IONOSCIAMO benissimo il pacs~ in cui. n~cq~c Eu~api~ .Pala: dmo, po1che siamo nativi noi stessi di quella regione. Ancor3. oggi a Minervino Murge si contano nel popolo numerosi maghi e stregoni, si fa mangiare ai bambini per renderli immuni da ogni m,llc il cuore ancora inquieto di una rondine appena ucci._~,,~i tr:1pa~sa'un'arancia con degli spilli secondo il rito che farà innamorare, o ammalare e languire la persona che 1;i pensa. Nel paesetto bianco disposto a raggiera sulla cima di una collina, per cui lo chiamano «ventaglio delle Puglie», nel 1854 nasceva da una famiglia di contadini Eu,;apia Pal,1dino, o Eusapia tout court come presero a chiamarla quando di,·cnnc celc-brc, co~ì come per :\1ichehngclo, Raffaello e Napoleone era stato fatto in prccedcnz,\. Non è mai stato facile ricostruire, se non altro per uno studio psicologico, qu,dc fosse st,1ta precisamente la sua infanzia. Quando si cominciò a parlai c.: di lei fuori della cerchia degli intimi, era già una donna sui quarant'anni che conservava ancora dcll,t ,;ua origine pugliese la pronttJ".za di percezione e la sveglia intelligenza, la franca impul~ivit:\, la vivacità del gesto e la facondia, mentre della sua C,hta contadin,1 rimaneva l'ignoranza e l'indifferenza al sapere, l'astuzia che per momenti si manife!iitava in menzogne e simulazioni, la diffidenza e la tendenza alla superstizione, l'astiosità e la rustichezza. Mancando di memoria e di attenzione, si contraddiceva a,;sai speJro, al punto che molti la sospettarono di mentire anche 9uando ciò non era. N•·I parlare di se si intratteneva sulle vicende degli ultimi anni, quando già era. famosa nei circoli spiritici, proclamata una delle migliori medium viventi, ma sempre in maniera confusa e sornm;,. ria. Certo delle sedute e di quanto vi si produceva essa non ebbe mai un ricordo preciso; confondeva le date, i nomi dei presenti, e si intratteneva su particolari imignificanti trascurando o dimenticando i più essenziali e, spesso, appena finito di raccontare ritornava sull'argomento presentandolo alterato, sotto un nuovo aspetto. Enrico MorsclJi, che su Eusapia scriMCdue gyossi volumi dedicati all'analisi minuta dclii' sedute spiritiche fatte con lei fra il 1901 e il 1907, disse in proposito: « ... un colloquio colla Paladino è straordinariamente noioso e vacuo, almeno per me, ed io che più volte mi ci sono messo con le migliori intenzioni dì venirne a capo, ho dovuto quasi sempre troncare la conversazione con impazienza e fastidio >. La madre era lllorta nel darla alla. luce, e il padre fu poi ucciso dai briganti della banda pseudo borbonica capitanata dal famigerato Croceo. Questo incidente non mancò di in0uenzarc l'infanzia di Eusapia, la quale, come succede in molti medium, ebbe anche delle allucinazioni vis,ve sempre aggirantesi sullo stesso tema dell'uccisione del padre. Per questo, forse, Giulio Bois disse: « Eusapia è figlia dello spavento>. I suoi t'affidarono a dei contadini che viveva.no in una masseria delle vicinanze, e fu lì che per tra'-curanza di chi doveva sorvegliarla ella si produsse quella profonda ferita all'osso parietale sinistro, da cui pare che nei momenti di t,-ance le uc;cisscun soffio freddo, e su cui crebbe la famosa ciocca di capelli bianchi che nascose vergognosamente per una vanità tutta femminile, fino al giorno in cui non le dissero che il medesimo segno aveva nella chioma Eleonora Duse ... A Paola i.ombroso Emapin. raccontò questo abbastanza banale incidente infantile, m., ad altri a\·eva detto di cs~rc stata scaraventata dalla finestra in tenerissima età; al Morsclli e al De Rochas 1 invece, di essersi buttata giù dal letto durant"" un accesso di delirio causato dal tifo, verso gli otto anni, e a Cc-;arc i.ombroso parlò di un colpo di casseruola datole dalla matrigna. E questo è un piccolo esempio dclb fantasia di pusapia, e della varietà con cui sempre presentò i fatti della sua vita.. Il padre fu ucciso ch'ella aveva. otto o dodici anni, a seconda delle versioni. dopo di che dei conoscenti, o parenti che fossero, la condussero a Napoli con loro. Fu collocata presso delle c;ignore straniere desiderose di adottare una bambina, ma presto si vide ch1: Eu'-apia non si sarebbe mai piegata ai loro desideri. Questa gente pretendc\·:.i delle cose assurde; per esempio che face~~ il bagno tutti i giorni, fosse sempre ravviata e mangia')se con la forchetta. Inoltre desideravano che impara,;sc molte cose: leggere, scrivere, p;1rlare in francese oltre che in italiano, suonare il pianoforte; ma se alla piccola selvaggia l'intelligenza non mancava, scar,;a era invece la sua capacit.\ di attenzione: faceva col cervello sforzi enormi senza progredire affatto, e anzi ben presto si mostrò talmente recalcitrante a questo nuovo genere di vita.i che si parlò di metterla in convento. Avc\"a oramai tredici anni e cono,ccv1. appena le lettere dell'alfabeto. Del re• 'ltO non andò oltre questa conoscr111.a, e anche più tardi, pur avrn<lo frequentato le maggiori pcoonalit.\ del mondo intellettuale e ,cientifico, non ~ri~,;c mai pila che la prop1i,1 firma, malamente, mentre in fatto di pianoforte, anziché sc1vir~i della ta'lticra preferì stupire il mondo riuscendo a farlo muovere, ,;ollcvare e suonare, a cfo,tanza, con la forza del suo fluido medianico ... Un giorno che era stata redarguit.:t più del solito, Eusn.pia finse di scappare di c,lsa, e invece si nascose sotto un letto. per spiare non vista l'effetto che avrebbe prodotto la sua fuga. Questo capriccio infantile doveva in seguiio intcrcs,arc a~ai gli studiosi dclb medium, i quali videro in es.souna complessità di ordine psichico assai carn.tteristica ... Comunque, scoperta, Eusapia \Cnne tratta fuori dal nn.s.condiglio, minacciat.1 di gravi castighi, e alla fine C,Kciata di cas,1.Si rifugiò allo .1rcs~ la famiglia drll'ingegncr Barbangelo, in qualitJ di bambinain. 1 e non si capisce bene se questa famiglia fo,st quella che l'aveva. portata via da Minervino o un'altra. Non è importante, ma confenna ancora la confusione generale. Un fatto certo è che in que,ta famiglia si face\,tnO da qualche tempo delle sedute di «spiritismo> coi tavolini a. tre gambe, e frequentavano la Ca$3quei pochi cultori della nuova dottrina ch'erano in Napoli. Una sera, mentre Eusapia ancora a"--'-Olutamentc ignara di che fosse la tiptologia, cioè il linguaggio interpretato attraverso il battito del tavolino, se ne stava seduta in un angolo della sala dove avvenivano le sedute, si trovò a mancare u·na delle pcr,;onc che abitualmente formavano la «catena>, e quasi per uno scher.to la ragazza tende le sue piccole mani vicino a quelle dei compagni, il tavolino si mette in movimento, batte dei colpi, scricchiola nelle fibre e si solleva come non era mai acca.duto. Sorpre,i, i pre~enti non credono ai propri occhi, tanta è la veemenza con cui ~li « !iipiriti» si annunciano; si vuole indagare chi fra i prc-scnti emani un tale fluido, e per via di eliminazioni si scopre che è la selvatica servetta, entrat-.1 incidentalmente nella catena qurlla sera. Da allora ebbe inizio la serie stupefacente dei fenomeni medianici che costituirono la singolarità di Eusapia Paladino, medium di prima forza, e gli annn.li dello spiritismo dovevano ben presto essere riempiti delle sue gesta. Ora, nel 1871 era tornato da Londra a Napoli un certo Damiani, appassionato della scienza occultistica 1 assai avversato nelle manovre spiritiche, seguace fanatico della dottrina di Allan Kardec 1 membro di tutti i più reputati circoli spiritici inglesi, cd autore di un dramma intitolato Spirito e materia. La stessa Paladino raccontava più tardi che nell'atto di dover lasciare Londra questo signor Damiani era piuttosto dispiacente. perché « non era sicuro di trovare in Nn.poli le due cose che più gli stessero a cuore, cioè un bell'appn.rtamento, provvisto di un giardino e di tutte " le comodità alringlesc ", e un buon medium ». Ma in una seduta memorabile, durante gli ultimi giorni passati a Londra, lo spirito che da qualche tempo si rivelava a lui e ai suoi compagni di tavolino col nome di .John King, aveva comunicato che c'era a Napoli una persona arrivata da poco in via tale, numero tale, che si chiamava Eusapia, cd era una medium potente ma « 1)on ancora sviluppata >, e lo aveva invitato a cercarla e ad aiutarne lo «sviluppo>, poiché John King bramava incarna,-..i in Eu(apin. e manifestarsi con fenomeni meravigliosi. Ora l'incontro della Paladino col Damiani non ha nulla di misterioso se si pcma ai rapporti che in ogni paese legavano i credenti nello spiritismo, tuttavia anche a questo, da parte di Eusapia 1 piacque dare una in~ terpreta1ione miracolo,;a. Essa raccontava: « Venuto a Napoli il Damiani volle verificare il messaggio, e venne diritto in via tale, al numero tale, salì ~econdo le indicazioni al terzo piano, bussò a una porta e domandò se abitava lì una certa Eusapia i e trovò mc, che mai neppure immaginavo che un John King avesse vissuto in qu~to o nell'altro mondo ... >. Sia come si vuole, non appena In. Paladino fu sotto la guida dell'accorto spiritista, John King si presentò alla seduta e proc,Jamò che prendeva la giovane m~dium sotto b sua paterna protezione, che mai la avrebbe abbandonata, e sarebbe accorso ovunque essa lo aves~ chiamato. Da quel momento .John King, entrato per suggestione del Damiani a far parte della personalità di Eusapia, fe<"e sempre le spese delle sue sedute medianiche, OORTI APRIOANE - TOFFA, IL RE DEL DAROMEY, NELL'AFRIOA OOOIDENTALE FRANCESE procurandosi il nome di spirito impareggiabilmente e instancabilmente operoso. Un:l volta apparve, racconta l'ingegner Grauss, eminente spiritista, e la visione si produsse in pieno giorno mentre Eusapia, per un incidente qualunquc 1 dopo una crisi di nervi era caduta in deliquio: era un vecchio alto, magro, con una lunga barba, che senza parlare posò la mano sulla testa di Grauss, indi su quella di sua figlia (così John King chiamava di solito la Paladino), •scomparendo dopo ch'es!!a fu rinvenuta. Questo episodio straordinario è riportato anche da Ces.1.rc i.ombroso, il quale però si difende dal garantirlo. In· che comistc lo «sviluppo» della Eusapia come medium, per mezzo del Damiani, non si sa precisamente. Do- \·eva trattar,i di una lenta e progressiv;1 n.ztone ;uggcstiva, allo sco1>0di dirigere la medianità della ragazza verso effetti prestabiliti, i quali. poi, dovevano servire a dimostrare la pretesa comunicazione con gli spiriti 1 e abituarla nello ste~so tempo alla tecnica già in uso nei circoli spiritici inglesi. Jn quell'epoca, al Damin.ni non pa,;..~avaneppure per la testa che metodi divcNi e un altw istrumcntario di quelli primitivi americani fossero buoni egualmente pc-r svi• luppare la forza medianica. della rag~zza: tavolo e catena degli astanti, spazio racchiuso in tendaggi neri, penombra quando non oi;curità assoluta, e battiti con\"enzionali per le diverse fasi degli esperimenti. Tutto questo bag:1gl!o era venuto da Londra con lui, e divenne cosi abituale per Eusn.pia, che es~a non doveva più tollerare, senza una gran diffider,za, i più piccoli cambin.mrnti apportati nella procedura. Occorsero ben quattro anni per il completo « sviluppo > medianico di Eusapia sotto la guida del Damiani, poi. raggiunta la pienezza dei suoi mezzi, cessò o quasi ogni sua attività. Si era fidanzata con uno che vedeva malvolcntieri i suoi rapporti con degli estranei i quali, secondo lui, non facevano che c;fruttarne le misteriose facoltà; così fino al 1886 le .,edute si limitarono J una cerchia di pochissimi eletti. Quando Damiani morì, Eusapia era dunque nota soltanto nei pochi circoli spiritici di Napoli, e godeva di una piccola gloria tutta familiare; ma a diffonderla per il mondo fu il cav. Ercole Chiaja, appassionato anche lui di scienze occulte e, dicono gli esperti, di nobile e fiero carattere. Conosciuta Eusapin., pensò di servirsene per convincere gli 'ICicnziati ancora ostili alla nuova dottrina; difatti. dopo aver dat~l alla medianità della Paladino una ba.se indiscu~sa con la tenace propaga.nda clic ne fece, la. produsc;e a Roma, a Milano, in Francia, in Inghilterra 1 in Polonia, procurandole per « controllori » e spettatori astronomi come Schiaparelli, Flammarion e Oliver Lodgc, fi- ,iologi quali Richct e Luciani 1 psichiatri come Lombroso, ~1orselli e Ochorowicz, psichisti quali AksakofT,Dc Rochas, Mn.xwell e Myen, filosofi come Brofferio, 1-lodgson e Sigdwick, poeti comr Sully-Prudhomme, letterati come Sardou, giornalisti quali Luigi Barzini e L. A. Vassallo. Così cominciò il periodo glorioso per Eusapia, dal 1890 circa al 191 o, epoca in cui si p\1Ò dire spari"'sc dalla circolazione. Girò il mondo, ovunque ricevuta, colmata di onori e di denaro. Dappertutto ella passeggiava questo suo t<.•mpcramento particolare di meridionale che di nulla ,;i stupisce perché la ,;ua fantasia è superiore ad ogni cosa, e con di,;involtura ~i adatta in qualunque clima o ambiente. Parlando dei suoi vin.ggi e delle avventure CO\mopolitc in cui era incorsa, Eusapia ne traeva sempre un commento pieno di saggia e arguta filosofia popolana. Stima~a moltissimo gli uomini di scie111.adi cui intuiva la superiorità intellettuale, per contro di!iiprezzavai giornalisti che tantr storie e bugie avevano raccontato sul suo conto, e di quelli che chiamav., i « gran signori>, parlava con ironia quasi ostentata. Raccontava che una volta, ospite di granduchi di Russia a Pietroburgo, la granduche,;sa la mandava spesso a chiamare per convcr~are con lei in salotto 1 ma, a.I sopraggiungere di altri visitatori, la pregava regolarmente di ritirarsi. L'orgoglio di Eu,;apia non pote\"a sostenere un simile affronto, e alla fine ergendosi in tutta la sua tozza persona insorse: « Oh, signora granduches!iia, mi credete forse una sporta che quando cccorrc si porta al mercato e poi quando ha firiito di servire si depone in un canto e vi si lascia per tutto il giorno? O resto nel salone con tutta l'altra compagnia, o mc ne vado dal castello>. E la granduchessa aveva dovuto accondi~ccndere. Quello che lei chi:tmava « mancanza d1 riguardi » era la C!)\a che più la feriva. Così era rimasta assai sconttnta del fatto che il duca degli Abruzzi a Tor.ino, dopo una seduta generosa.mente rimunerata, non le avesse mandato il suo biglietto da visita: « Che mc ne fo di un biglietto da cinque-cento lire? Io sono capace questi biglietti di farli in quattro pezzi. Come mi presto coll gentilezza voglio essere trattata con gentilezza! :,. Jn verità non era attaccata al denaro, spendeva quanto guadagnava, senza troppo badare, ma anche beneficando quanti si rivolgevano a lei, e molti erano quelli che ne abusavano. Per molti anni aveva vissuto a Napoli in modestis:,imc condizioni, quasi povera, alloggiata in un « quartino » composto di una sola stanza che era insiemf' camera da letto, cucina e gabinetto medianico. Sposatasi verso i trcntatrè anni, aveva aperto un piccolo negozio di mercerie di cui lei stessa si occupava, in un ba1so1 o androne a pianterreno, in uno dei quartieri più popolari. Fu allora che avvenne il famo,o furto dc-i suoi gioielli. Ne possedeva molt,, che gli amici Sardou, Atz..1.- koff, Richet, Ochoro" ichz, Flammarion e Scmir.1'-ki. cono~cendo il suo gust,> di napoletana per« gli ori >, le avevano donato, e C"hcper maggior sicurezza ella teneva chiu;;;i in una c.1s~afortc nel negozio. Ebbe- dti ,ogni che la misero in guardia contro il furto·già meditato da qualcuno, tra,portò perciò i gioielli dal negozio alla <~1sa,ma il fu1to avvenne egualmente. f;n·orito da una domestica o portinaia che ro~~- Diceva in seguito. con una cc, ta amarezza: e A chcCO'ìa mi serve quc-,ta gran fo17 .. 1. medianica? .\'on mi ha neppure aiutata a sah-arc i gioielli che mi premevano come la pupilla drgli occhi! Quando un 1 cosa dl·H' ,uc'crd(·rc non c'è niente d.1 fare! ». Quando si trattò di rintracciare il colpevole era talmente sfiduciata nei propri ri~uardi, che pensò meglio ricorrere a una sonnambula. sua. rivale in un certo scn~, certa Od Piano. Ma la polizia aveva già provveduto. Su lei fu ,;critto enormemente, e si accesero le pill \·ive polemiche. L1. sua virtl1 medianic,1 aveva del prodigioso. Molti concludrvano cor1 un punto interrog.-itivo, ne,;.sunopotè mai contestarle i fenomeni prodotti in stato di trance, ma non fu mai possibile stabilire a quale punto arriva,;se IJ. suggcstion'.! collettiva o l'abilità di ki nel simul~r,~ e nd '-Cn·ir<,idi trucdii più o meno sottili. I fcnomrni av\ 11ivano,si trattava di ,picg,·uli nella maniera piit scientifica e dignitosa, e ognuno dìssc la sua. dopo aver vi,to apparire fant.)- smi, ballare i tavoli, m,llli misteriose imprimersi sulla plastilina e chitarre suonare. Subito dopo riaccesa la lucC'. si comtatava che Emapia Micora si contorcrva in convulsioni, legata piedi e polsi. Fu studiata in ogni centimetro quadro della p<'lle, il suo sclwletro fu mi• surato o~,;oper osso, gli 0<-chiosservati a ogni ora ; prima e dopo le sedute veniva S\."estitae vi~itata per con,;tatarc se non a\'C~')('indOSl>Onessuna cosa che potesse aiutarla a ingannare i presenti. Così !Òi conobbe c·sattamrnte la sua pressione arterio!iia, i battiti del suo cuore, la sua for1a musco!J.re, per non parlare del peso e della statura, cov troppo elemcnt:'lri. Cesare Lombroj,(), in uno studio assai esauriente, dava anche il risultato dell'analisi delle urine di Emapia prima e dopo ogni esperimento, dolendosi col lettore che « mancando di indagini sulle feci re.sta insoluta la quistionc del riCJ.mbio sotto il trarice ». Non era bella, Eusapia Paladino; certo a vent'anni doveva aver avuta la sua bellezza indiavolata, con gli occhi esprc,sivi, i capelli neri e la borea carnosa, ma nel momento della sua celchi!t~ era già uua donna dai ...'?cif1 grigi, dal profilo grifagno come Quello delle st_rcghe di Minervino, ed è rolo quc,;to 11momento che conta nella sua storia. Vorremmo dire, guardando una sua fotografia, che gli occhi erano ancora belli, ma ci ha smontati il fatto di lcgge1c che « l'occhio sinistro presentava il frnomeno di Claucle Bcrnard-llorncr .>; rigua~·dandola finiamo per convenire che 11 suo sguardo era per lo meno strano. « Era di statura piuttosto bassa», così b descrive Enrico Mor- ~lli1 « di corporatura tozza, di costitu• z1one robusta : scheletro e muscoli sviluppati un po' più che nella media d_ellc donne. Il tronco alquanto corto ns~tt? a_llebraccia e alle gambe, mani e p1ed1 piccoli e di bel tipo femminile. Occhi neri mobilissimi, sguardo vivace e penetrante, e que:.ta era ti maggior bcllena del -suo \ iso anzi che no volgare>. . t n:-alp~ssibile che un mistero pote,\<: rifugiar~, 111 una donna analizzata. in n_1anieratanto minuziosa? Eppure c,;..".l r,1.mases.empre un mistero 1 sfuggito .:.i.li mdagme fi,1ca come a quella psichica, e non fu,m~i stabili~o se questa ignorantc_contadma. pughe~ non avesse saputo insomma prender,;i giuoco di mezzo mondo. In _privato era piuttosto portata ai lavbn donneschi, cuciva benissimo e cucinava con vera perizi.a, vantandosi di (lUC!>tCsue qualità più assai che delk sue virtù medianiche. Non ebbe mai figli p_uravendoli pazzamente desiderati, perciò la. su,t ca,;a na sempre in\'asa da -,tracc1onc-elliche as<:i..,tcvae bcocfica\'a. 1fentre nei vin.ggi si preoccu• pava S<·mpredel vestito e po'.iavaspcs,,o alla gr.m. d~ma 1 tornata a Napoli la si vedt\'a d1scmta accudire alle faccende di casa, oppure cucinare sul marcia: piede, pulire_ i pomodori e scodellare 1 maccherom, da vera popolana. L'~nno in cu_iculminò la sua gloria fu precisamente il 1907. quando dopo le sedute di Milano e di Genova U'-Cirono i d_uegr?ssi volumi di Enrico Morselli, Psu;o/ogza e spiritismo~ con<:acrati al mistero di Eusapia e articoli di Barzmi, di L. A. Va,;~allo (Gandolin) di Cc.<:.ueLombroso, di Paola Lomb;oso e di un'infinità di altri minori. In tutto si _cont,rno ?cn duecento opere fra. libri, opmcoli e articoli dedicati a lei ed u~citi in tutto il mondo con le fii-. mc più illu,tri. .Dopo di che tutti tacquero 1 ed E.u<:aFc'a ebbe un tramonto che si protrasse cn_t:unente ancora per un anno o du<". Poi fu talmente dimenticata che a noi non i:. stato pos~ibilc trovare la data della sua morte. Forse non siamo buon!, biografi, perché a molti intcres,a p1u la data di morte di una persona che qualche fatto caratteristico della sua vita; chissà, può anche darsi che Eusapia Paladino sia n.ncora viva. L'ADDETTO ALLE SCHEDE
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