero la pro~pt'rità e la pace in un commercio ordinato, condi:,ione prima per la. loro elevazione src iale. Ma la parola d'ordine del• la di cnnata diplomazia dei mandati sembra mirare esclusivamente al loro impo\'trimcnto, a fomentare le di5Cordic interne, ad esasperare le rivalità e tutti i rancori, nell'illusione di perpetuare un dominio sfrutt:nore sotto le parvenze dell'autonomia. Naturalmente-, in questa lotta di supremazia, i clic-nti debbono cedere il passo ai lords protettori. GIULIO VENTURI ARNOII ••. 32 • 6 AGOSTO1938-IVI Il IINIBUS SETTilr1AllALDEI ATTUALITÀ POLITIOAE LETTERARIA ESCE IL SABATO IN 1~18 PAGINE ABBONAMENTI lt•~~:~~~llr:~ ·1~~k; :~~-~~·r ~6 22 0GWt NUMERO DXA LIRA )h11.01orittl, dlngnl e fotogtt.61, anche •• non pnbbUcatl, non 11 N11tltul1coco, Dlrn.lou: Rama . Pi111adella l'llona, 3 Telefono N. 66.470 .l.:aln.llllttruloae: MIIHo • Piana 0arlo Erba, 6 Telefono :N, 24,808 hbbliclti: l'er millimetrodi alteua, bue unacoloncaJ L. 3, Rlnlgeul all'Agenda O. Bruchi .llilaco, Via Sah·lnjll10, Telefo!3020-907 Parlfl, 561 Ra.eda 1t1bo11rg 811nt-HonoN1 T. C. ....... , /4,A~# _....I.. .., I I ,, . , ,. ;-1, ,,_,,-r,/ rimi"~ ""'·-.. /;/_jf;,_~,, _ .. ( (,1Uh'f _. ;, /, ,. ,,/, ~ .... · 2 ~t';N/7' l.,,-~tltl~ /Jj, Mo. n1•114 a ■. IL PA88J.P0BT0 DI XEJUL 00L NUOVO TITOLO DI AT!TOBI XEKAL PJ.B01! AL TEMPO DELLA BOA VITTORIA CONTRO I GRECI QUATTRO ESPRESSIONI DI l'.EMAL ATATOBX C&A~Al' I :.rJ:11:.L..L12/1.S.i'.r.!'Jl~• Oeogratla Tempo fa, una grande fabbrica di lapis americana - la Eatle PenCll Compan1 mise in commtrcio delle scatole di matite per bambini, con annessa, per ,lclame, una carta gtografica di tulio il mondo. Questa carta, come meglio vedrtmo fra poco, non cr3. un modello di csatttzza, fra altri errori, sopprimeva dalla faccia della tura la Rcpubblic3. del Salvador. La detta repubblica ha un ufficio naz.ionale del turismo ed ha un ministro a Washington, rcgolarmrntr accrtdiu.to prcs. so il governo degli Stati Uniti. L'ufficio nazionale del turismo dtlla repubblica del Salvador si affrettò a inviare al ministro a Washington un'energica protesta contro la inesplicabile soppressione e il ministro {IOn avrebbe certo esitato a fare proteste non meno energiche presso il Governo degli Stati Uniti, se la ditta, accortasi dell'cr- ~:rtdi;t~a~~o a;t~ccg~:~:~ ~~:~~~~a::menc La Ea1le Pencil Compan1 di New York ignorava che El Salv.ador fosse stato omcs-. so in una carta geografica del mondo, che è staia inclusa in !catole di matite per bambini, finché l'Umted PreJS non ha r:- chiamato la sua attenzione sulla protesta fatta dall'ufficio nazionale del turismo di El Salvador al ministro ,alvadoreano in Washington e La Ea1le Pencil C~pan1 è dolente dell'incidente, che è avvenuto del tutto fuori delle sue inten:i:ioni. Ess.a non prepa• rò, né stampò la detta carta, ma la com• prò da una ditta, che è fra le più note nel commercio tipografico. e L'errore s.arl. cor~tto in avvenire>. Apriamo il piccolo calendario--3tlante Oc ,\gostini. Non ne abbiamo sottomano che una edizione un po' vecchia, quella del 1 935 ; ma dal 1935 non saranno avvenuti grandi mutamenti ntlla repubblica del Salvador. Apriamo, dunque, il \·olumctto a pag. 3o8 e leggiamo: e !alvador • R1:pllbl1ca de El Saluador • Repubblica indipendcntc dalla Spagna dal 18·21 ~, ccc. Ci sia permes,o fare una piccola rettifica. Il Sah-ador face\·a parte del Guaumala e nel 1821 fu il Guatemala che si resc indipendente dalla Spa~na Poi il Guatemala entrò a far parte del ~lessico; il Salvador si ribellò e fu domato con le armi. Nel 1823 fu costituita la repubblica delle provincie unite dell'America centrale e il $3\vador ne !tee parte. 1\lla fine, nel 1839, la Federa:tione si sciolse, spe21.andosi in cinque repubbliche indiptndenti • Guatemala, Salvador, Honduras, Nicaragua e Costa Rica. Il Salvador è il più piccolo dt~li Stati dell'America centrale, ma anche il pi\l den,amente popolato. Il detto calendario• atlante indica una superficie di kmq. 20.948, ma a(l:~iunge: e secondo altrt' fonti, kmq 34 216 >. Il di\~Uio sembra un po' forte. Che la geografia del Salv:idor sia destinata a esser 1cmprf' circonda1:1 di mistero? Co• munque, ~cnza pretendere minimament(' di contribuire a svelare il detto mistero, ci permettiamo di srgna\are che le fonti americanr indicano una superficie di mi!lia quadratr 13.176. Un miglio quadrato inglese è pari a kmq 2,589. Siamo, perciò, vicinissimi ai 34.000 kmq. La popolazione è di 1 .500.000 abitanti (pare che sia .au• mcntata a 1.6oo.ooo): il 50 pc-r ctnto meticci, il 15 indiani e il resto creoli. Il principale prodotto. del paese ~ il mais, che si con~uma tutto all'interno; poi il caffè, che forma i nove decimi dell'esportazione. :"Jella capìtalt, San Sal\lador, prosperano circa I oo mila abitanti, fra i quali il presid<-ntc della repubblica, Sua Eccellenza il generale ~faximiliano llernandez Martinez.. Chiamata. al telefono di notte Tempo fa, il visconte Ha\ifa:'( raccontò alla Camera dei Lords quanto segue: e Una notte fui chiamato al telefono da una privata e patriottica persona, la quale mi disse che la Germania, l'Italia e il Giappone erano sul punto di fare una di. chiarazione congiunta di,, guerra alla Gran Bretagna; che i detti paesi avevano stabilito un piano per dividersi la maggior par . te dei nostri domini, e che tutto questo era qut"stione non già di settimane, ma di giorni. < Oo.,.etti assicurare il mio interlocutore che la guerra non sarebbe potuta cominciare prima della pros5ima mattina. E ,olo quando gli ebbi detto questo, egli si rassegnò a tornare a Ictio>. A. G. ITALIA, INGHILTERRA, ETIOPIA ffiEL numero del 27 luglio di The Dail1 l)J Teletraph and Mo,mn1 Post, Lloyd Ccorgc, dopo aver r1fatto la storia della contesa, chr-, alla Conferenza di Ver, sailles, si accese fra il presidente W1l'°n e la ddcgnione italiana per Fiume e la Dalmazia, e dopo aver ric6rdato co~e, alla fine, l'Italia e la Jugoslavia riuscissero. a mettersi d'accordo dircttamcnt~, e definissero, col trattato di Rapallo, il confine CO• mune ha brevemente accennato al modo, molto' sommario in cui la questione dei compcmi coloni~li, ~a assegnare all'!talia a norma del patto d1 Londra, fu liquidata o, per dir meglio, seppellita a Versaill~s. Quando alla Conferenza si proced~t~e ~Ila spartizione dei possedimenti gcrman1c1 do!• tremare, l'Italia fu lasciata del tutto fuon Era questa l'ipotesi prevista dall'art 13 del trattato di Londr.i: e Nel caso che la Francia e la Gran Bretagna accrescano i loro territori coloniali in Africa a spese della Germania, I~ dette due potenze: convcn- ~ono in principio che l'Italia possa pretendere equi eompen1i particolarmente per quel che riguarda la decisione a suo favore delle questioni relative ali~ frontiere fra le. colonie i1aliane dell'Eritrea, della Somalia e della Libia e le colonie vicinr appartenenti alla Francia e alla Gran Brttagna >. Pat• tuirione difettosissima per la sua indetcrmi..- natezza ~.fa, per quanto difettosa, ena significava pur sempre che qualche cosa all'Italia si dovc\'a dare. e Nel corso della discussione sui man• dati > racconta Uoyd Georgc, e i rapprc~ scnta~ti dell'Italia non fecero alcuna richie• sta per ottenere l'auegnazionc di qualch': colonia ex-gtrmanica, ma domandarono • com~nsi •· previsti dall'art. 13. Personalmente io ero pronto a concc-dere la Somalia 'britannica e il Giubaland, pufché la Francia a,css'", da pari(' sua, adempiuto il trattato di Londra facendo analoghe concc-»ioni >. t noto che, per allora, né ringhilter~a, né la Francia ci cedettero niente. Solo cm• qut' anni più tardi, e cioè col trattato del 15 luglio 19~4, l'Inghilterra ci cedette 1'01tregiuba La Francia fu ancora più sollecita: non ritardò che sedici anni ad esc• guirc l'obbligo contratto con l'art. 13 del trattato di Londra i lo eseguì conc<'dcndoci un'ampia zona di deserto nd sud libico e pretese drlle contropartite. Della Somalia francese (che Lloyd Gcorge, nel 1919, attendeva ci v('nissr crduta dalla Francia per potere, subito dopo, offrirci, lui, la britannica) non si parlò più. Conseguentemente, si parlò ancora mtno della Somalia britannica Fu un inglese, se mal non ricordiamo, che dcfinl la guerra mondiale e la guerra delle occasioni perdute >. La pace di Vcrsai 1lcs fu qualcosa di analogo: la pace delle OC• casioni perdute. La ques1ione degli e equi compensi > all'Italia fu una bella occasione per Lloyd Georgc, nonché di dimostrare la sua generosità, di fare onore a un trattato, che il govcnio del si.io pac$f" aveva firmato. E anche questa occasione andò pcrduta :-.'on varrebbe la pena di occuparsi di questa pubblic.u:ione di Lloyd Georg~, se non vi fosse inserito un documento che ci scmbr.a della più alta importanza: una lettera di Lord Milncr, in data 16 mag• gio 19191 in cui vcng?no esposte, nel chi~- ro, franco e brutale lmgu.agg10 del vecchio imperiali,mo britannico, le ragioni per le quali l'Inghilterra do\'eva opporsi a una espansione dell'Italia nell'Africa orientale. Questo documento getta una crud2. luce sulla politica che, sedici anni più tardi, l'Jnghihtrra seguì di frontc all'Italia, e in• duce più che mai a dubitare della sincerità di Ct'rti ideali che il go,<'rno di Baldwin allora proclamò con ostentazione Lloyd Georfj:c, dunque, , oleva cedere all'Italia il Giubaland e la Somalia bri1annica ; ma, e per qucl chr riguarda la Somalia britannica•, così egli continua, .- urtai contro l'insormontabile opposizione dei miei collea;hi >. Il loro punto di ,-ista fu cspo~to da Lord ~lilncr in una lettera, che pr<"sen -.gii;i uno speciale intcre~sc in con• sidera1.1one del::li sviluppi eh<' poi ha 3\ uto la qucstione abit.sina Qu<-sta lettera porta ):'I data del 16 maggio 1919 e fu ~ritta a Pari~i: e ~.fio caro Primo ~finit.tro, e la nostra conversazione di. ieri ha la• t.ciato nel mio animo una spiace-vole impn·,,ione. lo non crt"do ('he voi vi rrn• diate conto della gravità chr 3.Hf'bbc !;1 concrt.t.ione agli it;'lliani di tutto o quasi tutto qutllo che Ct.t.ici chitdono in Africa. e Anche sr la Francia concedesse la So-- malia francrsc, la quale altro non è cht una sottilissima striscia di tnritorio in con. fronto con la Somalia britannica (8.ooo mi• glia quadrate con1ro le 68.ooo della nonra·., il nostro contributo a!li •• tqui compcMi •• all'Italia t.arebbe sproporzionato a quello della Francia. e Sembra una cattka idea considerare gli attuali possedimenti britannici, che sono sotto il not.tro diretto controllo, e sono tutto quello che noi realmente possedia• mo e siamo ragio11cvolmente certi di con• serva.re, com<' qualche co~a c:he pQssiamo a cuor !t"ggcro dividrre con qualcun altro. e t un consid<-rcvole sacrificio cedere jl Giubaland, che è una j:>artc realmen1c di valore del no,tro Protettorato dell'Africa orientale. Ci t.aranno certamcntt" grandi protet.tc sia da parte dc-i coloni dell'Africa or:cntale, t.ia da parte dell'At.rocia1:one dei coltivatori di cotone. Ma il Giubaland, con le sue 30 mila miglia quadrate di buon terreno, h:1 solo importanza economica La transazione comincia e finisce con la cessione del territorio. Non ha alcuna grave conseguenza ulteriore. e ;,;on cosl la cessione della Somalia bri. tannica. Questa cc~s.ione implica un indebolimento della nostra posizione strategica in uno dei "punti nodali" dell'Impero e a\•rà conseguente di lunga portata sull'avvenire così dc-ll'Abissinia, come dell'i\rabia. e Noi non pouiamo ~rmcttcrci di disinteressarci dell'Abissinia. Lo scopo ultimo che gli it.aliani evidentemente t.i propongono, e, di fauo, confessano cui stessi di pro• por~elo, nel t('ntare di tenere in pugno tutti gli sbocchi al marr dell'Abissinia, è l'assorbimento di quel paese. Basta guardare la carta per v('dcrc che cosa t.<"riasarebbe J'im. piantar,i di un impero italiano, \'at.to quan• to una metà drll'lndia britannica, nell'an• gol o nord.orientale dcli' Africa Esso spaccher('bbc diritto il cuore di quella grande srera d'influenza britannica, c.he si stende dal centro dell'Africa orientale, attraverso il Sudan, l'Egitto, l'Arabia e il Golfo Persico, afflndia, e che, prescindendo dai Domini, è il vero impero britannico. e Le strisce di terri1orio che attualmente l'Italia pos.siede lungo le coste del ~far Rosso e dell'Oceano Indiano non hanno grande importanza e un ampliamento di es~ non sarebbe cosa di gran peso. Ma il formarsi di un vasto blocco italiano sul fianco della nostra principale \/Ìa per le Indie, e c.he metterebbe l'Italia in stretti rapporti con l'Arabia e col Sudan, sarebbe cosa molto diversa. E sarebbe per noi, nelravvenirc, ragione di gravi inquietudini per ~ntrambi qud paesi .. e Ma anche ammettendo che fossimo disposti a cop.sidcrare con indifferenza lo sta• bilimen10 dell'autorità italiana sull'Abiss.i• nia, avremmo sempre interessi vitali in quel paese, che dovremmo salvaguardare. '.\ii riferisco specialmente alle sorgenti del Nilo Azzurro, da cui dipende in modo assoluto )a coltivazione del cotone nel Suda.n, cssenzìale, come è, ai nostri maggiori interessi nazionali. e Se cediamo la Somalia, abbandoniamo la sola leva che abbiamo, per assicurare la protezione di quegli interessi, quando gli italiani andassero avanti nella penetrazione dell'Abissinia ; il che ccrtarDentc farebbero, quando avessero ottenuto il poucsso di lutti gli sbocchi al mare ... e Il limite massimo, cui possono giungere le nostre concessioni all'Italia, senza che la nostra sicurezza ne sia pregiudicata, è di offrire loro la parte. orientalt della Somalia britannica, che si aggiungerebbe alla Somalia italiana Questa concc ..,lonc sarebbe rc-prcnsibile, ma non vitale. e Sinct"rissimamcntc vostro Milner •· Sedici anni dopo, q\iando l'Italia si lanciò alla conquista dcll'E1iopia t l'Inghilterra tentò di sbarrarle la strada, gJi italiani, fu detto, ebbero il torto di credere e di proclamare che il govuno di Baldwm difen• desse non già la causa dell'Etiopia, né quella di Gintvra, né altre ra~ioni così dette ideali, ma semplicemente i s.uoi interessi imptriali La lettera di Lord ~ 1lncr dimostra che il pubblico britannico aveva tono di crtdersi diff2.mato o di mo,trarsi offuo. Cli italiani, negli anni 1935 e 1936, attribuivano alla politica etiopica dt>lla Gran Bretagna quegli stessi obietti\•i, qucgli stessi interessi, quelle stesw- finalità, che ad essa aveva attribuite S<'dici anni prima Lord Milner. Né si dica che nel 1919 non era ancora nata la Lega. Sarebbe come dire che l'Inghilterra apprese che esistono degli idc-ali nella vita solo il 10 gennaio 1920, giorno in cui entrarono in vigore il tuttato di Versailles e il Covenattt, con sincronismo mai abbastan~ lodato. Certo, n!"I 1919 ;,1 Lega non tra ancora nata; e mai come in questo caso si potrebbe dirt con !'Ecclesiaste: « Beati coloro che non sono ancora nati>. Lord Milncr, quindi, non poteva invocare la Lega, né il Cor;enant, né l'art 16. Ma ben poteva in- \/OCare l'intcrcue ideale, cht l'Inghilterra doveva avere fin da allora, che un paese debole non venisse aggr<'dito da un \'ÌCino potente. Ben poteva invocare il diritto mtcrna:~.ionale, la l".iustizia internazionale, rcc Queste cose non sono nate il , o gennaio 1920. 01 tutte queste nobili ralfioni, di cui sedici anni pili tardi si farà tanto uso ed abuso, nessuna fa un'apparizione, sia pure fua;gevolc, nella lrttera di Lord ~f,lner. E~li parla del e chiaro e confe~.sato obicttÌ\'O > della politica etiopica dell'Italia, che .sarebbt-, a suo av,•iso, l'< assorbimento> di lutta rE1iopia, come della cou più naturale drl mondo. ~on se ne indigna, non prott"sta: e, for1e, non vi si opporr('bbe neppure, se l'Etiopia fo,~e in altra parte della terra, t' non proprio là do,·'è, ntl cuore del mondo coloniale britannico. La sorte dell'Etiopia, che: sedici anni più tardi commuoverà. lame anime ben nate, gli è per. fc-ttamc-ntc indifferente. Ne discorre .alla maniera semplice e schietta dei vecchi im. pcrialiHi bri1annici, per i quali era in1cro che il ntgro doH,,e euer ~overnato dal bianco, e su que,ta elementare prcmes,a non \•alc"a la pena di tornare E notiamo per 1ncidenJ che la lcucra ~ stata amputata in due punti Come mai, dunque, tanta diversi1à di lingua~~io fra l'Inghilterra del 1919 e l'lna;hilterra del 1935-36 > Fra la lettera di Lord ~lilncr e i di,corsi di Mr Eden o del visconte Cccii? Come si ,pie~a questa con- \'Crsione dt"ll.Inghilterra dall'imperialismo all'idealismo? Nel modo più scmplict. Lord ~filner seri. veva al suo Primo .\1inistro in \·ia. confiden- :tialc. Mr Edtn parla\a in pubblico: par. la,•a alla galleria di Ginevra, alle demo-- cu1.ie e, am;i, ~rché no?, alla postnità. Se Lord .\filncr avene parlato in pubblico anebbe parlato come Eden: e cioè aHebbe mc-sso innanti anche lui le ragioni ideali, le quali allora si chiama\'ano per esempio < l'autodeterminazione dei popoli >, come faceva proprio in quei giorni Wibon per opponi alle nostre rivendicazioni adriatiche E se-Mr Eden nel 193~ avrà scritto al suo Primo .\I inisrro in via confidenziale, avrà 8critto come Lord Milner, e cio~ avrà parlato dì interessi imperiali, di vie imperiali, di sor~enti del Nilo, di piantagioni di cotone e simili. Se fra venti anni Lord B:ildwin pubblich('rl. le lettere che avrà scritte o riCe\'Ute durante la crisi etiopica, chi sa se non verranno fuori scritti di ~fr Eden del tutto analol::hi alla lt-ttcra di Lord Milncr? In conclusione, ci sembra che la diffe• renza non sia fra l'Inghilterra del 1919 e quella del 1935 e: neppure fra il ministro tale e il ministro talaltro. La diffrrenza è fra ministri che parlano in pubblico e mi. nistri che parlano in privato. La prt'<:enta del pubblico impone l'ouer.anza di certe forme: ecco tutto. t questione di etichetta Cambacérès, il ministro di Napoleone era all'incirca dello stesso avviso quando 'ordinava ai suoi. familiari di chiamarlo Altezza Serenissima in pubblico; mentre e rntre nou1 Monuign.eur suffit •· RICCIARDETTO
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