Omnibus - anno II - n.26 - 25 giugno 1938

Firenze, giugno. I A PRl:\IA VOLTA che vidi un ; ~ cappello di paglia di Firenze fu ~ ndl'estate del 1914, n Viareggio. 1, N, ~ S'era sul principio della stagione ~ ~ " dei bagni, e ogni giorno, all'ora della passeggiata lungo 1l mare, le signore eleganti facevano sfoggio dei loro abiu nuovi, ch'erano costati tanta ansia e preoccupazione nei giorni precedenti la partenza d:illa Città. Una domenica, mi trovavo con certe mie conoscenti a sorbire il gelato al cafft: :\larghenta, quando, poco lontano da noi, venne a sedersi una misteriosa signora vestita di bianco, col volto quasi nascosto dalla falda ondeggiante d'un grandissimo cappello d1 paglia. Le mie conoscenti, ch'erano due vecchie zitelle smaniose d'eleganze, fremettero d1 invidia. I:: la contessa Poposky •, disse una delle due, con malcelata ammirazione. • Fa bene a mettersi quel cappello con le tese calate. Ha da nascondere gli anni. I:: vecchia e gialla come una gallina , Ha il cappello di paglia di Fm:nze •. sussurrò l'altra, stnngendo gli occhi ~ guardar meglio, non c'è che dire, però: le dona; vista da lontano sembra quui una bambma •· La contessa Poposky parlava con due s1gnon m paglietta e agitava le mani bianche piene di gioielli. A un certo punto s1 voltò, e malgrado gli apprezz.amenti acri delle zttelle, dia mi parve molto bella e anche g10,·ane. Siccome però in quel momento m'intereHava più 11gelato che la contessa Poposky, m1 dimenticai d, guardare ancora, e del cappello di paglia d, Firenze nu nmase soltanto un prezioso e quast esotico ricordo. Avret dimenticato per sempre quel cappello e eh, lo portava se la domenica•suc:- cesstva, torna'ndo al cafft, non avessi vi-· sto arn\·are la più anziana delle zitelle schiacciata quasi souo un enorme cappello di paglia. È di Firenze? domandai stupito. No, è di '.\longh1doro •, rispose m fretta, con un Ct'rto fastidio, ma fa la sua figura lo stesso •. Poco dopo, ecco arrivare l'amica, anch'essa con un grande cappello di paglia. E siccome, più gioume e amb1z1osa., l'aveva comprato d1 vera paglia dt Firenze, l'altra. si :senti offeu e, per tutto 11 tempo che rimasi con loro, le udii ltugare con ,oc1 piene d1 risentimento e di sfida. L'anno dopo, il cappello di paglia d1 \.longh1doro era già consumato e buttato via Quello di Firenze, 1m·ece, era fresco e nuo\O come se fosse uscito allora d1 negozio. La paglia era bionda e lcggera e le larghe te:,e s'ag,ta\ano a ogni soffio d1 vento, dando alla zitella un aspetto capriccioso e 1rrequ1eto Ella ave\a tolto 11 nastro d1 velluto nero dell'anno prima, e l'aveva sosutuuo con una treccia d1 seta azzurra, con fiori di campo, ciliege e un u~r llino dalle ah verdi e gialle: a \'ederlo, faceva un magnifico effetto'. al giungere della nuova estate, 11 cappello cambiò forma· le tese appar1\·ano pili strette, la l:Upola più alta e quasi coperta del tutto d1 tenere foglioline d'edl!'ra, di campanule e spighe d1 ~rano. Col pa:,sare dei:,:h anni, 11cappello st trasformò mce'!Santt:mente alla fine della guerra era laru;o e dmtto; d'un tratto, d1\'entò p1ccohss1mo e disadorno. ~el dopoi;?ucrra, pre!>e le fo~l{e p1u strane ed eccentn<:he :\essuno 3\ rebbe potuto 1ndonn.in: le segrete manipo• lu1on1 della zitella: soltanto 10 e qualche mt1mo n'era\amo mforma11 e Cl ~ent1- \amo p1em d1 mera\Htlia per le :,traord1nane meumorfost di quel cappello d1 pa- 'Cha, che cambJa\·a form.1 i:onscrvando l;,i sua eterna g1r,\ 1nez.:a, come se una bacchetta ma~1ca l'ave~:,e 0ijnl volta toccato. D1cf>no che anche runpcratnu: .\lchalma, d'estate, :,J coprisi,e 11capo rii:~1ut,> e la..nvo d'un c.ippdlo d1 p.tgha d1 F1n:nze: Std ni;.;rt1m jim u ,aput obsa.mdn,tt galtr,i . si;r1\C G10\enale. Se quel up~·llo (o:,,;e proprio d1 Fircnn: 111}0i.· pc,~s1b1lt'mda"(are: I.i ,tona prob.1b1lmente rl·,1::-ra sempre muu su qu<:!!.tOpart1C<Jlare . .\la la moJ.i dei cappdh di pav!1.i doq~\a e11..<, .:r l:0n1tme, m quel tempo c pre!li0 tutti I poprJh e c<.:rtamente, pnm.t ancora det g:ret.:i t- dei rom.mi, i:,:lictru-.ch1 JQ\e\.ano pram .. trla Per quel che rtu;u,rda la Tollic.and. 1n cpo,:a più vicma, u "on,, d,,,umcnti mnppui,::nab1h Cet.are ('antu r.ic.vmt.a J'un certr, Jbmcni;r,, d1 Cas-.;1lc che, and,mdo a P1-..i nel I H 1, ;1u:\.i nn,m, \1lh.n1 v,n lar~h1 c.tppdli d1 treccia b1an, • e quadnwlie dt Cflntad1n(' d1t 111trtcc.1.a,·an1p1Jgha per ~.a11,traJa t-. quel c:h'c <ert•> t' <.:ht•,•~ la luuuno1a \fe..,ulm.1 for,c- n,,n s'tirna\a !J chioma con.ma «•n un l.:Appello di pil• ~lu proprio J1 Firt:nzt:, 10 v;mpl'.nso, qwnci1c1 ,;cu>h p1u tardi, d1J\t'\il orn.tr1\t·nl' un.a donua ..a.dr p1u de~n.t, la !")Jnt.1 Catt'rma Je1 R1cc1. (Jut~M uc.ro l:llJ')pdlo u lo di:scnn:: 1·::1ppo .\brimu che- lo , 1dt m casa ddla marchci-a h.tbella dt"I l{1cc1, l'ann,, rk58 St·bhent· mvlto scurito d.tl rc:mpo. app4rn·a law,rato in trec c,a dL pz11Iia i,::n,uell.t d1 qualit.1 •inuit .1 quella u-....i:.ianchl" 0.'[~1d1. I.a uld1ura na d1 forma "rJmari,1, L.a t1·sa ua a~sa1 pie• cola, J1 p<KO t'C<.t·d,·r1tt:q1.,dla d1 un c.apdl11 da u,,rno -.;e .Junqu..: nd C,n4Ut"Ccnw questo ~e- ,ac d1 cappello lo p,>ttil\ ano anche le: BE?MOLDS: RITRATTO DI !iELLY O'BRIEN OON OX CAPPELLO DI PJ.OLIA (Foi. J.adu"IOa.) sante, è facile pensare che la moda fosse a~!tat diffusa in Toscana, e probabilmente non soltanto 111 Toscana. Nel secolo succns1vo, s'ha nouzia d1 ·usc:elh che parti,ano da l.,l\otno canch1 d1 ~rand1 casse d1 cappelli d1 paglia d1 Firenze, \t'r:.o la lontana lns.:h11tert3· e in In~h1herra ancor.a o~g1 11cappello d1 paglia d1 Firenze c chiamato cappello dt Livorno: Ltghor,r lwt. :\"on era nata ancora una \era e propria mdu!!.tna, ma l(ta nelle campagne, e spec1almt•nte a Signa, s1 doveva lavorare la paglia con molta arte, se I prodoto P"te\ ano \ areare il mare con tanto succes~o L'na vera indusma nacque più tardi, sul princ.:1p10dd Si.:ttt:cento, e il merito spt:tta .a un uomo .1.vn:nturo110 e cap.arb10 che. c,m le llillC: tn\en.:1on1 d1 nuon metodi per u,h1"are frumenti adatti, muto le cond1z10m ddla tabbru ..uione del cap~ello, e inizio un"epoca prOJpcra e felice. S1 ch1am•\ a COS,IUDI ,,mcnic.:o '.\lu.helacc1 ed crJ naM .1 B,,loi;?r1.1Ccmc tutti gli ur:m1n1 1llu~trt Jmh't:1.d1 ebbe a !loffnre sul p1mc11,ir, J1ffi(:'(1.h. e an·ers1oni. (;u.-mdo • uu ~1,,rno \l'.nne a stabilirsi a Si~na. vicino a Ftrcnz1:. nt:nuno ~ape\a per qual moti\'() qucst'u, m,, a\e:,~c varc~to l'Appennino. \,·qu11tv un \'asto h:rreno detto le p1ant• della H1,m<.:•a e \ub110 si dette .t certi -.u,,i m1~teno1;1 C!<penmtnt1 d1 !lenunai;w,ne I c,,ltn4tOri dei dmtorn1 lo prt""('rh pcr p.1.rzo e <:crl.:aronc, m ogni mc)d,1 d'0Mca.:~1arl,, \.la 1I bolor,,;nino • 'cusl Ud ch1an,.at'> 11 .\!1chdacc1) non 111 peri.t' d'animo 5('ConJQ le sut: a11ipt:ttat1vc, ,·1Jc s.puntarc- dal tt:rrcno dLSst;dato un ,:.::r:moma1otn1fìl.:o in ')H:li 101t1hssim1, b1anc.:h1, rlen1bill I· u,~ mc,e pnrna della matur-1za<me nrdmo !.t f.1lciJtura e J1uri- '1111 l;,1.p,11{1!.1.illi..- rre<.;c1a1olt•: che ne tta\M:m trccc.c e c11ppelli d'una tinezz..a mai pnm.i rd'-!'1,tluntJ 1)1 11 a pocr,, 1I \.J1c.hela1ci p.iru per L.1H.>rnoe vendette u1 hrc\e ll"lllf)0 la sua mcrc.:c: a mcrc.:ilnt1 f,,rt"1.llt."TIo, tll"nendo enormi richset.tt: per vii anni \'('nluri 11r;1p1do 1,u1..tessodd bolnl{nlll(J dt~tò l{ranJc: uup<,rt." t, comi: trnpre 11ucn:de, cpu,1lh c.:ht· prtm.i l'a\t'\'.tllO c.:1Jmbattul0, d1H:nnc.:ro ~u,n .amnurarort e ~, ,letttro a l'l{•11n1el'e empio. Il nU0VI) 1rattamtntQ della paglia si propagò per le colline c1rcostant1, e I piccoli colt1\'atori d'una \'Olta s'arricchtrono m poco tempo, allargando sempre p1u lo smercio dei loro prodotti che furono venduti all'estero, m Francia, m Spaij:na, 1n Inghilterra e perfino nel lontano Oriente. Per quasi tutto il !ioecolola fortuna del cappello di paglia d1 Firenze durò incontrastata Soltanto \Cf'!,O gli ulumi anni, la n\oluz1one franci:se !ioCOn\·olsele cond1- .:1on1 dei mercau, e portò una ~ra\·c crisi nella produzione della p.aglia L'Inghilterra a\e\J stab1ltto 11blocco e l'e.iportaz1one dalla Toscana si può dare che cessas~e bru~camente, portando alla rovina la giovane. mdustna. Soltanto più tardi, a poco a poco, es,;,a nnacque. specialmente per la numa fabbricaz1om: J, cappelli d larga falda chiamati fion:tt1 S'm1z1ò allora una e~tcsa tsportazionc che ra~~1unst: anche I America. ",tcch~, aumentando d1 ~ior-no m i;?lorno le nchtc!tte, i:umc.:ntarono vcrtii;?inrn,amcntc anche le fabbriche, e 11 numero dq;i:li operai imp1egat1 arri\ò a parecchie dccme di migh;11a P0t, d'un tratto, 1'mi71Ò un altro pcm,do d, decimo. La concorrenza dell'ln1,!h1hcrra fu m quell'epoca e:,tremamente danno~a '\elle con• tee d1 Hedford, I lereford e Uu,krngham era sorta una .((rande indu~tn.t cht poteva vantaS,!:lll0!'lamtntc S,!:are~j(:1art con quella d1 Firen1e. ~e nac.que un disordine straordmano fallimenti d'industnali cm1gnz1one m ma~~a d'openu \erso altre regioni, D'allora in poi I periodi di nu,1 s'alternarono a quelli d'abbondanza Pt:r far fronte alla concorrenza spa\ento:,a s'm\·entarono ,enza tre~ua nuovi· fo~'1e d1 trecce e d1 cappelli: s·incc mmciò d 1muare i cappdlt d1 giunco d1 Panama. si d1m10u1rono i preu1 per hatterc sui mercati i prodotti stran1e11 Frnché, nno il 18701 1'mtrodu1tc, 1ull't':-1emp10 della Francia, le macchtf'e nc"lt ,,p1fic1 e d.t .al1,,ra c<minnò la \era mdu,.tna mf-'CCanica della paglia a Firen.r.t•. E lJ loua pu la conquu,ta d<.'.1mercati 11 fcc.:e :tt·mprt piu antcn!'lil \.1a1 come ir.ul hmre <l<'I1ec,,lo ACHno e al prmc1pio del nU0\'0, m tutta Europa e anche nelle lontane Americhe s1 fece tanto uso di cappelli d1 pagha. Ora, non p1u le donne soltanto, ma anche gli uomini e 1 bamb1n1 h portavano. Il nome del cappello d1 pa~ha d1 Firenze ebbe ,n quel tempo una celebrità. mondana piena d1 prest1g10. Le donne più eleganti d1 Londra e di Pa.ng1 non bada\'ano a spe!ioe, purché h: modiste, agli inizi della sta~1one calda, fornissero loro nuove fofl.- ~e. con nuo\ 1 straordinari ornamenti. Erano, quei cappelli, bianchi, molli e leggeri. e da\ano allt."donne un dSpeuo candido e agre:,te, un'innocente e fresca attrattiva La moda s'andava allora 1c;p1rando alle libere fanta!!.1e d1dla natura, imitando I pili es1ros1 mo11v1 Aoreah, e cercando d'uguagliare gli t!>t:mplari più stra,·aganu dt fiori e piante rare. Quel che accad1:\a nelle arti decorat1,e, do\e lo !>tilc Liberty \enna rc:mpcndo sen7a rispetto le :rnlenni foime trad1z1<mah, iniziando un co. tume sfrtnato e barocco, accadde anche nella moda fcn mm1lc con assai pili gusto, e le donne us<:m1gliarono a creature \'eg<.'.tali o ,1 t11nide pa~torelle che s'adornavano il petto e I capelli di fiori campestri :\ leggere le descruion1 che I nimanzic.:n dell'epoca fac·t\·ilno delle loro crome, par d1 \.ederle, vestile d1 :,toffe c.:h,are e abbondanti, 1 ncc1oh protc.:tt1 da lar.'(h1 çappelli d1 paglia. I.e protagoni..te dei romanii d1 Zola e di l luysm,rns, le attrici dei drammi d1 DumH e d1 Becque s'ornavano d1 quei fa,tos, cappc:111 Ed Elena \luu, come un tempo Anna Karenma. recatasi a quelle corse do\'e Andrea Sperelli cadde da cavallo, do\è nascondere 1I proprio turbamento chmandu il pallido volto sotto la falda d'un molle cappello d1 pa~lia d1 Firrnze. Lo doHttero portare le protagtm1!fltc di Prou:st, la dut;ht:..,1a J1 Guermantes e Odette dc Crécy, durantt !J pà~sel,t'{lata in \ ittoria ntl Ami. dc Boulo.':ne. Sulle nene dura"a ancora 11!J;UCCc!t.dSe0lla famosa c<;mmedrn d1 Lah1che· Lf' <hapf'ou dt' pt11llt d'ltolit, che- anni t,, fu ridotta per lo 1d11:rmo d;1 Rtné Cla,r \'1 \i raccontavano le ,1cende c1p1tJ.tt: a una coppia~d'amanu pt'r na d'un c.tppcllo d1 p.tl,(ha che un ca\allo aveva mezzo mangiato durante un segreto coO\ cgno nel bosco. La difficoltà. di trovare in tutta la città un cappello uguale a quello ronn:uo, dava pretesto alle più straordinarie avventure e d11nostrava quanto fossero ricercati e preziosi in quel tempo I cappelli di paglia toscana. Eppure, verso ti 1890, una nuo\'a crisi, più grave delle altre, giunge improvvisamente a portare la rovina in una industria ormai matura e assestata. S'era intensificata la concorrenza d?'t prodotti stranieri, e dal lontanissimo Giappone giungevano nuove forme di cappelli di paglia, lavorati a mano da operai espertissimi. In quello stesso periodo cominciò a Manda e a G1a\·a la lavorazione delle trecce composte dt vegetali mui visti. Fu una guerra senza quartiere 1n tutti i continenti e su tutti i mercati. Di fronte a una produzione cosi aggressiva cd estesa, l'industria fiorentina pan•c disarmata. D'altra pane le ignobili speculazioni d1 certi industriali e mediatori \'cnivano ad aggravare la crisi, sollevando la sfiducia e il risentimento nelle numerose lavoranti della paglia. Nel 1895, a Pcretola, scoppiò una sommossa di trecciaiole• angariate dal cattivo trattamento dei pj\droni e dalla crudele insufficienza dei salari. A capo della rivolta si mise un'operaia chiamata e la Baldissera •, che impose lo sciopero alle compagne e volle ella stessa entrare nelle fabbriche chiuse per assicurarsi che tutte le operaie avevano lasciato il lavot'o. La sommossa durò a lungo nelle strade e nelle piazze finché I carabinieri riuscirono a sedarla. Ma le passioni erano ancora accese, sicché si decìse d1 convocare una commissione che studiasse le cause della crisi e i suoi rimedi. S'era appena arrivati a. elaborare una relazione solenne, che le ragioni della rivolta \'Cnnero improvvisamente a cessare. La moda dei cappelli di paglia d1 Firenze tornò a fiorire e le richieste sui mercati divennero . copiose e sicure. Da allora si può dire che l'andamento del commercio si profilò senza sco~se e fino a pochi anni or sono mantenne un ritmo regolare e tranquillo. Oggi, le condizioni dell'indusma non sono più così tranquille. Ne, pnm1 venticinque anni del secolo, l'mdustria s'era arricchua con la fabbnca7.1one dei cappelli d1 paglia da uomo. Gli stabilimenti di Firenze producevano milioni d1 bianchì canotti e dt rigide paglie1te che monda\ano tutti 1 mercati del mondo. Poi, improvvisamente la moda si spense: e mentre fino a qualche anno prima I g10van1 eleganti s1 sarebbero verkognatt a camminare a capo scoperto, anche durante l'esta1e, oggi principi e barb1cn, commendatori e fattorini preferiscono farsi bruciare 11cranio piuttosto che CO· pnrst d'un cappello. La decadenza della paglietta sembra senza rimedi, e ~h stabilunenu c.he una. \'Olta ne fabbrica\'ano ~1 son dovutt adattare a tentare altre \'ie. Chi abbia occasione d1 fermarsi nelle campagne di Firenze, dove si pratica l'industria della paglia, e di parlare con persone dei luoghi, scnur-à imprecare contro la irragione\'Ole usanza di non portare 11cappello. Il duca d1 \\'1ndsor, ch'è uno degli uomm1 pili eleganti del mondo, quando venne a Venezia l'anno 1rocorsopor1ava la paghetta . m1 diceva un operaio d, Signa g1orn1 or sono; Frcd Asta1rc e Gary Gooper la portano sempre , , diceva un altro. ;\la intanto, 1 due operai che si rammaric&\ano avt:\·ano 11 capo coperto soltanto da un grasso strato d1 hn!lantma. Tutti m quei luoghi aspctt,rno che rinasca Id moda, come gli agricoltori attendono dal cielo una p1ogg1a benefica. E intanto s'mdustnano m nuO\e lavoraz1on1 di caschi coloniali, d1 cappelli di lana o d1 fibre artificiali, continuando però a &ognarc m cuor loro pagliette 11nmacolate e leggeri canotti. Le ma2~10n fabbru.:he si tro, ano a Lastra a Signa, m mezzo a1 t·amp1, do\ e la paglia~ colmata insieme allt• ,m e agli olivi. Davanti alle case, ndla stagione del raccolto, le trccua1ole mtrecc1ano la paglia con !t\ehcz;,a sorprendente. :'\elle fabbnl:he t::cntma1a d1 tr,mquillc raganc sono 11np1ei:;:ate 1 l.:he s'affau:endano nelle grandi sale intorno ai 1orch1 e alle macchine da cucire. Qu,·st'1ndu!ttt1a, che pure ha tanta importanza ndla rc'<1one, non dà affatto 1'1mmagme d1 quelle orga111zzaz10m dure e mfless1bil1 che per lo p1ì1 s1 ritro\ano nei luo~h1 do\·c 11 l.1,·oro i..-reso mcccanaco e d1s1ribu1to Le donm· c.he la"orano as..,om1gltano a ma\._a,e da\,1nt1 ai fornelli della cuc.ina •e anche le mau:hme hanno qui un aspeuo fam1lia1c e d1me,~o. Gli stt:,sl padrc1n1 delle a7icndc non sembrano affatto u<·m1n1 d'affari, 11npq~nat1 nel loro la\·oro, nl', ra1roterni:1e autontaTJ. I fanno anzi l'apparenza d1 paufl<:1 po!ts1dent1 di campagna, dai modi c1nh l' dimec;s1, cut piace 1.:on\er-.arc d1 cose scmplic1 e comuni. Tre o quauro ne.· ho 1.:ono!t.Cltltl,!-.edut1 mtonm .ti ta,·olo m un pinolo t,lffl· al1\apcrto d, 1,a,tr.t a Stt:na \H·,·ano t\lttl il capo coperto d.1 h1anch1 c.;anott1 1,rnat1 d1 nastri d1 ..,ua nera; lo te ..a. piegata dolcemente sulla fronte getta\a un'ombra d1,cretil sui loro \'Olt1 ro!!.e1e sorridenti. For~c m1 i;?Uardavano c.:onuna certa comm1ser,1z1one nel \Cderc la mia testa scoperta e indifesa a1 raf.{~1dd sole. Cno d1 loro m1 moMrÒ una nvi-st,1 .tmn1cana i,ulla cui copertina erano diseJ.1;nnt1due mt:mbn d'una colonia nud1c,rn, che camm1t13\'ano m meno,"\ und folta \·tgt·rnzionc cntram• bi a,·e\·ano in testa 11<:appello. \'cde . di..se i,:ra\emt1llt! un<>d1 lc,ro sono nudi, ma portano il cappello~. e aprì m1- ~tl·rto'l.imen1c l'interno della ri· 1-.ia. do, e :,1\·cdc\',IOO akunc fotoi;trnfii..-<.lthcll1s:,1me ral,lauc e nud,~tc • in ri,-,1 al mare, che u,pri":.mo ulla mc.·~lio le mt·mhta hiam·hc t: rotonde con eno1nu capp<:lh d1 pa~li.1 d, ~lar11la llllllilli @li~®~~ lt L VILLAGGIO di Camoruco si l trova ad uno sbocco della Plana, cd è t.,gliato in due dalla ferrovia. Al limite della S.'\vana, Camoruco con1i1!,tC in due file di ca~c allineate sull'orlo della strada. Vicino scorre il Guarico, un fiume ricco che irriga la pampa; sui suoi b.tnchi, nell'ora meridiana. so,tano i pigri coccodrilli. Era il periodo! delle elezioni, e due erano i candidati alla presidenza dc! dipartimento. L~, vigilia del giorno della votazionC" i capi dei due partiti, ricchi allevatori del di,trctto, avevano condotto in Camoruco 01dc di peo,us: contadini sottomt"'-i e umili, ignari di ogni cosa, e sopr;1ttutto di ciò che avrebbero dovuto forc l'indomani. I loro indumenti consi\tcvano in prevalenza in un paio di pantaloni ~t1,tcci.iti ed una camicia ~brindcllata i ai piedi avevano ~;:iridali di can..1pa. Tutti port<lvano alla cintura una larga sciarpa rossa e az.zorr.i, e tutti tenevano in mano, come un ba,;,tonr, un'arma pc.,ante, la machete, d,tlla quale non si separavano mai. Veni,ano a gruppi ddll.1. pla,ia ~d l'r,rno ,tffcrr,lli 'ìt1bito dagli agenti dei due p~trtiti, condotti al e quarticrl' generale> (ve n'cr.rno due in C,imoru• co, l'uno .t nord. l'altro a sud), ove :,i dava ,loro qualcht· spiC'gazionc M)mnuria e -.i diceva loro come avrebbcrn dovuto vot.:irc il giorno succe~sivo. l com,,<lini dubbio~i non comprende- , ,1110 nulla. cd erano certi che da un monwnto all'altro :.arcbbe scoppiata una ri\'olta, una g.1crra civile. « Ekzioni ! > diceva un vaquero ; « El<.·zioni! Bella rob,1... Sentirete. Due ('Olpi, r~1g.1ui ! E fuori le machetcs ! >. Er;.t quello il grido dei capi in ogni rivolw:ionc. L<.· rnunit.ioni scarM!ggiav..ino e \i do\'l>va dare il ,t!gnale dcl1'.utJ.C'Co con Il' armi da fuoco i poi occorre\ a fare tutto con le machetes d.1llc qu.tli il nemico difficilmente si poteva -.alvarc. e: Qut'llo che non mi \ a ..., brontolò un altro. e: è che non vogliono mai dirci la verità. Mai! &· deve essere ,C:lH'ITil, dw ,ia ... Ma ce lo dicauo altnl·no ! >. e Ci prendono p<'r donn;_iccole ! >. e :\1eppun: ; per oche cht• starnaz.- i,ano ! .... L<' ombn· n>mmci;tvano a "dire: velavano i cJmpi, la c;trada hi;mca, il cU'lo di ;u.t.urro inten\Q e, ,1.d uno ad uno, -.i kv;.tv;mo dalla terra I rumori dc-ll,1 n_ottc : il fru,cio della hrt'Z-Za, il 111u~gh1<ffCd'1.:i huoi n<'llc ,talle. il canto dd grillo. Ai qu.1li ,i .tggiungev;rno quctla \C• 1\1, !Il C;,11nonu.o .1ddormcntata, il canw l.1mc·11to-.odei peones <:hc avevano lx·\ uto, parl.1to, gridato: e: Di <hit· hMi b mia anima ,;,j ricordJ .. e: Dell'ultimo che dit·di a mia madre l' dd primo ,:lw di<'di a tf"... ». Jn uno dei du1.· « qu.1rtieri gc.:nerali > il f'apo <t\ rv.l domandato: e Co"' ne pt'n'>t·n·st<:. rag~121i, se !>i f.,n·,\C..' un.1 ('0r.,;1 la~giù per andare a Hdt·n· qµcllo clw -.ucn·dt·?». Per «la~- ~ill > -.'int<·ndt•,·,1 la fa.r.iont· avversa. L'uomo ,C"elto pn l'imprc,;a era un z.:aqt1t'r•1 d'un., vt·ntina d'J.nni; brun,,, rohu-.lo. ~kntr 't·l{li ,ì ~lza\ a µt·r lL'iCI• Il'. i , omp,1g:11i , lw -.i erano offc·rti cd na110 ,t;1ti rifiutati, brontolarono: « Co<..1 f.1r.11 -.olo. JX>\'Crino? >. « Voi n·-.ti .in•n• un.1 don11.1 per f.11ti <omp.1c::ni;.1?>. Il t'·lPO int<•nuuw: « Tranquilli, ra- ~.1 1 ✓, 1 Do111.u1i\ ill((·tnno il nelllÌlO ... >. 11 c::im,.uu· i·acruno U'\(Ì nella nottr bt·-.tt·mmi.mdo : ~ Co,.1 . l'Cdono qul·~li <,,tupidi? ,·oRlio f.ir H'dcre io '>C ho p.llll,\. >. Ld -.trad.1 c.·r.1<k-.1·n.1; il n·1Ho, mut.itn. port.1,..1 u11.1 JJIOR~ia -.ottik. -.ottile. \n·inn,mdo..,, .11 « qu,11ti<•n· » av- \lT-.,11i<1, il gim.1notto udi,·,1 -.uono di ,1nun,·nt1, di ,·01 1.. « Si din·rtono. qut·i 1.1111 1 • pui-.ò. D'1mp1m\1,o. dalle te~ m·hH· u•n un'o111h,.1; il gìmanl' ,i fcruiù. lll .ll!Kll,tto. l.',11110 ,1,ni,,L Ht,o d1 lui; qu,mdo ~li fu \ i( ino, 1·gli, ,1\t:ndolo rin111m(iul0 pt I un ,1v,1.·1~,11io. dom,1ndù « Dm,• ,·.1i, \t·nhio' >. « Pn·11do 1111 po' d'.11 Ì.L. ». « Cam· ! Sn un,1 ,p1~11 \ t·ni, i da 11n1 1 :t e: Spi.1 .> E tu > •· :\011 di ....1.•ro .1lt10. l.1· nwfhi 1,·1 ..,j .11- .r.trono cd il n·n hio 1 .tdck .11 ,nolo rol < 1.111io-.p,1n·.1to, 11·,t,111do,otto l.1 pio~- ~l.t, romi· uu_ t .uu·. Il t·11qu1 ,o .dlorn torni> e.Lu -.uo1 1·. non ,(·111a una cn t,1 h.ild,1111.t. 11.111ù 1'.1n aduto. « t 'n ,c·u hio I J l.,i ~unm.11✓.ito un \Tt I hio > » l'"-1. l,.uw\ -.h.,101dito, il c.1.- purwnc IIH'lltll· ~li ,tlt11 t~I( C\ ,1110 i,1up1d1t1. « f·~ un ddmo. E ti c·t·1< hn,m- ~o... IP non po,,n f.u null.1 1x:r tt· S1·..1ppa 1 \:i., .. 11 monti 1 •· Il 1.1g-.1110 ~11.ird.l\.l. pnplt--.-.o. 1 cc~llp<1'-!m, Comt· 1 Don·, ,1 -.c,,pp,1n· ,111 11101111q,u,1,i fo-.'l' un,1 bc-.ti,1 > ~1, 1 allrn,1 ,tH·,,t co1111n1·,"-(u>n cklitt,o ... f: pt·nhé;, Er.1 H·ro o no dw qud ,ct·- chlO 1·1.1 « 1111 1w111in, » 1 « \ ,I vi.t. 1,,iz,1.uo _., ~I, 11H11110uno: p111,nù io .,d ,n,ntm• 1 tuoi ... >. Il ~u,v._ir~t· 1M·ì ,1. t ,1.po rhino. Po1. dopo po, hi mt·,i, ,1.111ro di t t • 1~1n·, d1 ri-., hi,trt• w111prt·, ,i con-.t·~11è, 1·g:J1 •ln-..., ,tll,t (:llt-.1111.1. 11 rn;~ttmo dd \t1dc·ttn. '(H,rndo gli .,~1.n11n:,1.110110 I.i p1:11.1di 1m1tH\ ,,cippio m un µ1,1nto d11t,uo • e ~I. non dm 1'\',11no , mn·rli ·, .'.\011 1·1.1nn I noqri 111·111i>i1.•· Rl I• 1:-.0 lll,.\M;O-FO~mo:s \ llad d, G. Oru.~~ott1

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