ANNO Il· N. 31 • ROMA 30 LUGLIO 1938-XVI ./ I 12 PAGINE UNA LIRA ' □ □ ... NORTH CHICAGO CU,S,A,) - RITORNO DELLA BANDIERA DOPO UNO SCONTRO OON LA POLIZIA ti 1 ·1, TERRE;sO filo,ofico la d,chia• ~ razion<' dtgli uni,·cr-.it.tri fai.ci\ti ,ul probkrn.1 d,·lla r.ina 11011 ,i pn·,ta a m·-.-.un rquivoc-o. F.,,;1 a..,,urnt• la rJu,a c·onw un dato pura1m·nt<"biolni:;ico, dw non dncnnin.1, di p<'r ,é, d<·i \.alorì mor.ili. Quindi non ,:ic:rctta l.l da,,ifìca1ionc ddl'um.tnltù in rau<' « ,upc:·riori ., e in ra11..("« infrriori •· Jn q111·\tola u·ori.i fa,ri..,ta ,i di,tingu<" da qu('lla nazion,1!..oc.·ialiq,1_pt·r la quale il valore !.Uprcmo è la razza, c-hc ..,j rnnvt'ft<', poi. in \'çrità a,,oluta, in miwr.i di tutto. Da c-v;a '-taturi,cono arte <' rdigiorw, diritti " don·ri. i principì dirr·tti\'i dc11a , ita indi,·idu,1I(· f' '<lf'i,\lc, d1·lla politica i11t(·rna <-omC"di qu("ll;l (•,tC"ra.e L.1 1u1iorw. o, rm·glio. la r:tna >. \Cri\·(' IJitlcr. « 110n <on,i- 'H' n('lla lingu.1, ma ,olo nd ..angm· :t. Pd Fa~i..,mo. irwC"cC',qu('qj valori ,ono, prima di tutto, valori ..torici, valori di cultura, una <n:azionc dd no.,tro ~pi1-i•o.« L, na1ionc•. non è nui f.ltt..1, ,. rml pun· lo St.lto, che i· b tt""'•l n;,- ziont· nella concrc:-t<·n.1della <,ua fonna politica >. F'. lo St.Ho chr (rea la nazione unific.mdola t• non vin,·cr-.,t. Roma crc·ò la nazionf' con la spada In qu<'\to procO',() la ran.1 opcr:t come una virtu.1lità primordialr. Se c;i corromp<•. tutto crolla, ma i valori r("c;t:mo una Cf{'azionc dello ,pirito. Di qui b nN•rc;..,1tàdi tutclarlol, di prc ..idiarla, di difenderla contro tutlo ciò che può menomarla o ddormarla. La ,ua integrità è indispt"'mabilr ctl progr<'..,.. O di una civiltà nazionale allo ,trNl modo che b c;;:111ila è t}ll pn.·,uppo,to dc·ll'equilibrio ,piritual,· dell'individuo, Occorre r<".,tar<"rigoro'-,1mrnte fedeli allf' enunci,11ioni pregiudiziali della dichiarazion<'. '" non "i vuol cadere in qud po ..itivi ..mo che annulla lo c;pirito nr·lla mat<"ria, chiamata a produrrt' i valori mmali qu,1,i pn un procc-,..,odi gcn<'razi<mc "i>Ont.tn<·;.1. e \'oi ~i.tli,ti >, dichiarò un ~iorno il Duce, e: ,ic-H•tc- ~timoni chi· i~ non ,çmo ir.,1i ~t.1to p<}"i· ti\'i-.ta mai. rwmnwno quandù ero ncf ,·mtro pc1rtito. ~on ,;olo per noi non l·,i-..;:cun dua)i,mo fra m.w·ria e spirito, m.1 noi ahhìamo a,11 ullato 911<-sta tntitc,i n<'lla \intc-,i dt·llo spirito. Lo spirito C'-i-.te. nif'nt'.tltro e,i,te • nf voi, né quc.'"t'aula, né le co~ e gli o~gC'lli che JMc;c;anonella cinçmatografia fanta1,,tira dc-ll'uni\'trso, il quale t"\istc in quanto io lo p<'mo e ,;;oJonrl mio"pcmiero, non indip<•ndentemcntt' dal mio pemirro. f.: ]';mima, c;i~nori. che è ritomat~\ >. (S. e D.. 11, 223-224). Quf•<,to ideali-.mo aswluto, chC' basta da ,olo a dcfinirc l.1 concc--~ioncmuc;wliniana dell..i vita, non è per nulla infirmato dalla teoria della razza; ne è, anzi, convalidato, perché 1.1 difc5a della ra11a e lo !.te,..o orgoglio di razza fanno partr- dc! no\tro patrimonio spiritualC'. Difcndrre la rau.a in vista dc-i fini supremi della nazione c;ignifica conferire un semo etiro allo t;jrv,o dato biologico1 c;ignifica operare quell'unità che \upcra tutti i dualismi e trascende la natura nella storia. Il progr<'sSOnon cono<,CCaltra dial<'ltica e la civiltà altro proce'iw. La \t~sa positinne nei confronti del ,c-miti..mo viene ddlnit.t <' chiarita <,ul tt'rrcno dt"lla cultura. Il c;cmiti,mo è, prima di tutto, la n<'gation<' di quei valori mill<·nari che ,ono l'opera immortale dd ~rnio di Roma e d<'I cristianesimo. L:l. cric;i irreparabile drl pc•n,1<"ro t·hraico fu originata dalla ,ua incapacità di -.cguirr il proizn·\c;o dt·lla co- ,.fi<·n1,,1rdigios,1. ,\d un,1 religione univc•rsal<c' ontrapp0<:c una religione indic;- solubilnlC'ntc l<.:~ataad una nazionc. Da que1it,1 clamura spirituale (,.racJc non u,cì mai. Di modo che il giudai,.mo, eh<' avt•va preparato il cristianesimo, finì p<·r rinm·garlo, rinncgando,i, a sua volt.i, nel Talmudi<,mo. Qu<•,t,l. corruzione dt'I primitivo spirito mt•.,~ianico, passato da lsraele a tutt;.1 l'umanità, fu la cauc;a di tutte le svcntuf{' t della strc;s;a perdil'.1onc del popolo rhe pret<'ndcva .illa suprema rlr7ione. Parve ec;aurir,..inello sforzo di un,\ rrra1.ionr, c-he all'ultimo di<;.('onobbr. f:._iJiatos;idalla ,toria, non rhbc e non dirde pili pace. La Chic.,a ebbe com<' nf',..,uno il ~mo di que1,,tatr.,gedia r ,tspetta da <,('Collia conveNionc di tutto l'-radc. :\fa questa, SC'(ondo la p1ofr,i.l di San Paolo, non avvrrrà chc_- rwgli ultimi wmp_i. SPEDIZIONE IN ABB. POSTALE SBVJJ Q UELLO che si disse e scrisse al• \i l'indomani ddla battaglia navale di Lìua, non soltanto nei paesi direttamente impegnati in guerra ma in tutta l'Europa, non fece certo subito emergere la verità, anti favorl il nascere di svariate leggende, specie quella dell'esistenza di importantissimi documenti segreti che un gior. no avrebbero rivelalo le ragioni vere del dis.·utro. Come ('ra naturale, il maggiore responsabile della disfatta fu designato nel comandante di qudla impresa infelice che, trascinato innanzi ali' Aha Corte di Giustizia, fu ritenuto colpevole e privato di grado e di pensione. Poi sorsero i difensori del Persano, e costoro ricordarono la precedente intemerata carriera di lui, misero in luce coincidenze e fatalità. I punti e,scnziali delle discu5~ioni riguardarono sovrattutto lo scano intereuamento del governo per i problt'mi riguardanti la marina, gli intralci sorti dai contrasti politici tra gli uomini dt'llc due tt'ndC'nzt' parlamentari, le deficienze tecniche degli armamt-nti navali, e la mancata assimilazione tra la marina sarda e quella napoletana dopo già un lustro dalla loro fusiont'. Le rC'sponsabilità furono quin. di nuo\amcntc pallcgc;:iate, ma la quiitionc vera d!'lla disfatta nav3lc venne ad cssNe complctarncntc svisata: queste ragioni politicht" addotte in difesa dell'ammiraglio Pcrsano, :mcht' se realmente valide non riguardowano diretta~nte la sconfit'ta IC' cui cause principali non potevano essere 0C'he strategiche e tecniche. Quando più tardi la critica storica si è proposto il problema di Lissa, eua si è trovato innanzi questo materiale vario, insuf, flcicntc, discorde e, spcs.so, contraddittorio. Cosicché la battaglia di Lissa rimane ancora uno dei punti oscuri, sui quali non ,i ha una versione universalmente acce11a1a La storiografia è ancora divisa in due campi opposti: il R:tndaccio e il Gucrrini ~ono tra coloro che fanno riulire ogni responsabilità. al Pcrs.ano, Alberto Lumbroso ~ ~ra i_più v!vaci difensori del vecchio I m,r~gho Po,ché accade che la ragione a~u., _s~uo di chi ha l'ultima p;,rola, la <'rillca propende pn 'a,. u·si Lei Lu bro,o, :1 s.1ualc, dopo l' ,ltimo ~,, 0 1H sull'ar1fomento, che è dd 1910, n,, 11 na avuto SNi contraddittori Lo scritto che segue non ha potuto essere utilizzato finora daitli storici perché l'auto~r.do, conSf'rvato oggi presso il R Musco :iinv 5 C':nu1~{:r1:s:ictra~a':ili,p:tr~::;~i:ade 1 ~~ Staio soltanto poco tt'mpo fa t una lettera ~critta alla madre cd al fra1cllo da Carlo Pucci, comandan1e della Carlo Albuto, una dcli!' fregate che si trovavano nelle acque di Li,s.'I il 20 luglio 1866: un racconto confid<"nzialc, dunque, s<:ritto sotto l'imprcuionc ancor fresca dcll't'vcnto. Il documt'nto che non ha le rctict"nze delle tcstimonian: zc fauc poi in occasione del processo al Pcr~'lno, ancht' per ciò cht' riguarda da1i e nfrrimenti di indole tt'Cnica è t'gualmcntc as~ai significativo perché il Pucci, ap. partt'ncnt(' ad una famiglia di ufficiali di marina, .,j rivolgna a persone particolarmente compC'ICnti. Oi rado, pc-r un t'V<'nto di tanta imporranu storica, capita di ritrovart- .una tc.,timonianza. cosl preziosa, così gt-numa, cod di11n1eres.,atamen1e vNitiera: lo "<'ritto inedito che noi qui offriamo è tr:t i documenti più importanti che si abbiano .,,1lla batta~lia di Li,~a. SC'ritta all'indomani dt'll'an,cnimt-nto (' forw in condizioni di di.,;ut;io e stanchc'ua la lettera non è certo un capola\·oro di sii: le, pit'na com'è di costruzioni asintattiche di rip('tizioni, di sciattt'ric cd errori orto~ grafici. Dove <"ra possibile u-nza alterare il teno, abbiamo CC'rcato di correggerne la forma. Dalla IC'ttura del documt'nto il lc1lor~ n·drà quali fur<!_nogli epi~i principali dt'I dramma, e come il disastro fu do\"uto alla deficienza strategica dt'll'am1mra'j:lio e alla disorganizzazione dei vari comandi. Crc-diamo che il ritro\lamcnto di quc-\ta lcttt"ra metta in scrio p<"ricolo la tesi dt"I Lum_broso, perché ora ncMuno potrà 1m·_1te1em dubbio che- i comandanti delle unuà non avc\·ano né ordini né i\truzioni " eh!' durante la battas-lia erano compie: tamcntt' all'oscuro del paua(l:gio del Per- ~ano da bordo del Rt d'Italia, navi' ammira~lia, a bordo dell'Affondatore. Del r<'sto l'importanza dtl documrnto non eon1i~tc tanto nei particolari nuovi che t'SSO dà qua.mo n<"ll'avC'r d.1to ordin<' e chiareu; a no1izil" incerte o confu5c, che dopo qucst<1 l(·\timoni.1nza pos\Ono ora venir(' definitl- \·am!'ntc confrrmatc o respinte. ALDO R01'.-1AN0 Ancona, martedl ~4 luglio 1866. Cilr.t ~amm.\ mia, iNi al tiiomo ho riccn1to una tua kt• trrina dt'I 20 con ,1g~iunta di Rolx-1to. Godo ,aperti p,1..,,.1bilmcntr hf·m· e ,p<'ro JXllcr ,entir<' che ,<'i cl<"ltutto rimr,c;a Da che ~iarno q~1i ho ,critto ogni gior_no cd anchi: o~gi m1 prot·uro qu(·,to J)li.H'rre. A Roberto chr mi domanda dettagli ,·orr<•ì potrr "'ri, l'f(' tutto e minutaml"!He, m;i non ,ono co,ì al conentc prr farlo romr vorr<'i. ~cm ,o ,e l'i-rola di Lic;... ;i fm,,t· un punto tanto import.rnte d,t conqui,tare, ma pare certo che 1,i è ,uidati alla cicca, v-n:,,t ,apr-rc chr c°'a fo-.,(' qm·ll'i~ola, i -.uo1 forti r i<' ,tw open· di difc,;a. Pc•r ,apt'r<.'qua.le ,ia ,tata l';.lrte e la ,cienza pn ottrrn'rn<' il po..~r..,o. bas;ti dirt' rhc ~i voleva rnnquistarc on le compagnie da sbarco dclle fwgate composte t·d istruite alla guerra ~ul terreno (omc ..,j ~a1 e comandate da uffiziali di m,t• rina mentre si cr,i già -.icuri deUa rc- ~i\lcnza c-hc ,i ..arcbbc incontrata dagli :1ttacchi <,0strnuti dai forti. Non so ciò che si <.ia fatto il giorno 18: io non c'ero. Prcsc;o di voi, dai tclegrJrnmt, se pur son veritieri del tutto, s~ ne sa più di mc. Pcrò1 da quel che ho intc~o, pare che c;pccialmcntc la ./yfaria Pia e il Formidabile~ abbozzate sotto i forti 1 abbiano fatto molto ma abbiano anche molto sofferto. Partito da Ancona col Pri11cipr Umberto e col Gouernolo il 18 al mattino, ;"trrivammo :1 Lissa l'indomani m:i.ttiOa 19, do,·c trovammo che l'armat.'l intera faceva uri défilé innanzi ai forti 1 dei quali io non vedevo rispondere che -.olo quelli pia7..zaticosì alti cd a picco da es;.cr(' pazzia la nostra di sprecar palle e, quel che è più, vitr, mentre da terra si tirava tranquillamente ed a colpo ,icuro. Senza ricevere nessun c;cgnalc compresi che bi~gnava defilare, mi misi quindi alla coda ma al momento di es;serc in posizione (non a portata, però) _l'ammiraglio segnala~ va di ccs'ìarc fuoco. U5cimmo quindi da sotto i forti e ci riunimmo verso l::t punta a ponente dell'isola, dall::i parte di tramont.rna. Ora incominciano le dolenti note. Veno le 4 pomeridiane del 19 c;i fa <,egn,1le <li preparare lo ,;barco. Immagina mc, arri\'ato il mattino, c;cn1,aaver ricevuto né i<,truzioni né segnale né altro, prcp.irare uno sbarco com(} se si fosse alla Spezia o a Cagliari, con la nostra gente non istruita, con vento fre,co, con mare forte, per andare su terra ignot,,, senza sapere dove poter barçar<', e a,·vicinandosi la notte- P,-r • 1ippiù dai Comando Supremo sape- ':J.st che 1a flotta ncmi1..a ;..ra p.::i.rt.:~a per Hnirci ad incontrare. Lac;cio ., te immaginare, Roberto, se il nemico ci avesse raggiunti quella notte e Sf' la gente fosse sbarcata! La Prov\'idcnza volle che pcl cattivo trmpo si arrivò tardi verso terra, chi prima, chi dopo, ognuno per conto suo, non trovando una pietra per mettere il pic:dc e p<'r dippiù ricevuti a fucilate• dall'alto! Che ne sarebbe c;tato di ~lc•nardi [ ?], che comandava quella ma~nad.,, e di Pepi che comandava l'artiglin1a e di tutta quella povera ~ente mandata, come si trovavano per bordo, ad un sicuro macello? Iddio prou·ggc• l'Italia: non è pos.,ibile a meno. Altrirntnti !... Alle 10,30 di <;('fa ci ritorna questa genie a bordo. Figurati in che stato! Srguit.wa il cattivo tcmpo1 i ba,;timcnti erano 1u1ti ammassati, di notte, bi- ,ognava guarda.re di evitare gli urti ... che lddio non \·olle! Biwgnò imbarcare la gente meno ubbriaca prrché a\('\;1 hcvuto il vino distribuilo per due giorni, metter le barche dentro etc-. etc. Te la ,ai immaginare una simile ~cena? Intanto il nemico, fre,co1 ordinato. compano, era già a poca ~ii;tanza gi.,cc-hé il mattino presto, alle 8,30 del '20, fi!juando fu 'ìcopcrto ('ra a poche miglia e certamente non si era .1Hicina10 per le forti burra.,che ora di bora, ora di ,;;cirocco 1 e p<'r la pioggia che non la~cia,·a v<'<lcre la poppa dalla prua. Alk 9, come per un colpo di ..cena1 il ,. -i<·ln ,i ris;chiéu-a\'a. il vento diminui- "", l'ari,1 --i nrttava, ed il nemir c'era già di fronte r ba\tantc di,tantc. :'\on ,o "C !a ..toria. rr~i,1rcrà rn,,i ~imili dcti.tgli dH' ~ono n'ri comr il giorno. Eccoti qu<·~to parallelo. NC"ll';1rmata ita.lian,l rhi alzava una barrn, chi una 1at1cra. Il Duca di Gtnot'a ,t·gnala.va clw I,\ manhina non agiva e and.1va tr.1vt·N1, ,otto i forti dcll'i~ola. ~on , i era nr-..,una fonna1.1onc, ni<"llc addirittura, nc.,,un piano d'atta, co, di difr,a, nirnte. I.a fiott.l ncmi,·a c;'avania\"a lenta. ,arata ~u due lincr di fronH'. le· cor;tz7aH' in prima linCd, al1'(.·.trcma dc,tra la frl'ga.ta Schtt·ar<.rnbr, g, ;tll\•-.trnn.1 \ini\tra il \.l'C{'llo 1l·aru,. in <,econda linea qualche fre- ~at,1, ro1\('tta, r,mnonicra cd ;1\·\i,o, in tutto H·nti o ventuno ba,timcnti, dt'i qu,lli "t'tte coranati. Furono I no,tri ,wmiri più fonnid,lbili in npparenz,, the in '-O\t.t111..1a,ltrimenti comprender.ti che "éUCnnno \lati tutti di\trutti, o, ,-olc·ndo fare un giu,to ('logio al valore dei no,.tri combatt<'nti p<'r la furia <' il coraggio (Ol qualC' cinque o '<·i no,trc cora:u.,nc "0· k \Rt d'Italia, Re di Portof~allo, Principe di Cang11ano, Castelfidardo, San .\larti110, e, cr<"do, Palestro) ,i ,Lrnci,1rcmo in una lin,:a di fila non ordmata :(n•do) ..otto le prue n<'mkh<', L'urto. il cono, l'incontto, fu tcrribik•. E.r.mo t:irca 11· 1 1 antinlt'ridi,uw: pn molti
minuti non si vide più niente: detonazioni da far saltare gli uomini sui ponti, denso fumo, proiettili che cadevano in ogni senso, granate che scoppiavano, fianconate tirate a bruciapelo, in modo che da noi altri cbe con le f regate composte in linea di battaglia s'andava incontro al nemico, benché spettatori, ma vicinissimi, si restò muti cd ansiosi di veder diradare il fumo per conoscere l'esito dell'urto. La prima cosa che vidi fu che il nemico era disordinato, che un vascello nemico rra disalberato, uscito di linea e fuggiva, e la seconda linea nemica si all..,ntan,wa. Albini diresse per attaccarlo, ma k due corazzate nemiche dell'ala dc:.tra videro la nostra manovra e din."\ll;('roper tagliarci: lo avrebbero fatto -,e non arrestate dalla Maria Pia e (credo} So11 Martino {ausiliare) che a bordo a hordo si battevano, schivando ognun,\ un colpo di sperone e cercando di darlo come in un duello alla sp.1da. La nostra squadra di legno comandata da Albini ne profittò. Con contromarcia a sinistra ci allonta·nammo rapidanu•nte mentre anche il nemico da part'-' sua faceva lo stesso, e ncll'istessa lin('a di fila ci mettemmo sottovento ;.allenostre corazzate che anche si riunivano nell'ordine stesso. Il combattimento. era finito. Non era ancora mezzogiorno e perl":iòesso non era durato che cinquanta minuti. Il sole risplendeva. Calma quasi dì vento, calma quasi di mare. UMNIBVS dotta non da Newton, ma da alcuni newtoniani, e che Newton non applicò mai la sua ipotesi ai gas reali. La teoria oggi accettata sul volo è recente, essendo dovuta ai voli dei fratdli Lilienthal e alle ricerche di Lanchestcr, di Kutta, Lii Goukowski, di Prandtl, di Croceo. Prendendosela 1roppo contro i newtor,iani, si finisce con lo svalutare anche Leonardo da Vinci. Nulla ho mai detto conta4o Cah:ecchi Onesti e non capisco perché il Fcrrario lo tiri in ballo. Io ho perfino continuato una sua ricerca. E ho sempre parlato nelle mie lezioni del colttrer come di un tubet· to di Ca!zccchi Cosi del resto fanno i fisici da più di trent'anni e il Fcrrario s.i scalmana troppo. Egli ha torto quando se ~ prende con Bran)y. Non bisogna dimenticare il mareonign1.mma del 1899: e Marconi invia a Branly un rispettoso saluto attraverso la Manica, questo bel ri.sultato essendo dovuto in parte ai notevoli lavori di Branly >. Col crittrio di Ferrario si può, si, negare Branly per esaltare Calzc:cchi, ma a patto di negare poi Calzccchi cd esaltare Miinck or RoscnschOld. E si potrebbe poi sostenere che Branly, come dicono alcuni francesi, e non Marconi è le plre de la rodio, salvo a sostenere subito dopo che il padre della radio è Hugue1 o Galvani o Giove Tonante. Nessuna esperienza sorge dal nulla. L'import2.ntc è di vedere se si risolve interamente nelle espericn• ze precedenti. Sulla priorità di Galvani in ma1cria di onde clettrichf", non è il caso d·imistcre. Ne hanno parlato tanto in oec.asione del centenario e ne ho parlato anch'io. t vero che il Ferrario non ha introdotto di suo che un po' di confusione. Eccoci al ratto finale: agli Accademici del Cimento e l'esperieni.a di Foucault In questo punto almeno (anzi, su questo solo, perché al resto non ci crede nemmeno lui), il Ferrario deve avere ingenuamente credu. 10 di aYcrmi vin10 (o quasi: con Ferrario le riserve non sono mai superflue). Come, egli dice tra .sdt'gnato e patetico, Timpan~ ro, 11udioso di Galileo, non ha dunque letto i Salti di naturali esperien(.e? Nella edizione del 1 69, dei Sat,i c'è, secondo lui, un intero capitolo che si rircrisce all'rspcricnza che, non si sa pcrctié, si chiama di Foucault. La tempesta del cielo era passata tra gli uomini. Non ti parlo delle sensazioni prov.-te : si sentono ma non si scrivono. Però comprendo come una volta ìmpc$.nato nella lotta l'uomo si trasforma, 1I cuore bolle, il cervello si rivolta e la lotta diventa un istinto. Almeno come me, quanti mi erano vicini, tutti sentivano lo stesso e quell'istessa marmaglia goffa e ignorante non era più essa, seguivé\ i movimenti di ogni bastimento con ansia, bisognava tt'nerli per non far tirare al vento, sicdté arguisco che solo a sangue freddo è difficile e~scre eroe, ma nel caldo della mischia è cosa facile. Hai visto molti quadri di battaglie navali: ebbene, quel disordine, quel fumo, quel tonfo dei proiettili in mare, e più di tutto il mare coverto di resti d'alberatura, di lance e di tutto ciò che può ~re portato via, son veritieri : ciò fu visto dove era accaduta la lotta. La BOUNGAI. SOLDATIBOOZZESEI GWPOli'EBI DI GUilDIA ALLACITTÀllTERNAZIOlULE ùapisco. Artemio Ferrario avc,..a sentito dire che gli Accademici del Cimento precorsero Fouc:auh; e poiché e"i non pubblicarooo che i Sa11i, andò a 1fogliare frettolosamente il libro del Magalo1ti. Ecco il capitolo che parla dei pendoli o dondoli. Ci siamo. Fcrrario legge: e Ma perché l'ordinario pendolo a un sol filo in quella su.a libcnà di vagare (qualunque ne sia la cagione) insensibilmente va traviando dalla prima gita ... >. Inutile andar più oltre. Non resia che tnucriverc la frase e offrirla in omaggio ai !cuori del Meridiano. Se aYcsse avuto meno fretta si sattbbc accorto dcll'equivoeo, perché Magaloui continua: e E verso il fine, secondo ch'ei si avvicina alla quiete, il suo movimento non è più pc:r un arco ,·erticale, ma par fatto per una spirale ovata in cui più non posson distinguerti né noverarsi le vibrazioni, quindi è che, solamente a fine di fargli 1ener fin all'ultimo l'i11euo cammino, si pensò d'appender la palla a un fil doppio :., ccc. Più giù chiari.cc che i due fili e servono come di falsaredinc alla palla, acciò non si butti sur una mano più che sull'altra, ma tenga sempre diritto il cammino per l'istcss'arco >. Qui c'è, se ma.i, un'anticipazione di quel moYimento clinico studiato da Serpicri e Secchi, ma non dell'cspericnia di Foucaull. Con la sospensione bifilare gli Accademici del Cimento volevano ollenc-re che il pendolo oscillasse in un piano. Se la loro priori1à su Foucault si basasse su questo capitolo dei Sa111 sartbbc molto difficile direndcrla. E poiché, a quanto s.cmbra, il Ferrario non sa altro, se fosse messo alle strette, dopo aver negato Foucault, dovrebbe negare anche l'Accademia del Cimento. sventura volle che vi fossero anche ramente, mentre se subito arretrava, sparsi uomini sul mare, cd erano del- chi sa... Perché non gettare le polveri l'infelice Re d'Italia, ch'io però non in mare? Ebbero più di due ore di vidi ma che ho inteso raccontare. tempo per farlo! .E: questa per me la Il vascello nemico fu urtato dal Re scena più funesta di quel dramma. di Portogallo. Il Re d'Italia urtato da Vorrai sapere pcrch~ quattro o cintre corauate a poppa!, a prua, al fian- que nostre corazzate non presero parco, non manovrava piu, aveva rotto O te al combattimento? E chi lo sa! Vor• il timone .o il f~enell<? ~ sai che pesca• . rai sapere perché la nostra squadra di vano qu~i ~asur_n~nll m quell~ par~~ • egno, sotto la protezione delle corazt:on groui ttmom m legno fuon acqi ~ te non entrò in azione e fu invece e ruota di ti~one in coverta ~on . iata sola da parte al suo destino? E parata! Tutto 11 peso della_~rd1ta. ò'· i lo S.."l ! Perché in ultim{, quell'.A/- la nostra fregata da m~lt1 ~1 attnb ondatore, sul quale tutti contavamo scc, come la _m~ncata vittoria, se~pr.e veder prodigi, fece il cavallo di carta? al cae,o eh~ s1.dice ,vo.lle, momenti pn- Nessuno sapeva che il duce era su quel ma d1 commc1arc I azione,. pa.ssare sul- bordo, ed 10 che pallido fremevo pen1' ADondatore e fece perciò isolare la 1tando a Federico Martini ! Fortunatafrcgata. ~ ciò è vero non ~: sar~bbc mente non era lui che comandava quel troppo rimorso• .E: vero pero che I A/- bastimento durante il combattimento. fondatore inv~ce di fare l'affondato:e, Quando il vascello Kaiser fuggiva divenne corridore se.~za far capire per prender forse rifugio nel porto di perché andava su e .g1u, passando an: Lissa vedemmo un momento l'Affonc~c so~toven~o ~ noi, mentre due soh datore come un fulmine corrcrgH add1 quei ~olp1 d1 cannone cd una. sola dietro, e velocemente, come un lampo, prua.t~ c1 .avr.cbbero sbarazzato di tre raggiungerlo. Tutti noi in quel .moncm1c1. D1ces1 che una sola carmona- mento sentimmo una strana sensaz10ne ta da 3?0 del ~e di Portogallo ~vesse di piacere: ma in un momento lo veaperto I fianchi al vascel~o K au.tr .e demmo tornare indietro senza neppu- ~n l'urto mandatolo ,a p1<:co._Di ciò re tirargli un colpo di cannone perché, 10 n?n son certo, ma ~ h<;>~1sto 10 .stcs- si dice, non si volle. Jmmagina come so disalberato, senza c1mm1era e uran- restammo tutti. do disordinatamente. Si. dice dìpp.iù Da quel!to abbozzo avrai potuto cache avesse a bordo! per rmforw a Lis• pire, Roberto, un poco la gìornata del ~a, molta truppa tirolese. 20. Non era ancora finita la giornata Se fu penoso vedere alla fine della cd io dicevo tra mc : non è forse una b~1ttaglia la Palestro uscire di fila col ripetizione in brutto del 24 giugno, osfuoco a bordo! fu des~lante ~ppren• sia di Cu~toza? Valore e vite sprecate, dcrc che pochi. furono I s~lvall .m~n- mentre per la marina quel giorno po· tre da che fu vista da me mcommna- tcva decidere tutto e noi venircene ad re a bruciare, fino a che scoppiò, pas- Ancona a riposare e ad aspettare la sa!ono due lunghe ore. Il Govtrno~o fine della guerra. Ad ogni modo Tcgh fu sempre accanto ~n le. lance m gctthoff :si 'iarà convinto che di valore mare sotto l.l: prua (l'incend_io c.ra a se ne è venduto, cd avrà dippiù visto poppa) per nceverne ,tutto I cquip,tg- che forse due terzi delle no~trc forze gio. Un morn~nto !'.incendio. sembrò non si battevano. dom:1to, andò 111nanz1ma poi da ca- Se il va~ello si è affondato, se due po, e primo ad abbattersi fu l'albero vapori son colati, se una loro corazdi mezzana, cd ancora dopo molto zata, come alcuni dicono, non fosse più scoppiò. . . . in linea quando si sono rli nuovo ragPerché immolarsi? ~u un su1c1d~ocd granellati a gran distanza eia noi, di omicidio: fu infamia, non eroismo. nuovo in ordine di fronte {dicono eraCredo pure che si manovrò male, per- no sette in principio, in fine ne ho conché il fuoco fu an.che all!"1entato d.1~la t;ltC io ~ci sole) avranno p;tgato a caro velocità del cammmo, e ~1 vedeva ch1a- prezzo Ja pruova, anche ~ '-Ì vuol cre11• Al1110Il. N,31 • 30 LUGLIO1938-IVI IIINIBU! SETTililAllALEDIATTUALITÀ POLITIOAE LETTERARIA ESOE IL SABATO tN 12-18 PAGINE ABBOIIAMEIITI Italia, Impero: IDDO L. '12,MfDMtrLt .2.2 tauro I anno L, 70, Hmuu, L. 36 OGSI IU■l&O 111.l LI&& :·::: 0 ~:ti,!~~.•:~n' ~~to~~r::,.:~~; DirH1otit: Rom.a- Piaua dtlla Pilot~ 3 Tele.fonoN, 66,470 A.m.m.laJJtra11oa,: lflleno • Piaua Oarlo Erba1 6 Telefouo 1r. 24,808 hbbUdti: Per m.flllaetro1'i.tieua, b... nna.colonui ii'11~0:. 1v1!'~~!1:1~·ts.·~~ 1 :,?~. s1r~1 Parigi, M, R11tdt. Fanbot.tgBaint.-Honore 1 11 : I dere che avendo il nemico gli abbordaggi in coverta o truppe di passaggio a bordo vi ~ia stata una strage sui loro bastimenti. Adesso lo schifoso è la guerra clfe si fa qui a terra. Da due giorni vi è il Ministro di Guerra e :Marina ed ogni momento a noi comandanti ci doman• dano rapporti sul combattimento del 20 estratti del giornale di bordo e tante 'altre cO'ie. Infine, è una inchiesta indecente. Al nostro giungere qui, Alhini chiamò i 'iuoi comandanti e ci disse che il duce aveva detto che non aveva voluto batter~i con la squadra di legno. Quel che posso dirti è che Albini forse forse ha salvato le fregate di legnò avendoci rimasti fuori concerto, lontani dalle corazzate cd al tutto scovcrti. Ho scritto abbastanza, ma potrei ancora riempire di fogli di carta. Se Jd~ dio vorrà, dirò a voce il resto. La Provvidenza ci protegge. Addio, mammà mia, conservati in .!alute, abbraccia Roberto, saluta Chiarina che spero non soffra più pel suo stat~, un bacio ai ragazzi tutti. T'abbraccia tanto l'affettuoso figlio CARLO IIIPIITI ~ ,~~~~~ irit EL SUO lungo articolo sul Muidi,mo !\!J di Roma, Anemio Fcnarfo non è riu~ scito a farr: nemmeno un piccolo passo avanti. t vuo che in compenso h4 fatto un bel salto indietro. Il suo metodo è semplice e ingegnoso. Quaudo un'obiet.ione è troppo imbanrz.anM te, non la prende in considera.zionc e ti limita a diffondersi nei soliti luoghi comuni a favore dei piccoli che valgono quan10 e più dei grandi o contro i vari Larouue che non ci apprezzano abbastanza. Non una parola sulla tra.smutaz.ione dd telefono in microfono e viceversa, né su Galvani che (a l'esperienza con l'arco conduttore per combattere Volta. E sempre le solite citazioni di seconda mano. Se per caso si cimenta con un testo, si mette in un diabolico impiccio, come lo stregone novizio. Insiste sulla priorità di Romagnosi, ma in base all'autorhà del e gtande precunorc > Gianfrancesco Rambelli. Pcrch~ non si decida a leggere l'articolo sul galvanismo non si capisce. t uno scritto da giornale sen?.l,I formule matema1iche e senza nulla di astruso. Il Rìstretto de' /01liet1i uniuusitari non si trova facilmente (nella Comunale di Trento c'~). ma l'articolo è stato ristampato nell'Antolo1ia di Fircntt del 1827, negli Annali di Majocchi del 1844 e negli Atti dell'Accademia di Torino dd 1868-69 con una definitiva stroncatura di Gilberto Co. vi. L'articolo è 11a10 stroncato, pare dal Belli, nella Biblioteca italiana del 1840, e più recentemente da Ferdinando Lori, nel fascicolo voltiano ddl' Entrgia eleurica (1927). Se Ferrario leggerà l'articolo dovrà convenire che, almeno questa volta, il grande Rambclli ha sbagliato. Romagnosi operò a circuito aperto e non poteva perciò scoprire l'effetto tnagnetico della corrente che non c'era e, per dir la verità, nemmeno lo credette. Egli si limitò ad annunziare di avere, dirò cod, ipnotiu:a10 l'ago magnttico, ma in realtà era il grande giureconsulto che sonnecchiava. E quando ne-I 1 820 Otrs1ed annunziò la scopcr1.a1 il Romagnosi non fiatò perché sapeva benissimo di non averne diritto. La s1oriclla di Romagnosi precursore di Oersted ~ stata inventala d2.ll'Aldini che lo chiamava Romancsi (il filoJOfo di SalJOmaggiore cambia sempre nome e paese di nascita quando diventa un fisi. co). Quell'cspcricnia, lo ripeto, non ha valore. e 11 documento originale e completo >, scriveva il Covi, e toglie ogni dubbio e sarebbe un ano sleale da parte di noi italiani il ripetere per vanità nazionale un falso vanto, mentre così accrbamcnte si vanno rinracciando agli stranieri quelle che noi giudichiamo piraterie esercitate da cui sulle nostre glorie paesane >. Per Grimaldi, dice il Ferrario che, attribuendogli soltanto la grande scoperta dei renomcni di diffrazione, ne riduco l'opera e a proporzioni quasi insignificanti >. Si vede che Fenario non ha la più lontana jdea dcll'impor1anza fondamentale dei rcnomcni di diffrazione. Come teorico il Grimaldi non è un gnn che: ha idee confuse e contraddittorie, come ha riconosciuto apertamente il suo grande concittadino Auguuo Righi, in alcune lettere che il Ferrario do• vrcbbc conoscere, cssc:ndo state pubblicate in un libro da lui citato nella bibliografia La battuta newtoniana del Ferrario ci era sembrata divertente e l'avevamo lodata. Ohimè, il Ferrario faceva sul .scrio cd ora ritorna con e Newton aeronauta>. Tutti sanno che l'impossibilità del volofu dcLa priorità ddl' Accademia del Cimento è incontestabile. Nei manifesti galileiani della Nazionale di Firenze (Posteriori di Galileo, tomo X, Accademia del Cimento, parte prima, Yol. 10') c·è una pagina di pugno del Viviani, che non lasda dubbi. Qursta pagina è stata esposta all'e1pos.izionc di Storia della Scienza del 1929, ed una delle fr:ui più significative è stata riprodotta dal Borfito nel suo libro sugli strumenti della scicnz:1 (senza però la figura, che è essenziale). lntegralrucntc, a quanto cttdo, la pagina non è 1tata mai riprodotta, né studiata esaurientemente come io mi tiservo di fare. ti Viviani dice che e tutti i pendoli di un sol filo deviano dal piano verticale e sempre per il medesimo verso > che, come risulta dalla figur.1, è quello giuuo. Egli aggiunge che anche i pendoli con la 'iOSpensione a due fili deviano, benché in misura usai minore-, e accenna alla va~ riazione della velocità al variare del peso e della lunghezza dei pendoli. Il renome• no non è chiari10 in nessun modo e l'inAucnza del movimento della terra non dev'e"crc stata nt:mmeno sospettata. Fatto è che le esperienze non forono proseguile e che nei Sa11i non vengono ricordate. La pagina del Viviani non è nemmeno riprodotta nell'edizione dei Sani, che (u pubblicala nel 1841 e per le cure provvide: e munifiche> di Leopoldo li. Non è pos,. sibi!e dunque 1ergivcrsarc sui meriti di Foucault. Oc,..o dire un'ahra cosa al Ferrario. Non è vero che io ,ia un e cx-letterato>. Mi sono occupato fin d2.I 1913 di letteratura e continuerò ad occuparmene quando mi piacerà, ma mi sono occupato fin da allora molto più di .cicnza. Sono allievo di quell' Auguuo Righì che il Ferrario chiama e immenso >, e ,ubito dopo redarguisce. Né è giusto che mi si dica disfattista. Ho fatto delle stroncature e ne farò (krena• mente, come nel ca.so del Ferrario, il quale, nonostante che mi accusi d'inconsueta violenza e astiosità, si è divertito anche lui, leggendo il mio articolo, e si vede); ma neuuno ha esaltato più di me gli scienziati autentici, grandi o piccoli che fossero. lo credo che si possa esaltare senza gon,Sature. Nt mi sembra di buon gusto denigrare gli scienziati stnnieri. Abbiamo :ante glorie. che possiamo essere generosi con tuui. SEB. TIMPANARO LAVITADIITIOILEDI OHAMBERL.!Il! fi) ARAMENTE un Primo Ministro bri- W tannico ebbe un'esistenza cosi agitala, come la ha Ncville Chambcrlain Gli tocca continuamente di combattere su due fronti: con l'opposizione laburista, da un lato, e con una notevole frazione della maggioranza, dall'altra, la quale, pur scn• za spingersi fino a una aperta secessione, gli fa la Fronda, manovra di c~~ccrto ~o~ l'opposizione e gli rende scrv1g1 pcggion che se votasse apertamente contro il suo ministero. La sua politica estera - diretta a cercare un terreno di collabora7-ionc con gli Stati totalitari - è da più mesi sotto il fuoco incessante di discussioni parlamentari a volte drammatiche, a volte semplicemente ddatiganti. Una parie ddl'opinione pubblica è montata. Per un certo tempo fu avversa agli Stati totali1ari perché gli S1ati totalitari erano contro Ginevra. Oggi è del pari av• versa agli Stati to1alitari, puché è convinta che tui siano risoluti a fare a brani l'impero ingluc. Il partito laburista ha una grandissima parte di responsabili1à dello s1ato di diulr• mo in cui l'Inghilterra si è tr-.:>vatain un'ora gravt- della storia europea. E ora attacca Cham~rlain perché l'lnghihcrra non è ab• bastanza armata. Ciò è pcdcttamcnte conforme alla logica e alla morale dei partili politici in regime parlamentare. Comunque, finora, l'opposizione è riuscita a ottenere vari successi: e cioè prima di tutto ha clamorosamente buttato giù il visconle Swinton, cx-ministro dcli' Aria, e poi ha notevolmente scorso le po1izioni di sir Thomas Inskip, il corpulento ministro per la coordinazione della diresa, del segretario per l'Interno, sir Samue:I Hoarc, e del suo auis1t-nte:, Geoffrey Lloyd, preposti alla difesa antiaerea del paese. Insomma, di tulti i ruicistri militari, uno solo, finora, si c-ra salvato da ogni critica: l'ebreo Horc-Bclisha In tutti gli uffici in cui era stato, costui aveva dato prove imponenti della sua e cf• ficitnza >, e massimamente ne dava ora aHa Guerra. Quando il ministro dell'Aria, lord Swin1on, fu mandato via per la sua < inefficienza >, un nome fu sulla bocca di 1u11i: Hott-Rclisha, l'c efficientissimo> fra gli t'fficienti. Ma Chambcrlain non volle trasforirlo all' Adastrai Housc perché pensava fosse insostituibile al posto in cui era. Tuit'a un 1ntto, anche sul capo di Horc• Belisha scoppiò la tempcs1a UN TERRITORIALEZELANTE ,1 I, trentenne dcpulato Duncan SanU dys (pronunzia come se fosse scritto Sands) proviene da Eton e Oxford, come si addicc a una giovane speranza del partito conservatore; fu in diplom3Zia per qualche anno, poi fu fra i promotori del Britislt Mou,nunt, un'organizzazione reazionaria antisocialina nata morta; infine si prc-q,n1ò come: candidato conservatore a Norwood e fu elclto M. P. Durante la campagna elettorale conobbe la figlia di Churchill, Diana, allora signora j. M. Bailcy, che poi diventò sua moglie:. Qualche mese fa, dunque, il trentenne dcpulato di Norwood, che è, fra l'altro, st'condo luogotenente (ossia sottoteocntc) della ~,• Brigala antiartta di Reale Artirclicria, esercito territoriale, avendo incontrato il mini11ro della Guerra in un corridoio della Camera, gli si avvicinò e gli disse che fra gU ufficiali dell'esercito territoriale regnava la più viva ansie1à per le dcficienz.c e le condizioni dell'artiglieria antiaerea. 11 ministro lo assicurò che le preoccupazioni sue e dcì suoi colleghi erano del lutto infondate. Lo zelante territoriale non si sentì affatto rassicurato, t', tornato a casa, scrisse una lettera al ministro che - dice un periodico - lo recc torcere sulla sedia. Il ministro trasmise la lettera agli urfici del suo dic:astcro; t' gli urfic.i, qualche giorno dopo, gli comunicarono che l'autore della lellcra doveYa esserein possesso di informazioni segretissime e della più alta importanza. Subito Ho~-Bclisha rifcrl al Primo Ministro e questi, e invece di prendere per il braccio il ministro ddla Guerra e di suggt'rirgli di avere una spiegazione priv2.ta con Sandys >, chi2.mò 1'a1torne1-,-•ierol e gli sottopose l'affare. Fu un errv.e. Subito l'attornt:J-litnudl sollevò la qut"slione: che la legge sui segreti di S1ato fo~e stata violata e in1imò a Sandys di rivelar(' da chi avesse ricevuto quelle informarioni, minacciando di valer1i contro di lui della legge sui scgrc1i di S1ato. SANGIORGIO ';'i) ER H1tta rispost3, Dunc2.n Sandys si Lr recò alla Camera dei Comuni e domandò la protc;rionc dcll3 speaker contro l'attorneJ•trneral, il quale, e minacciando di :,.pplicarc contro di lui la leg~e sui segreti di Stato>, aveva commesso una violazione dei privilegi dei membri del parlamento. Il dramma fu abilmente mon1ato. 1 diritti storici del parlamento erano in pericolo? ... Nessuno lo credette, ma la Camera si commosse o finse di commuo,..ersi. Cha.mberlain \i rt'se subito conto della sìtuuionc. Sandys aYeva chiesto che fosse ddcrita al Select Committu la questione se l'ottorney1,neral lo avesse e minacciato > in nome dcll2. legge sui segreti di Stato. Chambcrlain appoggiò la richiesta di Sandys e ques1a fu subito accolta. Ma, qualche giorno dopo, Duncan Sandp riceveva un telegramma, che gli ordinava di pn:scntar1i in uniforme e con tut1c le decorazioni davanti a una Corte militare d'inchi~sla presso il Comando per la tona orientale. Questa Corte doveva in- \'Cstigare est' un urficialc - e, nel caso affermativo, chi - si fosse reso colpevole di violationc del suo dovere di fedeltà rivelando notizie :alta nenie 5<:grc•c>. Sandy1 corse subito ... alla Camera dei Comuni e suscitò un tumulto ancora più grave del precedente. L'opposizione si buttò con entusiasmo sull'occasione che le era offerta. Più vohe i\ Bill o/ RiAht1, la e Grande Rimostrant.a > e gli altri sacri testi della costituzione inglese: furono scaraventati minacciosamente contro il tiranno: Chambcrlain, s'intende. Alla fine il nuovo San Giorgio si levò e domandò allo sp,aker: 1) se dovesse obbedire ali' intimazione ricevuta o se do• vene ignorarla; 2) se fosse stata commes,a / una nuova violazione dei privilegi parlamentari. Lo J/)eoker rispose che il cuo do.vcva essere sottoposto al Comitato dei privilegi. Questa dichiarazione riscoUt" gli applausi di tutta la Camera. E, cosi, ci furono tre colleghi a occuparsi contemporaneamente di questioni attinenti allo stesso affare. !I Comitato dei privilegi presieduto dal Primo Ministro e composto di Attlee, di sir Archibald Sinclair e - si noti bene - di Winston Churchill, lavorò quel pomeriggio e 11 giorno dopo e concluse, nel suo rap• porto, che il generale com~ndt.?te la. zon.a orientale aveva commesso v1olaz1one d1 pri- \ ilcgi parlamentari, ~a che non era neces:- sario citarlo a comparire alla sbarra davanti ai Comuni. TEMPESTEIN UNA TAZZA DI Tt fl I. RAPPORTO era ,alomonico. ChurU chill, che era uno degli autori di esso, dine che il resto del mondo lo avrebbe considtrato e con occhio di invidiosa. ammirazione > ; il che era piuttosto esagerato. Ora bisognava di,cutcrlo ai Comuni; t' la discussione avrebbe offer10 agli av• versati del governo una magnifica o<:ca• sione di attaccare il ministro della Guerra. Discorsi formidabili furono preparati, discor1i che avrebbero dovuto radere al suolo il governo. Ma una grave dclu,ione: attc-r,dcva l'opposizione: all'inizio della seduta, lo speaker dichiarò che il dibattito doveva essere cir• cow:rìtto nel St'nso che la discussione do- \'CSSt' a1;~rc per oggt'tto solo il rapporto del Comitato dei privilegi (e cioè la questione se la Corte militare avesse violato i privi• lr:gi di un parlamentare), e non già l'eventuale: rcspomabilità del ministro della Guerra, di cui si sarebbe potuto discutere solo quando fosse stato presentato alla Camera l'altro rapporto: quello del Selut Committu. Ciò significava che i discorsi già preparati erano condannati a rientrare. Jn. vano l'opposizione protestò, argomentò, insorse. Lo ,peaker mantenne la sua decisione. Solo Churchill riuscl a lanciare una free. eia anclcnua contro il mlnistro della Guerra: come mai il miriistro non ti assumeva la responsabilità di quel che aveva fatto la Corte d'inchiesta, che dipendeva da lui? Rispose per il governo sir John Simon che de:finl cslcalc> l'auacco di Churchill: e l'ultima cosa che 1i possa dire d,.1 ministro della Guerra è che egli non ,ia pronto a dimostrare il suo coraggio e a far fronle alla musica :t. La commedia durava da un mese. Era ormai matura per una conclusione. E la conclusione fu quanto, di più comico si potesse mai immaginare. Alla acdu1a dei Comuni del 18 l6glio, lo speaker si lc,•ò e comunicò che aYcva recentcm,cnte ricevuto una informazione da cui risultava che né la Corie: milit:trc d'inchiesta, né i membri di eua s.apcvano niente della intimazione raua a Duncan Sandys. Lo speaker aggi\Jnsc di cncre soddisfatto della verità cosl acclarata e dichiarò che i membri del· la Cone militart, non avevano alcuna responsabilità. •' ln qualunque altra a»cmblca questa strabiliante comunicazione sarebbe stata accolla con un immenso scroscio di ilari1à. ~{a come) Si discuteva da un mese se la Corte mili1are, intim::i.ndo a Sandys di comparire alla sua presenza, avesse commesso una violaxione dei privilegi parlamentari j si era giunti a una condanna; si era generosamente c:soncrato il pre:tidcnte della Corte dal presentarsi alla sbarra ai Comuni per giustificarsi; cd ecco che, all'ultima ora, si jcopriva che la Corte non aveva mai fatto alcuna intima.r.ione a Sandys e non si era mai occupata dì lui. lnvc:ce la Camera dei Comuni non rise e discusse ancora due giorni per stabilire- se si dovesse rimandare indietro la relazione al Comitato dei prh•ilcgi pcrché la rettificasse in conformità delle nuove informazioni, Risultò che nessuno aveva colpa dell'equivoco. Sandys aveva detto: e Ho rict-- vuto un'intimazione- a comparire avanti nlla Gorle militare > ; ma non aveva detto di averla ricevuta dalla Corte. Tutti, invece, 2.vcv::1.nocreduto di capire che la avcssr rice\·uta dalla Corte, cd erano andati a1;anti sulla base di questo prcsuppos10. Par. larono ancora una \!Olta Attlec, iir Archibald Sinc.lair, Chambcrlain, Churchill; par. larono con gravità e con compunzione, e alla fine si convrnnc di non rinviare la relazione al Comitato dei privilt'gi e di a,p<'tlart la relazione del Srlut Committu pc-r una discuuionc generale e completa. UN DELITTOSENZAAUTORE f.Y.l \ CHI 1ranc dal caso la morale llJJ giusta fu H P. Herbcrt, il cui breve discorso fu un piccolo capolavoro di spirito, degno in tutto delle migliori tradizioni dt'll'umorismo britannico. e Io credo>, egli disse, e che i membri del Comi1ato dei pri\'ilegi saranno completamente soddisfatti di essere giunti a una conclusione erronea su una prova trronca e di a\'ere condannato erroneamente quakuno >. Nel preccdcntc dibattito, Churchill :wcva druo che il rapporto del Comitato dei privilegi .sarebbe stato considerato e con ammirazione e con occhio d·invidin in mohi pae~i :t. Ora aveva dcuo che era asmrdo cd erroneo. e lo sono d'accordo>, disse Hcrbcrt. e La \Ostanza di esso è inc0<:rrn1c, quanto il suo linguaggio. Esso accerta un drlit10 e dice che non c'è l'au1ore del delitto. Esso somiglia a una nota dt'I governo inglese al ~eneralc Franco ... E non è del tullo chiaro come mr Churchill potesse essere in pace con la sua coscienza nel far parte del Comitato dei privilegi. Mr Churchill tenta di conciliare le incompatibili funzioni di centro-attacco e di arbitro. Un momento L'\lta avanti, all'attacco, tir-ando calci alla palla in tutt~ le dirct.ioni i e, un momento dopo, pieno di digni1à, ma ancora saltando, soffia nel fischietto ... Per con. to mio, dt"vo dil't' che il r:iipporto, lungi dall' " cccitart l'invidiosa ammirai.ione del mondo'', coprirà il parlamt'nto di ridicolo>. Tutta la. Camera ri!c e applaudi eon1inuamente a questo fuoco d'artificio. Solo Churchill non rise e non appl:,.udl. Poi si le, ò per uscire: nel pas~are: davanti a Hcrbcrt sostò un istante e gli parlò con acrimonia; poi prosegul e usd con passo pieno di dignità e con aria irritata. RICCIARDE'ITO
Sivigha, luglio. r-jj\ \ rivolu,donc ,coppiò il 19 di ~ /~ lu~lio. 1936. Il ?c.1wral<' Frane() ~ _:.Ji ,hlffO a sud; 11gcncr,lll" ~101.1 - , .~ man.·iava d:l. nord. Fra loro due ,i stcndc\'a l'Anda\u,.ia, l'anello pi\t 11nportantC' nella catena della \'ittoria. Tutta l'1\nd,1lu,ia 5eguc le <iOrti di Si\'iAlia, e il compito imperio,o di conqui'-ti\rl" questa città vitale fu a,scgnato J.IJ'ispcttorr generale dei carabinuor, Qucipo dt• Llano. La rl\'Oluzionc r u una gara di vclo- <"ità col tempo. I co~piratori franc,:<ii, ru~,i l" ,pagnoli, <\\'evano fatto il piano di inallx•rare la bandiera ro,;;1;.,a;otto la g-uida di un altro Stalin, Lar~o C.\ballc-ro. L:.. Spagna dovl"v:t cs<;crgo- \·ernat,\ dai S<'>vieti.~fa Frane.o prc- \'errn<· la rivoluziop<' ro\sa. Tale era l.1 ,ituazione quando, di ritorno da un giro d'i,pczione a Huelva e accompa- ~nato d,ll ,;uo fedele aiutante di campo Lopez Gufrrero, Qucipo dc Llano ,ee,e {\ll'I lotl'i Simon di Siviglia. Non c'f'l"<I llll minuto da perdere. li <;uoprimo vi<;itatore fu il torero Pepe cl Agaheno. Pepe guardò amio~amcntt'- Queipo (che era in borghese): e Avet(' udito le nuove? > gli chiese. e Sì. O va o spacca ». e Avvertirò i miei amici. Po,;so fornirvi mille-cinquecento falangi-..ti. Che farete? >. e lo? Farò colazione. Poi mi metterò in uniforme e andrò al quartier generale>. Arriv:t.rono due ufficiali, il c.1pitano di aviazione Carrillo e il ma~~iore Rcmrntcria, i quali, con il ma~giorc di S. M'. Cue,;ta (in quel momC'nto a una riumont' al quartier ~<'ner.1lc ddla di- \'i<iiOn<'), c1 ano i soli ufficiali di tui ci ,;i potc,,e veraml'nte fidare. Co,toro frccro I nomi di pochi altri ufficiali <;icuri Si ript..•tevail c;1'o d('i Sette a Te~ hc, ma i no,rri troi non a,·c, ano dil'- tro di ,;é un l'',t:rcito. Ottomila uomini, a dir molto, sono fone inadcgu,,tc per prendere una ~randt" città, che è il <1uarticr i;;-cncr,\lt•di una divisione dell'esercito n·golare forte di più di 50.000 1,critti alle unioni radicali e tutti prov- \'i,;ii di anni. Nc·lla velocità \13\ a l'unica c;pcranu dl·i nazionali,ti .. \d o~ni i,tantc la polizia poteva intt•rvt·nirt· cd arrestart' Queipo. Quella nunina 11 '(L'rwrale ,;1 ,·!'~ti in fre-tta e il capitano Carrillo lo C'ondth\e al quartier ~enc-r.ile nella ,;ua picc(_)la « due posti >. Lopc-z Gucrrrro aa Il ten.o membro delrc,crcito ri\'Olu;,ionano. Al qu..irtier generale li a- '-pc-ttava il capitano E,;eribano. « Il gcner.1le è irrcmovihil<- ». di,\e .\ Queipo. e Non rir,;co ,\ con\'inecrlo; fone ci riu,cirete voi >. , \'a bene>. di,.,e Qu<'ipo. e i dw• entrarono imicme nel patio <·rntral,.._ dO\'C' il generale di divi,ionc- \'illa .\- hrillc di<;corrcva col <:.uoaiut,tntr mae;- ~iore in <;('Conda, il grnnalc Lopei: Viota Cn gruppo di ufficiali na poco lontano. Quando vide Qucipo in unifprmc, il generale lo fio:.<;<,\:.<'\('1amcntr. « Che fak qui> >. e Sono qui >, ri,;;po<;cQuei po, « p<'• dirvi che è ora di decidr"'i. Dovctr "'eglwr<' fra la banda che goveriu que- ,to pae ..c. e i vostri fratelli ufficiali ». e S<trù «-mpr!' per il ~ovt•rno >. e fkn!'. in q,w,to Ca'-0 ho l'ordiuc d1 Lu-vi ._altare I<' o·ndl,,. ~fa noi du1· ,iamo vecchi amici, Villa Ahnlh-. .. ». « Sono p<'r il gO\'('rno •· e .\llora devo farn fuc-iidn' o i111prig1on.11,i. V'imp, it?;ion<'rÒ. Ritil',III'\ i rh'II(' \·mtre <:.tanzc». « Vado, ma notat<·, ,i_~nori >. diw• ,·i11;1 Ahrillc a~li u(fai.ili, e d1C' n·(!" ,1ll.1 forza >. « Forza o no, per mc è lo ,t1·,,o > lntcrvenn(' allor.;, il ~<·rwr~1k Lop1·1 \ 'iota. « Or,idcro e<:.'-t'rfatto prie;ionic10 ,1nch'10 •· « fkni'i\lllln •· hrontolì, Qu('ipo. « .\nd1'io >, d~,e il ma,:;?gion· I lidalgo. e \ffordato •· Co,ì l'inv·ro gruppo, cCT('ttllati Ciw- ,t.1 ,. Gutif'1 rez Flon•,;, fu ,pintn rwll'ufli, io intl'rno. Qu1·ipo ,j ac<·im,· ,l chiudc·rl" l.:t pf')rta; m.·<:.,.uno ,i O()[XN'. m,1 mancava la chia,-<'. Chiamato il c.1po· r.1lr di ~uardia: e P1t'ndi due· umnini ». ordinò Qut·ipo, C' e M>r\'c·gliaqu<'- ,ta porta. Se qu.1kuno tcnt<l di u,cin·. 1;.p;1ral{l.i1ddo\<;0•· Due minuti prim,1 qud c;.\poralc non avr<'hbc I invuto 01dini che dal gen!'r,d<' Villi.l, ma in qu<·i pochi minuti il mondo era cambi,1tn La port.1 ,i era app<'nil chiu,a ehc Quripo ta~liò i fili del tddono. La n- \'oh17ÌOnt• folangi,;ta era cominc'i.lta. Fin d,11 primo i'.\tantC' della C'.tmpal{na Quf'ipo :,i era aggiudic1t<' rpolia opima: .nTva vinto il grnc,alt· in comhattim<'ntO sinc:-olo. ~la le ,u,· c-onqui <:.te- ~1 fermavano qui. Il u·mpo vola\'a. Cut·,t.i ,;j miq, ,, '><'ri"·cr<i'l prodam,i dt'lla l<'g~<'marzial<' e Qucipo, .1,Tornpa~ato dal v~lormo Lopn Gurrrt'ro, ~i r('CÒ ad arringan• il regginwnto eh Gr,:1.nataacca,;nmato lì vi<ino, e di cui ~li era indispen,;abile l'appo~gio. Il < o• nrnndante dr! i-e~gimento, il rolo11n<'llo Allancgui, aveva un'ottim,1 n·puta7ione di <;0Jdato e di patriot;t. :--lon fu quindi una piacrw,lr ,orp1,·- ,a. trovare la guardia riunita r in 1rmi. Jnv!'ce di avanzJr,1 a ri1T\'(•i,• l'unportantr vi<;itatore, il ,olonncllo lo aspettava impalato accanto al suo tenente colonnello e agli altri ufficiali. Quei po prese c;ubito l'offensiva: e Sono venuto, colonnello», di,;<;e, e per ringraziarvi di e<i<;ervuinito agli ufficiali fratelli al servizio del vostro paese>. La risposta fu bru,;ca : « Accetto ordini solo dal gcnerJ.le Villa Abrille ». Queipo era mortalmente calmo. « Continu('1·cmo in privato la nostra conversazione >, disse. Andarono quindi tutti in una stanzetta all'angolo delcon feroce rnergia: « Siete tutti miei prigionieri! Seguitemi! ». Gli ufficiali sfilarono come in una rivista davanti al generale Queipo e davanti alle guardie, su per la strada fino al quartier generale dove furono ammucchiati come pecore i.n una stanzetta, eccettuato il maggiore Percz che prese il comando del reggimento. Qucipo tornò al baraccamento, sicuro che ormai almeno un mi~liaio di uomini erano passati alla cama della Spagna nazionale e della vittoria. Nei pitano Coretcher occupò il P3.rco. Intanto le forl:C governative incominciavano a spaventarsi. L'ar-,cnalc era un punto strategico : furono fatti vari t!'ntativi per riconquistarlo, ma la valorosa piccola guarnigione li respin,c tutti. Vi furono anche sorprese piacevoli. 11 mag~iore Nmlez, dri Sen1izi ddl'Esercito, era un cugino dd prc~idente Aza1la. Improvvisamente si presentò al quartier generale della divi,;ione e chiese ordini. e Occupate la ~ede dei telefoni », fu città arr(',;tati e imprigionati. Soltanto alle due d('ila domenica mattina Queipo potè mandare un paio di <:arri e un manipolo di ~oldati ad aprire una prigione e a liberare 65 uomini. Intanto il colonnello di arti'tlicria si era fat• to onore j riferì che al primo colpo 1.t Telefonica si era arre-.a. «: Pa')o;iamo alla sed(· d('l governo>, ordinò Qucipo. e Buttate una bomb.l a J>CrCu<ision1e;.ull'IIOtcl lnglatcrra jn modo d,\ <:.Coprireil palaz7.0 del goV<'fllO >. GIOVANE RAGAZZA SPAGNOLA CHE POSA, NELLO STUDIO DEL PITTORE J.LVAREZ DESOTO MAYOR, PER UN QUADRO DI PROPAGANDA la c,1'-crma: una spcc;ie di o;c:ltola, co,;;ì • piccola the \'i entrarono ,;;oloil colonnello, il suo aiutante ma~giore c un p,lio di capitani. Queipo e Loprz Guerrrro ,tavano <;ull,l~glia; gli altri fuori. « Co,ì, malgrado i1 tradimento fattf) dal gO\'Crno all'e,crcito e al paco:.('.voi <.Ìctc "<"mprcper il governo, è vero, >. C f:. \'CrO :t. e Allora, io vi privo del comando. Tenente colonnello, prendete il com,\ndo del rr,t~iml'nto ». e lo w.c:-uoil mio colonnello». « :'vfa~c;-iorc Pcrez >, tuonò Queipo, « pn·nd!'le il comando! ». « S<'~uo anch'io il mio colonnrllo ». I due capitJ.ni diedt'ro la ,te,;~a ri- \poq;l. Per nulla storaggiato d,l qurlla cri.,i in,1tt<',a, Queipo .,i voJ,c· al \UO aiut.inte: e Andate a chiam.rn· il mag- ~ior<' Cu<",ta •1 gli ordinò. L'altro ohb.:·dì <" Qucipo rima,;e solo ('On il gruppo dt·~li ufficiali O'itili. Ma per .tlcuni di c,,i la tcn,ionc fu troppo forte. Con ~li oc-chi pit•ni di lacrime il ma~~iore Prn•7 diehiarò chC' il gruppo era con Queipo, ma th<', dopo le rappH·,agli<"~l'guite alla rivolta dcll'ago.,to '32, non o,a\'at10. Jl<'r il b..~n<d' <'IICl'oro famiglie. arri,chiar!' un .~ltro insun!',,o. Qu(·ipo intt'rruppr Pere, con quel tono ddlnit1n1 che co,;ì spr:,,;;ol'ha .iiut,lto a \·ol~<·1t·una ,ccmfitta in trionfo. < Qui non ,i uatt.l d'in~ucrco;(o •, dj,_. S<'. « L" .1ltcrnativc -.ono o mort(' o vittot-i.t; non c'è- una tPrza ..otuzionc.· >. Poi pronun11ò una br<'n arringa e I ,01){';, Guc·n <·roapprofittb <li quel mom!'nto p<·r far ritorno <'Ol ma~giorr Cucqa lJ11'(•,<·n11ion!'in m.a,,a ,,·mhra\'.1 I., "-Ola\-ia d'11,cita, ma Q11<'ipo \·0111• fott' un altro h'lllittivo. Volg!'ndo,i ,tgli ufficiali <lom,rndò 1mpc-rio~ament<': e ~011 c:'è-m·"uno, tr,, voi, tapacc di impor,i .1~li uomini? >. Seguì un ,;ilrn;,io di tomba . .\d un tratto parlò il capit,tno Frrnardcz d<' Cordoba: « Crtdo di pott·rri riu1;.cire, ,ignor g<'nrral<•>. e Allora f,1tc :,uonarc Jladunata .. \th·nti, manch I >. P"r il colonnello. Allam·gui qut\to fu troppo. Quripo lo \'ide a~it,1rs1 <' O'Tc-ar di u-.circ dallo 'itan,ino. e Do\'(' andatr ~ > gli chic!lr, a,pro. e A parlare ai mi"i uomini >. « ~11 cmtring<'te a mar<' la vioh·n- ,a >. di\~C Qu<'ipo aff<-rra.ndolo J)''r un hraC<"io e cercando la o;ua rivolt<·lla. e Sono pr<'parato a tutto:,. ~fa 'to~i raeconta Qucipo) proprio m<'ntr(' ~t;tva p<'r far fuoco t•bbc un'i- ,pir.17io11e. Abbac:,ando l'arma gridò ranghi cc n'erano solo centotr<'nt,L ~fa- "conélendo la sua ddu-;ione, il gl'nfralc mi,e tutta l'energia della sua natura in un'arringa appa"ionata. Di"e ali,~ truppe che la Spagna l'r.t <:.t;:1ctaonqui- '-t.ita. Qucipo non è uomo da arrl·,tarsi davanti ai fatti, ,;e i fatti gli ,;i oppon~ono. Assicurò i ,;old.ni, che dovunque i rivoltosi vincevano. E,,;ì erano eroi, avrebbero vi<;sutoeternamC'nte nella gratitudine della nazione. Scro- \fl o:.empr<r' innovati di applausi rivelarono a Qucipo che avC\',t vinto. L"n centinaio di uomini furono inquadrati (Otlo il (aµ1tano Ignacio Tra1;.ella e in- <'aricati di proclamare la lc~~r marlialc nC'lla città, e l'esercito di Qur1po \I ridu,;;sc a trenta. Le contrarietà (Cguivano le contra• riNà, come i proiettili di una mitragliatrice. Il drappello di Tra..,(•lla1;.iera foN· allontanato da due minuti, quand,, .irri\'Ò la notizia (hc tre carri .irma, ti d<'I qu;irtier gencrall" avanZ..\\'ano nrllc ,;;trade <:.parando. Queipf) t·onoo;cf'- v.\ l,1 sua città. Immrdiatam!'ntc free 1r,1,portarc un cannone h·g~cro all'.1ngolo \lrategieo dove il ri,;torant<' \'inicola ~porge nella Calle O'Donncll. CiO fotto .~iudic-òprudente dare un'occhiata ai suoi prigionil'ri. l'ornato al quarti<·r gcm·r.ik, proprio m!'ntrc attran·rsava il cortile, udì l.t dt·tona1:ionr bru~a di un cannone,... La sua batt!'ria di un <;01 pcz1.0 aveva ,parato il primo colpo, fall<'ndo il bc-r,;1- ~lio. m.\ ,;p;1\'rntando talm!'nte toloro cht• oaupavano il carro armato, C'hC' ,i di\prr,cro, la<:.ci,,ndoil carro abbandon:tto nf'lla ,tr,\da. Il capitano Furutt·, :-.i precipitò ,ubito al volanu·. Era < nr'ninci.:ita la motoriaa,io1U' drll'<·,rrcìto di Qu<'ipo. lJn quarto d'ora dopo gli <'ffctti\'i drl ~cm·r.11<' rra110 raddoppi:iti. Una pattu~lia d<'I n'1?~•rne1ltodi Gr..i.11at.1incontrò il \<'- condo ('arro. Il caporale lo \'id<' arri- \'Jrt', appmtò i <;uc•iuomini in un portone e al mom!'nto buono <;caricòil fucilt nei scrhat0i. Entro un'ora il C'1rro t·ra riparato e occupato d,1 militi falangisti, ma prim,l che entra,;'<• in azione anche il t<·r1:o carro era ,tatr, catturato e rime1;.,;oin u..;o. Le fo1ze di Qucipo crco;cevano. L'o~ dio pcl govcmofrosc.o crC''-C!'vadi ora in ora nrllc cla~!i migliori. Pt<'eoli grup• pi di volcntero,;i si riunivano. t: no d<·i primi ordini del generale portò all'occupa✓.ione dfl Parco di Artiglic-ria che rontcneva venticinquemila fu<'ili e \Cttc•rnila carabine. Il personale t·.,,cndo a._,<·nt<'(cr,i un pomrriggif') di \.lh,\to), un pugno d'uomini ai:;:liordini d<·I ('a- , b rispo,;ta di Qucipo. ft. '.\<fandl'rÒuna <.:ompagnia di mitra~licri ad a1utarv1 >. Non era un compito facil<'. La ,<'dc d<'i telefoni di Siviglia era un t·dificio importante, pieno di ,;oldati dt·I governo. \'edl·ndo che non era po,,;;ibilc prenderlo d'a,;;salto. Nuiiez sferrò un Jhile atta('co di fianco. Precipit.,to,i nel municipio (indugiò appena quanto occorreva pt'r arr<'stare i tomiglierì ccinnmali «.tupcfatti) appO'ìtÒ I<·,u!' mitra~liatrici o;uidavanzali di fronte .,Ila Tdcfonica. All'OCchio esercitato di Qucipo l'e- ,ito d<·ll'attacco .lppariva ancora dubbio,o. ~fa il genl"ralf' dcci,;e che I te- )f'foni dovcvan, c-o;<;Crscuoi ad ogni ('(No. Si rivoh<· al colonnello del corpo d'artiglieria. l'unico deS?;liuffici.ili di qu(·I torpo ,u rui ,apcva d1 non pot<'r contare. Comunque, non c'e1a tempo da pcrdc·re. « Sict<' voi, colonnello? Mandau• ,ub1to una hatteria alla Plaza de San Fr.rnci,co. all'an~olo della Calle dc I kmando Col6n. Di qui fat<· tra~cin,1re i cannoni a braccia fino 1 un punto da cui ,i po,\a,colpirt· con alzo zno la Tc-ldomca >. « .\ thi ho l'onore di parlarr? > e .\I gent•ralc Queipo dc l.lano, c-omanci.,nte della di\'i<iione>. Quripo rr,pi1ò di nuovo; il colonnello c,it;:1\'a •olo pt·r diffin,1t:, di ordint' militan·. e È impo"ibilc p,1,~arr il pontr di Gu.ulaira, dominato cl<.,!tuo cli n11tr.1- ,zli,1triC'ia.vve1,ari(' :,. « Eliminate I<: mitragliatrici. Poi mandate un'.dtr;t h.,ttrda a p1otegi:!tr<' 1,. prinu ». e 1);1rò J?;liordini, gen('ralc- >. Conqui.,tata l'artiglieria, Qucipo dl' J.lano attaccò la cavallrri,1. Il colonnr!lo, ~uo compagno di accadl'mia, a\'rrbhc dovuto appo_s::g:iarlo. \.-1.t quando il genl'rale gli tdr-fonh, Li ri- ,po ..ta fu ('Va\iva. Si vrnne a ,;apnt· pr<',tO eh!' il colonnl'llo itH'\'.\ mandato un battagliorn.· in dife~a dr! ~ov<·rno civile. Prr fortuna il capitano portò 1 ,uoi uomini n('i ranghi di QuC'ipo. Informato, il gen('r.tk non e,itò. Telrfonò al maggior!' Figucrola, brillante ufficiale che er;1 <itato ,uo luogotenrnte al :\.farocco. « Pr(•nd.1 il comando dcl rrggimento >, ordinò, « e mandi in pri~ione il colonnello •· :Ma dov'erano i 1:500 falan~i,ti ehe Pepe il torero gli av!'va prornt·<:.-,pi er quella mattina? Sr ne pn:l,l'nt;trono quindici: il resto, gli di<;~ro, l'r,t nc-1 ,ohbor~hi ma le strade !'rano ,t,lle in• tnrottr e tutti i nazionali\ti noti drlla Il primo colpo ebbe 'ìUlla guarni~ionc l'effetto prcvi..,to. Dopo pochi minuti il tC'lefono di Qu<•ipo ,uonli. cChi pa,Ja?». e Sono il governatore civile. Siamo pronti .1 trattare la rc,;a >. Qm·ipo (è lui che lo afferm,t l'avrebbe abbracciato, ma il terrore nella \·oct· dd goHrnatorc lo indmse a. pro- .,l·guirt', severo: « L.1 rrsa dcv'c~'icrc incondizionata •· « Risparmiate le nostre vite!>. e L,L \'mtra; non prometto altro. Ordinat(' alla polizia di butt.1re le armi nrl patio. ~(andt'rÒ ,ubito il nuowl go\'f•matorc con una guardia >. Onlo l'J,\ facile. ma Qucipo non avr- \'.l un ,oldato da m,mdarc. Tutt;wia, dopo uu mtervallo d'imh<1raao 1 riu~LÌ J tro\',tl'<' un ca1>oralc e tre uomini, <' a t,llt· imponente esibizion!' di forze •il gowrn,non·. 1 -;.uoi collahoratori, ;1 comti;!:fio provin(i3lc, il comiglio mumcip;.!<' r dm·c('nto '())dati. \i ,ine\t'ro. I..1 r(''-,l non fu pn.:matura. I quattrocento poliziotti circa rima,ti n<'i bar:,ccam('nti di,;;trihui\'ano carabine. pi- '-tnlr 1· munizioni alb folla. eh!' ne .tpprofittb pn a,;;,aJire di\'t:r,l' c-hil·,t·. .'\\'<'ndo finalmt·nH' al fianeo il go- \'ernatorc- ci\'ilc. QuC'ipo ordinò clw fo.,\t' <'h1u,o in cella il capo arma1uolo: affidò 1>oi i;:-liuon11ni a un uffiri.,k ,('('lto nm ('ur.i, !'. dic:hiar:Hi png1onien tutti ~lì ,\lt1i, li frc:r port.irt· .,I qu..irti<·r ~<'ncr.tl<' d<·lla di\'i,ionl'. L'ordine, affidato alla r<'.,pon,;thihtà dd capo della polil'i;1, fu C'\l'~uito, l' dopo m('u'm,1 lutti ~li uffi(iali <'rano in arrc-,to, ml'ntr<' 11 gruppo dw !'ra <;tate\ ,on~<·dato d.11 Frfntr Po/mlar v('ll!va 1i;,,.,unto in \t'f\'ÌIIO, Da qucll'i,t,rnu l\·"·rdio fu .1,,olutamcntc leale:-. Rinunt\'J \',1eroporto. Erano arri\·ati eia J><X"O trr app,1r<.•cchicon l'ordinedi bombardare C<'ula e ~l<'lili.l, gh ;wMnpo,ti marocchini dov't·ra ('Ominciata la ri\'oluzionc. Queipo chiamò al tdC'fono il maggion: E~tr\'e e gli dio;<;;(• clw ,t· non ahbandonava immcdiatamcnt<' il comando al m.,g~iorr Az,aola .un uffit iale di cui Quei po ,i fidava) l'at'roporto ,arcbbc stato di,trutto. Il m.,ggiorr tapitolò immediatamente. n diario di vrntiquattr'ore della vit,, d'un uomo non fu mai ricco di avwnturc com!' questo di Qucipo. ~•fa p<·t altri tre giorni ogni sorta di prricoli mlnaai,1rono il ~<'ncrale. Le unioni r.tdic-.1lidichiararono lo sciopero ~C'nc-ra1(',chf' Queipo domò in vrntiquattr'ore. I rn'-'1. nttorio,i a Madrid, inviarono \~tl.l .,quadri~lia da bomh~rd.amt·nto per 1ufo,unaH' .ill'ordin<' S1nglia: i mi1utori di Rio Tinto si mo,,ero con due camiotts di dinamite, 'per far saltare la città. Il loro comandante, il generale Pozas, incuorò i suoi soldati 1 concedendo loro di violare la moglie e le figlie di qualsiasi uomo trovato in àr• mi contro il governo. Siviglia era interamente tagliata fuori del « movimento», come: lo si chia• ma ancora a nord e a sud. Perfino le lince interurbane erano interrotte. Era assolutamente e!-scnzialc che fossero ristabilite le comunicazioni. Queipo dom:tndò da chi fosse difesa la stazione radio, lontana tre mirlia. e Da quattro uomini e un caporak », fu la risposta. Immediatamente il g1·ncralc chiamò al telefono il ,uo comarnlante di cavalleria e gli ordinò di mandare laggiù uno '-quadrone a spron battuto. Un ritardo di dicci minuti avrebbe significato la perdita della stazione Era stata appena occupata dai n.1zionalisti, infatti, che un corpo organia.ato di rossi l'attaccò e fu disperso i·on fatica. La notizia trasmessa per radio al generale lo riempì di enorme ,peranza. Il suo :unico, il noto giurist,t sciior Cucllar, che non l'aveva qua,;i mai la- ~ciato quel giorno (la storia non dice perché il generale avesse bisogno dei consigli di un legale), gli disse: e Ota potete parlare al popolo». « Che dirò? » chiese il generale. « Che il movimento progredisce». «Dov'è il microfono?» chiese Qucipo. e Po,siamo in,tallarlo sulla vostra \Cl'ivania ». ~kzz'ora dopo Queipo cominciava la p11rna di r1uclle conversazioni che durarono diciotto mc~i e gli conquistarono la fama. di un astro della radio e il titolo. di e santo patrono dell'Andalmia >. Un poeta spagnolo ha detto con molta grazia: e Nell'iconografia della guerra spagnola· don Gonzalo Queipo dc Llano, signore dcli' Andalusia, sarà ,cmprc raffigur .1to con un microfono, come San Giu~ppc con il giglio e S.111 Giorgio con la ,;pada. Il microfono è il suo simbolo, la sua attribuzione>. Come ispettore generale dei carabin.eros Queipo aveva familiarità col per- (Of :i.le di ogni guarnigione. I suoi colleghi ufficiali li considerava gentiluo• mini e fratelli. Quando a Valencia e a Madrid lo abbandonarono, furono C',,i, non lui, a peccare contro la verità, e le sue assicurazioni al popolo della loro lealtà e del loro successo nc- \cevano con ogni defezione di forza e di calore. Quando nella prima terribile settimana, con mezza Siviglia ancora in mano dei rossi, una squadriglia di aeroplani la,;c:iòMadrid per di!<.truggerc la città, Qucipo, senza cannoni anti,,er!'i per difenderla, sferrò la ma• gnifica offemiva d,·I microfono. « La calle Tetuan, la plaza San Francio;co, l'intero quartiere roo;<:.odev'es'-<'rc rinmdotto all'ordin<· >, diMc ai :ouoi. « Ho ordinato che una squadriglia di apparecchi da bombardamento lo -.orvoli. Li vedrete presto oscurare il ciclo ddla <'ittà. Ricordate <he la mira degli a('rei è incerta: le bombe possono cadere pl·r errore sul vostro ste5,;oquar- ~~~:det\~ttetevi al riparo, sgombrate le Quando il governatore civile ,;cclto d,\ lui, Paria<;, ch'era rimasto tutto il giorno nel suo ufficio assolutamrntc senza protezione e alla mercè di una .,quadra di poliziotti nominalmente suoi prigionieri, gli tcldonò chiedcndo~li aiuto immediato, Qucipo, che non avrva un solo soldato da mandare, difTu,c prr altoparlante questa rispo- ~ta: « Un'intera compagnia è J)cr stra• da». Gli aiuti arrivarono infine da llu!'ka, ,cani. ma accolti con cntusiamm. Qucipo ammassò le truppe in autocarri. le ,pedi prima in una dirczionC'. poi in un'altra, e le esibì ìn pan:·cchi qu:trtieri della città dando l'impr<',~ionc perlomeno di un corpo d'armata. Durante tutto quel tempo, l.t r,1dio continuava a tra,metterc ordini, ill\i,rndo compagnie, battaglioni e regginwnti. di qua e di I.\; e imicmc con gli ordini (suffieienti per manovrare 100.000 uomini), vcnivano trasmesse notizw, ..t.raordinarir notizie da ogni ciu,lrtic•r('. I rm,;i erano in fu~a, Ma·- drid ìiber,ìla, Val!'ncia avcv,, inalber,Ho la handirra n,tzionale. La Aotta 1 itornata ,,Ile ha,;i ,..ra. ao;<;olutamcntc lr,,h- ali.l C<lU'-a.Barcellona era ,a.Iva; Fr,rnco arriva. Evvi\·a I Evviva.! L'aria rr.1 \'ihrante di vittorie. In mezzo a tutta qut·,t',1git,1lionc arrivò il corpo dl•i m,1rocchmi su cui da una srtti• man.1 Qu<•ipo cont~wa per inst<"narc un'altra tr,1\·olg<'nt('parata. Ei·.mo <'~1.tttrnh·nti· c!odici. ~fa, trasb, ,rdati di autocano in autocarro, ..c.io1mati ora qui, ora lì, diventarono dodicimila. In una ,cttim.,na, la tcmpr,ta di Si• vi~li:1 fu dorn:ita; l'ordine rrgna\'a ovunque. Il di:-..$idio tra il generale .\1ola e Fianco era <.:omposto.La radio continuò :'I parlare, pcnc-trando perfi.- 110 ncl~a ro,,;a Barcellona. Dodici gio- \'anott1, \Orprc,i mentre e ascoltavano:, <:.egrctamcnte la radio-Sivie;lia, furono ,ommariamcnte fucilati. ~1a don Gonzalo Qucipo sa esattalllC'lltequanto deve durare il tono eroico. L<· ,uc conversazioni erano fiorite di ri..a, di ~toricllc amt·ne, di beffe. Queipo raccontava storielle come ne ,unano gli ,pagnoli. Qualche volta, narrando aneddoti wl suo « amico Ca4 hallcro > e « -;u quell'altro amico mio Ignacio Prieto», rasentava i limiti ddla decenza. Ma subito si dava su\l,\ \'OC'<' : e Non crcdrretc che abbia. voluto dir questo!». Canoniu.ato o no, don Gonzalo Qt_1eipo_d!' Llano occupa oggi la nicdua d1 \an10 patrono dcll'Andalmi., 1>il1o;icuramentc e saldamente che El Cid Camprador la ,ua. ELLERY SEDGWICK
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