Omnibus - anno II - n.27 - 2 luglio 1938

IL N. B, BAGNANTE SOLITARIO ILPOCISIISLIIICILI I L PROCESSO di Bruno Richard Hauptmann per l'uccisione di Baby Lindbergh, che ebbe inizio a Flemington nella prima metà del gennaio 1935, fu cosl spettacolare, cosi bizzarro, che pare quasi impossibile, ripensandoci a qualche anno di distan7a, che le cose si siano svolte proprio a quel modo. Tutto rendeva drammatico il processo. Le centinaia di giornalisti inviati a Flemington scrissero più di dieci milioni di parole; i corrispondenti stranieri inviarono altre centinaia di migliaia di parole per radio, cablogramma e posta. Molte stazioni radio furono incessantemente occupate a diffondere rdoConti delle testimonianze. Articolisti di fondo, commentatori dell'attualità e autorità extralegali discussero a perdifiato tutti gli aspetti della causa. li Nnv York Jo11mal di Hearst, che, aperto sostenitore della difesa, versava alla moglie di Hauptmann 25 dollari la settimana, aveva sul posto trenta inviati e un battaglione di fotografi. E se il Nn,,; York 1'imes dedicò al proce11so più spazio degli altri giornali, fu semplicemente perché aveva più posto. Insomma il caso Hauptmann fu senza dubbio • il processo del secolo,. Fra le persone che vi parteciparono, spiccava il capo della difesa, Edward J. Reilly, un penalista di Brooklyn. Reilly, noto come • Il toro di Brooklyn, e già difensore di mohi celebri criminali, aveva al suo attivo una lunga serie di trionfi. Appena assunta la difesa di I lauptmann incominciò a fare rivelazioni straordinarie. C'erano, affermò, nuovi importanti testimoni. Lui conosceva il rapitore; conosceva molti cupi segreti. Gli avvocati dell'accusa, capitanati da David ,vilentz, procuratore generale del New Jersey, incominciarono a rispondere a loro volta a Reilly e il duello continuò fino alla fine del processo. Il lato utilitario della' causa fu preato evidente. Lo sceriffo John H. Curtiss, di Hunterdon County, un grassone originario del New England, capì subito che col processo c'era molto da guadagnare. Il suo primo gesto fu di escludere dai suoi progetti Frank Hague, il sindaco di Jersey City (da cui dipende Flcmington). Frank 1-lague era un funzionario molto dignitoso, ma alcuni suoi , ragazzi, avevano il vizio di intrufolarsi, nei processi importanti, in qualunque parte del New Jersey si svolgessero. Finì che un comitato di giornalisti, org:mizzato da uno dei tirapiedi di ilague, pani per Flemington a discutere la faccenda dei posti. Lo sceriffo Curtiss lt accolse con sprezzante freddezza e riusci dopo un tempestoso colloquio a rimandarli indietro scornati. Rimasto padrone del campo, lo sceriffo informò tutti i giornalisti che chiedevano biglietti per i loro giornali che sui posti di sala c'era una tassa di dicci dollari e di cinque su quelli di balconata. La ma~- gior parte degli inviati pagò, ma un giovanotto del World Telegram di New York chiese istruzioni telegrafiche al suo direttore che in quel giorno, forse d'umor nero, gli ordinò un articolo sul bagarinaggio dello sceriffo Curtiss. La faccenda finì in farsa. I c\msiglieri comunali, tutti del partito democratico, dichiararono che avrebbero messo sono inchiesta quel repubblicano dello steriffo. Curtiss corse ai ripari: spiegò che il suo scopo era unicamente di far guadagnare un po' di denaro alla contea e che il ricavato delle •contribuzioni• sarebbe servito ad acquistare banchi e tavolini per la stampa: offrì infine posti gratuiti al World Telegram. Riflettendo che dovevano ·conservarsi in buona armonia con lo sceriffo per molte settimane, i giornalisti capitolarono. Dopo questa prima imprudenza Curtiss fu più cauto. Un terzo personaggio, un dipendente di una compagnia telegrafica, incominciò a distribuire lui i biglietti, a prezzi di occasione. Perfino la signora Odgen L. Mtlls, moglie del· l'ex-segretario del Tesoro, dovette pagare per entrare nell'aula. I biglieui si ottenevano per cinque, dicci dollari, un mezzo litro di whisky di ottima marca, o una scatola di sigari (lo sceriffo fumava unicamente sigari), Valevano soltanto per una seduta, e i giornalisti si reputavano fortunati di aver pagato dieci dollari le loro tessere permanenti. Un biglietto, s'intende, non garantiva un posto; molti spettatori paganti videro lo spettacolo arrampicati sui termosifoni o sui davanzali delle finestre. Molte finestre andarono in frantumi, aggiungendo ai rumori nonnali del processo un tintinnio argentino di vetri infranti. Un giorno una donna arrivò davanti al tribunale in una lussuosa Rolls Royce; balzato a terra, il suo autista aprì lo spo,tello. La signora, avvolta in una pelliccia di martora, scese dalla vettura e tolti dalla borsa cento dollari prese a sventolarli annunziando con voce acuta che li avrebbe dati volentieri per un biglietto. Lo sfruttatore più abile della situazione allog~• fu Bcrt Pedrick, proprietario dell'un1co albergo di Flemington, tentennante costruzione di legno a tre plani. Pedrick acquistò delle opzioni sulla maggior parte delle camere disponibili della città; ai proprietari versava' in media un dollaro a notte mentre ne metteva in conto ai giornalisti cinque, per letto e pasti. Dopo il processo, Dert riscattò la ipoteca sul suo albergo e si comprò una magnifica automobile nuova. Ognuno, a Flemington, decise segretamente di arricchirsi. Le signore trasformarono il loro circolo in una sala da tè; la chiesa metodista episcopale diventò un ristorante dove le stesse signore servivano i pasti. Dopo il processo la chiesa acquistò un organo nuovo. I venditori di ricordi inonduono la città. Un tipo intraprendente costruì una partita di scale in miniaturn, che i venditori ambulanti oflrivano al prezzo di venticinque centesimi di dollaro come • copie esaue • della famosa scala usata per il ratto. Le scale differivano enormemente da quella 11.utentica,ma gli acquirenti non ci badarono. Non mancò il tipo che mise in commercio i soliti centesimin1 con la iscrizione • Hauptmann Tria I, Flemington, N. J. •; e una riproduzione del tribunale. Altri ricordini più costosi furono dei sostegni per libri, ornati anche essi della riproduzione del famoso tribunale, col ritrauo di Hauptmann e di altre figure del processo, specie dei giurati, diventati in brc\'e tempo popolarissimi. Gli alunni delle scuole medie locali, che facevano discreti guadagni ser\'endo da galoppini ai giornalisti, escogitarono un astuto progetto per riempirsi le tasche. La città, bisogna premettere, era invasa da collezionisti di autografi. Un giorno alcuni ragazzi compar\'cro nel bar dell'albergo con un grande foglio di carta e fecero il giro dei tavoli chiedendo auto• grafi per il loro annuario scolastico dedicato per il 1935 (cosl spiegarono) ai giornalisti inviati al processo. Ad ognuno, insieme con la firma, venne chiesta, sempre per l'annuario, una piccola contribuzione di venticinque unts, che fu accordata di buon grado. 1 ragazzi ottennero così le firme dei principali protagonisti del processo, eccettuati l-laup1mann e il colonnello Lindbergh. Una settimana dopo offrivano in vendita a un quarto di dollaro riproduzioni del foglio con gli autografi, intitolate li prouuo del secolo. La speculazione riusci molto bene. Chi ebbe relativamente poca nnportanza durante il processo fu il guardiano di Hauptmann, Harry O. McCrae. Si guadagnò mohi sigari da gente che \'Oleva sapere come aveva dormito Hauptmann e che cosa mangiasse, ma i suoi guadagni finirono qui. Fu solo dopo ti processo che il suo istinto utilitario si risvegliò. llauptmann (le autorità temevano che usando forchette e coltelli normali egli tentasse di suicidarsi) era costretto a servirsi di posate di cartone rinnovate ad ogni pasto. McCrae ebbe il buon senso di conservare tutti quei cimek, di cui organizzò una vendita regolare dopo il processo. Il macabro spettacolo giunse finalmente a termine. La sua scena più fantastica si s\'olse nell'aula stessa dall'istante in cui i giurati uscirono fino al loro ritorno con il verdetto di condanna. Il giudice Trenchard essendosi ritirato nel suo ufficio per leggere, il procuratore generale Wilentz andò a sedersi nel recinto dei giurati e Reilly occupò la sedia dei testimoni. Il pavimento era coperto di carte, mozziconi di sigarette e avanzi di 1artine. La maggior parte, muniti di cestini di refezione, divoravano panini e pasticcini e bevevano caffè, latte o acquavite; gli elementi più sportivi giuocavano agli scacchi e a carte. Un gruppo di giornalisti si mise a giocare a dadi nella biblioteca di Trenchard C in men che non si dica reporters, ·radioannunziatori, stenografi, a\'vocati e fannulloni di Broadway tentavano a gara la SQrte. Un tipo vinse duecento dollari in due colpi; un membro della difesa, intascatine 75, esclamò: • È più di quanto ho guadagnato nell'intero processo•· A questo punto il giudice Trenchard si avviò verso la biblioteca per prendervi un libro. Avvertiti per fortuna in tempo, i giocatori nascosero in fretta dadi e denaro e quando il vecchio magistrato en°trò nella stan• za vide un gruppo insolitamente srudioso di giovani cur\'i su libroni polverosi. Uscito appena il giudice, la gazzarra ricocninciò. Appena i, giurati ebbero dichiarato Hauptmann colpevole, giunsero loro da ogni parte offerte di salire sul palcoscenico. li presidente della giuria sarebbe stato pagato 800 dollari, gli altri 500 dòllari settimanali. Lo spirito farsesco dell'intera faccenda era ormai cosi accettato che nessuno trovò indecorose quelle offerte. 11 giudice della contea, Robbins, che ave\'a ceduto a Trenchard l'onore di presiedere il processo, cosi si espresse in proposito: , Avrebbero fatto bene ad accettare. Sono occasioni che càpitano una volta sola, nella vita. Era una buona idea, secondo me •. li progetto andò a monte, ma i giurati si rifecero scrivendo articoli in cui discutevano esaurientemente il processo. Scrissero anche un libro, un capitolo a testa. Avevano preso talmente sul serio il loro compito che riuscì loro difficile, dopo, tornare ad occupazioni più normali. Po. che sere dopo il verdetto organizzarono un banchetto d'addio all'albergo di Flemington. Tessere permanenti d'ingresso all'aula, fomite dallo sceriffo Curtiss, vennero adoperate come segna-posti. Ac- •amo ad ogni posto erano buffi cappellini di carta, trombettinc e un volumetto di canzoni. Alle frutta ci furono discorsi in lode dello sceriffo; quindi i giurati misero i cappellini di carta, cantarono e ballarono in tondo. I giornali americani furono aspramente criticati per i loro resoconti teatrali del processo. Di nascosto, si girarono per~ fino film sonori delle udienze, soppressi dopo alcune programmazionì in due o tre cinematografi. La stampa e la radio superarono indubbiamente i limiti della dignità, ma tutto il biasimo non spetta a loro. La magistratura, sotto certi aspetti, si comportò anche peggio. li Latu Journal, bollettino ufficiale del Primo Dipartimento Giuridico di New York, stampò una lunga disamina di tutte le testimonianze prodotte a Flemington dimostrando che di molte appariva evidente la falsità, Queste rivelazioni commossero e scandalizzarono il pubblico. È tutta\'ia difficile suggerire in che modo il processo avrebbe potuto risultare un modello di decoro. La sua importanza era troppo grande; gl'interessi che suscitò troppo vivi. Il g1ud1ce Trenchard non è ceno da biasimare; egli fece quanto potè, date le circostanze. Se un altro processo del genere si svolgesse oggi in America, le cose andrebbero certamente nello stesso modo, se non peggio. Citerò per finire ahre due •curiosità, di quel periodo che sembra ormai molto lontano. Il proprietario di un ristorante di Flemington che faceva meno affari di quanto non sperasse ebbe un'idea luminosa. Un bel giorno un uomo-sa,idwich fu ,,isto passeggiare gravemente davanti al locslc. 11 cartellone da lui esibito ai passanti recava l'intestazione:• L,mch del processo• e fra le pietanze raccomarfda1e erano le seguenti:• Minestra crampo del giornalista•; • Bis1ecca Lindbergh •, • Fagioli I lauptmann ,, • Arrosto ,Trenchard con salsa Bruno•," T'orta giuria,, e Puddùig Retlly •, • Crema stampa,, • Gelato fotoi;i;rafi•· L'altra è la canzone cantata in tutti i bar, gli alberghi e le pensioni di Flemington, una parodia della vecchia ballata tedesca dello Schnitzelba,ik che i bevitori di birra intonano in coro davanti ai boccali schiumosi. La versione di Flemington era mtitolata D11 schoe,i~ llauptmann Tria/(« O bel processo I tauptmann •), le sue strofe elenca,·ano, con tono operettistico, le prove di fatto del processo e i suoi protagonisti. Terininava: l\'011 è q11tsto ,m furbo canto? Sì, A furbo questo canto. Va ca11tato fi110 all'alba? Si, cantalo fi110 all'alba. Oh btdbssimo Oh bellissimo, Oh btllissìmo processo 1/auptmmm! 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L'o-- fX'U è corrcd.tta della riproduzione in facsimile di documenti inediti di alto interesse politico e storico. A.MONDADOIU, MILAN'?_) o

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