CELLULOIDE I ROOSEVELT I ROOSEVELT erano finora famosi sol µr..tltutto per: a) 1po5arsi in età giovaniuima; b) saper stringere la mano agli elettori ; e) diventare presidenti degli Stati Uniti. Ma ora, da una lunga dichiarazione di Eleonora RooSf'velt, moglie e mana11r dettoralc del presidente, apprendiamo che essi hanno un debole spiccato anche per la cri1ica degli speu.acoli. La prcsidcntcua ha Un certo talento e non manca di spirito, ma ha il torto di chiedere troppo dal suo talento e dal suo spirito. Un paio di mcs.i fa, nella colonnina quotidiana La mia tio,nata che essa pubblica su un giornale di Washington, dette sulla voce a due fra i più seri, più autorevoli e più pericolosi scrittori di teatro d'America, Atkinson del N,w Tork TimeJ e Watu dcll'Herald Tribun~. La loro critica a una piacevole ma inconsi1tcntc commedia, che iniziava la sua carricra in quci giorni in un tea1ro di Broadway, non le era piaciuta allatto. In quegli stessi giorni gli Slt'SSi critici portavano alle stelle Uf! dramma poetico e originale, tna un po' deprimente: NoJtra città di T. Wilder, c nemmeno questo entusiasmo le cra piaciuto. Eleonora Roosevelt, come tutti i ROOS<C\'elta,ma divertirsi e ridere, e ama che tutti savpiano che i Roosevelt sanno divertirsi e sanno ridere. Fotogenica è la risata di Funklin R., pittorescamente fotogenica è la larghissima risata di Eleanor R.: e Generalmente a tea• tro io ci vado 1>er divertirmi; qualche \'Olta per commuovermi. Ma è piuttos10 raro che voi vi facciate un'idea di che genere è il lavoro che andate a \edere, se leggete le critiche dei giornali >. Parole imprudenti. Atkinson aspettà una settimana e, la domenica successiva, scri»c sul 1uo giornale uno dei suoi articoli più fini e mordenti. Un articolo rispettoso, ossequioso, ma pieno di stilettate, nd quale l'illustre critico riaffcnnava il suo giudizio, e cioè che la commedia piaciuta alla pre• sidentCJsa era mediocre e che il dramma che non le era piaciuto ua un'opera d'arte, e concludeva: e Qucna è la principale ragione per cui i commenti dtlla Mia 110,. nata della scorsa settimana mi hanno turbato. Come giornalisti, ognuno di noi lavora in condizioni svantaggiose: scriviamo troppo e troppo rapidamente. Non e.i rimane tempo sufficiente per pensarci su. Ma un'opera d'arte, che aiuta a illuminare l'csistenu, merita la più umile devozione possibile da parte nostra, perc:hé è la sorgente più ricca di una vita più piena... e io vorrei vedere sempre la Casa Bianca ,astenere un'opera d'arte, dal 1uo capo fino all'ultima dattilografa della famiglia >. Non sappiamo che cosa abbia risposto la presidentessa e se abbia risposto. Nel frattempo la crisi economica si è aggravata e ugomenli più urgenti richiedevano la sua opera. di propagandista e di e agente clet· tara.le numero 1 > di suo marito. Ma ree Jtemente essa ha fatto un viaggio a Hollywood, e ne ha riportato imprcuioni e considerazioni generali sui film e le ma• niere di rarli e di gustarli, soprattutto sulla maniera di gustarli dei Roosevelt: < Per i più giovani membri della nostra famiglia non è difficile scegliere un film: Mickcy Mouse ha sempre 1ucce.uo, cd è sempre accompagnato da applausi e scoppi di gioia, ma non sono solo i piccoli ad apprez• urlo. Il presidente, quando è lui che sta• bifoce il programma della serata, vi include immane.abilmente un cartone an11na10 con Mickey Mouse ... e Ci sono indubbiamente molti film che hanno fatto del male. Ricordo ancora una pellicola che vidi alcun.i anni fa, nella eittadina di E~tport. Uscii disgus1ata per• ché la società, quella con la e S > maiu• scola, vi era descritta non solo come corrotta e immorale, ma come incredibilmente stupida Questo "ecchio tipo di film è pra• ticamente scomparso, e sta rapidamente scomparendo anche il tipo che glorifica i 1a111sterJ ,e i criminali>. ~fa quanto ai film di dclinqucn:ra la signora Roo1tvelt non sa se compiacersi o meno della loro ,comparsa. E sentite il suo sofisma: e Ho c01l speuo trovato che anche ne.Ila vita reale il mascalzone è attraente e amabile, che non so se non sia meglio che questa KOperta sia ratta anche sullo schermo, a teatro e nella letteratura, in maniera che noi impariamo a guardare al di là della superficie e a non farci ingannare dalle apparenze>. Ma. non si fa troppe illu1ioni in proposito Le persone che vanno a vedere film criminali con questi intenti di educazione morale, 10no una ridicola minoranza. Alle madri che le scri,..ono, chiedendole pt"rché mai si fanno film cosi crudi e d'un'inAuenza eosl dis.utro5a su.Ile menti dei bambini, la sua ri1posta infatti è che: e il pubblico vuole degli eccitanti e spesso dà l'impre1sione di essere deciumente sadico, e buon intenditore in fauo di crudeltà e di orrore sul palcoscenico o sullo schermo; è una perversione a buon mercaio e senza rischìo. E questo è uno dei tratti più curiosi c!tl• l'umana natura>. Alla fine, dopo alcune considtrazioni 1ulla potenza del cinema come men.o di educazione e nella formazione dei caratteri, e dopo aver dello che il cinema deve in1erc1sarc e avvicinare il pubblico a.Ila politica (e J paCJi si deteriorano quando sopravviene l'indifferenz.a. da parte dei citta• dini >), la pretidentessa risponde indiretta~ mente ad Atkin10n, che voleva una Casa Bianca un po' più sollecita degli intereu.i della vera arte: e JI cinema è uno 1tru• mento potentissimo per la creazione del buon 1us10. Le penone di alta cultura nel mondo sono quelle che hanno più buon gu• sto. C'è, 1i capisce, un tipo di farsa robusta e anche di volgarità che non 10no contrarie al buon gusto, ma alcune cose, nella letteratura e nelle arti, sono state 1cmpre premonitrici di decadenza. Queste cose debbono essere tenu1e lontane dallo schtrmo IC vogliamo promuovere il buon gusto. Ecco la grande sfida ai produttori di Hollywood: volete sl o no fare dei film uno strumento per lo sviluppo del buon gusto, volete si o no fare in modo che la nostra diventi una nazione provvista di conoscenu e senso dell'arte? >. Le dichiarai.ioni della presidentessa hanno fatto un certo effetto negli ambienti holly. woodiani. Uno dei più forti e impertinenti uomini di affari della città è stato sentito dire ad alcuni amici: e Se è il mio vot~ che vuole la presidentessa, ebbene posso darglielo, ma sarei pazzo ad accettare una sfida s.im.ile>. IL li!EROATODEI SOGGETTI Il cinematografo, in tutto il mondo, ha fame di 10ggetti, di storie nuove, inedite, piene di 10rpresc, di vitalità, di aggressività. Cosl dicono tutti i produttori, tutti i registi, e persino gli attori. Ma quando questi soggetti càpitano loro fra le mani se ne spaventano e ricorrono alla e formula > già gara.nlita dal successo. Quest.a è la ven crisi del cinema nell'attuale momento. Hollywood ha agenti sparsi in tutte le grandi città, e specialmente a New York, per scoprire soggetti Sono persone d'ingegno e p1ent; di spirito critico. Ma più hanno ingegno e ,pirìto critico e più Holly• wood ne diffida La loro autorità diminui• scc ogni giorno di più. Hollywood si rilot'rva virtualmente ogni giudizio sulla sceha dei soggetti Homcr Croy, un romanz.iere di un certo nome in America, ha avuto un'esperienza delle più movimentate nel mondo misterioso del mercato dei soggetti Ecco le C"onclusioni suggeritegli da questa esperienz.a.: e Io non so perché i soggetti sono accet• uti o pcrch~ 10no rifiutati. . e sono propenw a credere che il più delle volte è ptr caso .. La lotta per i soggetti cresce ogni giorno; ,cmpre più numerose sono le spie, s.cmpre più numerosi gli occhi al buco della serratura Voi non potete s.cdere e cominciare a scrivere un romanzo senza sentirvi sul collo il 6a10 dello " scopritore di soggetti •· Tutte le Case hanno le loro spie., uomini e donne, che fiutano il 10ggt;tt0 nell'aria, e prima ancora che voi vi s.iate seduto alla macchina da scrivere. e E tuttavia 1e avete una storia nel cas• setto, lasciate che vi metta in guardia contro le lusinghe degli agenti nuovaiorchesi delle grandi compagnie di Hollywood. Una volta molti soggetti erano comprati a New York e spediti agli studi californiani; ma questo non accade ormai più. Praticamente tutti gli acquiJti sono ratti a Hollywood; le agenzie dell'est sono 10ltanto degli uffici di scgnalaz.ione. Ma l'autore che ha da fare con Hollywood per la prima volta, non lo sa. Il suo libro esce, la sua commedia è mcua in scena, una novella è 11ampata, e il suo telefono comincia a cantare un dolce canto. Se l'autore vive in provincia e non vuole andare a Hollywood, non importa; l'agente sarà felice di cor• rere da lui ; egli è trattato colla massima dcrerenza e col massimo rispetto. Alcune volle, non una, ma due, tre ditte dànno l'ordine ai loro agenti d'inginocchiar,i davanti alla sua porta, implorando di prendere in consideraz.ionc le loro proposte. Oh, è una bella soddisfazione! Peccato che questo non significhi nulla. Cli agenti nuovaiorchesi hanno il dovere di mandare a Hollywood dei 1un11 di nuovo materiale; le loro fonz.ioni e la loro autorità si limitano a questo. Ma il nostro autore non lo sa e crede che il denaro sia virtualmente già in banca E c'è, infatti, ma disgrazia. tamente non nella sua. e Qutsto maneggio dura per un po' di tempo; poi, quando credete che non vi resti se non firmare il con1ratto, un improvviso silenzio si fa intorno alla faccenda. Non una parola né da New York, né da Hollywood. Voi vi recate dal gentiluomo che si era incomodato per acttirnane di seguito viaggiando su e giù (u. New York e la voqra cittadina " Mi dispiace immensamente, ma la cosa non è più nelle mie mani". Poi ha un 10rri.so vago e vaga• mente promettt"nte: "Ma vedrb quello che posso fare ". E quando sentite queste parole, sapete finalmente che l'affare ! sfomato e potete ritornare acrenamente al vostro lavoro>. 1 ln altre parole, il sunto è partito da New York, i consulenti di Hollywood l'hanno letto, l'hanno trovato originale, veramente originale, troppo originale. e Non ci sard,bc qualcosa di più sicuro negli sca(. fali? >. Negli scaffali c'è sempre qualcosa di più 1icuro. A. D. ( NVOl'I FIL61 ) IR!EDIITA~ ~~cuiuw~ j} L GIUNGERE dei primi c.-llori, la A gente si tiene lontana dalle sale oscure e soffocanti dei cinema e preferisce !!Ostare nei caffè all'aperto o passeggiare lungo i frckhi viali dei giardini pubblici. Così, prima dj chiudere i battenti, qualche cinematografo di e prima visione» esaurisce in fretta gli ultimi film noleggiati a malincuore e riservati ai critici e agli ingua• ribili viziosi. Pur non appartenendo ad alcuna delle due categorie, c1ucsti sf)Cttacoli ci attirano, e andandovi ogn'i volta pregustiamo con sadica gioia due ore di noia e di sudore. Eppure, di tanto in tanto càpita di restare sorpresi da\•anti a opere che fanno dimenticare perfino il caldo e la tristezza di non a\'cr saputo meglio spendere il nostro tempo. Anche Infedeltà dagli annunci dei cartelloni poteva essere scambiato per uno di questi film estivi. I suoi interpreti e il regista hanno nomi qua,;:i ignoti. Dinanzi all'ingresso illuminato del cinema le fotografie non invoglia• no ad entrare. Qualche coppia d'innamorati, qualche signore solo e tenebroso, scivolano tra i ba.ttenti de11eporte, come devoti d'una religione dimenticata. Fino all'ultimo momento attendiamo un impulso felice che ci costringa ad allontanarci a gran passi. ~.fa un impulso contrario ci spinge invece dinanzi al botteghino e pieni di mu• ta csa~pcrazione ci troviamo nella sala, Senonché, fin dalle prime immagini che appaiono sullo schermo, cominciamo a prestare attenzione. Subito veniamo a sapere che Infedeltà è tolto da un romanzo di Sinclair Lcwis, e questo ci desta speranze insolite. Poi, a mano a mano, la vicenda ci attrae e con gran lrotuporeci accorgiamo d'assi.~terca un'opera piena di qualità, Nonostante il suo titolo, infatti, Infedeltà è un buon film, intelligente, naturale, lievemente amaro e sconsolante, com'è appunto il romanzo di Lewis. Sarà che le storie di mogli infedeli ci hanno sempre attr.:i.tto, forse per qualche ricordo flaubcrtiano; fatto si è che la triste avventura di Sam Dodsworth e di sua moglie hanno messo in noi quella dolce malinconia che dànno soltanto le Si assiste alla progressiva descri.done dei due personaggi, sempre più preci!ia e spietata. Come Babbitt, Sam Dodswonh è il felice borghese ameri• cano che, tolto per qualche tempo dalle sue abitudini e dal suo ambiente, si trova sbalordito e sconvolto in un mondo che non conosce e non sa capire. Questa storia vuol rappresentare l'ango~cia di lui, uomo sensibile e semplice, che, venuto in Europa, è toccato dal cont::tgio di tutte le crisi e i turba• menti d'una società che si compiace d'essere inquieta, infelice e malata. Jn America, Sam Dodsworth aveva vissuto vent'anni accanto a una moglie tranquilla e fedele j ora in Europa s'av• vede ad un tratto che quella donna tanto sicura e conosciuta è diventata un'altra, piena di disordine e di ignote agitazioni. Raramente s'era vista sullo schermo rapprcscnt,1rc con tanta verità la smaniosa irrequietudine d'una donna non più giovane che, attratta da personaggi equivoci e galanti, perde ogrU dignità e cede a tutte le lusinghe d'una vita facile cd esaltante. f:. un lento tracollo che si manifesta dapprima in lie• vi accenni crudeli per prendere poi l'aspetto d'una vera frenesia. In questa parte di moglie infedele, Ruth Chattcrton ha recitato da grande artista, dando alb sua interpretazione un to• no quasi autobiografico e accentuando sul proprio volto e sul proprio corpo i segni dell',età ingrata. J palpiti, i sospiri, gli ipocriti languori di questa provinciale sono descritti così senza pietà, e con un andamento che diventa sempre più penoso. Naturalmente, quel che nei romanzo più s'apprcz..::a, la fredda e quasi feroce caricatura degli ambienti europei, e insieme quel modo decoroso e ironico di tratteggiare situazioni e figure, nel film inevitabilmente è andato per• duto. Sinclair Lewis è un moralista che guarda con sfiducia le pericolose esperienze dei lrouOpi ersonaggi. In Babbìtt aveva descritto la media borghese americana, coi suoi costumi provinciali ed cspan~ivi, forse nella sua epoca più rigogliosa. In Dodsworth è la satira di un'Europa ambigua e avvizzita che conta, vista dall'occhio candido d'un vecchio americano. Se il segno di que~ sta satira non si riscontra che di rado nel film, è perché gli autori della ri• duzionc hanno voluto ricavare dal romanzo soltanto una commedia di carattere: e in fondo, per un'opera cinematografica 1 questo insolito rilievo dei personaggi contrasta felicemente con le consuetudini americane. ALBUK DI PAKIOLU, ELSA DE OIOllOI (Poi. Omolbu)
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