Omnibus - anno II - n.26 - 25 giugno 1938

ANNO /I - N. 16 - ROMA 15 GIUGNO I938-XVI Jl'.1 ~,11n1, ul* t;p) ':Jt1 "iw {]' i,11 ~-~ $ ~~gl~11k\11it a UALCHE volta si pCll$:l se non sia \I un gra\C torto il non scguh-e con la dovuta attenzione i la,·ori ddla Socic1à delle Nazioni. Nei giorni scorsi, ad esempio, si è inaugurata a Gincua la \Cntiquattrcsim.:i sessione della ConfcrcnL>. internazionale del lavoro, la quale a, cva soprattutto lo .Kcpo di regolare il la"oro degli indigeni nelle colonie e nei p:l~i sotto mandato. Fra i tanti docunu:1111 presentati alla Conferenza 6gura,a un n.ppono dei missionari cattolici, che nonouantc la cautela delle c~pressioni e la moderazione del tono lascia,a chiara.m('ntc intravi:dcrc la realtà, le condizioni vctt: che accomp.i.gnano il lavoTo degli indigeni nei paesi a regime coloniale, nelle miniere, nelle fon·stc, nc.-i campi deserti, nelle zone paludose. ~-fa l)('r quanto import.t.nti appari~ro le riforme richieste per migliorare, per ricndcre più umane le consuetudini che fanno del lavoro degli indigeni una pena e qu.a.si un'espiazione, una cosa sopra tutte le altre preoccupa\"a i minionari c:utolici. b. sostitu?.ione delle famose leggi penali per determinati ca.si gru i di mancato imp('gno nel Livoro, con un giudi:ùo civile, chf" offra maggiori garanzie di giu~tiria e di umani1à e I missionari da noi consultali si sono dichiarati desiderosi dell'organiuazione di una giustit.ia più umana e meglio consona al car~ttere di coloro ai quali è destinata>. Non è difficile indovinare, dietro la mitez.z.i di queste espressioni, il quadro spaventevole delle torture alle quali sono souopost1 gli indigeni in quasi tutti i territori coloniali, dove regnano incontrollati l'arbitrio e la p~potenza di imprenditori senza scrupoli. Giorni fa, a proposito dei tumulti alle Antille, delle spietate repre~· sioni di Giamaica e Trinidad, la stampa inglese, con a capo il Tt-,~J, riconosceva che quelle agitaiioni, con relativi sacche'!gi di magazzini di generi alimen1ari, erano dovute alla miseria orrenda delle popolazioni indigene, opera esclusiva dei grandi proprietari di miniere e di piantagioni Volgiamo, un momento, uno sguudo ai territori del no5tro Impero. t strano che la stampa italiana, anche quella che va per la maggiore, non si sia oecupat.- dellt conclusioni dell'inchiesta promossa dall' Accadt-- mia d'1ta1ia sulla vita sociale, economica, religiosa, morale, delle p,.;x,laz.ioni dell'Africa orientale. Eppure, c'è molto da imparare. Fra le altre cose di notevolissimo interesse, la relazione, che ha fatto oggetto delle sue indagini soprattutto i Baria e i Cunama, due gruppi dervisci tipici d,e,ll'Africa orientale, ci fa vedere come le genti di colore, che, ~lvolla, si è tentati di collocare su un diverso piano, abbiano una vi1a economica proprio come l'inten• diamo noi, con gli Sle"i problemi dcllt' popol:uioni occidentali. Tradotta in termini monetari, la vita econorr!ca dei Baria e dei Cunama pfCM"nta q .esti dati; e Oggi è sufficiente una spesa .di 1 15 lire mensili per mantenere una fa. miglia media, calcolando un tenore di vita suptriore a quello medio. Per l'individuo adulto, considerato isolatamente, si arriva alle 45-50 lire mensili > Sono cifre che destano un senso di raccapriccio. Senonché è intervenuta l'azione dd Governo fascista per la messa in valore dell'Impl"ro. Con quali conseguenze dice la ricordata rela· :r.ionc. e Cii} premcsso, appaiono assai clevati i salari corrisposti attu3,lmen1e a1 la- \>Oratori na1ivi. Nell'aprile 1937 un lavoratore della strada guadagna\·a lire 240 mcnsili (L. 8 giornaliere), e fino a pochi me.si fa ne guadagnava 300. Nellc miniere il salario è di L. 10, più la razione di "dura". Per contro, gli a.scari percepiscono un soldo compleuivo di 200 lire mensili > Ci troviamo di fronte ad un imponente balzo in su. Il reddito dei Baria e dei Cunama è aumentato del 400 per cento. Con quali ripercussioni sul loro tenore di \·ila? e La quahtà dei prodoui consumati dal '35 al '37 non è variata di molto Tuuavia alcune merci di provenienza i1aliana (olio d'olh a, petrolio, salsa di pomodoro, sardi• ne, sapone, frutta in conserva, llltte con-. dcnsato, farine, aranciatej hanno cominciato a trovare posto nel mercato indigeno e ad csst"re assorbite in discrete proporzioni. Ciò è da mettcrsi in rapporto con il fenomeno delle nuov~ mane di potere d'acquisto apportate dagli indigeni in seguito alle opere stradali >. Ques1a la realtà, che Ginevra, naturalmene, non vuol vedere, que1ta la realtà, che, pres10 o tardi, finirà pPr inAuire su tutte le colonie, con grave disappunto del capitalismo che arricchisce col lavoro e foruto > imposto agli indigeni. Queita realtà non è esclusiva dell'Africa orientale, pere.hl lo s1e.sso avviene nc!Ja Libia Qui abbiamo la tcstimonianz.a di un autore\ole pubblicista musulmano, E. f taho\'iC, chP, di recente, scriH:va queste_ i role ammonitrici nel ,Muslimanska Su11est e Il ~Lniuro dclle Colonie romano, al contrario degli inglesi e dei francesi, ha posto la sua ma~gior cura nel risollevamenlo del tenore di viu. della popolazione. Lo Stato si è usunto il compito di promuo• \ere l'agricoltura, il commercio, la conruzione di uradc, ,cuole, o,pcdali e istituti. Siamo stati recentemente colpiti dai dati e dalle fotografie ,u quello chP l' halia ha fallo per i musulmani in Tripolitania Lo ricono~iamo le.llmentc i se i musulmani della Tripolitani.i, i quali, data la loro 51. tuazione, non hanno la speranza neppure di una lontana liberaziont" politica, dnono vivere in una colonia, allora per essi è del tutto meglio vivere sotto l'Italia. J1 mu1ulmano nelle colonie italiane non è schiavo, ma può e"""re anche un uomd >. r-:ulla da aggiungere. *** lf A QUESTIONE del petrolio rnessit:! cano è molto complessa. C'è, prima di tutto, l'aspetto strettamente economico. Scoperti al principio di questo secolo, i giacimenti di petrolio messicano sono localizz.i.li in prossimità della costa del Golfo del Messico, non troppo lontano dai porti di 1".,mpico e Tuxpan. Lo Stato messicano fece le prime conce~sioni per la messa. in valore dei giJ.cimcnti di Tampico sulla base del principio giuridico allora in vigore, per cui il proprietario del suolo lo era anche del sottosuolo, così che le concessioni risultarono molto vanta~giore ai concessionari. Ma nel 1917 la costituzione fu mutata, e proprietario del sottosuolo divenne lo Stato. L'articolo 27 della nuova costituzione dichiara, infatti, che il suolo e il sottosuolo con minerali cd altri giacimenti sono e proprietà della nazione>. E precisa: « In ogni momento la nazione avrà il diritto di imporre alla proprietà le misure suggerite dJll'intcres'-e pubblico>. Lo ste!tso articolo aggiunge che le eventuali espropriazioni non potranno aver luogo che ~ pt·r ragioni di utilità generale e mcdiJnte indennità>. Era fin troppo e\·idcntc che la nuova costituzione mirava, in un tempo più o meno prossimo, alla nazionalizzazione delle miniere. La cosa non '>fuggì, naturalmente, alle grandi Compagnie concessionarie, che si misero sulla difensiva, iniziando una serie di lotte aperte ed occulte contro il governo me~sicano, chr dovevano fatalmente portare al conflitto attuale. Le ragioni del governo del .Mes<i:ico si ria~sumono tutte nell'accu"ia, tante volte mo!tsa alle Compagnie, di non tenere in nessun conto gli intere5si e~ condmici e sociali del pae~. li petrolio estratto (si diceva, ed era vero) ve11 PAGINE UNA l/RA Il I SPEDIZIONE IN ABB. POSIALE KEBBIOO. OOlfTADIJU BOLLA PORTA DI UNA OHIEBA niva trasportato grezw o raffinato negli Stati Unitii di modo che il corhumatore messicano pagava a carissimo prrao i prodotti estratti dal i.uo sottosuolo, e dei profitti alti),!,imi dell'indbstria della raffineria non beneficiava in nessun modo il paese. E non è tutto: salari bassi\Simi alle macstr.inze operaie, nes::;una garaniia contrattu.1le, nessuna forma di a5sistcnza e di prcvidenza1 nessuni,\ima norma igienica. Negli anni immediatamente successivi alla grande guerra, dopo lunghe e laboriose trattative, il governo me),),icano riu!tCÌ ad imporre alle Compagnie l'in.stallazione di raffinerie sul luogo, con vantaggi sociali e finanziari notevoli per il pae1sc.D'altr.1 parte l'cstra1ione messicana era allora fra le più importanti per i concessionari, venendo subito dopo quella degli Stati Uniti e prima di quella della ~m:sia. :\fa la scoperta dei giacimenti del Vene• zucla modificò radicalmente la situazione. J conce!tsionari trovarono conveniente rallentare l'e~trazione mc.,r,icana a beneficio di quella del Venezuela, tanto che l'estrazione mr<;c.kana cadde da 193 milioni di barili nel 1931 a 33 milioni nel 1932, mentre quella del Venezuela pas,;ò d.ii 20 milioni del 1926 a1 117 del 1931. Squilibrio impressionante, che determinò, come era prevedibile, una riprc- <;adel conflitto fra il Me,;sico e le Compagnie; conflitto, che, nono)tame l'incremento della produ1ione messicana, non ce)c;erà più. A conti fatti, il Me~<;icoera pas\ato dal ~econdo posto al settimo nella produzione mondi~e del petrolio. O, <1ui, da parte del governo, l'assidua ricerca di un motivo plausibile per il ritiro delle conceso;ioni. Vn primo tentativo 1 dicci anni fa, andò a vuoto1 di fronte alla decisa opposizione degli Stati Uniti. Il presidente americano Coolidge dichiarò apertamente che avrebbe difeso con la massima energia i diritti del capitale nazionale investito all'c- .!,tCro,e, di fronte a que5ta minaccia, il governo mec.sicano ,i ritirò in buon ordine. Ma non rinunziò ai suoi disegni di espropriazione e attese, meglio ancora, preparò l'occasione propizia per ritornare all'attacco. Non è nemmeno da escludere che il Messico abbia avuto motivo di ritenere che Roosevelt sarebbe stato meno risoluto di Coolidge nella difesa del Bzg business, mentre l'Inghilterra, dal canto suo, era distratta da ben altre preoccupazioni. Si venne, così, all'uilimatum del presidente messicano, Cti.rdcnas, del novembre 1936, implicante l'annullamento di tutte le concessioni. La cau~ occa~ionale fu un conflitto fra capilale e 1.lvoro, una vertenza fra il sind.icato dei Trabajadoru petroleros e le dicias1sette Compagnie, inglc,i e americane, operanti nel !vfes:iico.Gli operai domandavano aumenti di salario, garanzie contrattuali, assisten1.e e, soprattutto 1 regolamenti igienici1 confoz·mi alla natura del lavoro. Riusciti vani i tentativi di accordo, la ,·ertenla fu portata dav,rnti alla Giunta del Lavoro, quindi alla Corte SupremJ. Questa, com'era da prevedersi, condannò le Compagnie a miglior,1re le condizioni del lavoro e ad aumentare i salari. GH aumenti comportavano un onere di 26 milioni di piastre. Ma le Compa~nie si rifiutarono di riconoc.cere le decisioni della Corte nella loro integrità, e si dichiararono disposte unicamente a concedere aumenti per 22 milioni di piastre all'anno. Il governo messicano ha accu~ato le Compagnie di malafede e di deliberata ostilità, non essendo crédibile che gruppi finanziari di tale potenza siano veramente insolvibili per quattro milioni di piastre e non possano rivedere i -.alari, dati i lauti dividendi !,Cmpre realizzati. Di fronte a tale atteggiamenlo, il presidente Cflrdenas non ha perduto tempo cd ha proceduto, senz'altro, alla tanto desiderata confisca dell'industria petrolifera, che, d'ora in poi, dovrebbe essere gestita d.1ll0 Stato. Il presidente C.lrdcnas ha ripetutamente dichiarato che le Comp.1gnic espropriale s.uanno rt::golarmcnte indennizzate. Ma con quali mezzi? Con buoni del Tesoro messicani. Tale prospettiva no11ispira eccessiva fiducia .ti capitalisti anglo-americani, i c1uali non ignorano che, dal i924 in poi, i pagamenti del debito pubblico ,;ono praticamente cessati e che tutti gli accordi stipulati in seguito coi debitori sono slati sistematicamente annullati d,,llo Stato. Ma, intanto, ci si domanda: come mai il governo mcs5ìcano si è indotto a una mi,;ura che lede così gravemente intercisi ~.tranieri importantis!,imi? Il prc-.idcnte Cdrderrn.s ha forse contato sul favore di Roose,·elt e sulla acquico;ccn:,,ainglese? Certo che Roo,;c. velt non ha trala,;ciato occasione per mostrare le sue simpatie e i suoi riguardi verso il prer,idcntc del .\.fcisico. Fra l'altro, fu perfino annuniiata una vhita di Roosevelt a Càrdenas. Perché? C'è chi vuole spiegare questo strano atteggiamento della Ca~a Bianca con preoccupazioni di ordine puramente politico. La caduta di C.irdenas, ~i dice, porterebbe fatalmente al!J. instaurazione di un governo autorita• rio, la qual cosa non è vista di buon occhio dal partito democratico che attuahnente detiene il potere agli Stati Uniti. Il Messico è troppo vicino, e certe idee .sono contagiose. Di modo che il presidente americano sacrificherebbe gli intcre~i capitalisti di casa propria ai bolscevizzanti che fanno capo al governo di C.irdcnas. Senonché poco tempo fa si assistette ad un bru~o mutamento da parte <li Roo5e,·clt. Il t,;overno di Washington annunziò che avrebbe sospeso i consueti acquisti mensili di argento al Messico. Bastò que:ito annunzio perché il peso perclcs,;c in poche ore un terzo del suo valore. Che cosa era accaduto? Era accaduto qucsto1 a quanto pare : l'intervento di Londra. Si sa che gli inglesi contano al Me~'-ico formidabili intere\si. La ?-.(exican Eaglc, che è I.\ principale delle dicia!i'-CttcCompagnie espiopriate, appartiene al gruppo della Royal Dutch Shcll. Orbene, data la situ:'l.:1ioncincerta dell'Oriente, il petrolio del ~{c..,,;icopuò co~tituire un forte atout nel gioco britannico. I giapponesi sono in a,;colto, e spiano J'occa!,ione propizia per fare grossi acqui-;ti di petrolio al ~fcssico, acquisti (perché no?) che potrebbero, presto o tardi, essere seguiti da operazioni di più va,ta entità. Di qui il ricoNO di Londra a Washington, e di qui la manirra forte di Roosevelt. Quanti <.Ì aipett,wano un'immediata e collerica reazione da p.ute di C5r~ drnas rc~tarono drlusi, perché pochi giorni dopo la so..p. cnsionc. dell'acquisto d<·ll'arg-l'ntomt..,sicano da parte degli Stati Uniti, il prc,idcnte C.irdcnas inviava a Roo:ic,elt una nota c~trcma• mente cordi<.tlèper ringraziatlo del suo atteggiamento «amiche.vole>, e « dell'alto ,pirito di comprcmione dri diritti dl·II.\ sovranità nazionale> drl Mes- ,;;,ico,da lui dimostrato in occasione drll.a dclibcraiione che procedeva all'esproprio delle Compagnie. Contemporaneamente il governo messicano si affrettava a smentire le voci, diffuse negli Stati Uniti 1 secondo le quali avrebbe iniziato le vendite di petrolio a un prezzo qualunque inferiore a quello

praticato sul mcrrato internazionale. Questi i termini economici della vcrtcnu: ma non è questo il solo aspetto di essa. La produzione e i rifornimenti di carburante sono una delle principali preoccupazioni nel quadro della generale corsa al riarmo. Il carburante è un elemento essenziale nella guerra di oggi e di domani. I grand~ paesi produttori di petrolio sono: Stati Uniti, Russia, Venezuela, Romania, Persia, Indie Olandesi, Messico, Jraq1 che forniscono circa il 96 per cento dèlla produzione mondiale. Toli.i gli Stati Uniti e la Russia, si tratta di paesi senza capacità offensive, che vivono nell'orbita delle grandi Potenze, e dipende appunto dagli sviluppi di questa politica l'accaparramento del carburante. Considerato da questo punto di vista, il commercio mondiale del petrolio presenta anche qualche lato assai strano. Sono note le preoccupazioni degli Stati Uniti per la politica espansionistica del Giappone in Estremo Oriente, e sono proprio queste preoccupa• zioni che determinano l'attuale febbrile riarmo americ:mo navale. Eppure gli Stati Uniti sono i principali ci.fornitori del carburante, necessario ::i.I Giappone per condurre la guerra iiiiUI continente asiatico. Il Giappone non produce più del 10 per cento del fabbisogno nazionale. Il resto lo acquista dagli Stati Uniti per il 75 per cento, dalle Indie Olandesi per il 12, dal Borneo britannico per il 5, e da altre fonti per 1'8 per cento. Questa necessità di rifornimenti dall'America e dalle Indie Olandesi pone tutta la tecnica bellh.'.:anipponica in unò stato di incertezza e di subordinazione diretta al permanere di relazioni normali con i paesi fornitori. Ed è proprio questo che vuole l'Inghilterra. Ecco un aspetto quanto mai interessante dell'economia capitalistica, che ci dà, oltre tutto, la esatta misura della solidarietà anglo-americana. Washington fiancheggia Londra fin che si tratta di tenere lontano il Giappone dai petroli messicani, ma non rinunzia affatto alle proficue forniture. Cosl accontenta Londra e conserva un ottimo cliente. E non è ancora detto tutto. Non c'è spettacolo che non debba terminare con una farsa. In questa complicata faccenda dei petroli messicani, gli Stati Uniti si sono ricordati di essere creditori dell'Inghilterra per cifre cospicue: si sono ricordati dei loro crediti di guerra. Perché non addivenire ad una transazione? L'Inghilterra ha un debito veno il MesstCO, in seguito alla espropriazione della Mexican Eagle. Per la stessa ragione dell'espropriazione delle Compagnie americane, gli Stati Uniti sono ugualmente creditori del Messico. Di qui la tentazione di far causa comune con l'Inghilterra per ottenere il saldo delle compensazioni dovute, valutate a circa 400 milioni di dollari. Senonché gli Stati Uniti non sanno decidersi alla maniera forte, nel timore di provocare al Messico una irreparabile crisi economica e finanzi'aria, fomite di disordini e di rivolte. A 'Washington non sorride l'idea di una guerra civile alle sue porte. Ragione per cui preferirebbero aiutare il Messico a ritrovare un certo equilibrio, aiutandolo, in pari tempo, a liberarsi delle sue obbligazioni verso i creditori non americani. Eccellente idea. Ma il mezzo? Semplicissimo, si dice a Washington, e a New York. Si potrebbe fare così : dare al Messico, sotto forma di prestito, una parte dei titoli che rappresentano i debiti di guerra dell'Inghilterra verso l'America, autorizzandolo a servirsene per pagare il governo inglese. Questo, a sua volta, dovrebbe intendersi con la Mexican Eagle, di cui si è cretto a difensore e tutore. Così il Messico liquiderebbe le Compagnie inglesi espropriate e, contemporaneamente, gli Stati Uniti « realizzerebbero » una parte dei loro crediti di guerra verso l'Inghilterra. Non è forse l'America che tiene il Giappone lontano dai petroli messicani? Servigi di questo genere si pagano. Dopo di che, si comprende benissimo come le sorti di Ccdìllo siano segnate, poiché nessuna rivolta al Messico può riuscire senza l'aiuto, palese o tacito, degli Stati Uniti. Una volta sola gli Stati Uniti si sono schierati per i rivoltosi, e fu nel 1914, quando la rivoluzione portò al potere Carranza. Ma, all'infuori di questo caso, essi hanno sempre difeso i governi «legali». Non è da escludere che Cedillo finisca per arrendersi a C.irdenas, che cercò già di distoglierlo dai disegni di rivolta, trasferendolo da Potosl a Michigan, cioè a cinquecento chilometri dalla capitale. Ma Cedillo, che non aveva nessuna voglia di muoversi, si diede malato. e Vi mando il mio medico di fiducia », gli fece sapere CArdenas. e Vi ringrazio», replicò Cedillo, « ma posso farne a meno ». La sera stessa era guarito e partiva da Potosi con venti aeroplani venuti dagli Stati Uniti. Disgraziatamente, non aveva pen· sato ai debiti di guerra. GUIDO ZORZI PBANOE KILITAIBE COMBATTIMENTI DI GALLI La democrazia, come è nott), eleva gli animi e ingentilisce i costumi. La ~ttimana scorsa, davanti alla Corte di Hackthorpe, presso Penri1h, Wutmorland, si è celebrato un caratteristico proceHo a carico di ventun persone, in seguito a denunzia di certo Alfred Samuel George 1fardon. e costui un funzionario della e Lega per i nostri amici muti >, o»ia di una lega per la protezione degli animali. Tempo fa, cambiò nome, comprò dei galli da combattimento e si diede a fare investigaz.ioni circa i combattimenti di galli in Inghil1erra. Spese un anno in queste indagini e, a conclusione di esse, ha deposto innanzi al tribunale di Hackthorpc, accusando ventun uomini di aver partecipato al detto sport. Sottoposto all'interrogatorio caratteri• sl•co della procedura inglese, che è detto uou-u·ominotion, ha riconosciuto che ave• va inteso agire come spia; e ha de,critto la compagnia degli imputati come e: nauseante per lui>. Mardon ha chiesto che il suo domicilio oon venisse rivelato, in considerazione delle gravi minacce che gli erano state ratte. E il dott. Gib10n, presidente del tribunale, ha avvertito gli accusati che qualunque ten~ 1ativo di tradurre in atto le minacce u.- rebbe severamente punito. Traduciamo dalle cronache giudiziarie dei quotidiani inglesi il resoconto dell'edificante dibattimento. Mr Kirk Glazebrook, il pubblico accusa• tare, nferendosi al modo in cui il Mardon aveva fatto amicizia con gli impulati, ha detto: e Certo questa non è la maniera più piacevole per procurarsi delle prove; ma do- , etc riconoscere che in un ca5o di que.sta specie è l'unica via per cui ,ia pou.ibile avere delle pro,•e >. Quando l'accu,atore pubblico ha affermato che era un metodo frequentemente usato dalla polizia, Mr E. Rowson, difensore degli accusati, ha domandato se potesse provare che la polizia usi simili metodi. Descrivendo una riunione, che ebbe luogo a Bousefield, preuo Shap, Mr Glazcbrook ha detto ohe si trattò di una serie di combattimenti, a un prezzo variabile fra 2 e 10 sterline per ciascun combatt.imento, fra. una squadra del Lancashire e una del Cumbcrland. Il singolo combattimento è detto una battaglia e il tutto (un rubber, per cosl dire} t detto una serie. Il campo era dietro un podere. Assiste• vano circa una cinquantina di persone. li terreno era stato pulito. Gli uccelli furono pesati e furono loro applicati gli speroni. e Io non posso produrre proprio gli spe• roni che furono usati in quei combattimenti, ma posso produrre degli speroni esattamente simili a quelli>, ha detto Mr Gla2:ebrook e, in cosl dire, ha depositato davanti alla Corte due paia di speroni. «. Voi potete vedere che è un grazioso strumento di morte, più aguzzo di un ago e lungo quasi un pollice e tre quarti > (circa quattro centimetri e mezzo). Gli spettatori si disposero intorno al campo di combattimento, in modo da forma~ un anello di un diametro di 20 piedi. Per ciascuna delle due parti c'er~ un • istigatore >, che teneva i galli e li e sccondava >. Il primo comballimento fu bre..,e, perché il gallo del Cumbcrland dimostrò di eJsere un «corridore>, cioè non ,•olle comballere. 11 KCondo combattimento durò da 20 a 25 minuti. I g311i erano agonizu,nti e gli spettatori grid3v3no: e: Por1ateli via>. L'c istigatore> raccolse il suo gallo e, a quel che pare, per affrettarne la morte, gli succhiò il sangue dalla strozza. Nel terzo combattimento, fu il gallo del Lancashire che si dimostrò e: corridore>. Scappò fuori del rin1 e ,i rifugiò su un monticello di terra. A questo punto Hugh Broadbcnt compi un atto s~cifico di crudeltà: tentò sul suo ginocchio di spezzare il collo all'uccello. Non \ i riusci e il gallo fu poi ucciso da uno spettatore. Nel quarto combattimento il gallo del La,icashire fu accecato di tuttt e due gli occhi dagli speroni dell'awersario, ma gli spetta1ori non permisero che il combat.timento cessaJSc. Hugh Broadbcnt più lardi tentò di uccidere il gallo, mettendone la tesla sotto i piedi e cercando di rompergli il collo. Anche questa volta l'uccello fu finito da uno spettatore. Alfred Samuel George Mard.on, nella sua deposizione, ha descritto, ant.i tutto, come en1rò in relazione con gli imputati: e: Avevo cambiato nome >, disse, e ed ero introdotto presso di loro come Alfred Fleming ). Ha parlato di una visita che lui e il fratello fecero a Dukinficld, Chcshire, quando ebbero conosciuto Broadbent. e: Egli ci condusse in un angolo riparato di un podere, dove in passato s'erano 1enuti combattimenti di galli. Ci fece vedere tre galli, che avrebbero dovuto combattere il giorno dopo. Quindi li " preparò": preparare gli uccelli significa tagliare loro le penne della coda e del collo. lo e mio fra. tel10 li tenevamo (enni, mentre Hugh Broadbent faceva l'operazione>, Quindi Mardon ha deposto circa i combattimenti già descritti dal pubblico accusatore. Mr Rowson, di(cnsorc degli imputati, gli ha domandato: e: Avete voi stuso posseduto dei ~plli? >. Mardon: e: Sono di rana da combatti• mento, ma non combattono >. Egli ha aggiunto che aveva speso parecchio denaro, e che la e Lega per i nostri amici muti > aveva pagato per lui. ch~ri !:b:~{m:n~ 0 ~u:::b~ga~;~ti d~::, divertimento vostro e di vostro fratello? >. Mardon: e: No>. Rowson: e lo suppongo che v()i inducesu i principali partecipanti a metter su lo spettacolo >. Mardon: e Questo è del tutto falso>. Rowson: e Voi dite che agiste da spia. Avete comprato galli? >. Mardon: e Sl. La compagnia di quegli uomini mi riuscì nauseante dal principio fino alla fine>. Rowson: e Dopo quello che è accaduto, c'è da sperare che vi terrete lontano d:,.lla loro compagnia. Chi ha comprato i galli da combattimento che a\lete voi? >. Mardon: e: Io stesso>. Rowson: e Col denaro di chi? >. Mardon: e: Col denaro della " Lega per i nostri amici muti ". Io sarei stato ass.ai lieto di fare intervenire la polizia, se fosse stato pouibile. Ma 1e la polizia avesse solo tentato di occuparsi dcJl'affare, non vi sa• rebbc stata più alcuna speranza di a\ere delle prove». Questa risposta di Mr Mardon ha - susciiato l'ilarità e gli applausi dell'uditorio, ma il presiden1c ha subito represso queste manifestazioni. Mr Rowson ha detto, alla fine, che quindici degli accusati, compreso fra costoro Hugh Broadbent, confeuavano di a\·erc as• sistito a combattimenti di galli, ma non ri• conoscevano di a\'er commesso atti di crudeltà. Egli ha affermato che ~-lardon fu il promotore di una gran parte di quei combatti.menti e andò in giro per il paese, istigando molla gente a organizzare combattimenti. La Corte ha condannato diciassette degli imputati a muhe \'arie, per la somma compleui\•a di 35co sterline. Hugh Broadbcnt t staio condannato alla multa più grave: 20 st<"rlinc. Ma il fatto più interessante è venuto alla luce dopo il proceuo. Su bi to dopo chiuso il dibattimento, Mr Mardon ha dichiarato che egli ha com• pletato un dossiu segreto per la e: Lega per i nostri arnici muti > sui combattimenti di galli in Inghilterra. C' In ques1a relazione>, egli ha detto, e sono i nomi di un canonico della Chiesa d'Inghilterra. e que\lì di mohi Pari>. E ha concluso: e Ora posso disporre dei miei galli da combattimento >. A.G. LA ORIBI DELL'AVIAZIONEINGLESE 'j1 I ~,f. ESTI ER·E· di. rmni.Jtro dell'Ari.i, non U porta fortuna, in Inghilterra. Apr1 la ,ene dei mmmn sfortunati lord Londondrrry, al H:mpo di Baldwin. Lord Lon• dond<:rry è un gran signore e i suoi principeschi ricevimenti erano, oltre che un avvenimento c.apitale della uaso", anche, se così si può dire, le grandi Ullise mondane del partito con~rva1ore. E perciò era s1a10 fatto ministro dell'Aria I primi a dare l'allarme pf'r la cre,unte super ioritl che l'aviu:one tt-del!C.l and.l\i, conquisu.ndo di fronte a quella britannic.a furono Winston Churchill e la stampa di lord Beaverbrook Ma Baldwin rispose che l'a,·iaz.ion<" inslese er.1 esuale, se non ~uperiore, alla più polente a\ iazion<" del con• tmente; e tale sarebbe rimana Churchill ribaltè che, a 1uo an,iso, la Gcrm,mi.1 an-:·va già una forza aerea dopp!.i. di quella in• gleS<".Al che Baldwin si accont('ntò di opporre la sua tranquilla sicurezu di pachiderma TrascorS<"ro alcuni mesi, e ri!iultò che Daldwin si era complc1am<"ntt· ingannato e che l'a\'ia7ione tedesca era, già da un pcz. zo, dur ,alte più forte d1 quella ingh·se e si avvia\·a a diventarlo tre \Ohe Lord Londondcrry, che a\eva fornito i dati e le notizie in ba.se alle quali Baldwin a\ieu fatto quelle ridicole assicurazioni ai Comuni e al paese, fu s.acrifica10 e Bald~in C:ontinuò a fare il Primo M.lnistro. Lord Londonderry sospetc i ricevimenti e 8.aldwin continuò a fare di~s1ri E se ne andò, più tardi, ~r limiti d'c1à, non per gli errori c:>mmeni. Ora è lord, i conte, e si è dato alle lettutt, che ha de-fìni1e e un celeste pascolo > Anche il ciclo ha i suoi buoi. Ma quando diHntò Primo ~iinistro Chambcrlain, lord Londonderry riapri i saloni e ricominciò a offrire grandi ricevimenti; e bisognerà, presto o t.irdi, f.1rlo miniuro dì qualche altra cos:,. Quando, dunque, nel 1935 lord I..ondonderry fu e sbarca10 >, gli succn'ie colui che, per ora. si chiama lord Swin1on Nacque questo 1entlemot1 cinquantaqual• 1ro anni or 50no in Bridlington, Yorlshire e si chiamò, allora, Ptulip L1o)·d-Greame. E cor questo nome \isse lino .alrt•tà di trenton'anni, quando, euendo sua moglie di\·ent•la inolto ricca, ritenne opportuno c:am biarc nome: e 1i chiamò Philip Cunliff('• L ster E con questo secondo nome andò avanti fino all'età di anni cinquantuno, quando e.ambiò ancora una ,alta e diventò VÌKonte Swinlon o( Masham. Akunc .SCI• timane fa, si disse che urehbc staio incluso nella e lista d('glì onori , da pubblicare il 9 giugno e che avrebbe cambiato ancora nome, metamorfosandosi in conte di Bridlington. La lista è stata pubblicata ed egli è rimasto "iscontc Swinton of ~lashain Ma li può esser certi che un cosi trasmuta• bile ientlunan non si fermerà qui, e riuKirà, prima o dopo, ad assumere un quarto e (chi u. ?) forse anche un quinto nome. Per altro, lord Swinton avrebbe fatto me. glia a cambiar meno nomi e a. fabbricare più aeroplani. t stato ministro circa tre anni, ed è stato una catas1rofe. Quando, nel 1935, di"·entò ministro del. l'Aria, il paese pose in lui grande spcranv Il popolo ingl<"secom.incia"a ad a\ere gra\'Ì ansietà per la propria sicurezza. Lord Swinton apparve come l'inviato del cielo, che avrebbe ridato la sicurezza all'lnghilt~rra. Baldwin a~nm:iziò eh; i_lgove~no _era risoluto a costruire una av1az1onc d1 pnma linea eguale alla aviazione più fonc delle Potenze che 1.Qno entro il raggio d'azione aerca dalle coste britanniche La promeua era gra" e. Al visconte Swinton spetta, a rcaliuarla. Egli si mise all'opera con entusiasmo. Fu ideato il piano delle officine-omKre: (shado:.v factorin). Un centinaio dì officine differenti avrebbero costruito Jeparatamente i \'ari peni degli aeroplani: per cs"mpio, un'officina avrebbe fallo 10l0 ali, un'altra solo eLiche, ccc. ; poi i \·ari pezzi sarebbero stati concentrati in officine di monuggio. Si riteneva che il sis1ema avrebbe fano miracoli. ,.1arlò di una forza aerea di prima linea di non meno di 1 0.000 aeroplani Il \ isconle Swinton lavora\ a fo1te e ogni giorno giungeva al suo ministero in perfetto orario, come il più puntuale dei ,uoi impiegati. Nell'autunno dell'apno scorso, cominciò A circolare la voce. che il ministero ddl'.\ria fosse in una \ia s-.-nza uscita. E cominciarono anche gli attacchi alla Camera ~ci Comuni SY1ointonè membro della Camera dei Lords e, ai Comuni, rispondeva per lui Chamberlain, Chamberlain ~ suo amico personale, e lo soncnne \ eram('nte da amico; ma a poco a poco le critiche di\·entarono sempre più gra\ i e precise, e Chamberlain 1rovò sempre più difficile coprirlo Chamberlain auicurò ai Comuni che era soddi• sfallo dei progressi che si <"rana fatti. Ma. quando volle veder chiaro nelle cose delraviazionc, vide che la situazione era peggiore. La produzione era paraliu.ata. E le ragioni del fallimento si compendiavano in una sola grande ragione: la disorganizza. zione. Le fabbriche non avevano alcuna libertà d'iniziativa. ma erano so1toposte allo stretto controllo di funzionari del governo, che decidevano di tutto. Se nel corso della fabbricazione di un tipo si rilev.ava un lieve difetto, i fabbricanti non potevano modificare niente: dovc,ano fermarsi e as~ttare che i controllori go\•ernali\ i decidessero. Le decisioni, spesso, si facevano aspettare parecchio; e, nel frattempo, la fabbrica a.spetta\a. Poiché ci.ascuna officina produceva un pezzo, tulle lavora\ ano al ritmo della più lenta e ba.stava che una si fermasse, perché tutte le altre si do,•essero fermare. Inoltre si lavora\a 5u troppi progetti o tipi Pare che la Germania si sia <:ostruita la formidabile aviazione che ha attualmente, lavorando solo su quattro o cinque 1ipi, che è andata mano mano perfezionando. In Inghilterra si lavorava su trenta tipi. Ognuno di quelli era continuamente modificato. Pare che le difficoltà di organiuaz..ione aumentino in proporzione geometrica del numero dei tipi. E non ba.sta. Pare che si costruissero gli apparecchi tipi in un solo eKmplare. Quest'unico esemplare \'eniva sottoposto successivamente alle prove di velocità, di resistenu, di ascensione, ccc .. Se Ja prova n. , dimostrava la .neccu;tà di una modifica o di una correuone, non s1 pot, \.l p.;1ssa.re;tlla pro.,.a n. 2, pc_rchf c·,:ra un solo app.;1,recchio, e quest'unico appa,. ree:<hio doveva tornare in officina p~r la corrcLiOn('. Qu ...ndo la correzione erci fatta, e 1e tutto il resto andava. bene, 1i pana,-.a ..Ila prova n 2; e. qu4, di nuo,·o, se c"era da fare una modifica, rapparccch10 tor~ n.t\.l in officina e tutto si fermav.i, La con• fusione er.i, al colrno L.., burocrazia ,.\eva an<:c.u una volt.i dimostrato I, sua mcapa(itl a o,g ...niu..are un'industria Il sistema delle "r ... bbrichc-ombre > avl"V.&funZJonato in modo che la forz.a aerea britannica era ridona all'ombr.a di un'ombr• L.;1 rris.i mini)terialr, che si conduSf' c1>n le diminioni del ministro Eden, giur,,'" in buon punto per vrolungarc: la pern~am.nn al poure di lord Swmton La crisi Eden ohwrbì l'auenzione del pubblico, e Chanv l>ul•i:1 ne profittò ~r gt'ttar~i di('tro le: spalle la qucstion<' dell'aviaziont. Nel fr'<Olttempo, 1oi decise di fare una gr;,,,nde ordmaz:one di aeroplani in America ~fa la que- >tione Swinton gli tornò subito dopo fra 1 p1t"di. Fu dimostra.to che, mt'ntre il go,erno pens.va ,. ordin•re centina.i.a di aeropla• ni in America, le fabbriche inglesi dO\ll"- vano licenziare i loro opera.i per mancanza di ordinazioni. Ormai non 501o dai b•mrhi dc-lropposixione, ma anche da molti han• chi della maggior ..nza s1 h:\a\a il grido: e Swinton dc\e andar ,-ja > (S;.t;1nto" m,ut 10 1 1 Un discorso di lord Winterton diede l'ultima .spinta. Lord Winterton è Pari irlandese e, pt'rt"iò, può ~dere .&iComuni ; e, poiché non era che c.ancelliere del ducato di Lanc.;1,1cr, ufficio che non gli d;,,\ ;i as~lut.imente nien• te da fare, Ch..,,mbt-rlain t:bbe l'idea di affidare a lui l'incarico di rispondere ai Comuni per il ministro dell'Aria, che tc· de ..a. alla Camera dei Lord11 Ora \\-mtenon e, sì, un vecchio parlamentare (è Af. P. da trentaquattr'anni), ma non 1oembra che sia proprio un ge-nio politico .. \!l'età di ll"entun anm, abbandonò Oxford dopo due anni d1 frc:qucnu e senu a\Cr fatto alcun progrC)SO intcllettuale >, confusa\a lui stesso con modestia \cra111ente esemplare, e: fallimento del quale I.;. colpa fu tutta mia>. Anche lui ha cambiato 10mc una \Olta: in giO\cntù si chia,n.a\a \iKonte Turnour; poi e1cditò 3.000 acri e il titolo di lord Wint<"r10n An-\a cambiato nome da poco, qu ..ndo gli capitò di UO\.arsi " colazione accanto a un signore che non cono~e\a Quesu lo guardò a lungo con curiosità, poi gli domandò, con molta cont"sia, chi fosse. Lui rispoK: e Wintf'rton >. E l'altro: • Immaginate! lo pcn• ),1\.0 c.he foste quello stupido di Tumour >. Questo parlamentare veramente e consumato> (trentaquattr'anni di anzianità) ebbe dunque l'onore di espot re ai Comuni il ;:,rograruma di riarmo aereo: il che fece in un discorso di un'ora e tre quarti. 11ano mano che parl;l\ a, la Camera cadna. in profondo letargo. Quando il diK:orso fu finito, Chamberlain ave,•a deciso che non c'era più un minuto da perdere per e fare la crisi>. Il nu0\'0 mini1tro den •.-\ria, sir Kingsley Wood, è piccolo c tondo di viso e di corpo, ed ha un .aspetto sorridente e so.aH:, per cui gli è nato applicato il soprannome di e cherubino >. Subito Churchill, ai Comuni, scagliò contro di lui le frecce della sua ironia: e ca- \ 1cchio tondo in un buco quadro >, lo definì. e Qu ..ndo noi proponemmo un'inchiesta sul ministero delrAria >, diuc ri,-olto , Chamberlain, e ,oi ,i opponeste, perché sape\ate che es1,a sarebbe stata una Corte marzi.al-.- per lord Swinton. Non c'è staia Corte ulaniale. Qudlo che è succei.ia è nato solu una esecuzione in prh ato. E questo ha indotto ,ir Kingslcy Wood a indossare I• p.anoplia di Marte>. Poi criticò il sistema delle commiuioni e dei comitali, che impervena al ministero dell'Aria. e Essi deliberano e consigliano, e, alle riunioni se1timanali o quindicinali, la palla rimbalza dall'uno all'altro. Cose considerate, innumere1.-·oli. Cose fatt<", poc:hissimt' ». li •cherubino> Kingdcy Wood non ~mi~e la su.a a1ia S03\C sotto il fuoco di Churchill Più ,ohe, anzi, rise per alcune battute dclJ'a\'\"Cnario. Più \·ohe (ccc cenni di consen.so. Poi si le\ ò e rispose. Rispose leggendo, nei 1<"socon11ufficiali dei Comuni dd 1917, un discorso che Churchill, allorJ ministro delle munizioni, pronunziò in difesa del sistema delle commi~sioni e dei comitati, grazie al quale si ottennero i rifornimenti d; guerra E, guardando in \-i~ Churchill, concluse; e Don:tte cuere un ca\ icchio quadro in un buco tondo>. Tutta la Camera rise e applaudl Il e: ch('rubino > a,cva dimostrato di aH·r buoni denti Se riuscirà .a costruire gli ,eroplani, di cui l'Inghilterra ha bisogno, resta da , edere. RICCIARDErro ANNO li. N, 26 • 26 GIOONO 1938-IVI MNIBIJS SETTIMANALDEIATTUALITÀ 1· POLITIOAE LETTERARIA i ESCE IL SABATO IN 12-lS PAOlNE ABBON Al'l'ENTI Itallae lmpero:ao.noL, ,.:;i, 1emettN L. 22 EsteroI uno L. ?O, ,emtnn L, 36 OGMI MOJUkO 111.& I.li,.& lh1101oritu, diHgni e foi.ogn.51 1 ucb, " non pubblicau, non ti nnit1111eono, Dln.done: Rc,ma• Pi1u1 della Pilou.a, 3 Telefono N. 66,4?0 .&mml.D.11tru.lo1.•: Mi11t1T;i!'/o-:!aN~Ìtso~rba,8 PllbbUdti:

Firenze, giugno. I A PRl:\IA VOLTA che vidi un ; ~ cappello di paglia di Firenze fu ~ ndl'estate del 1914, n Viareggio. 1, N, ~ S'era sul principio della stagione ~ ~ " dei bagni, e ogni giorno, all'ora della passeggiata lungo 1l mare, le signore eleganti facevano sfoggio dei loro abiu nuovi, ch'erano costati tanta ansia e preoccupazione nei giorni precedenti la partenza d:illa Città. Una domenica, mi trovavo con certe mie conoscenti a sorbire il gelato al cafft: :\larghenta, quando, poco lontano da noi, venne a sedersi una misteriosa signora vestita di bianco, col volto quasi nascosto dalla falda ondeggiante d'un grandissimo cappello d1 paglia. Le mie conoscenti, ch'erano due vecchie zitelle smaniose d'eleganze, fremettero d1 invidia. I:: la contessa Poposky •, disse una delle due, con malcelata ammirazione. • Fa bene a mettersi quel cappello con le tese calate. Ha da nascondere gli anni. I:: vecchia e gialla come una gallina , Ha il cappello di paglia di Fm:nze •. sussurrò l'altra, stnngendo gli occhi ~ guardar meglio, non c'è che dire, però: le dona; vista da lontano sembra quui una bambma •· La contessa Poposky parlava con due s1gnon m paglietta e agitava le mani bianche piene di gioielli. A un certo punto s1 voltò, e malgrado gli apprezz.amenti acri delle zttelle, dia mi parve molto bella e anche g10,·ane. Siccome però in quel momento m'intereHava più 11gelato che la contessa Poposky, m1 dimenticai d, guardare ancora, e del cappello di paglia d, Firenze nu nmase soltanto un prezioso e quast esotico ricordo. Avret dimenticato per sempre quel cappello e eh, lo portava se la domenica•suc:- cesstva, torna'ndo al cafft, non avessi vi-· sto arn\·are la più anziana delle zitelle schiacciata quasi souo un enorme cappello di paglia. È di Firenze? domandai stupito. No, è di '.\longh1doro •, rispose m fretta, con un Ct'rto fastidio, ma fa la sua figura lo stesso •. Poco dopo, ecco arrivare l'amica, anch'essa con un grande cappello di paglia. E siccome, più gioume e amb1z1osa., l'aveva comprato d1 vera paglia dt Firenze, l'altra. si :senti offeu e, per tutto 11 tempo che rimasi con loro, le udii ltugare con ,oc1 piene d1 risentimento e di sfida. L'anno dopo, il cappello di paglia d1 \.longh1doro era già consumato e buttato via Quello di Firenze, 1m·ece, era fresco e nuo\O come se fosse uscito allora d1 negozio. La paglia era bionda e lcggera e le larghe te:,e s'ag,ta\ano a ogni soffio d1 vento, dando alla zitella un aspetto capriccioso e 1rrequ1eto Ella ave\a tolto 11 nastro d1 velluto nero dell'anno prima, e l'aveva sosutuuo con una treccia d1 seta azzurra, con fiori di campo, ciliege e un u~r llino dalle ah verdi e gialle: a \'ederlo, faceva un magnifico effetto'. al giungere della nuova estate, 11 cappello cambiò forma· le tese appar1\·ano pili strette, la l:Upola più alta e quasi coperta del tutto d1 tenere foglioline d'edl!'ra, di campanule e spighe d1 ~rano. Col pa:,sare dei:,:h anni, 11cappello st trasformò mce'!Santt:mente alla fine della guerra era laru;o e dmtto; d'un tratto, d1\'entò p1ccohss1mo e disadorno. ~el dopoi;?ucrra, pre!>e le fo~l{e p1u strane ed eccentn<:he :\essuno 3\ rebbe potuto 1ndonn.in: le segrete manipo• lu1on1 della zitella: soltanto 10 e qualche mt1mo n'era\amo mforma11 e Cl ~ent1- \amo p1em d1 mera\Htlia per le :,traord1nane meumorfost di quel cappello d1 pa- 'Cha, che cambJa\·a form.1 i:onscrvando l;,i sua eterna g1r,\ 1nez.:a, come se una bacchetta ma~1ca l'ave~:,e 0ijnl volta toccato. D1cf>no che anche runpcratnu: .\lchalma, d'estate, :,J coprisi,e 11capo rii:~1ut,> e la..nvo d'un c.ippdlo d1 p.tgha d1 F1n:nze: Std ni;.;rt1m jim u ,aput obsa.mdn,tt galtr,i . si;r1\C G10\enale. Se quel up~·llo (o:,,;e proprio d1 Fircnn: 111}0i.· pc,~s1b1lt'mda"(are: I.i ,tona prob.1b1lmente rl·,1::-ra sempre muu su qu<:!!.tOpart1C<Jlare . .\la la moJ.i dei cappdh di pav!1.i doq~\a e11..<, .:r l:0n1tme, m quel tempo c pre!li0 tutti I poprJh e c<.:rtamente, pnm.t ancora det g:ret.:i t- dei rom.mi, i:,:lictru-.ch1 JQ\e\.ano pram .. trla Per quel che rtu;u,rda la Tollic.and. 1n cpo,:a più vicma, u "on,, d,,,umcnti mnppui,::nab1h Cet.are ('antu r.ic.vmt.a J'un certr, Jbmcni;r,, d1 Cas-.;1lc che, and,mdo a P1-..i nel I H 1, ;1u:\.i nn,m, \1lh.n1 v,n lar~h1 c.tppdli d1 treccia b1an, • e quadnwlie dt Cflntad1n(' d1t 111trtcc.1.a,·an1p1Jgha per ~.a11,traJa t-. quel c:h'c <ert•> t' <.:ht•,•~ la luuuno1a \fe..,ulm.1 for,c- n,,n s'tirna\a !J chioma con.ma «•n un l.:Appello di pil• ~lu proprio J1 Firt:nzt:, 10 v;mpl'.nso, qwnci1c1 ,;cu>h p1u tardi, d1J\t'\il orn.tr1\t·nl' un.a donua ..a.dr p1u de~n.t, la !")Jnt.1 Catt'rma Je1 R1cc1. (Jut~M uc.ro l:llJ')pdlo u lo di:scnn:: 1·::1ppo .\brimu che- lo , 1dt m casa ddla marchci-a h.tbella dt"I l{1cc1, l'ann,, rk58 St·bhent· mvlto scurito d.tl rc:mpo. app4rn·a law,rato in trec c,a dL pz11Iia i,::n,uell.t d1 qualit.1 •inuit .1 quella u-....i:.ianchl" 0.'[~1d1. I.a uld1ura na d1 forma "rJmari,1, L.a t1·sa ua a~sa1 pie• cola, J1 p<KO t'C<.t·d,·r1tt:q1.,dla d1 un c.apdl11 da u,,rno -.;e .Junqu..: nd C,n4Ut"Ccnw questo ~e- ,ac d1 cappello lo p,>ttil\ ano anche le: BE?MOLDS: RITRATTO DI !iELLY O'BRIEN OON OX CAPPELLO DI PJ.OLIA (Foi. J.adu"IOa.) sante, è facile pensare che la moda fosse a~!tat diffusa in Toscana, e probabilmente non soltanto 111 Toscana. Nel secolo succns1vo, s'ha nouzia d1 ·usc:elh che parti,ano da l.,l\otno canch1 d1 ~rand1 casse d1 cappelli d1 paglia d1 Firenze, \t'r:.o la lontana lns.:h11tert3· e in In~h1herra ancor.a o~g1 11cappello d1 paglia d1 Firenze c chiamato cappello dt Livorno: Ltghor,r lwt. :\"on era nata ancora una \era e propria mdu!!.tna, ma l(ta nelle campagne, e spec1almt•nte a Signa, s1 doveva lavorare la paglia con molta arte, se I prodoto P"te\ ano \ areare il mare con tanto succes~o L'na vera indusma nacque più tardi, sul princ.:1p10dd Si.:ttt:cento, e il merito spt:tta .a un uomo .1.vn:nturo110 e cap.arb10 che. c,m le llillC: tn\en.:1on1 d1 nuon metodi per u,h1"are frumenti adatti, muto le cond1z10m ddla tabbru ..uione del cap~ello, e inizio un"epoca prOJpcra e felice. S1 ch1am•\ a COS,IUDI ,,mcnic.:o '.\lu.helacc1 ed crJ naM .1 B,,loi;?r1.1Ccmc tutti gli ur:m1n1 1llu~trt Jmh't:1.d1 ebbe a !loffnre sul p1mc11,ir, J1ffi(:'(1.h. e an·ers1oni. (;u.-mdo • uu ~1,,rno \l'.nne a stabilirsi a Si~na. vicino a Ftrcnz1:. nt:nuno ~ape\a per qual moti\'() qucst'u, m,, a\e:,~c varc~to l'Appennino. \,·qu11tv un \'asto h:rreno detto le p1ant• della H1,m<.:•a e \ub110 si dette .t certi -.u,,i m1~teno1;1 C!<penmtnt1 d1 !lenunai;w,ne I c,,ltn4tOri dei dmtorn1 lo prt""('rh pcr p.1.rzo e <:crl.:aronc, m ogni mc)d,1 d'0Mca.:~1arl,, \.la 1I bolor,,;nino • 'cusl Ud ch1an,.at'> 11 .\!1chdacc1) non 111 peri.t' d'animo 5('ConJQ le sut: a11ipt:ttat1vc, ,·1Jc s.puntarc- dal tt:rrcno dLSst;dato un ,:.::r:moma1otn1fìl.:o in ')H:li 101t1hssim1, b1anc.:h1, rlen1bill I· u,~ mc,e pnrna della matur-1za<me nrdmo !.t f.1lciJtura e J1uri- '1111 l;,1.p,11{1!.1.illi..- rre<.;c1a1olt•: che ne tta\M:m trccc.c e c11ppelli d'una tinezz..a mai pnm.i rd'-!'1,tluntJ 1)1 11 a pocr,, 1I \.J1c.hela1ci p.iru per L.1H.>rnoe vendette u1 hrc\e ll"lllf)0 la sua mcrc.:c: a mcrc.:ilnt1 f,,rt"1.llt."TIo, tll"nendo enormi richset.tt: per vii anni \'('nluri 11r;1p1do 1,u1..tessodd bolnl{nlll(J dt~tò l{ranJc: uup<,rt." t, comi: trnpre 11ucn:de, cpu,1lh c.:ht· prtm.i l'a\t'\'.tllO c.:1Jmbattul0, d1H:nnc.:ro ~u,n .amnurarort e ~, ,letttro a l'l{•11n1el'e empio. Il nU0VI) 1rattamtntQ della paglia si propagò per le colline c1rcostant1, e I piccoli colt1\'atori d'una \'Olta s'arricchtrono m poco tempo, allargando sempre p1u lo smercio dei loro prodotti che furono venduti all'estero, m Francia, m Spaij:na, 1n Inghilterra e perfino nel lontano Oriente. Per quasi tutto il !ioecolola fortuna del cappello di paglia d1 Firenze durò incontrastata Soltanto \Cf'!,O gli ulumi anni, la n\oluz1one franci:se !ioCOn\·olsele cond1- .:1on1 dei mercau, e portò una ~ra\·c crisi nella produzione della p.aglia L'Inghilterra a\e\J stab1ltto 11blocco e l'e.iportaz1one dalla Toscana si può dare che cessas~e bru~camente, portando alla rovina la giovane. mdustna. Soltanto più tardi, a poco a poco, es,;,a nnacque. specialmente per la numa fabbricaz1om: J, cappelli d larga falda chiamati fion:tt1 S'm1z1ò allora una e~tcsa tsportazionc che ra~~1unst: anche I America. ",tcch~, aumentando d1 ~ior-no m i;?lorno le nchtc!tte, i:umc.:ntarono vcrtii;?inrn,amcntc anche le fabbriche, e 11 numero dq;i:li operai imp1egat1 arri\ò a parecchie dccme di migh;11a P0t, d'un tratto, 1'mi71Ò un altro pcm,do d, decimo. La concorrenza dell'ln1,!h1hcrra fu m quell'epoca e:,tremamente danno~a '\elle con• tee d1 Hedford, I lereford e Uu,krngham era sorta una .((rande indu~tn.t cht poteva vantaS,!:lll0!'lamtntc S,!:are~j(:1art con quella d1 Firen1e. ~e nac.que un disordine straordmano fallimenti d'industnali cm1gnz1one m ma~~a d'openu \erso altre regioni, D'allora in poi I periodi di nu,1 s'alternarono a quelli d'abbondanza Pt:r far fronte alla concorrenza spa\ento:,a s'm\·entarono ,enza tre~ua nuovi· fo~'1e d1 trecce e d1 cappelli: s·incc mmciò d 1muare i cappdlt d1 giunco d1 Panama. si d1m10u1rono i preu1 per hatterc sui mercati i prodotti stran1e11 Frnché, nno il 18701 1'mtrodu1tc, 1ull't':-1emp10 della Francia, le macchtf'e nc"lt ,,p1fic1 e d.t .al1,,ra c<minnò la \era mdu,.tna mf-'CCanica della paglia a Firen.r.t•. E lJ loua pu la conquu,ta d<.'.1mercati 11 fcc.:e :tt·mprt piu antcn!'lil \.1a1 come ir.ul hmre <l<'I1ec,,lo ACHno e al prmc1pio del nU0\'0, m tutta Europa e anche nelle lontane Americhe s1 fece tanto uso di cappelli d1 pagha. Ora, non p1u le donne soltanto, ma anche gli uomini e 1 bamb1n1 h portavano. Il nome del cappello d1 pa~ha d1 Firenze ebbe ,n quel tempo una celebrità. mondana piena d1 prest1g10. Le donne più eleganti d1 Londra e di Pa.ng1 non bada\'ano a spe!ioe, purché h: modiste, agli inizi della sta~1one calda, fornissero loro nuove fofl.- ~e. con nuo\ 1 straordinari ornamenti. Erano, quei cappelli, bianchi, molli e leggeri. e da\ano allt."donne un dSpeuo candido e agre:,te, un'innocente e fresca attrattiva La moda s'andava allora 1c;p1rando alle libere fanta!!.1e d1dla natura, imitando I pili es1ros1 mo11v1 Aoreah, e cercando d'uguagliare gli t!>t:mplari più stra,·aganu dt fiori e piante rare. Quel che accad1:\a nelle arti decorat1,e, do\e lo !>tilc Liberty \enna rc:mpcndo sen7a rispetto le :rnlenni foime trad1z1<mah, iniziando un co. tume sfrtnato e barocco, accadde anche nella moda fcn mm1lc con assai pili gusto, e le donne us<:m1gliarono a creature \'eg<.'.tali o ,1 t11nide pa~torelle che s'adornavano il petto e I capelli di fiori campestri :\ leggere le descruion1 che I nimanzic.:n dell'epoca fac·t\·ilno delle loro crome, par d1 \.ederle, vestile d1 :,toffe c.:h,are e abbondanti, 1 ncc1oh protc.:tt1 da lar.'(h1 çappelli d1 paglia. I.e protagoni..te dei romanii d1 Zola e di l luysm,rns, le attrici dei drammi d1 DumH e d1 Becque s'ornavano d1 quei fa,tos, cappc:111 Ed Elena \luu, come un tempo Anna Karenma. recatasi a quelle corse do\'e Andrea Sperelli cadde da cavallo, do\è nascondere 1I proprio turbamento chmandu il pallido volto sotto la falda d'un molle cappello d1 pa~lia d1 Firrnze. Lo doHttero portare le protagtm1!fltc di Prou:st, la dut;ht:..,1a J1 Guermantes e Odette dc Crécy, durantt !J pà~sel,t'{lata in \ ittoria ntl Ami. dc Boulo.':ne. Sulle nene dura"a ancora 11!J;UCCc!t.dSe0lla famosa c<;mmedrn d1 Lah1che· Lf' <hapf'ou dt' pt11llt d'ltolit, che- anni t,, fu ridotta per lo 1d11:rmo d;1 Rtné Cla,r \'1 \i raccontavano le ,1cende c1p1tJ.tt: a una coppia~d'amanu pt'r na d'un c.tppcllo d1 p.tl,(ha che un ca\allo aveva mezzo mangiato durante un segreto coO\ cgno nel bosco. La difficoltà. di trovare in tutta la città un cappello uguale a quello ronn:uo, dava pretesto alle più straordinarie avventure e d11nostrava quanto fossero ricercati e preziosi in quel tempo I cappelli di paglia toscana. Eppure, verso ti 1890, una nuo\'a crisi, più grave delle altre, giunge improvvisamente a portare la rovina in una industria ormai matura e assestata. S'era intensificata la concorrenza d?'t prodotti stranieri, e dal lontanissimo Giappone giungevano nuove forme di cappelli di paglia, lavorati a mano da operai espertissimi. In quello stesso periodo cominciò a Manda e a G1a\·a la lavorazione delle trecce composte dt vegetali mui visti. Fu una guerra senza quartiere 1n tutti i continenti e su tutti i mercati. Di fronte a una produzione cosi aggressiva cd estesa, l'industria fiorentina pan•c disarmata. D'altra pane le ignobili speculazioni d1 certi industriali e mediatori \'cnivano ad aggravare la crisi, sollevando la sfiducia e il risentimento nelle numerose lavoranti della paglia. Nel 1895, a Pcretola, scoppiò una sommossa di trecciaiole• angariate dal cattivo trattamento dei pj\droni e dalla crudele insufficienza dei salari. A capo della rivolta si mise un'operaia chiamata e la Baldissera •, che impose lo sciopero alle compagne e volle ella stessa entrare nelle fabbriche chiuse per assicurarsi che tutte le operaie avevano lasciato il lavot'o. La sommossa durò a lungo nelle strade e nelle piazze finché I carabinieri riuscirono a sedarla. Ma le passioni erano ancora accese, sicché si decìse d1 convocare una commissione che studiasse le cause della crisi e i suoi rimedi. S'era appena arrivati a. elaborare una relazione solenne, che le ragioni della rivolta \'Cnnero improvvisamente a cessare. La moda dei cappelli di paglia d1 Firenze tornò a fiorire e le richieste sui mercati divennero . copiose e sicure. Da allora si può dire che l'andamento del commercio si profilò senza sco~se e fino a pochi anni or sono mantenne un ritmo regolare e tranquillo. Oggi, le condizioni dell'indusma non sono più così tranquille. Ne, pnm1 venticinque anni del secolo, l'mdustria s'era arricchua con la fabbnca7.1one dei cappelli d1 paglia da uomo. Gli stabilimenti di Firenze producevano milioni d1 bianchì canotti e dt rigide paglie1te che monda\ano tutti 1 mercati del mondo. Poi, improvvisamente la moda si spense: e mentre fino a qualche anno prima I g10van1 eleganti s1 sarebbero verkognatt a camminare a capo scoperto, anche durante l'esta1e, oggi principi e barb1cn, commendatori e fattorini preferiscono farsi bruciare 11cranio piuttosto che CO· pnrst d'un cappello. La decadenza della paglietta sembra senza rimedi, e ~h stabilunenu c.he una. \'Olta ne fabbrica\'ano ~1 son dovutt adattare a tentare altre \'ie. Chi abbia occasione d1 fermarsi nelle campagne di Firenze, dove si pratica l'industria della paglia, e di parlare con persone dei luoghi, scnur-à imprecare contro la irragione\'Ole usanza di non portare 11cappello. Il duca d1 \\'1ndsor, ch'è uno degli uomm1 pili eleganti del mondo, quando venne a Venezia l'anno 1rocorsopor1ava la paghetta . m1 diceva un operaio d, Signa g1orn1 or sono; Frcd Asta1rc e Gary Gooper la portano sempre , , diceva un altro. ;\la intanto, 1 due operai che si rammaric&\ano avt:\·ano 11 capo coperto soltanto da un grasso strato d1 hn!lantma. Tutti m quei luoghi aspctt,rno che rinasca Id moda, come gli agricoltori attendono dal cielo una p1ogg1a benefica. E intanto s'mdustnano m nuO\e lavoraz1on1 di caschi coloniali, d1 cappelli di lana o d1 fibre artificiali, continuando però a &ognarc m cuor loro pagliette 11nmacolate e leggeri canotti. Le ma2~10n fabbru.:he si tro, ano a Lastra a Signa, m mezzo a1 t·amp1, do\ e la paglia~ colmata insieme allt• ,m e agli olivi. Davanti alle case, ndla stagione del raccolto, le trccua1ole mtrecc1ano la paglia con !t\ehcz;,a sorprendente. :'\elle fabbnl:he t::cntma1a d1 tr,mquillc raganc sono 11np1ei:;:ate 1 l.:he s'affau:endano nelle grandi sale intorno ai 1orch1 e alle macchine da cucire. Qu,·st'1ndu!ttt1a, che pure ha tanta importanza ndla rc'<1one, non dà affatto 1'1mmagme d1 quelle orga111zzaz10m dure e mfless1bil1 che per lo p1ì1 s1 ritro\ano nei luo~h1 do\·c 11 l.1,·oro i..-reso mcccanaco e d1s1ribu1to Le donm· c.he la"orano as..,om1gltano a ma\._a,e da\,1nt1 ai fornelli della cuc.ina •e anche le mau:hme hanno qui un aspeuo fam1lia1c e d1me,~o. Gli stt:,sl padrc1n1 delle a7icndc non sembrano affatto u<·m1n1 d'affari, 11npq~nat1 nel loro la\·oro, nl', ra1roterni:1e autontaTJ. I fanno anzi l'apparenza d1 paufl<:1 po!ts1dent1 di campagna, dai modi c1nh l' dimec;s1, cut piace 1.:on\er-.arc d1 cose scmplic1 e comuni. Tre o quauro ne.· ho 1.:ono!t.Cltltl,!-.edut1 mtonm .ti ta,·olo m un pinolo t,lffl· al1\apcrto d, 1,a,tr.t a Stt:na \H·,·ano t\lttl il capo coperto d.1 h1anch1 c.;anott1 1,rnat1 d1 nastri d1 ..,ua nera; lo te ..a. piegata dolcemente sulla fronte getta\a un'ombra d1,cretil sui loro \'Olt1 ro!!.e1e sorridenti. For~c m1 i;?Uardavano c.:onuna certa comm1ser,1z1one nel \Cderc la mia testa scoperta e indifesa a1 raf.{~1dd sole. Cno d1 loro m1 moMrÒ una nvi-st,1 .tmn1cana i,ulla cui copertina erano diseJ.1;nnt1due mt:mbn d'una colonia nud1c,rn, che camm1t13\'ano m meno,"\ und folta \·tgt·rnzionc cntram• bi a,·e\·ano in testa 11<:appello. \'cde . di..se i,:ra\emt1llt! un<>d1 lc,ro sono nudi, ma portano il cappello~. e aprì m1- ~tl·rto'l.imen1c l'interno della ri· 1-.ia. do, e :,1\·cdc\',IOO akunc fotoi;trnfii..-<.lthcll1s:,1me ral,lauc e nud,~tc • in ri,-,1 al mare, che u,pri":.mo ulla mc.·~lio le mt·mhta hiam·hc t: rotonde con eno1nu capp<:lh d1 pa~li.1 d, ~lar11la llllllilli @li~®~~ lt L VILLAGGIO di Camoruco si l trova ad uno sbocco della Plana, cd è t.,gliato in due dalla ferrovia. Al limite della S.'\vana, Camoruco con1i1!,tC in due file di ca~c allineate sull'orlo della strada. Vicino scorre il Guarico, un fiume ricco che irriga la pampa; sui suoi b.tnchi, nell'ora meridiana. so,tano i pigri coccodrilli. Era il periodo! delle elezioni, e due erano i candidati alla presidenza dc! dipartimento. L~, vigilia del giorno della votazionC" i capi dei due partiti, ricchi allevatori del di,trctto, avevano condotto in Camoruco 01dc di peo,us: contadini sottomt"'-i e umili, ignari di ogni cosa, e sopr;1ttutto di ciò che avrebbero dovuto forc l'indomani. I loro indumenti consi\tcvano in prevalenza in un paio di pantaloni ~t1,tcci.iti ed una camicia ~brindcllata i ai piedi avevano ~;:iridali di can..1pa. Tutti port<lvano alla cintura una larga sciarpa rossa e az.zorr.i, e tutti tenevano in mano, come un ba,;,tonr, un'arma pc.,ante, la machete, d,tlla quale non si separavano mai. Veni,ano a gruppi ddll.1. pla,ia ~d l'r,rno ,tffcrr,lli 'ìt1bito dagli agenti dei due p~trtiti, condotti al e quarticrl' generale> (ve n'cr.rno due in C,imoru• co, l'uno .t nord. l'altro a sud), ove :,i dava ,loro qualcht· spiC'gazionc M)mnuria e -.i diceva loro come avrebbcrn dovuto vot.:irc il giorno succe~sivo. l com,,<lini dubbio~i non comprende- , ,1110 nulla. cd erano certi che da un monwnto all'altro :.arcbbe scoppiata una ri\'olta, una g.1crra civile. « Ekzioni ! > diceva un vaquero ; « El<.·zioni! Bella rob,1... Sentirete. Due ('Olpi, r~1g.1ui ! E fuori le machetcs ! >. Er;.t quello il grido dei capi in ogni rivolw:ionc. L<.· rnunit.ioni scarM!ggiav..ino e \i do\'l>va dare il ,t!gnale dcl1'.utJ.C'Co con Il' armi da fuoco i poi occorre\ a fare tutto con le machetes d.1llc qu.tli il nemico difficilmente si poteva -.alvarc. e: Qut'llo che non mi \ a ..., brontolò un altro. e: è che non vogliono mai dirci la verità. Mai! &· deve essere ,C:lH'ITil, dw ,ia ... Ma ce lo dicauo altnl·no ! >. e Ci prendono p<'r donn;_iccole ! >. e :\1eppun: ; per oche cht• starnaz.- i,ano ! .... L<' ombn· n>mmci;tvano a "dire: velavano i cJmpi, la c;trada hi;mca, il cU'lo di ;u.t.urro inten\Q e, ,1.d uno ad uno, -.i kv;.tv;mo dalla terra I rumori dc-ll,1 n_ottc : il fru,cio della hrt'Z-Za, il 111u~gh1<ffCd'1.:i huoi n<'llc ,talle. il canto dd grillo. Ai qu.1li ,i .tggiungev;rno quctla \C• 1\1, !Il C;,11nonu.o .1ddormcntata, il canw l.1mc·11to-.odei peones <:hc avevano lx·\ uto, parl.1to, gridato: e: Di <hit· hMi b mia anima ,;,j ricordJ .. e: Dell'ultimo che dit·di a mia madre l' dd primo ,:lw di<'di a tf"... ». Jn uno dei du1.· « qu.1rtieri gc.:nerali > il f'apo <t\ rv.l domandato: e Co"' ne pt'n'>t·n·st<:. rag~121i, se !>i f.,n·,\C..' un.1 ('0r.,;1 la~giù per andare a Hdt·n· qµcllo clw -.ucn·dt·?». Per «la~- ~ill > -.'int<·ndt•,·,1 la fa.r.iont· avversa. L'uomo ,C"elto pn l'imprc,;a era un z.:aqt1t'r•1 d'un., vt·ntina d'J.nni; brun,,, rohu-.lo. ~kntr 't·l{li ,ì ~lza\ a µt·r lL'iCI• Il'. i , omp,1g:11i , lw -.i erano offc·rti cd na110 ,t;1ti rifiutati, brontolarono: « Co<..1 f.1r.11 -.olo. JX>\'Crino? >. « Voi n·-.ti .in•n• un.1 don11.1 per f.11ti <omp.1c::ni;.1?>. Il t'·lPO int<•nuuw: « Tranquilli, ra- ~.1 1 ✓, 1 Do111.u1i\ ill((·tnno il nelllÌlO ... >. 11 c::im,.uu· i·acruno U'\(Ì nella nottr bt·-.tt·mmi.mdo : ~ Co,.1 . l'Cdono qul·~li <,,tupidi? ,·oRlio f.ir H'dcre io '>C ho p.llll,\. >. Ld -.trad.1 c.·r.1<k-.1·n.1; il n·1Ho, mut.itn. port.1,..1 u11.1 JJIOR~ia -.ottik. -.ottile. \n·inn,mdo..,, .11 « qu,11ti<•n· » av- \lT-.,11i<1, il gim.1notto udi,·,1 -.uono di ,1nun,·nt1, di ,·01 1.. « Si din·rtono. qut·i 1.1111 1 • pui-.ò. D'1mp1m\1,o. dalle te~ m·hH· u•n un'o111h,.1; il gìmanl' ,i fcruiù. lll .ll!Kll,tto. l.',11110 ,1,ni,,L Ht,o d1 lui; qu,mdo ~li fu \ i( ino, 1·gli, ,1\t:ndolo rin111m(iul0 pt I un ,1v,1.·1~,11io. dom,1ndù « Dm,• ,·.1i, \t·nhio' >. « Pn·11do 1111 po' d'.11 Ì.L. ». « Cam· ! Sn un,1 ,p1~11 \ t·ni, i da 11n1 1 :t e: Spi.1 .> E tu > •· :\011 di ....1.•ro .1lt10. l.1· nwfhi 1,·1 ..,j .11- .r.trono cd il n·n hio 1 .tdck .11 ,nolo rol < 1.111io-.p,1n·.1to, 11·,t,111do,otto l.1 pio~- ~l.t, romi· uu_ t .uu·. Il t·11qu1 ,o .dlorn torni> e.Lu -.uo1 1·. non ,(·111a una cn t,1 h.ild,1111.t. 11.111ù 1'.1n aduto. « t 'n ,c·u hio I J l.,i ~unm.11✓.ito un \Tt I hio > » l'"-1. l,.uw\ -.h.,101dito, il c.1.- purwnc IIH'lltll· ~li ,tlt11 t~I( C\ ,1110 i,1up1d1t1. « f·~ un ddmo. E ti c·t·1< hn,m- ~o... IP non po,,n f.u null.1 1x:r tt· S1·..1ppa 1 \:i., .. 11 monti 1 •· Il 1.1g-.1110 ~11.ird.l\.l. pnplt--.-.o. 1 cc~llp<1'-!m, Comt· 1 Don·, ,1 -.c,,pp,1n· ,111 11101111q,u,1,i fo-.'l' un,1 bc-.ti,1 > ~1, 1 allrn,1 ,tH·,,t co1111n1·,"-(u>n cklitt,o ... f: pt·nhé;, Er.1 H·ro o no dw qud ,ct·- chlO 1·1.1 « 1111 1w111in, » 1 « \ ,I vi.t. 1,,iz,1.uo _., ~I, 11H11110uno: p111,nù io .,d ,n,ntm• 1 tuoi ... >. Il ~u,v._ir~t· 1M·ì ,1. t ,1.po rhino. Po1. dopo po, hi mt·,i, ,1.111ro di t t • 1~1n·, d1 ri-., hi,trt• w111prt·, ,i con-.t·~11è, 1·g:J1 •ln-..., ,tll,t (:llt-.1111.1. 11 rn;~ttmo dd \t1dc·ttn. '(H,rndo gli .,~1.n11n:,1.110110 I.i p1:11.1di 1m1tH\ ,,cippio m un µ1,1nto d11t,uo • e ~I. non dm 1'\',11no , mn·rli ·, .'.\011 1·1.1nn I noqri 111·111i>i1.•· Rl I• 1:-.0 lll,.\M;O-FO~mo:s \ llad d, G. Oru.~~ott1

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