lo? ki >, ripctè il Leoni. « Ma ~ ~ • non è morta. Si è ferita, e _nep: ~ t pure gravemente. Tra g1orn1 g: e; sarà in piedi. L'ho aiutata e assistita io stesso>. e Mi rincresce, mi rincresce davvero•• balbettò lo Squinci. e Quando credetti che ella fosse per morire, ero disperato. Avrei dato la mia vita per guarirla. E. così >, disse il Leoni. e Ci sono due soluzioni >, disse lo Squinci. e Una è di lasciarla, non è vero? Lasciarla e non pens.irci più. [n questo caso, naturalmente, io sono dispo:;to, sì, !IOnodisposto a riparare ... >. e E l'altra soluzione? :, interruppe il Lt.-oni. e Seguitare • a vivere in-.icme. Non e'~ altro>, sentenziò lo Squinci. « Non è semplin nessuna delle dm.: :t, disse il Leoni. e Quando si tratta di gente come noi, non è facile. Ora capisco la bassezza e gli accomodamcnu cui può arrivare l'uomo di fronte a queste cose. Ma è basscua? Si tratta vcrnmente di accomodamenti? Si fa presto a dire che un uomo tradito è un uomo rìdicolo, e capisco tutta l'ironia che :,j può fare su tale argomento. In tutti e due i rnsi io san•1 un uomo ridicolo, non c'è dubbio. Ma il matrimonio è un fatto molto pili scrio di quello che non appaia, pt:r <1u,mto ci si discuta sopra. Tra gl'ntc !)t:ntplicc, tra gente sana, intendo. A un certo punto la donna fa partt· di \'OÌ, è voi stc~:,-0, e come pote-te fMnc .t meno? çomc potete abb.111donarla? E d'altra parte, come potctt: viverci as-,icmc? No, la prima sohuionr l.1 t-.cludo, non è per mc •· e Significa che lei vuol bene a qucllJ do11na1 ecco tutto >. e Neppure; non è cs.tt~o. Ella r~pprcscntJ I:, rag.,zza che 10 conobbi l' um cui pa~s.11 i migliori anni dell;:i mi., vita. R,1pprt":,cnta i miei sogni dell'aneni1c, l.1 r,1gione del mio lavoro; è rolri 'ili cui ho pensato i rnici migliori p.-.:micri e di rui ho tenuto ~onto in ogni minimo atto. Come faccio, a u11 tratto, a non pcn-,arci più? A un n·rto punto, per mc:, ella è il peso -.pt·cificodella donn.1, è la donna. L'ho ('.1pito mc~trc la curavo .. La prcocc~- pazione mli\ cr., che guanssc e che nprcnd(':;~e la ~ua vita. ~rn un impegno. E in fondo, ho capito che quell.i ~r..i la prcoccup.t.1:ione de)la mia ~•ita .mtt riorc. Che ella guanssc. scnurla vi\cn.:, parlare, cantare. Scnti~e che si occupava delle co~c che le piacevano. Non lo può capire nc~uno, altro eh<" un uomo ~p<w\lo. è il scmo dcli.i rc..,po11:,abilità?Non lo so. Ma poi, SC· ~tutare a "i' crei insieme, ,e lo immagin.1? No, non c~istev.1 che la morte. ~fa poiché è viva, là 'dove è lei ~ono io. Bi-.ogn,w,i. vedere quando ca: pii che 'ii potcv.1 s~1lvarc. Come m1 prl'<ipiui. Com~ le fui acca_nto per tr,c notti ~L•nza chiudere occhio. Pcrche, ,illa fine tr,\ la. !)u.1vita che mi intc- ,c~ ....1\'a, ,,.11\'arc la vita1 creare la vita. Qunto è tutto il matrimonio. Cd è tanto fortl' que:,to fatto, che io sono qui, da lei, -,ol pL·rché lei l'ha cono- ,c. i11t.1. Si ~tabili~ce un rapporto che nl•..,..,uno,a cli qtulc natura sia i se de- ~r.\dantl' o ridicolo. o solwnto umano. M..1è co,ì. Allo ~tc-.somodo di quando c·ro innarnor,1to di ki, e che mi pia- <:C', .1 , edere e cono!)ccrc le cose e I<' per-.onc cht la conobbcr~ ba!nbin,t c.· poi gionn<'lt,l. Mc lo -.p1cgh1, mc lo ,p1n~hi que-.to nii<~tero> Il Lc:-onilo guardò nc:gli ocdu. e con una t.de ..u. pcriorit.\, che.• lo Squinci .,hh.1-..-.ùla tC!>ta. 11, .. 01 u1uo I buoi h111go Il mar, ... '' « Io>, soggiunse lo Squinci, « sono dispo~to a tutto. Non ho ncssun:'.l.intenzione di tirarmi indietro. Sono pronto a tutto>. « Che riparare, che riparare! :, esclamò il Leoni, come se quello fo<isc un fatto cui lo Squinci non potesse neppure acco~tarsi. Si levò per avviarsi. Si voltò sulla porta e disse: « Siamo diventati ìnvolontariamente amici. t\"on mi piace, mi ripugna, ma è così». Abbozzò un lieve sorriso, e aggiunse : e Non mi venga a cercare. Ma qualche volta è possibile che io venga da lei >. Così il Leoni tornò alla sua vita familiare. Riprese il suo l,1,voro, e pareva che i suoi affari andassero come al solito. Teresa si era dedicata alla casa; mentre prima era stata disordin:'.l.ta, del disordine proprio delle donne fantastiche e sensuali (uno dei suoi segni caratteristici era di versare il caffè sul lenzuolo quando glielo portavano la mattina. e di l:'hciarc nei luoghi più impensati le ~ue pantofole o le scarpe), ora s'era data a pulire, raschiare, accomodare, ricamare, cucire. J segni della sua prcscnz.. t, che ella a,·cva lasdato un tempo per C,t:,.;.1, erano stati un'eco di lei, continuo. onnipresente, in cui il marito .,i imbatteva come nelle tracce e nei giocattoli d'un bambino. Ora, la mente di lei era tutta nelle cure di ogni giorno : studi,tre il modo di ,tdopcrare ogni piccolo oggetto, l'ordine da dare ad ogni co-.a i e quel~ l'ordine ricordava ~tranamentc la vita di qualcuno prigioniero. La scia, prima di adclormentM:,i, ella si stampava nella mc11tc 1 come ~u una cera molle, il ricordo delle co..e da fare il giorno 11cguentc. Gli oggetti della ca:,a acqui- ~tav.tno lentamente qucll';upctto fi.sso, indiffcf('ntc, ch<.' può d:'.l.reun ordine -.pinto .di.• e:,trema meticolo:,ità. Si wcgli,t\ ..1 la mattin..i richiamata dalla voce sottile dei mobili che schioccav;1110nelle giunture -,ceche e nei nodi, -.i ve,;ti\'a e !)i lav,wa in frett,,, e ~nLa accorgcr-.cne eia già !iCduta o inginocchiatJ al lavoro. L.worando, pcn- ,ava a ~uo marito. M'.a non riu..,c1va :t \·cderlo che in quel I' tltteggi.i.mento fi~- ,o, ,cn✓.a parole:. fenno e chiuso. Si parlavano, lll..L di ro:,e molto comuni, ~-ir~1~t~:~~~ ~l~ll~iI:'>~ ~~~~ ~~r t;::~j indifferenti e di fatti indifferenti, ridC'v.. mo o din·nt.w~1no seri o rimanevano in C!ita-,1come -.t: !ii fo.,scro comunicate chis!ià qu,tli emozioni. come ,e ~i dicC':,M!roi pt·n.sicri degli inn,rn10rati. Ma i loro mii;liori inCOf\tri accadevano (JUando cll.t era un po' indi- \j)O!,tà. Egli si occup.1va d1 lei, in quc- :,ti momenti, e ne risentiva il calore del corpo. la voce sofferente, il bisogno di amore. Tah-olt.i mcivJno irhieme. E allora biwgn:'.l.va parl:uc. Egli le indicava le piante .i.r-,c e dure che crc":>Cc\·anosul1,t riv.1 del m.1rc. « Ecco l\u,enico, vedi. ecco le b.1cchc gi.tllc. Ci ..,ig:iocav,t da r.,g,,ai, m.t ,undo attenti di non ,chiacciarlc, pcnhé ')()110 vcknosc. Hai visto che bei fiori fa l'.,r~nico? Piccoli. ,l !)tcila. di un auurro chimico>. Egli scguit,tva ,pc-..-.o.1 p,trlarc di queste cose, e gli ti-c·m.1vala voce, fatto puc.·rile rnntro cui lott<.1\ a inutihll(_•ntc. Ella mo:,tr.i.\'a di mtcrc-s..-.ar,ialle 1;uc scoperte i ma 1n verità, .i vederlo commos-,o per co,ì poco, provava un incsplic,,bilc <,entimcnto di gclo~i.,, e l'impressione di e":>-,crctrascurata, ciò lhe ~cgnav:, ma~giomu:nte il loro di1;t;1cco. e Non si può andare avanti ro-,ì >, dia pcn ..a.v.,. « non è po.,sibilc. Questo è l'infrrno. E durerd -.cmpre, sempre >. Eppure andavano avanti, eppure avevano bisogno di stare insieme e non potevano fare a meno l'uno dell'altro. In questa circo~tanza, tutto il loro affetto si era ridotto a pensare ciascuno alla vita dell'altro; la vita, essere vivi, essere sani, nel mondo pieno di pericoli. Essi soli si accorgevano di sfiorire lentamente, da una picg.1 della bocca, da un solco che cominciava a scav:'.l.rele loro guance; e anche questo li teneva insieme, col ~nso della vita che fugge, della vecchiaia, della decadenza. Eppure erano giovani. « Che cosa ci vorrebbe per potiisi perdonare e tornare come prima? » ,;;j chiedeva talvolta Leoni. Quando pensava a queste cose diventava un ,1ltro uomo. Allora i loro incontri e le loro passeggiate erano quasi lieti, come se tornando a casa li aspettasse una dimenticata felicità. C'erano i buoi lungo il mare, che brucavano le piante dure e asciutte, e i cavalli accosciati nobilmente sulla riva. Gli animali erJno ridotti, da\'anti all'arsura del sole, all'ultimo limite dove l'umidità del m,,rc alimentava ancora qualche pianta e c.1ualchc filo di erba. « E: bello, non è vero?» egli le chiedeva. Ella accennava di sì con la testa. e Non ti piace? > egli insisteva. « Non è tanto bdlo >. Era vero. Attr<l\Cn,o gli occhi di lei, tutto dilcguav~i. anche per lui come un ,ogno1 di\'Cllt.J\·a brutto anche per lui. Ecco che cosa signlfica\'a l,l vita in comunf'. e Sì, è grigio, solitario, dt!.Crto >, ripn•nd('va il Leoni. « ~fa alle prime piogge torncrd verde». Egli ..p. crJ\'.a in qu~·sto ,ride come in un ritorn<.'I. \ 'rdendo le cmc.· come le vedeva Tc1t•,,1,tutto gli p:ircva di-.adorno. cd era -.ti,mo che questo ~li di-.piacessc come ~I.' fo,,c unn colp.1 proprio di lui, come ,e t·gli non riu-.ri,~c ;t f.1rc bello l'uni- \ l.'ISO. ~fa non era bello in loro, l'universo era morto in loro, ecco tutto. Tomando a l:a-,J, sull,, !)trada fuori della città, guarda, ,mo ..1quella grande solitudine della t<'rra C!)tiva, quel de~crto mit'tuto, quel medioevo del mondo, e i cavalli che torna\'ano ançh\·.,.si col collo ritto, un grande coli.tre d1 legno cui l'ra legato un campano che se~nava il ritmo dei loro pJ.:,-.idignito~1. fcnnandosi a guard.1re l'oriu.onte, a gu<1rdar-,i tra loro, in un rapporto M'mplicc e fidato. Co-.ì Tcrc'i,l e Leoni impararono ad c~.¼·rc nemici. d'un,, inimicizi,t tr~1n- <1uilla e ,irura come un amorc, pi<'n,\ di Jbncg:'.l.zione, di slanci improvvi-,i, di lacnmc solitarie. Era un legame indi..,..olul,ilccome l'amore. Talvolta ella volcv,\ f.u piacere J suo marito. Cli diceva che il m.1rc era bello, il più lx·! rn~1r<·dd mondo. e forte, grande, ir11pctuo~, lungo b. co1;1aeh(• part"va 1ott.1 ccl elc\'ata dall'impeto delle onde gigantc·..,chc, con le !<.uedune, i :,uoi promontori e le mont.lgnc r.1pprcsccomc un'onda all'imbocco delle valli. 1 n quc:<>tmi omenti erano d'accordo, 5i pn:ndcvano 1., mano e camminavano un poco legati. Erano questi i !iimulacri d'un affetto che non tl'O\'av,\ più l.1 -.ua ~tr,td,1. « Perché non .1ndiJmo a fare una pa,;;~t•ggiatJsul promontorio? Il m:uc .,'infiltra <,ulla "Pi,1ggia, vi fonn.1 un laghetto, e si pos,ono prendere i pe- ~ci con un c,rnc~tro >, dicc\';t il Leoni, e Sì, ~i può prendere anche la m.1lari:'.l. >, rcplic-ava con un'improvvi!ia cattivt•ria Tc1c~a. AllorJ si M•pilfavano, è torn~•\·ano ;1 cammin.\lC in -.ilc.·nzio. Tutti i loro rapporti -.j :,volgC\ano intorno .a qur~te cose, e di <1uestogenere crJno le ragioni delle loro contese. Era lo )lC!i"Oche c)primersi per simboli, dicendo altre parole cd altri pensieri d,1 quelli chl 1 dovevano dini, e che orma.i non dichiaravano neppure a ,e stc:,,!ii.Spc-.-.o foce\ ..ino propo<iito d1 parl,ffsi apert.unente. Il Leoni tornav.;,1a ca,,.a di ,,.Jancio, come se doves- \C dim<'ntic~1rc quello che finalmente cr.t riu~ito a formulare, Ma appena aveva cominci;Ho, dicendo: e Senti, ho )X'll''hltOchc ... >, cd ella lev,wa il suo vi~ che non aspettava più nulla, nc~!)UJl.trivclJzionc, nessuna sorpresa, egli taceva imbarauato. Eppure un giorno J\ rcbbcro dovuto dirsi tutto. 1l L('oni era stato invitato, nei primi giorni dell'ottobre, a fare da teHi• mone in un matrimonio. Il vecchio Zigrino <ipos.iva una donna giovane, la Manoeb. i !ie ne era parlato molto in quei giorni; essi si trasferivano da un paeM: nella città per cominciare la loro vit.l in comune. Era una mattill.l moitO bella; tutto era fermo perché era di domenica, e anche i campi e il mare erano fcnni. Il ciclo era rabbuffato ma luminoso, con certe nuvole splendenti, la campagna umida per l.t pioggia notfurn,\; \'Cniva f.i.tto di pen\arc alle prime cose che si muovono "iUll..1tc1ra qu.tndo nenc il ristoro dell'acqua, i ruscelli, e come se fos- ~ tomau la prima\·era, gl'insctti che rivivono per poco nell'erba umida e chiara. La chiesa era piena di gente. La ~po.,.;i arrivò prima accompagnata d.,i parenti, poi venne lo sposo fra uomini \·eHiti di nero, come se lo aves- '>Cro arrc!)tato o imprigionato fra i do- \,·eri. In quel nero, sì di~tingueva l'argt·nto dl'i suoi c-.i.pclli, e il suo viso d'argento. Era un \'ecchio robusto e \'ivarc. La sposa levava gli occhi :>en1.1 sguardo sull,1, foll.1; le ragazze os- :,crva\'ano il suo abito azzurro, i rag.1zzi e I gio\'ani la fissavano come sul punto di \'ederla dileguare per sempre; tr.:i le sue donne, ella non riu'iciva .i parlare, apriva la boc..:a pallida e !)(repolata senza più che un suono fioco. Per un poco tutti pcmarono a un addio, a un attimo definitivo, a qualcosa di lasciato per sempre. La ~j>OS•sli volgeva di qua e di là come se av<''ìSC,-oluto parlare a uno per uno e a tutti in!)icmc coloro che assistevano .dia cerimonia. Tutti parevano di là da una grata, tutti avevano l'aria di IJsciarla sola e dirle e Addio, addio ::t. Poi, quando tutti furono al loro posto e cominciò il canto, e i ceri :,caldarono )'.,ria, i due sposi vicini in ginocchio, senza guardarsi, tutto divenne una promessa tranquilla, sicur.i, senza dubbi, lontana dal male. Vi c.redcvano tutti, e gli uomini, e le ragazze, e le bambine. In fondo alla chiesa ceni monelli giocavano a rimpiattino tra le due colonne che sostenevano il p,tlco dell'organo. Tutto saliva in alto: il canto, le voci, l'armonium i tutto era lieto e sicuro. Il Leoni guardava la moglie inginocchiata col capo tra le nlJni. Ella vi credeva, fem1amentc, e pregava. Vi credeva per quanto lo :,poso fosse vecchio, vi credeva con una fede che vedono soltanto le donne, come a un sacrificio che ha in sé la !)Ua giustificazione. Appena tornati a casa, era sicuro, essi si ~an:bbcro ,llla fine detto quello che ,wcvano sul cuore, si sarebbero spiegata ogni cosa. Sembrava e:,tremamcntc facile. Ella Fregava come se fo!)!)C nel suo I egno, i regno delle donne che ~i J0id:'.l.no agli uomini come povcri agnelli pasquali, il rC'gno inesauribile del matrimonio. Al pranzo di nozze, lo Zigrino volle r.,ccontJrc come era :,tato a Napoli. Er..1.rnd..ito a fani visitare da un medico, o far:,i indovinare le malattie, come egli diceva, prima di spo,;;a~i. « Non ptrché io sia malato >, raccontil\'i.L lo Zigrino. « ma perché ho i soldi per farmi \ edere d.1 un medico. Si ri-.parmia tutta la vita, cd è ~iu-.to forsi \'eden·. ~i misi a cammin,irc per la città, facrndo tutta la strad.t a piedi. C,i.mmina e cammina, non c'è un po!)to dove mettersi a ..,edere. Il medico non ricevé\.\ pnm.1 delle undij. e allor<t seguito a camminare, gir,1ndo girando. Ma poi ho proprio nule, alle ginocchia, ai polpacci, perché la str.ida è dura e di pietr<.1.Vedo cci te ..c.elie fuori d'un c.1ffè C' 1111 metto :'.I \t'd<·rc. Viene uno e mi dice che co,,\ conundo. " Non comando niente", dico io, "comando di .<,tar~duto ". Lui mi dice che non ,i può, a meno clw non corn,llldi. "2\'l.1 ", dico, " la\ciatcnii !<senzacomandare, la- :-.(i,ttcmi star '.)Cduto, io non capisco p4:rché cle\'O comandare. Non ho mai com.md.110". Le sc<lic cr..ino tutte \'UOlt' <' 11<,111 c'tra anima viv,L '' Ko, bi~ogn.1 com.1ndarc ". "Al di..1\·olo, portal<.'1H1allora un caflè ". Quello mi porta il < aff~, una bottiglia d\1cqua 1 lo zucchero, e lo zucchtro cr.1 molto. lo f.Kcio: " :'\on ho bi~ogno d',1n11u t'. qu.mto allo .1:m·t.hc.·roi,l caffè lo bevo .,m.iro. E poi, noi .siamo gente di pac-:,c, del \"a,,oio non me ne importa nit·11tc". Capite che quell'uomo ccrr.wa di farmi pagare molto. Non mi ri~1>0ndc. E appena lui volta le Sj>Jlle, io µrc.·ndo un poco di zucthero 1 m,1 in modo che non si vccic-.sc. Allora gira- \ a certa gente là ,lltorno, <' chiedeva soldi. Perché tutti \'Olevano i miei soldi, a\'Nc c.,pit0? Quc .. ta è la glori.1 del mondo. Ai soldi finisce tutto. Io stavv ,lltl'nto al ,,\,.,oio. allo 1utchcro, .1lb hùtt1g:lia. Non ~t.l\O tranquillo, e potrtt.' figurar\'i che ~rdcvo .111chc scomodo. Allora \'iene il c-;.1mcrier<' e mi dice che ,·uolc due lire>. s - (continua) CORRADO ALVARO UNA CREAZIONE EDITORIALE LANCIATA DA CORBACCIO L'UOMOVENDUTO CINQUE VOLTE »1 MICHELE CAB. RIVELAZIONI E DOCUMENTI SULLA TRATTA DEGLI UOMINI BIANCHI IL CASO ESTEBAN ESTEBAN Libro 41 t.errortn&nte tnt6re■ff. Prt1tnt&l10~• ■on,rtndtnt.6. A.net.e la P""' et.a Lmpre1■tont 41 po1■edert 1• cou out,nlkh• molcrlalm•,.,I• apparlcnrsl• &U'U0.110 VBlfDVTO 5 VOLTE. Percbii eonU■ae, "f ■rl ■ reali: Un portafoglio - Sedici foto autentiche• Un giornale di New-York Un certificato di congedo - Un rapporto della Legione COSTA16 LIU. VAA RUBA.Cllll:DETEl,O0001 il VOSTROLIBRAIO O DIIIETTUIEIITBALL'EDITOREI:IILAIO, VIA LUSARDI I. 7. Tabocco? qhlottooerle l ooo •• D■ prbal■-a d.U■od■re I •oeul d■oU baat■1d: lo PASTA DENTIFRICIA GIBBS •S.R.•. Qu .. ta Pa1ta uo.llc■, m pr■-ii dJ un d■D!Urldo p■r• l■Uo, qu■llo ril••aol■ dJ pr•••o.ir• ■U:1.cac■m■Dt■ qucad tult■ I■ aff■z.lool dello bocca. • la G■oqt.Ue • la Ptonea ln particolare. Grod• ol SodJoricl■ol•oto che C"Onti■ 1:ia, alim.ola l■ r..i..t•iue del 1-ut:1. • maot:1.■D■ I• 9■Dqi.T■ lortl • ■<ID■, Di ,o por• grod.■l"olltlllao rtA!rNCC • profuma J'alUo • tbicmca pert■Uam■Dt• I d■D.tl. MQ.&alntoccarn. lo 11111QJto. P■r qa1aotim C"ODlro oqn1 rucbio D.OD dlm■D.tlcot•: coQl.ultoi• alm■no due TOII■ all'anno il Denilata • adoperale quotldJanameDJ• la P,ASTA DENTIFRICIA GIBBS , ..... J. son10R1c1NoLEATO iL6.~! ;,-ffi~~, ~ ··-··-"~ .e/ l. Per raderti per• fetta mente in pochi secondi, senza dolore, senza irritare la pelle: abbandona sapone, pennello, acqua c~lda, ed usa solamente fAIMACIA H. ROBHITS & Co. SIVENDEOVUNQUE f IRE N Z E Al PREZZODI L. .t TUBO CAMPIONE N. 0.4 CONTRO RIMESSADI L 1 IN FRANCOBOLLI STACCHINI una Novit<Ì umoristica: "G uttarama" lire 10 Il libro nu-,ttrio,o dd giorno e 1/dla nollt ... Editore CESClltN,t NOVELLA FI M t:n■ !cito.■ ■nliClf)HIQftC dtlla prQWim■ 1u111QnC cinem■tQirratìc■: 11p1nortm1 com• pltlQ della produitonc mond1tlt, un co.p1ci.o e smaah1n1ec■mpu,,n,no d1 ro«Oieflfit. CONTJF:NP.: novello, articoli o confosslon l d, ,cr1nori umani, d, anori fimo,: Goua t T()fano, :\fun. e Gandus·o, Corra t K,lu P■lmct, Ach1llt e P1oOlaUarbau, Cwclla, Mttario, :\toi10, Pt,ertlli, Don11.ho, t·« Il carosello docli umoristi in1orno al cinema e ■I 10110 da \!Mc■ 1 Guaresch1, da !\ltnioni • <.:,uhcre, 1 Bunu::h,n,, 1 Fr.au,m, a lln:u, tee. ecc. ◊Ilo 1rondl lovolc o color/ /14orl IHlo. l OO orwomtnll • ZOO lll&ulroihml, E: in •tnd1t, ■ 4 lm11in tutlt lt rtt,c-olc
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