Omnibus - anno II - n.28 - 9 luglio 1938

ANNO Il - N. 28 - ROMA 9 LUGllO 1938-XVI 'fJ [NO a poche settimane (a, i nemici lf: dell'Italia 1i ritenevano sicuri della sua capitolnionc. Aucdiata da urgenti, improrogabili necessità economiche, come awchbe potuto ttsiucrc alle pressioni di P.i.rigì, di Londra, di New York, di Ginc• vra e perfino di Mosca? Le mancava il gr:ino, e il grano, si sa, si p.-ga con oro contante. Ma se l'oro non e'~, bisogna ricorrere al credito e il credito si negozia sul terreno politico. Non era prevedibile una Canoua del Fucismo? Un giornale ddlc sinistre (ranccsi, uno di quelli che sono 1cmprc disposti a e tratt.arc • con l'Italia, 1uggt"riva una fonnula: e L'Italia manca di grano, in Francia abbiamo sopraproduzionc di grano: ceco il ttrrt."no per l'intesa fra i due pop0li •· Più Ciplicito l'ex-ministro socialista Dormoy: e Mussolini è pressato da tutte le parti dalla guerra e dalla miseria; manca di grano e non ha denaro per procurarsene. E allora? La pazienza è una virtù politica>. Più sintetico un giornale inglese: e La spica ha uhato la pace>. E così via. Improvvisamt'nte un comunicato del ministero italiano dcli' Agricoltura diuipava queue speranze e queste attese e, succcui- \.1menie, nella riunione della corporazione dei cercali, prf'1icduta dal Duce, si prodama\a chf' il raccolto di qucu'anno non sarebbe stato infca;iore ai settanta milioni di quint.1li, e di ccccll9nte qualità Contemporaneamf'nte, tutti gli altri raccohi, dal granoturco al riso, dalla bic1ola alla fava, dai' foraggi alla canapa, si annunziavano per lo meno cguali a quelli degli anni precedenti. Non ._.'era, quindi, nessuna ragione di persistere nella miscela al venti per cento, che Hni\·a senz'altro ridotta al dicci. Avremo, cosl, un tipo unico di pane pienamente rispondcnte alle esigenze della produzione, del commercio e del consumo. Due giorni dopo il Duce inizia\-a la trebbiatura ad Aprilia e proclamava, di fronte al mondo, questa nuova vittoria del popolo iia)iano. e II popolo italiano avrà il pau..: m:cei>s&rioalla ,u:! vit~, ma se ::rnchC" gli fosse mancato, non si sarebbe mai, dico mai, pieg,uo a• wllecitare un aiuto qualsiui dallt' cod dette grandi demoplutocrazie >. 12 PAGINE UNA LIRA ~ tsl !I lfEW YOR:C · l'J.l(JOLIE 8l'BATTATE OHE DOBKOHO ll'El !'ABOHI SPEDlllONE IN ABB. POSTALE Sarà un uso, ma questa volta la s1ampa •ntif...scista di ogni parte del mondo ha reagito in un modo inconsueto. Non è mancato qualche '{iornalt', cht, dimen1ico di aver parlato di «carestia,, di e affamamcnto, dell'Italia, si è chitsto a chi fossero rh·oltc le vccn1enti parole del Duce, cd I .1 spinto la propria disinvoltura fino ad approvarle come una giusta rcaz.ione. Tutti soddisfatti, 1anto cht', a leggere in questi giorni la stampa stranicu, si ha la imprcs,ione che il nostro Pilelt' non abbia mai potuto contare su una somma cosi imponentt' di ammira1ori e di amici Comunqut sia, l'Italia non ha modificato naturalmente nessuna delle sue posizioni, non ha rt'ttificato nessuno dei suoi aueg• giamtnti nella politica internazionale. Sono, piuttosto, gli altri, che, di fronte alla fcrmeua di Mussolini, in tutte le qut'stioni che int!"rt'uano l't'quilibrio europeo, hanno ceduto. Chi osncbbc negare a priori l'csis1cnza d1 un rapporto fra il discorso di Aprilia C"le decisioni del Comitato londi• nesc pc! non intervento, che ha votato alla unanimità, Ruuia compresa, le tesi mussolinianc) I . ' I Il cassette di medicinali e commestibili, ne feci una lista, e aggiunsi di farmi ~apcre per iscritto quello che aveva ri• cevuto. I miei timori sull'impresa aumentarono quando vidi quali brutti ceffi dove,ano trasportare il mio ma• tcriale al quartier generale dei banditi secondo gli accordi presi. 11a alle tre del mattino' dopo, essi mi svegliarono prr consegnarmi una lettera di ringraziamento scritta da Powell. Tutto e~a giunto perfettamente a de5tina~ zmne. Vogli,m10, ora, dare uno sguardo a quan• to accadt àhrove semprt' in tema di pane) ln Italia non si è prestata la dovuta attenzione" ad una recente di5c11nione al senato franccsr, don- il senatore Hachctte ha vi- "amt'ntc protciiU,to contro l'inerzia del governo, che non sa decidersi a fioarc un pruzo uniforme per il pane. e A Bordeaux abbiamo a\·uto dei tumulti t', paco dopo, un tumulto auai grave nt'lla regione dC"I Lionc~c, dO'-'t' ottocento panificatori hanno deciso la chiusura delle loro botteghe•· In Inghilterra Andrcw Lang, la somma autontii. in materia di frumento e di farina, si batte da alcuni mesi, ma senza alcun s,icccuo, per persuadere il governo che il divisato approvvigionamento alimenta.re in caso di guerra è tutto ibagliato. e Il governo ignor.a che il frumento non è il pant- E: inutilt accumulare in magazzini il frumt-nto quando non si abbia la certezza di po1erlo macinare al momento dC"I bhogno. L' •nC"llo vulncrabilc della catena è il mulino I no\tri mulini, concrntrati nei ~randi porti di mare, fornirebbero un bt'rs.aglio )Ìc-uro e promincntc per il bombardamento aereo nl'mico ,. Dal cauto suo, il Timn 1i stupisce che il governo non abbia ancora iniziato gli studi e sul miglior tuso di abbu·uuamt·nto e di diluiz.ionc nell'intenlo di ottcnt're un prodotto maggiorr&ntc 11utrit-nte t'd economico• e indica in m.ueria, 1'0,mp10 dell'Italia, che ha sa• puto conrili.ul" gli intcrcui, naturalmente • di..,·rrgtnti, ddlr dh·rrse categorie. Poteva wi::giungerl" che etrte soluLioni sono po1 ,bili in Italia in virtù drll'ordinamrn,,, rorporatl,o, ma assolutamentt incono;<:pibilidove regna un..- do urina t'Conomica che è l'esaltazione degli egoismi e degli istinti primordiali *** D' O AVUTO una volta occasione di Il conoscere, anzi, di diventare molto amico di un bandito cinese ; un vero bandito -,anguinario e crudele, di quelli che riempiono delle loro geMa sdnguino~e le pagine dei giornali o 1. h~ si. po~..ono ammirare nei film americani. La nostra amicizia divenne stretta e sicura quando lui incominciò a chiamarmi e vecchio fratello » e mi mandò delle bouiglie di brandy. Io gli mandai alcune scatole di sigarette. Che le mie sigarette fos:iero comprate onestamente cd il suo brandy rubato, non significava gran che. Erano eccellenti e que~to ba.,t.iva. fo ero fiero di questa amicizia pcrrhé eg1i, a quel tempo, era il b.1ndito più conosciuto della Cina, tanto che il suo nome appariva molto spc,.,o sulle prime pa• ~inc dei giorn,lli americani e londine.,i, senza che per questo egli avesse bisog-nodi ricorrere ad un agente pubblicitario. Eppure, come bandito non aveva molto suCCCS\O.Era giovarw; più ambilioso che pratico. Forse, con un po' più di esperienza, avrebbe po• tuto farr molta strada. Peccato che ..ia stato df"'capitato troppo presto. Si chiam.wa Sucn Miao, e la sua storia è pr<·.)s'.1poco uguale a qucll.1 dri molti banditi che da quattromila anni infc~tano la Cina. Era il figlio maggiore di un one:,to piccolo proprietario del sud dello Sciantung, la zona più povera di quella ricca pro• vincia. Suo padre. uomo coraggio-.o r di idee politiche avanzate, a cau~a di c<·rte angherie degli C\<ltto11delle tasM· ~i mi"'l' in conflitto con un potente mi.lgi~trato loc,tle. La conclusione fu che le sue proprietà furono confi~catt'. cd egli vt•nnc decapitato ~tto la falsa accu,a di b.rnditismo. Suo figlio allora pcmò di scomparire. Non gli conveniva attirare a sua. volta l'attenzione del magistrato. Con alcuni suoi part"nti si rifugiò sulle montagne vicine dove cominciò a pcn,;,are alJa vendetta. li !)UOprogramma era :,..cmplice: uccidere il magistrato e difendere i poveri della provincia dalle secolari opprc:,sioni. Con queste idee e con questi propositi, dopo pochi mesi era a capo di una banda di settecento uomini bene armati e decisi. In principio, veramente, quando stabilirono il loro quartier generale sulle montagne, non avevano che poche armi e poche munizioni, e non possedevano denaro per comprarne. Ma il problema ( u rÌ$0ltO facilmente. Attaccarono i po~ti di polizia e rubarono tutto: in quc~ti colpi di mano perdevano sempre molti compagni, ma non se ne andav.rno mai a mani vuote. E del re~to molti soldati incominciarono a pcm,uc che era as~ai più conveniente fare il bandito che il soldato, unendosi a Suen Miao con tutto il loro equipaggiamento. Gli uomini di Suen non avevano però abbandonato del tutto le opere di pace, e co-.ì con la buona stagione si occupavano delle loro terre, senza tra- ~curarc naturalmente le buone occa• sioni per darsi di nuovo al brigantaggio. Erano in ottimi rapporti con i pacifici abitanti loro vicini. E se di notte costoro venivano derubati, di giorno l'accordo tornava completo. Questo rendeva ancor più difficile l'opera delle truppe regolari mandate a combattere il banditismo. Sucn chiamò la sua organizzazione e Società per la liberazione del popo~ lo dello Sciantung>. Non era una vera e propri.t organizzazione rivoluzionaria che volesse imporre un nuovo governo : essi volevano soltanto ammazzare quel magi,trato e provocare il licenziamento di altri funlionari, dw con angherie di tutte le specie e ta~~ e~agerate opprimevano i powri contadini. Avrebbero naturalmente preferito ammazzarli tutti, ma erano troppi e troppo ben protetti; soltanto dopo m<.•sie mesi di sforzi riuscirono ad ucciderne qualctno, ma dei meno importanti. L'organizzazione di Suen, dunque, marciava a gonfie vele. Stahilito-.i col suo quartier generale in cima ad una montagna inacces-.ibile dove una dozzina di uomini potevano tener fronte ad un centinaio èi attaccanti, e consolidata la sua posizione, si dedicò a rapire i figli dei mercanti più ricchi, chiedendo poi dei forti riscatti. Se i genitori non si decidevano a pagare, i loro figli venivano barbaramente uccisi. Ma i piccoli proprietari non venivano molestati, perché appartenenti alla classe sociale dei banditi, e perché solo per la loro liberazione la e società> era stata fondata. Quando la potenza di Suen crebbe, cd il suo nome cominciò ad i~pirare terrore, le misure violente non furono più necessarie. Paotseku, la loro montagna, divenne un centro di traffici e di affari, dove emissari dei ricchi giungevano con doni di vini e bestiame, per concludere accordi .1.michcvoli per cui, dietro compenso mensile di un certo numero di dollari d'argento, il ricco signore e la sua famiglia sarebbero stati protetti dalle molestie di altri ipotetici gruppi di briganti che avrebbero potuto trovarsi nei dintorni. Dopo un paio d'anni di questo genere di affari, la e società> di Suen :Miao divenne un'ordinata e pacifica organin:azione che aveva tutta l'ari.1 di una compag:nia di a-.~icurazione. Tutta la provincia sapeva dov'era il loro quartier generdle, e dJ. chi era fonnata la banda ; m.1 nc,.,uno cercò di ~pprimerli. Intanto il magistrato nemico di Suen continuava tranquillamente a svolgere la sua attività, co-,ì ben guardato che non c'era ncs<.,una speranza di poterlo ~opprimere. Non era neppure possibile venire alle ma• ni con le .!iue truppe perché egli, per timore che disert.tsSero, le teneva lontane dai banditi. Suen guadagnava molto, i suoi uomini stavano diventando ricchi, ma egli non riusciva ad attuare il suo doppio programma di vendetta e di riforma. Que$t,\ irritante ~ituazione lo decise al « colpo > che lo rese famo\O in tutto il mondo, ma che fu la sua rovina, e, con mia gran• de soddhfazione, mi diede modo di mettermi in contatto con lui. Una delle linee fcrroviare più impor• tanti della Cina, la Tientsin-Pukow, correva ad una dozzina di mi~lia da Paotsek u. E, il 6 maggio 1923, i briganti fecero deragliare l'c Espresw blu > e fecero prigionieri tutti i passeggeri. Erano circa quattrocento, di cui venticinque europei. Li spogliarono del denaro e degli oggetti di valore che avevano con loro, li condussero al quartier generale di Paotseku e li trattennero per il riscatto. Fu davvero uno dei col_eipiù grossi che siano mai stati fatti. Quasi tutti gli europei erano persone assai note a Sciangai e quindi la cosa fece gran rumore. Ma, data la di~organlzz,.\Zionr ammini-,trativa della Cina, le numerose commi\- ~ioni e i diversi governi non presero nessuna decisione. Fu co:,Ì che, in atte~a di provvedimenti, fui mandato da Suen Miao come rappresentante della Croce Rmsa americana, per cercare di far avere ai pri~ionieri europei cibo, vestiario e materiale medico. Credevo di sbrigarmela presto, e invece la mia missione durò circa due mesi. Mentre viaggia\'O verso Paot.-.eku, non sapevo cosa pensare di mc e dovetti concludere che accettando questo incarico ero stato più avventato di uno \tudcnte liceale, perché non avevo la pili lontana idea di come avrei potuto mettermi in contatto con della gente che era stata rapita e tcnut4 per ri~catto d,l una potente e organina• ti~sima banda di briganti. Eppure l'impresa mi riu\CÌ !'ltranamentc forik. Mi sarei difficilmente fermato a Tsaosciuang se, appena arrivato, non fossi stato subito avvicinato eia gente del luogo, che non solo sape• va il J)O'.'.t0esatto dov<· erano tenuti i prigionirri, ma si offriva di MCompagnarmici. La proposta mi ,cmbrò alquanto dubbia. e l'idea di affidare parecchie centinaia di dollari di roba a gente che era in relazioni tanto amichevoli coi banditi, non mi pi.lceva per niente ma il pensiero che i catturati vive\·ano già da una ,ettiman:1 nel modo più mi~erabile, mi dcci~ a ri\<:hiarc. J. B. Powcll. un mio amiço intimo, era tra i catturati; gli preparai delle Allora il mio lavoro di soccorso andò avanti molto facilmente. Fa-:cvo spedizioni giomaliere; ogni uomo portava un pe:,o di 133 poundJ 1 e al ritorno mi portavano s<.►mpre i bigliettini di ricc!vuta. Tuttavia questo movimento poteva venir sospeso da un momento all'altro dal capo dei banditi; co~ì pen,.ai che non sarebbe stata un.i. cattiva idea di stabilire rapporti diplomatici con lui. Gli scrissi una lettera uffic.:idle 1 spiegandogli quello <·hc f~cevo, e chiedendo la sua cooperazione. li comolc generale americano non fu affatto soddisfatto di questa mi::. idea dell.t lettèra ufficiale, perché pare che pe1 un console americano il riconoscere ufficialmente il capo di una org;iniu,1zionc simile fos~e contrario a tutti i precedenti. Sucn Miao invece mi ri~po,;,esubitQ e molto cordialmente, mandandomi due bottiglie di rttimo brand). Egli credeva che io pagassi di tasca mia le spese dei soccorsi cù esprimrva il rincrescimento che altra gente ricca non fo-.sc generosa come mc. Mi diceva d'a,;,:sicurarmi che i miei portatori fo.,scro one!-.ti, e di non temere J.\Wlutamentc niente da pane dei suoi uomini. 1H offriva anzi di far controllare d.1 un suo luogotenente i carichi del materi.-tle da mc inviato se ave'.'..,jvoluto redigfi,Oc delle note in cinese, per impedire che i portatori ~ttracsM!ro qualche co~a. Se avesse ri• scontrato qualche mancanza avrcbb1..~ e punito -.evcr,lmcntc >, e queste parole erano scritte con geroglifici CO'.'.Ì feroci, che pcm;1i che egli si rifcri"'-t per lo meno alla decapitazione. M,\ non fu m,li sottratto niente, benché invias,i cìbo. abiti ed altro per il valore di parecchie migliaia di dollari. Tutto veniva accuratamente controllato e firmato, non solo d,1.ll'uomo di fiduci,\ di

Suen )..fi,10. ma anche- d,,.1u.n comitato di prigionic•ri pn:3ic·duto da un ufficiale ,upi·riore ddl'c..,crcito anwric:ino. l;na \'olta Sut·n :\1iao mi inviò un ,~o tnl•,,,1~gt·10 pregandomi di fMc .1gg1w,tarc ,1. ,ut· 'iJ>C\C .,kuni orologi. Erano ~li orologi presa nd ~..icchcggiodcli'« E,p,ev,,o blu>, cvidt·ntl'mcntc; i numi proprietMi li a,·cvano qu.1<,itutti t0tt1 11l_,1ril,1ndolicon troppa violcna Li fr(I a~~imtan· e glieli rim,rnd.u a, n.•1tt•ndo che Lì ~IX'\a era di ~o doll.1.ri. ~[i ,enne rcc.1pitata una bu\ta ,igill,1t,1 co11t1.•ttcntc il denaro e due doll.m in più con la prcghicr..1. di d.uli ai portaton e come ricompc1v;a della loro onr,tà >. L'<1v~·1L,tto a~gimtarc quegli orologi m1 meritò il titolo ;1ffettuo)() di e v1·cchio fr,ndlo >, e vi j\,icuro dw mC'ntn· L, mi.1 stima per i banditi ue- '-Ct''l.,t, era un po' in ribJ.\",() J,., mia opi nionC'µ(•r n·rti con'-Oli \lr3nic.:ri che Ma- ,·.t.no " T,.w,ciuang n(.'go;tiando il ril;.1,cio d<·i prig:ionicri. Per il f.l.lto degli orolo~i. ~1d esempio, ..._,i ntcrwvano 1.:hr, <·,.,endo io v('nuto in po~~•..,~ di og({t'tti d1c per il loro \ .tlore dl.'Cvo tutte le r.,~ioni di crcdt·rc che fov•,c:ro rubati. t'ra dt·rn<·ntMt· dovere fMe del mio· ml'~lio per farli ria\·c-rc a, loro legittimi proprietari. Seppi ~mtht· cht· un c-on,.ole u..,ò ., mio riguardo l,1 parola e c-ompli(·it.i •· Piima di tutto non cr..1. compito mio ricu1><.'rareorologi rub,tti po1, M'non li avl'~SCre~tituiti, anci fatto nalren.· non prn.he difficoltà; il capo dC'i banditi ..i.vrcbbc pcm .. Ho n,uurJ.1mC'nte dw h avt·vo rubati io, e l'ami ('1zia dw ,t,t\:,1 diventando co.,ì cordii.lle ,.,rcbbt• finita. Co!<.Ì,rrwntrc i t:0ll• --oli \ta\',1no di,t:utendo \c.:" 10 a.vev.,i o no il du iuo di rirnand,1rr quegli orologi J Sm·n M ,ao, mi ..i. in atto uno \li att.tgt·mm.i c-ht• ml'tt(' nel ,J.cco )l'nlpn· anche- 1 più abili diplomatici. Prt·· ~ai l'orologia10 di ~brig..i.n,i ç, prima che gli ,1ltri prcndt'\'.'>Cro\m,1 dcc-i,ionl' 1 imand.u m bcll'ordi1w tutti gli orologi a Sut·n Miao. Fcfi quei.lo perché comprc ... i che egli, più dw per farli ripJrarc, queg-li orologi li a\'C\·a llldlldati pt·r mt•ttnmi .1!1..1 pro\'a. E ritcm•vo dw fo-,,c utilt.' c,~Te con lui in buoni rappo1t1 Quando 11 b.mdito mi chi,unò e,<·<- c. hio fratello•, flll .,icuro dd f.1tto mio t· cnto du.· cg-li non mi a, rcbbc rifiu lato 1,ull,1. Pcn,Ji <ht· il mio .·unico Powdl do, cv.1 C'>lierc .1hbastan1,1 \tufo di <1uella vit..1 che dur,l\'.l già d.1 p.ut·c chic !.Cttim.me, cmi. m un.t letter.a .i Surn, gli di<;o;j che .n rei di'-tu,-.o molto volt·ntieri c-ol mio .unico 11 Ln:oro di ..occorso e chiesi che egli pt'rmt·ttc,"l· che qunti ,Tni\M.' a ranni .,.i,1t,1. Il pcmwri~J~io del giorno dopo Pov,dl ,1rrivò, andb dal p.:irrunhit·rt·, p1·c...: un buon b.,gno, ct·nò ahbond.:mtc-nwnte. PJ ...... v l.1 notl(• l'Oll noi, poi tornò dal h,1i1d1to nunc io avC'vo pn.ml',...o. Fu c1uc:i.t,t Id primj di un.1 numero,. ,t·rit..· di ,·i,itt:. Uno dc-i cattur.ttl. \Hl ncco itJ.li,rno, per c,cmpio. ~, .uum,dù gravt·111t·1ttc. m.t fu re~olarmcntc ,i,i tJ.to d,ù ,uo 1m·d1n> venuto appo,it.1• mt·ntc da Sn..i.nga1. Roy Andcr,on, l'.tm<•ric-ano inc.lri<·ato di nt·gcui.m.· 1x.·1 il rib,cio d('i prigiomni, ..i.nd.t\'.t d,1. su~·n Mi.lo du(· 0 tn· ,·ohe .1ll.t \.l'ttiman.a. In liii momento molto importantt·, 1 due ¼·gn·tJ.ri di Sucn ~(i.10 e ,uo fo;-lio Jdottivo \'Cnncro J. foffi \·i,1t.1. S.ud>b<· ,iato po..-.ibik tutto qu1·,to '>l't1✓a i<· rclJ.t1oni di ami<·i,..1,1 d,1 rn(· ,tabilitt· (on Sut·n M,..i.o? S1•n- .La qm·gli orologi ;i Qut'IL, vi'-ll.t f li per mr un vno <lin·rtinwnto. I ,1:gnt,tri t..' r.mo ~t"nt,· tranquillJ, b1:n ,c,t1ta. ci m·,i i,u-uit1 e lwn edll(,:.1ti. Il rap;.1uo im l'<T for,1· l',·,-,crt· ~t..tto J.dou.:ito d, un b.mdito ,l\ i:-v,1dato ,lllJ tr,ta ai ,uo1 qu.1ttordiC"i .inni) er.t d1 una 1rrequil•tt·u.1 t' di una arrog.111.... 1 impo,~ibili. t\\'(.'VJ. ,cmpn· con ,~, m.tl di..,,i111ul.1to --otto l.t ~u•t giacdtt·1tma di ,l·· t.1, un pit:n,lo rt·voh-er. Si di<'eva < IH' ni pn·m10 dl'II,\ ,ua huon.1 <:011dotu. quakh,· \'Olta ~li n·niv,1 1-x-rmt..·,,u di ,paran· ,u pngio111t·ri di pot'.:t im1>0rt.Jll✓d il ,:ui dt·naro per il ri¼',ttto non t·r.t ,1,uo pagJ.to .\ppt•nJ l,t vidl', ft·n· d, tutto pc1 rompl'IT I.a Jnia nucdlin.1 foto~r.1ht:..i. m,1 fu ktt<'ralrn,·nte u·rrori✓.t..1to quan do min,tt'CÌJÌ di dirlo a ,uo padn·. Sit·- nm1c ri ..pondevo ddl.a ..,u,1 inrolumit;.1 lo frci dormiH' ron m<· perché fo.,,c .i.I ~icuro d.1i nt•mici di ,uo p..idn .'., .: purtwppo la nott<· t'rJ. t·alda. t·d egli pu11;1\ .1 trnibilmcntl· di agtio. Comunqut\ 1x·r f.trl.:i bn·vt·, 1 1w~o- ✓Ì,1t1 pt·r \..i. lib,:ra;tionc dti prigionirri non prt""('ntarono gr.md, difficoltà noJll1'l,llltt' che Sut·n !\-li.10 ,n·t•s~c chH"'>lO url.l (ifra ;.1,... urd.m1t•ntc ,propor,.io1Mt.1. ~.la poiché qul'llo (hc l'C::li vokva rtJlmt·nu· t·r,1110 ccntomil.1 dollari '>('mhrò di(' t.1lt· ... ouuna fm,c dd tutto r.1giont•,·olt· <·<m,idt•r.111doche ,l\'c,·a M.'ttCCt'nto uomini •llle ,ue dipcnd<..•nzc, molte ,p<•,c. e pri~ionieri molto importanti. Per '>Oprammncato però egli pretc• ,t· il trao;fcrimcnto dl'i magi..,trato cht· .1vt·\·J uc('Ì",Q ,;uo p.1dre, e ciò prc,c1HÒ ,•normi difficoltà pcl'ché il ~owrn.ttorc dello Sri.wtung non ne voleva \~\pere. Alla firn.•. il t1;.\tt;.1to fu firmato ccl iQ fui inc,tricato di far a, crt: a Sucn Miao i centomila doli.ari d'a1gt·nto. Egli, pt'r la fidu<'1.1 dw ,wc,·,t in mc, liberò i prigionieri prim,, che gli ,·eniv,c con- "t·gn,1to il dt..·n,ll'n. I~ <JU('">tofu un gra- ,·<· <·iron·, pcrrhf' i ~ldati ,i riprc,cro il denaro e lo np<lrt.lrono ,tl go,·ern,1toll'; la pwn11·,,;1 di tr,l:-ifrrirt• il ma- ,i::-i,tr.1to non fu mantt•nuta e poco dopo fun ..no tutti c-.ttturati e decapitati. li ri,ult,110 fu che il governo C'inc\é fu tacciato dal popolo e dagli ~tranicri di fal,ita e che Sul'n ~fiao di\'ennc uno dt·gli c1oi e dei martiri riveriti cd imati dJ tutto il popolo cine\C. CARL GROW O ■ NIBUS hl FIERA I cappelli della duchessa Per J.._ su.1 grazia, pl'r la sua cltganu, pn -ti suo sen~ del vc:stirr->, la duchcsu d. Kent t: oggetto della più ,wa ammirnione da pane della buon.i societl ingle«-. !I.folte fogge nuove di \-'etliti o di cappl'lli wno \tatr- L.111cia1eda lei, e ~1può dire che t'\'.id eserciti, ogl(i, sulla moda frmminile l.l >IC~- ,a influenza che, 1ulla mod,1 maschile, esucitarono Edo.i.rdo VI [ e, in tempi pili vi• cini a noi, Edoardo VIII pruna Jcl m.1.- tnmo1110 I disegn.1tori ddle ca>1· di moda, all'iniz10 dcllt- ~tagioni, hanno l'occhio fhso .i.Ila r-lc{J::,Hlti~,,imda11chcu.1 ptr avtrnc su'1;geri- •nl"nti t' i,pir.i.,joni E non rtsl.l,n<>m•i dt"- lu~i Quest'anno, .t.lle cor~r a \.scot, b. duches~J. esibì quattro modelli nuovi di cappelli, uno al giorno, e tutti così srraziosi ,. originali, che gi.\ lulta Londr.- li riproduct" e li copia I giornali pubblicarono fo. tog,·.1.fie della d,1che\1a, or• con l'uno, or.- con l';tltro dr1 qu.111ro f,unosi c.ipprlh, M.·mprt", Jll'inc1rca, ndlo 'llt'SSO ,1t1cgl(iamen10 in c.i.rroi:u, sorridente- {J::raz1osamt"nte,ouo l.1. it·nue ornbr. del ft'ltro, I.- test.i le'(gcr menu· indina1., in avanti, come pr·r .l,('hr-rmini d.i.l ,·en10, con una piuma d1 struzzo ;i drstr;a o .i. \ini~tra, un iniierne di gra- .1:1at.' d, clt"i:;.1nt.1d. i altri tempi. I H('Chi frt'qucntJtori di \~cot eblxro più \'Ohr, in quei giorni, l'i\l,uior:t' di rivrdt'r<' l.s regina \k~~and1 .., la mo~lie di Edoardo VIJ e Alt"s>o1.ndr.1I.. 'l'.razios• >. [ CJppel11 dei primi trt 'IJOrni rr.1.no tutti ornati d1 piuuu· di )tru,zo. r, .1.n1i 1 'l'ià 1i dice che J){'I l'ind11\triJ. dt"llc deltt' piume, J., qualt" da u·mpo lang11i,..l, \Ìano in ,i- $IJ, ora, ,-;iurni mil(liori grJzir Appunto ai l'J.ppelli dell,1 d11che,sa di Krnt E 11 an• nunzia ch1· nrlle e c-olln1oni > d"autunnO dcli~· C:,IM" di mod.1, quru'anno si farà gr.lll• dt" ifoggio di piume. Solo il quarto i:;iorno· IJ duche~~a non µo1U\'.l piume: 111.1n.on pa questo il ca!)• pdlo era nwno .-U'anticJ e meno orlgm.ilc dc~li altri. \pp.lrv(', qut'I giorno, la ducht·,'..l rwl whto :atteggiamento grazioso: in <J.1rozo., 'lOrridc-nte, leg~crrncntc indin.11... in a,,rnti, 111.1 la bcll.it tcuina, questa voi- .E8EOOZJONE DI Dlt ... l.TORI OJNESI ta, eu avvohJ in un turbantt", in un \ero I:' proprio turbante.- un turban1c cosl \'CCchio Stile e coiì all".i.ntica, che nt·nuno sarrblx stato sorp1ho di ,·edrrlo in tcuo1 .olla rt'gina m.:1dre. ~omplt"t.l\a il qu.odro una \c-lc1t.1. biJnca, chr !-\Ob,Lia1.a ..1 vcn10 e Bu1 briti1h' • .unmonivono d.11J.lllll 1 f!:ÌOrnali inglc,i. • Bu1 b,it11lt! > .i.mmoniscono vi)tO.a e p.1.triouici n.anifntt 111 Piccadilly t· in Re':rnt Strrr1 , B,q bmuh 1 > ammonisce b pubblicità dipint.1 wi_li ;1.utobus o nf'llc 11.szioni dd! ... e so11rrro1m·.s> Ma la duchcu.a d1 Ktnt, da qucn'orecchio, non St'ntr, t' compra tutto, fino o1ll'uhi1110 spillo, a Pui~i i \Utili da ~fol)·nt"ux, i cappelli d.. Suzy cd è una rùlamt ,i- \l'.'llle, e di primis~imo ordine, pt"r la moda francrsc I nvrcc la, sua rt'.l{dlt' cogn,.t.i., l.1. regin:a 1:11~abct.t. , obbedi1rt' con nobih· u:- lo all'impcrati\O p.itriottico df'l e compro1rt· bntannico >, c non indoua un Vt'SlllO, un cappello uno spillo, cht" non si.. stato com• pr:uo a Londra se poi fact·ia un.i rffic.&Ct' riclamr ali.i. mod.1. ini:;lc'- cid\Cuno può giu. dicarc d.tlle fotogn.fic-. La duchc:,i.s \"csti,·a d.i. ~lolyneu,. tir d., quando era J. P;1rig1, prnna dl"l m.ur1,110nio, e allora, anzi, il t"apitano Edward ~(o. lyneu"<. eh,• è n.ito inglese, si occupava person.tlmente del suo abbigli.imento. Da quando la durhess.1 è A Londr., quc)t(' )peciali cure s.c lt' è auunte miss Ka1hleen, una urndeuu ddla succur,alc: londincst' di \iolyneul\ La duchc»a )pende con mt'lodo rifor• ni~c la sua gu.trd.lrob.1 d1Jc volle all',m. no. E, prrn J. poco, ogni ,oha acq11iita i sc-guc:nli capi di \estiario: due CO)tumi, uno per ciuà, l".1ltro per campagn.:a. prt·no circa 60 i:;hinre ci.,\Cu• no (ciru 6.000 lire-), quattro abiti da sera prTno da 70 a 100 ghinre cia\Cuno (d.i. 7.000 a 10.00, li1c qu.1.ldw \·olta la uoffa co~ta. .'i stnline, lire 475 circa, il 1ard). quattro completi per città, dur di lana lt·s~rra <" du<' di ~i·t.1: prt'uo d.1 70 J 80 ghinee \d.t 7.000 a 8.000 lirr), un po' di \estill ~uri per pomc:ril(~io. Gli e t"spcrll • ,timano chl' la duc-hn ~penda per J.1 \Ua '1:U,1rdarob.1.intorno ,1 5.000 )lt·rlinc: All'Anno, t cioè poco m1•no d mf"zt0 milionr di litt italiane:. ="on è poco. !1.-h, pa gli in~lr-i, il primo ~ton-n dei membri dcll3 famiglia rf"ait" è di Hstir bt"nc po,,ibilmt"ntc di dcu.ire la moda Un poeta greco dis~· chr i re conduconu i popoli con belli' puolt'. I rr in~lr\i con• ducono il loro popolo con b~i vf"stiti A. G. LA DOOHEBBA DI X:ENT CON UN CAPPELLO DI PAGLIA f1'I \RO DIRE'! fORE. l'arnwlo publa hli(·Jto d.l Om111bUJ ,u Euwpi.i P.i1.tdino mi hJ. \'1vanwnt1· mtt•rr..-.,llo. E n· n'è di da·. :\'t·ll.1. m1,1 .tdoh· ... n·1t:1..J <·011obhil>t•n<J· .1 P;tl..i.dino, ,1Hndo ahit.Ho p.1rt·cch1 ,11111<1·01 mit·1 111 una 1.-..1..1 immL•d1.1tanu-11u• pfùi.\llna alla ~ua (:\.1poli, \'Ì,t CJirnl1 n. 29.,. Fui tt·,timonr co,ì dl'll.1 trJ.gt·di.1 che ndl'.1nirno ddla celchn· nudtum -.c.,tt·nù il f.,mo\4'.J furto di ~iou·ll1. La P,daduw. che ,1 \.Cr\'iva t,tholt,, di ml' conw interpr<'- tc con ~li ,tr.1ni1·ri che Jffiui,·ano d.t lei per lt· '>t·dute nwdiJnitht•. mi pt•rmi-;e di c,\Cn1 prbcnt<'. Pdrtccip.:ti co- ,ì :.l numero,(: ~t•dutc. E nt· riport,u ,I convi1 inKrHo .L\.~luto dc!l'autcnti(i tà di qu<..·1 cuno--i frnoml'n1. lx·n<:hé allord comt· ora, c~ludc....,i 1n modo non meno J,..oluto 1'1ntcrnmo di ~piriti di defunti. Qu~mto .illa d1b.ittut.1 qut',tionc •t la P.ll.1dino uunasst o no, po,--o ri- ..p. ondt•rt· con pn·c-i,iont· in ,1rgom('nto. I frnom<·ni ddl.1 P;.1Jadino n.,no il p,ù delle L•ollt' .1,\0lut.1mentt· autn1tU1, t· ,pe,-.o dd tutto spontarin : più d'un.i volt.i, fuo11 ,t·dut,1. nwntn· parlavo tcm In di tutt'altn· ('O-.t:, d.1 --0l0 a ,ola. mi IU d.ito ,1.....,i..tt·rt· ;.1 fenomeni ,orpn..:ndt·rni di lt·, ita;tiom· l' ,po,t,um·nto di o~g1·tti. ,rx:,,o in pi('ni,i.im., luce. E,..1 tome ·,e un.1 for:1a ~i ,pri~ion.1,- -.c..· d,1 ki .1• ,u,l in,.1putJ. (' nmtro ,uJ. \'0l0111.ì Cto non toglie thc spt'SJO ui llt- ~t"dut..· la P.llad1no truccarn ,ia pn non pt·rdl'lt' jl cornp1•1i-.o di•ll.1 '-f'd11t,1, ,i.l p1·1non venir meno .\ll.1 Ml,\ fanu di mt·dl.um mondi.tic . .._jJ pt·r burl.1r,1 d1 C'oloro d1t H"lli, .rno d.1 lt·1 pt·r 1m:ttt·r-.i ,1ttr.1n·1"'-l>di lei m ront.itto nm l'altro mondo. La P.1l;1dino, quando ,io,i aa in L•<na, trun.t,.1 i\1.t trun-,1• ,.1 mah, in modo co,ì ~ro,,ol.mo d. ,(·mh1.1rt· ,f.1ni.1to. Ciò non toglie dh· qu.,,i .,,-mpn· 1 .. uoi clù·nti pn·mk, ..,.·io pt·r oro cubto i ,uoi t1 unhi gro,...ol.1ni; dd dw pa1t•,chit· \'Ohe I., P.11.ldii.,, t·hl~· J. 1 id,·n· <"'Orl 11w. l..1 ,u,1 nwdiJ.nttJ t·r.1 p11·s~rn hl.' t·,du ..[.\',lllll"!ltc· fi,1c:~; . m,1tni.ili1✓,111oni. apporti, lt•,·it.1• l.l()lll •'C"C L'auton· ckll'.uticolo di<hi.,ra di .- ~nor.1n• ,e l.t Pal,1dino ,ia ..-i\',l o 11101tJ . .-\ mt· con~t.t m modo induhhio dtt· J,1 P.,l.,dino è mort,1, un po' pnrn.\ della ~u1·rr.1. ,t· non erro. I !-UOÌ ultimi ,1.11111 non furono fdiò Rim .1. ... t.1 \'('do, ,l dd primo m;.1rito . il buon do,, R,1ff,,elt'. m.1uhini,t.1 u·.1tr.1lt• .11 W('• chio tt',\lro S.m Ferdinando. do\"t" 11 C.'\\ h·d1:rico Steli., ~ni '>t.'ra facev,1 trionfare la ,i1tl1 e l..i. ~iu,li;ti,11, p.a... ,ò ,I 'll'Condt· 1101✓e co11 un gim-,lllt', che la "fXhÒ 1x·r intrrt·,,c e non la fc1.:c frlit-c. Ne~li ultimi ,umi l.t ..,ua mcdi..i.nit:\ ,i <·r,1 a"'ai in<l<'bolita. L.1 P;,tladino ('r,1 buon.i (,,·attolica • "P<''>'ro le din·- \'O ridendo dw ,,lfcbbc .1nd~tta .11l'infcrno p<'r le• pr.1tiche a cui ,i Ì>rt·,t.1va, m.i C',,,1 mi rcplica\'a in n,1polctano. UJllCi\ lingua che p.u·Ja.....,(', cht il l! a dn accomodeme,zts m·t·c le Ciel e la ,u.1 r~tpprt'\c'ntanu in tar.t. Ciò cht· l'articolo dict• ..,ulla vi,·Mità dd!J. ~u.t intcll1gC'rua t· b bontà dt·lla ,u,\ natur,1, è l'~ani ....i.m. o; fu buona e gcncro ..a., bt.·nchf a... ,:11 , .:rnito,.1, t· pt.'r vanità più (hc per gtnCro'-ità ~i f('cC ,pogli,U't' di qu.1-,i tutti i ~uoi \'Ì..,to~i gu.ldagn1. ~l1a madre, chl' le t•r.i .,mie.i e k d.tva dei buoni comi~li, natur.almcnte non .... cguiti, ..,pc,'>O le profetava cl_tcp<:r tropeo buon cuore avrebbe fimto i .,uoi giorni in mi~c-ri,1, e cmì è \t,lto. Po,..c1 a do1ma Ema pia ! Cc)rdial1'J"t.t•nt<.', /\ORIANO Tll,GIIER INTERROGAZIONEINDIBORETA Al OOMUNI Yl rJ FM PO f,1, il C<lrrispondr-.r,tt"d;a. Londra lJ. d1 Tltr /{111.. York 1/aald T11b1,me, Joacph DriKoll, mando 41 ,uo giornale un di1p..c..c10 iuli.a ,ituill.lOr,e turop.-a., m cui •i v.an1.ava di anrt- e il pri,ih·gio d1 ,p .. ndrrt' l"iò eh,. si può chia.m4r,- la luet uffici.U,• • ,ull'aucggi.1rnf'nlo dcll.1 d1plomi1L1a in11J,-y rigu.1rdo ,1,lla que1tiont" .1bi.. ,ina, "' qudl• ~p.1gnola, a qu.-ll,1 er-codova.cc... e di frontt' ..n. e Pott"nv dt-ll'A1M'" e l.'('u.W·ua di qurl che •egut >, a.1i?;1J:iun gr\ a, e non può cuere mt",~a in dis,cusHonr •. Qu1udi affrrma'"·"' che il F<Jràtn Offra ;. drll'opiniont ch,. l.11 Ct"Codovacchia non pou.a ccn.1:nuilrt nt"ll.t preunt, forma, m• dr-bba far I• pacr col naz.nrno, ptrchi né I• Franci.1, nt I.a Ruuiii andrebbero in IUO •iuto. 1t lr- truppr ttdnch~ ,.1rcaiuro la front,cra. Subito dopo fo1C"'~.Juna ri,<'l.illione. e t. ammrs.so che gli ~tati l" niu fosw-ro il pae,t a.I quale- Anthon1-· F...d.-n,a.I momento di di• met1rni da sr_lfrctario di Stato, ftct" ri(rrimrnto in maniera t"nigmatica. (cr1puiall1 re/errrd), quando di,~ cht", oltre iillc diffrrt'n'lt' di,. ;,t.Ve\·;a,t.\·utt' con !l,{r Chambabin ptr qu,.nto riguard.a,a l'lt.1lia, c'rr.1 u,ua, fr.i loro, un'altra. font,. di fonda.men• tale- diuccordo > .!l.b il Witch.1II non .,l,Hl"bbe \Oluto che si di\U)lj:aH• I.a natura. dd di.Yccordo Qut"•t.a corriipondr-nu diede luogo a una d1Kuuiont a.i Comuni. Il dcpul•to libtrak Ct'offrr)· ntrni,e che fo,sc.· 1t,1ta Ìipirat.t., o fir,k' di ritt'nt'rl.11 ispir.ata, per poter dati' fau,di ...,J {J::UW·rnoE prt"lioCntòun'in1nro- ~alivr,t- pf"f •.&perr perché l'informaz.ione d1 un di.accordo in 1eno al Gabinetto a. propos.itu drJ(li Suti t:nll1 foa~ nata da.u .. na )IJ.mpa. ,1mt-ric.1n..i. t' non .111pulamento, e poi ptr s:.i.pcrechi" ci fOllt' di ,ero Cha111t,ul.1in 1>on mo•trò di ~radirt' I.il :ndit.Cr1·1i~im.._ intrrru,uriont" fulminò il d1·1>.i.t.10 Mauda con un'occhiat.t ,-c\erJ e sibilò e S•pp:.imo da lungo t•·mpo chr M r ,tandt-r .ama posa.rt a tn/ant lnribft in qul"it.l Camn• lo trt"do che difficil• mrnte pon.,1.t'U<'rf' cosi i:,noct"ntc: <"Q111, e..aol M"mbr.rr- ci dict· che •e un a;iorn•lin.a re• spou~.i.bik o~A d,11,- infonn,n1oni cht' dcfmi1t·e 1..1ffiri.aliq, ut"lte non pou..ino eS\t'T<e ro1·nt1lC r upptc-M·nt.no r1a.tt.iruentr il p.Jnto di '"iua dt"'-li or~.;1.nìufficiali D,-,o dir.- che Ji..., po(,. e1prrif·nu dt"i metodi giorru1li~t:c1, lt' può realmernc crf'den· tutto qut')l0 > Come ,i w·dr-, un• ri>poHa cht" t'ludr,·a qu.a,i complt"tamtntc l'inttrrogaziorot" UN IDILIO SFIORITO [\a \, Ql,, Al.E cht" fosse l't"s.attuu ddlc lllJ ri\t-lazioni del pubbliciua Ori _·oli, o~g1 ,: h .. \Cr.ilmentc l'1mpn·,uone cht I uppo111 fra Londra e Washin~ton non siano più cordiali come cr ..no .ina ,·olta Ci fu un ttmpo in cui r.. mb;aH;.iltOrt" de11:h/)tJ.tt Un111 ;a Londra in,oc;a.\·a. m d1chi•raziuni df•)t:natt' a.Ila pubblica uampa, e una mtf"~ durc,olc > fu le due nazioni di lingua inglc~ intt"sa chr, a suo a.n iso, ~,11c-hbt"Italo il rimedio sicuro a tutti 1 ma.li drl mondo. e Se i popoli di Gran Breta.a;na. e d'America cogliessero ,·era.menti" l'occa~ione di condudr-re un.i int, s.a dura tur.i e ,1abi(jS§("fO le basi di una Urt'tta collabozazione diplomauca., 11 mondo ~urbbc libtr.1.to dai suoi tt"rrori, ciascuno 1i st"ntirrbbe m ~icurcz:z.i.e tutti i grandi problemi di politu;a e,ttta trov ·ttbbao da 1e steui una "°ltu:onc >. Cosi p.11rl,1,·a, nel 1934, l',rn1b,uciJIOlt' Jud~t' Bingh.t.rn a un rcd.attorr ddl'Obur- ,u. Sono p.1~uti da allora qu.J.ttro anni L'.tmb.uci.i.torc d1·Q;liS.tati l,;niti a Londr-J. r" t·a1:1biato • è, ora, il muhimilion.-rio s1- ~nor P J K·nned)·, padrt' di numero,a 1• florid.1 prole ..\ siudicare dalle foto1t;r.tfie c't: uu ... i;und, ari.i di felicità iu cal.t dcll'amb.1"'-:a1ort Kt"nm·dy lui ridr st'mprc l',unba ..c. i,llric(· -.orridt". i figli (cht" <,ur,o q11.t.,i una dir, i11.1,di tutte lr t"ti e di t,1ttr Il" stature) ~onidono Anch't"u:. Ci ~i pot1t·bte .t.ttcndt·n:•, dunque, di tro,·a.rt in qut"st'uomo cminl·ntt' t' fortunato una rrrta ill'clinaLio1u- all'ottimi\mo, una rtrt.1 dispo- ,iL1onl" a H·dnc la vita in ro.,.·o. Semb1a, h ,ed.i 11.-ro: in m·ro la ,,1,1.a i:ione urupe.l. in nero l:a politica l'\lt'rd della Gr.1n Br,-t,tg11a. O,a è audato a Wa.shini:;ton a rifrrire al prr~idr-ntr lluo ,eh. rhr, alla ,ua volta, .l\ft-bbe dr-i 1t;r,.\ s,o~p.-11.sut fini drlla diplomazia britannica L"n v-tthiaualr- inJ(inc non ha e~italo a ri- '"el.Hl' che, • dil'lro le quintr, vi \arrbbc ·1n'.1tmo\f.-ra di \f'T..t e propriA tt"Miont fr,1 Londra l' \\ .1.,hington >. SCJOCOBEZZEDI IERI E DI OGGI ~ I SCRIVEV.\NO multe ~ciorchtnt", al- ~ cuni anni fa, ,ulla collabora,ionc .111- ~lo-ament·an:i E \(· nr cominci.1110 .s '(r-Ì\"('r<', ou, ,ulle intitpiditt· rclaz.ioni fra i dul' go,·trni Comc esempio drlh· primt". ,i po,.>0no 1icordare quelle che si 1<'.-:gonond libro dc1 gc-opolitico 1edC"sco S1oye. e La collabora1jone dei due popoli ani:;loSJ.ssoni, che ,: è detto costituiscano le dul· ,ole Pott'nzr mondiali d'oggi, è il fattore più importanlr ddl.1 politica mondiale e si può dire eh(' l'anno 1935 sia posto sotto questo «·gno >. E qui è da rile,arc semphctm<'ntr~ 1) chi' l'Inghilterra e I' \mtrica non ,ono le ..ok Potenze mondiali; !2) che la loro colla00ra7.lone, in quanto non ancora cominciat::i., t" quindi ines.is1entt", non pote\'a t\\C'rc e il fattore più imporunte della politic.1 mondialc >: 3) che era uupido annunziai~ nel 1934 che il 1935 (pro1>rio il 193~1 e non, per ('sempio, il 1936 o il 193 7) fosse e po• \IO ~otto quel stgno 1i; e, in ogni modo, il I 935 è passato da un peZ7o e i fatti non hanno conferma.io la profozia Uno dei faui principali sui quali il ~t'Opolitico Stoye fondava la 1ua e te5i {la t"hi.1m.1,a co~i) ddla collaborazione angloameri('.1.na, t'Ta che gli Stati \Jniti disponc- \ano di ,art \'Oti a Cint'vra e cioè dc! ,·oto di Cub:a, di Haiti, di Panama, del ;,;'icaraq:u.1 e della Liberia E. infine, conscgucn7.lario fino in fondo, lo SLOye, dopo Nscrsi domandato come si ,arcbb(, auuata la collaboruionc fra i due paesi anglosaswni, rispondeva con sicurezza,: « Cli Stati Uniti divt"nteranno una pane dell'lmpt'To, che non s.ari più "britannico", ma "anglos;:i,,,>0ne" >. E, infine, P' 1rhé Llyod Crorge u ,-ra pron r.ziato a (;n<•rt' dr-11..it.oll.tbou1ion,. con l'Amuic.a r: il prt"sidt"nlt' del Cor,1i11li1Jc.in ..d. etiC" a'\,·ev.a ('1prt"MOuna gra.nd~ .ammira.rione per RooSe\elt, il p;copoliu""o Stoyc condude, a. e l'idt".a di un Impt-ro ..i.nglos.auon,. è in marc1,1 • Quf"UI 1,- idit..L1c che 1.1 terivt"v .. no 1rri sui r.1pporu an~!o-a.mu'ican1 E, fra qurllr cht' si w:rivono og,:i, ba.\tt'fi ricordart" c:o che si Jt·ggt- nel settimanalr in~lt".,,- dianz1 ci1ato. s.. c.ondo quf"I P"'riodico le rclu.ioni anglo-a.mtricant' si ,arf'lihero comincia.te a Jt'•Ja1t,nc da qu.ar,do cadde il mminro E<f.. n J)('rché e Franklin Roo.,,-vtlt .1Hva. ul\.il gr.t.nde ammirazionr- puwnalt p-·r 'T ony Eden f'd na un sill'nzioso a~mira.torc della sua poLtic.i di ,1curezza. colletti\'4 , t' r.; ra\'.ll che sucbbc vtnuto il l"fflpù in < • ..i.weLbc potuto indurre il suo pa,.v :s C(•ll· dividere il punto di viua deila. U'g.ol dt-lle N.illor,i >. St' così fo~, n·nerrbbf' d..i. tpir- .s:are perché mai ROOKvtlt, sc:nza. cht- n1entt' lo C())tring:~14" • farlo, appro,·a:~ put.blicaml"ntt' l'accordo a..nii:lo-ita.liano, chf" 1rirn0 il ca.po\ r>I imento dl'Jla politica vg,Jita. fino .11llora dal govrrno inglt1e. cioè dtUa pt>- litic.a di Eden OBI PAGA IL PIFFERAIO. (i:iJ E un int;epidìn ·nto \I t: ,1.110 nt"lle ~ rrla.Lioni .1.n_glo-amerir.anf', t" ~ si 1pirg.1 con ragioni bc:n p:Ù gran e vr,.r dcli, >toriella di una. lol"grt"ta.arnm1r;i,òunc di Roo~~:Hh per Edrn, Che· un int:cpid1mn,to \I sia Sl4I0 11 pub dedurit' dai v-ic:uenti fatti I la 10spcnsionc dt"i nr"ozi.1t1 pn il tutt.110 d1 commercio. 2) la politica diHrgt'nt.t: eh~ i due a;onrni hanno u·guita. di frontt al e colpo,. drl pres:dt"nte Cirdrn .. o ~,- non jncorri ..r. i10 in trrort", l'A:urrica., lun~i dal rrndt·ni M>- l:do1lc con J'lnghihara., Cf'rc.a d, tr,.rre pru• fitto d.il! .. durezza d,-JJ'attt'J.:~;a.mento :r,~-lt-- u-); 3 il generale L'g.1ki1 nuo,o ministro 11::,.ppoucK"d"rgli Affari Eur-ri, h.;1. .t.nnunzìato I.i iua intf"nz:ione di far mighur,1rr rapporu anglo-giappone~i, qur)tf' e ,1pc:·rt.1re > probabilmente si rinno\·t"ranno e, dal modo m cui ,i ri~pondcrà il govrrno di Londra, dipcndt"rà l'.;1.nc-nirt' non solo d,-ll,. rt'lazioni anglo-arurricanc, ma della pohuca mondiall' La ra.giont" fond•mc·ntale d, l rn..at•mcr.to 10pranenuto nelle rt'l.1z.ioni fn i d:Jt go- \HUi s.-mbra. ~ia qu,·sia. L' Arnrric;1. prete-,.~ dl'\.t. chi' la. Gran Brtta~na facC""3t' na. ct"ru politica estera, che sarebbe ,tata. molto utile a.gli intcrf'»i americ.1ni, in quanto li a.nt-bbc indi~u ..mente dift"si, m.. cht' a\febbc: implicato IX'' la Criln Bre1;1.gna steu .a. il rischio, qua,i cnto, di una gut"rn per lo meno con la Germania e col Ciappont' la. cosi detu polj11ca dt"lla. s.icurt"Zu collctti~a L"lnghilt,.rra., a.Ila sua volta, ritene, a di non potere a.smmers: un C'())Ì t·r.lvc ri<.ehio M'nza avere I.i Ct'rlt'u.. ddl'aiuto americano. \I cht" cdi i10la.zion:ni ar_ncrico1nirisponde-~·ano di non ~i~r d1)po- <t1 e a cava.re· le Ca.•ta.a;-n<d' al fuoco p( r conto ddlii Gran Bretagna. 1i 11 prof F1eldhouse, in una confNtnza al Cha1~m House, _indic ..\.'a quattro attegg:ia.- mt"ntl caratterimc1 del pubblico americano. 11 primo è quello degli amerìcani che profess.a.no una sospettosa diffidenz.a ptr b Cra.n Brct.agna. Il u-condo è quello de,i:li americani isolazionini, i quali hanno per dogma che il loro paese non dr-bba m,11 eut'rt coinvolto in gutrre europrl"'. Il lt"rzo che è ~roprio dì mol~i amniuni libc:a:i, i e stmphctmf•nte un r1flt:"<W,m quello C3.~- po, drlla 1c:aiilura.ta. abitudine- nordam,·ri• e.and di far c-orrt'rt' ad altri i rir.ch! chl non ii ,ogliono ahuinert' in propri" L"n emiut"ntc americ.ano di Chic.ago mi dicna .olkuni mc\i fa Puché I• Gran Brct.ai,:n,1. non ,1 mt·ttl' a. c.apo di un blcx:co dl·ttiocr.1.tico in Europ.1' Potrt"ttt" t'~~erc ~irun df'l no\tro appogi:;io mor.llc ,,, li qu.-1 to Jttq,l(ÌJ.1t11"1llO,infine, t: quello dca:li am<'• ric.1ni benl' informali, e i qu"'li capi-.co110 <ht" la Gran Br<'taQ;n.a è: uata per lunQ;O 1r1opo la prima linl"a di difrs.a dcli' \mcrica l' l hl' un mondo, da cui la. Gran Bre1a.-:na, com(' Pot<·nza di prim'ordine, ~paris~c-, di- \t·ntt'n·bbte un mondo ,,·mprc più incomodo per l(li Stati L' r1i1i> t" costoro ritcn.-:ono che, quando la Cr:in Breta'1:na f<»"t' ~Jll'orlo d1 un.a gra\" di~fat1.1 (e non prima. I' \mt"rica s:1rcbbt· mdotta d.;11~uo ~tl-'>'OQ inh·rn\<• a Ìnlt-n·cnire. Sc:nouché l'iutcrvento amt1ic.11,o .all"undic<',ima o.a potrebbe .anc-he d,ur la \"ittoriJ. alla C1,1.n Bretaena. n.a una ,·ittori.1 dì Pirro: ancora più di Pirro di qudl.1. di"! 1918 In conclusionr l'.\rncrica <" di,po,1 .t c"ncrdnc la sua Jimpatia alla Gran Br,·1.-gn.1. "' l.l Gran Breugna fa ·1a po::ti 1 ., eh; può condurre .ll!.l c;..i,·rra ).."e,~,,11,· p,ltr..i. uo, .1n· irr;u,;pont'"olc· che I.i. (;r.-n Br, t~,,:i:a cerchi di ri\parrnia.rt' a ,,. ,1 ·,~3 ur:.1 ,;r;ut"ira mortali'. anche a co,to di pt"rdrre le ~1mpati1· d1-,di americani e !:),e \Olo 13 Gran Br<"l.i.),t'nadne pAça.rc- il pifferaio . .,,,lo b. Gran Bn·1agna ha dir;tto di ,e ·1d ·rr la mu~ica. HICCI .\Il.DETTO ANNOII. N, ,s • 9 LU0L!0 1938-IVI I OMNIBUS SETTJ!,;ANALDEI ATTUALITA POLITIOAE LETTERARIA ESCE IL SABATO l'N l'Z-16 PAGINE ABBONAMENTI Italia I lmJ)'N:1'. &D.11{. 1,.42, emutr-e L. 22 E.nero l &11110 L. i0, MmMtn L. 36 OGJI IUlltkO U!U LIIJ. :•:::c~!ttlit~, 1!~: ~~h'!~~~;~i, 11 o~ Dlruiou: Boma • Pi1u.a de.IlaPilotta, 3 TeMGllON, 66,470 AIIUIIUlllt:ruiou: .lhlano • Piuu Carlo Erba, 6 Telefol:loN, 24:,808 PabbUdù.: Per millim~trodi allena, baL ellaer1 ria; ~-il~-ll~v/~~gs~ti:l~' M.e~~\!r?~I) 11 2cr1f&~ Pangi, 56, RD•dDFa11bo11Srgaint-Sonore

• IE COS.\ fu, vc-ramenlc, la <'Onfrrcnza di San Giov.:i.nni di Mariana del 19 aprile 1917? La risposta è nella coscirnza di tutti: un rs1rcmo tt'ntativo, da p~rte degli Alleati, per distoglit>rc l'Italia da quelle che euno le sue fond:inu.•ntali, indeclinabili upirazioni. Questa verità tro- \a oggi una piena, a· ,aiuta conferma da pane di due diplomatici, che osservarono le cose da \ icino e presero parte, diretta o indirNta, a quei negoziati l'amba~ciaton~ Barrèrc e ìl conte ,\ldro\,,ndi ~lare- -cotti, fidato collaborato,c di Sonnino. Le loro ri\clazioni, che concordano nella IO· s1.i.n2:a, ritscono a diuiparc, in modo veramente definiti,o, quella zona d'ombra che intorno alla conferenza :ne\·ano anco1a l.,~c-iato su~siuerc, e non certo a caso, Lloyd Georg,, nclle sue Memorit, il preiidentc Ribot ndlc Lettres à un ami, un \.Olumetto app~rso nel 19'l41 Alessandro Ribot nel ,uo ]ou,nal che è del 1936, Poincaré nel nono \Olume dei suoi ricordi Au service d, la F,a'la. Apparentemente, la conferenu di San Cio\ anni di ~loriana dOH\'a esaminare la )Ìtuatione dell'.\~ia ~linore nelrcventualità di una \ i1toria tot.1.le degli Alleati, che a\.ttbbc de1erminato lo smembramento dell'lmpern ottomano. Di fatto, aHebbc dovuto prendere in considerazione le offerte di pace separata che \enivano dall'.\uitria, aura\Cr).() la famo1a lettera dell'imperator-: Carlo al principe Sisto di Borbone. La diplomazia franco-inglese si mo11,econ estrema prudenza, conoscendo il carattcre diffidente del ministro Sonnino. \scolliamo B::arrère. ~ci primi giorni dell'aprile 1917, Ribot \Ì rnise al corrente del vi\o desiderio dei goHrni di Francia e d'ln~hilte1T..1 di conferire, nd più brt\'e tempo possibile, col goH•rno italiano su questioni importantihimeo, aninc-nti alla guerra St'nza danni alcuna \pic~a2ionc, mi pregò di pari.une col Sonnino. Questi mi domandò, prima di tutto, qu,lle sarebbe stato l'oggetto di simili comeruzioni, alle quali, del rrsto, ('gli. era dispo~to ad •adnirc in linta di mai,- iim.i Gli risposi che- l'ignora\o e 10ggiunsi, come mia opinione p,·rM>nalc, che, pro.. babilmcntc, i due goHrni dcsidt'ra,ano uno ~ambio di idee con l'Italia sulle questioni nelle quali le tre Pott-nz.c erano interessate: la questionr greca e le future sorti dell'Asia ~finore >. t:lu:riori insistente del Barrère pre,w il Ribot riuscirono \·ane. • Il prt",idcnte del Consiqlio si limitò ad insistt're sull'urgenza d1 questa riunione, che avrebbe dovuto tcnet')Ì a San Giovanni di Moriana e mi sollecitò a fiuarne la data. fu con\·enuto con Sonnino che l'incontro avrebbe avuto luogo in Savoi" il 19 aprile, e che l'.1.nebbc accompagn,to il presid,nte del Consiglio on. Boil"lli >. t. n.. aputo eh, il barone Sonnino era .sospetto~iuimo e- che non si fidava deqli Alleati, che trop~ vohe gli avevano dato indubbie prove di m.alafedt". \nche in questa circostanLa non Ji smenti, nonostante l'adriione alla inopinata confert"ma. e ]t i;ÌJ bien, loutt/ois, q,u la dlfianu naturtlle du ministr, det A.ffaires lt,an1aes llait lt·tìlll, par uttt brrnqut invilt Il', e, ,1menta il Barrère. Senonché, a dii,ipare 1 IC'~pctti del Sonnino ave\·a abilmente proneduto la diplomazia dei goHrnì alloti agiu.udo la q1Jcstione dt'IL.\•ia ~linorc, con opportuni riferiml"nti a quei e compensi>, eh(' il patto di Londra contemplava in modo del tutto f(enerico, ma non dc-finiva, pcrchi la loro d,·6nizione era subordinata all't'~i10 della guerra c·c, a qu( ,to propo,ito, un documento di ~traordinari.1. importanza che mO)tra ramarczz.a, l'inquit"tudinc, l'irritazione del Sonnino prr il subdo'o proadcre dc~li ,\1leati. Ed è un suo telc1Jramma del 17 Jet• tembrc- 19 16 al no~tro ambasciatore a Londr.,a, m.rcheSf' lml)('riali, eh,. ii riferisce agli acrordi cond,i~i da11;1iAlleati a no• stra inwputa. Il primo di quelli accordi riituarda\a Coitantinopoli e gli Stretti, cd t'ra nato concluso nel man:o-aprilt- 1915 fra la R,mia, la Francia e l'In11;hiltt"rr.1, dunque in pieno negoziato franco-runo-anglo-ita.liano del tuttato di Londra, condi- ;it~,\g:, p:e:~~::~t:rod;!1i~:,u;:11;nl~~:~~; di E. Grt')': e Biio~na che rhalia firmi, poi, ,.,. Sazono\ lo dt"sidcra, 1i potrà farle Qptre che la qut"ttion.- di Costantinopoli e degli Stn·tti dr\ e eut"rc aCCl"ttata come ,h,,11 riilie ~on c'è altro da dire. Il ~cor.do di quhti accordi, ,tipul.1to nt"I mall;lofÌOdel 1916 (accordo $ykn-Picoti, in t,·rr-S\a\a wpratt,itto la ft,lncia e l'ln11;hil• terra c ,i rift'ri\ a alla spartizione dei tcrrit.>ri ottomani. e Euo fu tenuto accur.1tamc-n1,· nhCO)tO all'Italia>, scri,.·c Lloyd Ceorlil'e ncllt sue MemoriL Che cosa stabili\·ano questi accordi, )p1·• cie il \('Condo) Dopo wdici me,i di ~uerr.1., Sonnino non era ancora riu«-ito a U,prrlo Di qui uno u:uo d'animo d'insoffrrtnza t di prroct'upuiont, chi" non di rado auumr\a i cara.uni dt'll',.,a,pnazionr S1.a.to d'animo chr 11 11 adure uri tell"gr.'.lmma al m.u<hcse lmpcriali e S1am.1n,. qul"\I0 .mb.1snatore d'Jngh1ilt"rTa mi informava <ht" Grl")' si proponna fare a \' E, ai primi drlla t"ntrant•• ~·t tim.:rna, ~r conto anche della fr,WL a r dtlla R,1,~i.1.,le prome.nt com11nira1io111re• lati\·e ,.11,- int<"Soitn' trrv("n,ite fra lt trr Potrnu ri~uardo a~li Strttti t al\',\Ua \-finore e }-fo ri1pouo chl' aHti apprc10 con inlf'H'\t(' tali comunirazioni lunqamcntr an• fllin7iatr cd attrll", ma chr- non sap,:-.,,ona· ,condnc che lr oJltìmr not:,it" ricevutt' ri. ~uardo ad ruc- avt"\·ano prodotto in wc- uri sc-nw c:!i doloro1a &t.1rprl'1,a e 0.1 quando l'ltalia 1·ra c-ntr.11.J,.in eul"rra (On la Turchia al fianco df"qli \lleatj avevo, di fronti- alk , uir \Od chf' corr'" vano, chiesto più ,ohe :v: e- quali art'ordi fo~ro )tati di~uui o convt"nuti tta gli Alleati, in ordin,. prima agli Stretta e- poi all'\sia .\fanorr Mi 11 era tempre ri,PQ~ln, sotto \arit formr, cht nulla vi era di preciso o di d<"ciso, spcci.ilmrnte per l'As'a 1917 - 0ARL0 E ZITA AL TEMPO DELLA 00NOI0JU Minore; tutto 1i sarebbe riwlto a suo tempo e di piena intes.a comune, e ogni maggiore nolizia ci sarebbe forni1a non appena ci fossimo meni a pari con gli altri nei riguardi della guerra all:1 Germania .\ppena dichiarata tale guerra, tornai a chiedere di euere meiK> pienamc-nte al corrente di tutto, ma da circa un mese ci si rimanda da Erode a Pilato, pretestando, ora che ci s.i "·ole\·a comunicare un sunto riassunti\O degli accordi dhersi, ora invece il testo originale e completo dti medc~imi Tutto questo dovna faNi a Parigi, poi a Roma, pui :,. Londra A~pettavo di S("ntire finahntnte da Crey di eh(· coi.a \·cramcnte si trattava ~fa intanto non potevo, d,1llc poc-hc no1i2it td ossn\·.1.zioni raccolte, non lamentarmi di alcune cssenz.iali que,tioni così di forma come di sos1anu e Comincio dalla queHionc di forma. e L'altro giorno, Margeric dice\'a a Tit~ toni che si trana di accordi già chiu,i fra i tre Alleati e che non sono mutabili; l'It.1.- lia ne aHcbbc la pura comunicazione pt"r ,ua notizia. L3mentandosi di ciò Imperiali a Grey. questi o~S<·r\.·avache l'unica q11e- ~1ione 1ta\a ntll'csaminare se gli accordi presi fra I tre Alleali erano in opposizione con l'art IX della com cnziOnt" di Londra oppure no; e nel ca~ che no, nulla vi era da o~~t\.are, né poteva cuf'n•i m.Heria di lam('nto da part(' nostr.i. Ora a tutto questo io mì ribello. L'nrticolo IX cr,1 solo una indicaz.ionc dellt' t•t~ iioni \'Crso cui si volf!cvano le aspiraziod italian<", p<·r mantenere quell'equilibrio me• diterranco, .&Ila cons<t\.az.ionr del qu.1le le. Potrn:u- ricono1ccvano il legittimo intercue delrltali, L·an. IX non drlimiuva nulla Lo ,tesw Grc-y ,i tra opposto l'anno \C'ouo a ogni pr,·ci,a drtl"rminaziOnl", dict'ndo chr tutto si iarebbc diicuuo tra Alleati sopra un pif"dC.di perfetta parità \ mio ani«> non eutrc fair play, non l'S~ndo Jrall" né equo il patte,J'Ciare in tre 101i 10pra intl"• rt's,i che ti riconO\Ce\ano comuni a tutti 1 IQ('i, e poi cormmiran· le eme <Ome 1)(-ll'r drcisc al qu.i.rto Allrato, dicrndogh chr non lil'!ire~ta wu.a.n2iahnr111,• Lht" acc,·ttarc quanto fu già fiuato d;u~I: .1!1ri. L Italia r i111c-rcua1a quanto f' più dt1j:li altri nelle q•ibtioni d('I Mt"diterranco, nel quale si trova tutta rarchiuia, t" del vicino Orientr \.i è intl'r<"~iata anrhc più dc11;lialtri per l.t numcro~a sua emigrazioni"'. L'art, IX, comi": dice\·o, riconoU',. qursto suo intrrcne nt"ll'cquilii>rio dr! \lcditerr.&nl'O. E allora come ai gi1u1i6r.a uri patto fatto a 111a in, sap ...ta tra i 11101 \llcat.i, patto con cui tutto porta a crt"drre che si modifichi profondamt-ntr- un tale. cquilihrio' e :,..;oi vo! ,·amo cs. nt' alkati, vol<"\aIDO l"IJ>'"rell"ali e cordiali amiei dt-i i.ostri compal(ui d·arm1 ma l'Italia non si s.arcbbc m.a.i raw•~na1a a (art" la parte di cliente o di prot•·tta d, que5ta o q11rlla Potrma o gnippo di Potenu. \11llr \·oltl" meglio rc,1arc soli e isolati. L'Italia avrebl,<· cn• tamente continuato a condurre innanzi fi. no al termine la presente guerra con ogni maggiore energia, ma da1a la situai.ione che si mostrava di voler creare intorno a noi, l'avvenire appariva troppo oscuro; e ciò mi doleva amaramcn1e . e Passando alla qucuione di ~ostan2a, ancora non .sapevo quanto .1.Icontenuto degli comunicati al Sonnino nell'ottobre succc~ sho. Essi non erano tali da soddisfare il nostro ministro degli Esteri, che replica\;.. mediante due memoriali che initiavano una vera contesa. diplomatic.t fra gli Allcau mentre si combatteva su tutti i fronti. accordi a\vt"nuti che qut"I tanto chi" ~ tra Che cosa dovc,.a pen~arc il barone Son• sparso da parole accidentalml"nte pronun- nino quando l'amba~iatore Barr~re gli proziatc da Crey o da Briand, nel corso drllc poS<' il convegno di San Cio\·anni di Moloro varie conversazioni, ma questo tanto riar_ia, Che ~i_prest-ntava, finalmente, l'ocbasta.,,a per arguire che siffatto contrnuto cas1onc propma per regolare la qucstiont' nei ri~uardi ddl'halia non è in armonia dl"i famosi e compcn~i >, per dare un conné colle parole né tanto meno con lo spi- tenuto sost.ilnziale ali' 1rticolo IX del tratrito dell'art. IX dcli.il convenzione di lato d1 Londra. Re\1ava sempre un'ombra Londra di so,petto per il « bru§Co invito>, che dcCrey ha detto a V S. Cut'rc stato nei notava, da paru· degli Alleati, uno 2clo imdeui accordi tenuto conto drlle csif(.-.nzc prowiso e per ciò stcs'-0 inspiegabile. Codl"ll'ltalia riguardo Adali~ munqut' sia, a ras~rcnare l'animo del Sone ~fa l'art. IX dice che l'Italia dovrà nin1;",_ad eliminare qualsia-'! sospc1,o, interaH·re una parte congrua (lqui1abl,; in ra- "cn1\a propr10 in quei giorni (1.s aprile gionc di quanto ,enga ;uicgnato aqli altri 1917), alla vigilia, cioè, della p:irtenza per dans la rJgion midittrranùnnr (il te.Jto San Cio\anni di Moriana, un telegramma italiano del nostro p10-monoria dicc\·a di Imperiali. '' nelle provincit mtditerranec ") avoinnant Il nostro amb.J~ciatorc a Londra avr:va la p,o:;mc, d'.tldalia E con ciò si allude incontra10 due ~iorni prima ad un banchiaramc.ntc a tutta la regione d.1. \lcrsina chctto americano Lloyd Ceorge, che gli a quel di Smirne, col 1el:1ti\·o luntuland a,·<"va espresso il desidl"rio di •vere con lui di Adana, di Konia, di \idin. E se allora, un colloquio privatissimo. Ecco l'r.satta"'"relo rip<-to, non si definirono più ciattamcnte lationr del colloquio: le nostre richi(',te, fu solo ~rchi Cn·y di,sc e R_t-catomi da lui ieri, mi disse, insistencht' tutto si sarcbbl" deciso più tardi ira do d1 nuovo sul carattere srgreto e perso- .gli .\lleati con perfetta egua~lianza, e nale ddle sue confidcnu, di aver motivo di d'accordo. ri1cnl"re chr Ribot si p,oponga di invit.i.rc lo non poho accctt:irt" per conto dl"I V E. e lui stesso ad una conft'renza a tre, mio Pal",e la partt" che- ci ~i vorrebb<:· far al_lo \copo di di«-u~ue direttamente la quc• rapprr\cntare d'infcrio1i1.à e di pupillaf(lj:iO rnonr dell'.-\\ia ~linorc e della Grecia. A \1c ne vado piuttosto dal po,10 che occupo, tJ.lc conferenza il Primo Ministro annette dic,·ndo ai miei concittadini che condan- importanza ··vita.Jr" ,. ipcra che V. E., se nino pnrr mt-, ptrché ho ma11c,lto di pru- 111v11aton, on rifiuti di intt'n-enire. Egli condrnu e di accorginu·nto fidandomi nella ,idt1a e~,enzi.1.le che vengasi al più presto l,•.altl, nl"ila buona frde, nr-1 ,cn10 di equi- ad una wlut.ione dcfi.n.itiva sulla qut'Jtio- ~:\:rn~n:~~at 7 .clla chiarena di Hdutc dei ~:cc~-~~-a~:~aa~l;~~;~~itar!"e inco;r;~•nt~iui~ e Xon mi aspettavo tutto qul"!tto tanto ~1·mo fa\·ore,olc. 11 ~c-n,.rale \faude ha' immcno da Crey, chf' avt-vo sc-mpre cerc~to / Pl"lllnato in 1ft.mpotamia una grossa battadi fare_ ctntro .di tutti" I; no~tre pi.ù itn• llllia, iniiiat.1.)i con favorevoli au~pici per po_rtan11.tratt•Uve _con gli \llcati_. sia po- le nos1re _truppe. Le comf"gu!"nzt di una l1t1cht', 'la econormche, ~i.1 finanziarie _ sperata .vittoria potrf'h!x-ro turr(' ~ro\Sl'. e Prt·!i:avo Rodd di scu,art qal"~to m10 Già ci n1ult-1 da ottima fonte che la Tur- ~foi:to che dcri\a,·a dall'amart"z7a con cui cliia 51Jnca, di\illu~a, comincia a conttnia,~istev_o al .<".roll~di tut_to un ~gnato cdi- pian! 1 111 w,io la pace. Jeparata, la qualt ~c10 di. poli11c.. antcina.11onale 1_tal1ananel- potn·hbe oqgi C1\C~<f'acilitata ,e, come pa1a\\·1·n1rf', fondato sopra una ~,ncru auo- r,· oram.1.1 probabilr, la Rus.sia \'namf'nte c!a1ionl' di amicizia, di cordi.a.le collabora rinunzi al poucs\O di Co\tantinopoli. ConL,oni- <' di ~!'cipr~o ri1pctto tra c~uali. tro ti ~ace turl"a, principale rtciso oppoc R~d . m1 au1cura\·a chf' dallr . stC\I~ 111or(' nmasto è Envcr Pa-.cià, spallegq:iato esprl"".3'0lll 11sate_d.a <:,rt"y.ne-I c,,mu~1cargh finora dal solo. Talaat Bcy, che p<"rÒgià la not1z1.J da hu nfc11t.m1, doveva ntenr-rc acc,.nna a vac11lare. Ilo da insinere sui chl" gli accordi t,n qut"1tione, di cui egli vanu,1u,i:iinc.1lcolabilì per gli \llcati di una stl"UO c-r.. ?(rfrtt.1m,·ntl" a)l'o,curo, .fouero sourazionl" di-Ila Turchi.\ al gioqo degli ancora passil,ili di_ di'<u111onc e d1 .acco- Jmpn1 Crntrali, in d,1a pure dtlla ripermoda111cri11. ~ Sonnino> cuuione del fatto 1ull.t Uuhi:aria. Occorre LI" rimostr,1nzc di lmpnialì a Londra e quindi in modo auoluto eh<' un eventuali" di 'JiHoni a Parigi ot!Nincro finalmt'ntr il inizio di convcrutiooi con la Turchia abrhuluto voluto, p,.rch~, sia pur..- dopo mol- bi.a a tro\'MC ~ii dl·finitwameontt conclusa te trrgiven.a,ioni, qu1·gli aceordi ver:1v.ano l'intc,.i. con l'Italia p<"rJ'A,ia ..Minore. Ritcngo che con Ribot si possa discutere assai meglio che con Briand. Quando egli fu qui, gli parlai a lungo, insistendo sulla necessità di affrettare il prcde110 accordo. La gita del barone Sonnino a Parigi mi permetterebbe inoltre di avere con lui quel colloquio che non po1t effettuarsi a Roma, colloquio a cui annetto singolare importanza, cs1tndo mio vivo desiderio, come vi dissi in gennaio, di esaminare con lui tutto l'insieme della situazione a1tualc, in conneuionc con i rapporti fra i nostri due Paesi, circa i quali cono!l<'cte le mie intenzioni. Può darsi pure che, in seguito alla decisione presa stamane dal Cabincuo, al riguardo della diminuzione del tonnellaggio britannico finora assegnato alla Francia, quella questione abbia a , cnire sul tappeto ed anche per la presenza del vostro minhtro, che iartbbe indispen~abile. In conclusione, non w ancora precisa.mente se Ribot invierà o no l'invito, ma se lo invierà confido vivamente che Sonnino accette· d Tutto quanto precl"dc rimane beninteso tra Sonnino, voi e mc" >. Questo il discorso di Lloyd Ce.orge, di cui non occorre certo meuere in rilievo l'astuzia e l'asSt"n:itadi scrup01i. Per meglio rorprcndcre la buona fedi" di Imperiali e di Sonnino, Lloyd Ceorge parla di un con. veqno a Parigi, fingendo d'ignorare che a Sonnino Rarrère ha già proposto San Cio- \·anni di ~foriana t che Sonnino ha, in ma\~ima, acceuato. Imperiali, ignaro del passo di Barrèrc presso Sonnino, cade nell'inganno (e rhi non ci sarebbe caduto?), pensa che è fone giunto il momento buono di regolare l'a·;sillantc questione dt-i e:compcMi >, e raccomanda a Sonnino di non perdere tempo, di aderir", e subito, al• l'im·i10. Sonnino si rinfranca e, in p.frn'.\ buona rede, risponde a Imperiali che Jr sue raccomandazioni sono superflue pcl'ché, fino dal giorno 13, a\eva aderìto al proposto c01wegno di San Gio,anni dì ~lo,iana Nt'I franempo Barrère partr per Parigi, ;i.nsio\issimo di conoscerl" il n-ro • oi,t!ò{etto > dt'l convegno imminente di San Giovanni di 11oriana. Al suo arri\·o è messo al corrcntt· di umo. Ribot gli comunica la Intera dell'imperatore Carlo al « caro Sisto> e gli domand:i C0\a ne pensi. Il consumato diplomatico toglie immt'diatamcnte quahiasi illmione al presidente del Consiglio francc,t'. t unpos\ibile che l'llalia accetti. E poi, accettare che coca? L'impcra1ore Carlo nt faisnit qu'u,tt t·atut> alluJio,1 cmx rcuenditatio,11 italiennts, et tncore par pritérition >. Seduta stante, con mirabile acume e chiarovcggeonza, riassumc le raqioni che rendono anurdo, inaccetto\bile il disegno di pace separata. Prima di tutto, egli oner--·a, non è credibile che Vit-nna non s:a d'accordo con Berlino. Dalla lcllt.'ra non risulta affa,to, come si ritiene a Parigi, che I' \ustria si proponga di fare una e pace separata> con l'Intesa Né la parola né l.1.proposta formale si trovano nella lettera imperiale. Nella migliore delle ipotesi, l'imp<'ra1orc Carlo offre la sua mt'• diazion,· prcno la termania per indurla ad una pace di eompr0m<'s,o. E l'Italia? Essa è del tutto iqnorata Una proposta di pace, al di fuori dell'Italia, non può essere eh(' una proposta di pace a spue dell'Italia. ::",'enun dubbio fhe il pa® impr-- 1 iaie ;n rà la conscgt11'n73 di dividerl" gli Allf'ati, \e, pure, non è quC\lo il si.:o \<"ro u:opo. Errort' graviuimo, dannosiHimo, la c-onvocazio11e dri mini~tri italiani a San Gio\·anni di Morìana, al solo fine di llll"tlf'rli a 11;iorno dl"lla propo~ta ,Pcll'imp.-.ratorf' Carlo, e 5.-n7a .were loro prcventÌ\3ml"ntc comunica10 il tcHo della lettera Sonnino ;n·rt"bbc subito :\ner1i10 che un qu:1hiad componimt-nto con l',\,astria signifìrava il \acrificio delle rh endira:i:1oni esienz.iali dr-I suo paes•·, dl"\lf' a~pirazioni Jwr le quali c~so crA entrato in p:unra E poi, perchf tanta fretta? E~1.1c. m. tale d,1 f(iustificart', in Sonnino, la prnu.1,ionf' che la Francia e l'lnlllhiltnra ,·olnano accordarsi con l' \uuri:i. a Sl}('SI" dell'It.tlia e I.a con fnenu di San Cio\'anni d; ~loriana, dato anche il ,,10 carattere clandc11ino, ri,chia- \'a di indebolire la fiducia reciproca fra gli Alleati, proprio nel momento in cui la rivolu7ione ru\Sa rendcva la loro unione più che mai neccuaria. lnohre essa obbligava la Francia e l'Inghilterra a trauare prrmaluramente le questioni dell'Asia ~finore do\e l'ltalia prescnta\'a cospicue ri,·endica2ioni. Essa a~rrbb, portato Francia e ln1hit.u,a, nell'intento di roJS1Cu,ar« il zot;trno Italiano sull'onestà dtllr loro irltttl• ,:iom, a superare il limite delle concessioni cht> potnano ragionrvolmt>ntr /art alfltaha in Oriente>. Quenr- considt'razioni produhcro 1t1 Hibot un'impressione e forti,sima >. Non sco,. ◄rro, inHCc, per nulla Lloyd Ct•o1g<', impaziente di :ncontr.arsi con ~li italiani e fiducioso sulla loro acceua:i:ionc. Non c'è srgrcto, per quanto bene cu~tod:to, cht non trapeli. Chi ebhc per primo ,.-.ntorc dr-I rl"ale moti,·o dt-1 com-c!(nO di San Giovanni di ~forlan.1. fu ìl nostro an:- ba~ciatore a Parigi. Cc lo ri\'cla il ronte \ldro\·andi ~farcscotti ncl suo nuo\'O volume: Nuot·i ricordi, che fa ,eguit<> a ~;uura diplomatica 11 18 aprii(', alla "igi1,a de-I com·l"gno, Snhago-Ra~i:e;i comunic,1 la Hrità al suo mini~tro, che ~ta per mrtwni in \'ialj:gio. « Salvaq:o tcleiz;rafa cht' ha cerca_to di sapere da Jul(', Cambon pariicolan \111 convegno. Cambon ha li~po~,o che o~getto principale sarà l'attei:e:!i:iamento dt-lla Ru~,ia dinan2i alle offert<' aunriachr, di pace che la concernono; poi la que\tionc- ddla Crl"cia e, finalmcntr, ha condu10 che /oru acunnuanno ancht alf -tsia ,M,- norr >, Sah-ago non può credrre a 1J11t.1 di~involtura, e pensa che la poca imponan• 7a data da Cambon all'Asia ~finort'. \ia e ,1ITNuta > L-0 tranquilliva in q•ic~to ~;,:~n:!nt;;n~:.t;oca!cl!~ u~:•r;/t~ni~:e:~::::: d;1na. Rihot, gli dichiara Painlrvé, h.l por~ tato la fJUCstionc dell'A,ia \finorc nel Con• 11:'{liodt'i niinist1i, e tutti \OnO concordi nd vokrt' un'intesa durnole con l'Italia et nccc,,ario parlani chiaramente su ciò che può dar luogo a malintesi. La Fran_cia sarà la prima a dtsiderart> che abbiate la pa11e che equamente \'Ì spetta La F, a1,cia dimostrerà che non ditn('ntica, come voi 1eme1c, che l'Italia è venula spontaneamente, srnia c:sscrvi costretta, a ge11arsi nella fornace per aiutare la nazione sorella. Dobbiamo dimostrare che non siamo alleati per niente >. Anche Sah·:igo c:ade nl'I tranello. « Questo discorso mi fa crcdnc che la nos1ra arrendevolezza in Grecia potrebbe cue1c il compenso che ci verrà chie• sto pN concessioni in Asia ~(inorc e forualtron• >. Oh gran bontà dei diplomatici antichi! A San Giovanni di Moriana .1,i vciificarono in pieno le previsioni di Barrhe. Incontratisi sotto la tettoia della stazione, Ribot, Lloyd Ce:orgc, Sonnino e Bosclli salivano, senza pcrdert" tempo, su un u;agonsalon e \ i si apparuvano lontani da sguar• di e da orecchi indi)Creti. Si ignorano i particolari di quella discussione, che dovette indubbiamente c:1sere agitatissima Il barone Sonnino fu, com'era intuitivo prevedere, irremovibile. Non ,,olle sapere nulla di nulla di quanto gli veniva offerto. Per lui il passo imperiale auuro-ungarico non ;wna che un solo scopo: d1\idere gli Alleati Era un'imidia che si dove\a ad ogni co~to evi1are. E quale insidia I A quan10 si le~gt nei nuovi ricordi del conte Aldrovancli ~larcscotti, J.1. pace transalionalc \'aghcggiata da Lloyd Georgc compor1a~·a, per quanto concerne l'lt.1lia, la ,inuneia al Trenlino ptr la Cilieia e la rinuncia a Tritstt per Smirne. Respinta questa minaccia, Sonnino invia\'a immediatamt"nte alle ambasciate di Parigi, Londra, Pictrogrado, un telegramma riser\'atissimo, che vc:ni,a, poco dopo, parafraJato nel comunicato ufficiale che da,·a conto dei e lavori > della conferenza. e Nella riunione di ieri a San Giovanni di ~foriana, a proposito dei tt'ntati\·i dcll'r\ustria prt·~so una o più Potcnzt' alleate per ottenere una pace separata, siamo rimas1i d'accordo che non sarebbe opportuno aprire una conversazione, la quale, ntllc circostanze prescn• 1i, iarebbe particolarmente pericolo~a e rischierebbe d'indebolire la stretta unione ehc t'sine fra gli Allta1i, e chr è più che mai ncces\aria >. Com'era on·io t • come, del rc~to, aveva pre.,,·eduto Barrère, la conferenza, m richiesta di Sonnino, non potè esiml"rsi dal 1ratt.1.re le questioni dell'A\ia ~1inon·. Discussione tempestosa. Cli Allca1i erano presi nel loro stes~ laccio e, ~e voll·, ano e, itare almeno le app.a.rcnze della malafrde, dove\·ano far buon \iso alle prc1c1< italiane. Sonnino, a quanto . ifcri$<'<' Bar. rère, domandò, oltre il possesso di \dalia compresa nel tr,uta10 di Londra, una Parte della Cilicia, Mersina e Adana, eventualmente Akssandrctta, poi l'Anatolia fi. no a Koniah e, infine., Smirne con le sue dipcnden:ze. Fu uno scandalo. ·e Ribot rcspin~e le pre1e~c italiane sui poiscdimcnti francesi e Lloyd Ccorge le combattè per il resto. La discus\ione si inacerbì e parve, talvolta, che i delegati stessero p,·r separarsi e riptendcre i rìspl"ttivi treni. Ribot 01servò che, contrariamente ai suoi impegni, l'Italia a\C,a didhiarato la guerra alla Germania quindici mesi dopo I.a firma drl trattato di Londra, il qual tuttato l'obbli~ ga\'a a scrndere subito in campo contro tutti i nemici dell'Intesa. Lloyd Ccorge ossen•ò che l'Inghilterra pote\a fare la pace con l'Austria il giorno dopo, ed eg~ mente la Francia. Le co1t andavano \·cramente male, quando Lloyd George si ritirò nel suo scompartimento insieme col suo segretario particolare Ha.nkcy. Ritornò un quarto d'ora dopo, tutto ilare, ed esclamò, rivolto a Sonnino: " Ed ora, se il barone Sonnino non è ancora contf'nto, bi\ogna proprio dire che è di difficile contentatura". In reahà, il ministro degli Esterì italiano a,·e\·a l'aria soddisfatta. 11 barone Sonnino a\'eva vinto su tutta la linea >. Vittoria effimera. Il nouro ministro degli Estc1i avc\·a ottenuto Smin1e ; aveva ceduto sulle altre richieste, e la~ciato mano libera agli l\lleati nelle cose ddlj Grecia, dovt'! re Co:-tantino \'t"ni,::a costretto ad abdicare. La convcnziont' di San Gio\·anni di Mo1iana recava in sé il tarlo roditore. l.'arlicolo IX prei.cri\·cva I' im io di cs~a al go,·erno russo, allo scopo di pcrmctterqli di esprimere la sua opinione >. La RuHia, 11;ià presa nelle cot1vulsioni ri,.oluz;onaric, non era dan-tro in grado d'esprimere una qualsia~i opinione e, tanto meno, di dare il suo aucnso ai patti stipulati ~la que~to basi('> perchl la F1ancia e l'Inghilterra negas~ao, in seguito, quahiasi valore a1Ili accordi, pc, la mancata ad,sione della Ruuia. Cosa •e ne drve dedurre? l.;na co~a sola, e cioè che i comp<"nsi in Asia ~1inore non erano stati promessi in buona frde. Il loro HrO obittti\'O non era, in origine, il rispetto della parità e la solidarie1à fra alleati, ma la pace separata con J' Austria Vr:nuta meno questa per l'energia di Sonnino, i compensi all'Italia furono decisi per onore di 6m1a, ma col wittin1e10 dt frodare ~li impegni ,l!la prima occ,uione Se ne vuole una 1ipro\·a? Subito dopo gli • accordi di San Giovanni di ~l01 ìana, il 'l maggio 1917, Imperiali tel('gr.1fa\a a Sonnino che Wilson vaghl"g\":ia\a una pace Sl"p:ir,ua con l'Austria per « finirla al più preuo " con la Germania, e il 14 dt·llo \tt's• \O mese Orl,mdo, che si trO\',l\3 a Lo1,dra per forniturt di carbone, i,wiava ;i Sonnino un telcgr,un1na co~l concrpito: « Llo)·d Ccorge, col quale ho confrri'io per circa due orc, mi fece a1wh(; que,ta curio~a domanda: " Il giorno in ('ui uno stato di ne<"es~it.\ obbligasse l'Italia a se•· ~liere Ira Dalmazia e .\\ia ~finort', che co- ~a prt·frrirebbc? ''. Rispo,i che 1ah· q'lr• stione non si era mai propo~ta allo ~pirito di alcuno. Alitgiun~i che, ~econdo mc, tut~ 10 òipt·ndeva dal sapcrc ie J,l pac•· si u1ebl.x• concima in forma d'impoi!Lionr d;~ farsi dJll'Intcia, o in fo1m.1. di rnmpro, meS\O. Nel primo caro, il dilemma e\ idl'n :</~w~,::po~~i~il;i ~:;~:n~:;e~; i;1:~1 a'~~:':~ 0i t<·rmini minimi nei quali la trjns:wonl' si potrt>bbc fare. Lloyd Ceotge trovò molto gimu la risp01,ta, ma aggium,· che il con- ,,·guimtnto di quei fini dipeudr\·a dalla di• sintc{CrMione di due Stati, ciò ch'era a,i.l. difficile; 111entre era più facile che anermS4.'la di1intf"grazionr di uno ~olo di qu1•1 due St.ui. Come comprenderai, qunto di. Kor,o, pe1 qu.i.nto importalllt', ,i svol,;.e jn fonn.\ di conwr,,t:zionc pri,Jta. \'Nii tu quale ~n,o gli Ii pona attribuirl" >, Lra un'idea fissa ~1a biwgn. con\'Cnirr che, nella sua tcnact' an·er•ìonc all'Italia I.loyd George è ancora al suo poito. ' ~IARIO MISSIROLI

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==