( PALCHETRTOIMA)NI ELLE Cl I \~10 stati a sentire la Compagnia 6:1) e Elle>. Che significa Compagnia e Elle>? e Elle > si chiama\'3. pure la prima compagnia di spct1acoli g·alli istituita in Italia Cosl ci è stato detto, e le fiamme della vergogna ci sono salile agli occhi, perché avevamo ignorato finora un fatto che a, rcbbc dovuto essere incik> profondamente nel nostro cuore. Ncuuno però ha Hputo spiegarci il significato di e Elle >. Invano abbiamo consultato il vocabolario, da e la, proclitico >, a e lu\ctto, carbonchio sintomatico che si manifesta con tumori crepitanti spcc. alle spalle e .i.Ile co- ,co 11 primo spettacolo dc-Ila Compagnia Elle. è un processo. Non lo diciamo noi, lo dice il cartellone e L'Uomo n 15, processo in 3 atti di Edward Woll >. E in quc• sto scambio di ,ocaboli si manifesta l'inftucnu di certi roman2icri contemporanei, i quali scri\"ono: e " No! ., sogghignò la marchesa,>, opputt: e" Taci! ,. singhiozzò il barone>. Chi dice che l'italiano non si arricchisce di nuove forme? <\nche l'anno panato, di questi tempi, ci toccò un proce»o al Quirino, per opera della compagnia di Romano Calò e Ndla Sonora Nonché cicca, Temi è anche amante del caldo. C.1ldo e proccui s,·egliano un nostro ricordo. Era il giugno del 191,. Da Fireozc, sede drl nostro distrnto, ci tuspor1arono a Ferrara, sede del reggimento cui cra"amo dcstinau La nostu qualità di guerrieri era indica1a da un bracciale bianco s<Jlla ma• nica sinistra C'erano con noi molti di quei tipi pi<"ni di carattere di cui è ricca l'Italia, e che .ailanto i nostri produttori cinematografici riescono a non \·edere. Uno di questi sì chiamau Tornaquindici Amos cd era "ispo e spiritoso come un merlo. Non camminava schiua"a Porta,a una paglietta e un magnifico completo a, ana, ma era ,provvisto di biancheria e abbatto• na,..., il panciotto direttamente sul petto robusto e villoso. Nel pere.orso dalla stazione alla caserma, Tornaquìndici gridava· e O bellona 1 > a tutte le ragane che si ftr• ma,·ano sul marciapiede a guardarci, e quelle rispondevano - e O brutto 1 > L'av..-ocato Beccucci, recluta come noi, lodò l'opportuni1à del qualificativo bellona, perché Bellona, spiegò, si chiamava presso i Celti la dea della guerra Tornaquindici lo guar• dò con gli occhi furbi, ma senza capire, poi fece con la bocca un verso che non osiamo specificare. Benché destinati alla fanteria, ci panarono in una ca.scrma di ca, a11tria, la caserma Pestrini, e, non sap• piamo perché, ci tennero in ozio e., ncll'ìm• pouibilità di comunicare con l'esterno. Co- ""'- mc riempire il 1.·uoto di qu"lle giornate' Taluni proposero di giocare alla gu_crra, ma, considerata la nostra condizione di quui militari, qucs10 gioco fu giudicato pleonastico Beccucci allora propose di < (a. re i processi>, e per otto giorni di se- _guito, dalla sveglia al silenzio, trecento re• clu1e si riunirono nelle stalle della cascr. ma Pestrini, come nel luogo più conforte• vr·e di quell'edificio sprovvisto di grandi ..omoditl, e' Il, con una serietà e una scienza. che ci luci.avano a bocca aperta, la macchina della Giustizia (u parafrasata in tutta la sua pompa L'avvocato Beccucci fungeva da pubblico ministero, la parte di imputato toccava per lo più a Tornaquindici Amos, il quale per l'occuionc era caricato delle colpe più nere. L'amministrazione della giustizia è uno dei giochi pn:- fcriti degli uomini Che cosa affascina nel processo' LA puni• zione della colpa e il trionfo deli'innocrnza' Non lo crediamo, ma p:uttosto lo sl)l"ttacolo delrindi1.·iduo soggio'j:ato dalla società dciruomo ridotto a morto 11i,·o. e soprat• tutto l'idea che il 1ribunale, co,n" la sala anatomica e gli archi\ i della qutstura, ri- ,cla cnu segreti e certe ,·crgogn", che fuori di 11 JOno taciuti e n,11coni Quf'sto ~nigno sadismo cerca alimen10 Editori americani, imiu.ti da tditori nostrani con una prontezza degna di miglior causa, hanno perfezionato il libro giallo. uncndo11i ~zzc d'appoggio come fiammiferi spenti, lembi di uoffa strappau dalla IJÌaC• ca della vittima, docche di capelli di"·chf" dalla cute dell'auauinato, e dando al let• torc l"illusione di cucre egli stcuo l'in\"e• stiga1orr Nell"att,1ale decadenza ,- avvilimrnto df'I dramma, era (atalf" che l'opera drammatica, nella quale la realtl dovrebbf- ""'"'e tr;uformata in art,., crdf"s,c il pano alla tra&eriz:one meccanica di 1.1n dibatti• mf"nto in corte d"aui.sc. Vole"·atc la H"ritl' Eccovi 1Crviti. Manca all'Uomo n rs il prf'g:o della no- "'ità, perché questo processo teatrale non ~ se non la parafrasi di quel processo Bru• nui-Canf"lla che 1anto appanionò le te1te vuotf", e a noi slogav_. le masccll'" da~li ,badi1Jli, ogniqual11olta un amico poco per• ,p:cac'" tentava chiarircene l'oKura vicrnda Bruneri-Canclla era Annibalr !ktronc, il qual .., come tale, doveva mani(tSIUf" du. rantr tulto il cono del procnso un do• lore cont,..nuto e profondo Ma Annibale Bctronf", similml"nte ai suoi collf'1Jhi Ru,- geri e Benaui, cono,ce un modo molto comodo di soffrire stnza rauca· butta indie• tro la tena '" chiude gli occhi. Chi di noi non e ttato Nmbino? Questa man1'"ra di sofferenza indolore è molto praticata dai bambini d<Jrante la crisi del rapriccio e rkn1ra nPllc varianti della co1iddetta politica dello struuo. A che pensa Annibale lktrone mentre soffre' :-."l'Ila partf" drl dottorr Emile flordon, Franco Sundurra, attorf" giovani11imo, ha da10 prova, nonché di talento e di capa• cità, di un impcsno qual.., di rado troviamo n<"i nostri e grandi , Bcnin1,-so, in queuo <processo> rtfe. .ncnto giallo non manca, e l'appar11:1one al ~econdo atto del mostro um;wt> chiamato l'c Uomo n. 15 > (ccc sudare freddo gli Jpcttatori: effetto tanto più gradito, che ncll'ELisco, rimesso a nuovo e fornito di p:.lcoscenico multiplo, gli apparecchi rtfrilJCranti non s1 fanno )l:,n:irc. ALBERTO SAVINIO BOJU.1 PABTIOOLJ.B:E SULLA. "J ( t\ MI A amica ~aria, pur es- ~ ~endo un'educata signorina di provincia, ha, intorno al cinema• tografo idee l.1rghe e precise. li suo ~ogno è Dcanna Durbm, o forM:anche Bonita Granvillc. E. molto gentile con mc, e c~ì mi confida i suoi piani, la sua deci\ione di da.ni al cinema, ap• pena potrà com:incere i ~uoi gcniton 1 gente all'antica, dell'importanza di una \imjle carriera. Io le do M:mpre ragione, quasi OS\Cqu1osamente. C'na domenica mattina, mentre dormivo ancora, 1{ari.\..entrò trafelata in camera mia, e, svegliandomi con energia, mi di"~ che dovevamo subito corn·re al porto, dove era ancorata la Flal.;ia I I I, e mi spiegò che si trattava d1 un motop··,chereccio travestito da nave ~torica, su cui !itJ.vano facendo un film. Ci prccipttammo dunque ver~ il molo. :\-laria camminava saltellando sull,· gambette magre, mi pareva di te• nere per mano una cavalletta felice, e: « Come te li immagini? > domandava e e Chissà che bella! chi'.!>scàhe meravi~lia :> 1 P(·n~ che lei ha vinto un con• co™>. pcma che lui è l'idolo delle folle pcma che il fotografo è il più bravo di tutti, pen<a che lei diventerà una ~i• gnora dello schermo >. Ragionando in que~to modo eravamo 1rrivau al porto c'era lì mra.a cit!à; molti ave,..ano ottenuto ruoli di compaN:, e ~foggi.:tv.rnocolbacchi, parrucconi o mJglic a right, mentre i parenti, gli amici ed i vicini di ca~ li chia• ma van forte: e A' Giggi' >, o anche, e 1roniramenu.· e A' Romoletto! », per prendere parte anrhe loro, in un certo ,c·mo, allo :,pcttacolo. Maria additò un mùttJpt·M:hercccio, trJ.ve~tito, solo per mc-tà, da nave ~torica~ ci sono in que110 campo regole rii.;oro~, come quelle < h,.• impongono, nei tra,..estimi·nti car• nevalcK"hi, molti nt'i e parrucca bianca per < far Sc:ttecento ,, o molu zecchini e s.tracci per e far zingare\Co • così la Flatia I li aveva una 5pccie d, cassero, o ca,trllo, una figura poppiera, di cartone, e poi c1uakhc vela, e molti cord.1mi. un in~ieme di grande effetto, adatw.bilr anrhe .,.,Ilacara.v·ella di Colombo, all'ammutinamento della Bounl}, o a un romanw di Stevcnson. Intanto, all'ombra di una tenda, erano venuti adunandosi alcuni uomini, che Maria guardava avidamente'. erano così squallidamente e stranamente ve,t1t1 che si ricono,ccv.ino subito per registi, operatori, e, come ~i suol dire, « intellettuali del cinema •· Supponiamo che ci sia, tra loro, una specie di gara, che cerchino sempre di supcrar~i per negligenza verament.! arthtica. Maria ci indicò e il rcgi~ta », che ind~- !iava con mode:,tia pantaloni, mac;lietta e brrrettino, ma il suo «aiuto» aveva un va.sto cappellaccio di paglia, un altro pantaloni tirolesi, sandali e cab.cttine crema, un quarto pareva il e tipo originale di M.iami > dei giornali illuSLrati; ma il più importante era un uomo non grasso, con pancia molle, brillantemente sporco, che ci fu spie• gato essere un famoso fotografo americano. Uomo allegro, del re~to; ogni tanto, con grandi ri\ate, diceva due o tre parole in un italiano incomprensibile, poi due e, tre in un inglc~ che veniva capito ancora meno, infine si metteva nel naso gro~ dita gialle di nicotina Ci prendemmo un gelato; faceva proprio caldo, cran quasi le dic-ci. Intanto .seguitava.no ad arrivare macchine, cd ogni volta il bi,biglio della folla creM:eva• « Eccolo, eccolo! > ; ma invece ,cendevan sempre uomini indaffa.. rati. che pa!>savano tra due ali di gente delma, e portavano notizie-brevi e concise, come e Speriamo che tra venti minuti !lia pronto, l'ho svegliato io, alle .ctte, m.t... >. La banchina era grc• mita, noi :,ucchiavamo il gelato, io a un certo punto vidi arrivare uni.l ~i• gnorina., e dis,i a Maria che doveva e,""rc la diva, m<L.\faria rispo-.e di no, impo,~ibilc, lei aveva vi\to una fotografia della diva, er.t proprio bella. Però domandammo notizia ad un omino che saltellava lì intorno con certi fogli in mano, e veJt"'le fuori che av<.·vo ra• gione io. La diva, fedt"le come i reg,ni, alle tradizioni. aveva i pantalonacci blu, il giubbino bianco ed il faa.olctto ro~ nece.s!-ari alle stelle•chc-vanno-a-vcd<·r· lavorare-i-compagni. Ci parve in ogm modo che, pur es.",(·11duona \t<·lla co-,i recente, abbia imparato brni\,imo il suo mestiere: camminava languida, agitava un ditino, diceva all'americano : «Hello, darli11g.'». Lui le fece un lungo discorso, sputando con energia., lei non ne capì nulla, cd un \ignor Giorgio, educatamente, faceva l'interprete. La folla •nonnorò che lui certo le spiegava la parte; nei giornali si vede sempre il regista che spiega la parte a Joan Crawford o a Luise Raincr; però Ma• ria cd io po,;siamo a<t.sicurarcche l'operatore ~i lamentava, 'ì-Cmplicemcnte, perché la diva, facendo rumore durante In notte nella sua stanza, attigua' a quella di lui, non lo la~ciava dormire in pace. Il M>lcera molto forte; arrivò un'altra macchina, ma ancora non si tratt,wa del Grande Attore. Da tutte le parti giungevano nuo,·i « intellettuali del cinema ::.: uno agitava il copione, l'altro si affaccendava intorno ai mo• tori. e Ma >, dìce\'a coraggiosamente Maria, e ora vcrrann::> i due meglio; sai, sono bravi~simi ; sono anche molto eleganti e gentili >. Proprio in quel momento il Grande Attore scendeva da un'automobile: aveva l'aria molto imbronciata, una si• garetta fra le labbra .<,trette,una specie di palandrana sulle spalle, e dicendo fra)i .<,ceche,come: « Sto .<,cocciato•, ~a.lì a bordo della nave, fra l'ossequio genera.le. Una donnetta, modesta come tutte le cameriere delle attrici, lo se• guiva con vari capi di vestiario. Il Grande Artista domandò un bicchierino, .<,badigliòe accese un'altra sigaretta. Qualcuno, rispettosamente, gli fece not;.trc ch'era un po' sudato, oltre il trucco; lui scosse le spalle, rispondendo; < Fa bello! », e si voltò dall'altra parte. La diva, intanto, era andata a prendere un'aranciata. Le campane suona,·ano mezzogiorno. Finalmente la pro\'a piu,·c avviata, ma saltò su un tale a dire che gli si era rotto il ciac, e si deci,e di rimediare battendo !e mani ; poi si notò che le spalline di un ufficiale non erano lustre, poi che mancavano certe balle di cotone; l'americano, tr.rnquilli,simo in mezzo al disordine generale, si puliva le orecchie. Un attore cominciò a leggere un plico, dove si annunciava che Napoleone era fuggito dall'isola d'Elba, e il Grande Attore, buttando via la sigaretta, si gettò su di lui con pugni minacciosi. Due gendarmi avrebbero do\'uto trat• tenerlo. (' due marinai avrebbero dovuto gettarsi ~ui gendarmi, però erano tutti collocati in modo che l'azione risultava impossibile. Siccome Erro! Flynn è popolarissimo, qui da noi, an• che le sue scene di zuffe o fughe lo sono, perciò dalla folla partirono con.sigli veramente otumi, che i regi..,ti se• guirono senza parere. Però, con m<;iltaingratitudine, i n't.c gafoni diis~cro,s.ubito dopo ; « Silenzio! Silenzio! >. Bisognò aspettare che le campane smettessero di suonare, e il Grande Attore di fumare. Allora ap• parve l'operaio con 11 cartello: era il momento, di~ Maria. del ciac. Momento importantissimo, perché dà a ci,l'-Cuno il senso di far ~ul scrio, di c<s• sere ve1amcnte not<"vole,di appartenere ad un mondo particolare, folto di complicazioni e di gloria. L'americano, che di quel mondo appariva, in un certo ~cmo, domin,ttore e rapprcscnt.lnte, cominciò a parlare con un <suo ami<:o, un tipo di boxeur con denti d'oro, e si di\intcrc~,ò della faccenda. .\l.lria mormorò pi.mo che voleva andan.· a casa. Eravamo tutte e due in- ~~~~~~~d c:nnb;ric~~'.se~;ennct~; :i n~rlontanavamo, vedemmo, fra due va- ~oncini fermi ~ull.1b. anchina, il Grande Attore, in vc\taglia \'l'rde mela, con una ragazzina di qui: le parla.\'a fitto, chinando la ~ua gran mole !lu di lei, che -,ofTocava un poco ma '°rridcva, foJ"I,(" pensava di poter entrare, anche ki, un giorno, nel mondo favolo\O. e Sai ». disse improvvi\amente Maria, credo che mia mamma, dopo tutto, abbia ragione non f.trò mai del cinema, s~rò mio cugino .\lcs~andro ». IRENE BRIN CONCORSO PERMANENTE DI "OMNIBUS" perla o&rrastont dl un rauo qua1,1a,1, rt&lmtnte acc&du\.o&cb.1acrh't L&n&rr&1lone non deTt auperar• l• t.rt colonne del 1torna1,, e dtTt tHere IDTl&t.a,.crtt.t.a & maccbina, d& UD& •ola par14 del rorllo. Orni narruJ.ont pubblleat.a, secondo l'ordine di arrivo• d'aceeU.aslone, nrrà compensar.a eon LlN ooo (clnqutctnt.o). • I dat.t.tl0tcrli.U non ace•~ ta.tl non al reatUut,eono. •Perla. •a.li• dltà della 1pedtl1one, Hnlnl del t.&• rllando 1t.ampat.o qui aouo, tocoll&\o aulla buat.a. DA TJ.OLIAB.81 CONCORSO PERMANEKTE Alla. Direzione di OMNIBUS PIAZZA DELLA PILOTTA N. 3 ROMA BOXA I PABTIOOLJ.R B jl. LLE Terme di Caracalla si è rapprcl,:! sentato anche Loh,nzrin, JOtto quelle muraglie da acropoli di .Salomone. Torno torno i pini bevono il silenz.io, rischiarati di sotto in tu nell'aria (erma ; sembrano raccogliere JOtto l'ombrello fronzuto l'incantesimo del luogo, segnarne col loro schieramento il limite ; immersi in un cosl liquido lucore che si credcrt'bbc di veder venir fuori dti pesci dai rami di qutsti coronati alberi sottomarini. Le Terme di Caracalla, paraventi stcolari, nascondono l'Urbe e intercettano il tempo. Di là il grido della metropoli moderna: Roma con le sue luci, le sue voci, le sue piene di automobili, le sue piane in rr11a ; di qua la campagna, le rovine, la 1elva e le tombe, t'ctcmitl: e ora d'im• provvi.so il Tea1ro dei Ventimila, dalle ven• timila facce che bruciano: 11, ptrché un riverbero della ribalta illumina, passando come una falce sulla platea, tutte le facce del pubblico, le facce .soltanto Poi quando la scena riappare, la platea prtcipita nel buio pi~ completo, e tutte quelle teste mozze cadono insieme nell'ombra; cd tcco di colpo sorgere questo splendore di tea1ro, di teatro intermittente e subitaneo, in questo mondo tramortito della notte romana Quattro anni fa, as1istetti proprio di questa stagione a una recita alrapcrto di Aido, or~aniua1a credo dall'Ufficio dr! ttatro italiano, nei dintorni di Vienna li luogo ddlo spettacolo era una vallr, o meglio una conca solitaria, che nposava forse dalla creazione del mondo ndla pace semplice della natura La lo<:alità vergine costitui\'a un inesplorato miracolo di acuuiea, un teatro vcge tale bell'e fatto. Ci vollero tre quarti d'ora di tram per raggiungere queuo fenomeno di teatro, a otto miglia da Vienna L'Aido era già cominciata molte migliaia di persone spaDC sul versante con• cavo della collina a.scoltavano; c'tra odor d'erba t di terra, e migliaia di ranocchi e di grifl1 levauno il loro canto acutis1imo e innumerevole, come una protesta contro l'invasione, la concorrenu, la luce artificiale, l'orchestra e le voci drl coro. 11_tenore era costernato ; gl~ altri can• tanti, P"'rò, mantennero il tono illustre. Ma ~I canto delle rane e dei grilli \aliva sempre più alto un immenso concerto lacustre. C'erano poi anche le lucciole che, na vigando a mcn'aria sul pubblico, sembra• vano tante sigarette che fumassero se stesse. Qualche rospo più audace degli altri cominciò a saltare ,ullc ginocchia della gente, provocando un po' di scompiglio, e i grilli can1erini si annidarono a centinaia nelle tasche e nei cappelli dtlle signorine, trillando vicino alle orecchie. Insomma, era un duello, un assalto, anzi, una battaglia sonora, tra l'indiscre10 teatro impalcato senza riguardi, e il minuscolo regno animale e notturno di questo luogo intatto Non c'era niente da fare, e il bello si è che qualche volta il conflitto combinava un'armonia. nuova, mica male, un effetto iurumentale complesso cd accettabilt', come per esempio nell'atto paludoso del Nilo. A spettacolo finito, tutti questi anima• letti inscguirono gli spettatori senza. tregua fino a Vienna. Avevano vinto loro. Quella notte la capitale austriaca chiuse occhio fino all'alba. ~la alle Terme di Caracalla non ci ~uu grilli né rane. Qui la campagna non ha voce. Siamo agli antipodi dei \'i"·i Il luogo è un abisso senza un fondo da cui sorge più splendente che mai l'illusione, il tutro, la musica. I cantanti po»ono dar tutto, voce, anima, statura e forza alla parte, perc.hf cr,e dono che, al di sopra ,Id .,K>prilo:nn ime• rtvolc e anonimo, è Dio stu.a che I asroha Bas1a Per concludere, il Loh~ngnr. alle Terme di Caracalla. piacque mohi»imo al pubblico. Dobbiamo registrare i nomi di qurlli che maggiormf'ntc si distinsero durante lo iptt· tacolo, chiedendo venia se, anche questa ,·olta, siamo costretti a sorvolare sùlle loro brillanti e ragguardcvoti doti Si tratta di artisti come la Tassinari, il Marcato, la Stur~ni, il Borgioli e il Dominici, i cui nomi soltanto bastano a far intende-re l'ec• cezionalc importanza della serata Alla quale porsero un valido sostf'gno il mae s1ro Bcllf'ua che dirigeva la recita, l'orchestra e i cori. BRUNO BARILLI LEO LONGANESl - Direttore responsabile !UZZOLI lt C, . An. ~r l"Arte dtlla Stampa \t.111 RIPRODVZI0:-11 P.Sl:i.l,UITE CO!'/ \IAl LRIAUi JIOTO(,RAHCO • PERRASIA ••
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