Omnibus - anno II - n.31 - 30 luglio 1938

ABBIAMO lasciato alle no- ,;trc spalle, senza badarvi, l'ultima ora di gioco, fron- _.:.,c-n-- tiera non scgn.:tta da nessun palo colorato; abbiamo venduto la giungla nera e la Tortue al libraio Di Cave per uno e cinquanta. Aì tempi del cinema muto la sinfonia del Guglielmo T ell, inseguendo la galoppata dei saccheggiatori arabi, lasciò distratta la nostra ~antasia, mentre la canzone di Solweig intorno alla scena d'amore raggiunse il nostro cuore. Così si diventa seri, con qualche differenza di poco rilievo, secondo il posto che occupiamo nella. graduatoria dei decenni che vanno da Pina Mcnichclli a Pcarl White, da Pcarl White a Mary Pickford. t h sorte comune. Eppure ci sono uomini così fatti, che a questo non giungono mai. Gli anni passano, e mentre pt.•r noi l'antico vicino di banco diventa ben presto un e oé, addio! > detto senza fermarci, loro rimangono fedelissimi all'amicizia d'infanzia che li lega ai figli del capitano Grant. Nella letteratura1 creano dei lord Jiiti di Conrad, ma nella vita vera restano dei persona~gi assai meno compiuti e seducenti, che solo molto raramente spariscono e nell'ombra di una nuvola, prodigiosamente romantici >, mentre il più delle volte finiscono nella comicità e vi si adagiano. Costoro non hanno mai sme™> di giocare, e se pure hanno dovuto a un certo momento, laureati o diplomati, impiegarsi, è state, in realtà come mettersi a fare i compiti: appena hanno potuto, hanno buttato via la penna e sono corsi via. Il gioco è stato allora chiamato, nel mondo dei principali, avventura, qualche volta fissazione; qualche volta li ha fatti finire in castigo, in prigione o in manicomio, ma essi hanno opposto alla vita un non prnevalebunt così ostinato come quello di Pio IX. Jacques Lcbaudy, di profçssione commerciante, visita un giorno la costa africana, segna su una duna il posto dove sorgerà la città di Troja, e, fondata così la Monarchi., del Sahara, viene in Europa a fare l'imperatore in incognito, e manda alle Cancellerie europee una protesta perché non lo hanno invitato alla conferenza di Algeciras; Luigi Gro5, si:• gretario della Società di geografia commerciale di Parigi, 5i accorge che 5ullc carte dell'America meridionale il territorio di Counani non è MSegnato né alla Guiana francese né al Brasile, e ne approfitta per proclamarsene presidente, elargire una costituzione e fondare sci ordini cavallereschi senza muoversi da Parigi ; Carlo Maria de Mareyna, mandato dal governo dell'Indocina in missione nel Scdang, vi innalz.1 invece della bandiera tricolore una sua bandiera azzurra con tre trif~li bianchi, e, dopo aver regnato per un ann\) su qualche tribù che lo prende abbastanza sul scrio, viene a 5tabilire in una camera mobiliata di Bruxelles la sua reggia e la sua segreteria di Stato; il e barone > Harden-Hickey si proclama principe della deserta isola della Trinità, vi organizza, dal suo appartamento della 36• Strada di New York, un regime militare e che si accorda » dice il documento ufficiale, e con i modi marziali di un antico allievo di Saint-Cyr >, e naturalmente fonda anche lui un ordine cavalleresco. Giacché questa sembra esser 5tata la manifestaz.ione comune a loro tutti: Ordine della Trinità, Ordine della Corona d'Acciaio, o di Nostra Signora del Buon Soccorso, o del Merito Commerciale di Counani, o della Croce di Palestina, tutti hanno soprattutto tenuto a questa delle tante prerogative regie. Non potendo imporre tributi, sta• bilivano diritti di cancelleria, cd il bello è che hanno sempre trovato gente a modo disposta a pagarli per poter circolare sUi bouleuards col nastrino grigio della Corona d'Acciaio o con quello giallo e rosso dell'Ordine della Trinit~. Truffa? Qualche volta, pretori e giudici di correclionnellt sono stati di questo parere. Errore: essi giocavano, e non è colpa loro se per i bambini superiori ai quarant'anni la vita è fatta in modo che eh! non gioca non mangia. Fra tutti questi innocenti e harbuti bambinoni, il più innocente e il più barbuto è stato senza dubbio il re d'Araucania e Patagonia, Orllie Antonio I, che spinse la sua ingenuità fino al punto di cercare veramente di conquistarsi il reame 50gnato, di rischiare in questa impresa la vita e di rimetterci la salute, assumendo così tutte le rc5ponsabilità della propria immaginazione. Era il figlio di un modesto coltivatore del Périgord, nei bei giorni del Secondo Impero, ma nel nome dalla complicata grafia portava già un segno nbn comune : quel nome, dicevano le leggende di casa, era ereditario nei Touneru fin dai tempi, invero tanto remoti, in cui la famiglia aveva goduto di grande potenza nella regione. I vicini maligni prendevano in giro queste innocue pretese e chiamavano e le prince > il padre di Orllie. Tutto questo non aveva molta importanza e non impediva al signor Tounens padre di essere un uomo pieno di buon senso, perfettamente capace, appena gli affari gli andarono male come coltivatore, di aprire un bel negozio di macellaio a Tourtoirac e di ge5tirlo con fortuna. Aveva nove figli da si~tcmare, e a furia di tenacia riuscì a distribuìrne otto fra l'agricoltura, l'industria e il commercio. Quanto a Orllie, gli fece stu• diare legge e gli procurò un po~to nello studio di un procuratore legale di Périgucux. In questo modo pcmava di aver rivelato ori7,zonti attrar-nti alle ambizioni che indovinava in lui: attraverso le porte apcrtegli del baneau perigordino il figlio inquieto poteva infatti intravedere miraggi che avrebbero pcnuaso chiunque a Tourtoirac; gli inviti del prefetto per la mondanità, le elezioni comunali per la potenza. Pé· rigucu.x, dicono le guide, è sede di vescovato, di prefettura, di corte d'assise, di tribunale di prima istanza e di commercio; ha scuole primarie e secondarie. Una vecchia cattedrale e qualche pittoresca straduccia medievale compongono alla metropoli perigordina una signorilità che sopravvive nell'odore dei famosi tartufi 1 e può anche offrire, volendo, qualche pretesto di evasione buono per un poeta. Ma Orllie non era poeta, era uomo d'azione ! Quando il padre, commosso, gli ha fissato il posto sulla diligenza di Périgueux egli stava meditando di andare a Le Havrc, e di imbarcari:i sopra un bastimento che partisse per terre assai lontane. e Fin dalla nostra primis~ima giovinez7,a>, racconta la sua autobiografia, e i nostri occhi si erano fissati ~enza potersene staccare su quella parte dell'America del Sud che porta il nome di Araucania. Per noi la geografia cominciava da quelle contrade, coperte da foreste lu~ureggianti >. Araucania ! E'liste sul mappamondo un nome più bello? Nemmeno i geografi di Hollywood, oggi, quando scoprono quei regni dove i monarchi in uniforme viennese sposano le ragazze che sanno cantare come i dischi Columbia, riescono a trovare un nome sugge5tivo come qur-llo. Una volta in Araucania erano sbarcati i conquistadores cantati da Ercilla, che a la ceruù:. de Araucano domada - puisiero11 duro jugo por la e.<pada; poi, subentrata da quella parte delle Ande la repubblica del Cilralla Corona di Spagna, i cacicchi e i loro guerrieri si erano creduti un'altra volta soli nel mondo come prima di Pizarro e di Almagro, e il governo cileno s~ era limitato a far atto di sovranità sulle carte geografiche. In pratica, dunque, l'Araucani a non apparteneva a nesswto: perché non avrebbe potuto appartenere a un altro Pizarro, che avrebbe saputo portarvi i lumi e il progres50 del secolo XIX? Durante le sur- lunghe navigazioni attraverso gli oceani dell'atlante di famiglia, Orllie bordeggiava di preferenza 5Ulle coste araucane, sorridendo con superiorità delle pretese del governo di Santiago sulla regione. Invece, Périgueux ! Orllie finse di rassegnani e per cinque anni visse nelle foreste della procedura civile attra. versate dalle tribù dei litiganti sul sentiero della g~crra. Non dovette fare cattiva prova, se dopo cinque anni il suo principale, ritirandosi, gli lasciò lo RIO BEORO VERBO LA PINE DELL'OTTOCENTO ANTONIO ORLLIE I RE D'ARAUOANIA studio. Ma il giovane procuratore, fra una e comparsa • e l'altra, fra una cor- ~a al tribunale e una al biliardo1 aveva sempre trovato il modo di dedicare qualche ora quotidiana al 5UOideale. Aveva una trentina d'anni, l'età in cui i profe5Sionisti comjnciano a dire che non hanno più nemmeno il te111podi leggere il giornale, e lui invece leggeva libri di viaggi e di avventure, e testi di geografia. Nelle ore d'udienza i giudici in toga e tòcco, pronti ad accogliere o a respingere domande di rinvio, evocavano ai suoi occhi le gravi as5ÌSC dei cacicchi, il tòcco e le toga diventavano corona di piume e serapé1 insegne della dignità di capo, e sulla cantilena gregoriana del presidente che leggeva: e In nome di Sua Maestà Napoleone III imperatore dei Francesi ... > il suo udito sentiva altre parole : e Orllie Antonio I, re degli Araucani >. Questa doppia vita gli divenne ben presto insostenibile : stare a occuparsi della causa di Monsieur Dupont contro Monsieur Dubois per i confini dei loro poderi, quando laggiù il Cile e l'Argentina tramavano chi sa che spartizione della Polonia contro i suoi Stati! Compiuti trentatrè anni 1 l'avvocato Tounens si decide: vende il 5uo studio ben avviato, e senza confidare a nessuno i propri disegniJ se ne va. A Southampton si imbarca su una nave che fa rotta per Coquimbo. Touncns è un bcll'uomo, di alta 5tatura, imponente; porta j capelli come un pittore della Bohème, una barba da frate missionario sulla quale galleggia maestosamente un bel nac:o borbonico. Gli occhi sono quelli di uno sceicco d'Algeria. I viaggiatori possono anche sospettare in lui qualcuno dei soliti repubblicani romantici che la Francia del Secondo Impero mandava a cercare le sodd~fazioni della vera democrazia e nella terra di Washin~ton e di Bolivar>, e magari addirittura un cospiratore fallito, un ultimo carbonaro: come potrebbero immaginare sotto quella redir1gote del Terzo Stato un monarca allo stato potenziale? A Coquimbo rimane qualche mese, vivendo sul ricavato dell::t cessione dello studio. Impara lo spagnolo, studia bene la questione araucana. Due commercianti francesi, La Chai.se e Desfontaine, entrano a parte dei suoi piani politici, e, chi sa come, li approvano: forse, poco soddisfatti della posizione che avevano nel commercio di Coquimbo, M>nofieri di cambiarla con ouclla di ministri della Giustizia e del1tInterno che Orllic offre immediatamente loro, firmando finalmente i pri- -n,; decreti della sua vita. Grazie aUa l diplomazia dei c:uoiministri, Orllie ric- ~ce a metter,i in comunicazione con qualche capo dC'IIA' raucania, e a f..1.r annunciare il suo arri\'O nel Sud. E "iene finalmente dav·vero il gran giorno: la corona e il ministero si mettono in moto \·erso le terre quasi inesplorate cllC' Orllie già chiama ~nz'altro e i miei Stati >. J capi ddle tribù araucane, in continua gur-rra fra loro, o con le guarnigioni dei fortini cileni e argentini che in<'ombcvano sulle loro foreste e le loro prat<'rie, capirono molto poco dei dic:corsiche rivolgeva loro, attraverso un interpreti!, o, peggio ancora, nel suo improvvis.i.to spagnolo, questo viaggia• torc imponente e verboso che visitav.1 i loro villaggi : parlava di costituzione, di Comiglio di Stato, di una nobiltà ereditaria, di libertà individuale e dei culti! ).,fa ogni tanto parlava anche della minaccia delle truppe cilene, rdclla necessità di unirc:i per respin. gerla, e allora essi annuivano pcnsoqmcntc, e Orllie non chiedeva di pil1: quelle te,;tc coronate di penne e tatuate a colori vivaci che dicevano di c:ì valevano ai suoi occhi un plebiscito come quello che aveva approvato l'impero di Napoleone lii. Forte di qucc:ta c:anzione, e com.iderando che l'Araucania non dipende da nessuno Stato, che essa è divi!>.'\in tribù, e che un governo centrale vi è reclamato dall'interesse generale non meno che d.1 quello riartìcolare >, Orllie proclami, con un decreto e dato in Araucania, il 17 novembre 186o >, la monarchia costituzionale, ereditaria nella Casa cli Tounc,u, promulgando immediatamente una costituzione con Senato e Camera dei Dr-putatì, 5uffragio univrrsa.le e responsabilità ministeriale. Poi due righe al prcc:idcntc del Cile : e Eccellenza, Noi, Orllic Antonio I, per la grazia di Dio Re d'Araucania, abbiamo l'onore di comunicarLe il nostro avvento al trono che abbiamo fondato in Araucania. Che Dio abbia l'E. V. nella Sua santa custodia>. Quattro ~iornì dopo, un altro decreto riunisce la Patagonia ali' Araucania, e nelle condizioni e nelle forme enunciate nella Nostra Reale ordinanza del 17 ,. Così Orllie è re d'Araucania e Patagonia, come i veri re d'Europa, che non lo sono mai d'un paese solo. Ora Orllie aveva rivendicato gli imprescrittibili diritti che teneva dalla 5U.l infanzia. Poteva finalmente promulgare leggi, regolamentare la loro applicazione, preparare materia da cause per i futuri colleghi araucani dei procuratori legali di Périgueux. Quello che gli piaceva infatti più di ogni altro potere dello Stato era il potere legislativo: e Fino a che i grandi corpi dello Stato non saranno costituiti, le Ordinanze Reali avranno forza di legge >, dicevano le disposizioni transitorie dello Statuto Orlliano. Aspettando il giorno imprecisabile in cui i senatori araucani nel Consiglio del Regno e i deputati nel Corpo legislativo avrebbero potuto finalmente essere convalidati, il re si sfogava a decretare: sull'istruzione pubblica, sulla via• bilità, sulle servitù, sulle ipoteche, sulle ~ucc-c--.sioni;e- e rirordandoc:i fon~ un po' troppo del suo c:tudio legale d1 Péri~uc-ux, e dim('nticando cer~~m<'nte chl' n"ppU?e uno dri suoi sudditi ,;ape- \.'a srrh-C're, rr~olava accur,1t.tmrnte anche il modo di lc-galizzare le firm~ >. 'futto quc!.to na certo molto piacevo)<', ma non poteva b,P,t<lrt·p,·r ~ter dire cii f,1rc \'tramcntc il rr. e (.;na nuova èra è cominciata per l'Araucania e J>('r la Patagonia>, ripeteva il monarca in ogni villaggio, e i caciahi ontinua\·ano ad <.1ppro\·;ur-,man,!!i;indo con IC'm,·rni gli arro,ti primitivi cici hanchrtti ufficiali; ma i lwncfici dc·lb monarchia e d(;) cc-ntr.;.} 1 • mo amm1ni...trativo nùn erano .t11co1 :l molto cvi• cirnt1. In rf';1ltà tO1lliC' '>f.' nC' convin• nhl ~ni ~forno più, qurllo che veramrntr- mancava rra una Banca d'Araurania con capitale intcr.tmcntc vC'rc:ato.Solo d<,po un'immigrazionl' di capitali, intorno a Orllir- Antonio I <.art·hhcro ~rtc-, invece delle penne- di cùndor, le helle tube pro~rr<.si,tc in mr:a,o alle <1uali regnare vuol dire regrMrC, e· i cacicchi ve~titi a nuovo sarebbero ,;tati "imili a veri duchi e a n·ri conti, R'randi d'Araucania di prima e (.('Conda clac:w, magnati di Patagonia. ~ia pc•r trovare dri capitali bi- ~cgnav,1 rivolgr-r..i all'Europa: in Araucania il 'ìOlo circolante era dato dalle pietre d('llr boleadoras, l'arma nazionale, una Sp('cie di fionda con la quale le trihù regolavano il libero \Cambio delle raz7ir. Orllir si dr-ci~ a la~ciare temporaneamente i woi due regni, cd a rccar,i a V,ilparai\O, pc-r mr-tter<.i più a~(·volmrnte in comunicazione con i ,uoi .1mici di Francia. « ]o vivevo <.enJ'a nascondcnni a Valparaic:o: le autorità cilene, che non ignor,lvano quello che ero andato a far" in Araucania, poiché ne avevo informato correttamr-ntc il prec:idr-nte della rt·puhblica, .,apcvano che io éro là in loro potere, e- tutta\·ia, durante un soggiorno di circa no\'e m<'sÌ, non peno::aronoaffatto a danni fastidio». « O il prc~idcnte dc-I Cile non ha rirevuto la mia letu·r.1. o il Cile non ha nulla in contrario ai miei diritti !.Ullacorona d'Araucania >, concludeva \C'rcnamcntc Orllie Antonio I, mod_re\tamentc in incognito ,otto il titolo d1 conte dc Tounen,. E a,pcttava fiducio~ la ri<spo~ta all'appcllo lanciato al capitale francc~c. :\ _Périgueux, grandi ri~tC'. Qu~ndo il .it1orn~tlcdd dipartimento, Le Phrgord, pubblicò la prima lettera del re d'.\r,tucania, nei caffè non si parlò d'.dtro: due partiti, il partito di qurlli cht· conc:idrravano Orllie un matto e il partito di quelli che lo comidr-~a- \'ano un imbroglione, divisero l'opinione pubblica pcrigordina sulla quc,tion<' .iraucana. Parigi non tardò a irnp,idronirsi della ,;toria miracolo-....1d.el procuratore perigordino promo-.,;o re, r- pc-r qu,1lche giorno il re d' Araucani.a e Patagonia fu di moda sui boull'vards <' a :\1.1billc. Soltanto Momieur de ~fort•std azzardò sul T tmps una difco::a ddla duplice monarchia del Pacifico: non pote\-a c-.,;.ao::ervirea <:tabilire !\ulla co,ta americana l'influenza fr.mce-.e? ~fa non nmcì a far,;i sentire. ~iolti addirittura crc-dr-\'ano che :\raucani,1 fo~-.cun nome inventato. Orllie Antonio 'iO\tcnne con amarezza alter,t la su;:i deluc:ione: a\·cva imma.~inato che i buoni vecchi giornali d<'i quali era stato abbonato fedele, e (he gli avevano fatto compagnia durante t,mte ore di attec:a nelle anticamerC' dei pre,;identi di -.czionc, avrebbero ~aputo comprenderlo. Li aveva immaginati impegnati a raccontare agli an•r-ntori attenti e arhmirati del Ca/i de la Pré/ecture lunghe biografie del concittadino illustre, vanto del Dipartimento di Dordogne, compiaciuti tutti che il radioso avvenire araucano r- patagone av('5se avuto un paso:ato a Périgueux; e invee~ essi avevano venduto con b.assa piaggeria pro~ vinciate la sua storia per dinrarre la noia di Parigi, e forse a quest'ora l'imperatore ste'ic:o, ing:mnato, sorrideva del $U0 collega australe! Cattiveria? lrwidia? Uno scrupolo fermava tutta- "ia la sua risposta affermativa: uno c:crupolo da procuratore legale. Le debite forme non avevano forse fatto un po' difetto nella procedura del suo av• vento al trono? Il pkbiscito era \•alido? Chi lo aveva legalizzato. quali cittadini notabili, prc-sidr-nti di collegi C'lcttcrali, avevano garantito gli scrutini? Fo~ l'f<:uropa non aveva tutti i torti a rimanerr- un po' fredda di fronte alla nuova dinastia; era neces• ,aria far lr- cose con più ordine, dare al ,.uffragio unive~ale il modo di csprimerc:i più chiaramente-. Orllir- ~i rimise in viag~io per tornare fra le sue fedeli popolazioni. Questa volta, però, partiva solo, o quac:i. Lo accompagnava c:;oltanto un domec:tico: il ministro della Giustizia e quello delle- Finanze, piuttmto che ritorn:trc fra quei selvaggi, preferirono mettere a disposizione dC'lla Corona i loro portafogli. Gente di poca fede: Ro...alcs. invece, il dome~tico-intcrprete, ~guiva senza esitare il suo sovrano. Vedeva all'orizzonte della Cordigliera una bella uniforme ricamata d'oro, coperta di decorazioni lucenti, e il titolo di Eccellenza, e te~rcrie provinciali da amministrare o, alla peggio, il compenso che •~o~ a~rebbc mancato di dargli la pohzia cilena per qualche eventuale informa1.ione utile. (continua: MANLIO LUPINACCI

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==