(CONTIMUAZ.DAI NUMERI PREOBDENTI) A QCr'.S'ro punto il « San ~forino > farcva il suo ingresso ncl1~ ,;toria : il « San Marino > con la tettoia di vetro e il chiamavetture dai baffi Secondo Impero, il direttore in finanziera e l'orchestrina che suonava ogni sera nel suo piccolo ristorante ottocentesco i valzer di Strauss e di Lanicr. Leggcndo 1 il signor Dalcy an,;ava, eccitato. n tempo, come un rc-_c;istr:iecenti ico. tappcnava e dorava i muri intorno a lui, stendeva in terra di nuovo i magnifici tappeti ro,;si, rimetteva a posto le palme in vruio e gli eleganti lumi. Il si~nor Dalcy udiva di nuovo le vetture fermarsi davanti a11a tettoia, udiva la. musica del ristorante penetrare, gaia e no~talgica, nell'atrio ,;cmibuio. E rivedeva l:i signora Tantarous, ora non più signora Tanta• rou", firmarsi nel rcgi,tro dell'albergo come Ines Fcnimore, il nome ch'era (tato di sua madre e che, sebbene non sposata col bellimbusto che lo portava, !tiera attribuito, felice. Era giunta \"elata (il signor Dalcy ne era certo) con un ciuffo di orchidee sulla pelliccia di chi11chilla (quella pelliccia egli la conosceva) e tenendo alta la te,;;ta aveva segnato con dita fcnnc quel nome affa!.cinante nel registro. Dopo quel nome un gentiluomo con giacca alla Van Dyck aveva aggiunto: « 701 >. Accanto a lei, rive,;,tito di un cappotto pesante. 'itava il ..cduttore il cui nome, gra7ie al tatto e al rispetto ottoc:entt'sco delle conv<'nienzc, non era mai entrato nel 1'C'gistro. Com'era dolce, com'era bella la vita. diceva ora la scrittura ,v:i.nita, C<'mr piena di magi~t la città illuminata a ga1;, vcdut.1 dalle finestre del « San ~[arino>, e che perfetto am.intc il gentiluomo con i romantici baffi I Che all,.gri pran1.ctti nel ristorante al pianterreno! Tutto sembrava giovane-. CO· mc ~e prima al mondo non ci fo!-~e mai iiiata neve né felicità né amore! Niente conta più, dicevano quelle pa- ~inc ingiallite, ma ancora co-.ì piene di cora~gio e di pa1;c;ioneche, ll'ggcndolc-. il signor Dalcy rima-.c umiliato. :\faii ncmm<"n0 nella c;ua prima gioventù, :l\'cva. egli immaginato to.nti inc-,auribili abbracci. Certo, pensava il !tignor Dalc-y. l'amore era divcr-:o in quei tempi. Provava un scmo di vertigine, tuttavia ,cguitava a kggere attentÌ'i'iimo. ~enza ,;altare- una -.ola di quelle pagìne co<1Ìp,uze, eppure così innocenti, così calde di devo1ionc. < Aveva perduto la tt·sta, poverina >, dis,c tra sé il signor Dalry -.o-spirando. Seguitò .1 ~spirare per ciò ch'era ,:;tato e per ciò che <;;arcbbc accaduto nelle pagint• ~eg:urnti. Quel che il signor Dal('y pre\'rdcva accadde, lentamente, com<' ~ alla povrra Ines ripugnas-,e !-ullc prime di ri11,.,Era ~1101.a Telata ... " cordar<" certe cose. Sotto gli occhi drl signor Dalcy le strade invernali incominciarono ad intric;tirsi, l'orchcc;tra del pi<'colo ristorante suonava ora musiche nostal~iche, le notti di New York viste dalle finestre del « San Marino > perdettero ogni magia. L'ex-e;). gnor,t Tantarouc;. ~eduta in quel fa. mo1;0 app:i.rtamcnto, pianR"ev.i e vergava retoriche domande nel c;uo diario. Dov'era l'amore e;iurato eterno? Dove la felicità per la quale a\'cva abbandonato il mondo? Che cos..'1 fo,.se c,attamcntc accaduto, il '-ignor Oalry non potè capirlo. Era evidente soltanto che l'irrcsic;tibilc capìtano Fenimore (cra poi un capitano?), antipatico al "ignor Dalcy fin dalla sua prima :i.pparizione1 aveva cominciato a sospirare, ad a'i:-.Cntarc;pi er ore intere e a diventare irascibile. Durante le notti ,;olitaric, in cui Jne'I attendeva invano il suo complice, tulto que'ito era stato minutamente s<.'ritto nel diario. A questo punto il signor l)alcy c;altò molte pagine; quei caratteri d:i.ll'inchiostro sbiadito davano infatti al suo cuore sensibil<"una particolare, imopportabilc pena. Seguitò a c;fogliare il diario ~cnza lc~gerlo finché non iz-iun- ~ a una pagina chr cominciava : e Oh, Dio>. Da qui il 'lignor Dalcy, c;ia pur riluttantC'. riprec;c a leggere e fu compcmato: c'era il c;eiz-retoe la rivelazione. Le assenze di Evcrctt Fcnimorc a quel che pareva erano provocate da una richiesta della donna: Ines domandava d'essere sposata come appar('ntementc le era stato promec;so. L'affa~('in.rnt(' E\'crett che. c;rnza scrupoli di sorta, aveva rubato una moglie al marito, pareva il.vere pregiudizi profondi contro il matrimonio fra cuf{ini, sia pure di sccondo grado. Almeno qucc;t.1.era la 'IUa versione, sebbene il c;i~nor Daley, e evidentemente anche la tempe~toc;a lnc'I, la sapc,~ero più lunga. Pareva infine che la µo~izione in marina di Ever<:'tt, già danneggiata dallo -.candalo, <sarebbe stata rovinata da un matrimonio. i\fa ciò, come Jncs faceva notare- ('011 costernazione, era un pretc<sto. Il biasimo che Everett si era. ~ttirato amandola colpevolmente 'iiarcbbC' stato certo distrutto da una unione legittima. In breve, gli argomenti di Everctt non reggevano. Leggendo fra le rie:hc, il signor Dalcv si convinse che quel Lotario, come egli "ve,.·a sospettato, era. un mascalzone, capace d'ing:anni e dcci<sosolo a libe~ ra~i della sua troppo appa1;sionata cugina. Dcci,.amente partigiano, il signor Daley non vedeva l'irra~ioncvolczza di Ines; non leggeva tra le sue frasi inrocrcnti l'i,t('ri,mo di una donna che, superata la. sua ribellione contro il OMNIBUS mondo di un anno prima, '\i trovava ora ad a,.·cre spiriti puritani, fino a desiderare riabilitazione, sicureZ'la e quei sorrisi della società cui aveva rinunziato troppo in fr<'tta. Fu que,to mutamento dell'idillio in una ml''iichina faccenda di onore e dic;onorc, che evidentemente raffreddò il bril!ante Evcrc1t. Adesso l'ardore <iiclvag,~ioch'rgli avc"a. apprezzato in Ine" ~i era in,1ridito. Eq-rctt così ri,ult.wa dal diario1 cominciò ad asscntarc;;Ì'iiCmprepi\! spcs: ro; poi tante pagine coperte di « Oh. Dio:, venivano a dire ch'e~li era -.tato lont:rno per vari giorni di c;eguito. Poi Everett "<'Ompariva. Everett ora doveva e,;,;er in~guito in carrone chiuse, intravi<iitOnelle strade r nr_gli atri di altri albrrghi. Freddo e -.piet:i.to. oppon<"va ri,pm:te crudeli al dolore della bella Ines. Osava perfino prendere l'aria d'uno che (' stato dcJu,;o dalla donnn che ama\'a -;coprcndo in lei (come scriveva lnc!'- dopo molti ironici: « Oh, Dio>) una deholr cre;1tura in~an,t e malv~lgia. Ci furono. pare, anrhc- altre accu"c che la bella Ines non aveva avuto il cor,ig~ gio di trac;criv('r(' del tutto. Seguitando a leR"~rrc. il -.i~nor Dalcy m;ll<"di• ceva. di,JX'ratamentc quel ribaldo, e lo rhiamava vigliacco. canaglia. trndit0re di una donna mci aviglio,a che per lui aveva rinumiato a tutto. Le ~ur 'iUJ)• pliche (ro.sì Jnec; chiam,tva ~li ultimi incontri' rr,mo "t;He ,·.ine. Il diario rra pieno di grmiti; e la \'ita o;:cnzaEverett vi rra detta insopportabile. Lo avrebbe riprec;o a qualunque patto. c;en1.amatrimonio, magari. purché torna.__._ac vivere con lei ('omc prima. :\fa Evcrett 'IC'hivava que,tr offertr; offriva una frnr1H· impa-.,ihil<"alle- l:i.~1imr come alle preghiere. Sarrbbc partitn presto con la sua nave, le di,c;e abbastanza one!<.tamcntc-, ma qm•,to lnr, non poteva crederlo, e tornata nell'appartamento 701 scric;,e nel !IUOdiario che e~li tentava di ~paventarla con minacce. Se una co~a ,imilc fosse accaduta, scri,c;c, sarebbe- morta. Perfino a prmarci, le mancava il rc"piro. Finché un giorno Ine~ scoprì ch'era ,·rro: Evcrrtt partiva la ,;rra dopo. fmpazzita di dolore gli mandò un altro messa~gio, definitivo: se e~li la la-.ci:i.- va, c;i ~arcbbc un-i,;:a. Lo avrebbe at• teiio nel suo appartamento; se egli non veniva non o;:arrbbe mai us('ita viva dal « San Marino >. Inviato il mcc;c;ae;gio, l'ex-signora Tantarous attese;. Pa,.<;()un giorno, ne pas~ò un altro, che lei trascor-e scrivrndo nel diario soltanto le parole: « Le cinque ... Le <iiett.e.. Le dicci ... Le undici. L<' dodici. Addio>. Co,ì finiva il diario. Il "ignor Dalcy lo chiuse teneramente e aucse guardando a lungo dalla finestra nella strada. Poi ritornò alle lettere. Cc n'erano centinaia. Difficile era seguirne il filo, ma studiandone dc"otamcnte le- pagine coperte di un'ilrr.golarc. paaa c;crittura il "ignor DJlry riu"d a completare la uoria della bella Inrc;. La notte dell'addio supn·mo. qualfhe co"a era accaduto all'ex~siJ,?;nora Tantarou, ~ non la mort<.', come lei aveva deciso, ma una cma qu:.c;i altrettanto importante. Con l'aiuto delle letter(' il signor Daley riuscì a ricolitruin.· la scena. Chiuc;o il diario, Ines si rra a Inta per uccidc~i; entrata col cuore infranto e il vi-.o ,<'onvoho nella sua camera da letto. era wenuta. Le ,ue- mani « a\'evano rifiutato di ..crvirf' il \UO dolore>. Era rima,;ta inerte e: in presenz<1della morte, incapace di ,tbbracciarla ,. 11cor.1ge;io le era mancato. Avc\'.t ,uitto la prima lctt<.'rJ. (non impostata, come Jr r<'nto altre pocht ~iorni dopo, indirizzandola a En·rt·tt Ft·nimort'. Lo informa,·a di non e5-~er<m' orta, ma che lo <,ar<"bbcpre,to, df'ci•a a non 1.tsciar vi,·a la -.ua ,tan7.I. « Stanotte >, \crivc,·,i Inec;, « mt'tt<'• rò fin, -1 u11'f',.i,tC'nz.1n·"a intolkr,,h; k <lai tun tr.1dimento >. La ...i•conda 1 l.t ter/a ,. tull(' le altre lrttc·re, c;nittt a int('n.illi che and;l\'ano da 1111,1 ,e1timan.1 a un anno, l' tutte indiri.uatc .1 Ev<'r<."tt,riprte\'ano lo st<.•W)propo,ito fi.....,o,Di nuovo il coraggio le era manc·,tto, ,,·hh<.·nc di nuo,·o ave,<;(' .iWiòÌ· curato il traditore che la notte prm- -,ima ,arebbc stata JX'r lei l'ultima. Questo era stato il ~c~rcto di Sett('- Zcro-lJno. L'ex-si~nora Tant,uom avrva vi,-.uto ('inqu;1nt'anni ndl'appartam<.·nto 701 del < S,rn :\L.trino:. senza riusrire a morire, eppure mantenendo folkm<'ntc il suo \'Oto di non h1"ciar mai viva quella stanza. Diario e-lcttue cr,rno finiti d.t molto tl"mpo. Il c;ignor Daky c;j .1l1ò, n;,,('oc;c la c;ratola, e ~alì di wpra con un forte mal di caµo. L'app;utamento 701 era smantellato dal pa\"imento al -.offitto. SJX"ffC'cOd <'~<w,10,il ,i~nor Fn1imorr ,giaceva su una sedia sventrata. Il lrtto nrll'altra stan7a era \'UOto e a brandelli. e Clw finimondo >. di"c il sicc-nor Dal<"y. e I la trovato qu.:i.khr co.-..a?>. e :'\on ancora >, di-.,e il signor fcnimorr. « tranne poche ('C'ntinaia di dollari in hi~lictti di piccolo ta~lio >. « Fo.....-..neon ha }ac;ciato altro,. os- ,rrvò conciliantC' il c;ignor OalC"y. « :\110 1Hmno, prima di morire, un nw~ fa •, ,pirgò 'itan<"oma esac;)X'rato il ,i~nor F'cnimnrc, < mi di,,e chr mia zia avc"a n.l'iCOStOin qucc;t'albcr~o una cnormt' fortuna. Mio nonno era certo in grado di ~apC"rlo.Glielo dico prrché lei comprenda la mia condotta >. « Comprendo,. ri,po,c il ,ittnor Dalcy. E dopo una pau,a: « A proposito>, fccr c;cnza ~uard.ire il ~ig-nor Fcnimorc. « a propo,ito, <;uo nonno ,;apev.l chr lei era al "'San :\Carino", viva, tutti questi anni?>. Il ,i~nor Fcnimorc guardò acci~liato il pi<'Colo direttore curvo. e: Perché mc lo chiede?• ribattè. < :\fah. t·o,ì :t, dis,t il ,ignor Dalcv temC'ndo all'improvviso di t•c;~crc;tiradito. Ma i 'iO\f)Cttidel ,;,jgnor 1\·nimore, an('he ,e cc n'l'rano, ._j calmarono. < :\ft• ne vado>, annumiò. « To11wrù domani; mi prepari il conto di que- ,ti cl.1n111E. ra roba chl" vale,·a poco, comunc1ue :,. e Oh, non import.'.\», di'-"<!il signor D,tlcy. « Non importa>. Il <,ie;norFenimorc c;i fennò da\'anti al quadro dipinto da lui. « Lo porto via con mc >. dis,c. < Faccia pure>, ri~1>0,esprt·zzantc il ç,ie;no, DalC). Rml;1-.to ,olo, il dirt·ttme drl e: San YLtrino > guardò :i lun~o la ~t.1nza sconvolt., in cui ~i addC'mav,mo le ombre della ,era. R:unméntò <\llC"orauna \"Olt.t la vecchia: con pelliccia e manicottn, n· ..tit;l comt• una n·rta notte di tanti anni prima. « Dtvo ;mdare?, ,we,·a chir-,to. E poi : ~{i diano qualche altro minuto>. Era entrata nello spo~liatoio (' a,·cva port;tto a 1crmine in qU1·ipo<"himi• nuti cio che aveva cominciato tanti anni prim,1. li si~nor O.1ley ,o-.pirò. Ci<', che il nonno, vi~li:1c('Oe ma,r.11- ;,onc. non era riuscito a compiC'IC'. il nipote Evcr-<.'tt)vi~ulto prc7io,o dr! vC'nhio tronco. aveva complNalo. Forlata .t mcirc da quella mc..'11,i tomhil in cui ('ra rr,t,Ha per dnquant'anni. l'<.·~--.ig-noraTantarom -.i er.t finalmt·ntl' pt•1N'>con tenerezza il ,;;ignorDalc\') porta L\ con onore. Sull., soglia ;,t,>parvc- un individuo dw ,1 pn·,entò comi~ giornali,ta a,.,cgn,1to al «mistero>. < C'è qualche nuovo particolare?> ,'informò. « Sono state trov.1te kttrre o documenti?>. Il -.ignor Dakv tra<salì. « Che io !tappia, no >i rispose: e 8i- <10gnrd. ras,t'gnaNi; temo eh(• debba re1;t.1rcun mistero>. e: F. questa la stanza dove la ,ic;-nora Fcnirnorl' vi~~r? > chic"C ancora il m10- \'0 .trri,-ato. Il signor Dalcy lo o,;-.crvò un momento e con tono sibillino : e ~o>, ric;pose. e :\'on è mai vic;-.uta qui> E rifiutando di spÌt'~arsi meglio, tornò alla sua ~crivania ,corticatò\ e zoppicante nt'll'atrio drl < San Marino>. 4 - (fine) BEN IIECHT 1traduvone d1 ~Haria ,\farto,ie). SALSOMAGGI LA CURA CHE DONA ETERNA G/OVINEZZA J Al.lE~(iO GRANHDOTERLEGINA BAGNI E CURE fN OGNI PIANODELL'ALBERGO· COOllìA ACOORATISSUU. 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E uno dei pochi e.asi,questo, in cui la sc..-lt.a s.arebk riuscit.1difl;cile e aHebbc nociuto alla pien.1comprcnsionc dcll'auto1c. In questo ,olume troveranno posto gli scritti di c.auttrre pre\'alentementestorico e letterario e le lettere famili.ari,ci()(:le lstorù.fort'11f11u che, insieme con.la Vit11 ,/i C11.1lr11aiCo«slr11(1'"Ì, sono le opere dcli.am.aturitl e uppresent;mo I.aproduzione propri.a. mente storic.1del M.ichi,wcl\i; le Commnlù• e, prima di tutte, I.i M,nuln,,1(11!11, che è il capol.1vorodc\L, nostn \cttcr.1turadramnutic.1del C:nquc-cento; gli )ctitti minori in proSA,tr.a i qu.1lil.1deliziosa noHlla. Bt>!/11,,:,o1r,itli,110/0e, il Diuorso o "i,,fo,,:oi11tor,,o ,11/"1101lr1li1 1,:,:11,1, do,·e il Machi.1\"dlitr.atta. il gr.:n'c e unto dìscusso Mgomcnto con un.a origin.alitl. e potremmo dire .ittualìtl, che non si ebl-:ro nl prima nt dopo di bi; i componimenti poetici e, inhnc, le lcttcre .strett:.mentefamili.-.iiche, per 1a \'i\'acitl t spontanc-itl del contenuto congiunte alla n.1tunlcn.1 e schietttu..i dcllo stile, sono esempi nl"'n facilmente imiubili di epistologra_h;t O.t,,; ,/,spm.111iur,Ì meu,, in 'L'rn,lìt11 Ì 1 folli' /,· ,,,/ùo/,. ,1 lir,• 2. All.1 prim.1 di1pco-.l ~,~ uniu un'clc~Antt copcnin.1 f'(r l.1fJnolt.1 delle q,rit di,f'tMc A/,hon,111101/0 ,,//,, 16 ,/irpmu ,ir111 ,/cl primo rnlume. L. .!'- A/,/,on11mr11fo ,1i ,/,Il' l(l/11111i rll'np,·r,1 1'0111p/,•(t,1 1 iro, i2 ,fispt>1m-} . L. 'j() l{IZZOLI E C. EDITORI .lf IL A,\' O PIA77.A CAll,LO EI/.BA 6
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