\'dia 11110t·a if'1t,rat11r11 1murfrmw t 11ppmJo 1~n 110,m 1talumo: 111ullo 1Ji JQ Paf,fùllO, du: si ' rn tlnru lii f.!Tamft p1,bbl1cu d'oltrf'oaano 11m ,I rmw11to che u"' pubh/ul11amo trac/otto da Fslt'r Dm,f'SI Tral't'TJOri: Il nonno di :'\apoli 1 'trta t foru lo urit11Jrt cht JJagano mm mo,ta, ,,m 1 11101 ~rsom~I!' u,11plll1 ,· silu1- :1u11, , In porta111J w 1n1 partt stranuro 1 <O• Hll1111 r lt att1tud1111 dc, ,wsu1 co11tadm1 mt·• ridiona/1. Pagano ama rn/11tt1 dut'rll"f'Tl'Ì 11 ,·ond,:::wm drgb 111111111 ,,,11,.:rtulti cht SCHIO 01trat/ ti f11r, pm tt> ddla nta nrJTdt1m, rfrmw I wn, cumm, rcwn/1 d1 urt~g1 l' d, p11st11 sonv ucw11u1111 m pt1catm1 ,. ai C(;ntad,111 t/1 Aci Trr::z,, < Jd/a campagna uolimw d1 (;io,""'" l'trxa. "l'ilnto cli, m,runglw 1ulat comntatl i car11lt1·n drlla 11ostr11trndizi<m, narratit a 111 ur10 strittore <111 i 1111dato a fan partt d'11na lf:'rlrratura stra11Ìt'ra l'A'.':1)O AtlRI\'Ò la lettt:rn (J ...:he Jnnun.ti,wa la morte de.·I ~ 2 nonno, mio padre era ndla ~ :u::o~;;t n: 1 11~ 1 :ra\~~~-,t~~I;~ -.;------,-a posta quella busta listata d1 nero, col timbro dell"h.i.lia e l'md1rizzo scritto con una anuquata calligr;1fi,1: e subito la pori.li su, 111 sala da prao~o. do\·c mia madre stan facendo pulizia. C'è una lettera per papà , dissi, na- ~condendo la busta contro il mio fianco \.l1a madre mi guardò con I suoi occhi ,.,t,mchi e attese ch'io ghela porgessi Aveva un fazzolcno intorno all.J h:sta per d1fenders1 dalla pohc-rc t' tene\ a IO mano uno strat:cio. \'iene dal!' Imita , aggiunsi. Ho paura che c1 siano catti\'C notizie Che e·~? ella interrogò guardandomi 10t1morita. E come le porsi la lettera, guardò la fascia nera del lutto con occhi pieni di spa\'en10. f: meglio che tu l'apra . le suggerii tt:ne:-amcntc e con pena, coni.apcvolc dell'ormre che ogni se~no d1 morte provoca nelle p1.'rsone d'età :\lt guardò senza parlare: poi, con ripuj(nanza, pre;;e la lettera dalla mia mano. De,•'esserc suo padre . mormorò; si lasciò cadere sulla sedia più ,·1c1na e cominciò a girare la lc11er.1da tulle le parti, studiandone la scrittura, col timore d1 aprirla Che facciamo? mi domandò in italiano. t mt"glio che tu l'apra , le suggerii d, nuovo :\1a è scritlJ per lui . prot1.:stò, guard<m<lo la busta con incertezza morbosa Le d1ss1 che ad o~ni modo sar\'bhe stato meglio ch'ella l'aprisç,e; era meglio ch'ella 3tes!òa desse la notizia al nostro \·ccchio, prima ch'egli vedesse la lettera Tu credi? domandò guardandomi timida• mente. Fissò per un momento la busta, poi cominciò ad aprirla. Le sue \·ecchie dita rui.:ose tremavano. tanto che non riu. scivano a tenerla. Ad un tratto la fece cadere. Non posso , disse, ho paura Raccolsi la busta e ne Ca\'a1 la lettera Era della sorella d1 mio padre, \'eniva d1 laggiù, dnl ,·ccchio paese. '.\l10 nonno era morto IO pace, all'età d1 ottantasei anni, nella citt.idina do\·'era nato. Po\·ero vecchio! mormorò mia madre con gli occhi pieni di lagnme. Prese l.1 1,·tterd dalle mie m;mi e la !:.:-.secon fo. tica perché la sua vista cr.1 d1111inu1ta Po\'ero ,ecch10! esclamò di nuovo quando ebbe finito; poi, d'un tratto, si alzò e si tr.iscinò al telefono per chiamar<.· mia sorella Rosa. ;'\on piange\'a più. e formò il numero col •urbamento di chi hJ. una cattn·a notizia da dare. ';i, 11vecchio, suo padrt Che pena• Povero \·ecchio! Si, nd sonno ... f.:: me• gho he tu e Fr,inco veniate qui ... Poi J1s u1emmo s'io dovevo andare nella citt~ bassa a pr.:ndcre mio padre. Sembra\·a vile la!lciarlo venire a c-asa come 111un giorno qualunque, C()I tram; ma. d'altra parte, s'io gli fossi andato incontro egli anebhe \·oluto saperne 11 perché. Alla fini.", decidemmo d1 aspettaTi..' e dar~h la cattn·a notizia pili tardi che fos:,,epossibile. Vcr:,,o le cinque, mia sorella e suo manto arri\iaron() dalla loro fabbrica d1 pa:,,ta e poco dop,• .c;i:iunse anche mio fratello mJ~l(iore, L,,u (t:ht· ab1t.1\·a con sua mol(lic. un'americana, nel piano sotto al nostro). Intanto mia madre a\·eva chiamato ant:he l'altro mio fratello, \'inccnt, che .1b1tava dalla parte opposta della cmà. l."danche l'altra mia sorella, .\nS(elina. Il mercato <;i chiude\·a alle sei e generai. mente mio r>adre non arri\ia\'a a casa priml delle sette meno un quarto. '.\-1olto tempo prima di quelrora tutta la famigli.1 era ,itià raccolta nella nostra ca<;acon l'aria iolenne che si ha qu:rndo c'è una morte nella famiglia. Er.1 la primi.I \'Olla. dal ;'\.uale, che tutti noi ci ri1ro,.1,amo insieme. Le mie ,.;o. rcllc e la moglie di Lou aiutavano mia madre, in cucma, a preparare il pranzo; 1 miei fratelli, 1 m1e1 ·o~nati ed io scde- \'amo nella !'òlanzada p1 1nzo. \la non par1:1\·amc>della cau'ia dt quella nostra riunione '\'<>,,tro nonno era stato sempre troppo lontano percht: la sua morte c1 commo,esse. C1 sedemmo e parlammo d1 cose senza importanza. Di tanto m tanto, nva madre s.'aff1.1.:cÌa\·:.e1 c1 av\·ert1va di n<m parlare a voce troppo alta. Fin.ilmcnte udimmo il rumore ddla ._h,a"e che apn,·a la porta al piantc-rreno I." 11pas-.o pesante d1 mio padre. Tutti 001 1.1cemmo e ci guardammo . .\1ia madre entrò dalla cucina a-.ciugando~1 le mam al grembiule, gh occhi pieni d1 laj,(rime ,lietro d1 lt:J :,,ta\·ano le mie ,orelle e mia co~naia con facce !,Olcnni. Tutti fissa\'Jm() l.t porta m attesa che min padre entra,sc I suoi passi pesano divennero più i,icun la porta s1 apri ed e'{li apparve: 11 suo ci>rpo mus1ccio pane riempire 1111m1::d1a• tamente la stanza, 1mp1cciolcndo tutti noi Con sorpresa ci guardò li riu111t1,guardò la bianca (3\·ola apparecchiata con l'.:i.r• i,?cntena rilu(.:ènte e la cn\tallena filettata d'oro che usa,amo ndle grandi 01:casw111. Che c"t!?• domandò sc-herzo~~mcnte; p<,i nde eh<.-mia madre piange, a Che è successo? • domandò con 1rr.- pro\·\·1sa appren-;ione '.'\'es,;uno d1 noi rl')pose; infine no:,,tr,i madre gli di11,c della lettera. Ddt:ilcla, Roberto , mi ordinò. Presi la busta e gliela porsi. Egli nc i.:avò fuon la lettera, si mise gli occhiali, e la lesse lentamente. • Po,·cro bahho ... mormorò, e 1mprov, is:imc:nh; 1 suoi occhi si emp1rono di lagrime. C1 guardò al disopra delle lenti, m silenzio. :\ha madre gli toccò un braccio in gesto di conforto e cominciò a parlare. Egli non l'ascoltava: guarda\·a la tavola. E che cos'è questo? domandò corrucciato in italiano, md1cando la tavola. Ci fissò per un poco. poi s1 \·oltò bruscamente ed entrò nella sua camera. '.\Iio padre non usci dalla sua camera per tutta la sera Quando sul tardi tra- \·ersai la sua camera da letto per andare nella mia, udii che s1ngh1ozza,·a Da lun~o tempo runico ritratto d1 mio nonno che possedc\·amo era appeso alla parete nella sab da pranzo: una fotografia, presa molu anni addietro, m occas1one del suo unico viaggio in Amcnça, do\' 1egh era ritratto con i.suoi cmque figli. Ognuno , 'era raffigurato con in mano un hicchierc di birra: m'era sempre p1ac1uto guardare quella fotografi.i. che destava in me una strana sensazione La vita e come una ruota Ln jl1orno 1 nosm figli guarderanno una fotografia simile a quella con lo stesso animo. Una famiglia è come un um\'crso Ciascun membro di essa è un pianeta mtorno al quale girano migliaia di stelle. Per molto tempo, rtei pnm1 anni dell'infanzia e dell'adolescenza, non si pensa a tutto ciò Io stesso, per esempio, nato in America, cresciuto nelle scuole e nelle strade americane, che cosa sapevo dell'Italia> Che era un paese ddla forma d, uno stivale deformato, secondo le carte geografiche d'Europa che a,evo ,·is10 .tppese in scuola; un nome, un sapore, una lingua che 1 miei parla\·,rnc, Eppoi' :\'on sape\·o altro Più tardi si comincia a pensare; si mc1t0no ms1eme le impressioni sparse, come fossero pezzi d1 un i;c1uocod1 pazienza. L'na volta ritornammo al lontJno paese d'or1gme, m10 padre, mia madre ed 10 Ero molto piccolo, non avevo ptù d1 otto o no\·e anni. Fu l'unica ,·olta in cui \'1d1 mio nonno. Dopo la <;ua morte npensai a quel nostro viaggio. '.\li sembrò remoto, di un tempo lontano. Quanlt Anni erano passati? Adesso anche I miei ~emtcm mvecchiarnno; mio nonno era morto. E questo passato ma .1ppanva come \lll fiume . I lo detto cht an.·vo veduto rnio nonno. ma lo avevo veramenlc veduto? Gh occhi dell'mfanz1a sono grandi, ma la loro ,1s1one è molto piccola l·:L{hera g1i1\·ecc.:hu, quandcJ andammo in Italia, do\·c\·a avere qua-.1 11ettant'an111 minuto, d1s~cccatr> l' piccolo, con una nsata chioccia e due occh1elt1 lucenll che >emhrav..in1, due hnllanti neri: quet1tO è quanti) nçordo d1 lui .. \nchc altri: cose ncordo: 1 treni, Il· case alte di '\e\\ York, la nan mai:,:ica con I corridoi, t: le -.cale, e le pas:-eggiatc m coperta, e la l,(r.mde .-.trada ,ulle ondl· dell'O(.:e'.lno trasparente cmnt· al n.·tro. :\°on so che cos,1 ,eramenu: po,.,,ia vedere un bambino. La mt:nte l: come una fil.I d1 camcr'-', alcune delle quali ch1u:sc per sempre, o quasi per :,,emprc: s1 cerca di aprire la porta di quelle camere, se O~NEY ISLAND {NEW YORI) • PATIORE DOlfENIOALI ne cerca la ch1.av<.-:çj si siede, com ,0 sedetti, una certa sera, nella stanza da pranzo. dopo la morte di mio nonno, e si ~uarda una fotografia tentando di ricordare. ~on ero ancora nato al tempo d1 quella fotografia I I nonno era \ enuto in America per riHderc i figli dopo lunghi anni; e da questa \'Ìs1ta mio padre a\'eva ca- \·ato IO segUJIO 1ant1 racconti. Per commc1ar'e, 11 treno col quale mio nonno era arn\'ato g1um,e 111 ant1c1po, e. non parlando !"inglese, egli do\Ctte aspt:ttare alla 'ilaz1one per parecchie ore ~cnza riuscire a capire come mai i suoi figli non fossero anda11 ad incontrarlo. Quando mio padre ed uno dei suoi fratelli arri\'arono, egh non li riconobbe e s1 rifiutò di credere cht• fosscr;o i suo, fil.\'.h, pensando, forse, che s1 trattasse d1 qualche 1mbroghone ch1.:cerca-s,;e di approfittare di lui, sapendo lh'era forestiero. '.\-110 padre scoppia\ a sempre dal ridere quando racconta, a ques1'inciden1..:, dei due omaccioni (mio padre e suo fratello pesavano ciascuno un quintale circa) chini su quel sospettoso ometto canuw dl'\I riso chioccio e dalla bocca sdentata, e che cercavano di convincerlo ch'egli era \'eramenle loro padre. Finalmente il \ecchio si persuase per quanto riguardava mio zio, ma seguitò a rifiutare d1 credere che mio padre, 11 ptl.l piccolo dei suoi figli, fosse 1I più diment1ca10 nel suo ricordo. E finché mio padre non gli rammentò un incidente della sua infanzia, il nonno uedette che s1 g1oca:,,sero di lui: poi gridò: Eh, Lu:g1 , e ridendo e piangendo lo b,1ciò e lo abbracciò, me1tcndos1 agile a ballart: per la piattafomla della stazione. Xel guardare la fotografia d1 mio nonno circondato dai suo, figlt. mi ricordai di quelrm<:idcnte; m1 rico1dai anche d1 altre storie che mio padre ci raccontava della n,;i.ta d1 m10 nonno: di come, benché senza neanche un dente solo in bocca, egli mangia,sc soltanto la crosta dura del pane. rifiutando la mQll1ca, soddisfatto se anva un bicchiere d1 \'ino da poter 111zupparvela. .\ lungo rimasi <.eduto là, a guardare la fotografia sulla parete, c;ercando di ricordare; v'era qualche co"òa 111 rdazione al \ !a.L{l,:10 che avevamo fallo IO ltJlia che 10 \'Olevo ric:ordare, non ~apn·o bene che; qu.1\cht: cos:J che mi .-.embra\·a pieno di ..ignificato e c;he tutta la mia mente era tesa a naffcrran: :\1a che cosa? Che CO!,'era) Fmalml·ntc- ,m al;,ai 1:on 1mpu1t:nza e ,111da1m cucina do\i·e mio padre stava cenando. A quel tt·mpo mio padre ave\·a oltre M'trnnt'a11n1, rna ne dunnstr.wa, J park 1 ,uo1 capdh b1a11d=1,non più d1 <1uarantacmque: 1 !>uoi occhi erano limpidi, la carnagiom· li!,ua e rubiconda, e a,·e\a IUttl I denti, a part<· un lucc1ch1u d'oro in fondo alla bocca quando nJeva \11 sedei alla uvula d1 fronte a lui e m1 \·er..,ai un bll'ch1cre d, v10o. Egli stava man~i.1ndo una cena lef{gcra dt spaghetti, polpette <li carne, mulata e ,ino. :'\ell'a·:golo, \·icmo alla stufa, mia madre stava sgranando piselli. Accesi una sigaretta. bevvi un sorso di vino e guardai mio padre. dall'altra parte della !avola. Ti ricordi di quella volta quando tu, io e mammà andammo in Italia? gli domandai. Egli m1 guardò solle\:ando ~lt occhi dal suo piatto, 1nterrogat1\'amen1e, con qualche cosa d1 sospct10:-o. Certo . rispose asciugandosi I baffi Perché? . Ho ripcn,.;ato a quel \'1a~210 da quando 1\ nonno i: morto ·, gli d1ss1 I lo cert:ato d1 ricordarmi delle cose che sono acc.1du1e alloia, ma è stato tanto tempo fa che non posso ricordarmene molte. Come fu che andammo in Italia? . Egli smise di man~iare e mi ~u.irdò mentre mast1Ca\'ll lentamcn1e, un po' :wrprcso. forse. della mia domanda· Ebbene , disst: granandosi la testa, c:crcando di pre,·emrc quello che 10 desidera\'o di sapere e d1 tr0\3r\'I una nsposhl. Andammo per fare un \.Jag~io , ,ntervenne mia madre. ;'\on ti ricordi, Roberto, che u comnra, un \'Ci,t110nuovo? disse sorridendo con felicità: e r1\·oha a mio padre, in naliano: ;'\on ti ricordi quant'era carino? ~Ilo padre non TI· spose nulla. '.\te ne ricordo co~i bene .. agf.{iunse mia madre. Fu quando ,endemmo la nostra bouega di Salt Lake . ~(a certo' d1ss1 10 fra mc, ricordandomi di Salt L.ikc <lO\ e an;\·o passato la m,a infanzia: la bouega, un odore d, sa• lame e d1 olt\'e secche, 11 piccolo spa;,io oscuro sotto il banco do,e a\'evo giuc.,1.:,uo a fare il bottegaio, e la 9:trada poh-crosa, mva~a dal sole. Oh, sì , dissi a mia m,1drc. .\li ricordo; gioc.a\'O dietro 11 banco, e n.:ro? . '.\la iti! di~se mia madre sorridendo d1 un sorriso d1 \ ccchrn e scuoi endo I.a tc..,ta al ncordo. T1 rammenti quando ti \·ersas11 addosso il sact:o della far10a? \1ro padre alzò gli occhi e sorrise. Già , disse, con una s1:rana e~press,one. Dio mio, quanto tempo fa è siato 1 pronunc:iò a voce ba<;sa. '.\lia madre, scuotendo il capo Si , affermò. Raccolse un baccello e lo apri, distratta: mio padre tornb a1 suo, spaghetti. :\la il \'ia~~io?... lll'-t">te1 \h ~i . riprese mia madre. il via1,1~io•. Do1?0 quasi trent'anni d1 \'llll n .\menca, dei quali n.·nti li a\·e\·ano pa\;o,;aliin- ,1t:me, rnio padre l. mia madre a,e\'ano deciso d1 \.ÌS1tare d1 nuo\·O la loro terra na1al1.', di riposarsi, <li fare un \'iaggio, di rivedere i luoghi della loro mfanzia. Le mie sorelle erano tutte e due maritate, mio fratello mag~iore era già fuori d, i.;asa, l'altro mio fra1t:llo Jaw,rna ed era g1il .\bba!->tanza grandl· per pcnszre a se ste,.,,o; perciò soltanto io fui condotto con loro. La maggior parte di questi particolari io venivo .1saperli ora, per la pmnJ volta, dopo qu,lsi venti anni. E Lou . domJndowo a mia· madre, dov'era~ E Vincenzo? E Rosa e Angdina erano ...:1à 'iposate? E la botti.:1,:a, per(.:hé la vendeste? E, d1mm1, tu e papà, da qu ..nto ,•ravate sposati, allora? .'.\lio padre e mia madre s1 stupirono, forse domandandosi perch<; io fat:c~s• loro tante domandç; ed io, a\•rei potuto rispondere? Si scava, a volle, senza sapere che cosa s1 desidera trovare, senza realmente avere nessun'idea di ctò che la nostra zappa saprà forse disotterrare. ,1a in tutto que!>tO c'era qualche cosa che io \·olevo trovare. Ora, nel declino della !uro vita, mia madre e mio padre sedevano di fronte a me, nella cucina, la cucina dei loro uh1m1 anni. l'uh1ma cucina dove sarebbero stati 1nsieme. '.\!ohe fotografie, le fotografie delle loro nozze, dt'lle istantanee, dei gruppi di famiglia; questo era tutto quanto nmane\·a de, quarant'anni che avc,·ano ùssuto insieme; qu1.:s10e le memorie, quelle memorie che \·edc\·o nspecchiatc net loro occhi quando l·ssi parlavano d1 qualche cosa che era accaduto tanto tempo fa, quelle mcmon1.: che 10 stesso ave,·o di altri tempi. Ora, seduto nella nostra cucina, ricordavo passo per passo quel \'la.:gio fatto tanto tempo fa. Lo ncordtnamo insieme. Il p.11.:~e mc mio padre nacque era un piccolo nllag.l.{10 a tre o quattro ore da ::":;.ipoh 8or~cva nel centro d1 unJ re- ~ione ncc.1 d1 agricoltura e b1sogna\'a carnmmare, o andare B Ca\·allo o con un carro, per :ihr~ cmque miglia dalla <,tazione fcrro\·iaria più \·icina, per raggiungerlo La fom1~lia di mio padre \'Ì ern vissutJ per genernz1on1. Odia sua mfan- ✓, 1 a trascorsa nel \·illagg10 nall\O, mio pa• dre, più tardi, aveva molte !o.torit·da •rat:- contare Per tutta la gio1nata, finn a notle, egli ed 1 suoi fratelli, con gli ahn contadini, Ja\oravano la terra: sotto il caldo !,Ole 1uliano, colt1van1110 1 campi. face\J.no la ,cndemmia, Oc)po circa trent'anni di asst·nza, mio padre era ritornato alla sua casa :\"on è difficile 1mmagmare le tmozioni che do- ,·ette pro\·arc T1\'IS1tando 11 ~uo paese quand'egli t:ra di\·enuto, in confronto ai suoi compae!.ani, un uomo ricco. Era n<.:C:ocoml: il più rii.:co di loro e am:h1.: più: .:~h. il figlio del sagrestano, era d1- \'ent..110un gran s11?norc, con un'azienda, delle proprietà e del denaro m Amenca. E ciò che conta\ a ancora <l1 più. la sua persona tlc-.ia,·a la curiosi1il che sempre dc"'tano coloro che hanno , iat?~iato in luoghi lontani. Di tutt.Q questo io, certo, allora nPn l'.JPll nulla. \'1sitammo il \'illagt:m don.· mio padre era nato. Ricordo che .-imas1 t:olpito di come tutto ,·1 fosse p1c1.:olo: le case erano d1 pu:tra, la tranquillitil intorno pi.lfonda. .\llora, il pac!,i.' m1 parn soltanto molto tranquillo; profondamenk, qua,i paurosam1.'nh; tranquillo. li ronzio degli msctti, d1 notte, l'abbaiare di un ca111.:1, 1monnono delle \'OCiumant·, ogni suono, 1n~1gant1tn dal\'1mmc11<,0 <;1lcnzio, m1 facc\·,1110 battert' forte il cuore spingend11m1 a pen- :-.are quasi u,n desiderio, e msieme con spaHnto, al chiasso familiare di America al rumore, dc1 tram, al ronzio delle macchme, a tutto il fral?nrc rauco della nostra casa E che co!-a scnt1\·a mio padre? Stando ..ulla port.t e glrnrdanJo J.\'.IÙ per 11,cnt1ero, ri.ibbrat.:ciando gli amici Jdla ~u;i 111fa11~ ti,1 che 11011 a,·c\a \'i:,,to da trl·n1'an01, dormendo ndla cas,l <lo\ 'era nato, ntrovando le 1.oM· f,11n1luri, da lunf.{o tempo dimentic,He. e la ten-.1 (.:hc i !,Uoi p11.:d1 sl·Jlz1 .1,·evano battuto nella !>\lawf,mz,a, che cot1a St·nti\'a? Fummo ,u.:colt1 con lc:r.1e. La maggior part1.: dei cun1.1<lm1 era c:m1gr,1ta in America; ,1\tri ,.,j erano tra,.fcriti in \·ane ciltil, in terca Ji fortuna. Tutto era dn·en,o. 'J';1n11 i c11ntaJ1111t'h1.: s..: ne erano andati! ()udh che er.1110rimasti, col dt·n.aro in\'iato h,ro dai fì~h c.- d,u parenti che J\ e,·ano fattn l\/rtuna, ,we\ ,UlO comper;:1to p1cu1li pcn.:i d1 lerru dai loro anut·hi padroni, i: !o.Ierano cosl tl'Sl indipendt·ntl da quel -signori dw, a loro \Olta. in l!ef.{Ultoalle nuo\·e l·1md1ziom, si erano impon.·ntt, alcuni di 4uc- <,t1 cr,mo d!Vl:ntau cn!,i p1)\eri comt 11 pili povero dt quqcli ;1h11Jnl1 O~ni giorno \'I erano \'lsitaton all;t ci-.;1 di mm padre; \'ellÌ\',lno pt•r ,cdl•r1.· 11 figlio d1 Frann:,co A , che l'ra ritoi 11.. to ora dall'America; essi entra\'ano, qu.tkhc volrn a gruppt di (·inquc o d1eU alla \'Oltat; ci saluta\ ano con un.i solenne dch:renza, perfino con ,01,rgt:z1one, :,,1sedc,,ino intorno alla rozza tJ,·ola e as11,a]i\'ano mio padre d1 domande. Alle ri,poste di mio padre si guardavano l'lln l'ahro l' scuotevano la testa increduli e face\Jno escl.tmazioni di mera\'l~lia ridom,rndarnno tante volte la stessa C0!,a, come pl·r i,:u- <;tare d1 pili la Rioia dt:llc magiche n:,,poste .. \lio padre appan\·a rnggi.mte cd espansivo, e parlava contmuamentc· mia madre scdc\'a compiaciuta e care;-.z;.n·a 1 miei capelli e appron\·a (;OIcapo, d, ldnto m tanto Ogni giorno t:i innta\'ano a grandi pranzi. Ognuno degli amii.;1 di mio nonno c'irwita\'a, uno dopo l'altto: prcpara\ano pranzi, per I quali forse a,-rebbcro pagato nt•1 mesi furun con pn\·aziom personali; 1I \ mo corre\'a a fiumi, e le chitarre suona\'ano. Quh1e erano lé a1.:t:o~li.:n1.cdei çum• paesani. Poi un giorno fummo <.:hiamau al palazzo di don Carlo \letrom :,ah ,11clh, il latifondista presso 11 quale mio padre aveva lavorato da rag.tzzo. Essere mdtat1 da que!iol0 signore fu pèr mio padre un grande onore. Percht•, bf'nché egli fohe ormai ricco e n:,,pcttato, tunavia, una \'olta mes;.o piede nel suo villagl:!'.io nativo, le antic;hc relazioni risorgevano da sé, Don Carlo abila\.·J. in una ~rande c.asa costruita in pietra sopra una colhna dlc dominava il \'illaggio: tutt'intorno v'era un muro di cmta, mi ricordo, e molti alberi d, fichi e d1 noci V1 andammo e.on un carro tirato da un ca,·allo, mia madre, mio padre, mio nonno cd io. Fu strano vedt!re che mio nonno, il quale tra stato fino allora, in certo modo, in soggcz1ont" d1 fronte al suo figlio !i1raord10ario è a &ua nuora, appena ct fu portato I' in\'ito s1 dette arie dt paterna autorità Perché, per quanto- suo figlio potesse essere un • personaggio distinto per 1I quall· c~li non poteva che n,·ere una ..:erta defèren.td, ciò apparten~\a all'Ameri<.:a e alla \'lta -ne mio padre conduce,a colà; qui, nei nguard: d1 don Carlo, c;gli era semplicemente uno de, paesani nato po\ ero. E ade$sO sta attento a comportar11 bene! EJ;Zliripctt! più \'Ohe nwntre ci dirigevamo \érso il palano. >-:on ti dimenticare dt essere quello che :,,e1. egli deve pensar bene di te Fummo introdotti da una wc1._hiadomestica in una specie di tcrraaa coperta dove don Carlo era seduto a un ta\·olo e leggeva. Tutto. all'intorno, dava l'impressione di una dil,(nllosa. po, enà I mo• bili sctupau, le parc11 rovinati:, le tendt: consunte: mi ricordo che inciampai in un mattone rotto del panmento, all'i:n• trata. I .o :,,lesso don Carlo .ivt·va l'aspetto di un Hcchio di mille anni. Ern un uomo curvo, magro, disscn:ato, con un,1 pdlc come una pcr~amena ingiallita e delle lun~he mant )>lene d1 anelli d'oro opac;o. Era\'amo tu1t1, meno don Carlo, penosamente 1mpaccia11: mio padre e mm nonne, resta\'ano goAi. col cappello 111 mano, stropicciando I piedi '.\la sedete , disse don Carlo con un sorrise> nirdiale; chiamò la ser\'a e le ordmò di portare dd vino. E così •, d1<sse, dopo cht• 11 \ ino fu \CTSato nei bicchieri. Parlami d1 te e dcll'.\merica Egh trattarn mio padre da q,:ualt": in \ L·rità \' 1era perfino della dcfrren:1.1 nt Ile sue maniere E mio padrt:) ERh si slar!{Ò, 11suo petto si gonfiò. la sua !1111,.(uea la it\J;l voce si sc,tldarono 'iempre più. Parlò dcll'A,merica e delle sue .tV\ enturt· colà, tanto che una volta o due mia madre lo g-uardò incerta. Don Carlo scuote,a ti capo e sorride,a con 1ndulJ,:t:nza, 1,t'IO• rnndo con I suoi anelli; ma dopo un l.Trto tempo non <;C<>sspciù la te!o.t;le non ~orri!>c-piu: rimase seduto là a J.t!0car i.;011 !,{li anelli e ~uardnrc mio pa<lr<.·. \la tutt'ad un tratto, non so p.:r qlwk ragione, mio padre smise d1 parlare: ':'>(·mbrò 1mpro\ ,·isamentc trornrs1 a d1!,,ai.:io Come se s1 fo~sc accorto per la prim.- \'Olta che gh occhi del ,ccchio arbtot:ratico ernno fit1si su di lui; e !!li :,,guardi d1 mio padre ,ag:arono un poco ncll'inn·rtczz,1 e la sua faccia arrossi le~~l·rmenl~. \'1 tU un attimo d1 silenzi() Ebbene- , dis~c don Cudu St:l ,1nda10 lont,in<r ed hai concluso molto, Qui in questa casa siamo troppo "cuh1 per muo,erc1 e non v'è più mcntl· ahro da fare. Aspettiamo d1 monre: e (!Ul'!ito i: tutlo Ora, qua~1 dopo ven11 an111,seduto ndla luCma con mio patire- e mi.1 m,tdr\·. ricordai questi fatti e, ricordandoli, m1 resi rndisttntamente conto di ciò ch\.rn andato cercando d1 tro,·are con la mia memoria. \'ua e mort1.', 1 ,ec1:h1 e I L?Ìl>\am, h. \'Il.\ <: la morte dc, villaggi, delle nttà, dt:i pal.·si. det popoli <.· delle classi !W<:1J.li, dei costumi e delle credenze :-ìempre morte, e <..empre nta, l'una alimentata dall'altra, 1:>enzafine. JO PAC.\:S.0
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