Omnibus - anno II - n.32 - 6 agosto 1938

~;~~ L VILLAGGIO californiano di ~ Loma è co,;truito, come ,;uggeri- • ,cc il mo nome. :;u una bas~a, tonda collina, ~imile a un'isola al centro piatto della valle del Salinas. A nord C" a e!.t dell'abitato, -.i allungano miglia e miglia di una nern palude bituminosa, ma a sud la re~ionc è stata OOnificata. Il terreno prosciugato è ora co~ì ricco e fertife che lattuga e cavolfiori v1 crescono giganti. Invidiosi del terreno nero, i proprietari della p.ilude, a nord del villa~gio, ,.j a..~iarono per bonificare anche i loro campi. Io lavoro per la compagnia che ha l'appalto del canale di drenaggio. Il cavafanghi arrivò, fu me'-'0 in opera e incominciò a man- ,giar,i una larga stri..ci.i di tl'rra in mC'zzo .tlla palude. Provai per un po' a vivere con ,c;li operai ,ul cavafanghi. ma i nugoli di zanz~rc «>spc-.i. sull'acqua e la greve nrbb1a pe~ulenziale che ogni notte vaporava dall;-i palude mi rc,.pimcro nel vill.1g:gio di Loma, dove presi in affitto una camera molto squ:illida, ln ca'-'\ di un,\ certa signora Ratz. Avrei potuto !orsi" trovar di mc~lio, ma l'idea che la mia posta mi 'ìarcbbc giunta < pre,;,;o la signora Ratz » mi drci'ìe. Oopo tutto, in quella nuda camera dormivo soltantoj i pasti li 'prendevo con gli altri, ~ul cavafanghi. A Loma non ci '-<>110 più di duecrnto pcNOnc. La chiesa metodista è la co- -.:truzion~ più alta, sulla collina; il suo campnn1lc a spiralr è \'i,.ihilc-entro un raggio di molte mi~lia. Il conto de~li rdifici è presto fatto : due drogh<·ric, un negozio di ferramenta, un'antica loggia ma-.-.onica e il Buffalo Bar; non c'è altro. Sui vcr-anti della collina '-Or•· gono le ca"-Cttc di legno della popol.1zionr povera e, nella ricca pianura meridionale, quelle dei proprietari terrieri, ville generalmente chimc da alti muri di ciprcs'ìi tagliati per difenderle dall'aspro vento pomeridiano. La sera, a Loma, non c'era da far altro eh<' andnrsene al bar, una vecchia baracca di w,vole con porte a due battenti e una tettoia sporgente, pure di legno. Né proibizione né ritorno al r<'gimc alcoolico avevano alterato il \UO commercio, la sua clientela o la qu,1li1à del ~uo whisky. Ogni ~ra tutti gli abitanti maschi di Loma sopra i quindici anni venivano almeno una volta al Buffalo Bar per bere e far due chiacchiere, prima di rincasare. Proprietario e barista., Carlo, detto il Cras'ìOnc, salutava ognuno imbronciato c- 0ernm;Hico, con una cert'aria, nonostante, di confidenza e d'affetto. .11 suo vi,o era acido, il ,;;uo tono addiriuura ostile; eppure, come ci riu- ~ci~~ non so, perfino io mi sc-ntii soddi,;fatto e grato quando Carlo incominciò a chiedermi, volt~mdo ver1;0 di mc il ,uo grasso viso apatico; « Ebbrn<\ che vuoi? ». Lo chiedC'va a tutti; ma -..crviva unicamente u:hiJky, di una 50la qualità. Una volta lo vidi rifiutare indi{{nato a un forestiero di spremerci dentro un po' di limonr. I e pa- -.:ticri» non piacevano, a Carlo. Pulendo i bicchieri con una ,;aJvietta che por<a\'a legata sull'.iddome. girava -.enZ.."l pma fra i tavoli. Il pavirntnto dc-I Buffalo t'ra di legno grezzo, coperto di ,tgatur.1; il bar. un \·rc,·hio bancoor '',.,(1cu1 1111 tolitarlo 0011 gli 1c1cchl. .. " di nego;,io; lr sc-dir, dure- e -.comode; unica dccoraziione i manifesti, i ritratti e I(· cartoline attaccati al muro dai candidati allr <"lezionidella contea, cornmrrcianti C' ,lppalt:uori. Cr n'erano di \'ecchi,-.imi : il m.rnife'itO dc-Ilo sceriffo Ritta!, per ("\!"mpio, morto da sette anni. Il BufT.110Rar è ,cnza dubbio un posto orribilc-, ma chi di nottr attra\·(•r,a\'a la strada fra i lunghi stracci sporchi della nehbi,1 e, ..p. inta finalmente la porta. \·cdeva gli uomini riuniti a h<.·re e a parlare, e Carlo nnir- 'tli incontro, prm,n,1 cnto un gran conforto. Qua ..i. ..e.mpre un~t mitr partita di pol.rr 'ii wolgc-va in un angolo. Timot<;o Ratz, marito della mia padrona d1 casa, face\'a un solitario con gli "cacchi. b:irando \pudoratamentc: e~li ~i concedeva un hicchicrc- ,;oJo ~ il giuoco gli riu,;;ci\·a. Vinto che aveva, ,i a\'via\',1 con di~nità ,1I bar. Con un bicrhierc già mC'ao pieno in mano, Carlo gli chiedeva: e Che co~a vuoi? ». « IVhisl..y », ri\pondc\'a gravemente Timotl·o. ì\"el lungo stanzone, fattori e cittadini '-Cdcvano -.ulle dure ~eclico stavano appoggiati in piedi .il banco del bar. Il monno1io monotono delle comcrsazioni conti,nuava mdi,turbato; -.olo all'ep()(:a dl'llc <'lezioni o dei grandi incontri ~po1tivi, ,i udi\',\ quàlc-hc discor\o o quaklw vi\'aCC' di'>Cll'i"ione. Alle finL·di qut'llC",rratc. u-.civo con grandr . di'>gmto nC'lla nott~ umida; p<•f'i<'~u1t.ttodal lont;mo ronzio del motore Oic\C"I.sul c:wafan~hi, e d,tl ton• fo dC'i ,;rechi. mc ne tornavo nella mia cam(-ra oqiJc. dai R,ttz. Subito dopo il mio arrivo a Loma per fortuna feci c<mo'-Cenzacon una grazio,;a meticcict, ~(ac- Romero, e "J>l'-'~0andavo con lei la sera fino al \'N,antL' sud della collina, finché la nebbia non ci ,-ic,1,cciavain citt,\. Ar• comp.ign.tt,tla a ca\a, cntra,·o come al ,olitu :d bar. S('duto ;\] banco, una sern, di-.corrcvo con Alex 1 lartn(•ll, proprietario di una bella fattoria. Si parlav:i di pc~a, ricordo, <1uanclo i battenti della port.1 d'ingresso si aprirono 1x-r richiudersi 1;uhito. I.e com·eri.;11ioni furono interrotte i spingendomi il gomito, Alex mi diss.c: e È Johnny l'Or~o ». Mi voltai a guardare. Non potrò CC'rto de~criverlo meglio del ,;uo nome. Sembrava vcramcntt' un grande <' ,ciocco or,o sorridente: !:i ma testa nera ricnuta era protesa in avanti e le sue lunghe braccia pendevano come SC' ,;te..~· ritto "olo p<'r bravura. Corte e arcuate le ~uc g~\mbc erano terminate da ..1. rani piedi piatti . Rive.,tito di una tuta blu, aveva i piedi nudi, né dcfonni, né anormali, ,;olo piatti e larghi quant'erano lun~hi. Se ne stava ~ulla soglia, dondolando goffamente le braccia, comc- fanno ~li idioti j sul ,;uo vi"o si '-Corgcva uno ,cioc-co ~orriso beato. Poi si mos..e.. Pc- ~anic c gro~so com'era, ~mbrava ,trisciare: non ~i muoveva come un uomo, rn;1 com<' un misterio;.o animale notturno. Giunto al bar si frrmò; i ~uoi piccoli occhi vivi fecero amiosi il .~iro dc-i vi,i. e Whisky/» chie,;e. Loma non è una città con abitudini genl'ro-.r. Cno pag:a da bere ad un altro -.olo ~r f' certo chr l'altro gli rend,·rà imrn(•-Juwmrntc la cortesia. Fui quindi sorprc,;o vedendo un uomo po- ,ar(' sul banco una moneta. Carlo rit•m. pi un bicchiere r il mo,tro lo prc,e e ingoiò il whuky. « Comr diavolo ... » incominciai. ~fa. Al.cx m'intrrruppc con un'altra go• m1tat:i. I n~ominciò quindi una curio,;a p:intom1ma. Sempre col suo sorriso idiota sulle labbra, Johnny l'Orso andò alla. porta e _t,o~ò indietro slris.ciandu. Si accovaccio lll mnzo alla stanza e dall.1 '>li~ gol~. uscì una voce che mi ~c-mbrv familiare : . « Sci troppo bella per vivere in una città come questa! ». La \'OC~ di\'cntò calda e femminile. C?~ un hcvc accento messicano: e Lo d1c1 per farmi piacere! >. ,\n?~,;;ii; il ~:ingue mi martellava le tempia.i per poco non wcnni. Dalla g~la di Johnny l'Orso erano U'ìCiti la mi~ . \'OC(·_, il mio ac~ento: le mie parok • poi la voce, identica, di Mac Romero •. Se _non avessi visto l'idiota af,~iv:cnato 111 terra .avrei cc-reato in g- a raga77 ?· ~I di.t!ugo continuò. Que~tC-:co~c, riferite da altri, "Cmbr.\- •~ 0 r_id1colc,lo so. Johnny ]'Or~ conti!'luo dunque. o, meglio, io continuai: d10:-.:certe.· parole e foce certi suoni. Gradualmente i vhi dc~li uomini s· \'Oh.u~1l0 ,;ghignaZ?an?o, dall'idiota ~ mc. ~on potevo far mcn1c: per interr~mpt~re lo spc~tacolo avrri dovuto venire. all.c- mani, lo capivo. La ,;;cena co_ntinuo dunque fino in fondo: tcrmm.1ta che fu. ringraziai Dio che :\far non ".''C''-.(.(' ~r.nelli. Finalmente il mo- ,tm ~1 ',alzo 'icmpre sorridendo idiotam':nlc. «_ H_.l11sky? » chie,;c di nuo\'o. Cli \1om1111pre1;ero a discorrcrr fit1 t? entando di gu.1rdarmi. Johnny Or..o <·r.1.andato in fondo alla \t:in7 a: rag~omitol~to\i come un C,'\ne ;otto un tavolo, ,;; 1 addomlentò, . AIC':\. f fartncll mi gu:irdava impicto- ,;1t~. e ~ I.i . prima ,·olt.i che lo \'C'deu·. > m, ch1c-S<.·. « Si, C~<· ,pccic di demonio è? ». « S~ n prcocc.upate della reputazione ~1 ~1ae », rispose Alex ignorando pc-r ,I momento la mia domanda, e !ita- ~tit/:,u:_ 0 \::n:~uillo. Johnny l'ha o:eguita ~ Ma come ha fotto a udirci? ;',fon mi ~ono accorto che ci scgui!ise». « Quando Johnny l'Orso "bvora .. 11 ~",;uno lo vede e .s'accorge mai di lui. R1e..c.~ a ~po'ìtarq quasi ~en1a movi1~,--nt1.S~pete quel che fanno i 110!.tri ~10\·a~ott_1<1uando c~cono con una rag._,u,.i. Si portano dietro il cane. r ca111 han~o oaura di Johnny: lo sentono \Ttlir(' ». « ~ b quelle \'OCi! Dio mio ... ». i~lrx annuì. e So bene. Uno di noi ~cn-.,r ~rna volta all'università, parl~ndo d1 Johnny, e ci mandarono un ~,ovanotto .. Quand'egli fu informato del raso~ c1_parlò di Tom il Cieco». «. Il p1an1sta negro cieco? Ì\e ho udito parlare». « Be', :mche Tom era un idiota. Parlava appena, ma era capace di riproc!urre s.ul pianoforte qualunque mu- ,l(";i ud•~~<',anche p~zzi molto lunghi. L(~ ~rt,1rono a '-Cntirc artisti bravi, e lui npeté non .~?lo la musica, ma ogni ,f~mall!r,t dcli mtcrprctazione. Per C<'· g-l!t'rl? 111_ fallo fcct'ro piccoli errori, t- !ui ripete anche qurlli. Fotografava, m'-ornma, l'e\<"cuzione nri -.:uoiminimi p;1rtirolari. Qurl S?;iovanotto di,.,e (h<' andw Johnny l'Or-.o è CQ<.Ì; \Olo fotO- ~rafa \'OCt r parole. lui • ha letto a Johnny un lungo brano in greco e Johnny l'ha ripetuto punto pc1 punto. Johnny non c.ipi'<e le parole che rilX'tt : le din C' ba,ta. C(·rvello, non ne ha abba-.tanu per int••ntare; quello c-h,· din· è -.,·mpr<· c~att,unente quello du• ode!». e ~,fa p<'rché fo quc,to? Perché a-.colt.t ron tanto int<·1es\c \C non C'api~ce'». \lex arrotolò urM \igarctta r l'accc- \C'. e ~on capisce niente, ma gli piace 1I u:huJ..y. Sa che ,e a~colta dirtro le finr,ta· <·poi vic-ncqui a ripct<•rc quel. lo < hr ha udito qualcuno gli pag.l da bc•rl~. Sp<·!>.\O ci ripeu· i prttrgolczzi ddJ.1 'ìl.(.('noraRatz con le \ue pigionanti, oppur(' le liti di Jerry Xoland con la madrC', ma per <'O'-'' ,imili nr,-.uno lo p;t~;l >. c È \trano >, 0""'rvai, e che ancora nr,\uno gli a,hhia ..,parato nwntre ori• gliav.t ,0110 le finestre». Alex ..,,-ow· la cenere della sigarett,1. «.Molti hanno tentato di dargli una le• 11onl', ma è impO'-'iibile \ederlo e cogliC'rlo in follo. Bi~gna tcm·r chiu'-(' I<· finemr. e anche co,;Ì parl.irt' ,otto• voce, ,e non ,i \uolc <·hr lui «-nta. An.•t_ca\ uto f?rtuna_ ad cs1;erc sorpre- ~o d1 notte·, \'0i: altnmcntt a\"rebbc ripetuto non ,;olo le \·mtrc parole, ma anche i vo'.tri gc-sti. Dovreste \·l'dC'rlo com'è buffo Johnny, quando finge di guardar<' c,ta\iato una raga;,za ! ». . Cu.1rdai la goffa figura ste,a ,;;otto 11 tavolo. Johnny \'olta\'a la \fhien; 1 alla \tanza. l' la luce gli c~1d<'va~ull,1 n~•ra testa lano'-a, A un tratto vi _(j po- "° '-Opra una gro,;,;a mo(.ca e il cuoio capelluto, l'ho vi,to con i mb occhi giuro, r.1bbri\ idì tutto come il mantn di un ca\'allo torml'nt.1to da~li in-.e1ti La. mo,;ca tornò alb c,1rica r rabbrividendo di nuo\'o la ~TO'i'-,t 1,·,1.1 ner,1 la caccio via. lo frcrne'"o di di,~u,to. II tono dcli<' convrr,a:zioni era ridiventato \<>rdo l' monotono. D,l dirn minuti Carlo puliva un bicchiere col IO\'a~liuolo. Vn grupp1·tto d'uomini accanto a mc di,rorrna di comb,1ttimenti di cani (• di ~alli; ,l JX><'O a poco pa\,;\rono a parl.tn• di conidt·. e \'enit<· a bere>. mi di-.,t· Alex. Vedendoci arri_,·an·, Carlo po,;Ò sul ba;1co11e. du(• b1fchit·1i. e Che volete. ~ ~l11c~. e -.enn aspettar risposta ~-(·1so~I, lthul..; bruno .. \ti guard.iva 1111pa'-,1b1lr; <l un tratto una delle -.ue ~raw· palpebre carno,;c ammiccò 'iO· lt'n.nerncnt<'. .\'on ,o perché. mi sentii lu-.:m'(:ato. Poi la t('sta di Carlo accrnnù all'idiota addonnentato ~tto il tavolo: e \ "i ha giocato. eh? ». e La pro\~ima \'Olta prenderò un cane >, ~li ri,p<hi strinando anch'io l'occhio. Bevuto il whisky, cc ne tornammo ai nostri posti. Vinto un :iltro '-Olit:irio, Timoteo Ratz si av\ iava al bar per l.t terza \"Olta. Guardai di nuovo il tavolo in fondo ili bar. Johnny s'era voltato -.ullo sto• ma~o; il suo stupido viso ~rridentr guard;iva la stanza. ~!o~,;c la testa guardando tutt'intorno come un animalr in procinto di Ja,;ciar la tana. poi ~i al;,ò e con lentì movimenti (i rimi,,· in pil·di. Il suo modo di muoversi era strano: sebbene deforme e anorm:ilc. egli ~j muOYC\'a f0n a,~- luta mancann di ,forzo. Stri,;ciò nt'lla stanza ,;er,o il bar, -.orriden~o. a tutti; fermatosi, ripetè I.\ su.a. m,1\ten~e doma~da_: .« ll'hùl..;? H h,sl..y? ». l·.ra com(' il richiamo di un uccello, non so quale uccello. m.1 l'ho ~c-ntito certo: due note asccnd<'nti intcrrogati\'C': « Whisky? WhisJ.y? ~- Le con\'l'r"a7Ìoni nella stanza s'interruppero, ma nessuno andò a m(•t· tere dem1ro -.ul banco. Johnny sorridC'\'a \upplichnolc: « ll'hisl,J.> 11'/u. sJ..J? ». Allora tt·ntò di :1dc:~carli; dalla sua gola uscì una \OC<"di donna irata: e Vi dico che era tutt'O'-SO. Tutt'o~so C' venti c<"nte,imi la libbra.. !'.. un.t nrgog,n:i. ! ». ,U_na \'OCe.d'uomo rispo1;e, umile:. e S1ss1gnora. i\on lo -.apevo. \"i darò. 1n cambio. della salsiccia ». Johm1} l'Or-.o ,i guardò intorno an- ,io,;o. e ll'hukf? ». Ma nc~\uno acc(•nn;indo anrora a far-.i :ivanti, l'idiota ,tri~cic) fino al centro della stanza e ,·i \i accovacciò. e Che cosa fa? » SU'-· surr, e s... ,t », fefe Alex. e Guarda d:i una finestra, Zitto». Una \'OCCdi donna, fredda (' sicura S<.'andìqueqe parole: e ~on ric,;co ~: capirti. Sci una specie di mostro. Se non ti a\'l'~~i vista. non lo cr('dC'rci». Lr ri,;pose un'altra \"OC'(' frmminilc, ba,;,a r rauca di vngogna: e Fonc -.:ono un mo~tro. M:.1 non pos..;o vin• cerini, è più forte di mc! >. e Dcvi \'incerti », la interruppe la ,·occ fredda. e F.. meglio dli' tu muoia altrimenti». ' Singhiozzi ,ofTocati mcirono dalle \pC~-.clabbra ~orriclenti del mo..tro: il pianto di un:i donna dis1x·rata. :v(i volt.li.: Alex ascolta\'a rigido, con gli occhi ,;palancati; mi zittì con la mano appena aprii la bocca. i\ti guardai intorno: tutti ascolt,wano impietriti. A un tr,Hto, i -.inghio21i s'interruppero: e Non h,,i mai provato nulla di ~imilc Emmelina? ». ' A quel nome vidi nrrC'starsi il rC'spìro di Alt'-...::. e ~o cnto », ri~po~e la \'OCC gdida. e Xrmmcno la notte, mai? Non una volta in vita tua? ». e S<- mi fo5'ìe rncfC'-so», riprese la \·occ- dì ghi.1ccio, « mi ~arei mutilata -.cnza esitare. Ora smetti quel lamento, .\my, non lo sopporto. Se non puoi controllare i tuoi nervi chiameremo il mc-dico. È ora di andart• in chic\a "irni ». ' Johnny l'Or"O sorrise: e Whisky?», domandò. 1 • (coriti1111n) JOHN STEINBECK ~ ~e:~ . ~.., eleganza Aà Cepelli ben pettinoti, ecco un palese ~ indice di elegenu I Ma per quest porticolare della tolette, occorre sap .scegliere un prodotto garantito. E nessun prodotto vi può offrire le .steue garanzie che la BRILLANTINA CRISTALLIZZATA GIBBS compo1Ja di meterie prime sceltissime, dotele di un profumo inalterabile e conlenuto in una .scatola pratica ed elegante. Soc. An. S1ebil,menhlu,1 a~1 G.b?s • Milano GlflDS BERTO è il più gaio e scintillante giornale umoristico. Esce al martedì e al venerdì, è redatto e illustrato dai più brillanti umoristi e dai più arguti disegnatori. Una copia I centesimi 40 nelle edicole. I È IL GIORNALE UMORISTICO DEL LETTORE ESIGENTE la Società Anonima MobiliVacchelli CARRARA CHIEOEHE Il .. 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