Omnibus - anno II - n.31 - 30 luglio 1938

o•NIBIJS LA REGINA D'INGHILTERRA E IL :PBEBIDEBTE LEBRON AD UNA "GARDEN PARTY" (Foi. Auociu~d Pttas) _,~ U~STA _storia è pi.cna d::ncubi. . Vi trcv1amo: un mscguuncnto, un assassinio premeditato, dei sogni sinistri ... Ma l'eroe di questa storia, colpevole di tanti mi,fatti, non è veramente uno scellerato. Si chiamava Davide Rainicri. Aveva i capelli morbidi come la seta e i suoi occhi azzurri erano un poco a fior di testa. Scellerati che abbiano un nome e un viso simili, non ne csiston,o. Gli scellerati, in questi ultimi tempi, hanno nomi molto diversi, e capelli piatti e neri, divisi da una scriminatura, il viso morto, il naso insolente. Quell'anno avevo invitato Davide a caccia, da noi, in campagna. Fu là che egli potè con suo comodo imparare ~1 sparare. Non so da dove venisse il fucile che aveva portato con sé, insieme ad una scatola di cartucce, che egli teneva d'abitudine in tasca: si trattava in verità d'un'arma vecchia, ormai fuori uso. Oltre a lui, avevamo in casa un vecchio gallo che aveva da molto tempo perduto ogni dono di piacere. Formavamo una piccola famiglia dì cui Davide, che aveva dodici anni più di mc, cd io eravamo i soli uomini. Le donne si occupavano della casa; noi spaccavamo legna, portavamo l'acqua, attaccavamo il cavallo e andavamo di tanto in tanto in cerca di selvaggina. Quando si trattò di sapere chi avrebbe sgozzato il gallo, Davide s'offersc di compiere questa bisogna, cosa che ci rallegrò perché, essendo un estraneo, egli avrebbe potuto farlo più facilmente di noi, che avevamo conosciuto questo gallo quando non era che un pulcino e lo consideravamo quasi della nostra famiglia. Quanto ad ucciderlo, era indispensabile: il nostro modo di vivere secondo leggi razionali non ammetteva ozio da parte degli animali domestici. Davide, dunque, prese un'ascia e se ne andò a dar prova di sé con coraggio e cmdeltà. Quel giorno era pallido e i suoi occhi avevano una strana luce. Penso che l'orgasmo dell'attesa non lo avesse lasciato dormire per tutta la not 4 te precedente. Per non turbarlo non l'accompagnai in cortile, ma, nascosto dietro gli al4 beri del giardino, rimasi ad osc;crvarlo. Davide non crcd('ttC possibile ricorrere all'astuzia e al tradimento e non cercò d'attirare il gallo con pane o con granaglie. Si diresi;e verso di lui come un nemico e, con l'alòCiain mano, lo inseguì a lungo attraverso il cortile, cercando di farlo entrare in qualche luogo dove avrebbe potuto acchiapparlo più comodamente. Ciò durò molto a lungo, perché il gallo, a quanto sembra, comprese il pericolo mortale che lo minacciava ed evitò Davide con grande abilità. Finalmente Davide, allo stremo delle forze e coperto di sudore, riuscì a imbroccare giusto, e piombò sul gallo. Il grido del carnefice si confuse con quello della vittima. 11 carnefice prese quindi b. vittima fra le braccia e se n'andò verso un capannone, dove l'esecuzione doveva aver luogo. Devo confessarvi che fu realmente terribile. Più terribile di tutto era la faccia di Davide: si sarebbe potuto credere che fosse lui il condannato a morte. Portava il gallo sotto il braccio sinistro, tenendogli leggermente il collo con la mano destra, per non fargli male. Dietro il capannone, impiegò molto tempo per stenderlo a terra e per mettergli il collo sopra un pcu..o di legno. Bisognava tenere il gallo per le zampe, ma Davide non lo sapeva; rgli lo cingeva con le braccia, e il gallo non faceva che sfuggirgli. Poi, essendo riu4 scito, o bene o male, a tenerlo fermo stando quasi coricato sopra di lui, Davide prese l'ascia, la sollevò all'altezza del mento, e, senza avere la possibilità di brandire bene l'arma, goffamente, di striscio, colpì l'ala del gallo. li gallo urlò furiosamente, si liberò dalle sue braccia e fuggì verso il bosco vicino. E Davide lo insegul. Poco dopo, sentii colpi d'arma da fuoco : uno, due, tre. All'incirca un'ora più tardi, Davide tornò a casa e si chiuse nella sua camera. Non lo molestammo con domande : evidentemente si sentiva a disagio. D'altra parte, poco dopo uscì di nuovo e si diresse ancora verso il bosco, ma non sentimmo pili nessun colpo d'arma da fuoco. Né il gallo, né Davide tornarono a casa nel corso della giornata. In quanto a Davide, non ritornò che fa sera, e si coricò presto, senza cenare. - Il Fo~e non dormì. Vef'lo la mattma fui svegliato dal suo v::rneggi:uncnto, che sentivo attra,·e,-..o i muri molto i;ottili. L'indomani Davide scomparve :,!l'alba e b<'n presto dei colpi d'arm.t da fuoco risuonarono ancora nel bosco. Ora li srnti\·,uno susseguir.i vicinis,;imi, come quelli di una mitrae;liatrice, ora separati l'un dall'altro da intervalli lunghhsimi. Imm.tginai la scena: Davide inc;cgue il vecchio gallo~ questo ,;j na- ~conde dietro gli alberi, e tutti e due, gli occhi pieni d'odio e di paura. co14 rono per il bosco. La giornata era trascorsa molto pc4 no~amrntc. Davide era rientrato parecchie volte. ma non ci aveva mai rivolto la parola, non aveva mangiato, cd era passato davanti a noi con gli occhi ba-.._ie con l'a,.pctto d'uomo ammalato. Nessuno di noi aveva osato chiedergli qualche cosa. La sera, quando già tuttì s'erano coricati, egli mangiò in cucina, e, rientrato nella sua camera, si gettò sul letto; lo sentii, poco dopo, russare. Non credo che i suoi 'logni ,iano stati allegri. Quanto al gallo, non tornò a casa n'eppure quella sera. Il terzo giorno mi alzai prestissimo e quando Davide cercò di attraversare, inos._-.crvatoi,l cortile per dirigersi verso il bo'lco. gli gridai : « Lascia stare, Davide, non andarci! :i.. Si fermò e mi guardò turbato: e Lascia stare quel gallo, ti dico! La- ~cialo vivere ancora! ,. Mi rispose, triste : « Non posso lasciarlo così, perché è nwzzo morto >. e Cosa vuol dire, mezzo morto?>. e Ha in corpo almeno tre scaric_hc. In altre parole, l'ho colpito tre volte, ma non è un fucile ìl mio1 è... Dio sa che cosa! Non vuol saperne di morire, quel maledetto gallo! ,. e Ebbene, lascialo stare! Tu sci allo stremo delle forze, e lui anche ... ,. e Non si può lasciarlo. Innanzi tutto è stato ferito dal colpo d'ascia cd è tutto coperto di sangue, e in secondo luogo non posso lasciarlo vivere. Ho deciso d'ammazzarlo, e l'amma.7..zcrò,qualunque cosa av,·enga ! Non mi fennerò davanti a nessun ostacolo! >. L'aveva detto con tanta risolutezza che non mi restò che inchinarmi davanti alla ,;ua drcisione. Sì, Davide non era uomo da fermarsi a mezza strada. Er.i troppo orgoglioso! A dire il vero, non avevo che un solo timore: che, umili.uo dallo :o.racco, fini"~ col fani male da ~lo, ne-I m,mcggiarc qurlla str;.lll;\ arma. Per tutta la giornata fummo di cattivo umor<·, e prestammo orecchio a quanto avveniv~1 nd J.fo<,("oD.i tanto in tanto si scntivano colpi di fucile, ma Davide non tornava. Ci augurammo allora che il gallo m01i'-"-<', n(') bo..co, di fame o di paura. Xon potei più trattenenni e cor-.i fra gli alb<-ri p<"rvedere come la facc<'nda era and.na a finire. All'ingrt''-\O dd bo-..coincontrai Davide, col vi,;o .,figurato e il fucile in mano. App<'na mi ~c-or-.emi dhs<" con voce rauca. e Prendilo tu, io non po'-,;O, L'ho ammaz1:.1to :t. e Do"'è? :,. « Là, ndla radura, sotto un albero. Sai, gli ho fraca~sato il cranio con una ~carica, rppur<" \'i\'<' ancora! ,. e Ebbe-ne, ,·ai a riposare, ora :,, Se n'andò, barcollando come un ubbriaco, continuando a tenere in mano il fucile. Davide, dammi il fucile!, gli gridaj. J"emcvo che, perduta completamente la tc')t.t, potc-.-.cm· c-ttcrsi a \parare come un par.ro. M'a invece gridò. e Inutile. Non ho più cartucce. L'ho ammazzato con l'ultima,. Trovai il gallo "en-za fatica. Era uno spctt:i,colo molto ripugnante. Quando tornai a casa, fui stupito di trovare Davide che chiaahicrava tranquillamente con le donnr. Esse i;:cher~ zavano sui suoi casi, sia puP con molta prudt•nza; e lui cercava di dcM:rivcre tutta la storia da un punto di \'Ì~ta co4 mico. E tuttavia vidi le donne guardarlo come ~i guarda un eroc. Ciò mi spiacque. .Ma le donne ~no sempre così: quando l'uomo ha raggiunto il \UO ,;copo, dimenticano come ,.i comportasse prima. Per concludere-, si fece arrostire il gallo, S<'<"ondole regole; e quando fu arrostito lo ')Ì ser\'Ì a tavola. Quale ~arebbe stata l'attitudine di Rainicri? Non è facilf' uccidere, ma ciò che è ancora più difficile è mangiare la propria vittima La gente non è più rome una volta. L'uomo, oggi, è co-.ì crudele e insensibile, che man~ercbbe il proprio fratello; non g-rtta n<'ppure un'occhiata \ulla sua vittima, J>Crnon "ccitarsi il "istcma nen.o<-0. ~1a D.,vide c.,ifaceva fort<', volcndo mostrarc che la lotta non aveva la~iato tr,tccia in lui. Non sol4 tanto venne a pranzo. ,ape:ndo benissimo che sarebbe st.ito ~rvito il gallo, ma por,..e anche il piatto con indifferenza. e A mc datemi un'ala,. disse con fare disinvolto, fin troppo disinvolto. Quando gli venne data l'ala - l'ala tNribilmcnte dura d'un vecchio volatile noi fi\sammo tutti Davide con grande interesse e con rispetto non dissirr.ulato. Vedemmo un sudore freddo apparire •mila fronte di quell'uomo cora~gioso, che, evidentC'mentc, '-Otfri\"a di ri,·ivcre gli avvenimenti di quc~li ultimi tre giorni. Vedemmo 1c sue mani tremare leggermente ta~liando il pezzo di carne, ma egli riuscì tuttavia a staccar<• un groc.,"0pezzo d'ala, e a metterlo in bocca. Ma ecco ... non l'aveva ancora stretto fra i dcnti, che si lasciò sfuggire un grido e sputò una pallottola che cadde rnl piatto con un '-Onoro tintinnio. Balzò in piedi : avC'va gli ocrhi <.travolti, come quelli di un pano. Ro,·esciò la ~edia, incespicò due o tre volte e fuggì in C'amera sua. Ci affrettammo a C<'rcarcdelle gocce di valeriana e un a\Ciugamano bagnato. Quc,ta volta, Davide non potè contencNi; ebbc- una vera crisi nervosa, dur.1nte la quale si rotolò nel letto e si compoi-tò vergogno~amcnte, peggio di una donnetta. Ma ecco ciò chc- ~oprii. L'n minuto prima, agli O<'Chidelle donne. egli era un C'roc. E credete for,c che ora1 pur con quelle pazzie, C!iisesi burla,;:sero di lui, o ch'egli perde,.se qu.ilchc co~a ai loro occhi? Nient'affatto ! Era per loro un martire, vittima d'una cri!iiidi nervi, cioè un per~naggio molto intere-.- sante. La sua crisi era passata da parecchio, ma e:o.sc ontinuavano a rimanergli sedute accanto, a mettergli l'asciugamano bagnato sulla testa, e a guardarlo come un ferito, con tenercz7.a e compassione. Quanto a lui, restava coricato, con gli occhi socchiusi, pensando, suppongo, al mezzo di riabilitarsi per non sembrare troppo ridicolo. Le donne gli prepararono, una un uovo, l'altra il caffè, e rimasero tutta la ~ra al suo fianco. Bcninte,;o, non fu detta più una parola su tutta questa storia. Si parlò di molte cose, e Davide divenne così audace che arrivò perfino a raccontare storielle piccanti. Il gallo venne portato nella ghiacciaia, lontano dagli occhi di Davide, e quelle compiacenti donne si rifiutarono di mangiarne. Solo io non ne lasciai un pezzo, per quanto il gallo, come ho già detto, fosse così vecchio e duro, che, anche senza masticare pallottole man4 giandolo, si correva il rischio di spezzarsi i denti. CARLO BOSONI :JkJl/ntiJ(!,i non deve :::,..:...----- essere confuso colle imitazioni che cercano di essere vendute con lo stesso nome o con un nome similare. Achllle Brloschl e CMllano SONO USCITI: Colle::Jo11dti' pol'sia SALVATORE Q ASIMODO -P~~~rn Con li.O raggio di OrHle ll'&erlHlla poetica della pa·ola • biblio«~&a a Cllra di 011acul:, Vigorelll On volumein 81> di pagine200 circa,comprendentetutta l'opera del poeta.Una copia Lire 15. Tr,nta tstmflllri w carta spt· c1al,, "um.:rati I ftrmult dall' A11tort, al rrr,,(I d1 L.100 till1(1UIO. Ra111a11r{imcro11ti ARTUTROFAKELLI Un volume in 16° di pagg. 200 oiroa..Lire 10. "C.·,u/.,Jia,.,a: ,a,. 'l"'J/1' t\lltm1r, , i" is~,it _:,rEmpoli 1921, n noi stili• lm, tl•t Tot"Ntlli s,., Ira i f'o1.,,11i uritf(lri ,11•t·iati o fiuuti alta lrt11/ir11111110 Jti pii. si,.,,; nrl lr,o/a/it,. di situar, 1rnrroti_n11"'"'" l'n11P1ti"lu out"'1iogro1• /la t 1'1'1/nw,,r,,,.,,,., tb< t·n-..1110,...,,,, il ,,,.,pno JissiJi,, 11tllt ;,oginr td oltr,'' (Il 81rgcllo) AlFOll.'SO G.-ITTO RICHIEDETAELLI EDIZIONI PRIMPI IAII MILANO - VIA DEGLIARDITI, 23 CONTO CORRENTE POSTALE N 3-27896 L'APERITIVO DEGLI INTENDITORI S. A • ..-RA.Tl!:LLI PILLA & C. - Vt!.N~IA . Lfl 1•i1:isU1 itle11le 11e1• Ogni fucicolo offre un·origin1lis8ima •c,eh■ d1 •critti, fo1ografic e ch•f'ftni che toccano tulli i Ioni del .!!ell1m1nale de111rnaload intere•• 11arela 101alitàdei lettori. 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