LA GUERRAAGLI AOOBNTI ft: I TANTO in tanto gl'inglcsi si riU cordano che gli americani sono dcgl'inglcsi andati a male, e quanc..lose ne ricordano cadono in preda a uno di quegli accessi di ira per i quali gl'inglcsi, andati o non andati a male, sono famosi. Da qualche tempo i ~lm americani, o, meglio, la lingua che s1 parla nei film americani, fornisce lo spunto per una crisi nervosa del genere. Ma quc~ta volta gli americani h,rnno trovato avvocati nella stessa Londra e negli stessi ambienti conservatori. C'è a Londra una scuola cono-· se.iuta col nome di scuola del' colonnello Blimp, un pen,onaggio che detesta tutto ciò. che non è inglese o che, non c~endo inglese, non ne faccia una malattia. Secondo questa scuola, il meno che si possa dire dell'inglese dei film americani è che esso è abominevole e va boicottato con natte le forz.c. fatto privo di buone maniere e che Gary Cooper è pieno di nonchaiance. Dal Cheshirc, un altro patriotta offe~ ha S;Critto.a Dixon : e: Ho peno ogni cons1der~2.1one per voi... La miglior cosa sarebbe chiudere tutti i cinema d?v~ si sentono voci yankee e musica d1 ;au. ». E così la battaglia infuria. UN MARITO .Non càpita tutti i giorni a una stella d1 gran nome di sentirsi chiedere una intervista per suo marito. Ma a Dolores ~cl Rio accade spesso, perché suo manto è un uomo che ama pochissimo i giornalisti e ancor meno le interviste, e il suo nome è Cedric Gibbons; non tutti sanno che egli è il marito dell.t famosa cx-maliarda dello schermo,. ma tutti {tutti quelli almeno che s1 occupano un po' seriamente di cinematografo) sanno ch'è il più illustre scenografo di film che esista al mond~. Quasi tutti gl'intemi delle più recenti estrose ed eleganti commedie di 1-folly\\-'oodportano la sua firma cd egli è, assieme al vestiarista Adria~ il dittatore del gusto della ricca borghesia ~mericana. I favolosi appartamenti d1 Park Avenue, e le favolose abitatrici di quegli appartami'· sono arredati e vestono come gli appartamenti di Gibbons e sui modelli di Adrian. Un'altra cosa che riempie di orrore l'animo di costoro è il fatto che gli americani non amano i film inglesi. e: E: un fatto•• essi dicono, e: che milioni d'inglcsi riempiono le sale per vedere dei film americani, mentre pochissimi americani, in proporzione, vanno a v~dere i film inglesi ». Ma, come ~i è d~tto, ci sono stati inglesi, non offuscati da ::.upen.tizionc sciovinista, i quali hanno dichiarato che, lungi dall'essere abominevoli, l'accento e l'idioma americani sono originali e rinfrescanti, e che il ricco, articolato, colorito linguaggio americano ha molti pili clementi in comune con l'inglese di Shakespeare, che non l'effeminata e molle p.trlata che va sotto il nome di e: padata os.soniana ». Uno dei pili autorevoli critici inglesi, Campbcll Dixon del con::.ervatore Daily T d~graph, ha rincarato la dose: e: Volete sapere perché agli americani non piacciono nove su dieci film inglesi? Perché ad essi non piace l'accento ptezioso e svenevole con cui vi si parla. Sì, queJl'acccnto che altezzosamente noi chiamiamo accento Oxford. o accento clericale, o accento B. B. C., è un accento effeminato. L'obiezione che un abitante di Kansas City o di Louisville non ha diritto di parlare di accenti e di fare lo schizzinoso sugli accenti, non serve a nien• te. Se noi dobbiamo vendere i nostri film agli americani, e noi dobbiamo venderli, allora è necessario evitare l'accento ch'essi detestano>. Non è vero che l'accento inglese, quando è puro e autentico, quando è chiaro .e virile, dispiace agli americani. Come si spiegherebbe allora Id fortuna di tanti attori inglesi a Broadway e a Hollywood, la fortuna di AIliss, di Colman, di MarshaJI, di Flynn? Ciò che esaspera gli americani è quel sedi""cntc inglc,:,e che parlano i e: prcziv~i ridicoli > di cui l' Inghiltcrra è stata sempre piena, quell'inglese, come dice Dixon : e stretto, in falsetto, petulante, che gli snobs associano con la cultura e le persone di buon senso con l'effeminatezza. Molti nostri attori, molte nostre attrici cadrebbero dalle nuvole 5e sapessero come sonò numerose, qui in Inghilterra, le persone che preferiscono l'abominevole accento americano al loro accento oxfordiano. E questa una parlata artificiale e perciò irritante ; essa pt'etende di proclamare la nobiltà della sua origine e, come tutte le ostentazioni, è volgare; rende impo~<.ibile ogni varietà, ogni genuinità di tono e di espressione, cd è perciò cattiva arte >. Se una pietra cadesse in un vespaio, non provocherebbe l'irata reazione che ha provocato la dura e sprcgiudicatJ. analisi di Campbell Dixon. Come alla vigilia di una crisi ministeriale, al Dnily T elegraph sono arrivati, per giorni e giorni di seguito da tutti i paesi del Regno Unito, pacchi di lettere scritte col sangue agli occhi. Da Bristol una dama ha scritto: e: L'accento americano è atroce. lo rido da morirne ogni volta che sedicenti attrici, come Myrna Loy o Loretta Young, aprono bocca per pronunciare parole che non sono mai esistite nel vocabolario inglese, e sono compren~ibili soltanto in un paese che ha innalzato il gergo più volga• re a dignità di linguaggio. Ma Myrna Loy e Loretta Young sono sempre pre• fnibili a certi critici nostrani che trovano effeminato e molle l'accento genuino e puro dei nostri attori, e scambiano l.1 buona educazione e le buone maniere per effeminatezza e /,' petulanza. Molti attori cinematografici americani, ,, così continua la patriotta di Bri~tol, e non sono altro che maleducati e illetterati, e qua~i tutti poi sono inintelligibili. Essi mancano di nonchala11ce, di dignità, di grazia, e: tutti, anche i migliori, sono spiritati. Parlano troppo, e troppo in fretta, e tutti, uomini e donne, hanno troppi c~tpelli, che è un segno di poca distin1.ione. Inoltre ogni film americano è rovinato dal tocco di Holl)"..,Ood: è una nota patologicamente sentimentale-, quasi ,sterica, che ci riempie di di- !iprezzo per l'America e gli americani,. A questa patologicamente rab~iosa e qu,ui i)tcrica lettera, Dixon ha r1<:opo~to che Greta Garbo non è affatto spiritata, che Robcrt :\1:ontgomery non è afChe un temperamento CO!i:mÌ oder. no, elegante e critico come Gibbons abbia trovato intcreS)ante un tempera~ mento così estemporaneo come Dolorcs del Rio, è un mistero per tutta la colonia hollywoodiana. Questa donna che sembra la figlia di un ricco piantatore dell'America centrale e che sino a ieri era considerata l'un 1 ico risultato apprezzabile della dominazione spagnola in America, questa stella il cui fascino risiedeva soprattutto negli arti scimmieschi e nel pronunciato prognatismo, fa pensare, più di qualsiasi altra, ai capricci della moda. Nel volgere di pochi anni, gli arti scimmieschi, il prognatismo e, in una parola, il fascino dei tropici, hanno finito di far presa sulle nuove generazioni; questo fa::.cino era un prolungamento e una diversione, se così si può dire, del fascino slavo, e tutt'e due erano un prolungamento dell'estetismo dell'anteguerra. Ora lo stile decorativo di Gibbons a tutto fa pensare meno che all'estetismo e all'esotismo. e uno stile movimentato e spiritoso, e nello ste~so tempo un po' astratto. Gli interni ch'egli crea, tutti i borghe.-,i vorrebbero possederli in teoria; ma se poi in realtà li possedc~ro, avrebbero soggezione ad entrarci e a viverci, talmente l'atmosfera che vi circola dentro è distante e quasi ironica. Ora, in uno di questi ambienti, provate a ~::1~a;;;;n~~~~-es del Rio, e sentiLa casa dei Gibbons è dunque un compromesso fra la personalità del marito e quella della moglie. 1n ogni camera c'è l'angolo Gibbons e l'angolo del Rio. e: Nell'angolo Gibbom >, scrive un giornalista maleducato che ha vi,itato la .cas.i, « voi potreste ambientare una commedia di Shaw; 11ell'angolo del Rio l'avvelenamento di Cleopatra>. Ma i due si vogliono bene e si sopporta no. E~~ dice di Iui : « t tanto intelligente, peccato che abbia dri gusti borghesi>; lui dice di lei : e E tanto sensibile, peccato che legga dei romanzi così brutti ». Ed è tutto. Gibbons ha idee molto semplici e molto esatte ,;;ul suo mc~tierc. Le più autorc\'Oli riviste d'America spesso le pubblicano. Quando rifà la storia, egli se ne infochi,1 della fedeltà ambientale, architettonica, ccc. HJ finito da poco le scene per Nlaria Antonietta. Il problema principale era quello di creare una Ver'iailles in cui fosse pos- -sibile girare un film. e Quando Versailles fu costruita>, dice Gibbons, e: non fu costruita perché dentro ci si potC\'lCro girare dei film, e quindi quella co..truzione è inutilizzabile dal mio punto di vista. I miei " pezzi" princ1p.tli sono un salone da ballo, una grand<' sala d'entrata e uno scalone mac.-,toso. E ne.!i~unodi essi >, conclude Gibbons con orgoglio, e somiglia agli originali. I miei sono infinitamente più belli, perché sono belli 1uanto gli originali, meno i difetti che a critica vi ha in ~guito scoperto». Gibbons concede poche interviste, ma tutte finhcono, chi.s<:,àpoi perché, con un aneddoto w Samuele Cold- ,,->n, suo grande amico; tanto che Coldwyn lo ha pregato di non ripete• re più la storiella. :Ma a Gibbons piace molto. Eccola : Sam Goldwyn non si è chiamato 'iempre CO!iÌ; il suo vero nome è Goldfi~h, che in inglese significa < pesce d'oro>. Un giorno Cibbon"I, all'inizio della <:ouacarriera, pas- !iando dav,mti all'ufficio di Goldfish agl'inizi della sua, chiese di parlare al principale e di lì a poco fu ammesso alla sua presenza : « Siete voi il signor Goldfo,h? » chiese rispettosamente Cib• bons. e Sono io». e Gra1:ie >, replicò Gibbom, e: volevo soltanto vedere come fosse fatto un uomo con un nome simile>, e se ne andò. A. o. ALBUM. DI FA.lllOLU.1 XELLY OORRADI (fot. Omnlb11) ( Nl!Ol'I FIL.H ) ~W®ffiil IBIIMIII ~ LENA, slude,ite.ssa i,i chimica, lC;t vuol essere un film di pensiero, un'opera altamente drammatica da mostrare quali sono i e problemi » e le e: inquietudini > dei giovani che 4'. affrontano le difficoltà de11a vi_ta>. E infatti s'assiste al dramma di Pietro, studente di medicina, che s'ammazza perché non può suonare il pianoforte, e di Elena, studentessa di chimica, innamorata prima di Pietro, poi d'un vecchio professore, tradito dalla moglie, che studia in laboratorio le reazioni chimiche del e canceroso n. 7 >. Intorno a questi personaggi si agitano studenti e studentesse che vivono regolarmente come da secoli è costume dei goliardi; si fanno bocciare agli esami di luglio, ridono alle facezie d'uno di loro ch'è considerato unanimemente lo e spiritoso > della compagnia, litigano con la pad1ona di casa e pensano alla carriera. t una vita insomma assai tranquilla e un po' sciocca, coi suoi riti e i ,uoi luoghi co• muni, che soltanto una ro:-.c-atradizione borghese ha abbellito rircoodandola d'una riverenza picn~ di nostalgia e di stupore. Essere studenti vuol dire esser giovani, creder(' agli ingannevoli allettamenti della vita, .111'.tmore,alla gloria e alla laurea. Qu;mdo più tardi si diventa modesti e e cinici> professionisti, la giovinezza è finita e subentrano le dure responsabilità ddla famiglia, dei guadagni e della pigione da pagare. E di quel periodo, in effetto assai noioso, si ricorderà, o si crederà di ricordare, le allegrie. sfrenate e i facili e folli godimenti. Anche Pietro, lo studente suicida, avrebbe tutte le ragioni per trascorrere i suoi anni d'università scnz.a troppi pensieri. Invece, la sua vocazione per il pianoforte è talmente csclu~iva che gl'impcdisce di partecipare a11t· gioie comuni. Sempre lo si vede accigliato e triste, la testa da e artista > piena di riccioli e di tormento, le mani os•; sute e intellettuali. t un personaggio segnato da un destino crudele. Una sera in cui, in smoking, ha suonato al pianoforte, in casa del professore di chimica, una sua compo~izione, ap• plauditQ dalla moglie grassa e infede1e del professore, sente ormai che nulla può impedirgli di seguire le sue aspi• razioni. E quando il padre con argomenti indiscutibili si oppone, il giovane non trova di meglio che ingoiare una boccetta di veleno e morire in una camcr.l d'albergo con un sorriso csta• tico tra le solide braccia di Elena studentessa di chimica. Come si vede, nelle intenzioni degli autori la sorte di questi personaggi deve es.sere tragica e patetica. Ma il dramma non c'è, né nelle intenzioni, né nei risultati, poiché casuali restano i personaggi e gli avvenimenti. Non si capisce lluali siano le ragioni travolgenti per cui un personaggio come Pietro si decide a togliersi la vita, soltanto perché non vuole fare il medico. Come se un medico non potesse suonare il pianoforte e comporre canzonette. Ma forse gli autori credono davvero nella convenzione borghese dell'artista che vive, donne, ama, mangia artisticamente. E anche Elena, pur cssend0 una convinta studentessa di chimica, crede in questa missione enfatica dell'arte, incoraggiando il giov.rne a ::.cguire la sua sconsigliata ambizione. E mentre durante il giorno studia tranquillamente calcoli e formule, la notte frel1uenta riunioni intellettuali, s'estasia alle parole gonfie del musicista, fino a che, in tanta comunione d'anime, si trova ad avere un figlio. Fin qui niente di drammatico, poiché que!ite sono cose che non avvengono soltanto alle studentesse di chimica. li dramma, come sempre nelle opere di ::.carsa fanta~ia, è nelle parole, non nei fatti e nei caratteri. Le frasi avvilite e grosse di Elena e di Pietro cercano inutilmente di palesare turbamenti indicibili, speranze tradite, o::.tJcoli imormontabili. ~ientre gli avvenimenti quotidiani sono poi dei più comuni e tranquilli, da non giu!itificare affatto risoluzioni violente. Qual è mai il giovinetto che per un momento non ~•è ~entito poeta e pittore, e ha creduto nella sua vocazione di..,perata, e poi, calmando alla meglio i suoi tormenti, s'è :i.dattato a seguire i consigli giudi.ziosi dei genitori e ha finito con l'impiegarsi soddisfatto in un mini<:otcro?Le ambizioni, i progetti, i turbamenti dei giovani sono sempre un fuoco di paglia: non fanno che fumo. E anche questo film, come le inutili p.15!-ioniche vuol descrivere, non è che un fuoco di paglia; con molto fumo, grigio e pesante, t:'.hc annebbia lo schermo durante quasi due ore, e sembra. continuamente debba invadere la sala e asfissiare gli spettatori. MARIO i'ANNUNZiO
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